NASCAR | Larson trionfa pure all’esordio al Nashville Superspeedway!

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Tempo di lettura: 17 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
21 Giugno 2021 - 16:25
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Larson domina una bella gara contraddistinta da tanti problemi ai freni. Nel complicato finale belle rimonte di Chastain e Suárez. Elliott squalificato


Kyle Larson serve il poker – non ufficiale – a Nashville e scrive per primo il suo nome nell’albo d’oro del Superspeedway nella categoria Cup Series. Il debutto della categoria regina sulla pista del Tennessee è andato oltre le più rosee aspettative, regalando una corsa entusiasmante su più fronti, anche se molti team hanno sbagliato le regolazioni dell’impianto frenante. Larson dopo Charlotte, Sonoma e la All-Star Race, dunque vince anche a Nashville ed ora è lanciatissimo verso traguardi inimmaginabili a inizio anno

La gara

La giornata a Nashville è splendida, anche se forse calda (poco oltre i 30 °C) e umida, tuttavia questo non ferma i tifosi che hanno assaltato nelle scorse settimane i botteghini; gli organizzatori sono stati costretti ad installare delle tribune provvisorie aggiuntive e l’affluenza raggiunge i 40.000 spettatori. A fallire però è l’organizzazione delle strade di accesso e dunque molti tifosi rimangono in coda, esattamente come successo 10 anni fa in Kentucky nella stessa occasione. La Nascar posticipa la partenza di 10 minuti e alla fine le tribune sono effettivamente piene.

Dunque, la Nascar torna per la prima volta a Nashville dopo 10 anni, tuttavia questo è un debutto assoluto per la Cup Series al Superspeedway (dove avevano corso fra il 2001 e il 2011 solo Truck e Xfinity Series), mentre la categoria principale torna in città – uno dei principali mercati televisivi per la Nascar – a 37 anni dall’addio alla pista centrale del Fairgrounds, ora in cerca di rilancio. In quella occasione vinse Geoff Bodine al volante di una Chevrolet #5 dell’allora giovanissimo Hendrick Motorsports.

A sorpresa la pole position va ad Almirola che, con delle curve3-4 perfette, si mette davanti a Kyle Busch, Logano e Byron, il grande favorito della gara insieme ai compagni di squadra che però è costretto a partire dal fondo della griglia così come Jones (nono) ed Houff, i quali nel giro lanciato hanno toccato il muro. Hendrick anche qui è favorito, non solo alla luce dell’89% dei giri in testa nelle ultime quattro gare, ma anche dai dati del passo gara durante le libere in cui anche Larson, qualificatosi quinto davanti ad Elliott, ha svettato.

Su questa pista ci hanno corso in pochi con le vetture della Cup Series, infatti su questo ovale si poteva testare fino al 2014 e dunque i ricordi sono lontani per molti a meno di aver disputato le gare di Truck e Xfinity Series nei giorni precedenti. L’ovale è insidioso, lungo 1.333 miglia e col fondo in cemento, dunque il consumo delle gomme è più elevato, i rettilinei sono lunghi come su un cookie cutter, tuttavia le curve sono più simili a quelle di Richmond e dunque bisogna frenare (e col pacchetto da basso carico aerodinamico e 750 CV la vettura è più instabile) e i freni diventeranno fin troppo il tema della giornata.

Ulteriori spunti per la giornata arrivano a pochi minuti dal via: Austin Dillon non si sente molto bene, ma pensa ugualmente di partire e completare la gara (e infatti non avrà problemi); la gara di Blaney invece inizia subito male pur essendosi qualificato decimo, infatti sottovaluta la differenza fra apron e banking di 14° uscendo dalla pit lane e ammacca il passaruota posteriore sinistro. La sosta ai box prima della bandiera verde per sistemarlo lo obbliga a partire dal fondo. DiBenedetto, infine, ha problemi alla radio.

Alla bandiera verde Kyle Busch dall’interno passa subito al comando nei pochi secondi prima di green che ci sono prima della caution. In curva1, infatti, Houff – che come detto aveva toccato il muro già in qualifica – perde una ruota (per un cedimento o perché mal fissata) e per lui la gara finisce dopo nemmeno 15″. In questo breve lasso di tempo i primi ad assaporare le difficoltà di approccio a questa pista sono Elliott e Bowman, i quali finiscono larghi in curva1.

