La “Pro Invitational Series” si è chiusa dopo sette gare così come si era aperta, ovvero con un successo di Denny Hamlin, il quale si aggiunge alla lunghissima rosa dei vincitori sullo storico ovale di North Wilkesboro. Seppur virtuale, il ritorno di una pista storica ha risvegliato gli animi di molti facendo fare – grazie anche ai filmati della FOX e ai contributi di Petty, Allison, Waltrip, Evernham e McReynolds – a tutti i tifosi un tuffo nel passato pari soltanto al “Throwback Weekend” della Southern500 a Darlington.
La Nascar mancava da questo short track dal 1996, anno in cui fu abbandonato dalla Cup Series perché ormai anacronistico ma mai del tutto dimenticato. Ancora oggi tutti vorrebbero tornare a correrci ma ormai è completamente abbandonato da alcuni anni e se non fosse stato per Dale Earnhardt Jr. e Steve Myers, il vice presidente di iRacing, le erbacce avrebbero continuato a crescere. E invece grazie all’iniziativa dei due è stata condotta una incredibile opera di pulizia che ha permesso il rilevamento tramite laser scanning dell’intera pista per consegnarla alle generazioni future. Dal 2 giugno sarà disponibile a tutti insieme alla Chevy Monte Carlo ed alla Ford Thunderbird per un pacchetto che rimanderà tutti al 1987. Ieri la Nascar ha potuto correrci in anteprima mondiale e le aspettative non sono state disattese.
La gara
Per l’ultima gara della “Pro Invitational Series” sono presenti soltanto 28 piloti, infatti si registrano numerose defezioni. Mancano i piloti del Team Penske (con Logano tra l’altro in pausa paternità dopo la nascita del secondo figlio), di DiBenedetto (sostituito dall’ex pilota e comproprietario del Wood Brothers Jon Wood), del Team Ganassi, ovvero soltanto Kurt Busch, e anche del Team Hendrick, rappresentato soltanto da Jeff Gordon in quanto vincitore dell’ultima gara reale a North Wilkesboro. Da notare invece il debutto di Martin Truex Jr., nelle ultime settimane completamente assente dalla scena.
Molte auto hanno livree che diventano un virtuale “Throwback Weekend” improvvisato ma a dominare la giornata saranno quelle moderne. Il più veloce nella sessione di libere è Hamlin, ancora una volta fra i favoriti per la sua incredibile gestione delle gomme. In qualifica invece a prendersi la pole position con un giro perfetto è Parker Kligerman ma, unita alla partenza dal fondo per i primi tre di Dover (soltanto Bell e Hill vista l’assenza di Byron), come nelle ultime gare c’è anche l’inversione dei primi 10 in griglia e così a partire dalla pole position è Cole Custer – nato quasi due anni dopo l’ultima gara reale a North Wilkesboro – con al fianco Ryan Preece.
Alla bandiera verde (la gara è prevista su una distanza di 160 giri, ovvero 100 miglia, con un reset a disposizione) Custer mantiene la prima posizione davanti a Preece mentre Reddick terzo rimane in pista a fatica a causa di una vettura sovrasterzante.
La prima caution arriva subito dopo cinque giri ed è all’apparenza l’atto terzo della faida fra Nemechek ed Hamlin. In questo caso Denny si tuffa con veemenza nel varco lasciato da John Hunter e la Ford #36 finisce a muro coinvolgendo anche Buescher e Kligerman fra gli altri. Alla ripartenza la corsia esterna si dimostra la più veloce e Preece prende la prima posizione; Cole pur reggendo bene inizia a perdere posizioni. Preece, Smithley e Chastain provano la fuga ma al giro 30 arriva la seconda caution: Hill tocca leggermente Nemechek nella frenata in discesa in curva1 e John Hunter finisce a sua volta contro Jones che rovina a muro.
Chastain non si ferma ai box e così riparte davanti a tutti affiancato da Smithley, ma la green dura ben poco dato che Custer perde il controllo della vettura nella critica accelerazione in salita in uscita di curva2 mentre era quinto e per poco viene evitato da tutti; in quel giro e mezzo di corsa Preece era riuscito a mettere il muso davanti a quello di Chastain e quindi è lui a guidare il gruppo alla bandiera verde al giro 47.
Ryan rimane agilmente in prima posizione mentre dietro di lui Chastain e Hill sono in lotta e ad avere la peggio è Timmy che finisce largo e deve resistere affiancato a Bell per rimanere nella top5. Ad interrompere la contesa e la fuga di Preece, favorito dalle gomme usurate di Chastain, ci pensa l’incidente di Buescher. I leader vanno ai box ma in sette non lo fanno e quindi Bell eredita la prima posizione davanti a Dale Earnhardt Jr. ed Austin Dillon che corre con la livrea Wrangler di Dale Sr. Si riparte al giro 62 e Bell rimane saldamente in testa mentre Chastain riesce a liberarsi del traffico in cui invece rimane invischiato Preece.
Dopo un attimo di confusione con Gase che deve ritrovare la linea giusta, arrivano in successione due caution. La prima è per Poole che in curva1 tocca Smithley il quale perde il controllo e nel tornare in traiettoria travolge Kligerman e Kyle Busch, la seconda invece per Cassill che tocca il cordolo in ingresso di curva3 e rovina addosso ad A.Dillon mentre Hill finisce per centrare lo spigolo del muretto all’ingresso della pit lane. Bell continua ad insistere a non mollare la track position e quindi è ancora in testa a metà gara ma gli avversari – in primis Chastain ed Hamlin – rimontano.
Inizia ora un long run addirittura da quasi 50 giri che fa emergere definitivamente i favoriti per la gara. Bell resiste in maniere incredibile con gomme più usurate di una ventina di giri al ritorno di Chastain ed Hamlin seguiti a loro volta da Earnhardt e Smithley mentre Hill, quando si esaurisce la sua incredibile rimonta dal fondo dopo aver usato il reset, è sesto ma a a oltre 4″ dalla vetta. Chastain ci prova a sorpassare Bell ma l’unica conseguenza è che apre la porta a Denny il quale così si porta in seconda posizione. Poi Hamlin non si ferma lì e dopo una decina di giri di pressing, di cui cinque affiancato alla #95, riesce a portarsi in cima alla classifica a 45 giri dalla fine. Nel frattempo arrivano i primi ritiri: T.Dillon è il primo a salutare dopo essere stato coinvolto in un paio di incidenti, McDowell è vittima di un problema di connessione quando è settimo, Buescher va in fumo dopo tanti problemi ma soprattutto si rompe anche il motore di Preece quando è nella top10.
La caution arriva attorno ai -30 quando Bobby Labonte perde il controllo in uscita di curva2 e finisce per fare la pallina da ping pong rimbalzando fra Kligerman ed il muro. Mentre LaJoie è costretto al ritiro per la rottura del pedale del freno, ai box Chastain, Cassill e Hill cambiano solo due gomme e ripartono davanti a tutti. La bandiera verde ai -26 dura poco, infatti il 3-wide sul traguardo fra Truex, Nemechek e Bowyer non va a finire bene dato che John Hunter si gira sul muso di Clint e finisce per coinvolgere anche Gordon.
L’ultima ripartenza è a 15 giri dalla fine ed il finale regala emozioni tipiche da short track. Chastain rimane agilmente davanti a Hill mentre Hamlin è riuscito a sorpassare Cassill ed è terzo. Timmy non riesce neanche a provare il sorpasso dato che Denny è scatenato e ai -12 lo sorpassa in curva3. La #11 è la vettura più veloce in pista e in un attimo è sul paraurti della #6 dopo un leggero largo di Ross. Hamlin non aspetta tanto e a 9 giri dalla fine piazza subito il bump&run che gli permette di tornare in testa alla gara. Chastain finisce largo e viene sorpassato anche da Hill. Prova ad approfittarne pure Cassill ma Ross chiude la porta in curva1 ed i due escono dalla lotta per la vittoria pur riuscendo a proseguire senza danni.
Hill a questo punto ha una chance di riagganciare Hamlin ma la #11 non sbaglia nulla fino alla bandiera a scacchi. Denny Hamlin bissa così a North Wilkesboro il successo ottenuto, anche allora in un bel duello finale, a Homestead in apertura di “Pro Invitational Series”. Dietro alla Toyota del JGR chiudono Hill, Reddick (ottimo dopo un inizio difficile), Chastain, A.Dillon, Smithley, Poole, Kligerman, Harvick e Cassill. Timmy Hill inoltre si aggiudica la classifica non ufficiale (non era un campionato vero e non c’erano premi in palio, ma ugualmente i tifosi hanno tenuto i conteggi) grazie alla vittoria in Texas e addirittura sei top3 in sette gare (2° a Richmond e North Wilkesboro, 3° a Homestead, Bristol e Dover) mancando la top10 solo a Talladega (11°).
Le altre categorie
Nell’ultimo “Night Thunder”, per l’occasione corso di venerdì, finalmente è arrivata anche la vittoria per uno dei piloti più esperti su iRacing, ovvero Ty Majeski. Nella corsa disputatasi in notturna (così come sarebbe dovuto essere per la prima volta nella realtà per la Cup Series ieri) a Martinsville con le vetture della Xfinity Series, Majeski è sopravvissuto a molti incidenti, incluso uno in cui è rimasto coinvolto nelle fasi finali.
Per chiudere questa parentesi virtuale, le migliori parole non sono mie ma quelle dell’account ufficiale di iRacing e ve le ripropongo perché le condivido completamente. Adesso è tempo di tornare alla realtà senza però abbandonare il virtuale. La “Pro Invitational Series” è stata complessivamente un successo per come era nata all’improvviso e per questo bisogna ringraziare tutti quelli che hanno contribuito, ovvero la Nascar, iRacing, la FOX ma soprattutto tutti i piloti che hanno accettato la sfida anche se non erano avvezzi ad un simulatore di questo tipo. Non era facile e ci sono stati anche degli alti e bassi (come quelli di Bristol), ma i momenti positivi sono stati decisamente più di quelli negativi e – se la tendenza sarà confermata – le sette gare della “Pro Invitational Series” saranno ad oggi i sette eventi e-sports più visti nella storia della televisione americana.
“Vogliamo soltanto ringraziare chiunque abbia accolto iRacing nelle loro case e si è sintonizzato nelle scorse settimane. Facciamo tutto questo per l’amore che abbiamo nei confronti del Motorsport e siamo contenti che anche voi condividiate la nostra stessa passione.”
Immagine: nascarmedia.com
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