Almeno tutti i piloti avevano avvisato prima della gara: passare a Pocono, malgrado i sui rettilinei infiniti, sarebbe stato quasi impossibile. Così è stato e la corsa sul “Tricky Triangle” si è candidata ad essere la peggiore – per quanto riguarda lo spettacolo – della stagione dopo le scorse tre (Kansas e il doppio weekend di Charlotte) in cui invece era stato invertito il trend creato dall’ormai non più nuovo pacchetto aerodinamico. Dunque a dominare sono state la strategia e Kyle Busch, unico a riuscire ad andare in fuga e controllare la corsa in ogni sua fase. Una vittoria che gli permette di staccare in vetta alla griglia playoff Brad Keselowski e Martin Truex Jr., i quali nelle settimane scorse lo avevano affiancato a quota tre successi.
La gara
Il cielo a Pocono è grigio e minaccia pioggia, si teme per dei temporali sparsi – tipici di questa parte della Pennsylvania – e si spera che la gara vada in porto. Oppure si incrociano le dita per un diluvio universale appena dopo la fine della seconda stage in modo da mandare tutti a casa in anticipo. Già, perché l’ottimismo che qualcuno dai piani alti lascia trasparire in vista di Pocono si spegne dopo la prima ora di libere, quando i piloti dichiarano subito che qui in gara sarà impossibile effettuare dei sorpassi. A dare la mazzata definitiva al pacchetto aero 2019 – a mio avviso – è stata la decisione della Nascar di imporre una gamma di rapporti del cambio (specialmente per terza e quarta marcia) da cui scegliere che ha annullato la possibilità di effettuare la ormai tradizionale scalata in curva. E quindi la 400 miglia si è trasformata in una processione in fila indiana, tutta in quarta marcia.
A conquistare la pole, per la terza volta nel 2019 e la seconda consecutiva, è William Byron, ma questo non è detto che sia un buon segnale, infatti il weekend di Pocono è in “stile F1” con le auto già in parco chiuso fin da prima delle qualifiche e quindi una vettura veloce sul giro secco potrebbe non esserlo sul passo gara. Il condizionale è imposto – ovviamente – da Kyle Busch che si piazza in prima fila e, visti i tempi delle libere, è anche il grande favorito per la corsa.
Al via Byron mantiene la prima posizione davanti a Ky.Busch, Jones e Bowyer mentre Blaney, già qualificatosi 17°, scatta male e dopo il secondo giro (in cui si tocca pure con Ty Dillon) è soltanto 29°, ma poi riesce a recuperare fino a rientrare nella top20. Byron riesce a mettere sulla #18 un margine di poco superiore ad un 1″ e le emozioni finiscono qua. I pochi sorpassi in apertura sono quelli di Logano e Harvick su A.Dillon, che scende così al 12° posto, e di Truex su Menard (che accusa una vibrazione) per la 15esima posizione. Chi invece va in difficoltà per una probabile foratura lenta è Kurt Busch, ma grazie alla lunghezza del giro a Pocono riesce a gestire la situazione fino alla competition caution del giro 20 (imposta per le piogge della notte precedente) senza ulteriori guai né venire doppiato. Un sorpasso all’interno della top10 è quasi impossibile da trovare, solo Larson lo effettua prendendosi la sesta posizione di Keselowski unicamente perché Brad si trova Houff – che viaggia 3″ al giro più lento di Byron – da doppiare in uscita di curva 1 e deve alzare il piede.
A movimentare la situazione ci pensa Rodney Childers, crew chief di Harvick che chiama la #4 ai box prima della caution e gli sostituisce quattro gomme (per il regolamento non può fare il pieno) e lo rimanda in pista prima di Byron. Alla caution tutti vanno ai box, ma la strategia non basta ad Harvick, sia perché Larson, Keselowski, Johnson, Suarez e Logano cambiano solo due gomme e sia perché la sosta più breve per il solo rabbocco, partendo dal fondo del gruppo, non è sufficiente per andare in testa e più di qualcuno gli rimane davanti; alla fine il guadagno netto è di sole due posizioni, dalla 11esima alla nona.
