NASCAR | Kyle Busch vince in modo rocambolesco sulla terra di Bristol!

NASCAR
Tempo di lettura: 28 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
18 Aprile 2022 - 20:45
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L’inseguimento di Briscoe su Reddick si chiude nel modo peggiore per entrambi che finiscono in testacoda dopo lo slide job di Chase. Kyle Busch ne approfitta e beffa Tyler sul traguardo per la 60esima vittoria in Cup Series. La pioggia disturba una gara che in vista di una probabile edizione del 2023 avrà bisogno di ancora qualche aggiornamento


Una gara pazza ma bella quella sullo sterrato di Bristol che forse entrerà anche nel cuore dei tifosi più (probabilmente anche in maniera stupida) ortodossi della NASCAR. La pioggia purtroppo ha complicato i piani per il secondo anno di fila causando due bandiere rosse (1h43′ totali contro 2h10′ nette di gara) con altri problemi che la NASCAR dovrà risolvere per quanto riguarda le corse sulla terra.

Alla fine, in uno sprint finale si sono affrontati due giovani talenti, ma a vincere approfittando dell’esuberanza di Briscoe che ha mandato ko Reddick è stato il buon Kyle Busch che quando ci sono appuntamenti con la storia e con i record raramente fallisce.

Le prove libere

Le due sessioni di libere da 50′ ciascuna si disputano sotto il sole del venerdì ed i problemi del 2021 riemergono, per fortuna solo brevemente. Si alza in fretta la polvere e molti piloti (Hamlin che finisce a muro e Logano su tutti) chiedono che il muro venga ridipinto di un colore più chiaro perché così non si vede più.

La lista dei testacoda è lunga anche se non ci sono troppi danni: nell’ordine nel corso dei 100′ perdono il controllo Bowman, Elliott (primo estratto), Briscoe (foratura), Hamlin (che piega la sospensione appoggiandosi al muro), Elliott (e due), Chastain, Elliott (e tre), Logano (360° per lui), Ty Dillon, Almirola (bacio alle barriere), Elliott (quattro in Cup Series dunque più quello nei Truck), Kurt Busch (passaruota sbucciato), Larson e Byron (contatto con le barriere e muletto tirato fuori per prendere nuovi braccetti delle sospensioni), Cindric, Stenhouse e Bell.

I più veloci nelle due sessioni sono rispettivamente Reddick (20.017″) ed Hamlin (20.638″ dopo essere sceso in pista nei primissimi secondi per compensare il tempo perso nell’incidente nelle FP1), tuttavia sul passo gara il migliore sembra essere ovviamente Larson, almeno prima del contatto col muro nelle FP2.

Le batterie

Esattamente come per i Truck le griglie di partenza delle heat vengono decise per sorteggio, solo che essendoci solo 36 iscritti non ci saranno DNQ. Nella prima batteria ad essere in pole position è Gilliland, tuttavia Todd regge davanti ben poco, poi Chastain e dunque Reddick (al giro 5) passano al comando.

Due le caution, la prima è per un Blaney in difficoltà che finisce in testacoda un giro dopo aver salvato la vettura ed essere stato toccato da un Truex mestamente ultimo, poi all’ultimo giro per un Chastain che alla ripartenza precedente era già scattato male. A beneficiare di tutto questo non è però Reddick che vince la heat, bensì Custer il cui secondo posto dopo essere partito nono ed ultimo gli vale quasi una ipoteca sulla pole position fin da ora.

Nella seconda batteria in pole c’è Harvick, tuttavia la posizione migliore anche in questo caso è quella esterna (non c’è scelta della corsia nelle heat, in gara solo per la prima fila e per gli altri niente choose cone) e così Kyle Busch passa subito al comando. La rimonta interessante però è quella di Bell insieme a Briscoe. Anche in questo caso c’è una caution ed è per Suárez (sempre in curva2, la più critica) che cercava di passare un McDowell in difficoltà.

Alla ripartenza, mentre Harvick ha troppo sovrasterzo ed è già in coda, Bell rimane incollato a Kyle Busch e poi lo sorpassa agilmente andando a vincere la batteria; questa rimonta gli basterà poi per conquistare la prima fila in gara.