Si riparte ai -85 nella prima stage e Kyle Larson si infila nel mezzo fra Busch ed Almirola e vola subito al comando. È il giro numero sei e Larson guiderà 264 dei seguenti 295, lasciando la prima posizione praticamente solo per questioni strategiche. A seguire Kyle non c’è l’omonimo, bensì Almirola perché Busch è andato leggermente largo; completano la top5 Logano, Custer e DiBenedetto, i quali si scambiano più volte la quinta posizione.

Al giro 10 (non c’è competition caution) Kyle Busch torna in seconda posizione, tuttavia Larson ha già 1″ di vantaggio; in coda c’è da notare invece la difficile rimonta di Truex (errore in qualifica e 35° in griglia), Byron e soprattutto Blaney che nel traffico ha mille peripezie, incluso William che lo manda loose per sorpassarlo. Nella top10, intanto, alle spalle degli attardati Elliott e Bowman, sta rimontando Stenhouse che ha scavalcato Harvick.

La vera sorpresa, tuttavia, è quella di Almirola e dello Stewart-Haas Racing: si credeva che per Aric fosse stato usato un assetto da qualifica per cercare almeno un po’ di morale in una stagione difficilissima (è 28° in classifica generale), assetto che poi in gara si sarebbe rivelato un boomerang, e invece Almirola mantiene la terza posizione con Custer quinto, Harvick nono o decimo (a seconda dell’andamento del duello con Stenhouse) e Briscoe 12° dietro a Chastain.

Chi invece va in difficoltà, e non è una sorpresa, sul long run è Logano, il quale dopo aver rischiato il contatto con Almirola nei primi giri per sorpassarlo, lentamente cede secondi e posizioni. Il resto del Team Penske non va meglio, oltre al citato Blaney infatti Keselowski è ai margini della top15.

Ad un terzo di stage (90 giri) e con un giro di soste in arrivo soprattutto per i piloti più in difficoltà, Larson ha circa 1″ su Kyle Busch che nei doppiaggi si dimostra più abile del leader, Almirola è terzo ma staccato a 6″, gli altri (Logano, Custer, uno Stenhouse in forte recupero, DiBenedetto, Elliott e Bowman) a oltre 10″. Ricky non si ferma qua e passando anche Custer entra nella top5.

Il primo ad andare ai box è Blaney addirittura al giro 37 (dunque otto giri prima di metà stage e si sono persi pure quattro giri sotto caution) e il motivo della sosta anticipata lo si capisce chiaramente quando vengono smontate le gomme: i suoi cerchioni giallo fluo sono completamente neri di polvere di freni che dunque non stanno lavorando al meglio. Ryan innesca senza fretta le soste, dopo la #12 è la volta di un Truex che sta litigando con la vettura, poi Hamlin (idem come Martin) e Wallace, Byron e Newman, poi al giro 43-44 i big seguiti al giro 45 da Larson, Busch (che aveva praticamente raggiunto il leader) ed Almirola.

Proprio in questo momento arriva la caution nel mezzo del giro di soste: Reddick è andato in testacoda nell’insidiosa corsia di accelerazione. La classifica viene rivoltata, infatti in testa c’è Kurt Busch (che non si è ancora fermato) davanti ad Almirola che invece ha dovuto abortire la sosta – a differenza di Larson e Kyle Busch – dato che nel frattempo era arrivata la bandiera gialla.

Al termine del giro di soste in testa c’è Kyle Busch (che alla sosta ha passato Larson) davanti a Logano ed Elliott, gli unici che dopo il pit stop erano ancora a pieni giri, seguono Kurt Busch, Almirola, Stenhouse, Jones, Alfredo, Yeley, Smithley, McDowell ed Haley che non si erano ancora fermati, poi il lucky dog DiBenedetto ed infine coloro che avevano già effettuato il pit stop ed hanno dovuto prendere la wave around; Chastain e Custer si prendono invece una penalità per eccesso di velocità in pit lane.

Si riparte ai -38 e Kyle Busch rimane in testa esattamente per un giro, poi Larson si lancia dall’esterno in curva4 e completa il sorpasso in curva2. Ma il pilota della #5 non può ricominciare col suo ritmo, infatti arriva un’altra caution e la causa è il freno di Blaney che si rompe definitivamente mandando la #12 a muro costringendo Ryan al ritiro. In pochi (Byron che ha danni al muso, Harvick, Wallace, Hamlin e Dillon) vanno ai box e dunque si riprende a -29 a posizioni quasi invariate.

