I long run permettono tanta libertà ai crew chief: due strategie in gruppo nel finale diventano tre, Byron paga nel finale, Truex non è al meglio e dunque nei cinque giri finali emergono Hamlin ed Harvick con Denny che prevale negli ultimi cinque giri
Una battaglia di gomme e di cervelli quella di Richmond. Non sarà stata la gara più esaltante, ma una Next Gen affidabile insieme a pneumatici Goodyear dal degrado notevole hanno fornito ai crew chief numerose chance per puntare la vittoria. La stage finale con tre strategie diverse ne è l’esempio più evidente e il fatto che tutte queste tattiche si siano riunite nello stesso punto a circa 10 giri dalla fine è stata la ciliegina sulla torta. Alla fine la scelta vincente è stata quella di Chris Gabehart, crew chief di Denny Hamlin che ha riportato il pilota del Joe Gibbs Racing alla vittoria dopo un inizio di stagione complicato.
La gara
Il weekend di Richmond è fresco ma soleggiato a differenza di pochi prima quando addirittura c’è un’allerta tornado. In un programma molto compatto i controlli tecnici sono venerdì pomeriggio e a pagare dazio sono Haley e Biffle che con tre verifiche fallite perdono un membro del team, non possono disputare le qualifiche (nessun problema con sole 37 vetture iscritte) e al primo giro dovranno scontare anche un drive through.
Le prove libere e le qualifiche scorrono via senza problemi se si esclude un testacoda isolato per Wallace; Kyle Busch si lamenta già della vettura come il suo solito ma è in testa alle classifiche, pian piano però emerge il nome del primo favorito ovvero Ryan Blaney che è il migliore in ogni statistica relativa ai long run.
Poi però in qualifica il pilota del Team Penske trova anche la velocità sui due giri lanciati (essendo Richmond uno short track) e nel primo round del Gruppo A stampa il miglior tempo addirittura al primo giro quando tutti gli altri piloti lo fanno al secondo; avanzano con lui anche un sempre veloce Jones, Kyle Busch, Briscoe e Byron. Dal Gruppo B si qualificano invece Ross Chastain, più veloce di Blaney nel confronto, su Harvick, Bell, Truex ed Almirola nella prima giornata positiva per tutto lo Stewart-Haas Racing in molti mesi.
La pole position va poi allo stesso Blaney che precede di appena 0.037″ Byron, Kyle Busch, Briscoe, Jones, Truex, Harvick, Chastain, Bell e Almirola; è lo stesso Harvick a notare uno dei primi difetti del nuovo format di qualifica, infatti la top5 della griglia proviene tutta dal Gruppo A che ha avuto più tempo a disposizione per raffreddare la vettura.
I favoriti della gara oltre a Blaney sono come detto i piloti dello Stewart-Haas Racing e soprattutto le Toyota (anche title sponsor della gara come succede da molti anni) del Joe Gibbs Racing, finora a secco nel 2022 con Hamlin e Bell protagonisti in negativo in tutta la stagione con Denny che al via si presenta addirittura da 22° in classifica generale. Non sembra in forma invece l’Hendrick Motorsports malgrado siano in testa alla classifica generale (Elliott), alla griglia playoff (Bowman) e quella per playoff point (Byron).
Dopo che anche Cindric deve partire dal fondo (modifiche in parco chiuso ai freni) al termine di un sabato complicato per la #2, la gara può cominciare e Blaney, il quale cerca di sconfiggere le statistiche che dicono che Richmond sia la sua pista peggiore, mantiene il comando davanti a Byron e Kyle Busch; la principale preoccupazione dei giri iniziali è il fatto che Haley e Biffle, dopo aver scontato la penalità, rientrano in pista nel mezzo del gruppo di testa, ma Justin regge bene il ritmo dei leader.
