NASCAR | La Next Gen non delude, Larson riconquista Fontana!

NASCAR
Tempo di lettura: 25 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
28 Febbraio 2022 - 15:45
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I timori della vigilia di una gara rallentata eccessivamente dai problemi di gioventù della Next Gen vengono in parte cancellati dallo spettacolo di Fontana. Reddick domina fino alla foratura, poi prende il controllo Larson che ottiene il primo successo stagionale


La Next Gen passa anche il difficile esame di Fontana e a vincere è Kyle Larson, profeta in patria dopo che Reddick è finito ko in un bizzarro incidente. Le difficoltà per le nuove vetture introdotte dalla Nascar a inizio stagione ed un sabato caratterizzato da tanti testacoda, incidenti, problemi meccanici e lungaggini ha fatto temere il peggio per la domenica. E invece la gara ha regalato spettacolo anche per merito della conformazione della pista, larga e abrasiva. Gli ultimi quattro giri sono il manifesto di questa gara e, si spera, di tutta la stagione.

Le libere e le qualifiche

A Fontana debutta il nuovo format compatto per quanto riguarda l’approccio alla gara, in parte ispirato alla IndyCar, e che sarà presente nella grande maggioranza delle gare e non solo in Cup Series. Per questa categoria il gruppo degli iscritti vengono divisi in due gruppi (alternando l’ordine) tramite il ben noto algoritmo degli ultimi anni.

Poi il Gruppo A ed il Gruppo B a disposizione ci sono 15′ (netti) di libere, in pratica uno shakedown o poco più, e poi subito si va alle qualifiche su giro secco. I migliori cinque di ogni gruppo poi vanno alla sfida per la pole.

Il sabato a Fontana è soleggiato e ventoso (e dalla pista si solleva la polvere dovuta alla levigatura dei bump sul backstretch)e il debutto della Next Gen su una pista “vera”, quindi c’è tanto interesse e anche timore. E la bandiera verde dura appena due minuti, poi nel Gruppo A Kevin Harvick va subito a muro in curva4. Il guaio rischia di essere grosso perché il team #4 rischia di dover ricorrere all’unico muletto che l’intero Stewart-Haas Racing è riuscito a portare a Fontana. Dopo lunghe riparazioni (che sarebbero state impossibili con la Gen6), la squadra riesce a riparare la vettura.

Lo shakedown del Gruppo A è tormentato: Kyle Busch riporta problemi alla trasmissione, Haley uno al radiatore dell’olio e salterà le qualifiche, poi Chris Buescher finisce in testacoda, Chastain finisce violentemente a muro per un guaio meccanico ed infine Bell fora e anche lui perde il controllo. Alla fine dei 15′ netti (32′ lordi) il più veloce è Hamlin (41.519″) su Kyle Busch e Logano.

Mentre il Gruppo B scende in pista per le sue libere, Bell prova a ridare il sorriso alle facce agitate di molti dicendo: “Queste auto sono molto difficili da guidare. Sono molto felice di guidarle!” a dimostrare che i piloti sono felici di riavere il controllo della macchina nelle loro mani e nel loro talento. In questi 15′, in cui Reddick è il più veloce ma meno di Hamlin nel combinato, solo Wallace ha un testacoda in cui si appoggia al muro.

Dopo una breve pausa iniziano subito le qualifiche. Dei 36 piloti iscritti rimangono solo 30 perché Harvick e Chastain sono andati a muro, Haley è nel garage così come Wallace per riparazione danni mentre Kurt Busch ha fallito i controlli tecnici tre volte.

Il Gruppo A non vede problemi di solta ed i qualificati al secondo round sono Logano, Keselowski, Hemric, Hamlin e Kyle Busch (Bowman eliminato per 0.006″). Nel Gruppo B si ricomincia con le emozioni forti: Almirola va in testacoda salvando però la vettura; avanzano Elliott, Blaney, Cindric, Jones e Byron. Reddick è il primo degli eliminati e, dato che dall’11° al 36° posto i tempi dei due gruppi vengono rimessi insieme, allora partirà proprio 11°.

La top10 scende in pista di nuovo e iniziano i guai: Keselowski è il primo a finire in testacoda in curva2 e scendendo dalla vettura quasi litiga con i commissari perché non vuole che la vettura sia caricata sul rimorchio perché nella manovra il diffusore verrebbe danneggiato, un problema decisamente grande per la Next Gen.

