NASCAR | Hendrick sbaglia, Hamlin vince pure a Las Vegas!

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Tempo di lettura: 18 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
27 Settembre 2021 - 15:45
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Il team Hendrick sembra avere la gara sotto controllo nelle prime fasi, poi ad una caution l’errore strategico che fa finire le quattro vetture in coda. Solo Elliott rimonta, ma Hamlin è irraggiungibile


Denny Hamlin sta mettendo in pratica la strategia perfetta per arrivare a Phoenix da favorito per il titolo. Dopo Darlington, infatti, il pilota del JGR, giunto alla 46esima vittoria in carriera, ha piazzato il colpo vincente al debutto nel nuovo round regalandosi praticamente due settimane di vacanza in attesa che inizi il “Round of 8”. Tanti rimpianti per l’Hendrick Motosports, con tutti e quattro i crew chief che al momento decisivo, malgrado si fosse ancora l’inizio della seconda stage, hanno sbagliato strategia condannando i pilota a delle rimonte difficili con il solo Elliott che è riuscito a completarla, mancando la vittoria per meno di mezzo secondo.

La gara

A Las Vegas è una calda giornata di fine estate (34 °C) e gli animi sono ancora bollenti dopo quanto successo nel finale di Bristol. Il secondo incontro chiarificatore fra Chase Elliott e Kevin Harvick non è andato a buon fine ed i social lo fanno capire chiaramente. La frase clou è di Harvick che dice: “Parlare con Chase è stato inutile, è stato come parlare con mio figlio Keelan di nove anni.” Da tempo non si assisteva a discussioni polemiche del genere e bisogna dire che se ne sentiva la mancanza.

Il pre-gara è agitato anche per altri motivi. Inizia male la giornata Chase Briscoe che, in quanto prossimo neo papà, ottiene l’autorizzazione dal team per volare da Charlotte a Las Vegas il giorno stesso della gara in ritardo rispetto al resto dello SHR. Il pilota della #14 però non può prevedere un problema all’aereo che lo costringe a ritornare alla base e cercare disperatamente un nuovo volo che lo porti dall’altra parte dell’America. Alla fine, per fortuna, anche grazie alla gara al tramonto, Briscoe riesce ad atterrare con ampio margine sulla bandiera verde.

Anche nel garage la situazione non è semplice: Las Vegas col famigerato pacchetto aerodinamico ad alto carico diventa una gara in cui ogni piccolo particolare sulla vettura è fondamentale. Il risultato è che dopo il primo giro di controlli tecnici solo 13 delle 38 auto iscritte sono autorizzate a prendere il via e di queste solo quattro (Blaney, Kyle Busch, Logano ed Elliott) delle 12 ancora in corsa per il titolo.

Il secondo giro di check è buono per quasi tutti e a finire in trappola sono solo Truex, Byron (che sarebbero stati in seconda fila) ed Almirola mentre Yeley (che già partiva ultimo) li fallisce tre volte e quindi si prende anche un drive through con espulsione del crew chief.

L’ultima nota prima di entrare in clima gara è un dato statistico che ha dell’incredibile pensando ai tanti intrecci turbolenti nelle loro carriere: proprio nella tappa casalinga i fratelli Busch tagliano due traguardi straordinari, Kurt raggiunge quota 750 gare in Cup Series, Kyle invece 600 (secondo più giovane dopo Richard Petty ad arrivarci). Kurt però non sorride, visto che l’esclusione dai playoff non lo fa entrare più nel primo gruppo di merito nell’algoritmo ed al via è solo 20°. La pole va a Larson davanti a Blaney poi, dopo la retrocessione della #24 e della #19, ad avanzare in seconda fila sono Harvick ed Hamlin.