Malgrado non riceva l’aiuto di Elliott, Kyle Busch ci prova a scavalcare Larson, non riuscendoci; dietro di loro Logano – che era terzo – ricomincia a perdere posizioni (non sente l’auto sicura in ingresso di curva) come in precedenza ed il primo ad approfittarne dopo Chase è Stenhouse. Anche Rowdy non ha una vettura ottimale (e il team radio animato lo dimostra) all’inizio dello stint e dopo un altro largo deve cedere la seconda posizione ad Elliott e poi anche la terza a Ricky.

Con Larson ormai lanciato verso la vittoria nella stage, arriva però un’altra caution: anche ad Haley esplode il freno e finisce a muro, sui suoi detriti ci finisce Buescher e si appoggia alle barriere; gara finita per entrambi. Mancano poco più di 10 giri alla fine della stage e dunque in ballo c’è anche la strategia ed i punti. Larson e moltissimi altri si fermano ai box e così a prendere il comando è Elliott davanti a Kurt Busch, Jones, Suárez, Austin Dillon e Preece, Larson scende all’ottavo posto davanti a Kyle Busch e Logano; Bowman si prende invece una penalità per eccesso di velocità così come LaJoie.

La bandiera verde viene sventolata per uno sprint di cinque giri e la coppia formata da Chase e Kurt lotta alla pari per un giro mentre lo stesso fanno dietro Jones e Suárez, che poi passa Erik, ma ancor di più il gruppone che si ostacola notevolmente e favorisce la fuga di Elliott, alla fine primo, e Busch. A nulla vale la rimonta di Larson che aggira Jones e Suárez con agilità, infatti il compagno di squadra è troppo lontano: Elliott vince la prima stage davanti a Kurt Busch, Larson, Suárez, Kyle Busch, Dillon, Stenhouse, Keselowski, Logano e DiBenedetto.

Al break si completa il giro di soste, ma ne approfittano per qualche modifica anche Dillon (freni), Keselowski e Truex (con penalità), e così Larson – che per la prima volta dal 23 maggio non è il vincitore di una stage – può ripartire al comando; Wallace invece non si sa come ha il tetto ammaccato quasi come a Talladega, ma allora aveva centrato Logano a mezz’aria. Sullo scatto Larson rimane al comando su Kyle Busch e Joey che finisce subito loose; Stenhouse ed Hamlin, che nella prima stage era stabile 20°, completano la top5.

La gara di Rowdy è sempre storta ed in pochi giri viene scavalcato da uno scatenato Stenhouse che risale fino alla seconda posizione, ma Larson ormai ha già 2″ di vantaggio. Il colpo di scena in questa fase è il problema al motore (si pensa ad una valvola) di DiBenedetto quando era 10°; Matt comincia a girare 1″ più lento al giro nella speranza che presto arrivi una caution per cercare di riparare il guaio.

Si avvicina nel frattempo il giro di soste di metà stage e ai -55 Larson ha 2.5″ su Stenhouse, 7.5″ su Hamlin, oltre 10″ su un ottimo Chastain, Logano, Kyle Busch, Harvick, Bell, Almirola e Custer. A togliere le castagne dal fuoco ci pensa Wallace che fora la posteriore sinistra sui detriti del freno rotto di Starr (che è appena andato nel garage), finisce in testacoda ed è molto arrabbiato con i commissari per la pulizia della pista.

La pit lane si riapre, Larson entra ed esce in testa seguito a sorpresa da Hamlin, mentre dietro succede parecchio: Truex ed Yeley si prendono una penalità per eccesso di velocità, poi c’è una ruota che finisce sull’erba e ci si mette un bel po’ per capire che è di Bell e dunque anche Christopher finisce in fondo al gruppo; al box #21 intanto scoprono che il problema al motore non è risolvibile e dunque DiBenedetto dovrà limitare in danni in pista.

Si riparte ai -47 e Kyle Busch segue subito Larson tentando anche il sorpasso, ma finisce loose e la #5 rimane al comando. Poi le dinamiche sono sempre le stesse: Stenhouse si riprende le posizioni perse in pit lane, Kyle Busch e Logano invece le perdono, dunque a metà gara (35 giri alla fine della stage) Larson ha di nuovo 2″ su Ricky, 5″ su Kyle Busch, Hamlin ed Harvick, 7″ su Almirola, Logano, Byron e Chastain, mentre Elliott dopo la strategia sfasata è risalito al decimo posto.

