Lo scroscio decisivo arriva nel momento giusto: prima vittoria per 23XI Racing
Dopo mille peripezie dovute al meteo, la NASCAR è finalmente riuscita a mettere a referto la tappa autunnale di Talladega con la YellaWood 500 della Cup Series. Una gara rinviata di un giorno per pioggia e anticipatamente conclusa per lo stesso motivo pochissimi giri dopo lo “scoglio” di metà distanza, necessario per dichiarare la corsa valida e attribuire i relativi punti.
E l’esito della gara è decisamente storico. Al momento della bandiera rossa finale al comando si trovava Bubba Wallace, che così ha interrotto due lunghissimi e simbolici digiuni per la categoria regina della NASCAR oltre a consegnare la prima vittoria al debuttante 23XI Racing di Michael Jordan.
Innanzitutto il primo successo di Wallace in Cup Series è anche il primo di un afroamericano nella serie dal 1° dicembre 1963, quando Wendell Scott si impose a Jacksonville. Ma per gli americani, cultori delle sponsorizzazioni come nessun altro al mondo, è importante anche la fine della “NASCAR McDonald’s Curse” che durava dal 24 luglio 1994, quando Jimmy Spencer si impose proprio a Talladega e fu l’ultimo a riuscirci con i colori del colosso dei fast food: McDonald’s da allora si è tolta maggiori soddisfazioni a ruote scoperte, con la striscia di titoli Champ Car di Sébastien Bourdais, ma in NASCAR non ha nemmeno più vinto una corsa nonostante una partecipazione quasi costante. Ora anche questa maledizione è finita e, peraltro, non senza un briciolo di fortuna.
La gara di Talladega, con la vittoria di Wallace, ha visto un nulla di fatto per quanto riguarda la classifica dei playoff. Diversi piloti hanno compiuto un passo avanti in ottica qualificazione, ma nessuno è riuscito a raggiungere la matematica certezza prima di Charlotte. Sul Roval, quindi, sarà ancora tutto aperto.
CRONACA
188 giri previsti per la seconda gara stagionale a Talladega, con due stage intermedie da 60. A differenza di quanto visto in Xfinity e Truck Series, la Cup Series effettuerà anche una competition caution dopo 25 passaggi. Sette set di gomme a disposizione di tutti i piloti, mentre lo stint di carburante per le vetture si attesta tra i 40 e i 44 giri.
L’algoritmo per stabilire la griglia di partenza premia Denny Hamlin e Kyle Busch, in prima fila davanti a Chase Elliott e Ryan Blaney. Kyle Larson e Martin Truex sono in terza fila, seguiti dall’accoppiata Penske formata da Brad Keselowski e Joey Logano. A fondo griglia per non avere passato i controlli tecnici in due occasioni finiscono tre piloti già nelle ultime posizioni: Quin Houff, Joey Gase e Will Davison, che in extremis ha preso il posto di David Starr sulla Toyota #66 di MBM Motorsports.
La giornata di domenica è a dir poco tragica per le condizioni meteo. Le possibilità di pioggia rasentano il 90% e soprattutto gli scrosci vanno e vengono a intermittenza, impedendo anche un regolare processo di asciugamento “artificiale” della pista che a Talladega è già di per sé lungo e laborioso. Le vetture scendono in pista con più di un’ora di ritardo rispetto al programma previsto ma proprio durante i giri di ricognizione la pioggia ricomincia a cadere incessantemente, quindi la gara viene posticipata al lunedì per la felicità di Blaney, che per segno del destino ha vinto le ultime due gare di Talladega corse al lunedì.
Anche al lunedì la situazione è complicata ma la gara è stata posta nell’unica finestra (di circa tre ore, tra le 12:00 e le 15:00, con bandiera verde alle 12:05) sotto il 50% di possibilità di acqua fino a mercoledì. La previsione sarà rispettata con una precisione quasi svizzera. Nel dubbio, bisogna completare almeno 94 giri per dichiarare valida la corsa.
Si parte con il poleman Hamlin in linea esterna e Kyle Busch in interna. La fila di “Rowdy” prende subito vantaggio e già al primo giro Keselowski e Logano, dopo essere riusciti a mettersi alle spalle di Busch e di Elliott, hanno modo di passare esterni davanti a Hamlin.
La gara vivrà di un numero incalcolabile di “bump”, che in due casi porteranno anche ad una caution. Al secondo passaggio è Hamlin a spingere le due Ford del team Penske e due tornate più tardi si ha già una prima situazione di rischio con Keselowski che tampona Logano e lo “sposta” verso la corsia ancora più esterna.
