NASCAR | Jones trionfa a Daytona dopo un “wreckfest” infinito!

NASCAR
Tempo di lettura: 8 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
9 Luglio 2018 - 16:00
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Di gara sabato sera ce n’è stata ben poca. Solo i primi 40 giri possono essere chiamati tali, poi ha prevalso il caos. Ad ogni nuova tappa sugli superspeedway si sorpassa il limite toccato in precedenza e considerato insuperabile. Ciò non toglie i grandi meriti di Erik Jones, futura stella della categoria in una stagione in cui i giovani stanno faticando a vincere, nel conquistare la prima vittoria in Cup Series al secondo anno in cui corre a tempo pieno. A lungo nascosto, ha dato il meglio nel finale di gara battendo Truex ed un ristrettissimo gruppo di piloti sopravvissuti alla carneficina.

La gara

Dopo aver tremato per i temporali estivi della Florida, la gara parte in orario con Chase Elliott in pole affiancato da Alex Bowman. Dopo una decina di giri di assestamento nel gruppo, si porta in testa Ricky Stenhouse Jr., il vincitore dell’anno scorso, ma è un ricordo che svanirà in fretta. Il gruppo si rimescola in fretta e a metà della prima stage i primi 20 sono in fila indiana, ma al momento di giocarsi i punti ricomincia la lotta che però non scalfisce la leadership di Stenhouse che conquista così il primo traguardo intermedio davanti a Kyle Busch, Larson, Byron ed Elliott.

Sono passati 40 dei 160 giri in programma e, come al solito, la prima stage è trascorsa senza problemi, ma – a differenza delle gare precedenti sugli superspeedway – la calma finisce prima di quanto si creda. Dopo un primo giro di soste problematico per molti (Blaney, Kyle Busch, Harvick, Jones, Truex, McDowell, LaJoie e McMurray sono tutti costretti a partire dal fondo per vari problemi o penalità), in testa c’è Keselowski, ma dopo un paio di giri arriva un’altra caution per il testacoda di Menard toccato da Johnson. E poco dopo il big one.

Al restart Byron si porta in testa e sul rettilineo opposto decide di portare un blocco su Keselowski. Il rallentamento di Brad non viene recepito in tempo da Stenhouse, il quale continua a spingere la #2 fino a quando questa finisce in testacoda; quando l’incidente parte dalla primissime posizioni il conto non può che essere salato e infatti vanno a referto 26 auto su 40 (sì, il 65% del gruppo). Ad essere costretti al ritiro sono Elliott, Suarez, Kurt Busch, Hamlin e l’intero team Penske, mentre gli altri riescono a proseguire con più o meno danni.

Sul momento sembra che la colpa sia di Stenhouse, ma uscendo dal centro medico Keselowski accusa Byron, “reo” di aver portato un blocco troppo aggressivo, soprattutto se si pensa che era in corso il giro 54 e alla fine della gara mancava ancora moltissimo. Opinione su cui si può discutere, ma la gara ricomincia con Byron e Stenhouse al comando e si torna a pensare alla competizione.

Trascorre un altro paio di giri e in curva 3 Byron viene attaccato all’esterno da Kyle Busch, ma entrambi finiscono a muro e il colpevole è stavolta indiscutibilmente Stenhouse, che non tiene la linea e tocca per prima la #18 che poi rovina sulla #24. Sui social e in pista parte la gara a chi punta il dito di più contro Stenhouse, colpevole di una condotta troppo aggressiva, quasi da videogioco, dato che in pratica la sua vettura è ancora intatta (anzi è in testa alla gara e conquista anche la seconda stage davanti a McDowell, Bowman, Kahne e Ty Dillon), mentre oltre un quarto del gruppo può già fare le valige per il Kentucky.

Con un Stenhouse in versione “nemico pubblico n°1” inizia la stage finale con Ty Dillon, vittima in precedenza di problemi di pressione della benzina, in testa su Bowyer. Il gruppo ci mette un po’ a riassestarsi, a ritrovare un equilibrio di forze ed eventuali alleanze. A beneficiarne è Michael McDowell che guida a lungo questa fase della gara.

Trascorrono così 40 giri in cui si è sempre ad un passo da un nuovo incidente e in cui addirittura si porta in testa a sorpresa Jimmie Johnson, ma il suo sogno dura ben poco. A 40 giri dalla fine inizia l’ultimo giro di soste e in questa occasione l’addetto al rifornimento della #48 commette un’infrazione che costerà a Johnson un giro, ma non prima di un’altra caution: a chiudere il giro di soste c’è il gruppo delle Ford, fra cui lo stesso Stenhouse, e quando sono in accelerazione dalla pit lane, vengono sorpassati dal gruppo già lanciato e in questo momento Larson fora e travolge un incolpevole – per questa volta – Stenhouse.