Alla ripresa non cambia lo spettacolo: Logano chiude troppo sull’apron in curva4 e bacia il muro in uscita, Byron lo imita pochi minuti più tardi pur senza contatto. A questo punto in pole provvisoria c’è a sorpresa Austin Cindric e all’appello manca solo Elliott. E Chase, dopo aver visto le sorti della #22 e della #24, cosa fa? In curva4 decide di andare sull’apron. Il testacoda – quasi scontato – consegna la prima pole position in carriera al leader del campionato Austin Cindric.

La gara

Dopo il lungo sabato, i timori per una domenica altrettanto lunga sono fondati. La Nascar deve trovare una soluzione tampone subito. La scena di Keselowski che quasi litiga con i commissari è eloquente perché danneggiare ulteriormente le vetture solo per recuperarle non dovrebbe essere nemmeno concepibile. Quindi la Nascar autorizza il fatto che in caso di auto “spiaggiata” i piloti possano rimanere in macchina e la vettura possa essere trainata fino ai box senza essere caricata sul camion.

La lista finale dei piloti che devono partire dal fondo è lunga: Chastain è l’unico che deve ricorrere al muletto in quanto ad Harvick (vero miracolo della Next Gen), Keselowski, Logano e Wallace riescono a riparare la vettura titolare pur finendo in coda per modifiche in parco chiuso, Haley invece deve farlo per il cambio del radiatore dell’olio, infine Larson riceve la brutta notizia domenica mattina per un problema elettrico.

Notizie in chiaroscuro per i fratelli Busch. Kurt dopo aver fallito tre volte i controlli tecnici pre-qualifica, deve pure scontare un drive through a inizio corsa. Il fratello Kyle, invece, si salva perché la sostituzione del cosiddetto transaxle (il nuovo gruppo cambio-differenziale introdotto dalla Next Gen) non è una violazione del parco chiuso, infatti l’elemento è un unico pezzo né modificabile né apribile dai meccanici, bensì fornito dal produttore e montato così come è e quindi la sua sostituzione in blocco è ammessa.

L’ultimo intervento pre-gara è quello della Goodyear: spaventati da quanto visto al sabato, la casa decide di fornire ai team un set in più di gomme (13 totali) e impone una competition caution al giro 20; un retaggio costante di due anni di Nascar pandemica dunque non vuole proprio andare via, ma dovrebbe essere più una rarità in questo 2022.

Al via di una corsa con molte incognite, Austin Cindric scatta dalla pole con un peso maggiore imprevisto: Scott McLaughlin a St.Petersburg ha trionfato e quindi un suo successo, o uno di Blaney o Logano, sarebbe il numero 600 nella storia del Team Penske. Al via Cindric sceglie l’esterno, ma Erik Jones (vera sorpresa delle qualifiche) dall’interno in curva2 passa al comando; il primo rischio è di Chase Briscoe, ma il pilota SHR salva la vettura.

Chi si fa notare fin dai primi giri è Tyler Reddick, il quale sfrutta l’amata corsia lungo il muro per recuperare posizioni, anche se non disdegna l’interno per superare Hamlin. Fra alti (Logano e Larson già nella top15) e bassi (Kyle Busch che perde posizioni) i piloti si comportano molto bene nei primi giri e garantiscono uno spettacolo fin da subito interessante.

Cindric di quelli del gruppo di testa è il più prudente e lo si vede, dato che non oppone resistenza all’attacco di Reddick che si porta dietro Blaney; Tyler inoltre punta a riprendere Jones in vetta. Dopo 10 giri si cominciano a sentire anche le reazioni dei piloti via radio, la maggior parte di essi registra un leggero sovrasterzo in entrata di curva, mentre Kyle Busch – come al solito – è il più espressivo e riporta di non aver controllo del retrotreno. Sembra una sua solita esagerazione, ma non lo è.

Al giro 12 Reddick completa la rimonta e scavalcando Jones passa al comando con una manovra all’esterno di curva4. Dietro di loro, ma staccato, c’è Blaney con Elliott che sta recuperando terreno. Poi arriva la prima caution della gara e a finire in testacoda in uscita di curva2 è proprio Kyle Busch. La #18 riesce a ripartire da sola con tutte le gomme regolarmente gonfie e quindi il primo momento di panico passa senza lungaggini.