Al via di una gara cruciale, perché chi vince si toglie tutti i pensieri riguardanti i problemi quasi certi di Talladega, Larson scatta bene, però dalla fila interna Harvick spinge prima Blaney al comando, poi finisce loose e perde posizioni. Kyle non inizia al meglio e viene superato in curva4 anche da Hamlin scivolando al terzo posto e poi ancora uno più giù perché della manovra di Denny ne approfitta anche Kyle Busch. I piloti che stupiscono di più nei primi giri sono DiBenedetto (da 14° a 6°), Jones (da 16° a 12°) e la coppia Truex-Byron che dopo cinque tornate è già nella top25 con Martin molto attivo.

Il classico gioco di scie influisce molto sulla top10: Bowman ci prova su Logano, ma viene rimbalzato dall’aria e viene scavalcato da DiBenedetto e poi scivolerà all’improvviso addirittura fuori dai primi 10, davanti invece Hamlin trova il buco buono e riesce a scavalcare Blaney andando al comando, Larson – che ha passato la #18 – prova a seguirlo ma anche lui viene rimbalzato indietro.

Al 18° giro scatta l’allarme rosso per molti: mentre Truex nella rimonta è stallato al 19° posto a causa della mancanza di grip all’anteriore, Byron è rientrato già nella top10 e fa capire a tutti che ha una vettura capace di vincere. Alla competition caution del giro 25 Hamlin è al comando su Blaney, Kyle Busch, Larson (con i due che si sono scambiati le posizioni almeno tre volte), DiBenedetto, Harvick, Logano, Jones, Byron e Keselowski; Elliott è 11° su Redddick e Bowman, Bell è scivolato in 16esima posizione davanti a Truex 18° che ha faticato a passare Stenhouse.

I nove set di gomme a disposizione permettono a tutti di fermarsi già fin da ora e, mentre davanti Kyle Busch esce dalla pit lane davanti ad Hamlin, Blaney e Larson, in coda c’è un tamponamento a catena che rovina il retrotreno di Kurt Busch ma soprattutto il muso di Bell e questa è una brutta notizia per la #20 su una pista in cui l’aerodinamica conta molto; il doppio pit suo e di Logano (ruota mal fissata) manda due contendenti per i playoff in coda al gruppo nel traffico.

Si riparte ai -50 nella prima stage e dopo una lunga lotta alla pari Hamlin si riprende la leadership dal compagno di squadra anche grazie all’aiuto che riceve da dietro da Larson. Quando la situazione si è assestata, a metà stage (giro 40 di 80) Hamlin è dunque al comando su Larson, Kyle Busch, Harvick (che si è toccato con la #21 e per un paio di giri ha paura per il suo passaruota), Byron, DiBenedetto, Elliott, Reddick, Keselowski, Bowman e Truex; Logano è 22° in rimonta (anche se poi anche lui stallerà per il sottosterzo) mentre Bell è solamente 28° e paga il muso rovinato.

Mentre Kyle Busch è loose e si stacca leggermente, Larson senza nemmeno strafare recupera il terreno perso e con un attacco pulito in curva1, sfruttando anche i doppiaggi fra cui Yeley in curva4 in versione Ricardo Zonta, ai -35 passa al comando e Rowdy ne approfitta per seguirlo, dunque Hamlin scivola dal primo al terzo posto soffrendo la mancanza generale di aderenza. Intanto in casa Penske si capisce subito che la giornata non è delle migliori, in quanto anche Blaney teme di avere una ruota mal fissata.

Ai -25 si può definire completata la rimonta dei penalizzati, infatti Byron col sorpasso su Harvick è nella top5, Truex con quello su Keselowski nella top10; significativo è il team radio di Brad che dice che “la macchina è a posto, solo un pochino loose. È solo come se mancassero 50 libbre [22 kg, nda] di carico aerodinamico, come sapete…” E in quel ‘come sapete’ si percepisce come la sensazione che Brad sappia che la sua Ford rispetto alle concorrenti Chevrolet e Toyota abbia qualcosa di meno di base. La dimostrazione arriva poco più tardi quando Elliott passa di slancio Harvick che teme un problema ad una gomma.

Davanti nel frattempo Larson un pochino alla volta sta allungando sugli avversari, il tutto senza farsi notare troppo. Non tutto è perfetto però per i big dei playoff malgrado tutto: Truex è troppo sullo splitter, Bowman si è perso dopo il problema iniziale, Hamlin ha sovrasterzo, Kyle Busch litiga con i doppiaggi e cerca inutilmente una traiettoria che gli permetta di stare vicino a Larson, Blaney ha problemi di raffreddamento al “corsetto” messo sotto la tuta viste le alte temperature.

L’unico che sembra completamente tranquillo è Larson che vince la prima stage con 1.1″ su Kyle Busch, 4.5″ su Hamlin, 5.9″ su Blaney, 7.0″ su Byron, 8.6″ su Elliott, 9.6″ su Reddick, 12.6″ su Harvick, 13.4″ su DiBenedetto e 14.1″ su Truex; Bowman è 11° davanti a Keselowski, 15° Logano in rimonta, Bell appena 22° e che a pieni giri dietro aveva solo Newman e Buescher con Suárez 25° lucky dog dopo aver passato nei Preece nei giri finali approfittando proprio del doppiaggio subito da Larson per seguirlo.

In pit lane a sorridere è Hamlin, il quale passa al comando davanti a Larson (che poco dopo dopo avrà paura per potenziale una ruota mal fissata), Elliott, Blaney e Byron e tutti sono curiosi di cosa potrà fare la #24 partendo davanti di nuovo; Bell (sosta con pit lane chiusa per riparare ancora il muso) ed Almirola si prendono una penalità come in precedenza era successo a Suárez; Keselowski perde una decina di posizioni per modifiche sostanziali all’assetto.

Ma il vero colpo di scena non è questo, infatti i meccanici del JGR sbagliano completamente i tempi e Bell esce dalla pit lane dietro la pace car, dunque malgrado le rimostranze (inutili perché la foto parla chiaro), Christopher non solo perde un giro ma è anche in coda al gruppo.

Si riparte ed Hamlin scatta bene dall’interno malgrado dal muretto gli consiglino l’altra corsia; la scelta personale di Denny sarebbe anche corretta in quanto rimane davanti, poi però incomprensibilmente non chiude l’esterno in curva2 lasciando la porta spalancata al rientro di Larson che lo attacca in curva3 e poi al giro successivo completa il sorpasso tornando al comando. Dietro di loro Byron ed Elliott sono in lotta e William si prende il terzo posto. Non è finita qua però per la #24, infatti Byron approfitta del contrattacco di Hamlin su Larson per andare 3-wide sul traguardo e passando quasi sull’apron si porta al comando.

Pochi istanti più tardi il momento che deciderà la corsa malgrado manchino addirittura 174 giri alla fine. Joey Gase finisce duramente contro il muro, addirittura quasi ribaltandosi, dopo aver perso la gomma posteriore sinistra. Non si è ancora capito se sia stato uno pneumatico mal fissato dopo la sosta o una rottura più complessa del mozzo, tuttavia un Gase che ha subito il colpo è costretto ad andare in ospedale per gli accertamenti di rito.

Alla caution Byron è dato in testa su Larson, Hamlin, Blaney, Elliott, Reddick, Kyle Busch, Harvick, Truex, Bowman e Logano con Keselowski 16° e Bell 28° lontano tre posizioni dal lucky dog di Stenhouse; tutti sono attenti al team radio di Rowdy, il quale prima della caution stava giusto per fare una sosta sotto green per cambiare le due gomme di sinistra quasi certamente per una ruota mal fissata, quindi non si bada sul momento a quello che succede in ingresso di pit lane.

Praticamente tutti si fermano ai box tranne in sette: Byron, Larson, Blaney, Elliott, Bowman (dunque il Team Hendrick al completo), DiBenedetto e Jones; Kurt Busch e Logano fanno solo il pieno e quindi ripartono davanti ad Hamlin, Reddick (buon inizio di stage per lui), Kyle Busch (graziato dalla caution), Truex, Harvick e Keselowski. Dopo la caution si riparte ai -62, lo spazio sufficiente per completare la stage con un pieno e dunque in pochi secondi si capisce che chi non si è fermato ai box ha commesso un errore strategico clamoroso e che potrebbe avere conseguenze a lungo termine.