Quel che rimane del gruppo – sono una ventina a pieni giri – a 34 giri dalla fine vede Truex al comando. Già, c’è anche la #78 in lotta per la vittoria dopo che per tutta la gara era stata strategicamente in coda al gruppo per evitare danni. La tattica sembra buona, dato che è l’unico dei big con la vettura ancora intatta. Dopo una caution per il testacoda di Kennington, incredibilmente terzo pochi giri prima, parte una fuga di otto auto guidata da Kahne, ma non c’è tregua, dato che Stenhouse fora sul traguardo come conseguenza dell’incidente precedente con Larson. 

A meno di 10 giri dalla fine, oltre a Truex si aggiunge un secondo favorito ed è Kevin Harvick, la cui vettura è ancora molto veloce nonostante sia finito a muro nel big one. Si riparte con 6 giri alla fine e Kahne viene sorpassato subito,  ma subito viene interrotta di nuovo la gara, dato che il 4-wide nato al centro del gruppo non passa indenne curva 3 e a farne le spese sono Almirola e McDowell. Per condire la serata c’è pure una ruota posteriore di Almirola che si stacca della vettura e rimbalzando e rotolando compie quasi mezzo giro tra l’ilarità della gente che pensava di aver visto tutto in questa gara ma è conscio che manca ancora almeno una ripartenza. 

All’overtime si presentano in prima fila Harvick e Truex, supportati rispettivamente dai compagni di marca Bowyer e Jones. A prevalere è il trenino Toyota con la #78 in testa. Quando Truex è in vista della bandiera bianca dell’ultimo giro, dietro di lui si scatena un altro big one causato dalla spinta eccessiva di Wallace su Bowyer. Se la bandiera gialla fosse arrivata un secondo più tardi Truex sarebbe stato dichiarato vincitore, e invece ci sarà un secondo overtime.

Dato che Harvick è finito nel big one, stavolta in prima fila ci sono Truex e Jones supportati da Kahne e Buescher, mentre a comporre il gruppo sono solo 20 delle 40 auto che avevano preso il via, di cui soltanto 13 a pieni giri. Gli ultimi due giri sono convulsi e vedono ad un certo punto Truex, Kahne e Jones affiancati, e all’ultimo giro la #78 e la #20 sono ancora alla pari. Sul rettilineo opposto Jones (grazie al contributo di Buescher) si mette davanti all’esperto avversario e non viene più ripreso, né – soprattutto – ci sono più incidenti alle sue spalle.

Erik Jones, rookie dell’anno in tutte e tre le categorie negli ultimi tre anni, vince così la sua prima gara in Cup Series davanti a Truex. Dietro di loro la top10 più incredibile del 2018 con Allmendinger, Kahne, Buescher, Ty Dillon, DiBenedetto, Newman, Austin Dillon e Bowman. Gli ultimi a pieni giri sono Jeffrey Earnhardt, Gaughan e Kennington. In campionato cambia ben poco nonostante i numerosi incidenti. Dalla prossima settimana si torna alla normalità, per fortuna.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series seconda vittoria consecutiva per Kyle Larson, avvenuta però in circostanze particolari. Per primo sul traguardo era transitato infatti Justin Haley, reduce dalla prima vittoria in carriera nei Truck lo scorso mese e solo alla seconda gara nella categoria di mezzo, ma il cui sorpasso decisivo a Larson e Sadler, che si sono battagliati per gli ultimi giri, è stato compiuto seppur di poco al di sotto della linea gialla che sugli superspeedway è un limite invalicabile. Un peccato perché per Haley di spazio per passare i due avversari ce n’era in abbondanza e dunque – venuta meno la clausola dell’essere stato forzato a tagliare la pista – è arrivata la corretta penalizzazione a norma di regolamento, nonostante le consuete polemiche dei tifosi, e così Haley è passato dal 1° al 18° posto. Dietro a Larson ha concluso Sadler, staccato di soli 5 millesimi e che quindi quest’anno ha perso due gare a Daytona per complessivi 0,0054″, di nuovo leader del campionato grazie al fatto che Custer è finito nel secondo big one di serata, mentre nel primo la vittima principale era stata Cindric, cappottatosi più volte seppur a velocità ridotta.

I risultati odierni

La classifica della “Coke Zero Sugar 400”

La classifica generale

Così il campionato a 8 gare dalla fine della regular season

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar fa tappa in Kentucky con tutte e tre le categorie che correranno in notturna, rispettivamente giovedì i Truck, venerdì la Xfinity e sabato la Cup Series.

Immagine: GettyImages per Nascar.com

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