Paradossalmente guadagna di più alla ripartenza, passando sesto, mentre Larson e Keselowski allungano sul resto del gruppo. E mentre i timori per la pioggia cominciano ad allontanarsi e la gara si calma di nuovo, ci pensa Austin Dillon a rianimarla. Spettatore interessato nella lotta per la 11esima posizione fra Jones e Johnson, Austin ci prova a infilare il muso in curva 3 ma non si accorge che Menard è sul suo paraurti e così finisce prima in testacoda e poi a muro. Per Dillon è un duro colpo nella classifica generale (secondo ritiro consecutivo) e le speranze di playoff si allontanano; nel post gara Menard si assume una parte della colpa dicendo di non essersi accorto del rallentamento causato da Erik e Jimmie, ma sembra più una conseguenza del carattere di Paul, infatti anche al replay la responsabilità pare essere più di Austin.
Nessuno si ferma ai box e così la classifica è immutata, Larson rimane in testa mentre Byron, Harvick e Kyle Busch recuperano altre posizioni e si mettono dietro la coppia di testa. Nel finale della stage non succede altro, se non consueta la strategia di Pocono per anticipare la caution e in questo caso ne approfittano i fratelli Busch, Bowyer, Jones, Hamlin ed Elliott; Larson vince dunque la prima stage davanti a Byron, Keselowski, Harvick e Almirola.
Il gruppo – tranne a sorpresa Keselowski – si ferma ai box per una sosta completa e così Brad è in testa all’inizio della seconda stage davanti a Truex e Ky.Busch. Inizia ora una fase convulsa contraddistinta da numerosi incidenti alle ripartenze. Alla prima, dopo che Truex attacca Keselowski e l’unico effetto è quello di favorire il doppio sorpasso della #18 che dunque si porta al comando, Preece tampona DiBenedetto mandandolo in testacoda, alla seconda è il turno di Tifft, alla terza è LaJoie a finire a muro dopo aver subito già qualche danno – così come Ragan e Ty Dillon – alla caution precedente. Keselowski ne approfitta subito per effettuare la sosta e con lui vanno in pit lane molti (ad esempio Larson e Byron) perché da qui in poi si può arrivare fino in fondo alla stage.
In pista succede poco nel frattempo: Kyle Busch mantiene la prima posizione prima davanti a Hamlin e in seguito da Bowyer e Harvick, il quale – una posizione alla volta – si avvicina alla vetta. All’ultima ripartenza Kevin riesce a spingere Clint in prima posizione, ma il sogno dura appena due giri, poi Rowdy fa un capolavoro all’esterno di curva 3 e vola via. Harvick non riesce a sorpassare il compagno di squadra nonostante abbia una vettura più veloce e così Busch arriva ad avere un vantaggio di addirittura 7″ sulla coppia dello Stewart-Haas. Ma – ancora una volta – il pilota della #18 si disinteressa dei punti delle stage e continua a mantenere l’obiettivo sulla bandiera a scacchi e così anticipa la sosta anche in questa occasione lasciando il traguardo parziale di nuovo a Larson davanti a Logano, che torna virtualmente in testa alla generale grazie a questi 9 punti, Byron, Keselowski e Newman; Truex invece è già nel garage con il motore in fumo.
Dopo il giro di soste Harvick completa finalmente la rimonta ed è in prima fila alla ripartenza con Ky.Busch di nuovo in testa alla gara. A 55 giri dalla fine ci si aspetta una battaglia fra big, tuttavia non sarà così: Harvick scatta bene, ma in curva 1 la #18 rimane davanti e Kevin gli si accoda rimanendo sempre a meno di 1″ di distanza. Dopo il brivido regalato da Byron, il quale bacia il muro in uscita di curva 1, non succede più nulla e tutti aspettano l’ultimo giro di soste.