La terza heat vede il poleman della Truck Series, con le batterie avvenute un’ora prima, Joey Logano, ma nemmeno il pilota del Team Penske può nulla contro le corsie alla partenza infatti la sua pole non vale nulla contro Haley che dal suo fianco prende e scappa via dominando la batteria che si disputa sotto il sole che esce per la prima volta nella giornata; in difficoltà solo Austin Dillon che salva la vettura ed Hamlin molto loose. Si fa notare invece Wallace che duella in modo ravvicinato con Yeley e Dillon.

L’ultima batteria vede lo stesso copione delle altre heat: Ty Dillon, secondo al via, passa subito il poleman Elliott e si invola, poco più dietro invece Almirola ha una partenza disastrosa e favorisce la rimonta di Larson che però si ferma al terzo posto.

Il computo finale dunque dice che la pole position va a Cole Custer (prima partenza davanti a tutti per lui in Cup Series) davanti a Bell, Reddick, Briscoe, Larson, Haley, Ty Dillon, Bowman, Elliott e Logano.

La gara

A Bristol la domenica di Pasqua è grigia, ma solo in cielo. La 12esima gara nella storia della Cup Series che si disputa in questo giorno di festa, la prima dal 1989 ma era un recupero causa maltempo, vede infatti tanto interesse e anche tante nuvole che a fronti arrivano sulle colline del Tennessee a scaricare non tanta pioggia ma a sufficienza per rovinare la serata.

Già, si parla di serata visto che l’esperimento del 2021 sotto la luce del sole si è trasformato in un polverone fisico. Ora le temperature più basse e l’assenza di riscaldamento dal cielo (ci pensano già le macchine in gara) permettono una migliore preparazione della pista per tutta la corsa, anche se il procedimento rimane un delicato equilibrio fra troppa e troppa poca umidità.

La pioggia più intensa è prevista fra le 21:00 e le 21:30 locali, circa due ore dopo la partenza, dunque un anticipo della bandiera verde di 10′ rispetto al programma originario non sembra una grossa differenza, tuttavia in questo lasso di tempo a Bristol si possono disputare circa 25 giri che in una corsa di 250 – e che diventa ufficiale dopo 125 – possono fare la differenza fra una gara completata ed un lungo rain delay.

Oltre allo spostamento della corsa sotto i riflettori e l’adattamento della Next Gen allo sterrato, da tenere d’occhio c’è anche il nuovo banking progressivo che nelle intenzioni vorrebbe dare più chance alla traiettoria estera dopo una edizione 2021 dominata dalla corsia interna a fare il pelo alle cosiddette dirtles, ovvero dei panettoni in terra alti qualche centimetro che vogliono dissuadere i piloti da tagliare troppo.

Con queste premesse di una pista più raffinata, dopo la prima edizione è logico pensare che stavolta il ruolo di favorito debba andare ad uno degli specialisti della terra come Larson, Bell, Briscoe o Stenhouse, tuttavia le possibili sorprese ci possono essere e piloti che si sono trovati bene come Reddick, Haley, Logano ed altri possono portare a casa un prezioso successo in una gara jolly come questa.

La giornata a Bristol vede solo qualche goccia di pioggia, ma probabilmente questa è sufficiente ad alterare i delicati equilibri e lo si capisce bene nei primi 15 giri. Al via Custer sceglie la corsia esterna (non c’è choose cone, solo il leader può scegliere la corsia come nelle regole prima del 2020) e rimane in testa per mezzo giro sulla spinta del compagno di squadra Briscoe, poi lo stesso Chase in curva3 attacca Cole e passa al comando venendo seguito da Bell al giro seguente.

Già dai primi secondi si capisce che la pista è più umida del previsto ed il rischio diventa quello del fango che può ostruire parabrezza e presa d’aria del radiatore con conseguenti problemi di surriscaldamento. Fondamentale quindi è il fatto di avere la pista più libera possibile.

Il primo a cadere vittima di questo è proprio Cole Custer: dopo i sorpassi subiti anche da Reddick e Larson, il pilota dello Stewart-Haas Racing dopo poco più di 10 giri è già ai box per farsi ripulire il muso. Ma non è finita qua, infatti anche Austin Dillon parla di surriscaldamento, Harvick (in fondo al gruppo dopo le batterie disastrose) parla di temperature del motore salite da 149 °C a 165 (rispettivamente 300 e 330 °F) e quindi alza il piede (verrà addirittura doppiato).