La caution diventa, con cinque giri di anticipo, la competition caution. Reddick entra ed esce dai box al comando; i pit stop con la Next Gen sono ancora qualcosa di molto aleatorio ed i problemi sono ancora notevoli (e a pagare è ancora Blaney come a Daytona). La classifica dietro a Tyler è rivoluzionata ed ora ci sono Byron, Elliott, Hamlin, Jones, Stenhouse, Truex, Cindric, Larson e Logano. Tutti i 36 piloti sono ancora pieni giri, dato che Kurt Busch dopo il drive through non era stato doppiato.

Si riparte ai -46 nella prima stage e Reddick mantiene il comando seguito da Elliott che lo ha aiutato nella spinta, Byron è terzo davanti a Jones ed Hamlin, Blaney risale subito, Ware si stacca per problemi all’acceleratore. La grande conferma, però, oltre ad Erik è ancor Stenhouse dato che è sesto (e avanza), tuttavia ben presto si capisce che la #47 è forte solo sullo short run e decisamente meno sul long run.

Al giro 23 c’è un nuovo leader della corsa: Elliott prende la scia della #8 e completa il sorpasso in curva1; protagonisti poco più dietro anche Hamlin, Logano e Truex che sul rettilineo sono 3-wide per la sesta posizione. I giri scorrono veloci solo perché ci sono tante battaglie in pista, non per la velocità stessa delle vetture, infatti i cavalli in meno rispetto agli anni scorsi si sentono.

La gara sfugge via dalle mani di Elliott ben presto: attorno al giro 32 Chase bacia il muro in curva4 e subito il pilota si accorge che qualcosa si è rotto (nello specifico il tirante della convergenza) e la vettura ha una fastidiosa vibrazione. Chase perde 1″ in un giro e così viene sorpassato da Reddick, Byron e Jones.

La gara si anima all’improvviso con altri colpi di scena: Kyle Busch va ai box perché la vettura si sta surriscaldando (pare perché abbia raccolto tanta polvere in pista) ed ha bisogno di un rabbocco d’acqua per il radiatore. Mentre Rowdy è ai box, Elliott finisce in testacoda in curva2 ripartendo anch’egli in autonomia.

Il degrado delle gomme obbliga tutti a tornare ai box. Reddick rimane primo stavolta su Jones, Cindric (+7), Byron, Stenhouse, Hamlin, Truex, Bowman, Logano e Blaney (-5). Tyler però ha altri problemi: crede di avere un problema al sedile oppure di essersi stretto troppo le cinture, infatti non sente quasi più sensibilità alla gamba sinistra; per sua fortuna il freno non si usa tanto a Fontana. La prima penalità del giorno è per Austin Dillon ed è per eccesso di velocità. Soste prolungate anche per Bell (pure lui surriscaldamento e le preoccupazioni in Toyota crescono), Hemric (problemi alla leva del cambio, ripartirà staccato di sei giri), Wallace (ai margini della top30 dall’inizio), Elliott (-2) e Kyle Busch (-5).

La green sventola ai -23 e Reddick rimane al comando malgrado lo slide job tentato da Jones al suo interno che – fallendo – permette a Byron di passare secondo; da dietro arrivano poi Truex e Logano mentre Larson manca il suo slide job e quindi deve lottare con Blaney e Cindric con Penske che quindi è sesto, settimo e ottavo.

La sorpresa in questi giri è la nuova fiammata di Stenhouse che scavalca sia Jones che Byron, quest’ultimo approfittando del tentativo di William su Tyler. Poi però la #47 si eclissa di nuovo e torna relativamente indietro. Ad un quarto di gara (-15 nella prima stage) Reddick ha 1.8″ su Byron, 2.2″ su Stenhouse e Jones, 3.0″ su Logano, Blaney e Truex, 3.6″ su Briscoe e Cindric, 4.6″ su Larson e Bowman.

Dopo un grosso rischio con Truex che si appoggia al muro e Cindric che per poco non lo centra visto che Martin ha rallentato bruscamente e poi nel pendolo la #2 sfiora la vettura di Larson, arriva un’altra caution a causa della foratura e del testacoda di Bilicki che si spiaggia nell’erba per il primo intervento del camion dei soccorsi anche se basta spingere Josh ai box. La pit crew di Reddick è ancora perfetta e la #8 esce davanti a Byron, Jones, Kurt Busch (poi penalità per speeding), Briscoe e Stenhouse; male invece ancora Blaney.

