NASCAR | Logano ritorna alla vittoria a Talladega!

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
30 Aprile 2018 - 09:30
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L’orribile 2017 è ormai alle spalle. Quella vittoria irregolare ottenuta a Richmond e che gli mandò a rotoli la stagione era un brutto ricordo quasi dimenticato. Già, ma nonostante i buoni piazzamenti ottenuti (otto top10 in nove gare) l’agognata vittoria non era ancora arrivata per Logano. E allora non c’è terreno di caccia migliore di Talladega, su cui Joey aveva già ottenuto molte soddisfazioni, per puntare al bottino grosso. Così è stato: gara dominata per la Ford #22 del Team Penske e ancora una volta le quotazioni che lo vedono come nuovo re degli superspeedway si alzano, e succede proprio nel giorno in cui il grande Dale Earnhardt avrebbe compiuto 67 anni.

La gara

La gara vera inizia nella seconda sessione di libere, quando Jamie McMurray in scia chiude un giro a 203.975 mi/h – uno dei più veloci del terzo millennio se non il più veloce – e poi cinque minuti dopo fora una gomma e finisce contro la recinzione terminando la sua corsa dopo numerosi cappottamenti. Poco dopo la Nascar annuncia che, per ridurre le velocità, il diametro dei quattro fori della restrictor plate (che già riduce l’afflusso d’aria al motore sugli superspeedway da 30 anni a questa parte) passa da 7/8″ a 55/64″. Una riduzione minima (diametro ridotto di 0.4 mm) ma sufficiente a togliere ulteriori 12-15 CV ai V8.

Dalla pole parte Kevin Harvick davanti a Kurt Busch. Appena si apre la finestra per la prima sosta – in modo di arrivare col pieno alla fine della stage – tutti i piloti Ford ne approfittano e al giro successivo seguono le Toyota. Le Chevy, con Bowman in testa, invece seguono la strategia opposta, ovvero finire il pieno e poi fermarsi ai box, ma non pagherà come tattica. Una volta che tutti hanno effettuato la propria sosta a passare in testa è Keselowski, dato che Harvick ha avuto una sosta più lenta mentre Kurt Busch è stato pizzicato per eccesso di velocità. Brad vince così una tranquilla prima stage su Logano, Truex, Kyle Busch e Menard.

Alla ripartenza Byron ci prova ad andare in testa ma al suo fianco si forma il temibile trenino Penske-Wood Brothers formato da Keselowski, Logano, Menard e Blaney e la Ford #2 ritorna in testa; dopo pochi giri però si ripete la strategia precedente e in tre giri consecutivi Ford, Toyota e Chevy si fermano ai box. L’unico che azzarda una tattica diversa, dato che nelle prime fasi di gara era stato doppiato, è Matt DiBenedetto, il quale così passa in testa. E la fortuna aiuta gli audaci, dato che al giro 72 c’è il primo incidente: Jones tocca leggermente la corsia interna, perde leggermente il controllo della sua Toyota ed è costretto ad allargarsi ma al suo fianco c’è McMurray. Nell’incidente vengono coinvolti anche Truex, Larson ma soprattutto Bayne, il quale perde una delle ultime chance per far cambiare idea al suo team riguardo al suo futuro.

Dopo un altro giro di soste, con grande protagonista un meccanico del team di Truex che ripara la #78 armato di sega circolare, a prendere la testa della gara è Logano seguito da Menard. Il gioco comincia a farsi duro e i rischi aumentano. Logano prova a difendersi da Hamlin ma il blocco arriva in ritardo; per fortuna il contatto è lieve e i due proseguono con la #11 che passa al comando. Il rimescolamento è continuo e poco dopo il trenino Ford si riforma ma a sorpresa è Menard la locomotiva. Dopo un gran bel rischio in curva 3, Paul passa in prima posizione e vince la stage davanti a Logano, Blaney, Harvick e Stenhouse.

All’inizio della stage finale a stupire è sempre Byron, di nuovo in testa, ma trascorre qualche giro e i veterani tornano davanti, in questo caso con Kurt Busch. Nel mezzo di paio di caution interlocutorie (detriti in pista e Timmy Hill che rompe il motore) e la leadership che passa da Busch a Stenhouse, poi a Logano, ma anche a Keselowski e Suarez, a 42 giri dalla fine Joey torna in testa. Nessuno gli metterà più il muso davanti.