La NASCAR è costretta a chiamare una caution che diventerà poi effettivamente competition caution proprio mentre anche Almirola va ai box e pure Larson teme per le temperature. Harvick commenta questo con un semplice “This is ridicolous”.

I commissari obbligano tutti a pittare per pulire il muso, mentre in direzione gara si cerca una soluzione. Non sono stati giri tragicomici come la heat dei Truck nel 2021 (un giro bastò allora per ricoprire tutto e tutti di fango), ma è evidente che la pista non era ancora pronta al via.

Tuttavia nel frattempo si scopre un altro inghippo che compensa un po’ gli errori della NASCAR: lo Stewart-Haas Racing ha portato una protezione della griglia del radiatore diversa dagli altri team ed evidentemente è stata realizzata male, infatti gli unici ad avere problemi gravi di surriscaldamento sono stati Custer (due giri persi con la sosta), Almirola (solo uno perché si è fermato proprio all’esposizione della caution) ed Harvick; ovviamente Briscoe si è salvato perché era al comando e dunque nessuno gli alzava terra davanti.

La NASCAR cerca anche una pezza per riparare i suoi errori, le voci che si rincorrono sotto la caution sono le più disparate, si dice che Almirola e Custer verranno rimessi a pieni giri, poi invece non si opta per la grazia bensì per un normale sviluppo regolamentare, quindi Almirola si prende il lucky dog e torna a pieni giri, Custer invece la wave around e passa a -1. Su Harvick invece viene deciso di lasciarlo a -1 perché ha perso il giro in pista e non ai box e quindi l’umore di Kevin non migliora.

Si riparte dopo 10 giri di caution ai -50 nella prima stage con il primo fronte di pioggia dato ormai a 10 miglia dalla pista che con la velocità del vento diventano 45′, una distanza sufficiente tecnicamente a passare la soglia di metà gara. Si riparte con Briscoe al comando su Bell, Reddick, Larson, Haley, Ty Dillon, Bowman, Kyle Busch, Logano ed Austin Dillon nella top10.

Briscoe dalla corsia esterna rimane al comando e Larson prova a seguirlo riuscendoci dato che approfitta del fatto che la corsia interna con Bell non scatti al meglio al punto che deve accodarsi persino a Ty Dillon. Kyle rimane subito attaccato a Briscoe e tutti sanno che il sorpasso arriverà di lì a poco. Il problema però è che qualcuno degli spotter inizia a riportare che stanno cadendo già da ora le prime gocce di pioggia, tuttavia sono solo le prime avanguardie del fronte e finora non ci sono problemi.

La situazione infatti in pista è regolare, evidentemente le auto sia stanno compattando che scaldando il fondo e la terra non diventa più fango. Solo Kyle Busch riporta un leggero surriscaldamento, ma ciò non gli impedisce di scavalcare Bell, che paga il sottosterzo in accelerazione, per il quarto posto. In coda, invece Custer è virtuale lucky dog, ma la storia è ancora lunga, infatti la fase di green porterà Briscoe e Larson a raggiungere la coda del gruppo.

L’attenzione però è sempre su Bell che si vede pressato da Reddick all’esterno il quale a sua volta deve guardarsi dal compagno di squadra Austin Dillon all’interno. Il long run permette di sperimentare anche diverse soluzioni e quella più innovativa sembra essere quella di Briscoe che in curva scala una marcia.

Chase raggiunge i primi doppiati che si tengono all’interno, Ware viene passato agilmente così come Williams (al debutto in Cup Series), poi il colpo di scena con Briscoe che perde il controllo (non si capisce se da solo oppure per un problema meccanico) e finisce a muro. La #14 prova a proseguire ma ha forato la posteriore destra ed ha una sospensione danneggiata ed il testacoda al giro successivo provoca una caution.

Mentre i report della pioggia di fanno più insistenti, Briscoe va ai box e riesce a ripartire dopo una veloce riparazione che lascia lui a pieni giri insieme al lucky dog Williams e che invece fa rimanere doppiati Ware, Custer ed Harvick che a lungo si contenderanno il successivo lucky dog. Si riparte dunque ai -20 nella prima stage con Larson al comando su Ty Dillon, Kyle Busch, Bell, Reddick, Austin Dillon, Kurt Busch, Bowman, Haley e Logano.