Sullo scatto Byron parte bene, tuttavia non riceve aiuto da dietro e così Elliott spinge Larson di nuovo in prima posizione. Nelle fasi successive Byron cerca di ripassare Chase, tuttavia non ce la fa e la reazione di Elliott è tale da portare la #9 al comando; poco più dietro Blaney cerca di approfittare del sorpasso mancato di William, tuttavia anch’egli non riesce a chiudere la manovra e quindi per un paio di tornate (prima di un nuovo crollo di Alex) c’è probabilmente il poker più illusorio, vista la strategia, degli ultimi anni con Elliott davanti ai compagni di squadra Larson, Byron e Bowman.

La prima posizione di Elliott dura effettivamente un solo giro, poi Larson, che sta resistendo, riesce a tornare davanti e torna a fare quanto già mostrato nella prima stage. A completare la top5 ora c’è Blaney, dato che Hamlin gli è dietro e Kyle Busch, settimo, paga il sottosterzo. Dietro questa top7 esclusivamente di piloti dei playoff ci sono Reddick, DiBenedetto e Kurt Busch, poi altri quattro da segnarsi in rosso, Logano, Harvick (con i due che hanno pagato all’interno alla ripartenza), Truex e Keselowski.

A pagare col sottosterzo oltre a Rowdy c’è anche Blaney e la causa sembra essere la stessa, ovvero un detrito (forse di Gase) centrato e che ha rovinato il loro muso. A Ryan però questa situazione basta e avanza per scavalcare un Bowman che, come detto, entra inspiegabilmente in una nuova crisi nera. Anche Elliott centra un detrito e questo permette a Kyle Busch, che si esalta nelle difficoltà, di sorpassarlo per il terzo posto seguito come un’ombra da Hamlin.

In testa Larson, malgrado abbia più sottosterzo di prima, tiene a distanza Byron e inizia a preoccuparsi per la sosta necessaria. Ci si aspetta che tutti e sette si fermino a pochi giri dalla fine della stage per poi saltare il pit al break, e invece c’è un plot twist interessante e sorprendente che segna il secondo punto di svolta della gara, infatti poco dopo i -30 si fermano subito in sequenza Elliott e Byron, dividendo in pratica la stage in due stint quasi uguali.

Il problema per entrambi, ovviamente, è che tornano in pista doppiati; per Byron tuttavia la situazione si complica ulteriormente, infatti la sosta è lenta sulla anteriore destra ed il crew chief decide in corsa di cambiare solo due gomme per non perdere ulteriore tempo, però questo rischia di tenere William per tantissimi giri (potenzialmente anche tre stint in caso di giro non recuperato) sulle stesse gomme di sinistra.

Ai -20 la situazione si fa ancora più interessante perché Larson soffre i doppiaggi per il sottosterzo ed Hamlin, che ora ha pista libera dopo aver passato Kyle Busch, recupera i circa 3″ di ritardo anche per mettere all’angolo tutto il Team Hendrick; il problema per Larson è che dietro di lui stanno recuperando anche Elliott e Byron che vogliono sdoppiarsi entrambi mentre ora Chase sarebbe “solo” lucky dog con William che rimarrebbe col cerino in mano.

Dei sette che hanno la strategia sballata due si sono già fermati ai box, uno (Erik Jones) esce di scena praticamente ancora prima della sosta in quanto dopo una prima stage brillante viene doppiato (arriverà al traguardo 26° a due giri), dunque si attendono i pit degli altri quattro. Larson, che aveva ormai Hamlin a mezzo secondo, si ferma ai -7 con Blaney e DiBenedetto, poi ai -5 è la volta di un Bowman già staccato.

