NASCAR | L’incredibile manovra di Ross Chastain a Martinsville: one for the ages

NASCAR
Tempo di lettura: 16 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
1 Novembre 2022 - 12:20
Home  »  NASCARTop

Un giro, mezzo miglio al traguardo e due posizioni da recuperare per qualificarsi per la prima volta in carriera al Championship 4 di Phoenix. Ross Chastain decide di mettere in scena qualcosa di mai visto in NASCAR, percorrere le ultime due curve appoggiandosi al muro senza frenare. L’analisi di come si è arrivati a questo punto, del momento storico e anche dell’incredibile epilogo


Ultimo giro della “Xfinity 500” a Martinsville, gara di chiusura del “Round of 8″ e dunque decisiva per decidere i quattro piloti che questa domenica a Phoenix potranno lottare per il titolo 2022 della NASCAR Cup Series. Ad appena 0.526 miglia dalla bandiera a scacchi, soli 847 metri, tutto sembra già deciso, i verdetti sono quasi emessi e manca solo il timbro del notaio. Cosa può succedere in poco più di 20” per rivoluzionare una gara, una stagione e probabilmente la storia della NASCAR stessa?

La risposta in questo momento è solamente nella testa di Ross Chastain, ma prima è necessaria una doverosa premessa per spiegare come si è arrivati a un momento storico, il classico one for the ages.

L’ultimo stint di gara

Giro 468: Landon Cassill finisce a muro provocando la sesta e ultima caution di una gara fino a quel momento tranquilla. In testa alla corsa dal giro 324 c’è Christopher Bell, pilota del Joe Gibbs Racing che prima del via era praticamente obbligato a vincere la corsa (anche a causa dell’incidente di Las Vegas in cui è finito vittima innocente della pazzia di Bubba Wallace) per potersi qualificare al Championship 4 di Phoenix.

Questo cambio di leader ha rivoluzionato la classifica. Il precedente pilota ad aver controllato la corsa dal giro 121 al 323 era stato Denny Hamlin, suo compagno di squadra. Hamlin grazie ai 20 punti ottenuti nelle prime due stage aveva ribaltato la situazione nei confronti di William Byron, scattato nella pancia del gruppo. La situazione sembra dunque stabile fino a metà gara, con Logano (unico sicuro del posto grazie al successo di Las Vegas), Elliott, Chastain e lo stesso Hamlin virtualmente qualificati.

Poi dal giro 324 (alla caution per l’incidente di Austin Dillon) la situazione cambia per due motivi. Bell al pit stop prende appunto la testa della corsa anche a causa di una sosta non eccezionale (la prima di tre consecutive) di Hamlin e la linea del taglio si sposta di un posto più in alto a beneficio dello stesso Bell.

Con lui ed Elliott, che difende ancora un cospicuo bottino, il quarto qualificato sarebbe ora Denny Hamlin in quanto Chastain, circa 50 giri prima, all’inizio di stage finale ha toccato Keselowski mandandolo in testacoda e, dopo la conseguente sosta per riparare eventuali danni alla carrozzeria, Ross non è più risalito in classifica, stando fuori dalla top10 e perdendo tutto il vantaggio accumulato sulla #11.

La classifica resta praticamente tale fino all’ultima caution e all’ultimo giro di soste. Bell controlla la corsa senza troppi affanni, Hamlin è ancora virtualmente l’ultimo qualificato malgrado una seconda sosta (alla caution del giro 394 per il testacoda di Yeley) deficitaria e Chastain fatica a recuperare terreno. Ormai la sua situazione sembra quasi disperata e serve un’inversione di tendenza.

Questo cambio è necessario anche per un altro pilota obbligato a vincere, ovvero Chase Briscoe. Il pilota dello Stewart-Haas Racing decide di non fermarsi ai box puntando sul fatto che fino a quel momento a Martinsville sorpassare è stato difficile e se avesse seguito la strategia più ovvia non avrebbe mai vinto.

Ad aiutarlo ci prova il compagno di squadra Custer che lo imita, poi Larson, Keselowski e Byron (anch’egli costretto a fare punti importanti dopo i problemi iniziali) cambiano solo due gomme. Bell, dunque scende solo al sesto posto dopo un pit stop completo e precede Blaney (che più avanti si pentirà di questa strategia), Elliott, Logano, Wallace, Chastain ed Hamlin alla terza sosta lenta di fila e che si vede sorpassato dal rivale Ross in pista e di nuovo in classifica. La #11, dunque, è virtualmente eliminata.

