Dopo due stage in difficoltà, Joey cambia inerzia alla gara e si difende dagli attacchi di Harvick negli ultimi 42 giri
Ormai sembra quasi una tradizione quella di sottovalutare Joey Logano, era successo nel 2018 (quando poi alla fine si laureò campione) e stava succedendo anche in questo 2020, dato che la #22 aveva vinto due delle prime quattro gare e poi dopo la pandemia erano emersi prepotentemente Harvick ed Hamlin, uniti a rotazione da Keselowski, Truex e nell’ultimo periodo soprattutto Elliott. E invece alla prima gara del “Round of 8” Joey ha piazzato subito il colpo vincente ribaltando la griglia playoff e rendendo le prossime due gare ancora più interessanti.
La gara
Dopo un sabato con temperature attorno ai 20 °C, alla domenica il Kansas Speedway si sveglia secondo le previsioni in pieno inverno, con il cielo coperto e temperature ben sotto i 10 °C. A due ore dal via soffia pure il vento ed il termometro registra 6 °C, aggiungendo il wind chill addirittura sono soli 1.5 °C, poi per fortuna al via le raffiche si fermano e la temperatura percepita risale a 5 °C.
Inizia il “Round of 8” e dunque anche l’algoritmo si adegua, con le prime quattro file dedicate ai piloti ancora in corsa per i playoff e il resto – ordinato secondo lo stesso metodo – a seguire. La gara del Kansas riprende da dove era finita la corsa sul Roval, dunque da Elliott e Logano in prima fila seguiti da Ku.Busch, Harvick, Truex, Bowman, Hamlin e Keselowski, tuttavia per Martin (così come per Davison, ma per James la perdita è notevolmente minore) scatta la penalità in griglia per aver fallito i controlli tecnici pre-gara per due volte e così anziché essere 5° al via è solo in penultima fila.
Come detto il clima è gelido e i piloti sono tutti intabarrati con giacconi, cuffie e guanti (non solo da gara) per combattere il freddo, tuttavia non si sente tanto la tensione del momento, infatti tutti sono ottimisti riguardo la gara, infatti le temperature basse regalano grip in abbondanza e per molti lo spettacolo sarà assicurato, però – almeno nella prima stage – si va anche oltre le aspettative.
Si parte dopo un giro d’onore concesso a Clint Bowyer, all’ultima gara in casa prima del ritiro, con Harvick che va subito all’attacco e il 3-wide con Logano e Kurt Busch permette ad Elliott di guadagnare qualche metro. Poi al secondo giro Hamlin si sostituisce a Kurt che passa in scia a Joey e gli fornisce la spinta che lo fa ritornare secondo. Chase però, per il pacchetto aerodinamico che predilige chi è in scia, non scappa e basta che dietro si organizzino un pochino e viene raggiunto di nuovo ma non sorpassato.
Le prime 7-8 posizioni sono incollate, Kurt ci riprova ma stavolta a salvare Logano ci pensa Harvick, dietro di loro arrivano in rimonta Blaney e Bowman mentre mancano all’appello solo Keselowski (10°) e Truex che rientra ora nella top20. La #4 è molto veloce e dopo aver essere andato leggermente loose in un primo tentativo, poi si porta secondo davanti a Joey. Pian piano l’asfalto si scalda (relativamente, visto che è a 10 °C) e gli animi si raffreddano e alla competition caution del giro 25 Elliott è al comando davanti a Harvick, Hamlin, Logano (che “ringrazia” il doppiato Davison), Blaney, Ku.Busch, Keselowski e Bowman con Truex 12°.
Per Chase sembra tutto a posto, invece ha problemi alla radio e le comunicazioni con il team sono difficoltose e a tratti, al punto che ci si chiede se non debba essere fermato dai commissari per questioni di sicurezza (con le conseguenti polemiche via social). Al primo giro di soste, in cui Byron cambia due gomme e va in testa, al box #9 ancora non intervengono ma si pensa alla causa del problema. Alla ripartenza dei -50 Byron regge un giro poi il tandem Elliott-Harvick va davanti, con Kevin che si libera di Chase e si porta in prima posizione; Hamlin invece è terzo davanti al trio Penske Logano-Blaney-Keselowski.
Le due gomme di Byron non pagano ed in fretta esce dalla top10 da cui sono assenti Truex, vittima di una ripartenza non esaltante, e anche Kurt Busch, il quale si è preso una penalità per eccesso di velocità in pit lane. Mentre Harvick allunga su Elliott e mette 1.2″ fra sé e Chase, si assiste alla prima crisi di un big: Logano ha una vettura sovrasterzante e inizia ad essere sorpassato da tutti i rivali per il titolo. Fra gli “intrusi” veloci invece si fa notare Blaney che scavalcando Hamlin si porta in terza posizione.
