NASCAR | Logano conquista Darlington fra le polemiche

NASCAR
Tempo di lettura: 24 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
10 Maggio 2022 - 08:30
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Joey Logano conquista sì il primo successo stagionale (il secondo dopo il Busch Clash) in un weekend quasi dominato, ma la manovra con cui si prende la vittoria al penultimo giro ai danni di Byron è molto probabilmente oltre il limite. Gara selettiva con molti big ko


Per molti è stata un’altra scorrettezza da parte di Logano, per pochi una giusta resa dei conti dopo un contatto precedente, difficile restare nel mezzo. Comunque la si veda Joey Logano ha messo il suo sigillo anche su questa stagione tornando in una victory lane che conta anche per il campionato (dunque Busch Clash escluso) dopo un digiuno durato più di un anno, uno dei più lunghi della sua carriera. Il pilota del Team Penske ha dominato il weekend prendendosi anche una inattesa pole dopo il disastro di Dover. Byron mastica amaro dopo essere stato spedito a muro ad un giro e mezzo alla fine, ora toccherà a lui rispondere a Logano nelle prossime settimane.

La gara

Nel caldo umido del sabato di Darlington la Cup Series svolge le consuete libere e qualifiche su due gruppi. E fin da subito ci sono i colpi di scena: Harvick fora la posteriore sinistra e dopo aver rallentato si ferma per precauzione sul rettilineo ma ormai il danno al diffusore è fatto e Kevin salterà le qualifiche. Nel Gruppo B va ben peggio ad Elliott a cui capita la stessa sorte (anche se il sospetto di un danno precedente alla sospensione c’è) e Chase finisce a muro; per lui si deve ricorrere al muletto. Anche LaJoie e Keselowski finiscono in testacoda ma senza danni mentre Austin Cindric è il più veloce.

Si va dunque in qualifica dove ci sono altri colpi di scena: McLeod non fa il suo giro (e ne aveva fatto solo uno nelle libere) per un problema tecnico, poi Hamlin sembra avere un guaio al cambio o al motore quando chiude il giro veloce non tanto velocemente, poi però si scopre che in realtà il diffusore si stava staccando dalla vettura.

Dal Gruppo A avanzano Kyle Busch, Bell, Byron, Chastain e Reddick, dal Gruppo B Larson, Truex, Logano, Blaney e Kurt Busch e tutti sono curiosi di vedere se anche in questa occasione, a causa del maggiore raffreddamento di gomme e motore, i piloti scesi in pista per primi saranno i favoriti. Non succede questo e a sovvertire il pronostico ci pensa Joey Logano che conquista la prima pole position stagionale (28.805″) davanti a Larson, Bell, Truex, Kyle e Kurt Busch, Blaney, Chastain, Byron e Reddick.

La domenica a Darlington è meno nuvolosa ma più fredda con temperature sotto i 20 °C. Anche il clima generale è più freddo, ormai l’esperienza del NASCAR Throwback (iniziata nel 2015) ha perso slancio ed ha esaurito le idee buone per le livree e gli omaggi, al punto che gran parte dei paint scheme o non sono speciali (vedasi il RCR), oppure sono sempre i soliti (vedasi il classico omaggio della #43 a Richard Petty), oppure poco legati alla NASCAR stessa (come Logano ed Almirola che onorano la loro prima vettura in carriera o quella del nonno). Inoltre la contemporaneità con il fascinoso GP di Miami non ispira molto ottimismo dal punto di vista dei futuri dati d’ascolto.

La domenica mattina ci sono poche sorprese. A partire dal fondo sono i citati McLeod, Harvick, Hamlin ed Elliott, tuttavia la buona notizia per loro è che la Goodyear ha fissato una – giusta in questo caso – competition caution al giro 30. Sono proprio le gomme a dettare il passo nella strategia, infatti i team hanno a disposizione 11 set di gomme, 10 nuovi e uno ereditato dalle libere.

Alla bandiera verde Logano sceglie l’interno e, malgrado un’intera gara della Xfinity Series trascorsa in cabina di commento ad osservare bene tutto, sbaglia la scelta e dopo un giro di lotta dall’esterno Larson lo scavalca. Con il passare dei primi giri, tuttavia, si capisce che anche con una decisione azzeccata Joey sarebbe rimasto primo per poco, infatti la #5 allunga decisamente subito.