In testa passa così Hamlin con circa mezzo secondo su Kyle Busch mentre fra gli altri Elliott è a circa 2″ da Denny ed ha alle spalle nell’ordine Chastain, Byron, Larson, Blaney, Buescher, DiBenedetto, Bell e Bowman. Nelle ultime tornate a gomme fresche Elliott riesce a sdoppiarsi e a salvare la sua gara insieme a Byron che, col sorpasso a Chastain, è il lucky dog; Larson, Blaney, DiBenedetto e Bowman dunque sono “fregati” dalla strategia che sembrava corretta e che invece a posteriori gli ha impedito di sdoppiarsi e dunque dovranno prendere la wave around e rimanere non solo su gomme leggermente ususrate, ma anche nel traffico.

Hamlin vince quindi la seconda stage su Kyle Busch (+1.3″), Reddick (+7.1″), Truex (+7.7″), Logano (+14.0″), Keselowski (+15.6″), Kurt Busch (+16.2″), Harvick (+16.2″), Austin Dillon (+16.8″) e Wallace (+18.0″), seguono Almirola, Newman, Briscoe, Elliott, McDowell, Stenhouse e Suárez, 17° e ultimo a pieni giri davanti a Byron, Larson, Chastain, Blaney, Buescher, DiBenedetto, Bowman e Bell.

La corsa in pratica è finita qua, perché Hamlin non avrà veri e propri avversari nel finale, non ci saranno caution ad impensierirlo e piloti forti nella prima fase di gara come Byron, Larson e Blaney si ritrovano nel gruppo (ed essendo lucky dog o wave around devono ripartire dietro a tutti i doppiati). Al break tutti si fermano ai box, quindi sia Elliott che Byron possono montare gomme fresche, e si riparte con Hamlin al comando su Truex (luci e ombre per lui dopo il buon inizio), Reddick, Kyle Busch ed Harvick.

Alla bandiera verde dei -101 Hamlin stavolta sceglie l’esterno e per un attimo questa decisione sembra di nuovo sbagliata dato che Kyle Busch spinge Martin davanti, poi però Denny reagisce e dopo mezzo giro respinge l’attacco del compagno di squadra, mentre dietro di loro Rowdy deve andare 3-wide con Reddick ed Harvick con Tyler che prevale prima su questi avversari e poi poco più tardi anche su Truex portandosi al secondo posto.

Dal fondo del gruppo l’unico che risale molto velocemente è Elliott con Byron a distanza mentre Bowman e soprattutto Larson rimangono intrappolati attorno alla 15esima posizione e gli unici sorpassi degni di nota sembrano essere quelli che, involontariamente dato che prevale l’inerzia della scia, si fanno l’un l’altro senza avanzare. Ben presto Kyle via radio dice che le gomme sono cotte ed è il segnale che la sua gara è praticamente finita.

Ai -75 Hamlin ha appena tre decimi di vantaggio su un Reddick che non molla nemmeno un metro, Truex è staccato a 1.5″ mentre in quarta posizione ad appena 2.5″ dalla vetta c’è incredibilmente già Elliott; completano la top10 Kyle (+4.2″) e Kurt Busch (+4.8″), Byron (+5.1″), Keselowski (+5.5″), Harvick (+6.7″) e Blaney (+7.4″) che ha appena passato Logano. Seguono poi tre outsider come A.Dillon, Wallace e Suárez col messicano che ha rimediato ad un inizio difficile e per ora si tiene dietro Larson, Bowman e DiBenedetto mentre Bell, risalito in 20esima posizione, sogna essendo virtuale lucky dog.

In vetta i ruoli tradizionali si invertono, Hamlin si tiene all’esterno lungo il muro mentre Reddick cerca la corsia interna per passarlo non riuscendoci. Ai -65, con l’ultima sosta in avvicinamento, il primo dettaglio che fa pendere la bilancia verso la #11: Hamlin riesce a doppiare facilmente Cody Ware, Reddick invece se lo trova in mezzo ai piedi e perde un secondo che non riuscirà più a recuperare.