A inaugurarlo è Keselowski ai -41 (due gomme) e al giro seguente lo segue Logano (inspiegabilmente sosta completa in una gara in cui la posizione in pista è fondamentale, più degli pneumatici nuovi). Ai -36 è il turno in contemporanea di Kyle Busch e Harvick, quando ormai hanno 6″ di vantaggio su Hamlin terzo. E in un istante la gara si riapre e si richiude: il crew chief della #4 opta per due gomme, quello della #18 per quattro e quindi Harvick diventa leader virtuale della gara con un po’ di margine su Ky.Busch. La situazione precipita in meno di un miglio: arriva una penalità per Harvick per una ruota fuori controllo in pit lane e inoltre i guai al sovrasterzo – finora tenuti nascosti – vengono a galla quando Kevin sfiora il muro nell’out lap.
Da qui in poi Busch inserisce il pilota automatico e deve solo aspettare che si completi il lunghissimo giro si soste (Hemric è l’ultimo ai -20) per tornare effettivamente in testa alla gara con circa 3″ sul compagno di squadra Jones. Tutto sembra tranquillo, ma a 14 giri dalla fine Stenhouse finisce a muro per l’ultima caution di giornata. Qualcuno si ferma ai box per montare gomme fresche (Bowman, vittima di un problema al cambio che gli fa perdere una possibile top5, è il primo a tuffarsi in pit lane dalla nona posizione), ma l’esito finale non cambia.
La bandiera verde arriva ai -9 e Busch rimane agilmente in prima posizione davanti a Keselowski che sorpassa Jones. L’unico brivido lo regala Larson il quale, in uscita di curva 1, crede di avere tutta la vettura davanti a quella di Bowyer e invece non è così e quindi, anziché metterselo dietro per conquistare una ottima top5, gli gira sul muso e finisce a muro; dopo una sosta ai box concluderà 26°.
Kyle Busch domina così una gara che poteva solo perdere (e sarebbero stati fuochi d’artificio in conferenza stampa dopo un weekend in cui ha lanciato frecciatine ai piloti del suo team nei Truck, a Stenhouse, alla IndyCar – Indy500 esclusa – e come al solito al pacchetto aero) e per lui è la 55esima vittoria in Cup Series, nono all-time alla pari di Rusty Wallace. Dietro di lui concludono Keselowski, Jones, che recupera così lo zero di Charlotte, Elliott e Bowyer; completano la top10 Hamlin, Logano, Suarez (malgrado una penalità), Byron (un altro bel passo in avanti nel suo processo di maturazione) e Almirola.
In campionato Rowdy, grazie alla quarta vittoria stagionale che rompe un digiuno che durava da Bristol, stacca in vetta Keselowski e Truex i quali nelle ultime settimane lo avevano raggiunto, e inoltre col piazzamento del traguardo riguadagna la prima posizione nella generale che aveva ceduto a Logano a metà gara; ora il suo vantaggio su Joey è di soli quattro punti. In coda alla top16 come detto c’è stato il riscatto di Jones, il quale approfitta dell’incidente finale di Larson e la prestazione opaca di Johnson (19°) per rientrare tra i virtualmente qualificati. Ma è tutto apertissimo, ancora di più della scorsa settimana dato che Jones ha solo un punto sul taglio e Kyle sarebbe nei 16 soltanto per il miglior piazzamento rispetto a Jimmie.
Le altre categorie
Nella gara della Xfinity Series terza vittoria stagionale per Cole Custer, il quale domina la corsa ma rischia di perderla a causa della strategia. Il pilota della #00 parte anche dalla pole dopo aver battuto Bell di soli otto millesimi mentre Reddick è costretto a scattare dal fondo della griglia in seguito alla rottura della trasmissione nelle FP2. Al via Custer mantiene la prima posizione mentre Bell perde la vettura in curva 1 e scivola dietro a Cindric (ma al giro successivo è già di nuovo secondo) e Reddick recupera come una furia e alla caution per l’incidente di Brandon Jones al sesto giro è già decimo. Alla ripartenza Bell soffre ancora e viene superato stavolta da Annett mentre Tyler entra nella top5, tuttavia la tregua dura poco per l’incidente di Finchum, Gase e Peck. Anche la terza ripartenza non fila liscia: prima Annett viene pizzicato per una falsa partenza e poi Bell finisce addirittura in testacoda senza riportare danni. Per chiudere i problemi, Preece da secondo scivola in fondo per una perdita momentanea di potenza. Ormai mancano cinque giri alla fine della stage e nessuno riesce a impensierire Custer che conquista il primo traguardo intermedio davanti ad Allgaier, Reddick, A.Dillon e Cindric.