Ci si aspetta che Harvick abbia le redini in mano della stage, ma con il passare dei giri perde grip e Chase gli si avvicina sempre di più, al punto che ai -17 c’è il ricongiungimento ed il sorpasso. La luce si spegne per la #4 che in pochissimi giri viene passata da Keselowski (che perde l’attimo buono di slancio e che completa la manovra solo quando Harvick alza il piede dopo aver sfiorato il muro), Blaney ed Hamlin. Il più veloce in pista però è Brad che si riporta nei giri finali a ridosso di Elliott in un mare di vetture da doppiare. Il gioco dei sorpassi va a favore di Chase che dunque vince una prima stage senza momenti per prendere fiato davanti a Keselowski (+0.2″), Hamlin (+0.8″), Blaney (+0.8″, beffato per 14 millesimi da Denny), Jones (+1.6″), Bowman (+1.9″), Harvick (solo settimo seppur a 2″), Truex (ottavo a soli 2.5″), poi nono ma ad addirittura a 9″ c’è un Logano in difficoltà – relativa, ma paga punti da tutti – e che è riuscito a tenersi dietro il trenino di Ky.Busch, Reddick e Bell; Kurt Busch non guadagna terreno ed è solo 19°.
Il secondo giro di soste va a vantaggio di Hamlin che passa al comando davanti ad Elliott a cui danno degli auricolari nuovi da sostituire – in qualche modo – nell’abitacolo; la soluzione funziona, ma solo per pochi minuti, poi si ritorna alle difficoltà di comunicazione. A pagare in pit lane (e sarà la prima di due volte) è un altro potenziale protagonista, Reddick infatti deve fermarsi di nuovo per una ruota mal fissata. Si riparte e Ky.Busch, emerso nelle prime posizioni dopo la sosta, va 3-wide ma deve alzare il piede e perde terreno lasciando Hamlin ed Elliott a lottare, con Denny alla fine spinto in testa da Blaney che riesce a seguirlo.
Questi tre allungano leggermente sul gruppo separati fra di loro da pochi centimetri, dietro invece c’è la lotta fra Keselowski e Ku.Busch, tornato in alto grazie ad un’ottima ripartenza, mentre Logano, che aveva fatto la stessa cosa, inizia subito a cedere e finisce anche dietro ad Harvick – in rimonta – e Bowman. Il recupero della #4 è tale da sorpassare pure Elliott e mettersi in terza posizione, ma il gruppo è talmente compatto che ogni paio di giri a seconda di scie e doppiati le posizioni cambiano. A metà stage, poco prima del giro di soste, Hamlin ha Blaney ancora attaccato mentre Elliott è a 1.2″, Keselowski a 2.8″, Harvick cede come in precedenza ed è a 4.2″ con Ku.Busch, Bowman è 5.1″, Truex è 10° a 8.7″ dietro a Bell e Bowyer mentre Logano è 11° a 10″ dato che evidentemente gli aggiustamenti non sono stati utili alla sua vettura.
Ad aprire il giro di soste ai -38 sono Jones e Bowyer ed in fretta tutti li seguono, con il solito Keselowski, stavolta insieme a Ku.Busch e Truex, che tenta di andare lungo senza però esagerare nei rischi. I veri audaci – mentre il vento si alza di nuovo e la temperatura percepita torna vicina allo zero – si chiamano stavolta DiBenedetto, Newman, LaJoie e McDowell ed il loro tentativo va a a buon fine, infatti in curva4 Kenseth stringe a muro lo sfortunato Jones e arriva la prima vera caution della serata.
Mancano 15 giri alla fine della stage ed il gruppo si spacca: oltre ai citati quattro audaci si fermano ai box anche Elliott, Harvick e Logano mentre Hamlin, Blaney, Keselowski, Bowman, Ku.Busch e Truex tirano dritto e si portano al comando; la strategia della #9 viene sballata perché il crew chief vorrebbe che Elliott non si fermasse, ma a causa della radio malfunzionante Chase d’istinto fa l’opposto di Hamlin davanti a lui e si ferma ai box, cambiando per risparmiare tempo solo due gomme.
Si riparte ai -11 con sei auto che non sono passate ai box e devono resistere alla rimonte da dietro. Hamlin parte bene e rimane al comando, tuttavia si fanno notare subito Elliott ed Harvick. I due “litigano” troppo con Kurt Busch e perdono terreno e così, quando Kevin si libera di loro, Denny ha già preso le misure alla pista. Harvick si porta in seconda posizione ai -5 e la #11 è distante non più di una lunghezza. Kevin malgrado cerchi di sfoderare tutte le armi non riesce a passare scontrandosi contro il muro d’aria e le turbolenze, tuttavia non molla e viene battuto sul traguardo per soli 94 millesimi. Hamlin vince la seconda stage davanti ad Harvick, Blaney, Bowman, Elliott, Keselowski, DiBenedetto, Truex, Kurt Busch e Bowyer mentre Logano probabilmente gestisce le gomme ed è solo 14°.