Dopo le wave around di Kyle Busch ed Hemric, il lucky dog di Smithley ed una sosta tardiva di Harvick (in difficoltà netta e fuori dalla top20), si riparte per uno sprint di otto giri. Reddick scatta bene e precede Jones e poi il gruppo che è 4-wide. Nel finale non succede molto se si esclude il sottosterzo di Truex che finisce fuori dalla top10 e McDowell che bacia il muro.

Reddick vince la prima stage davanti a Jones, Byron, un Briscoe in rimonta, Larson che era partito dal fondo, Bowman, Logano (idem come Kyle), Blaney (altro recupero affannoso sullo short run), Cindric e Stenhouse; fuori dalla top10 Hamlin, Keselowski, Suárez, Haley e Truex, Chase Elliott (32°) è il lucky dog e recupera uno dei due giri persi, Bilicki è a -3, Kyle Busch a -4, Hemric a -5, Ware a -14.

Altra caution, altro giro di soste; per Reddick nemmeno la combinazione “quattro gomme + pieno + ibuprofene” per risolvere anche i problemi alla gamba lo rallentano ed è ancora al comando all’uscita dalla pit lane. Briscoe è ora secondo su Byron, Larson e Bowman; Gilliland ha problemi alla sosta e la perdita della anteriore destra in uscita dai box in settimana costerà quattro gare di squalifica al suo crew chief ed al meccanico.

Il vento, dopo una mattinata tranquilla, si alza leggermente e e questo preoccupa i crew chief che già si ritrovano ai box delle gomme di destra molto consumate dopo gli stint. Si riparte e stavolta Reddick non scatta al meglio, al punto che Larson spinge Briscoe davanti alla #8, la lotta alla pari prosegue per mezzo giro poi Kyle si tuffa all’interno in curva3 e passa lui al comando.

La manovra ovviamente non paga in uscita e Briscoe prende la scia della #5 e torna al primo posto. Davanti lottano in quattro dato che insieme a loro e a Reddick si è unito anche Byron, Logano invece si stacca e deve battagliare con Bowman e Blaney che sta cercando l’ennesima rimonta. Seguono giri di attacchi falliti: Reddick ci prova su Larson ma non va, lo stesso Kyle viene rimbalzato e finisce dietro a Byron. In sintesi però Hendrick e Penske dominano la top10 con sei vetture.

Larson ondeggia attorno al quinto posto, prima aveva sovrasterzo ora invece sottosterzo e quindi si vede scavalcato da Blaney nel tentativo di limitare i danni. Dietro di loro, invece, Jones bisticcia con Bowman con Erik che non approva il modo di guidare di Alex. Le wave aroud saltano in successione, ma se la sosta di Hemric è prevista, quella di Kyle Busch no, dato che la #18 fora senza però finire in testacoda.

I problemi in casa Toyota sono ancora più preoccupanti dato che dopo Rowdy e Bell anche le temperature sotto il cofano di Hamlin schizzano alle stelle (315 °F, ovvero oltre 155 °C) e Denny deve dunque andare ai box. Proprio mentre Denny imbocca la corsia dei box, dietro di lui il compagno di squadra Bell finisce in testacoda per la posteriore destra forata; tutti riescono ad evitarlo, pure Stenhouse che deve seguire la #11 ai box. La #20 si spiaggia e perde quattro giri nel traino, Hamlin si salva da un probabile doppiaggio, Elliott col lucky dog torna a pieni giri.

Ancora soste e ancora una volta Reddick è perfetto, infatti Tyler torna primo davanti a Briscoe, Byron, Blaney (prima sosta buona per lui), Cindric, Logano, Larson, Bowman, Jones e Almirola; sosta prolungata per Truex (prevenzione visti i problemi dei compagni di squadra) mentre è disastrosa quella di Wallace (ennesimo problema di comunicazione interno al team).

La green sventola ai -34 nella stage e Reddick scatta bene precedendo, fra le tante cose, un 4-wide di cui tre piloti sono quelli del Team Penske. Sei giri più tardi, mentre Bell si avvia verso il garage ed il ritiro, si arriva a metà gara: Byron sta attaccando proprio in questo momento Reddick e lo precede sul traguardo di 0.003″, Larson è terzo a 1″, seguono a 1.5″ Logano e Briscoe, Blaney a 2″, Jones e Cindric a 3″, Bowman, Custer, Keselowski, Austin Dillon e Almirola a 3.5″; Elliott è rientrato nella top20 a differenza di Harvick, Kurt Busch, Hamlin, Wallace e Truex, Kyle Busch a -4 con Hemric.

