NASCAR | Michigan: Kevin Harvick vince anche gara2!

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Tempo di lettura: 19 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
10 Agosto 2020 - 14:00
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Keselowski elimina sé stesso e pure Blaney, poi è ancora Harvick vs Hamlin con il pilota dello SHR che fa cappotto


Una tranquilla domenica d’agosto per Kevin Harvick che 24 ore dopo il quinto successo stagionale con cui ha pareggiato il totale di Denny Hamlin, ieri in Michigan lo ha sorpassato portandosi a quota sei. Il successo però non è stato semplice, malgrado una seconda stage dominata, infatti c’è voluto l’incidente in casa Penske fra Keselowski e Blaney per eliminare due contendenti per la vittoria, poi nello sprint finale il rivale Hamlin si è avvicinato pericolosamente alla coda della #4 ma Kevin ha gestito al meglio gli ultimi giri.

La gara

Con tutti i piloti ed i crew chief che dopo gara1 hanno idee più chiare per quanto riguarda gli assetti, gara2 nelle fasi iniziali non offre tanto visto che in molti hanno trovato la situazione ideale e quindi ci sono pochi crolli e le poche rimonte arrivano dal fondo. Probabilmente la cosa più appassionante è dunque scoprire la nuova griglia di partenza, visto che fra muletto dopo gli incidenti o vari problemi del sabato a partire dal fondo sono ben in 13. Infatti al muletto ricorrono il poleman Buescher, Reddick, McDowell, Nemechek, A.Dillon (per la #3 anche un drive through per modifiche non autorizzate), Newman, Almirola, Preece (per lui “doppia partenza dal fondo” anche per controlli tecnici falliti due volte) e Custer, per la sostituzione del motore rotto Poole, Bilicki poi sia per la sostituzione del cambio, sia perché sulla #7 ha sostituito Gase, e infine per i già citati controlli tecnici anche Suarez e Sorenson.

Colui che beneficia di più di tutto questo è Byron, infatti per le regole sulle partenze dal fondo le vetture scalano non in blocco ma sfilano ognuna nella propria corsia, dunque mentre Bowyer rimane in prima fila ed eredita la pole virtuale seppur dovendo stare all’esterno, William da 7° all’interno dalla quarta fila scavalca Buescher (1°), Reddick (3°) e Almirola (5°) ed è al fianco della #14.

Alla bandiera verde Bowyer è l’auto in controllo del via e mantiene la prima posizione mentre Byron finisce dietro a Johnson e DiBenedetto ma davanti a Bell. E la prima stage – almeno per la prima posizione – è finita qua perché Bowyer a pista libera ha un’auto veloce e approfitta delle successive schermaglie dietro di lui oltre all’assenza di incidenti per guadagnare poco ma costantemente andando a vincere il traguardo intermedio. Da notare sono soprattutto le rimonte di Bell all’inizio e di Kyle Busch nel finale mentre invece l’altra Toyota di Truex precipita fuori dalla top20; le vetture del Team Hendrick invece pian piano perdono velocità e posizioni permettendo il recupero a Blaney, Harvick, Logano ed Hamlin che erano partiti a centro gruppo per l’inversione della griglia. Come detto dunque Bowyer vince la prima stage davanti a Bell, Kyle Busch, DiBenedetto, Jones, che scavalca Byron nel finale e gli guadagna un punto prezioso, Blaney, Harvick, Kurt Busch e Logano.

Il primo giro di soste – 4 gomme per tutti – premia Kyle Busch che si porta in testa ma Harvick sfrutta al meglio il primo stallo in pit lane ed è secondo davanti a Bowyer, Byron e Jones; Blaney è costretto invece ad una doppia sosta per un problema al rifornimento. Al choose cone il primo che sceglie l’interno è Byron ma la sua ripartenza sarà un disastro e praticamente esce dalla lotta per la vittoria, sull’altra corsia invece Harvick prima spinge Kyle Busch davanti e poi arrivati in curva1 si sposta, lo affianca all’esterno e completa il sorpasso in curva2. E come in precedenza la stage, almeno per la lotta per la prima posizione, finisce qua, infatti il team #4 non ha modificato nulla dal giorno prima e quindi Harvick a pista libera è lo stesso di gara1.