La situazione di Joey in ottica playoff è già difficile, infatti ha guadagnato solo due punti finora, tanti quanti il penalizzato Kurt Busch e meno di tutti gli altri, a partire da Hamlin che ne ha portati a casa già 18. Urge dunque un cambio di passo veloce oppure un colpo di mano strategico. E puntualmente questo arriva, visto che al giro di soste Joey cambia solo due gomme (come un Almirola finora invisibile) e si porta davanti a tutti i rivali ma dietro a Kyle Busch che decide addirittura di non fermarsi.
La bandiera verde viene sventolata a 100 giri dalla fine e Rowdy dura in testa lo spazio di mezzo giro poi viene inghiottito dal gruppo guidato da Logano. Tuttavia anche Joey resiste davanti ben poco, soli due giri, poi arriva di slancio Harvick che ritorna così al comando della gara dopo che la #22 non è riuscita a bloccare la #4 in uscita di curva2. Dietro di loro all’inizio c’è Bowman, poi invece c’è lo scatto d’orgoglio di Ky.Busch che torna davanti ad Alex prima di cedere alla rimonta di Keselowski. Brad ancora una volta manca il primo sorpasso al compagno di squadra e così Harvick scappa via.
A poco meno di 90 giri dalla fine il primo vero colpo di scena: in curva4 Hamlin cerca di seguire Blaney dopo che entrambi hanno passato Ky.Busch ma finisce largo e si stampa contro il muro. Il contatto non è pesante, ma sufficiente per ammaccare i passaruota e farne finire uno contro lo pneumatico. Denny decide prudentemente di andare ai box perché sente già la gomma perdere pressione, ma facendo così perde quasi due giri sotto green.
Ai -80 Harvick è andato in fuga con 3.4″ su Keselowski, 4.3″ su Blaney, Logano e Ky.Busch (che reggono malgrado gli pneumatici usurati, anzi poco dopo Rowdy passa Joey) e oltre 5″ su Bowman, Ku.Busch e Truex mentre Elliott paga ancora una ripartenza complicata ed è 11°.
Pochi giri più tardi ed arriva il secondo colpo di scena: via radio arriva il “Losing power!” di Kurt Busch che inizia a rallentare e perde un secondo al giro, sia per il motore che va a singhiozzo, sia perché Kurt è impegnato a riferire via radio i numeri che legge sul cruscotto elettronico, ben più ricco di informazioni rispetto a pochi anni fa. A terminare dopo un paio di giri la sofferenza della #1 e del suo pilota impegnato a dire cifre a oltre 170 mi/h ci pensa il propulsore che cede definitivamente in una nuvola di fumo. La caution premia con il lucky dog Jones mentre Hamlin decide di ricorrere alla wave around visto che arriva un nuovo giro di soste.
Mancano 67 giri alla fine quando la pit lane si apre e tutti vanno ai box a fare il pieno e mettere su un set di gomme nuove, Harvick non ha problemi ed esce davanti a Kyle Busch, Blaney e Logano che recupera ancora dopo che in pista era finito anche dietro a Bowman, limitando i danni comunque rispetto alle prime stage. Tutti si chiedono se questa possa essere l’ultima sosta ma dal box di Harvick una voce gela tutti: la #4 è a corto di cinque giri, dunque per tutti si prospetta uno splash&go.
Si riparte ai -62 e ancora una volta Kyle Busch viene inghiottito dal gruppo guidato da Harvick il quale viene inseguito ora da Logano e Blaney, passato al pelo dal compagno di squadra, con Keselowski che riforma il trenino Penske. Dopo un inizio di gara promettente la #12 si spegne progressivamente e Brad si porta in terza posizione mentre Bowman completa la top5. A salvare gli strateghi e soprattutto Hamlin, destinato di lì a poco ad una sosta dopo la wave around, ci pensa Reddick che completa la giornata storta con una foratura in curva3 a cui decide di rimediare appoggiandosi al muro strisciando fino all’uscita di curva4 per minimizzare i danni.
Nessuno decide di rischiare e la pit lane si apre per tutti che cambiano quattro gomme e fanno il pieno. La sosta di Harvick dura appena tre decimi in più di quella di Logano ma tanto basta per il sorpasso che a posteriori si rivelerà decisivo per l’esito finale. Si riparte ai -42 e Blaney spinge Joey al comando e riesce a mettersi davanti ad Harvick; nel gruppo invece Preece e Johnson baciano il muro e devono alzare il piede. Poco più tardi sorte analoga per il beniamino di casa Bowyer.