I primi attacchi sono quelli di Jones su Truex, ma Erik rimbalza proprio trovandosi Haley davanti e viene superato da Chastain. In vetta, invece, Kyle Busch si fa vedere su Byron e questa è l’unica buona notizia in famiglia dato che appena al giro 9 di 400 Kurt rallenta di colpo in uscita di curva3 e dopo mezzo giro a passo d’uomo si ferma in pista. La prima caution della giornata è già quasi la fine della sua giornata: un problema elettrico lo costringerà a sostituire pompa della benzina e centralina unica; tornerà in pista staccato di 105 giri che al traguardo diventeranno 109 per un deludente 35° posto.
Dopo il lucky dog per Haley e le soste isolate di Larson (che si libera così definitivamente delle gomme usate in qualifica tenendosi otto set di pneumatici freschi), Cindric, Ty Dillon, Ware e Stenhouse si riparte ai -55 nella prima stage già con una discreta sequenza di report via radio: Almirola parla di sottosterzo così come Allmendinger, Hamlin invece è tight alla corda e loose in uscita, Bell ha vibrazioni ai freni (sarà solo il primo di una lunga lista ma per fortuna nessuno avrà problemi), Larson invece aveva troppo sovrasterzo.
Alla green Blaney rimane agilmente davanti a Byron e Kyle Busch che si difende da Truex, ma il più scatenato è Chastain che di slancio in curva4 all’esterno supera Martin e poi in curva1 all’interno (seppur solo momentaneamente) Kyle Busch. Lo stesso Rowdy, molto ottimista riguardo alla vettura, un paio di giri più tardi approfitta di una esitazione di Byron e passa al secondo posto. Busch segue una traiettoria non alla corda ma nemmeno esterno e così Byron poco più tardi lo ripassa dopo una breve lotta.
I giri passano veloci e c’è qualche battaglia interessante in coda alla top10 con protagonisti 2-wide Bell e Briscoe con dietro di loro sempre affiancati Logano e Jones ed Harvick spettatore interessato. Alla fine a cedere saranno Erik e soprattutto Chase che sul long run crollerà; in difficoltà anche Suárez che esce dalla top20 mentre il compagno di squadra Chastain è stabile nella top5.
A metà stage (giro 35) Blaney ha 0.8″ su Byron, 1.6″ su Kyle Busch, 2.5″ su Chastain, 3.0″ su Truex, 6.8″ su Bell già staccato, 7.6″ su Logano, 8.3″ su Harvick, 8.5″ su Briscoe e 8.7″ su Jones; seguono Hamlin, Elliott, Almirola e due buone gare di Burton e Keselowski che sono nella top15 mentre Cindric e Larson faticano nella rimonta e sono ai margini della top20.
Inizia il long run e anche le prime difficoltà: Jones esce dalla top10 a vantaggio di Hamlin, McDowell va ai box per una sosta imprevista, Kyle Busch ha sempre più sottosterzo, Briscoe ed Elliott hanno un piccolo contatto e questo segna l’inizio vero delle difficoltà del Chase dello Stewart-Haas Racing, Harvick ha interferenze via radio che in una pista “cittadina” come Richmond non sono rare.
Blaney intanto mantiene il controllo e guadagna qualcosa su Byron che però non è mai a più di 1.5″, Busch invece si stacca e perde 4″ quando viene raggiunto da Chastain e Truex, Bell è ormai a 9″ e precede Logano, Elliott, Harvick e Keselowski che è nella top10; in coda a rischio doppiaggio ci sono piloti come Wallace e Custer e Ryan inizia ora la fase più impegnativa dei sorpassi, perdendo mezzo secondo per superare Cody Ware. In difficoltà ancora Suárez che viene superato al pelo da Stenhouse mentre anche Briscoe esce dalla top20 a causa dell’eccessivo sottosterzo.
Ai -10 di una stage molto veloce e lineare Chastain scavalca Kyle Busch (poco più tardi pure Truex lo imiterà) e lo stesso fanno Elliott su Logano e Keselowski su Harvick, Allmendinger (che pure oggi ha problemi con le gomme) e Custer vengono doppiati, ma per fortuna sua il leader non ha fretta e Cole beneficerà del lucky dog.
