La vettura Next Gen al debutto ufficiale in Nascar non muta i valori in campo: Chevrolet ed Hendrick Motorsports dominano le qualifiche sul giro secco. Larson alla prima pole a Daytona, Bowman alla quinta prima fila consecutiva (record). Noah Gragson e Jacques Villeneuve le due auto Open già qualificate. Stanotte i Duel
Verrebbe da dire “Anno nuovo, vecchie tradizioni” dopo le qualifiche della Daytona 500. La Next Gen infatti non ha cambiato il motore che c’è sotto il cofano, al limite solo l’aerodinamica delle vetture, tuttavia rispetto agli anni scorsi il pronostico non è cambiato. Mentre le Ford hanno comandato nelle libere in scia in previsione dei Duel e della gara, nelle qualifiche sul giro secco da soli in pista a dominare sono stati ancora una volta Chevrolet ed Hendrick Motorsports. Nella lotta interna fra Larson, Elliott, Bowman e Byron a prevalere è stato l’unico a non aver ancora conquistato uno degli onori più prestigiosi in tutta la Nascar.
Il campione in carica della Cup Series Kyle Larson nel secondo round delle qualifiche ha preceduto di 0.031″ il compagno di squadra Bowman che con questo risultato però entra nel libro dei record dato che questa è la quinta prima fila consecutiva nella Daytona 500. Byron, al comando dopo il primo round, ha concluso al terzo posto davanti ad Aric Almirola (migliore Ford) ed Elliott, “solo” quinto. Segue poi Martin Truex Jr., sesto e al volante della Toyota più veloce.
Nella lotta per la qualificazione fra le auto Open, sei per gli ultimi quattro posti in griglia, i più veloci e che hanno (tecnicamente) già conquistato l’accesso alla gara di domenica sono stati Noah Gragson al volante della #62 del Beard Motorsports e l’ex campione del mondo F1, nonché vincitore della Indy500, Jacques Villeneuve, il quale così ha messo in griglia il neonato Team Hezeberg di matrice europea, un risultato quest’ultimo decisamente incredibile.
Le prove libere
Il programma a Daytona inizia nel tardo pomeriggio di martedì con due sessioni di libere, le uniche prima di qualifiche e Duel, da 50′ separate da appena 30′. Nel corso delle due sessioni si alternano momenti in cui i piloti simulano la qualifica da soli ed altri con gruppetti accomunati dal fatto di appartenere dallo stesso team o costruttori che provano già in assetto di gara.
A parte qualche raro problema meccanico (McLeod che si ferma in pit lane per l’unica bandiera rossa, Kaz Grala che deve sostituire la nuova leva del cambio sequenziale e LaJoie che deve cambiare la cremagliera dello sterzo, anch’essa nuova sulla Next Gen), le due sessioni scorrono via regolarmente. In apertura, come da tradizione, il primo a scendere in pista è il campione in carica Kyle Larson.
Entrambe le libere vanno a piloti Ford: nelle FP1 il trenino buono è quello di Michael McDowell (46.696″ – 192.736 mi/h) ovvero l’ultimo vincitore della Daytona 500, nelle FP2 – invece – quello di Ryan Blaney (46.732″ – 192.588 mi/h). Scendono in pista tutte e 42 le vetture iscritte, anche quelle di cui negli ultimi due anni si erano visti solo annunci fantomatici e poco di concreto, ovvero la #44 del NY Racing Team affidata a Greg Biffle e la #50 del The Money Racing Team (team owner il pugile Floyd Mayweather) con Kaz Grala al volante.
I temi della serata di Daytona sono due principalmente: il comfort di guida decisamente poco piacevole, determinato da una Next Gen che ha un telaio più rigido della Gen6 e dai bump dell’asfalto di Daytona (che ormai è lo stesso dal 2011, 2012 in curva3 dopo l’incidente di Montoya) e lo skew delle auto, ovvero l’angolo di disallineamento fra anteriore e posteriore che fa sporgere il retrotreno alla caccia di più flusso aerodinamico sullo spoiler per recuperare l’asimmetria persa con la Next Gen. Nella notte fra libere e qualifiche la Nascar riduce le tolleranze ammesse ed i team devono tornare al lavoro.
Le qualifiche
A pagare soprattutto queste regole sono Suárez e Villeneuve, le cui vetture falliscono per due volte i controlli tecnici e dunque per il resto del weekend i loro team dovranno fare a meno di un elemento. Tutti gli altri passano invece e le qualifiche, con ordine determinato per sorteggio in due gruppi, bottom 20 e top 20 nella classifica per team del 2021.
Alla fine del primo round le gerarchie sono già chiare a tutti: è poker Hendrick con Byron al comando (49.765″ – 180.850 mi/h) davanti a Larson, Bowman ed Elliott; seguono Almirola, Chastain, Truex, Harrison Burton, Hamlin e – malgrado i guai iniziali – Suárez. Dunque nella top10 che accede al secondo round per la pole ci sono sei Chevrolet (quattro Hendrick e a sorpresa le due di TrackHouse), due Ford (una SHR ed una Wood Brothers) e due Toyota (entrambe JGR).
Nel secondo round, disputato in ordine inverso rispetto alla classifica appena citata, i risultati sono abbastanza simili a quello precedenti.