La traiettoria interna comunque sembra generalmente la più veloce e dunque a prendere vantaggio sono Kyle Busch, Elliott, Larson, Kevin Harvick, Alex Bowman e Tyler Reddick. Hamlin invece si mette tutto all’esterno e perde tantissime posizioni scivolando fino alla 32esima.
Harvick passa in traiettoria esterna al sesto giro, davanti a Logano, e grazie alle impetuose spinte del rimontante Matt DiBenedetto mette il muso della sua Ford davanti a quello di Busch. DiBenedetto sembra davvero poter fare la differenza in questo frangente e in assenza di possibilità per quanto riguarda le soddisfazioni personali cerca quantomeno di aiutare i compagni di marca. Harvick e Logano ricevono numerosi bump dalla #21, che al 12° giro taglia poi in linea interna davanti ad Aric Almirola e William Byron.
Caratteristica di questa gara sono anche i ripetuti, e poche volte efficaci, tentativi di formare anche una terza fila. Uno dei più riusciti si verifica al 14° giro ed è quello che riporta nelle prime posizioni Truex dalla linea più esterna dopo una partenza poco convincente. Truex si trascina dietro Wallace, che poi passa in linea centrale davanti a Harvick mentre DiBenedetto continua a comandare la fila interna.
Un altro attacco impetuoso è quello di Cole Custer, che al 20° giro prende le redini della linea interna trascinandosi Harvick, Logano, Blaney e Keselowski. Larson, invece, dal comando della traiettoria esterna arriva un po’ “loose” in curva 3 al 23° passaggio e scivola attorno alla 20esima piazza.
Con un giro di ritardo viene chiamata la competition caution con al comando Custer davanti a Logano, Harvick (all’esterno), Blaney, Elliott (anche lui esterno) e Keselowski. Tutti ne approfittano per effettuare la prima sosta ai box: Harvick è il più rapido davanti a Custer, Blaney, Truex (che non cambia gomme), Logano e Kurt Busch, mentre Elliott perde qualche posizione dopo essersi toccato con Cody Ware uscendo dalla piazzola e Hamlin arriva addirittura lungo nel suo spazio di sosta.
Bandiera verde al giro 30 con Harvick che parte da traiettoria esterna ma si lancia subito all’interno dopo essersi assicurato di non rischiare contatti con Custer. All’esterno resta davanti Truex, spinto da Kurt Busch che in seguito si sposta a sua volta all’interno. Gli interni prendono vantaggio e il resto del gruppo si apre a ventaglio due tornate più tardi, con Keselowski che conduce una fila centrale e Truex tutto largo.
Dopo avere condotto per diversi giri Kurt Busch si fa sa parte al numero 34 e scivola nono. La fila passata in vantaggio qualche minuto prima si sposta in massa all’esterno e al 37° giro Harvick è davanti a Blaney e ad un incredibile Hamlin, ripartito attorno alla 26esima posizione e risalito terzo in appena sette giri.
Keselowski riprende l’iniziativa lanciandosi all’interno per passare Hamlin e Logano, quindi si porta al centro mentre Hamlin conduce la linea lasciata dalla Ford #2; Harvick, ancora esterno, perde molte posizioni prima che il gruppo ritorni disposto in doppia fila. Anche Hamlin non segue il passo imposto da Keselowski, che al 46° giro conduce da traiettoria esterna un filone che comprende anche Chris Buescher, Logano, Harvick, Blaney, Wallace e Justin Haley. Il passo è stranamente sostenuto e il gruppo si mette addirittura in fila indiana prima che William Byron riapra un fronte interno sfruttando una “onda” dovuta ad un doppiaggio di due vetture. La Chevrolet #24 è comunque troppo indietro e al 51° giro si torna alla fila unica, che nella tornata successiva si porta tutta all’interno.
La situazione inizia ad innervosirsi con Buescher che spinge ripetutamente Keselowski spostandolo verso l’esterno. La #2 si ritrova poi un varco all’interno lasciando Reddick a guidare la fila esterna ricompostasi nel frattempo. Al 56° giro arriva la prima vera caution di giornata, che congela la classifica della stage con quattro passaggi d’anticipo: Byron in traiettoria interna tampona un Justin Allgaier leggermente decentrato, che subito finisce di muso verso l’esterno dove sta transitando Larson, il quale si ritrova la Chevrolet #77 nella portiera sinistra; coinvolto anche Chase Briscoe, che non avendo più spazio all’interno per evitare il retrotreno della vettura di Allgaier fuori controllo cerca di farlo all’esterno, ritrovandosi ugualmente schiacciato a muro. All’atto pratico solo il pilota di Spire Motorsports è costretto al ritiro, ma per Larson da questo momento inizia un autentico calvario.