La sua fuga però viene blocca sul nascere dopo appena tre giri e mezzo: in curva2 LaJoie tocca leggermente Hamlin sulla posteriore sinistra, i due alzano il piede così come Keselowski dietro di loro e che viene mandato in testacoda con un piccolo contatto da Elliott, Brad si gira e si appoggia appena al muro interno. Il miracolo di Brad è quello di riuscire a tornare ai box con tutte e quattro le gomme forate perdendo solo un giro.

Si riparte con 23 giri da disputare prima della competition caution (che non viene spostata) e Larson, che ovviamente sceglie l’esterno, rimane al comando anche se non facilmente. A seguire lui e Logano ci sono Truex, Bell e Kurt Busch. Chi perde posizioni è invece Jones prima tocca l’apron, poi finisce in mezzo ad un 3-wide e deve alzare il piede, si fa notare invece Reddick che entra nella top10.

Mentre Larson torna in fuga, gli occhi di tutti sono sul trio composto da Hamlin, Elliott ed Harvick che ha iniziato la sua rimonta. Denny guida la truppa anche con mosse decise insieme a Chase, Kevin invece fa manovre più accorte, spesso anche avvantaggiato dagli avversari della #11 e della #9 che preferiscono alzare il piede di fronte ad un duo così combattivo.

Dopo 15 giri arrivano i primi team radio dai piloti e la maggioranza del gruppo dice che ha sottosterzo, Larson aggiunge però anche che tocca col fondo l’asfalto in curva2 là dove è stato rifatto parzialmente lo strato di usura della pavimentazione qualche anno fa. Involontariamente Kyle fa da veggente a ben due situazioni che si verificheranno in seguito, la prima legata anche a quanto successo sette giorni fa a Dover. Ma è ancora presto per capire tutto.

In vetta la prima piccola sorpresa è il fatto che Truex non sia vicino a Logano, bensì Bell sia incollato al suo paraurti; poco più indietro Chastain supera Kyle Busch ed è sesto, Reddick fa lo stesso con Almirola ed è nono. Chi rischia nel finale di questa “mini stage” è però Keselowski dato che McLeod ha un ritmo abbastanza lento da rischiare pure lui il doppiaggio.

Gli ultimi atti prima del break sono il sorpasso di Chastain su Kurt Busch per un posto nella top5 e Larson che perde in un sol colpo 0.7″ in un giro e anche solo guardando il live timing si capisce il motivo: McLeod è stato doppiato ed ha rubato il lucky dog a Keselowski. Alla competition caution Kyle precede di 2″ Logano, di 3″ Truex, Bell e Chastain, di 4″ Kurt e Kyle (che ha toccato leggermente il muro) Busch, di 5.5″ Blaney, di 6″ Reddick, di 7″ Almirola e Wallace.

Ovviamente tutti vanno ai box per buttare via il primo set di gomme praticamente esaurito per montarne uno nuovo. Logano esce davanti a tutti dalla pit lane (giornata quasi perfetta per la sua pit crew) mentre dietro iniziano già i soliti guai. Mentre Elliott è costretto a tornare in fondo per la posteriore sinistra mal fissata, ben peggio va a Kurt Busch ed i suoi meccanici. La pit crew capisce subito che la #45 rischia di perdere la ruota e pur di evitare la squalifica di quattro gare quasi saltano sulla vettura per fermare Kurt, riuscendoci tra l’altro appena in tempo.

Si riparte con 55 giri da disputare nella prima stage e Logano stavolta sceglie l’esterno rimanendo al comando su Larson che però deve soffrire in quanto il suo scatto non è stato eccezionale e quindi Truex lo ha attaccato alla sua sinistra e Kyle Busch lo ha affiancato a destra, tuttavia il campione in carica dimostra di esserlo con merito tenendo giù il piede nel mezzo di un 3-wide. Chi invece paga in una situazione simile è Reddick nei confronti di Blaney e Bell.