Basta poco ad Harvick per capire che non deve perdere tempo prezioso e grazie ad un side draft molto deciso sorpassa Blaney riportandosi in seconda posizione dietro a Logano dal quale è distante due lunghezze. Mancano 40 giri alla fine e da qui alla fine praticamente esistono solo la #22 e la #4, il resto del gruppo diventa rumore di sottofondo anche se sono sempre a pochissimi secondi di distanza.
Il duello fra Logano e Harvick in realtà è un poker, dato che entrambi devono lottare anche con doppiati e aerodinamica e lo si capisce ben presto. Kevin infatti spesso riesce a lanciarsi in uscita di curva e a mettersi in scia a Joey per guadagnare gli ultimi metri per l’attacco, tuttavia quando si avvicina il maxi spoiler della #22 crea un buco d’aria talmente grande che si forma l’effetto tandem e così Harvick anziché rallentare Logano involontariamente lo fa accelerare. E così il Kansas si trasforma in Talladega, con gli spotter che comunicano come se fossero sugli superspeedway, con i due che praticamente non devono frenare mai e che sono costretti a fare blocchi decisi per mantenere la posizione, temendo di trovare poi i doppiati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ogni cinque giri la scena è la stessa: Harvick si lancia dall’esterno di curva4 e prende la scia ma non riesce a passare in curva1, allora Logano tiene l’interno per non dare la scia al rivale, poi quando Harvick – che ha una vettura di base più veloce – si fa molto più vicino, blocca l’avversario (senza irregolarità) chiudendo la traiettoria mandandolo nelle turbolenze, Harvick deve alzare il piede e si stacca, ma il buco creato dal maxi spoiler della #22 gli permette di non perdere la scia, anzi trova un risucchio tale da potersi rilanciare e così si ritorna all’inizio del paragrafo. Questo ogni cinque giri circa, dunque la dinamica si ripete nell’ultimo stint almeno 5-6 volte.
Dietro di loro a circa mezzo secondo all’inizio c’è Keselowski, poi Brad viene scavalcato da Bowman che ai -5 è addirittura più vicino ad Harvick di quanto Kevin non lo sia a Joey, tuttavia l’attacco non arriva perché la #4 tenta l’assalto finale alla #22. E’ il quinto anniversario del grande duello su questa stessa pista fra Kenseth e Logano, con Matt che bloccò in ogni maniera possibile Joey fin quando quest’ultimo si stufò di essere stato chiuso praticamente a muro e ai -7 mandò in testacoda Kenseth. Ora invece il duello sembra simile ma a ruoli invertiti. Tuttavia l’aria respinge Harvick che nemmeno riesce ad arrivare – nel caso volesse attaccare più decisamente – sul paraurti della #22, nemmeno per un disperato slide job all’ultimo giro.
Logano vince così la terza gara stagionale, la prima in oltre sette mesi, e vola direttamente al gran finale di Phoenix concludendo davanti ad Harvick e Bowman (a 3 e 6 decimi), Keselowski (alla fine staccato di 3″), Ky.Busch, Elliott, Blaney, Byron, Truex e Bell. Hamlin nell’ultimo stint recupera fino alla 15esima posizione, Kurt Busch invece è 38° e porta a casa solo un punto (oltre ai due della prima stage).
Per quest’ultimo la situazione è già definita, dovrà vincere in Texas o a Martinsville, mentre Truex e Bowman sono staccati dalla linea rossa. Anche per Elliott la situazione diventa pressante perché la questione Phoenix al momento sarebbe un duello fra lui e Brad dato che la #22 gli è balzata davanti pur avendo meno punti. Hamlin invece ha bruciato metà del suo tesoretto mentre Harvick (che chiude la questione aerodinamica con un “He’s a good blocker”) può ancora dormire sogni tranquilli, visto il +21 su Denny che lo mantiene per ora al sicuro anche in caso di mancata vittoria.
Per Logano infine si conferma così la cabala che lo vede alla Final 4 sempre e solo negli anni pari. Due anni fa Joey vinse la famosa gara di Martinsville in un altro duello mozzafiato, allora con Truex, che aprì il “Round of 8” e che lo mandò dritto al gran finale di Miami. Anche in questa occasione è successo questo e allora Logano si portò a casa anche il trofeo più ambito, stavolta non si andrà a Homestead bensì a Phoenix. Dove in primavera vinse un certo Joey Logano.
I risultati odierni
La classifica della “Hollywood Casino 400”
La classifica generale
Così la griglia playoff dopo la prima gara del “Round of 8”
I prossimi appuntamenti
Nel prossimo weekend la Nascar si trasferisce in Texas per la tappa centrale del “Round of 8”. Sabato di scena sarà la Xfinity Series mentre domenica sarà la volta di Truck e Cup Series.
Immagine: nascarmedia.com
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