Alla ripartenza a 24 giri dalla fine Briscoe mantiene il comando davanti a Custer che fa buona guardia e così Chase scappa via per quella che sembra la qualificazione per Phoenix. Ma gli occhi di tutti sono su Chastain ed Hamlin. I due hanno vecchi rancori derivanti dalla gara di Nashville e questa sembra la resa dei conti perfetta. Denny ha la macchina migliore, tuttavia deve guadagnare quattro posizioni su Ross in quanto la #1 ha il tie breaker perfetto (due secondi posti nel “Round of 8”) e quindi tre non basterebbero.

E allora Chastain torna quello aggressivo della primavera-estate, gioca di psicologia e sull’attacco di Hamlin resiste, quando gli è dietro gli rifila un paio di bump che fanno allargare la #11 quel tanto che basta per affiancarla. Ma Ross, malgrado possa farlo, non sorpassa mai il rivale perché è ben conscio che se gli concedesse il suo paraurti allora Denny lo spedirebbe quasi certamente a muro per chiudere la contesa. E allora questa scenetta per l’11esima posizione si ripete un paio di volte.

Alla fine ai -18 Hamlin stacca definitivamente Chastain, che non riesce a cambiare ritmo, e inizia una furiosa rimonta. Mentre Ross è stabilmente 12°, Denny guadagna: ai -16 è decimo e virtualmente alla pari con la #1 ma out, ai -14 è nono, ai -9 Hamlin sorpassa pure Logano ed è ottavo e virtualmente qualificato, ai -6 è settimo approfittando del crollo delle gomme. A cinque giri dalla fine, dunque, la strada per la #11 sembra in discesa visti i due punti di vantaggio.

Davanti, tuttavia, sta succedendo anche altro. Bell con gomme fresche sta sfruttando l’auto più veloce della seconda metà di gara e dalla sesta posizione alla ripartenza ha iniziato con costanza a recuperare posizioni. Passato Byron sullo scatto, poi Christopher ha proseguito, dopo un duello durato qualche giro, superando Larson ai -14 per il quarto posto, Custer ai -11 per il terzo e Keselowski ai -7 per il secondo.

Una volta a pista libera, Bell si lancia all’inseguimento di Briscoe per colmare il distacco di circa 1″. L’inseguimento dura appena tre giri, poi ai -4 Christopher piazza un bump&run perfetto che manda Chase leggermente largo, spegne i sogni di gloria della #14 e rilancia definitivamente quelli della #20.

Ai fini della classifica generale questo sorpasso però non cambia nulla. Briscoe era obbligato a vincere così come lo era Bell, dunque nella griglia playoff esce un nome ed entra l’altro. Rimangono fissi quelli di Logano ed Elliott e anche quello di Hamlin che ai -4 difende ancora un punto di vantaggio su Chastain.

Nei tre giri seguenti la situazione cambia decisamente più indietro. Ad influire sulla classifica sono soprattutto i crolli di gomme, e per Chase probabilmente anche psicologico, delle vetture dello Stewart-Haas Racing. Ai -4 Chastain ha superato Custer portandosi come detto a -1, al giro successivo anche un Elliott che ormai probabilmente non vuole più rischiare conscio di avere un posto a Phoenix per il titolo piloti. Ross è dunque 10° ai -3 tornando dunque alla pari con Hamlin e virtualmente qualificato.

Il sogno, però, dura appena un giro: Denny ai -2 sorpassa sia Briscoe in crisi che Byron ed è quinto, le posizioni di vantaggio su Chastain tornano cinque, corrispondenti dunque a due punti. Se si esclude una influente e ulteriore posizione persa da Briscoe (ora nono), la situazione rimane invariata all’inizio dell’ultimo giro.

E qui Ross entra nella leggenda.

L’ultimo (mezzo) giro

L’unica comunicazione via radio che arriva dal muretto della #1 è chiara: “Sei out per due punti.” A Chastain non viene detto altro, né suggerito cosa fare. Alla bandiera bianca la classifica è la seguente:

Le curve 1 e 2 di Ross sono regolari, segue un Briscoe in difficoltà ma da passare ci dovrebbe essere anche Wallace dato che nel frattempo, più avanti, Hamlin sta attaccando Keselowski per guadagnare un’altra posizione. A metà giro dal traguardo la situazione è invariata e dunque Chastain ha soli 400 metri per inventarsi qualcosa.