La fuga di Logano dura ben poco però, infatti in appena cinque giri viene ripreso da Larson e quindi Joey decide di coprire l’esterno per togliere la traiettoria migliore al rivale. La difesa permette a Kyle Busch di riagganciare la coppia di testa staccando Truex, Chastain (di nuovo loro due vicini dopo Dover e anche dopo che le lamentele – per molti quasi insopportabili – di Martin sono durate fino a venerdì), Blaney, Bell e Byron mentre Almirola è precipitato dopo una sosta lenta. Nella top15 è entrato Hamlin e nella rimonta stavolta si porta dietro Suárez.

Ai -45 Larson prova l’attacco a Logano ma questo non va a buon fine, il pilota della #5 deve alzare il piede in curva2 e Kyle Busch ne approfitta subito. Yeley in coda paga invece caro un contatto col muro e JJ va ai box per le riparazioni. Una gara pulita da qui in fondo gli permetterà di agguantare una buona 23esima posizione staccato di cinque giri. A seguirlo ai box poco dopo per una foratura è Austin Dillon. La selezione di Darlington è appena iniziata.

Il più veloce in questa fare è Chastain che non solo approfitta di un momento di calo di Truex, ma una volta liberatosi di Martin riaggancia il trio di testa; bene anche Wallace che rientra nella top10 sorpassando Jones e Reddick. Il passo nel frattempo è aumentato già di 1.2-1.5″ in nemmeno 25 giri e già si pensa ad un altro giro di soste, che però non sarà sotto green.

Al giro 56, infatti, Larson ripete quanto fatto a Dover e, dopo aver attaccato Kyle Busch in curva1 con Rowdy che aveva anche sfiorato il muro, in curva4 finisce in testacoda mentre è all’interno della #18. Keselowski ringrazia con il lucky dog mentre Austin Dillon rischia subito con una wave around.

Dal giro di soste, che comunque mantiene i crew chief in media con i set di pneumatici a disposizione, Logano esce ancora al comando ma la notizia più preoccupante per lui ed altri è che Hamlin è ottavo ed ha quindi completato la rimonta dal fondo. Blaney viene invece ancora “sabotato” dalla pit crew ed esce dalla top20.

La green sventola ai -31 e Logano per poco non rimane primo, poi però quasi perde il controllo in curva2 e dunque Kyle Busch prima lo affianca per quasi un giro e poi lo sorpassa. Joey sembra vicino ad un colpo da ko visto che Chastain gli è incollato malgrado abbia toccato il muro nella stessa curva, e invece Logano resiste e rimane secondo.

Ben presto si capisce che il più veloce in questa fase è però ancora Logano (se si esclude Larson in rimonta) e così Kyle Busch non fugge e viene ripreso ai -10. Joey lo attacca in curva1 e passa in 2, Chastain lo segue in 3 e completa la manovra in 4, quindi Rowdy perde due posizioni in un giro a causa del sovrasterzo. Mentre Buescher in una livrea che omaggia Kenseth (neo Hall of Famer) bacia il muro mentre lotta con Bowman, davanti Chastain non molla Logano, ma non riuscirà ad attaccarlo, cosa che fa invece con successo Bell nei confronti della #18.

Logano vince dunque la prima stage davanti a Chastain (+0.4″), Bell (+4.9″), Kyle Busch (+6.7″), Truex (+6.8″), Byron (+7.4″), Hamlin (+7.5″), Jones (+8.2″, con Erik che tocca il muro dopo il tuffo di Denny all’ultimo giro), Reddick (+9.2″) e Wallace (+9.6″); Larson è 13° dietro a Suárez e Cindric, Harvick 14°, Elliott 15°, Blaney 17°, Almirola 19°, Kurt Busch 22°, 34 le auto a pieni giri (più il lucky dog McLeod, doppiato rimane solo Yeley a -2) e fra di esse c’è quella di Austin Dillon che con gomme usurate ha resistito benissimo.

Ai box la sostanza cambia poco, Logano resta primo davanti a Kyle Busch che torna secondo, Hamlin è sesto dietro a Chastain, Truex e Byron, Larson 11° e Blaney 15°; Austin Dillon (speeding) e Cassill (ruota fuori controllo) si prendono una penalità. Si riparte e Logano scatta bene e va in fuga perché in curva2 Chastain finisce di traverso e per poco non scatena un big one (ma anche qui sarà solo una previsione che poi si realizzerà anche se in due fasi diverse). Nonostante tutto questo Ross rimane secondo.