Byron dunque ha preso il comando e guida una fuga a tre con Reddick e Larson, poi Logano guida il gruppo in cui Cindric, per mettersi in scia a Jones rischia di girarsi sul muso di Bowman. Joey sul long run non è eccezionale e dunque Briscoe lo ripassa, ma a differenza di altre occasioni non crolla e rimane lì con gli altri. Larson, invece, approfitta del momento di difficoltà di Reddick per superarlo e portarsi al secondo posto. Spicca, invece, la crisi Toyota dato che nella prima metà della classifica non ci sono vetture giapponesi.

La speranza di vedere un long run si spegne subito: Buescher fora quando è 14° e finisce a muro a -20; per Chris la gara termina praticamente qua; Bilicki recupera un giro. Ai box Reddick approfitta delle soste lente – se non lentissime – di Briscoe e Byron (e qui scende al muretto persino Chad Knaus a valutare quanto successo) per tornare primo; difficoltà anche per Wallace che è a lungo fermo col cofano alzato, Kyle Busch ed Hemric si prendono un’altra wave around approfittando del fatto che difficilmente verrebbero doppiati su un giro da oltre 40″ quale è quello di Fontana.

Si riparte ai -14 e ancora una volta in prima fila ci sono Reddick e Jones in quanto Larson, secondo, al choose cone ha scelto di seguire Tyler. Erik si tuffa e stavolta lo slide job in curva1 va a buon fine; a sorpresa in terza posizione emerge invece Cole Custer davanti a Keselowski che, tuttavia, in curva4 finisce in testacoda a causa del sovrasterzo venendo evitato da tutti. E Bilicki recupera un altro giro.

Qualcuno va ai box (Elliott e pochi altri) per giocarsi tutto con gomme fresche nello sprint finale di nove giri. La scena che si sviluppa è un replay in pratica: Reddick, che nell’incrocio era ritornato davanti, viene infilato dallo slide job di Jones, tuttavia nel crossover mezzo giro più tardi la #8 ritorna prima. Dal 5-wide che c’è stato dietro di loro emerge invece Logano mentre Bowman sfiora il muro per evitare Kurt Busch che rallenta per un problema meccanico.

Reddick dunque vince anche la seconda stage davanti a Jones, Logano, Blaney, Larson, Custer, Cindric, Almirola, Byron ed Hamlin; Bowman è 11° su Chastain, Stenhouse. A.Dillon, Suárez, uno spento Harvick e Briscoe che era finito in coda dopo la sosta. Bilicki beffa McLeod e col terzo lucky dog in fila torna a pieni giri, Kyle Busch è a -3 così come Hemric, ma tentano una nuova wave around.

La settima sosta di Reddick è ancora perfetta e alla green dei -64 scatta davanti a Jones, Logano, Custer ed Hamlin; Harvick invece si prende una penalità nella disperazione di trovare l’assetto buono. La ripartenza è buona fino in curva4 quando Almirola, in maniera simile alla qualifica, perde e salva la vettura. Aric si infila in pit lane e tira dritto; purtroppo per lui le gomme sono spiattellate e al giro successivo deve tornare ai box per un pit stop.

Davanti, intanto, mentre Reddick comanda Logano si è preso il secondo posto da Jones ed i due precedono Bowman (che evidentemente non ha danni dal contatto precedente) e Custer, tuttavia pochi giri più tardi Erik dimostra di averne di più e torna davanti alla #22. Reddick rischia lungo il muro e Jones lo va a riprendere, i due staccano infatti Logano ed il resto del gruppo. Lo Spire Motorsports passa cinque brutti minuti: LaJoie deve fare una sosta fuori sequenza (con penalità) e poco dopo Bilicki (che aveva recuperato i tre giri persi in precedenza) li riperde per una foratura.