Il campione in carica scatta bene, ma la vera notizia è che lo fa anche Ty Dillon all’interno che così rimane secondo davanti a Bell mentre il fratello Austin poco più dietro ci prova su Kyle Busch riuscendoci e portandosi dietro anche Bowman; in coda invece c’è un mini tamponamento che ha come primo vagone Yeley e come ultimo Harrison Burton che danneggia il muso.

La pioggia si fa ancora un pochino più insistente, ma ormai manca poco al break. Non ci sono sorpassi di rilievo, ma lotte interessanti sì come quella fra Austin Dillon e Bell e quella fra Reddick e Logano con i due che anche si toccano leggermente così come Cindric e Jones (con Austin che stringe a muro Erik mentre sono fuori dalla top20).

La prima stage si chiude con una curva d’anticipo dato che Allgaier, al via sulla #77 dello Spire Motorsports, parte per la tangente per un problema meccanico e finisce a muro; i danni sono notevoli e Justin è costretto al ritiro.

Davanti per Larson non ci sono problemi e Kyle vince la sua prima stage del 2022 davanti a Ty Dillon (staccato di 1.6″), Bell, Austin Dillon, Kyle Busch, Bowman, Logano, Reddick, Blaney e Stenhouse; seguono Buescher, Elliott, Kurt Busch, Haley, McDowell, Byron, Gilliland, Keselowski, Wallace e Yeley, 33 le auto a pieni giri (incluso tecnicamente Allgaier) con Harvick lucky dog.

Al break si fermano ai box praticamente tranne tre piloti che evidentemente puntano tutto sulla pioggia e sono il duo Trackhouse composto da Suárez (che era 22°) e Chastain (28°) e anche Briscoe (30°) che deve recuperare dopo l’incidente precedente, ma che negli ultimi giri non aveva praticamente guadagnato posizioni.

La pioggia intensa, intanto, è data a circa 20 miglia dalla pista mentre il vento si è intensificato e dunque il loro arrivo potrebbe essere più rapido del previsto, per questo i tre puntano su questo oltre al degrado delle gomme che è inferiore a quello del 2021.

Siamo al giro 75 dietro alla bandiera rossa (i pit stop sono congelati e durante il break di 6′ i team possono lavorare con calma senza perdere posizioni a meno di penalità), quindi ne mancano appena 50 a metà distanza, dunque la speranza di arrivarci prima della pioggia c’è anche se questa è data a seconda delle fonti a 30-45′. Poi invece c’è il plot twist e a Ty Dillon dicono che si è formato uno scroscio di pioggia ad appena 10 miglia. Si va avanti a tentoni in una Bristol che da sempre ha un meteo pazzerello vista la sua posizione sulle colline.

Alla green della seconda stage dunque c’è un doppio conteggio per tutti, mancano infatti 74 giri al traguardo intermedio ma soprattutto 49 a metà gara. Chastain scatta male dalla corsia interna e così Suárez, già grande protagonista nell’edizione 2021, rimane al comando davanti a Larson; dietro di loro Bell lotta fianco a fianco con Briscoe per la quarta posizione, Chase per diversi giri è all’interno di Christopher in una bella battaglia, poi il pilota dello Stewart-Haas Racing prevale.

Nei giri seguenti, oltre a Reddick che scavalca Blaney e rientra nella top10, un altro colpo di scena: Hamlin inizia a girare 1″ più lento al giro e perde posizioni, poche perché era già fuori dalla top20. Denny inizia a sperare in una caution e verrà accontentato poco più tardi. Mentre in un 2+2 Kyle Busch e Briscoe all’interno scavalcano rispettivamente Bell e Chastain e Reddick poco dopo Blaney passa anche Logano, Bowman finisce in testacoda tutto da solo; Custer è il lucky dog.

Hamlin si dirige in pit lane e il cofano si alza subito, ma la diagnosi è impietosa, infatti il ritiro per rottura del motore (Denny parla di terra finita nell’iniezione, il team invece di cilindro ko) è immediato. Solo Almirola e Bowman vanno ai box, dunque si riparte a posizioni invariate con la pioggia data ormai a 10 miglia/15-30′, abbastanza però per arrivare a metà gara.