Come prevedibile nel traffico Bowyer paga subito ma si mantiene nella top5 in cui a sorpresa si è inserito anche Keselowski, il quale poco dopo scavalca sia Clint che Kyle Busch portandosi in seconda posizione; dietro di loro il neo licenziato Jones ed il suo quasi certo sostituto Bell lottano per la quinta posizione. Mentre Harvick come al sabato guadagna un decimino alla volta, da notare sono le rimonte di Almirola, per la prima volta veramente veloce in un weekend in cui ci si aspettava molto da lui, e Blaney dopo i problemi citati. Sul long run le Toyota sono molto veloci ma la stage finisce prima che possano raggiungere sia la #4 (4″ di vantaggio su Brad) che la #2: Harvick vince dunque la seconda stage davanti a Keselowski, Kyle Busch, Bell, Bowyer, Hamlin, Jones, Almirola, Logano e Blaney.

Arriva così un altro giro di soste completo ed Harvick rimane davanti a Kyle Busch e Keselowski mentre Hamlin è quinto e Blaney settimo; questi ultimi due scelgono l’interno al choose cone e alla bandiera verde Ryan spinge Denny in testa malgrado qualche rischio sul rettilineo opposto e poi ne approfitta per portarsi lui stesso in prima posizione. La lotta per il comando è molto ruvida e si gioca tutto sulle scie, Blaney si tiene dietro Hamlin mentre Harvick all’interno cerca di scavalcare di nuovo Denny con Keselowski che gli si accoda. Kevin alla fine ce la fa a tornare secondo, ma sullo slancio in curva3 finisce troppo vicino alla #12 e a causa della turbolenza deve alzare il piede e scivola dietro ad Hamlin e Keselowski. Nel rimescolamento successivo Brad prende una scia incredibile ed entra in curva1 – parole sue nell’intervista successiva – ad una velocità che fino a quel momento non aveva ancora mai registrato in gara. Il suo errore è quello di ritenere quella velocità sufficiente per uscirne indenne, tuttavia è all’interno, forse pizzica leggermente anche l’apron, ma la sostanza è che Keselowski perde il controllo e nel suo percorso verso il muro travolge l’incolpevole e sempre sfortunato compagno di squadra Blaney che aveva appena completato una fantastica rimonta dopo il problema al rifornimento. Due auto del Team Penske ritirate in contemporanea, Roger sicuramente non felicissimo e per Brad arriva il primo “ultimo posto” in carriera alla gara n°399 in Cup Series.

Hamlin eredita così il comando seguito da Harvick, mancano poco meno di 60 giri alla fine e la finestra per l’ultima sosta non è ancora aperta. Ai box ci vanno solo Logano, Jones, Preece, Stenhouse, Custer ma soprattutto Bowman visto che appena scattata la caution si è toccato fiancata contro fiancata con Bowyer, il quale pur avendo danni non rientra in pit lane. La bandiera verde (con Harvick che sta dietro ad Hamlin e Kyle Busch che sceglie l’interno) arriva ai -55 e Kevin ripete quanto fatto in precedenza, prima spinge il rivale, poi lo affianca e infine sorpassa, tutto senza manovre rischiose. Dietro invece Bowyer rischia di pagare il rischio inutile di crew chief visto che un giro più tardi fora ed è costretto ad una sosta supplementare sotto green. Per sua fortuna proprio mentre esce dai box Bell finisce in testacoda in curva2 e per Clint arriva un lucky dog che lo lascia a pieni giri.