Poco più dietro Byron ci prova su Truex ma finisce per essere passato da Jones e qualche metro più in là Larson è tornato nella top10 pronto a lottare di nuovo per la vittoria. E invece Kyle rimbalza dato che Reddick lo scavalca per qualche giro. Chi entra in crisi in questa fase è però Cindric che, ad un passo dalla top10, bacia il muro e perde la posizione dai rimontanti Blaney, Harvick ed Elliott e poi molti altri.

I colpi di scena però sono solo all’inizio: mentre Chastain si avvicina a Logano, Larson comincia a riportare dei problemi al motore che in un paio di giri diventano una sosta ai box col cofano alzato, un tentativo di sostituzione della batteria, un viaggio nel garage ed il ritiro, il quarto del 2022 in appena 11 gare, una media da zona retrocessione, altro che da playoff. E Kyle inizia già a benedire la vittoria ottenuta a Fontana.

Come in precedenza, quando Logano sembra destinato a crollare, ecco che Joey a sorpresa (il long run non è stato mai il suo forte negli ultimi anni) reagisce e tiene Chastain a distanza. Intanto sono passati 30 giri e si pensa ad un possibile giro di soste. Cindric lo inaugura per i problemi citati, ma nessuno lo segue immediatamente, anche perché Austin perde due giri e deve forzare subito con gomme fresche per tornare a -1 e non rischiare in caso di caution.

I giri passano, ormai si è ai -55 e si comincia a pensare che i big tireranno dritto ancora per una decina di giri per fare solo una sosta nella stage anziché due, poi però in piena “zona limbo” fra le due strategie Reddick va ai box ed in poco tempo lo seguono anche Blaney ed Haley; Hamlin è il primo big a pittare seguito da Wallace.

In testa, intanto, poco inquadrata è appena avvenuta la prima svolta della gara: Chastain sbaglia il momento del doppiaggio di Ware e viene scavalcato però non da Kyle Busch bensì da Truex che aveva superato il compagno di squadra poco prima. Martin subito dopo questa manovra va ai box e piazza l’undercut potenzialmente decisivo. Infatti a Logano basta un giro in più in pista per uscire dalla pit lane 2″ dietro alla #19 nuova leader virtuale.

Kyle Busch aspetta forse troppo così come Harvick che pitta praticamente per ultimo insieme a Custer, Gilliland, Cassill e LaJoie che vanno in caccia di una caution. E così, quando si completa il giro di soste ai -45, Truex è effettivamente al comando con 0.6″ su Reddick (sosta due giri prima di Martin), 2.2″ su Logano e Chastain, 3.3″ su Hamlin, 5″ su Kyle Busch e Wallace, 7″ su Byron, tutti gli altri ad oltre 10″.

La gara svolta non solo per questo, ma anche perché Logano per la prima volta senza pista libera paga dazio e viene superato anche da Chastain passando così in pochi giri da primo a quarto. Metà gara è andata così in archivio e per questa settimana non ci sarà un posticipo al lunedì.

Truex davanti non ha problemi, sfrutta le gomme leggermente più fresche per tenere a distanza un coriaceo Reddick mentre Chastain non riesce a recuperare pur staccando la coppia formata da Logano ed Hamlin. È in questo momento che Cindric, rientrato nella top15, inizia già il secondo giro di soste mentre LaJoie finisce a muro (a suo dire dopo aver preso un detrito) ed è costretto al ritiro ma non arriva la caution. A seguirlo poco dopo nello stesso destino, anche se in curva4 e non in 2, è Hemric. La selezione prosegue.

La sosta di Reddick già poneva grossi dubbi sul suo tentativo di andare in fondo alla stage, poi una vibrazione mette in soffitta questi piani e dunque ai -27 Tyler deve pittare cedendo la posizione nella top10 a favore di Elliott che precede Kurt Busch e Suárez. Poco più tardi, esattamente come successo in precedenza con Martin protagonista attivo, stavolta Truex paga nell’ombra, non riesce a doppiare Austin Dillon e così prima Chastain lo aggancia e poi lo sorpassa in curva2.

Pochi secondi più tardi un nuovo colpo di scena: il solito – ahimè – Keselowski finisce a muro in curva2, rimbalza in pista, Kyle Busch non riesce ad evitarlo e lo centra. Entrambi i grandi amici – eufemismo – sono costretti al ritiro con Rowdy che, memore della sua recente entrata garibaldina ai box proprio qui a Darlington, molla la vettura in pit lane all’ingresso del garage dicendo poi che “non girava più”.