Purtroppo la regia internazionale non aiuta gli spettatori italiani che hanno seguito la corsa su Mola TV o su NASCAR Trackpass. Il feed infatti, mentre Rick Allen inizia a celebrare Bell ad un passo dalla vittoria che ribalta la griglia playoff, inquadra Chastain e proprio mentre Ross approccia curva3 stacca sulla #20 per inquadrarla sul traguardo. Negli USA, invece, il feed NBC vede lo schermo diviso in tre riquadrini, uno per Bell, uno per Chastain ed uno per Hamlin.

Mentre Allen prosegue con la giusta frase di rito per il vincitore, il primo ad accorgersi di quello che sta combinando Chastain è Jeff Burton che punta il dito verso curva3 e figurativamente verso il riquadrino di Ross dove il pilota della #1 ha deciso di tentare qualcosa di mai visto.

Questo invece quanto andato in diretta negli USA anche con la reazione di Justin Marks, proprietario del Trackhouse Racing, ai box.

Di wall riding recenti in NASCAR si ricorda soprattutto quello di Larson alla Southern 500 per cercare di superare all’ultimo giro Hamlin, ma la manovra durò poco e Denny, seppur sorpreso, riuscì a difendersi senza troppi problemi. Qui invece in curva3 sta arrivando un razzo a velocità doppia e sul momento in moltissimi, se non tutti, credono che Chastain sia finito con i freni ko e non sarebbe una sorpresa visto che il compagno di squadra Suárez, dopo una discreta prima metà di gara, è scivolato al 13° posto per i freni non più efficaci al 100%.

Il dubbio che ho in questo momento è se lasciar parlare le immagini e le emozioni oppure i dati ed i numeri dato che tutto è fondamentale in questa storia. Partiamo però dalle immagini e alla follia di Chastain che vuole imitare quanto faceva con “NASCAR 2005: Chase for the Cup” sul GameCube quando aveva 12-13 anni.

Ross decide di osare tutto e in curva3 non frena, si appoggia al muro e tiene giù il pedale. Quasi sicuramente nemmeno lui si aspetta un successo tale di questa manovra. La #1 praticamente non perde velocità e passa una, due, tre, quattro vetture (gli on board di piloti come Briscoe e Logano sono altrettanto impressionanti), ma la perfezione della manovra sta tutta nel suo epilogo.

La vettura ha ancora velocità e direzionalità, in uscita di curva4 né si appoggia ulteriormente al muro esterno, né vira bruscamente verso quello interno. È praticamente in posizione perfetta per gli ultimi 100 metri che la separano dal traguardo. La sua fortuna è che un Hamlin che ha provato il bump&run su Keselowski ha mandato Brad largo per tenersi lui più stretto. Il varco creato da questa mossa viene occupato a velocità supersonica da Chastain.

Il sorpasso sulla linea per soli 0.073″, unito alla spinta perfetta finale su Keselowski, ai fini della classifica generale è completamente inutile.

A Chastain bastavano due posizioni guadagnate, quella sul rivale diretto per l’ultimo posto a Phoenix, ovvero Denny Hamlin, è la quinta di un pazzo ultimo mezzo giro. Inoltre lo swing generatosi nell’ultimo quarto di miglio è diventato così di sei punti e Ross è balzato in un giro dall’essere a -2 a +4 sulla #11.

Sul momento non ci si accorge di un’altra clamorosa conseguenza della manovra di Chastain e riguarda invece l’owners championship, ovvero il campionato per team (cioè le singole vetture) che ha una classifica indipendente da quello piloti ma che segue le stesse regole. In Cup Series, a differenza di Xfinity e Truck Series, generalmente a fine anno le due classifiche coincidono, ma il problema fisico di Kurt Busch ha creato uno sfalsamento che perdura ancora fino ad oggi.

Busch, infatti, si è “ritirato” dai playoff ma la #45 grazie alla precedente vittoria in Kansas ci è rimasta. Al momento del taglio dunque Blaney si è qualificato ai playoff, ma la #12 ne è rimasta esclusa per l’owners championship data la presenza di 16 auto diverse con una vittoria.