Prima dell’ultimo giro di soste, a 65 giri dalla fine Hamlin ha dunque 1.5″ su Reddick, 3″ su Truex, 4.5″ su Elliott, 5.5″ su Byron, 7.5″ su Kyle e Kurt Busch, 8″ su Keselowski, 9.5″ su Blaney e 10.5″ su Harvick con Larson e Bowman 14° e 15° a 15″. Il primo a fermarsi ai box ai -63 è McDowell, ultimo a pieni giri, seguito da Suárez, Kyle Busch è il primo dei big ai -57 seguito al giro successivo da Truex. Il momento clou è quando ai -53 Hamlin effettua il suo ultimo pit e Reddick fa un overcut di addirittura quattro giri che è l’equivalente di una zappa sui piedi.

Dietro intanto succede molto: un buon Briscoe dopo le difficoltà mattutine bacia il muro, poi in casa Hendrick si assiste ad un altro doppio dramma: Bowman è costretto ad una doppia sosta per una ruota mal fissata, Byron invece fora (valvola probabilmente ko a causa della pistola pneumatica) e anch’egli deve tornare ai box; entrambi perdono due giri.

Al termine del giro di soste (l’ultimo audace è Austin Dillon ai -38), Hamlin dunque ritorna al comando con 1.4″ su Elliott, 7″ su Truex e Kyle Busch, 8″ su Reddick, 11″ su Blaney, 13.5″ su Harvick, 16″ su Kurt Busch e Keselowski, 18.5″ su Logano (che teme una ruota mal fissata poi invece non rilevata), Larson è 11° a 20″ e a pieni giri con lui ci sono solo Suárez, Briscoe, DiBenedetto e Wallace.

Gli ultimi giri vedono solo il recupero di Keselowski con gomme leggermente più fresche, il ritorno momentaneo di Bowman e Byron a un giro dal leader, i doppiaggi sempre più impegnativi davanti ma gestiti alla perfezione da Hamlin, il rientro di Larson nella top10, Cody Ware ancora una volta in mezzo alla strada con Kyle Busch che deve baciare il muro per non perdere l’inerzia e passare Truex ed il buon recupero di DiBenedetto malgrado la strategia sbagliata. Elliott sì recupera, ma da 1.5-2″ si riparta a 0.9″ ai -6, 0.8″ ai -4, 0.6″ ai -3, 0.5″ ai -2, 0.3″ all’ultimo giro ma lo spazio per un attacco non c’è mai.

Hamlin vince la seconda gara stagionale con soli 0.442″ su Elliott, tuttavia gli altri sono distanti: Kyle Busch è terzo a 12.5″ davanti a Truex (+13.9″), Blaney (+14.6″), Reddick (+15.7″, sorpasso subito da Ryan all’ultimo giro), Keselowski (+20.6″), Kurt Busch (+21.3″), Harvick (+21.9″, sorpasso subito da Kurt all’ultimo giro) e Larson (+24.1″); gli ultimi a pieni giri sono Logano (+28.6″) e DiBenedetto (+31.0″). Byron chiude 18° a un giro, Bowman 22° e Bell 24 entrambi a due giri.

Hamlin ripete quanto fatto tre settimane fa e si mette al tranquillo fin dalla prima gara del Round, togliendosi tutte le preoccupazioni di Talladega e del Roval. Larson malgrado i guai mantiene un ampio margine su tutti gli altri e, come Kyle Busch, Truex, Blaney ed Elliott, va in Alabama relativamente tranquillo. La lotta al momento sembra essere fra sei piloti per gli ultimi due posti: Logano e Keselowski sono rispettivamente a +6 e +4 sul taglio al di sotto del quale ci sono Byron, Harvick, Bowman e – staccato – Bell. Per il Team Penske potrebbe essere la gara dell’anno per capire se solo Blaney dovrà affrontare Hendrick e JGR oppure no.

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Nel prossimo weekend la Nascar andrà a Talladega per il weekend centrale dei playoff. Sabato si correranno Truck (h 19:00) e Xfinity Series (22:30), domenica invece (20:00) la Cup Series.


Immagine: media.nascar.com

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