Ovviamente la corsia dei box si apre in ritardo perché bisogna spostare la #18, poi però il dilemma della strategia “nel limbo” fra uno e due pit si risolve con un giro di soste di gruppo in cui Chastain rimane al comando davanti a Truex, Hamlin, Logano e Byron. Protagoniste ovviamente anche tante wave around (fra di essi Reddick ma non Cindric) che riportato 26 auto a pieni giri; Ty Dillon, invece, a causa della pit crew si prende una penalità.

La bandiera verde sventola ai -11 e Chastain scatta bene rimanendo al comando su un coriaceo Truex; dietro di loro Logano scavalca Hamlin in curva4 ed è terzo con Byron che completa la top5 con Elliott che invece viene respinto da Jones. Mentre in coda Ware dice di essere stato mandato a muro da qualcuno, Suárez entra nella top10 passando Kurt Busch, Blaney supera Harvick ed Elliott scavalca Almirola che si era ripreso.

Un Chastain in forma anche a Darlington vince dunque la seconda stage davanti a Truex, Logano, Hamlin, Byron, Jones, Bell, Elliott, Almirola e Suárez; Blaney è 12° dietro a Stenhouse, Wallace è 15°, Harvick 16°, Austin Dillon 17°, un impalpabile Bowman 18°, Reddick 21°, Haley è il lucky dog beffando Cindric e qui la gara di Justin svolta.

Dopo che viene spento l’incendio sotto la #78 di McLeod (anche lui ritirato) tutti tornano ai box perché hanno ancora quattro set di gomme da giocarsi negli ultimi 100 giri. E la classifica cambia totalmente dato che Hamlin passa al comando su Chastain, Logano, Byron, Almirola, Truex, Suárez, Jones, Bell ed Elliott. Ora da capire c’è se ci saranno una o due soste fino alla bandiera a scacchi in uno scenario che ricorda quello di Richmond.

Pronti via e ai -99 la cambia vive un altro colpo di scena: mentre all’esterno Logano spinge bene Hamlin, all’interno Chastain cerca di resistere al fianco di Denny, ma l’avvallamento in curva2 tradisce Ross che finisce contro il muro esterno e la #1 in livrea Dale Jr. a Suzuka 1998 (mentre Suárez è un improbabile Dale Sr. che però ora è sesto) deve ritirarsi. Cindric ringrazia e torna a pieni giri lasciando praticamente solo Yeley dietro di lui.

Nuova ripartenza ai -94 con una classifica quasi invariata, solo che stavolta le file sono sfalsate rispetto allo green precedente. Logano stavolta è interno ma approfitta di un Hamlin che parte al rallentatore per tornare al comando già in curva1; Byron rimane terzo dopo che Suárez aveva tentato un attacco su di lui e di Truex ma che poi vale a Daniel un posto nella top5.

I giri persi dietro la caution fanno propendere ora la strategia verso la sosta unica, ma è ancora tutto aperto. Intanto dietro si lotta: Elliott passa Jones che poi nella battaglia con Harvick bacia il muro, anche Austin Dillon e Briscoe toccano le barriere. In vetta intanto nasce una fuga a tre con Suárez che per qualche giro punta Truex.

Chi però è scatenato è Hamlin che ai -84 riprende e passa Logano; il sorpasso raggruppa un po’ tutte le prime posizioni con le vetture separate da 4-5 lunghezze. L’unico che perde in questa fase è Almirola, superato da Bell ed Elliott. Ma appena i leader si rimettono in fila, la fuga a tre riprende forza. Così come successo in precedenza, Logano va ad un passo dal ko quando viene attaccato da Byron, ma Joey reagisce e rimane secondo.

Ai -75 Hamlin ha 0.4″ su Logano, 0.9″ su Byron, 1.4″ su Truex, 2.2″ su Suárez, 2.4″ su Bell, 2.8″ su Elliott, 3.7″ su Almirola, 4.2″ su Harvick e 4.9″ su Jones che precede Blaney e Reddick. La lotta più avvincente è quella per la top5: Suárez non ha il passo e Bell lo attacca, però ad approfittarne con un doppio balzo è Elliott che entra così nella top5. Esce invece dalla lotta per un buon piazzamento Harvick a causa del notevole sovrasterzo.