Dopo un “Round of 16” in cui la situazione è rimasta immutata (anche con il successo di Wallace spostato sulla #45), il “Round of 12” ha decretato un altro sfalsamento: al Roval di Charlotte Blaney ha proseguito la sua corsa nel titolo piloti e così ha tenuto aperto un posto nella classifica per team di cui ha beneficiato la #5 di Larson che invece era il primo degli eliminati nel campionato conduttori.

La differenza fra le due classifiche è diventata ancora più significativa nel “Round of 8”: il successo di Larson a Miami è sì stato ininfluente per la classifica piloti, ma ha mandato la #5 al Championship 4 per l’owners championship insieme alla #22. La terza classificata è diventata col successo di Martinsville la #20 e dunque avanzava un solo posto in base ai punti ottenuti.

Il sorpasso sulla linea di Chastain unito ad un Elliott poco aggressivo nel finale ha quindi messo clamorosamente la #1 e la #9 a pari punti. Il tie breaker è il miglior piazzamento nel round e dunque Chastain con i due secondi posti di Las Vegas ed Homestead ha eliminato la vettura di Chase dalla lotta per il titolo per team a vantaggio della #1.

L’aspetto tecnico

Oltre ai numeri della classifica generale, a parlare sono anche quelli cronometrici dell’ultimo giro. Il tempo realizzato da Chastain al giro 500 è di 18.875″ ad una media di 100.482 mi/h di media. Tale dato rappresenta il record sul giro in NASCAR (parlando di Cup, Xfinity e Truck, il dato delle Modified è stato solo sfiorato) a Martinsville, persino in qualifica e persino alle vetture di una decina di anni fa che avevano circa 200-300 cavalli in più delle attuali.

Nell’ultimo giro colui che è andato più vicino al dato di Ross è stato Larson in 20.508″, quasi 2″ più lento della #1. A fare ancora più impressione è il fatto che Chastain abbia fatto il wall riding solo per mezzo giro, dunque il vantaggio potenziale su un giro intero sarebbe stato di circa 3.5-3.6″. Un dato inconcepibile su una pista da solo mezzo miglio.

A posteriori una tale ipotesi è da formulare, perché all’arrivo in pit lane tutti ovviamente vanno a guardare la fiancata destra della #1. E, a riprova che la Next Gen è una vettura molto (forse fin troppo) solida, c’è solo una sospensione anteriore destra rientrata, i segni del muro su tutto il fianco ma poco altro. Quindi Chastain avrebbe potuto fare una mossa del genere già in curva1? Vista l’inerzia e la velocità sul traguardo probabilmente sì, certamente no e comunque non di più.

A lasciare sbigottiti è anche la telemetria della #1 che conferma ancora di più la manovra di Ross. A Martinsville il nuovo cambio sequenziale non è sfruttato al massimo e di natura in staccata si arriva in quarta marcia lasciando inutilizzato il rapporto più alto. Bene, Chastain in una lucida follia non solo ha tenuto giù il piede senza staccarlo, ma ha anche cambiato inserendo la quinta marcia.

Su Twitter è stata poi anche calcolata, sfruttando banali relazioni di meccanica dei corpi, la sollecitazione subita da Chastain. Ipotizzata dalla telemetria appunto una velocità di ingresso di curva3 di 125 mi/h e misurato un raggio della curva di circa 200 ft, allora Ross ha subito una accelerazione laterale di circa 5.2G, un valore quasi mai visto (a meno di incidenti) in NASCAR.

Le reazioni

Il pubblico sul momento non capisce cosa sta succedendo in curva3, i tifosi sembrano spaventati temendo un cedimento dei freni, poi però in pochi secondi Martinsville diventa una bolgia che esalta Chastain e che – ingiustamente – poi fischia un Hamlin che appare con il volto spento ed incredulo, ma Denny non è mai stato amato nemmeno su questa che è la sua pista di casa insieme a Richmond.

Tutti sono senza parole, ma i commenti sono tutti per Ross e per la sua manovra da videogame diventata realtà più dello stesso videogame, come dimostra lo stesso Briscoe in nottata. A dire il vero su iRacing questa eventualità era stata già testata – e poi subito vietata – nei mesi scorsi (lo stesso Hamlin e anche DiBenedetto a Bristol nelle gare della eNASCAR iRacing Pro Invitational Series durante la pandemia) ma anche in un lontano passato ed i protagonisti allora furono gli sconosciuti Briscoe e Majeski.