A 50 giri dalla fine Reddick ha 0.7″ su Jones, 3.6″ su Logano, 4.6″ su Blaney, 6.0″ su Bowman e Byron, 7.0″ su Custer, 7.5″ su Hamlin, 8.0″ su Larson ancora nell’ombra dopo il buon inizio, 10.1″ su Stenhouse, 10.7″ su Cindric, 11.1″ sulla coppia Trackhouse composta da Chastain che passa Suárez, 11.6″ su Elliott e 12.7″ su Keselowski ed A.Dillon; più indietro Truex, Kurt Busch, Harvick, Wallace e tanti altri. Poi il colpo di scena più clamoroso.

Tyler Reddick fora la anteriore destra in ingresso di curva1 ed è costretto ad alzare il piede per rientrare ai box, ma non riesce ancora a tagliare verso l’interno, dunque è lungo il muro. Jones lo passa senza problemi, Logano pure con Blaney e Bowman. Byron, invece, che ha anche Alex davanti, stringe troppo in curva2 per stare troppo a sinistra, finisce loose e parte per la tangente. Il risultato è che praticamente Byron “fa la fiancata” a Reddick con danni ingenti per entrambi. William è costretto al ritiro, Tyler perde un paio di giri.

La gara si riapre (non per Almirola lucky dog ovviamente) perché il dominatore Reddick è praticamente out. A prendere il testimone all’uscita dai box dopo un altro cambio gomme è Jones che precede Bowman, Logano, Larson (che torna in gioco), Custer, Stenhouse, Elliott (tornato nella top10), Cindric, Suárez e Chastain. La sosta arriva al limite della distanza per un pieno, ma le caution che arriveranno non creano problemi.

La ripartenza arriva ai -44 e Jones scatta male e così dalla corsia interna a passare al comando è Joey Logano seguito da Larson e Jones che vanno in fuga. Poi, al giro successivo, in curva2 altro incidente: Wallace, praticamente al primo giro nella top10 in tutta la gara, tocca Keselowski e lo manda in testacoda e nel mucchio ci finisce anche Harrison Burton mentre Cindric evita per un pelo danni notevoli. La notizia più incredibile, però, è che il lucky dog è di Hemric che, dopo essere stato anche a -6, torna a pieni giri.

Dopo aver trainato Keselowski ai box e constatato il ritiro – di nuovo – di Burton, la pit lane si riapre e malgrado i piloti abbiano fatto un giro e mezzo appena sotto green, qualcuno (Stenhouse, Blaney, Cindric, Ty Dillon, Hamlin, Harvick, Custer, Kurt Busch, Briscoe e Gilliland) decide lo stesso di cambiare gomme. Fra questi il migliore in uscita dai box è Custer dopo un’entrata garibaldina mentre Keselowski riparte con tre giri di ritardo.

Si riparte ai -35 con 13 vetture (Logano che ha problemi alla frizione, Larson, Jones, Elliott, Bowman, Suárez, Chastain, Truex, A.Dillon, McDowell, Haley, Almirola e Smithley) che non si sono fermate. Joey parte bene e dall’esterno chiude subito la porta a Kyle, perdendo però velocità in ingresso di curva e pagando in uscita, Larson prende la scia della #22 ed fra curva4 e la successiva curva1 è di nuovo al comando.

Chi stupisce però è Blaney che in appena due giri rimonta con gomme fresche fino al terzo posto e e poi al secondo davanti al compagno di squadra, tuttavia la differenza fra i suoi pneumatici e quelli di Larson è troppo piccola per riprenderlo. Ai -30 dunque Larson precede Blaney, Logano, Elliott, Bowman, Chastain, Jones, A.Dillon, Hamlin e Suárez mentre Harvick accarezza per la prima volta la top10.

Il sogno di Chastain, tuttavia, dura ben poco: quando è sesto perde il controllo in uscita di curva4 e si spiaggia dopo aver forato. In arrivo ora c’è un potenziale round decisivo di soste: non si sa perché Briscoe non si fermi ai box, tuttavia eredita il primo posto togliendolo ad Elliott che completa la sua lunga rimonta uscendo dalla pit lane davanti a Bowman, Larson, Logano, A.Dillon e Suárez; Blaney paga di nuovo tante posizioni.

Alla bandiera verde dei -22 ovviamente Briscoe viene fagocitato subito, però a passare in testa non è Elliott bensì Larson che ha spinto il pilota SHR; poco dietro di loro Bowman finisce a muro e perde una probabile top5. Poco più tardi il momento decisivo del finale di gara.