Blaney vince dunque la prima stage (70 giri su 70 in testa, mai così bene a Richmond e Ryan rimane il leader del 2022 in questa statistica) davanti a Byron (+1.1″), Chastain (+2.8″), Truex (+5.4″), Kyle Busch (+5.8″), Elliott (+5.8″, che ci prova sulla #18 in volata), Bell (+6.4″), Logano (+7.6″), Keselowski (+8.6″) ed Harvick (+11.2″); seguono Hamlin, Jones, Reddick, Bowman, Larson, Buescher, Cindric, Almirola, Ty Dillon, Burton, Stenhouse, Austin Dillon, Suárez, Briscoe, Gilliland, Wallace, Haley e appunto Custer in una stage che ha visto a sorpresa tanti rimanere a pieni giri.
Al break c’è il primo vero giro di soste e Blaney esce dai box davanti a Chastain, Elliott (che diventa così pericoloso per una possibile vittoria, ma anche in questa occasione sarà un fuoco di paglia), Bell, Kyle Busch, Truex, Logano, Byron, Keselowski ed Harvick.
Questa sosta è anche l’occasione per il Joe Gibbs Racing per mettere in pratica la nuova coreografia della pit crew proposta durante l’inverno alla NASCAR sfruttando una zona grigia del regolamento; la NASCAR stessa era poi giunta ad un compromesso, ovvero che questa nuova coreografia, con i meccanici che passano tutti davanti al muso senza ostacolare il rifornimento, sarebbe stata congelata fino ad Atlanta per dare modo anche agli altri team di valutarla e provarla. I risultati del JGR in gara saranno positivi come si vedrà in seguito.
Dopo aver comminato due penalità a Bowman (sosta fuori dallo stallo) e Ware (falsa partenza della pit crew), può cominciare una seconda stage nominalmente da 160 giri, effettivamente saranno 150, e saranno tutti sotto green, dunque può andare in scena uno dei punti cruciali della storia recente di Richmond, ovvero la strategia.
Il pieno dura circa 120-130 giri dunque tutti si devono fermare almeno una volta, ma è possibile anche fermarsi due volte dividendo dunque la stage in stint da circa 50 giri anziché da 75 e questo è permesso da un elevato degrado delle gomme (come riferimento il giro più veloce di Blaney al secondo giro è di 22.9″, ma ha chiuso la stage al giro 75 in 25.0″).
Alla green Blaney rimane al comando e Chastain dall’esterno lo segue insieme a Bell; nasce una mini fuga a tre dato che dietro di loro c’è un breve 3-wide con Elliott (scattato male), Kyle Busch e Truex con Martin che è costretto ad alzare il piede. Anche nel gruppo c’è un 3-wide però Burton rischia di finire a sandwich fra Ty Dillon e Reddick.
Proseguono come nella prima stage i 2+2 e stavolta i protagonisti sono Byron con Keselowski e dietro di loro Hamlin con Harvick; alla fine c’è il doppio sorpasso della #6 sulla #24 e della #4 sulla #11. Mentre anche Blaney teme per le vibrazioni ai freni (per sua fortuna passeranno poco più tardi), la #12 non scappa e Chastain rimane sempre vicino a lui.
Al giro 100 (un quarto di gara e -130 nella stage) Blaney è ancora in testa con 0.6″ su Chastain, 1.0″ su Bell (che inizia a premere su Ross), 1.3″ su Kyle Busch, 1.6″ su Elliott, 2.3″ su Truex, 3.2″ su Logano, 4.1″ su Keselowski, 5.1″ su Byron e 5.5″ su Harvick. Si ritira invece Biffle per un problema alla sospensione.