Alla ripartenza Nemechek (col muletto dopo l’incidente delle libere) è in testa dato che si è fermato durante le caution precedenti, ma in curva 2 Bell è già in testa dopo un 3-wide con John Hunter e J.Earnhardt. Il problema per lui è che gli si incolla al paraurti Allgaier che sfrutta al meglio la confusione e il fatto di aver sorpassato Custer in pit lane. Dopo sette giri di pressing, Justin usa al meglio le gomme più fresche e si porta in testa alla gara mentre Custer è ancora nel traffico e recupera una posizione alla volta. Reddick però ha la vettura più veloce in pista e tenta il sorpasso che completerebbe la rimonta, ma Allgaier resiste e vince la seconda stage davanti allo stesso Reddick, Bell, Briscoe e Custer.
Cindric gioca di strategia e inizia lui l’ultima stage in prima posizione ma Allgaier in pochi giri gli passa davanti e lo fanno allo stesso momento pure Custer e Bell e mezzo giro più tardi anche Reddick. I big4 sono davanti e Reddick sembra ancora avere la vettura più veloce, però sorpassare Bell è dura e così la coppia Allgaier-Custer allunga. Ai -35 Allgaier cede e lo passano in blocco Custer, Bell e Reddick, infine Tyler ne approfitta e una curva dopo si porta in seconda posizione davanti a Christopher.
L’ultimo giro di soste viene inaugurato ai -31 da Bell (due gomme) mentre gli altri, con Custer che allunga decisamente, proseguono. Reddick si ferma ben 10 giri dopo ma la sua sosta viene vanificata da una penalità e così a Custer basta una sosta tranquilla al giro successivo per rimanere ampiamente in testa ai -15 quando si completa il ciclo. A sparigliare le carte (Custer ha 13″ su Bell) ci pensa sempre Reddick, quando ai -6 attacca – secondo Cindric troppo frettolosamente – la #22 in curva 2 e gli toglie l’aria dallo spoiler ed Austin perdendo il controllo travolge J.Earnhardt.
Custer non si ferma ai box e lo fanno solo Preece, Reddick e Custer in vista di una ripartenza con soli tre giri alla fine. Malgrado Cole abbia due gomme fresche in meno, gestisce al meglio lo scatto, ma Allgaier finisce subito in testacoda e si va all’overtime con un Reddick che – con gomme fresche – è passato da settimo a terzo in meno di un miglio. All’ultima bandiera verde Tyler spinge Cole, si libera di Briscoe e infine si tuffa in curva 1 uscendone da leader. La gara sembra in archivio con la beffa finale per la #00, ma Reddick esagera. Dopo aver sfiorato il muro alla ripartenza, lo bacia più duramente quando ritorna in traiettoria all’inizio dell’ultimo giro dopo aver tolto la scia a Custer e così approccia male curva 1 finendo troppo largo, Cole ne approfitta e lo riprende. Entrambi i piloti affrontano al limite l’ultima curva, ma Tyler finisce ancora una volta largo dopo aver perso leggermente la vettura. A Custer basta così solo infilarsi e vincere la terza gara stagionale, la prima in carriera dopo essere partito dalla pole. Dietro di lui concludono lo stesso Reddick, Briscoe, Preece e Bell. In campionato Bell viene appaiato da Custer a quota tre vittorie, mentre Reddick continua con la sua altissima costanza di rendimento ad avere più punti in classifica generale.
I risultati odierni
La classifica della “Pocono 400”
La classifica generale
Così al campionato a 12 gare dalla fine della regular season
I prossimi appuntamenti
Nel prossimo weekend ci sarà il primo “split” della stagione. I Truck seguiranno – come ormai tradizione – la IndyCar in Texas e gareggeranno venerdì notte, mentre Xfinity e Cup Series saranno in Michigan rispettivamente sabato e domenica.
Immagine: GettyImages per nascar.com
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