Gli altri piloti, interrogati a caldo, nella grande maggioranza dei casi, arrivano ad una sintesi involontariamente comune: la manovra di Chastain è stata sì esaltante, incredibile e da applausi, tuttavia è meglio che questa non si ripeta più in futuro, altrimenti a Martinsville, o anche nella stessa Phoenix fra pochi giorni, tutti gli ultimi giri diventerebbero una – anche pericolosa – serie di vetture che vanno intenzionalmente a muro con l’acceleratore al 100%.

La conferma non ufficiale della NASCAR arriva poche decine di minuti dopo la bandiera a scacchi e dice: “La manovra di Ross Chastain è da considerarsi conforme al regolamento. I commissari discuteranno di questo con i piloti qualora questi ultimi esprimessero qualche preoccupazione.”

Non è chiaro se la NASCAR interverrà direttamente questa settimana con una modifica al regolamento sportivo, ma ragionandoci su appare evidente come qualsiasi formulazione sul controllo di manovre similari dovrà essere accurato per evitare zone grigie e ulteriori rischi. Possibile, probabilmente, dunque che a Phoenix ci sarà un gentlemen’s agreement fra i piloti per evitare dei bis, lasciare l’inverno alla NASCAR per scrivere una regola chiara e consegnare definitivamente l’ultimo giro di Martinsville alla leggenda di questo sport.

L’epilogo incredibile: la manovra di Chastain è stata ininfluente!

Quando Martinsville si sta ormai svuotando, ma il video di Chastain che fa l’ultima curva attaccato al muro sta diventando ormai virale, dalla direzione gara arriva una clamorosa notizia. La vettura di Brad Keselowski non è risultata conforme al comma 14.11.2 del regolamento tecnico, in sintesi era sottopeso. La squalifica, dunque, per la #6 è inevitabile.

La squalifica comporta il fatto che Brad venga retrocesso all’ultimo posto della classifica perdendo così il quarto posto ottenuto sul traguardo, ma anche gli eventuali punti ottenuti durante le stage. E qui la classifica assume una forma decisamente diversa, infatti Hamlin non guadagna ulteriori punti avendole vinte entrambe, ma Chastain sì essendo finito dietro a Keselowski.

Si può dunque aggiornare la classifica in ogni sua fase di gara per uno dei “what if” più inutili, e anche meno apprezzati in quanto avrebbe cancellato un momento storico, della NASCAR. Senza ripercorrere tutto di nuovo, questa sarebbe stata, ad esempio, la classifica dopo la seconda stage.

Dunque a Chastain sarebbe bastato essere a cinque posizioni da Hamlin. Questa sarebbe stata invece la proiezione all’ultimo giro, sempre ignorando Keselowski. Chastain sarebbe stato virtualmente qualificato pur essendo alla pari con Denny! Non ci sarebbe stato bisogno di alcuna mossa disperata dato che la #11 era troppo distante da Blaney e Ross si sarebbe dovuto difendere da Elliott potendo attaccare un Briscoe in difficoltà.

Alla fine la classifica definitiva è diventata questa al traguardo e conferma quanto già avvenuto alla bandiera a scacchi: Chastain e la #1 qualificati per Phoenix, Hamlin out a -4, la #11 e pure la #9 (a -2 da Ross) eliminati.

NASCAR Cup Series classifica dopo Martinsville 2022 post DSQ

Ciò che non verrà mai eliminato invece dalla mente degli appassionati di NASCAR è dove erano e cosa stavano facendo la sera di domenica 30 ottobre 2022 al 500° giro della gara di Martinsville quando Ross Chastain ha deciso di entrare nella leggenda in una singola mossa.


Immagine di copertina: Media NASCAR

Nato a Udine 30 anni fa, sono un laureato in ingegneria civile appassionato di strade. Cresciuto con la F1, sono appassionato di ogni forma di motorsport, senza esclusioni. Maniaco della NASCAR dal 2014, nel settembre del 2016 sono sbarcato su Twitter per raccontarla giorno per giorno. Sono un amante delle statistiche sportive e la prova che anche nei momenti più difficili può nascere qualcosa di buono.

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA

I Commenti sono chiusi.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO