NASCAR | Il punto sul mercato 2019: calma prima della tempesta

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
23 Agosto 2018 - 11:00
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Rispetto all’anno scorso ci è voluto un po’ di più, ma anche in questa stagione è partito il mercato della Nascar. A differenza del 2018 dove i fuochi d’artificio ci furono fin dall’inizio (era il 25 aprile quando Dale Jr. annunciò il suo ritiro), in questo 2019 di notizie bomba non ce ne sono ancora state, piuttosto l’ambiente sembra quello di una grossa polveriera e la miccia è stata accesa, ma non si sa quanto sia lunga. Quindi bisogna aspettare ancora qualche giorno o qualche settimana, ma quando arriveranno gli annunci ufficiali potrebbe scatenarsi un’incredibile sequenza di eventi.

Le conferme

Partiamo come sempre dalle questioni più semplici, ovvero i piloti che non cambieranno sedile nel 2019. Al momento sono tre i big team che vedranno le stesse lineup nella prossima stagione. Il team Penske avrà al via infatti – in ordine di numero di gara – Brad Keselowski (contratto rinnovato lo scorso inverno fino almeno al 2020), Ryan Blaney (contratto pluriennale) e Joey Logano (in possesso del contratto più lungo di tutta la Nascar, dato che terminerà addirittura nel 2023). Non dovrebbero esserci sorprese al Joe Gibbs Racing, dato che i veterani Kyle Busch e Denny Hamlin ci saranno rispettivamente fino al 2019 e al 2020 e anche i giovani Erik Jones e Daniel Suarez, pur senza informazioni sui loro contratti, dovrebbero essere confermati.

Identica situazione al team Hendrick, anche se qui di notizie ufficiali ce ne sono di più. Partendo dai giovani, già l’anno scorso Chase Elliott aveva rinnovato fino al 2022, così come William Byron, ma fino al 2019. Questa estate è arrivato anche il prolungamento per Alex Bowman fino al 2020. La questione più pressante per il team era quella degli sponsor, tema già toccato l’anno scorso. In estrema sintesi al team Hendrick negli ultimi si sono ritirati due piloti che avevano un forte legame con i rispettivi sponsor e stiamo parlando di Jeff Gordon con Axalta e Dale Earnhardt Jr. con Nationwide. Per la prima stagione c’è stata una sorta di rassicurazione da parte dei mentori con gli sponsor in attesa che i sostituiti si ambientassero e crescessero. Una volta che i giovani hanno conquistato “autonomamente” la fiducia degli investitori è arrivato anche il prolungamento del contratto per sponsor e piloti.

Questione che è invece ancora in parte in sospeso per quello che è (era?) la vettura principale del team Hendrick, ovvero la #48. L’anno scorso Jimmie Johnson ha firmato un contratto che lo lega al team fino al 2020 con l’obiettivo dell’ottavo titolo, ma nella primavera di quest’anno era tutto il resto che mancava. Il suo storico crew chief Chad Knaus non aveva ancora firmato il rinnovo e il 2018 poteva essere il suo ultimo anno. Lo storico sponsor di Johnson Lowe’s invece ha tolto il condizionale e ha ufficializzato che non sarà più sulla vettura #48. Un brutto colpo per il team dato che Lowe’s era uno dei pochissimi sponsor presenti su una vettura per tutte e 36 le gare del campionato, primato che dal 2019 pare sarà solo di FedEx e Denny Hamlin. In estate le nubi si sono rischiarate: prima Chad Knaus ha rinnovato anch’egli fino al 2020, poi il team ha rassicurato che la caccia ad un nuovo sponsor (o più sponsor) era a buon punto e molte aziende avevano contattato il team. Fatto sta che a fine agosto un annuncio ufficiale ancora non c’è.

Per le notizie in breve, confermati – ufficialmente o no – Harvick, Almirola e Bowyer allo Stewart-Haas Racing, Larson al Chip Ganassi Racing, Austin Dillon al Richard Childress Racing, Ricky Stenhouse Jr. al Roush Fenway, Paul Menard al Wood Brothers, Bubba Wallace col team di Richard Petty (addirittura fino al 2020) e Ty Dillon al Germain Racing. Un qualunque movimento in questi team sarebbe un’assoluta sorpresa. Oppure sarebbe causato da sorpresa ancora più grande.

I possibili cambiamenti

Da dove comincio? C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma partiamo dalla notizia che potrebbe diventare la sorpresa più grande, così come con la stessa probabilità risolversi con un nulla di fatto. Il campione in carica Martin Truex Jr. non è sicuro di rimanere al Furniture Row. Ricostruiamo i fatti: a luglio lo sponsor principale (si stima per un valore di 10 milioni di $) 5-Hour Energy ha confermato che non sarà sulle vettura #78 per il 2019. Un brutto colpo, dato che in primavera – grazie anche a questo contributo e ai successi di Martin – si sperava di riapplicare il “metodo Erik Jones” (metterlo sulla seconda vettura del team, ovvero la #77, per la stagione da rookie in attesa dal passaggio al Joe Gibbs Racing) per il prossimo campione del Junior Team della Toyota, ovvero Christopher Bell. E invece niente di tutto ciò, e Bell a malincuore ha dovuto confermare – per ora – che nel 2019 correrà ancora in Xfinity Series, e addirittura qualcuno ha messo il dubbio la sopravvivenza del team, costretto di nuovo eventualmente a ricorrere alle risorse personali del proprietario Barney Visser, il quale ha prontamente smentito la chiusura della squadra. 

Il piano economico del team è però traballante e in discussione ci sono anche l’accordo con Toyota e l’alleanza con il Joe Gibbs Racing. E da tutto questo nascono i dubbi di Truex. Alla fine tutto si risolverà, però, nel caso in cui succedesse l’imponderabile, dove potrebbe andare Martin? Al Joe Gibbs Racing sacrificando Suarez oppure all’altro sedile caldo di questo mercato, ovvero quello dalla #41 dello Stewart-Haas Racing (prestazioni della nuova Ford Mustang permettendo)?

Ebbene sì, un anno dopo il destino di Kurt Busch è ancora in bilico. Per il vincitore di domenica stavolta il periodo allo Stewart-Haas Racing sembra finito dopo la rinegoziazione al ribasso del contratto dello scorso inverno. E secondo le fonti più informate lui e lo sponsor Monster partirebbero in direzione Chip Ganassi Racing e il sedile della #1 al posto di un finora deludente Jamie McMurray. E il giovane John Hunter Nemechek – a mio avviso giustamente per la sua formazione – si dovrebbe fare un altro anno in Xfinity Series, anche se Chip Ganassi, come sappiamo bene, è uno che ama rischiare quando ha adocchiato il talento buono (esempi lampanti sono Zanardi, Montoya e lo stesso Larson) e dunque non eliminiamo questa possibilità. E, se il legame proseguisse, la coppia McMurray-McDonald’s dove correrà?

E chi andrebbe sula #41, una delle vetture più ambite del campionato, dato il dominio dimostrato da tutto lo Stewart-Haas Racing in questa stagione? I candidati sono molti, ma le conferme ben poche. Il già citato Truex? Bell, pilota molto apprezzato da Tony Stewart per l’amore che entrambi hanno per i dirt track e che volentieri darebbe l’anima per il “furto” del decennio? Oppure la soluzione casalinga di Cole Custer, figlio di Joe, vice-presidente dello SHR e amministratore delegato del team Haas F1, che sembra sì pronto al grande passo, ma che finora è stato sponsorizzato solamente da Haas che è già impegnata a tappare i buchi a Bowyer e Busch e sarebbe obbligata quindi a mettere ancora più soldi riducendo gli utili?

Basterebbe solo questo per discutere per intere settimane, ma non siamo ancora a metà dei punti di domanda. E dunque passiamo a Ryan Newman, il cui contratto con il RCR scadrebbe a fine 2018. Ryan (così come Truex, Kurt Busch e McMurray) non è più un giovincello e a quasi 41 anni il ritiro non è così lontano. Sarà ancora in pista nel 2019 oppure verrà promosso il giovane Daniel Hemric, che non vede l’ora di fare il grande passo in Cup Series? E all’orizzonte c’è sempre l’altro nipote di Richard Childress, ovvero Ty Dillon. 

Non abbiamo parlato ancora di un altro sedile, magari non più prestigioso come una volta, ma che merita sempre rispetto, ovvero quello della #6 del Roush Fenway. L’esperimento iniziato a maggio della compresenza di Trevor Bayne, l’ormai ex titolare, e Matt Kenseth, il pilota pensionato che non voleva ritirarsi e che come il figliol prodigo è tornato a casa, è stato pensato in funzione del 2019 e della rinascita di tale vettura e di un team che si è solo illuso con le due vittorie dell’anno scorso di Stenhouse sugli superspeedway. La voce che tutti danno per certa è che Bayne e il suo sponsor Advocare scenderanno di categoria per passare in Xfinity Series al JR Motorsports dopo che la scorsa settimana Elliott Sadler ha annunciato il ritiro dall’attività a tempo pieno. Dunque Kenseth ritornerà nel 2019 un pilota titolare? Forse. Prima bisogna risolvere un’altra questione che nessuno neanche immaginava fino al mese scorso.

Che mercato è senza contratti stracciati? E se i contratti fossero addirittura due? Ok, tecnicamente sarebbero uno e mezzo, ma la questione JTG Daugherty è sorta dal nulla. Sotto contratto ci sono Allmendinger (addirittura fino al 2020) e Buescher (in teoria fino al 2019), ma pare che il team abbia contattato Daniel Hemric e Ryan Preece, pilota che ha corso con ottimi risultati solo qualche gara in Xfinity Series con il JGR per mancanza di sponsor). Dunque che farebbero AJ e Chris? Per Allmendinger non si sa, ma per Chris sarebbe possibile un ritorno al Roush Fenway, team che possiede forse ancora il suo cartellino e che lo aveva dato in prestito al JTG quando avevano – addirittura – una sovrabbondanza di piloti.

Rimaniamo ai piccoli team e passiamo al Leavine Family. Anche qui terremoto in vista: il giorno di Ferragosto Kasey Kahne ha annunciato il suo ritiro dalla Nascar. Per l’ex ragazzo prodigio, arrivato però a 38 anni, la carriera si concluderà quasi sicuramente con 18 vittorie e la nomina del sostituto è attesa ma dipende anche da un possibile, molti dicono probabile, cambio di costruttore da parte del team da Chevrolet a Toyota. E ovviamente se si parla di Toyota non si può che nominare Christopher Bell, il quale avrebbe così il modo di debuttare senza troppe pressioni in Cup Series. La Toyota aggiungerebbe così un’altra vettura alle 6 (poche in confronto a Chevy e Ford) che attualmente schiera – 4 per il JGR, una per il Furniture Row e una per il BK Racing.

Ah già, il BK Racing… Il team (già più volte sul bordo del baratro) è finito in amministrazione controllata nel mese di marzo e i giudici hanno deciso che tutte le proprietà dovevano finire all’asta per colmare i debiti, erariali e non. Tale asta si è tenuta martedì e l’ambito charter (una delle 36 franchigie che la Nascar ha assegnato e che garantisce un posto in griglia di partenza per ogni gara) è finito al Front Row Motorsport per la cifra di 2’080’000$. L’ufficialità dell’acquisto arriverà dai giudici nella giornata odierna. Ora il team marchiato Ford ha in mano ben quattro charter, due che usa per correre con McDowell e Ragan (i loro contratti sono annuali e quindi bisognerà valutare anche il loro futuro), uno in prestito al TriStar Motorsports e uno – appunto – quello acquistato. Il team ha detto che valuterà se utilizzare questo charter appena comprato oppure darlo in leasing a qualcun altro.

E questo qualcuno potrebbe essere il GMS Racing (che ha perso l’asta per 200’000$), desideroso di completare la scalata che li ha visti partire dai Truck, passare alla Xfinity e finire in Cup Series. Il pilota dovrebbe essere ovviamente il figlio del proprietario, Spencer Gallagher, protagonista di una stagione sull’ottovolante e passata dalla vittoria di Talladega alla squalifica per positività all’antidoping di pochi giorni dopo.

Ho parlato di quasi tutti i team. All’appello mancano solo quelli più piccoli che lavorano sempre con contratti annuali, oppure utilizzano addirittura più piloti durante una stagione e per quanto riguarda loro tutto si basa sui soldi portati dagli sponsor, quindi per queste squadre tutto può accadere.

Mancano sei mesi alla Daytona500 (alla quale è stato ufficialmente invitato anche Fernando Alonso, ma è stata solo una boutade dei social ufficiali della Nascar) e – come detto – la miccia è stata accesa. Vedremo però quanto è lunga questa miccia e dunque quando la bomba esploderà.

Qui trovate in sintesi la “silly season” 2018-19:

Immagine: GettyImages per catchfence.com

Fonti: jayski.com; apexoff.com; beyondtheflag.com; autoweek.com; espn.com

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