Si riparte ai -54 nella stage (o -29 a metà gara) e l’interno scivola ancora troppo, persino per Larson al punto che Chastain (finito in quarta posizione) si trova nella casella giusta per tornare dietro al compagno di squadra Suárez. Dietro di loro Kyle Busch ci prova e va 3-wide con Briscoe e Bell, tuttavia arriva subito un’altra caution, in fondo al gruppo LaJoie perde il controllo (non si capisce se da solo o se toccato da Yeley) e nel mucchio ci finiscono anche Bowman, Gragson ed Harvick che chiude qui un weekend disastroso non prima di una intervista al vetriolo; Ware è il lucky dog mentre Noah perde giri ai box dopo essere volato sul retrotreno di Harvick.

Con questa caution i timori della pioggia diventano davvero fondati. Si riparte, dopo un restart annullato perché la pioggia si sta intensificando, ai -45 nella stage e a -20 a metà gara con Suárez ancora al comando su Chastain, Larson, Kyle Busch, Briscoe e Bell. Ross stavolta scatta bene dall’interno e rimane secondo, tuttavia Kyle Busch si fa vedere all’esterno, poi deve alzare il piede perché Chastain decide di provarci all’interno di Daniel.

La coppia Trackhouse viaggia affiancata per diversi giri, ma alla fine a prevalere è Suárez che rimane al comando, anche perché Chastain sta iniziando ad accusare altri problemi e quindi non può rendere al meglio. Quando tutto sembra ben avviato invece Keselowski finisce in testacoda all’interno di Austin Dillon e provoca un’altra caution; Gragson è il lucky dog, ma recupera solo uno dei sei giri persi.

La situazione della pista è ormai al limite, la pioggia si sta intensificando, tuttavia ormai manca poco a metà gara e quindi prevale il desiderio di dichiarare la corsa ufficiale. Si riparte al giro 119, dunque ai -32 nella stage e solo sette dal traguardo “virtuale” e Chastain mette in mostra il grosso problema meccanico che ha scattando male, Bell si infila davanti a lui ed attacca Suárez venendo seguito da Larson.

Daniel però resiste in maniera molto efficace, l’interno sta diventando scivoloso e completare un sorpasso qui è molto difficile. E così Suárez può sognare in grande dato che quando la corsa diventa ufficiale al giro 125 è in testa su Bell, Larson, Briscoe, Kyle Busch, Chastain, Elliott, Logano, Ty Dillon e Reddick.

Poco più tardi arriva una caution per detriti (evidenti sul rettilineo opposto, lucky dog Almirola che era appena andato ai box), e quindi Daniel sogna ancora di più. La pioggia più intensa è data in arrivo, ad una decina di minuti, ma non è abbastanza rapida e quindi si riparte ai -19 nella stage. Bell dall’interno scatta male e così Briscoe si tuffa all’interno tentando anche il sorpasso su Suárez in curva3, ma la caution provocata da LaJoie ferma tutti di nuovo.

La danza della pioggia al box #99 non funziona e, malgrado continui a piovigginare e la pista sia sempre più scivolosa, la NASCAR fa ripartire tutti, dopo un altro tentativo abortito, ai -11. Stavolta a scivolare di più è Suárez e così Briscoe riesce a passarlo di forza in curva1 seguito da Bell, completano la top5 Elliott e Logano che precede Larson e Kyle Busch. Mentre Chase raggiunge Daniel, Joey deve tenere a bada un gruppo decisamente combattivo non riuscendoci.

Briscoe quindi dopo l’incidente nella prima stage vince la seconda davanti a Bell, Suárez, Elliott, Kyle Busch, Larson, Logano, un sorprendente McDowell, Blaney e Reddick; seguono Chastain, Austin Dillon, Keselowski, Ty Dillon, Gilliland, Stenhouse, Haley, Byron, Jones e Custer, 32 le auto a pieni giri con Gragson ancora una volta lucky dog.

Ora è Chase a fare la danza della pioggia e deve farla in fretta perché lui, insieme a Suárez e Chastain deve a fermarsi ai box visto che non lo ha fatto al primo break, il tutto non per obbligo regolamentare (a differenza della gara dei Truck), bensì perché è impossibile fare la gara con un pieno e fermarsi sotto green in queste condizioni vorrebbe dire perdere almeno tre giri.

La vera sorpresa però è che con la pioggia data a pochi minuti a fermarsi ai box non siano soltanto i tre citati ma anche molti altri. A rimanere in pista (a scommettere su pioggia e benzina dato che completare seconda e terza stage con un pieno è al limite) sono in 17, nell’ordine Kyle Busch, Logano, Blaney, Reddick, A.Dillon, Keselowski, Haley, Byron, Jones, Wallace, Buescher, Burton, Bowman, Yeley, Almirola, Cindric e Ware; Briscoe dunque dovrebbe ripartire 18° davanti a Bell, Suárez e tutti gli altri.

Durante il break di 6′ la pioggia aumenta ancora malgrado molta evapori prima ancora di toccare terra. Il segnale che la situazione sia però insostenibile è il mezzo testacoda di Bell in uscita dai box che lo lascia quasi impantanato nel fango sull’apron.

La NASCAR è costretta dunque a chiamare la bandiera rossa ufficiale dentro una bandiera rossa non ufficiale che apre un notevole dilemma regolamentare. Infatti la classifica è stata congelata e lo sarà fino alla ripartenza eventuale, quindi Chase Briscoe pur avendo pittato è ancora al comando e l’ordine è quello della fine della seconda stage, il tutto malgrado Kyle Busch sia la prima auto dietro la pace car.

La confusione regna, sia fra i piloti (e non solo) che dimostrano di non aver capito il regolamento e ovviamente sui social è anche peggio. Nessuno dei piloti vuole esporsi più del dovuto sul tema, ma in fondo tutti sperano di ripartire per evitare una situazione quasi imbarazzante in caso di interruzione definitiva.

E per fortuna della NASCAR lo scroscio passa veloce e la pista non ha ceduto troppo, cade ancora una pioggerellina leggera simile a quella prima del break. In questa fase l’unico aggiornamento significativo è la motivazione dei problemi di Chastain: della terra è finita, dopo un contatto che ha rotto delle componenti sotto il cofano, nel sistema di iniezione e quindi il motore sta per rompersi. Ross è uno dei pochi che spera in un diluvio.

Ma il diluvio non arriva e così dopo una bandiera rossa di circa 1h in cui c’è anche una track inspection di Briscoe e Bell, la corsa può riprendere, Kyle Busch passa effettivamente al comando alla bandiera verde mentre Chastain prova a riaccendere il motore, ma il rumore è tale che la #1 fa solo i pochi metri che la separano dal garage.

Si riparte dunque a 99 giri dalla fine, però con un altro scroscio previsto a circa 30′ da Bristol. I timori sono due, uno relativo al pieno (si possono fare 175 giri con la benzina? La risposta alla fine sarà favorevole anche grazie alle numerose caution) ed uno di nuovo per il fango, tuttavia anche in questo caso non ci saranno problemi.

Alla green Busch pattina molto su una pista molto scivolosa, Reddick si infila nel mezzo fra lui e Logano e Tyler va al comando. Rowdy scivola molto e perde posizioni fino al settimo posto, poi diventato sesto dopo il controsorpasso su Byron, dunque la classifica vede Reddick al comando su Logano, Blaney, Austin Dillon, Keselowski e Kyle Busch; Briscoe cerca la rimonta staccando Suárez e gli altri (incluso Larson) che avevano pittato tranne Bell con Chase e Christopher che entrano anche in contatto per passare Almirola.

La stage finale sarà un continuo stop&go: ad iniziare la sequenza di caution è Elliott che manda in testacoda Cody Ware (sì, è davanti a lui dopo la diversa strategia) e nel mucchio a pagare è Stenhouse con una foratura mentre Suárez e Truex ne escono quasi indenni. Durante la caution Cody cerca subito la vendetta su un Chase molto snob e che via radio chiede addirittura “Chi è questo qua che guida la #51?” dimostrando anche un po’ di mancanza di rispetto per un pilota come lui che di diverso al limite ha solo il talento e la qualità della vettura che guida.

Ogni ripartenza può diventare decisiva con la pioggia in arrivo: alla green dei -83 Logano dalla famigerata corsia interna non parte bene e così a seguire Reddick è il compagno di squadra Austin Dillon insieme a Kyle Busch; nel gruppo c’è pure un 4-wide, ma nessuno finisce ko. A provocare la caution poco dopo è invece Jones dopo un testacoda ed il lucky dog va ad un ammaccato Ware.