Buescher vince la prima stage in regime di caution precedendo Logano, Keselowski, Harvick, Reddick, Blaney, Elliott, Ross Chastain, Kurt Busch e Bowman. Larson effettua la prima di una serie di soste: il muretto del team Hendrick gli comunica che procederanno per gradi, nel tentativo di non perdere il giro, dunque per prima cosa la Chevrolet #5 effettuerà il cambio gomme e poi si cercherà di risistemare la convergenza e l’aerodinamica della vettura oltre a fare rifornimento. Larson perde comunque il giro e deve anche sottostare al tempo massimo di percorrenza che la NASCAR utilizza per ragioni di sicurezza quando le vetture incidentate vengono rimesse a posto ai box.
Tutti rientrano per un nuovo rifornimento e cambio gomme e al comando passa così Harvick davanti a Logano, Hamlin (che mette solo due pneumatici nuovi), Keselowski, Buescher, Blaney e Kurt Busch. La Ford #4 di Stewart-Haas Racing è tuttavia costretta ad un nuovo pit stop perché nel giro di uscita subisce una foratura della posteriore sinistra, mentre anche Hamlin ha in precedenza raccattato un detrito piuttosto fastidioso (sembra un chiodo) in prossimità della sosta.
La gara riprende al 65° giro con Logano a guidare la linea interna e Hamlin in quella esterna. La bandiera verde dura tuttavia pochissimo perché un Larson già poco sicuro dell’assetto della sua vettura vede l’anteriore destra afflosciarsi e finisce contro il muro in curva 2. I suoi meccanici avevano lavorato sulla zona anteriore destra della vettura perché nonostante i danni maggiori si trovassero a sinistra (la fiancata lato guida si è completamente rivoltata verso l’interno nella parte inferiore) l’idea era che bisognasse concentrarsi su quel lato per trovare un assetto sufficiente a permettere a Larson di stare nel tempo massimo imposto dalla NASCAR al rientro in pista. Evidentemente, qualcosa è andato storto: Larson riesce a tornare ai box ma perde altri due giri.
Al termine del 67° passaggio un gruppone capitanato da Reddick, Hamlin, Chastain, Elliott e Wallace imbocca la corsia box per un cambio gomme. Non è una scelta molto azzeccata perché in questo frangente, con qualche nuvola nera all’orizzonte, la necessità vera è quella di mantenere il serbatoio pieno: gli altri piloti di testa compiono questa operazione al tre giri più tardi e anche i piloti sopracitati sono costretti ad accodarsi. Al comando si ritrova un probabilmente incredulo Ware, che era rientrato un giro prima di tutto il resto del gruppo. Nella confusione della pit lane c’è spazio anche per un quasi-contatto tra Blaney e Hamlin, con quest’ultimo che senza margine di manovra deve effettuare il rifornimento completamente intraversato nella sua piazzola.
In regime di caution, al 73° giro, arriva uno scroscio di pioggia che porta all’esposizione della prima bandiera rossa di giornata con la Chevrolet #53 del team di Rick Ware incredibilmente in prima posizione. La singolare e irriverente caratteristica di questo rovescio d’acqua è il fatto che si sia formato esattamente sopra la pista.
Dopo 20 minuti di interruzione si riparte con un nuovo giro collettivo di soste a cui non partecipano solo Haley e Corey LaJoie, che passano dunque a condurre la gara. Alle loro spalle si trovano nell’ordine Logano, Blaney, Keselowski, Buescher, Reddick Christopher Bell e Harvick.
Al restart del 78° giro Haley riesce per un po’ a mantenere il ritmo dei migliori in traiettoria interna mentre LaJoie viene prontamente riassorbito dall’esterno. In linea esterna sale dunque in cattedra Buescher al 79° giro, che poi passa all’interno e infine riceve una tamponata da Haley che congestiona tutta la fila nella quale si trovano Logano e Keselowski. I due alfieri Penske perdono un sacco di posizioni che recupereranno molto lentamente, venendo fermati proprio sul più bello.
Avanza dunque tutta la fila esterna comandata ora da Bell davanti a Harvick, Hamlin, Bowman e a due protagonisti fin qui pressoché invisibili ma che svolteranno la gara ben presto: Ryan Preece e Ricky Stenhouse. Al giro 84 è Hamlin a riprendere la traiettoria interna mentre stava riportando nelle prime posizioni Erik Jones, Custer e Buescher. La fila esterna ritorna avanti con i bump di Harvick su Bell, che all’88° giro prendono traiettoria interna davanti a Hamlin mentre la fila esterna è capitanata da Bowman poco indietro. Passa un’altra tornata e Harvick passa esterno, iniziando un testa a testa con Bell che dura fino al giro 93.