A 22 giri dalla fine il big one: come già successo negli ultimi anni a Daytona, Johnson perde il controllo della vettura in curva 4, forse con la complicità di Byron che gli toglie l’aria dallo spoiler. Le vittime principali sono lo stesso Byron, Menard, Keselowski e Austin Dillon. Anche Blaney è stato coinvolto, dunque, alla ripartenza a 17 giri dalla fine, del trenino citato in precedenza è rimasto solo Logano il quale, quindi, non ha più alleati diretti ma solo i compagni di marca, ma compagni di squadra fra di loro, Harvick e Kurt Busch.

Alla ripartenza le posizioni non cambiano e in fretta i primi 15 si allineano in fila indiana e inizia la partita a scacchi di chi oserà uscire dalla scia per primo. Almirola, dai margini della top10, ci prova ai -6, ma non sembra trovare alleati validi, primo fra tutti Chase Elliott. Pian piano Almirola guadagna e Stenhouse, dalla quarta posizione, decide di portare il primo attacco serio a due giri dalla fine. Nella lotta convulsa Kurt Busch sorpassa Harvick e anche Elliott ne approfitta per mettersi dietro Stenhouse, ma davanti Joey non deve faticare più di molto, dato che sul suo paraurti non si presentano mai due vetture da bloccare contemporaneamente ma solo una. L’ultimo giro non vede grandi cambiamenti e così Logano torna in victory lane a un anno e una settimana (così come aveva fatto Kyle Busch nel 2017) dall’ultimo successo, quello di Richmond ottenuto però con una vettura irregolare e che gli costò i playoff. 

In attesa dei controlli approfonditi al R&D Center – non si sa mai – Logano stacca un biglietto per i playoff dominando la gara chiudendo con 70 giri in testa su 188 e 18 punti nelle stage. Alle sue spalle chiudono Kurt Busch, Elliott, Harvick e Stenhouse. Nella top10 anche Ragan, Almirola, Bowman, Newman e Suarez.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series prima vittoria a sorpresa in carriera di Spencer Gallagher. Per il pilota che corre nel team di famiglia che ha deciso il salto di categoria proprio per Spencer, è una prova di maturità che conferma i notevoli miglioramenti di questa stagione dopo i troppi errori di gioventù delle scorse stagioni. 

Dalla pole parte Daniel Hemric e al suo fianco c’è proprio Gallagher che beneficia della partenza dal fondo di Sadler, penalizzato per il cambio del motore. La prima stage è molto tranquilla e Hemric la comanda dall’inizio alla fine. Dietro a lui concludono Allgaier, Ryan Truex, Brandon Jones e Nemechek. Al pit stop errore fatale per Truex che, troppo veloce in pit lane, viene retrocesso in fondo al gruppo. Pochi giri dopo, il big one lo eliminerà dalla corsa con Majeski e Lupton.

Alla ripartenza Sadler passa Hemric ed è incredibilmente in testa alla gara e va a vincere la stage davanti a Reed Gallagher, Annett e Tifft. Dopo pochi giri nella stage finale Cindric va in testacoda; Allgaier è l’unico dei big che va ai box e Cindric – senza danni – si ferma più volte a rabboccare. Altra ripartenza e Sadler è sempre in testa, ma pochi giri dopo tutti si devono fermare ai box. Tutti tranne la #7 e la #22.

Cindric (2°) non riesce a tenere la scia di Allgaier e così il suo distacco da 1.5″ passa addirittura a 25″. Il primo degli altri è invece Reddick a 37″, fino a quando, a sette giri dalla fine, Hemric fora e arriva la caution. Contro ogni logica Allgaier non si ferma ai box e così rimane a secco durante la caution, Cindric invece ci spera, ma rimane a secco anche lui alla ripartenza dell’overtime. Reddick e Bell si presentano così in prima fila a due giri dalla fine, ma Gallagher li batte entrambi e va a vincere davanti a Jones, Allgaier, Gragson e Sadler, che mantiene la testa della generale.

I risultati odierni

La classifica della “GEICO 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 10 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar fa tappa a Dover, dove saranno di scena tutte e tre le categorie. I Truck correranno dopo un mese di pausa venerdì notte, la Xfinity sabato e la Cup Series domenica sera.

Immagine: GettyImages per nascar.com

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