Le battaglie nella top10 alle spalle dei due leader (con Larson che aumenta inesorabilmente il gap) sono molto intense e vedono come protagonisti principali Almirola, Chastain e Reddick in risalita, Kyle Busch e Logano in discesa. Poi, a poco più di 10 giri dal break, un’altra caution con Custer, in quel momento 14°, che fora la posteriore destra e riesce a tornare ai box, tuttavia la carcassa ha tranciato il tubo dei freni ed il principio d’incendio lo costringe ad un viaggio nel garage.

Malgrado la situazione strategica sia identica alla prima stage, stavolta tutti vanno ai box, tuttavia Briscoe, Reddick e Dillon cambiano solo due gomme e Larson scivola al terzo posto davanti ad Austin; si salvano invece Stenhouse e McLeod, i quali in pit lane scoprono che avevano forato sui detriti vari presenti in pista. A questo si aggiunge una notevole confusione, perché né gli spotter né i piloti sanno che è il giro del choose cone e quindi in molti finiscono involontariamente sulla corsia non voluta.

Nonostante le lamentele si riparte ai -5 e, malgrado la tenacia di Briscoe, contro la #5 si può davvero poco: Larson vince la seconda stage davanti a Dillon, Briscoe, Byron, Kyle Busch, Hamlin, Elliott, Stenhouse, Almirola ed Harvick Al break il gruppo si spacca, solo in 13 non si fermano mentre altri cambiano di nuovo gomme.

La gara riprende a 110 giri e Larson rimane primo, dietro invece Kyle Busch litiga ancora con la vettura e da terzo finisce settimo; subito però arriva un’altra caution, il motivo è sempre lo stesso (disco freno rotto) e la vittima è Ryan Preece che venerdì aveva vinto la gara dei Truck. È ancora molto presto per una sosta, tuttavia qualcuno ne approfitta per un cambio gomme come ad esempio Chastain, Bowman e Reddick.

Nuova ripartenza ai -98 e Larson, pur scattando bene, viene affiancato da Byron che perde per un attimo il controllo e quasi lo travolge; vedendo questo rallentamento Chase cerca di sterzare a sinistra, ma Hamlin ha già infilato il muso al suo interno e per poco non si scatena un incidente. Dopo 200 giri si forma così l’atteso 1-2-3 Hendrick davanti ad Hamlin e Kurt Busch.

Il fatto più interessaante di questi giri è però il black-out di Kyle Busch che si mette a girare 1″ più lento dei leader; si crede ci sia un problema meccanico o uno all’anteriore sinistra o uno alla posteriore destra che aveva baciato il muro poco prima, ma non si capisce cosa sia. Per parecchi giri Rowdy non risponde via radio, poi con un laconico “va tutto bene” prosegue, ma intanto è uscito alla top25 e fra quelli a pieni giri è davanti ai soli DiBenedetto e Smithley, rispettivamente a sette cilindri e lucky dog poco prima e dunque ripartito in coda al gruppo.

Dopo una decina di giri, con Larson che ha accumulato i soliti 2″ stavolta su Byron e 5″ su Elliott e gli altri, arriva il secondo testacoda di Wallace, il quale tocca allargandosi in curva2 McDowell non sapendo che Michael all’esterno aveva un doppiato e dunque non aveva spazio. Mancano poco più di 80 giri al traguardo, dunque 10 in più della durata del pieno, tuttavia tutti vanno ai box tranne Chastain e Smithley che prudentemente dopo preferisce togliersi di torno e dunque lascia Ross a difendersi dal plotone.

Green ai -78 e Chastain in testa dura pochi metri, poi è di nuovo la volta di Larson, dietro nel mucchio emerge Byron che dal mezzo ritorna secondo, poi però arriva un’altra caution e stavolta a rimanere senza freni e andare a muro è Briscoe. La caution arriva al momento perfetto per le strategie e creare un finale interessante.

Mancano 72 giri alla fine, dunque i leader per non perdere la track position sono costretti a non fermarsi e risparmiare un po’ di benzina o cercare un’altra caution per andare in fondo, altri invece (Chastain, Suárez, Keselowski, Stenhouse che in questa fase ha pagato tanto sottosterzo, Reddick, Jones, Kyle Busch, Bowman, Dillon e LaJoie) vanno ai box a rabboccare per tirare fino al traguardo.