La gara si anima ulteriormente ai -66 quando Custer, in quel momento fuori dalla top20, va ai box dando il via ad un giro di pit stop per chi vuole fare due soste. A seguirlo poco più tardi sono Stenhouse, Bowman, Haley, Cassill, Harvick e Blaney. Mentre Jones bacia il muro e fa saltare la convergenza, anche Reddick va ai box e il gruppo a questo punto ai -60 è spaccato.

I leader decidono intanto di proseguire e Logano si sta riavvicinando ad un Hamlin che via radio dice di essere in difficoltà; anche Elliott non è più al meglio dopo un contatto col muro e Bell lo sorpassa di nuovo. Joey stavolta non si lascia fregare ed anticipa la sosta venendo seguito da Byron ai box, tuttavia i due, esattamente come nella stage precedente, con il cambio gomme ai -56 sembrano essere finiti nel limbo.

Hamlin decide invece di proseguire mentre pittano anche Burton e Briscoe (pure lui a muro); dopo la sosta di Elliott ai -53 (con Chase che non inquadrato finisce in testacoda in accelerazione sull’apron e non arriva la caution), quella di Jones e quella di Austin Dillon (idem come Briscoe) praticamente mancano all’appello solo Hamlin, Truex, Bell e Suárez. Denny pitta ai -50 quando ormai si è più vicini alla sosta unica, ma la #11 aveva già pagato dazio nel giro di entrata con una toccatina ed il sorpasso subito da Truex.

Martin si ferma al giro successivo, quindi mancano solo Bell e Suárez che pittano ai -47 e Daniel oltre l’overcut paga anche il conto salatissimo con una pistola mal funzionante che gli fa perdere almeno 10″. Finalmente ora ai -45 si può fare i conti di una classifica alla pari per tutti o quasi ed al comando si è portato addirittura Reddick davanti a Cindric (ultimo a doversi fermare al giro successivo), Logano (a ben 4″ da Tyler), Byron, Stenhouse, Blaney, Harvick, Truex (a 14″!), Custer ed Hamlin, a ben 17″.

Reddick malgrado le gomme leggermente più usurate (cinque giri) come in precedenza tiene bene il ritmo e tiene a distanza un Logano che invece deve guardarsi negli specchietti dall’arrivo di Byron. Poi però a mettere in soffitta tutti i discorsi strategici ci pensa Bowman che finendo a muro (quando sarebbe stato il lucky dog) mette fine “ad una gara deprimente”.

La pit lane si riapre ed ovviamente tutti vanno a montare gomme fresche (il penultimo set) rimettendosi sulla stessa strategia. E la pit crew rimette in testa Logano davanti a Reddick, Byron, Truex, Stenhouse, Elliott, Harvick, Blaney, Custer e Kurt Busch; Hamlin e Bell sono protagonisti di soste lentissime e sono 16° e 20°, Austin Dillon commette un’altra penalità per eccesso di velocità, Suárez, Cindric ed altri prendono la wave around.

La bandiera verde sventola ai -33 ed ancora una volta dura pochissimo: mentre Logano avanza con Byron e Reddick, Truex va in sottosterzo in curva1 e sale sul banking, viene messo 3-wide nel mezzo fra Harvick e Stnhouse, poi si appoggia a Ricky e perde il controllo in curva2 sul bump. Nel mucchio ci finiscono anche Custer, Kurt Busch, Wallace (altro doppio ko per il 23XI Racing) ed ammaccati pure Hamlin, Jones, Blaney e Briscoe.

Il big one di Darlington è tale che rimangono in pista solo 23 vetture, il dato più basso su una pista più corta di 2.5 miglia (ovvero escludendo Talladega, Daytona, Indianapolis e Pocono) addirittura dall’agosto 1994. Dopo una lunga caution, qualche sosta soprattutto da chi ha preso la wave around si riparte ai -26 con Logano davanti a Byron, Reddick, Harvick, Stenhouse, Elliott, Almirola, Haley, McDowell e Bell.