Mentre solo Truex va ai box a riparare la sospensione anteriore destra incidentata poco prima, alla bandiera verde dei -75 Reddick scatta ancora bene e Logano prova a seguirlo insieme ad Austin Dillon, ma Gilliland finisce in testacoda da solo mentre è all’interno di un 3-wide.

La nuova classifica vede Reddick ancora al comando su Logano, Austin Dillon, Keselowski e soprattutto Briscoe che ha sfruttato queste ripartenze per entrare nella top5 ai danni di Kyle Busch e Blaney. Mentre LaJoie va ai box arrivano le prime voci di qualche goccia di pioggia che inizia a cadere di nuovo, ma si riparte con 67 giri da disputare.

Logano fa quello che può dall’interno, ma Kyle Busch decide di piazzare la mossa probabilmente decisiva per la sua gara e dopo un 3-wide dall’esterno balza subito al secondo posto seguito in un primo momento da Joey, ma poi la #22 viene scavalcata di forza da un pimpante Keselowski. Briscoe, invece, aveva provato ad attaccare tutto interno in curva1, ma Austin Dillon gli aveva chiuso la porta.

Nasce così una fuga a due mentre la pioggia aumenta di nuovo di intensità. Ai -50, dopo il primo vero long run (relativo) della stage finale Reddick precede di 0.15″ Kyle Busch, seguono Keselowski (+2.1″), Logano (+2.8″), Austin Dillon (+3.7″), Briscoe (+3.7″), Blaney (+3.9″), Bell (+6.0″), un ottimo McDowell (+6.2″) e Bowman (+6.3″), Larson, Buescher, Ty Dillon, Wallace e Byron con Elliott ancora soltanto 17° davanti a Suárez e dietro a Cindric.

Mentre Bell battaglia con McDowell e Blaney e Briscoe lottano con Austin Dillon, con Chase che riesce a piazzare lo slide job su Austin favorendo anche Ryan, Stenhouse finisce a muro proprio mentre la NASCAR stava pensando di chiamare una caution per la pioggia che stava cominciando a diventare insostenibile; Wallace va ai box e perde diversi giri per un motivo non comunicato.

La pista sta iniziando a cambiare colore, ma nonostante questo si decide di ripartire ai -40 con Reddick davanti a Kyle Busch, Keselowski, Logano, Blaney, Briscoe, A.Dillon, Bell, Bowman e Larson. Alla green si pattina molto, Keselowski esce subito dalla corsia interna e perde numerose posizioni, davanti si lotta alla pari per un paio di giri poi arriva un’altra caution: Austin Dillon rompe il motore in curva4, viene evitato da qualche vettura ma non da Kurt Busch che coinvolge nel mucchio anche Yeley e Almirola.

Alla moviola Reddick è ancora dato in testa su Kyle Busch, Logano, Briscoe, Blaney, Bell, Larson, Bowman, Keselowski e McDowell e questo può essere fondamentale perché, dopo due ripartenze waived, la NASCAR decide di chiamare un’altra bandiera rossa per la pioggia che ormai è diventata intensa.

Mancano solo 28 giri alla fine e stavolta per davvero si pensa che la corsa possa essere finita qua, e invece lo scroscio è molto rapido (ce n’è un altro in arrivo a circa 10 miglia), la pista non si deteriora e quindi dopo una pausa di solo un quarto d’ora si prova a chiudere la corsa in maniera regolare.

L’ultima bandiera verde sventola ai -24 e Reddick scatta bene a differenza di Briscoe che non sfrutta al meglio la piazzola migliore e supera solo Logano mettendosi in scia a Kyle Busch. Il duello fra i due affiancati dura fino ai -18, poi Chase riesce a sorpassare Rowdy, ma Reddick ha ormai accumulato sei decimi di vantaggio che forse Tyler può gestire.

Kyle Busch si stacca subito, Logano, Larson e Blaney sono impegnati in un triello intenso e perdono ancora più terreno, dunque la lotta per la vittoria sembra riservata esclusivamente a Reddick e Briscoe. La pioggia è data a quattro miglia che sembrano essere 10 o 15′, in sintesi si andrà fino in fondo.