Stavolta la finestra per fare l’ultimo pieno è aperta e tutti logicamente vanno ai box. Tutti tranne Almirola che sbaglia il codice segreto con cui comunica le strategie col muretto e quindi anziché fermarsi è l’unico che rimane in pista. Passa così in testa, ma a meno di una caution provvidenziale sarà costretto ad una sosta supplementare attorno ai -20. In pit lane intanto ci sono diverse strategie: Hamlin e DiBenedetto solo fanno il pieno, Harvick cambia due gomme e rimane davanti a Kurt Busch e Jones che imitano la #11 e la #21.

Al choose cone Harvick sceglie l’interno e sfruttando le gomme fresche e un’ottima vettura si accoda al compagno di squadra Almirola mettendosi davanti a DiBenedetto e Kurt Busch, con quesi due passati poco dopo da Truex ed Hamlin. Kevin ed il suo team sono consapevoli della situazione di Aric ed infatti Harvick sembra non voler rischiare un sorpasso inutile e magari non completato che gli farebbe solo perdere tempo e venire raggiunto dalla coppia JGR alle sue spalle. Inoltre la #4 si sta leggermente surriscaldando dunque Harvick decide di agire senza sforzare la sua Ford.

Il sorpasso di Harvick arriva ai -41, poi una volta al comando ancora non forza, si tiene il compagno di squadra – che è più scarico di benzina – vicino e piazza l’allungo soltanto quando, dopo un contrattacco fallito di Aric ai -26, Truex si porta in seconda posizione con un nervoso Hamlin (sa di essere più veloce di Martin e vorrebbe che il compagno di squadra si spostasse, ben sapendo che ciò è impossibile) che lo segue. La gara di Almirola a questo punto sembra in un vicolo cieco visto che la sosta è ormai vicina, ma a salvarlo ci pensa Bowman che fora e finisce a muro provocando l’ultima caution di serata.

Nella top20 l’unico che va ai box con Almirola è DiBenedetto e quindi si riparte con Harvick e Truex che scelgono l’esterno mentre Hamlin va all’interno e può sperare di portarsi in testa visto che a spingerlo sarà Logano. La bandiera verde arriva ai -15 e Harvick parte bene e approfitta del fatto che dietro di lui Hamlin e Truex sono affiancati – e si rallentano a vicenda – per allungare mentre il loro compagno di squadra Kyle Busch è osservatore interessato. Alla fine Denny riesce a mettersi davanti (per un pelo) a Martin ma quando lo fa Harvick è già davanti di quasi 1″. La rincorsa di Hamlin è esaltante, guadagna 1 decimo al giro (circa 0.8″ ai -11, 0.771″ ai -10, 0.6″ ai -9), poi quando arriva nella turbolenza della #4 di meno (0.56″ ai -8, 0.51″ ai -7).

Harvick cerca sempre di prendere una traiettoria diversa da quella di Hamlin ed in qualche occasione sembra quasi sbagliare l’opzione, come quando va all’interno ai -6 e Denny in un attimo dall’esterno a soli 5 giri dalla fine è a meno di due decimi. Hamlin manca l’attacco di slancio e quindi Harvick può tirare un primo sospiro di sollievo prima di dover pensare a come affrontare le ultime nove curve.

A questo punto Kevin cerca sempre una traiettoria leggermente più esterna costringendo Hamlin o ad andare tanto interno (vicino alla “traiettoria Keselowski”) oppure molto esterno fra marbles e detriti vari. Ma non basta e ai -3 Harvick è costretto a rompere la scia sul rettilineo opposto per scrollarsi di dosso il rivale. Il momento decisivo arriva in curva2 ai -2: sia la #4 che la #11 hanno un momento di sbandamento al punto che entrambi i piloti sono costretti ad alzare il piede con Denny che deve rallentare quel tanto in più che permette a Kevin di affrontare il successivo giro con relativa tranquillità. Forse troppa visto che all’ultimo giro Harvick affronta curva3 di nuovo all’interno e ciò permette ad Hamlin un ultimo attacco dall’esterno, ma non basta e alla fine il distacco fra i due è di circa una lunghezza e mezzo.