La pole va a Kyle Larson (49.680″ – 181.159 mi/h, la pole più lenta alla Daytona 500 dal 1967) davanti ad Alex Bowman, staccato di soli 0.031″; questi due sono gli unici che hanno il piazzamento in griglia già determinato in vista di domenica. Byron scende dal primo al terzo posto replicando incredibilmente al millesimo il tempo della Q1, perdendo però così 0.085″ dalla vetta. Almirola (+0.174″) riesce a mettersi davanti ad Elliott che e quinto a quasi 0.250″. Completano la top10 Martin Truex Jr., Ross Chastain, Denny Hamlin, Daniel Suárez ed Harrison Burton, tutti a meno di mezzo secondo dalla pole.
Le restanti posizioni sono invece determinate dalla Q1. Il primo degli esclusi è stato Daniel Hemric (out per soli due millesimi), a lungo restato in vetta in quanto primo a scendere in pista. Seguono Logano, Blaney, Bell, Reddick, un deluso Bubba Wallace, Keselowski, Kyle Busch (che aveva previsto un 18° posto ed è effettivamente 18°), Briscoe ed Austin Dillon.
Nella seconda metà della classifica qualche delusione a partire dagli Austin, Dillon e Cindric, McDowell, Kurt Busch, Harvick, Haley, Buescher e Custer; nel mezzo di questo gruppo spicca per equilibrio il Petty GMS Racing, con Jones 23° e Ty Dillon 24° separati da appena sette millesimi.
L’ultima parte del gruppo, col 30° posto, è aperta da Corey LaJoie che precede Todd Gilliland, Stenhouse e poi la prima delle auto Open, quella di Noah Gragson (33° a 0.924″) e dunque primo qualificato automaticamente alla Daytona 500. Dietro Landon Cassill e Cody Ware, col 36° posto (+1.245″) si piazza Jacques Villeneuve che, stupendo molti, si prende l’altro posto in griglia beffando Kaz Grala di 0.084″. Incredibile inoltre il fatto che il canadese sia diventato campione del mondo F1 nel 1997 e Gragson invece sia nato nel 1998.
Chiudono la classifica Biffle, McLeod, Ragan ed infine le due auto del MBM Motorsports (entrambe senza charter) di Yeley e Timmy Hill, quest’ultimo a quasi 2.5″ dalla pole.
È bene riassumere ora le procedure e gli esiti usciti dalle qualifiche della Daytona500:
- Kyle Larson ed Alex Bowman hanno conquistato rispettivamente pole e seconda posizione in vista della gara di domenica. Questo dato non potrà essere tolto a loro e l’unica maniera in cui possono perdere la prima fila effettiva nella Daytona500 è avere un incidente tale da dover ricorrere al muletto oppure un problema al motore che ne richieda la sostituzione prima della bandiera verde di domenica; qualora succedesse ciò, la vettura nei giri di formazione della Daytona500 si porterà dalla prima fila alla coda del gruppo;
- Le posizioni dispari – a parte la prima – della griglia di partenza di domenica verranno determinate dalla classifica finale del Duel #1 mentre le pari da – seconda esclusa – da quella del Duel #2;
- Noah Gragson e Jacques Villeneuve, in quanto al volante delle due vetture Open più veloci nelle qualifiche, hanno strappato un biglietto per la Daytona500, ma è solo per una questione tecnica. Il regolamento infatti prevede che i primi due posti a disposizione per domenica vadano ai “vincitori” fra le Open dei rispettivi Duel e a seguire i due migliori tempi delle qualifiche disputatesi ieri. Dunque Gragson e Villeneuve tecnicamente hanno conquistato solo delle provisional in vista della Daytona500;
- Questo risultato però influenzerà notevolmente la dinamica dei Duel (queste le griglie di partenza, determinate in modo alternato dai risultati delle qualifiche, rispettivamente del Duel #1 e del Duel #2). Infatti, qualora Gragson (oppure Villeneuve) dovesse “vincere” anche il primo Duel, allora a qualificarsi per la Daytona500 sarebbe automaticamente, visti i risultati delle prove cronometrate, Kaz Grala, ieri bumpato per soli 0.084″. Nel caso in cui sia Gragson che Villeneuve dovessero “vincere” i rispettivi Duel, allora a Grala si unirebbe anche Greg Biffle;
- Tuttavia Gragson e Villeneuve, avendo il posto al sicuro, non si dovrebbero dannare l’anima, rischiando di finire in un incidente danneggiando o dovendo così buttare una vettura vista anche la scarsità di ricambi ancora a disposizione della Next Gen. Dunque, potrebbero esserci semplicemente due duelli per gli ultimi due posti nella Daytona500. Chi prevarrà nel primo Duel fra Grala e Yeley e nel secondo fra Biffle e Hill allora sarà in griglia di partenza domenica sera alle 20:30.
La griglia di partenza provvisoria
I risultati delle qualifiche della Daytona500
I prossimi appuntamenti
Oggi a Daytona si entra nel vivo, dato che scenderanno in pista per la prima volta anche le altre categorie. Alle 22:00 ci saranno le libere della Arca Series, alle 23:00 invece quelle dei Truck. Poi, all’1:00 prenderà il via il primo Duel seguito alle 2:45 circa dal secondo.
Immagine: media.nascar.com
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