I giri passano, in una prima fase il divario fra i due ondeggia sempre fra i sei e gli otto decimi, poi ai -10 Briscoe mangia un paio di decimi ed è solo a 0.486″ con Kyle Busch a 2.2″ e Logano a 3.6″. Questo gap rimane invariato sostanzialmente fino ai -2 quando diventa di 0.444″. Ed è qui che la corsa cambia volto.

Il ritmo di Reddick e Briscoe è stato elevato e contro ogni ipotesi stanno riprendendo la coda del gruppo in cui ci sono gli ammaccati: Almirola viene passato all’inizio dei -2, Ware e Stenhouse si tengono all’interno e non ostacolano il leader, però Tyler cambia atteggiamento e diventa remissivo. E Reddick paga, visto che perde oltre due decimi iniziando l’ultimo giro con soli 0.170″ su Briscoe. Kyle Busch è a 3.870″ e quindi sembra destinato al terzo posto. Sembra.

In curva1 Briscoe non è abbastanza vicino a Reddick, quindi gli rimane solo curva3 per un ultimo attacco, ma la distanza è ancora relativamente elevata e dunque lo slide job che Chase tenta è disperato. La #14 pizzica l’apron, poi anche per la velocità decisamente elevata finisce sulla fiancata della #8, ma la velocità è talmente fuori scala che non ci sia appoggia e così Briscoe manda Reddick prima e sé stesso poi in testacoda.

Reddick è protagonista di un 360° perfetto che si conclude in curva4, Briscoe non lo chiude per un pelo e quindi si pianta, Tyler riparte ed ha il traguardo a circa 100 metri di distanza ma la beffa è atroce, infatti lui è all’interno e non riesce a chiudere (forse nemmeno a capire) che Kyle Busch sta arrivando di gran carriera all’esterno e di slancio. Reddick viene superato forse a 50 metri dal traguardo e Kyle Busch lo frega per soli 0.330″.

Kyle Busch vince dunque in maniera rocambolesca la sua 60esima gara in Cup Series ed entra nel libro dei record della NASCAR vincendo una corsa nella massima categoria per il 18° anno di fila (come lui solo Richard Petty); inoltre per lui è la nona vittoria a Bristol e si prende anche lo sterrato che ovviamente gli mancava.

Appena Rowdy scende dalla vettura gli piovono addosso gocce fisiche d’acqua visto che la pioggia è tornata ancora una volta ed ovviamente anche i consueti fischi. Busch è conscio di aver “rubato” una vittoria ed in conferenza stampa ammetterà questo, anche in risposta alle sue lamentele per i successi simili di Bowman negli ultimi anni, ma tutto si chiude col sorriso.

Ci sono sorrisi anche in pit lane fra Briscoe e Reddick: Chase va subito a chiedere scusa a Tyler per la manovra azzardata, il pilota del RCR accetta le scuse autoaccusandosi (decisamente in maniera eccessiva) della maniera in cui ha gestito soprattutto il penultimo giro. Per lui c’è un altro secondo posto, ma la prima vittoria arriverà presto.

Dietro a Kyle Busch e Reddick chiudono Logano (+4.0″) bravo a resistere nel finale a Larson (+4.1″) e Blaney (+4.8″); completano la top10 Bowman (+6.4″), Bell (+6.5″), Elliott (+6.7″), McDowell (+7.8″) e Ty Dillon (+8.3″), a seguire Keselowski, Suárez, Custer, Haley, Buescher, Cindric, Gilliland, Byron, LaJoie, e Burton. Truex è 21° davanti a Briscoe che riparte dopo la manovra e paga 14″. Da notare infine Gragson 27° a due giri che ha recuperato quattro tornate con i lucky dog.

La griglia playoff ora dunque è riempita per metà di vincitori con sole nove gare disputate e ben 17 ancora mancanti al taglio, la prossima settimana altra gara jolly a Talladega, dunque ci sarà ancora da rimanere col fiato sospeso fino all’ultimo metro.

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Nel corso di questa settimana la NASCAR effettuerà probabilmente il cambio di scenario più grande della stagione passando dallo sterrato di Bristol a Talladega. Sabato ci sarà la Xfinity Series con la terza tappa del Dash4Cash, domenica invece la Cup Series. La Truck Series, invece, tornerà il 6 maggio a Darlington.


Immagine: media.nascar.com

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