Kevin Harvick vince la sesta gara stagionale, la 55esima in carriera (tante quante Rusty Wallace affiancandolo al 10° posto all-time) per 93 millesimi su Hamlin, completano la top10 Truex, Kyle Busch, Logano, Almirola, DiBenedetto (entrambi in rimonta con gomme fresche), A.Dillon, Elliott e Kurt Busch.

Per il resto del gruppo questo 1-2 è un colpo da ko, infatti ora Harvick, oltre ad aver guadagnato 13 playoff point su 14 nel weekend, ha un vantaggio di 137 punti in classifica generale su Keselowski, 140 su Hamlin e 175 su Blaney e dunque a Daytona, con un po’ di collaborazione degli avversari, potrebbe già conquistare matematicamente la regular season (dovrebbe chiudere la gara della Florida a +180). In coda alla top16 invece Jones, sfortunato come sempre insieme a Blaney, accusa un problema meccanico nello stint finale ed una giornata potenzialmente positiva (Johnson 11°, Byron 12°, Reddick 24°) si trasforma in un inutile 27° posto e ciò regala un po’ di sicurezza alla #24 che ora ha 26 punti di margine sulla coppia Jones-Johnson e 36 su Reddick. Ma in arrivo ci sono due tappe a Daytona, con in mezzo due a Dover, che possono ancora ribaltare la situazione.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series a Road America vittoria dopo quasi 5 ore lorde di gara per Austin Cindric, il quale completa così completa il set di vittorie sugli stradali su cui ha gareggiato finora in Nascar (Mosport nei Truck, poi nel 2019 Mid-Ohio e Watkins Glen in Xfinity) anche se gli mancano i roval (Indy e Charlotte), sulla cui categorizzazione si può discutere. Non è stata una vittoria semplice però, perché ad Elkhart Lake ha piovuto e sotto l’acqua Cindric ha faticato, poi a pista asciutta ha dovuto “solo” tenere a bada uno scatenato Allmendinger.

La gara inizia sotto un cielo velato, nel pre-gara è caduta qualche goccia d’acqua, ci sono altri piccoli fronti in arrivo ma la pista è asciutta alla bandiera verde. La gara prevede qualche novità, è l’ultima corsa con la griglia decisa per sorteggio (e Annett pesca ancora la pole), poi, per una regola decisa a inizio anno ma che con la pandemia ed i team limitati negli spostamenti sicuramente aiuta, i pit stop sono congelati e sotto green si può solo rifornire mentre sotto caution cambiare gomme o fare il pieno, e questa imposizione creerà il momento che deciderà gran parte della gara.

Prima del via c’è tempo già di un primo colpo di scena: Brandon Brown, 12° nella griglia playoff, si ferma con la pressione della benzina a zero e viene spinto in pit lane; partirà con un giro di ritardo. Alla bandiera verde Annett resta al comando il tempo di percorrere il rettilineo principale poi Cindric, scattato al suo fianco, alla prima curva è già in testa. E questa è una brutta notizia per tutti gli altri perché se il favorito numero uno è subito al comando e l’altro (Allmendinger) è partito 33° allora si prevede una fuga immediata. Ad aiutare gli altri ci penserà una prima stage soffertissima ma anche un Haley che sugli stradali ci sa fare.

Al secondo giro, dopo che il primo si è chiuso con Cindric davanti ad Haley di 1.6″, H.Burton di 5.8″, Grala a 6.4″ e tutti gli altri ad oltre 7″ dopo che Annett ha fatto da tappo a chiunque, Currey si ferma in pista col motore arrosto e arriva la prima caution; in difficoltà intanto oltre ad Annett ci sono anche Herbst, Briscoe e Gragson alla staccata di curva5, con Riley che spiattella le gomme e Chase e Noah che finiscono lunghi dopo aver frenato con due pneumatici sull’erba. Dopo altri problemi per Martins ed Heckert e la sosta di Herbst per cambiare gomme si riparte dopo due giri di caution (ma che a Road America vogliono dire letteralmente cinque minuti a tornata) con Cindric che si tiene dietro per poco Haley mentre Chastain è terzo davanti a Briscoe, col muso già ammaccato, e Clements.

