Doveva essere soltanto una Pasqua serena trascorsa fra amici su iRacing, una gara organizzata in settimana da Landon Cassill sullo storico ovale di Monza e che avrebbe riunito oltre 60 piloti dalle più disparate categorie. Invece si è trasformato nel caso dell’anno e che in pochissime ore ha già portato a delle conseguenze importanti: Kyle Larson è stato sospeso dal team e dalla Nascar per l’uso di una parola discriminatoria per la comunità afroamericana (anche se non era diretto direttamente a questa) sulla chat di iRacing.
Le premesse
Dopo un breve sondaggio con i team, i quali però erano non convinti della proposta, la Nascar aveva deciso di rispettare la già prevista pausa pasquale dando appuntamento per la quarta tappa della “Pro Invitational Series” alla prossima domenica a Richmond. I piloti però non si sono fermati ed hanno continuato a divertirsi su iRacing. Da un’idea di Landon Cassill e Garrett Smithley è nata così la proposta di disputare una corsa sul vecchio ovale di Monza con le vetture della Cup Series. Lo scenario e il fatto di avere una corsa senza regole e disputata solo per divertirsi finisce per attrarre numerosi piloti, al punto che la gara diventa un evento semi-ufficiale, con tanto di diretta sui canali ufficiali della Nascar ed uno storico commentatore come Allen Bestwick al microfono insieme ad altri più giovani giornalisti più alla mano con il mondo di iRacing.
Il fatto
Durante le prove libere poco prima dell’evento, Larson si è rivolto – si pensa a chi lo assisteva per lo streaming – in maniera non opportuna dicendo: “You can’t hear me? Hey n****r”, dove al posto degli asterischi ovviamente c’è la parola che per troppi anni è stata rivolta agli afroamericani in senso discriminatorio e che ora, pur essendo entrata in uno slang urbano ed avendo perso in parte la connotazione iniziale, rimane comunque un tabù da non pronunciare assolutamente in ogni circostanza.
I primi ad accorgersene sono stati gli stessi piloti, fra cui Josef Newgarden e Justin Botelho, sul momento sorpresi ed increduli di quanto avessero sentito. Ad intervenire sono stati poi il pilota Nascar Anthony Alfredo (“Kyle, you’re talking to everyone, bud.”) e l’ iRacer Aron MacEachern (“Yep, we heard that.”) che cercavano di far capire a Kyle che l’audio era aperto a tutti ed era stato sentito non solo dai piloti ma da chiunque stesse trasmettendo su Twitch in quel momento. Laconico infine il “Yikes” di Conor Daly, uno che a causa di un epiteto simile detto dal padre 30 anni prima in una radiocronaca riemersa soltanto nel 2018 perse lo sponsor poco prima del debutto in Xfinity Series a Road America.
Il fatto ovviamente non passa inosservato e sia su Twitter che su Reddit viene reso pubblico a tutti pochi minuti, se non pochi secondi, dopo.
Le conseguenze
Nella mattina odierna americana (oggi non è festività negli USA a differenza dell’Italia) poco dopo le 9:40 di Charlotte, le 15:40 in Italia, la Nascar ha pubblicato il seguente comunicato:
“La Nascar è a conoscenza del linguaggio fuori luogo usato da un pilota durante una gara su iRacing avvenuta domenica, e al momento sta acquisendo maggiori informazioni.”
Infatti la Nascar all’interno del suo regolamento prevede un codice di condotta riguardo a quello che i piloti possono o non possono dire:
L’ultima volta che questo paragrafo era stato applicato fu nel 2013, quando Jeremy Clements fu sospeso per due gare e poi riammesso dopo una serie di incontri sul tema proprio per aver usato con un giornalista e alla presenza – a quanto pare, visto che le circostanze esatte non sono state mai chiarite – di un commissario della Nascar la stessa parola usata da Larson ieri notte.
Alle 16:30 italiane, il Chip Ganassi Racing ha comunicato i primi provvedimenti presi nei confronti di Larson:
“Siamo profondamente dispiaciuti di quello che Kyle ha detto ieri sera durante una gara su iRacing. Le parole che ha scelto di usare sono offensive e inaccettabili. Al momento abbiamo deciso di sospendere Kyle senza retribuzione mentre affrontiamo questa situazione con tutte le parti in causa.”
Un’ora più tardi anche la Nascar ha comunicato la sospensione a tempo indeterminato di Larson con l’obbligo di seguire un programma (definito sensitivity training) di recupero sul tema prima di essere riabilitato, esattamente come avviene in caso di positività ai controlli antidoping o all’alcoltest:
“La Nascar ha fatto della diversità e dell’inclusione sociale delle priorità e non tollererà il tipo di linguaggio usato da Kyle Larson durante la gara su iRacing domenica sera. Il nostro codice di condotta che tutti i membri devono seguire è chiaro al riguardo e lo metteremo in pratica per mantenere un clima di accoglienza per la nostra industria ed i nostri tifosi.”
Cosa accadrà ora a Kyle dopo questo non si sa e avanzare delle ipotesi in questo momento non sarebbe opportuno. L’unica cosa certa è che Larson, una delle pedine più importanti del mercato della Cup Series in vista del 2021 visto il suo contratto in scadenza con Ganassi, dovrà affrontare il suo titolare, la Nascar stessa, i piloti con cui corre ogni domenica (fra cui bisogna ricordare Bubba Wallace, la scorsa settimana scaricato da uno sponsor per un rage quit che oggi sembra in confronto completamente insignificante) e i suoi tifosi per riottenere la fiducia che inevitabilmente in appena 30″ è andata persa.
Qui potete rivedere integralmente la “Monza Madness”, vinta da Justin Botelho, noto iRacer e streamer su Twitch.
Immagine: nascarmedia.com
Aggiornamento delle 18:30: pochi minuti dopo la pubblicazione di questo articolo Kyle Larson ha postato su Twitter un video con le sue scuse:
“I just wanna say I’m sorry. You know last night I made a mistake and said the word that should never ever be said. There’s no excuse for that. I wasn’t raised that way. It’s just an awful thing to say. I feel very sorry for my family, my friends, my partners, the NASCAR community and especially the African-American community. I understand the damage is probably unrepairable. And I own up to that. But I just wanna let you all know how sorry I am […]”
“Voglio semplicemente chiedere scusa. Sapete che ieri sera ho commesso un errore ed ho detto la parola che non dovrebbe essere mai detta. Non sono stato cresciuto in questo modo. E’ stata una brutta cosa da dire. Sono molto dispiaciuto per la mia famiglia, i miei amici, i miei sponsor, la comunità della Nascar e specialmente quella afroamericana. Capisco che il danno procurato è probabilmente irreparabile e la colpa è solo mia. Ma voglio solo far sapere a tutti voi quanto sono dispiaciuto. […]”
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