Si arriva al fatidico giro 94 che dichiara valida la gara con la formazione di una terza fila guidata da Truex su spinta di Bowman, che poi si mette al centro spinto da Stenhouse mentre Bell è interno con Hamlin incollato al parafango posteriore. Si diceva di Stenhouse poco sopra: al 98° giro sul backstretch Elliott spinge con forza la Chevrolet #47 che finisce con ulteriore forza su Bowman. Troppa forza, perché la Chevrolet #48 parte verso l’esterno e Chastain da dietro non riesce ad evitarlo, chiuso a sandwich tra lo stesso Bowman e Reddick che resta anch’egli coinvolto. Da questo scontro vengono danneggiati pure Kyle Busch e Truex, che riesce miracolosamente a non finire in testacoda controllando la sua Toyota #19.
Uno dei due piloti ad avere scatenato la carambola, Stenhouse, è addirittura al comando davanti a Bell, Hamlin, Elliott, Harvick, Keselowski e Jones. La caution è piuttosto lunga e altre nuvole nere si avvicinano velocemente all’ovale di Talladega. Si riprende al giro 104 con Stenhouse esterno spinto da Elliott e Bell all’interno spinto da Hamlin.
Dopo quattro tornate arriva Wallace, che apre un fronte rasente il muro e poi si mette al centro alle spalle di Stenhouse. In questo frangente risale anche Kurt Busch, che si mette a guidare la fila esterna e prende un vantaggio tale da poter tagliare completamente la pista verso l’interno davanti a Bell e Hamlin, mentre al centro resta Stenhouse.
Sono fasi molto concitate perché mancano dieci giri alla fine della seconda stage ma gli spotter iniziano a comunicare che inizierà a piovere ancora prima. Passata la metà gara, la possibilità che la gara termini nel giro di pochi minuti è altissima e come naturale conseguenza chi ha il passo per stare davanti ci prova in tutti i modi.
Si torna in doppia fila con Kurt Busch, Bell e Hamlin all’interno mentre Wallace ha preso le redini della traiettoria esterna sui redivivi Keselowski e Logano. La vettura #23 sfreccia poi all’interno davanti a Busch e poi di nuovo all’esterno a “tappare” le Penske, prendendo un piccolo spazio di vantaggio sulla fila interna. Al giro 116 Logano spinge Keselowski, che scarta verso l’interno dove fortunatamente non si trova Busch, rimasto poco indietro.
Passano pochi secondi e si scatena la caution decisiva. Siamo di nuovo sul backstretch, la linea esterna rallenta all’improvviso Buescher tampona il secondo nome che avevamo citato in precedenza, quello di Preece. Stavolta è la Chevrolet #37 a schizzare contro il muro esterno sfiorando Logano che si trova davanti a lui. Buescher passa indenne mentre a finire a loro volta contro la barriera per evitare Preece sono Byron e DiBenedetto, che ricompare suo malgrado nelle immagini dopo un inizio da protagonista a cui non ha fatto seguito più nulla.
Un giro dopo la neutralizzazione si scatena la pioggia che ferma di nuovo la corsa: era prevista una finestra di tre ore sotto il 50% e così è praticamente stato, visto che lo scroscio finale è arrivato giusto con un quarto d’ora d’anticipo rispetto al previsto. Al comando c’è Wallace su Keselowski, Logano, Kurt Busch, Bell, Buescher, Hamlin, Harvick, Jones ed Anthony Alfredo. Dopo quasi un’ora di bandiera rossa la gara viene dichiarata conclusa con i piloti che prendono i punti di stage e classifica finale nell’ordine dettato sopra.
Il primo successo di Wallace congela le qualificazioni dirette al Round of 8, con Hamlin che resta da solo in virtù del successo di Las Vegas. Si mette comunque piuttosto bene per i primi sei della classifica a punti: Hamlin, Larson, Logano, Keselowski, Truex e Blaney potranno approcciare l’ultima gara prima del secondo “taglio” con relativa tranquillità. Sarà una Charlotte infuocata invece per Elliott, Kyle Busch e Harvick mentre Bell, Byron e Bowman saranno praticamente obbligati a vincere domenica prossima.
L’appuntamento conclusivo del Round of 12 sarà dunque quello sul Roval di Charlotte, in compagnia della Xfinity Series. L’appuntamento è per domenica, nella serata italiana.
Classifica di gara
Classifica di campionato
Immagine copertina: NASCAR Media Site
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