A Larson dicono che è a corto di sei giri con la benzina, poi alla ripartenza ai -68 sono diventati solo tre e così per Kyle l’avversario non diventa un altro pilota ma la sua vettura. Dopo la bandiera verde dietro alla #5 ci sono Byron, Harvick, Elliott e Kurt Busch e la #5 allunga come prima, ma con più calma.

A complicare la vita a Larson ci pensa, pare per la quarta volta in gara, un paio di detriti che finiscono sulla griglia del radiatore. Il primo doppiato che potrebbe dargli una mano è Yeley, ma è a circa 5″, dunque Kyle deve accelerare a fondo per raggiungerlo, sfruttare l’aerodinamica e poi tornare subito in fuel saving come in precedenza se non di più. Ai -50 Larson ha 2.2″ su Byron, 3.6″ su Harvick, 5″ su Elliott, Kurt Busch e Almirola, 7″ su Hamlin, 8″ su un Chastain in rimonta dopo la sosta, Bell e Stenhouse, Logano chiude la top10 a 10″ ma ha attaccati Truex, Suárez e Dillon.

Ad andare in difficoltà in questi giri sono Keselowski (freni ko), il solito Logano e soprattutto Elliott, il quale non capisce se ha un problema ai freni o una ruota mal fissata; Chase e il muretto a lungo riflettono se fermarsi, ma poi decidono di proseguire. Ai -30 dicono a Larson che è ok con la benzina, ma dovrà ancora risparmiare per eventuali overtime. Ormai la gara è diventata una maratona di resistenza.

Gli ultimi giri sono entusiasmanti su vari fronti: Almirola passa all’attacco così come Stenhouse che inizia un duro duello con Kurt Busch, Chastain e Suárez proseguono nelle loro inesorabili rimonte sicuri di avere tutta la benzina necessaria, infine Elliott inizia a cedere decimi su decimi. Larson, invece, è il più tranquillo di tutti. Truex rimane a secco, pare, addirittura ai -10, Byron non ostacola il sorpasso di Chastain, Hamlin va ai box ai -2, Kurt Busch finisce la benzina a un giro dalla fine ed Harvick poco più tardi.

Kyle Larson indisturbato vince così una bella gara a Nashville con 4.3″ su Chastain, 7.1″ su Byron, 8.5″ su Almirola, 9.1″ su Harvick, 10.4″ su Stenhouse, 14.1″ su Suárez, 15.7″ su Kurt Busch, 16.5″ su Bell e Logano a 21.2″; Kyle Busch si riprende nel finale ed è 11°, Elliott 13°, Bowman 15°, Hamlin 22°, Truex 23°, Keselowski 24°, DiBenedetto 25°.

Mentre Larson festeggia la terza vittoria consecutiva in Cup Series, quarta includendo la All-Star Race, e il fatto di aver perso in un mese solo un playoff point, in direzione gara si consuma l’ultimo atto della giornata: Elliott non aveva un problema ai freni, bensì più di una ruota mal fissata. I commissari riscontrano addirittura cinque bulloni non avvitati a dovere sui 20 totali e dunque per Chase arriva la squalifica a norma di regolamento. La #9 perde il 13° posto ma soprattutto il playoff point della prima stage e questo fa arrabbiare molto Elliott, ed i suoi tifosi aizzati sui social, perché i fatti fra il giro 90 ed il 220 sono scollegati, ma il deterrente messo dalla Nascar funziona proprio per questo.

In campionato Larson vola così ancora più in vetta alla griglia playoff essendo arrivato al quarto successo stagionale, ma ora Kyle vede Hamlin in classifica generale: dopo Talladega la #5 (la stessa che vinse a Nashville 37 anni fa) era a 146 punti dalla #11 in fuga, due gare dopo a Darlington ancora a -144, ora invece è solo a dieci lunghezze. Il campionato è stato ribaltato in appena 40 giorni e non si vede chi possa fermare Larson ed Hendrick.

I risultati odierni

La classifica della “Ally 400”

La classifica generale

Così in campionato a 9 gare dai playoff

Le altre categorie

Xfinity Series: Kyle Busch nella leggenda con la 100esima vittoria!

Truck Series: Preece vince al debutto a Nashville!

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar va a Pocono per un doppio double-header: sabato ci sarà in pista la Truck Series e a seguire gara1 della Cup Series, domenica invece la Xfinity e poi gara2 della categoria principale.


Immagine: media.nascar.com

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