Alla fine dell’ottavo giro Hemric rallenta sul traguardo ed accosta all’uscita della pit lane, per lui gara finita (serbatoio dell’olio esploso) e caution obbligatoria per verifica della pista per eventuali fluidi. Durante la bandiera gialla si capisce che la pioggia sta tornando, ma ancora prima arrivano i fulmini e quindi scatta una bandiera rossa per lightning hold. Durerà 1h33′ con nel mezzo anche una falsa partenza con i motori riaccesi e poi spenti di nuovo per un altro fulmine in zona.

Nel frattempo ha anche piovuto e la pista è umida, dunque all’apertura della pit lane quasi tutti vanno ai box a montare gomme da bagnato (solo Grala, Sieg e pochi altri tengono quelle da asciutto) e dunque alla ripartenza dei -3 nella prima stage Cindric è ancora in testa, ma sul bagnato non si esprime al meglio e sia Haley che Chastain lo sorpassano. La pioggia non solo non smette ma aumenta ed il motore in fumo di Miller provoca un’altra caution che permette a tutti di montare gomme da bagnato e poi ripartire per uno sprint di un solo giro. Haley gestisce al meglio queste 4 miglia e vince la prima stage davanti a Cindric, Briscoe, Chastain e lo specialista Andy Lally.

Le caution ripetute rivoluzionano strategie e classifica, infatti alla partenza della seconda stage in testa c’è Bilicki davanti a Burton, Pardus, Labbé, Allmendinger, Snider e Gragson con Haley 16° e Cindric 17°. Tecnicamente mancherebbe solo un’ora alla partenza di gara1 della Cup Series in Michigan, ma provvidenzialmente per quest’ultima arriva un posticipo in modo da evitare una sovrapposizione fra le due corse. E con la mente leggera questa fase di gara diventa probabilmente la più bella della corsa. Bilicki e Pardus infatti prendono il comando della gara su una pista che si sta asciugando velocemente, con Gragson e Labbé unici che riescono a stare con loro ed Allmendinger che recupera velocemente. Fantastico è anche il duello mentre rimontano fra Haley e Cindric con i due che si sorpassano ripetutamente senza risparmiarsi qualche piccolo contatto, ma alla fine il risultato è quello di ostacolarsi a vicenda e infatti Briscoe li scavalca e li stacca.

Gragson alla fine sfrutta la vettura migliore e passa al comando sorpassando Bilicki a Canada Corner, ma poco più tardi sbaglia ancora curva5 e cede la prima posizione a Labbé. Tuttavia Allmendinger è ormai con Alex e al giro 22 lo scavalca. Si inizia già a parlare di cambio gomme, infatti dopo i 2’38” dei leader a inizio stage ora AJ gira in 2’32”; il primo ad approfittarne è Allgaier ma senza tempi intermedi o GPS ci accorge poco della differenza che sta facendo con le slick. Un giro più tardi a fermarsi è il solo Snider e due più tardi, proprio mentre Justin chiude il primo giro lanciato ed è 10″ più veloce di Allmendinger, è la volta di Gragson e Cindric.

Ai -4 Little si insabbia e non riesce ad uscire dalla via di fuga, in molti capiscono che non ne uscirà e quindi si tuffano in pit lane prima della caution che arriverà sicuramente (accadrà con molto ritardo); purtroppo per il trio Kaulig Allmendinger – Chastain – Haley la reazione al box è tardiva (infatti Labbé, Pardus e Briscoe si fermano) e quindi la caution li lascia davanti a tutti con serbatoi scarichi e gomme da bagnato ormai inutili. AJ vince la stage davanti ai citati Chastain ed Haley, con Bilicki e Lally che completano la top5, ma la loro gara è completamente affossata, infatti al break prima della fase finale dovranno fermarsi due volte distinte ai box contro l’unica degli avversari.