E la prima fase decisiva (ma lo si saprà solo alla fine) per la corsa arriva in curva2: Logano non scatta al meglio, Byron rimane al suo fianco e poi allarga (volontariamente o no non lo sapremo mai, per William questo è un contatto ininfluente), Joey tocca leggermente il muro e deve alzare il piede. Pure Reddick dietro di lui rischia e, dopo essersi liberato di un incredibile Haley, ci prova su Joey. Harvick completa la top5, ma Stenhouse non è felice della pulizia del sorpasso.

Byron dunque approfitta di questo e scappa via, mette subito mezzo secondo che poi diventano 4-6 decimi, poi 8, 9 ai -12 ed addirittura 1″ ai -9 ed ai -8. In sintesi, mentre dietro Reddick per qualche giro sembra addirittura poter attaccare Logano, Almirola bacia il muro ed esce dalla top10 ed Haley viene ripreso dalla coppia Harvick-Elliott ma non passato, Byron sembra destinato alla vittoria, specialmente se Tyler attaccherà Logano.

E invece dopo i -7 (gap di 0.980″) Logano riemerge, oppure Byron cede, ma anche entrambe le opzioni sono valide. Ai -6 Joey è a 0.829″, ai -5 tira già tre decimi ed è a 0.525″, ai -4 a 0.430″, ai -3 (mentre Harvick ed Elliott entrano in lotta lasciando andare via Haley) soli 0.251″. Ormai Logano ha ripreso Byron e a due giri dalla fine è a 0.162″. Tutti pregustano un finale per la storia ed invece tutti o quasi in meno di 15″ avranno l’amaro in bocca.

Il fattaccio avviene in curva3: nessuno ormai pensa a quanto successo alla ripartenza precedente quando Byron aveva leggermente stretto a muro, solo Joey ci sta pensando e decide di applicare alla sua regola numero 1, quella per cui tanti in passato sono stati amati ma lui non tanto: “I race you like you race me” che se tradotto in italiano perde di efficacia a causa della non transitività del verbo correre.

La mossa di Joey però è completamente sballata, infatti un bump&run su un Byron che stava difendendosi – e per questo era ancora più lento del previsto – all’interno non su uno short track difficilmente ha successo e infatti William finisce contro il muro forando una gomma, ma forse la manovra è ancora più sbagliata perché avvenuta a un giro e mezzo dalla fine, non a pochi metri dal traguardo. Ad “aggravare” la situazione infine il fatto che forse Logano sarebbe passato anche senza contatto visto il guadagno precedente su un Byron ormai in difficoltà.

L’ultimo giro di Logano dunque è solo una passerella verso la prima vittoria stagionale (la seconda se si include il Busch Clash che non conta per i playoff) davanti a Reddick (ancora una volta secondo, +0.7″), un incredibile Haley (+5.2″), Harvick (+5.6″), Elliott (+5.8″), Bell (+6.1″), McDowell (+7.3″), Stenhouse (+8.1″), Austin Dillon (+8.7″) e Suárez (+10.3″); completano la classifica a pieni giri Almirola, Ty Dillon, un Byron al rallentatore, Burton, Gilliland, Buescher, Blaney, Cindric, Ware e Briscoe, Hamlin e Cassill a -1, Yeley a -5.

Ovviamente su Logano piovono i fischi (per fortuna non anche le lattine di birra come successo in maniera inspiegabile e ingiustificabile venerdì a Nemechek) ma Joey si dice abituato a ben peggio rispetto a questo. Ovviamente Byron è arrabbiatissimo e forse per la prima volta in carriera dimostra carattere quando definisce Logano “stupido” ed “idiota”; vedremo se ci sarà un secondo atto. Intanto il primo somiglia tanto a quanto successo in Kansas nel 2015 fra lo stesso Logano e Kenseth; ai posteri il compito di verificare se ci sarà anche un’altra Martinsville.

Intanto, mentre Elliott si gode ancora la vetta della classifica grazie alla costanza di rendimento, dopo 12 gare su 36 (quindi un terzo di stagione) ci sono stati già 10 vincitori diversi con i soli Byron e Chastain a quota due. I posti liberi per i playoff rimasti sono soltanto sei, ma di gare al taglio ne mancano ancora 14. Gli animi si stanno scaldando con l’arrivo dell’estate.

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Immagine: media.nascar.com

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