Logano è riuscito a prendere la seconda posizione da Elliott ed attacca Larson all’interno di curva4 affiancandolo sul rettilineo principale, Kyle cerca il side draft su Joey, poi si allarga per impostare meglio curva1. Facendo così, tuttavia, non si accorge (lo spotter si assumerà tutta la colpa) che Elliott è arrivato alla sua destra prendendo la scia. Quindi, in pratica, Larson mette a muro il compagno di squadra Elliott.

Chase rallenta subito, infatti per la seconda volta ha rotto il tirante della convergenza, Larson invece prosegue senza danni apparenti e si rimette in caccia di Logano passandolo di slancio poco dopo mentre Austin Dillon e Suárez sono già relativamente distanti, anche se la #3 prova a rimanere lì; seguono Jones, Blaney, Hamlin, Harvick, Stenhouse e McDowell che, tuttavia, poco dopo dovrà ritirarsi per un problema meccanico.

Mancano ormai meno di 15 giri alla fine e Logano conferma il fatto che sul long run ne ha leggermente meno dei favoriti, infatti Larson pian piano guadagna con A.Dillon ad oltre 2″. Ai -12 Suárez bacia il muro e perde la posizione da Blaney (dopo aver perso anche quella da Jones) e questo molto probabilmente influirà il suo finale di gara.

L’ultimo brivido, visto che ai -10 Logano è a 2.2″ e deve guardarsi anche da Dillon, per Larson sembra essere il doppiaggio di un Elliott che procede al rallentatore e che sul traguardo ha come un accenno di reazione spostandosi verso Kyle. E invece la vendetta è un piatto che si serve freddo e quindi ai -8 Elliott finisce in testacoda in curva2 per una manovra che in molti ritengono sospetta. Per accendere ulteriormente il finale di gara nella mischia si aggiunge anche Kyle Busch che torna a pieni giri.

Tutti vanno ai box e la classifica cambia ancora: Larson esce primo dai box ma a seguirlo ora sono Suárez (era settimo), Logano, A.Dillon, Jones, Stenhouse, Harvick, Hamlin, Almirola e Blaney. La green sventola per l’ultima volta ai -4, Kyle, Joey ed Erik scelgono l’esterno, Daniel, Austin e Ricky invece l’interno.

Le sorprese non sono ancora finite: alla ripartenza Larson sembra poter allungare, e invece dopo mezzo giro lui e Suárez sono ancora alla pari e Logano che li segue prova il 3-wide. A dover alzare il piede sono soprattutto Joey e Kyle e quindi ai -3 la spinge di Jones a Suárez manda il messicano al comando.

Poi però, Daniel commette l’errore decisivo: in curva3 sceglie l’interno, forse come conseguenza del contatto precedente. Larson, che è emerso in seconda posizione, allora dall’esterno prende lo slancio e sul traguardo lo sorpasso involandosi verso la vittoria. Suárez si ostina sulla corsia interna anche negli ultimi due giri e verrà sorpassato anche da Dillon e Jones, riuscendo a difendersi da Logano solo sul traguardo.

Il re degli ovali da due miglia (almeno quando era con Ganassi) è tornato: Kyle Larson torna alla vittoria per la prima volta in 100 giorni dato che nell’inverno sui dirt track era rimasto incredibilmente a secco e dunque l’ultimo successo era quello di Phoenix. Una gara molto bella si chiude con Austin Dillon secondo davanti a Jones, Suárez, Logano, Almirola (sesto dopo il testacoda), Harvick, Kurt Busch, Hemric (nono dopo essere stato a sei giri) e Stenhouse; fuori dalla top10 Custer, un comunque bravo Cindric, Truex, Kyle Busch ed Hamlin nella giornata da tregenda delle Toyota. Delusi sicuramente invece Briscoe e Blaney, rispettivamente 16° e 18°; ko invece Haley (23°) in un contatto all’inizio dell’ultimo giro.

La Next Gen passa il primo esame malgrado le difficoltà. I timori della vigilia sono stati ridimensionati in gran parte anche se rimane molto da risolvere per quanto riguarda gli pneumatici. I piloti sono felici di avere una vettura difficile da guidare anche se non ha gli stessi cavalli di una volta (ed una gara lunga 3h03’07” per 400 miglia con ben 12 caution lo dimostra). A Las Vegas fra una settimana altro banco di prova per risolvere i problemi di gioventù con soluzioni geniali in breve tempo.

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Immagine: media.nascar.com

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