La classifica alla bandiera verde dei -13, con pista praticamente nelle condizioni di inizio gara, vede Grala al comando davanti ad Allgaier, Snider, Gragson, Briscoe e Cindric con Allmendinger 13° ed Haley 14°. Si riparte e Grala tiene a bada Allgaier per qualche curva poi deve farlo passare ma chi è veramente scatenata è la solita coppia Cindric-Allmendinger, con il primo che in un giro e una curva è già di nuovo in testa ed il secondo che viaggia su un altro ritmo e scavalca auto ad ogni curva o quasi. Mentre dietro succede un groviglio in curva5 con Labbé che tocca Snider e per fortuna nessuno viene centrato, AJ recupera forsennatamente, il regalo finale glielo fa Allgaier che sbaglia ai -8 e gli cede il secondo posto. Il problema per AJ è che è staccato di oltre 3″ da Cindric, tuttavia sembra in grado di recuperare molto. E invece Austin ha gestito le gomme al meglio e solo quando il rivale si è portato in seconda posizione ha iniziato a spingere veramente.

Purtroppo per Cindric ai -6, quando ha 3.9″ di margine, Heckert si ferma in una via di fuga e arriva la caution che ricompatta il gruppo. Quasi tutto il gruppo va in pit lane a cambiare gomme (le posizioni sono congelate) e solo Pardus, Sieg, Bilicki e Mike Wallace si giocano il tutto e per tutto. Con una ripartenza a soli 4 giri dalla fine e una classifica rimescolata è scontato che qualcuno pagherà caro la confusione generatasi. Qual qualcuno è Allgaier che in curva2 si gira sul muso di Grala e finisce violentemente a muro coinvolgendo anche Snider, Clements e J.Earnhardt. In quei pochi secondi di gara Cindric è riuscito a portarsi da quinto a terzo e per poco non era tornato in testa, ma è riuscito a mettere fra sé ed Allmendinger il compagno di marca Briscoe, anche se AJ è ancora pericoloso visto che riparte sul suo paraurti. Vista l’aggressività – mai però sopra il limite – di Allmendinger nei giri precedenti sembra scontata una sua vittoria con Cindric costretto ad alzare bandiera bianca.

Si riparte con due giri alla fine e Cindric alla prima curva è già in testa ma purtroppo per lui AJ, malgrado un contatto con un Briscoe molto aggressivo alle ripartenze, lo segue subito con circa tre lunghezze di ritardo. Ci si aspetta che Allmendinger lo vada a riprendere, ma Austin non sbaglia e mantiene quel distacco praticamente per tutte le ultime otto miglia; all’inizio dell’ultimo giro ha otto decimi di margine, sul traguardo saranno invece 1.3″. E diventa così l’11° vincitore diverso in 11 gare a Road America.

Cindric vince dunque la quarta gara stagionale (tutte nelle ultime cinque corse) e regala al Team Penske, di cui suo papà è presidente, la 200esima vittoria in Nascar; dietro ad Austin chiudono Allmendinger, Briscoe, Grala, Lally, Gragson, Chastain, Pardus, Sieg ed Annett; Haley è 11° dopo aver perso una minigonna nei contatti con Cindric, Brown 12° dopo aver recuperato il giro perso prima del via. In campionato la situazione rimane quasi invariata, con Cindric che guadagna 7 punti a Briscoe (ora è +11 in generale) ma soprattutto altri 5 playoff point; in coda Brown piazza forse il colpaccio definitivo visto che con i ritiri di Clements e Snider ora è a +53 sul taglio a 8 gare dai playoff.

I risultati odierni

La classifica della “Consumers Energy 400” (la corsa ha mantenuto il nome originale malgrado il cambio di lunghezza da 400 mi a 500 km per la modifica del format)

La classifica generale

Così il campionato a 4 gare dai playoff

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend ci sarà il debutto della Nascar sul Road Course di Daytona: sabato gara della Xfinity Series, domenica invece Truck e Cup Series.

Immagine: nascarmedia.com

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