Ai -110, dopo una fase tranquilla e di transizione in cui i piloti col passare al long run sperimentano con le cambiate in curva per gestire le difficoltà di assetto, Bell al secondo tentativo all’interno supera Chastain proprio mentre Blaney inizia una nuova fase di doppiaggi. Anche Kyle Busch accusa una piccola vibrazione ai freni e questo, insieme ad altre difficoltà di assetto, permettono ad Elliott di scavalcarlo.
È proprio in questo momento che Truex va ai box ed è chiaro che è proprio Martin ad iniziare il giro di soste che prelude ad una strategia su due pit nella stage; la curiosità ovviamente è se tutti seguiranno questo piano. Ai box in breve ci vanno anche Kyle Busch (che era stato passato anche da Logano) e Keselowski; ad aiutare Rowdy ci pensa la sua pit crew che con la nuova coreografia effettua una sosta completa in 9.19″, un record storico.
Con il passare dei giri in molti vanno ai box, compreso il leader Blaney (che entra in pit lane al limite del concesso), ma l’undercut di Truex è decisivo e quindi Martin prende il controllo della gara; sarà la mossa a posteriori decisiva perché Truex controllerà la corsa (almeno la “sua metà”) fino al traguardo. All’appello in pit lane mancano ancora sei piloti e sono Bell, Hamlin, Jones, Almirola, Austin Dillon e Gilliland e queste sono le vetture che invece sono sulla sosta unica. E la gara prende vita soprattutto dal punto di vista strategico.
Ovviamente Truex con gomme fresche inizia a martellare giri rapidi ma non veloci perché si trova nel traffico, deve anche sdoppiarsi da Bell che ha ampio margine (oltre 9″) su Hamlin. Blaney invece per la prima volta si trova nel traffico ed il sottosterzo lo colpisce subito; Ryan diventa protagonista subito di team radio molto animati contro i doppiati (o con chi deve superare ed ha un ritmo alto per le gomme usurate) o l’assetto.
Ai -85 Jones apre il giro di soste (finendo lungo nello stallo) della sua strategia ed a questo punto Bell ha 10″ su Hamlin e 13.4″ su Truex che non solo si è sdoppiato ed ha recuperato posizioni, ma ha anche guadagnato mezzo giro; seguono Almirola, Blaney (che ha perso 3″ da Truex), Austin Dillon, Kyle Busch (che al pit stop ha avuto problemi con la prima marcia), Logano, Elliott e Chastain mentre dietro di loro i compagni di squadra del RFK Racing Keselowski e Buescher sono in lotta con una livrea identica.
A soffrire nel traffico in questa fase è anche Chastain che è stato passato da Elliott, ma Ross poco più tardi tornerà protagonista. Proseguono le soste, vanno ai box anche Austin Dillon, poi Gilliland, Almirola, Hamlin (che era stato superato di slancio da Truex); ai -75 è il turno anche di Bell che cede il comando della gara al compagno di squadra sulla #19.
A classifica assestata ai -70 Truex ha 2.8″ su Blaney, 3.7″ su Kyle Busch, 4.7″ su Logano, 5.7″ su Elliott, 6.9″ su Chastain, 9.8″ su Keselowski, 10.5″ su Harvick, 10.9″ su un Larson che non si è fatto mai vedere e 11.3″ su Buescher; seguono Byron, Cindric, Reddick, Burton, Bowman, Ty Dillon, Suárez, Wallace e Bell 19° ed ultimo a pieni giri dopo essersi sdoppiato immediatamente con gomme fresche.
Anche Truex però non è al meglio, infatti capisce subito che col passare dei giri avrà troppo sovrasterzo e così un Blaney che stacca Kyle Busch (che viene superato di nuovo poi da Logano e anche da Elliott) gli guadagna qualche decimo. Ai -55 però inizia già il secondo giro di soste, il primo è Chastain ma al giro successivo ai box va subito anche il leader Truex seguito a ruota da tutti gli altri incluso un Blaney che era stato superato all’esterno da Logano.
Bell ovviamente eredita di nuovo la prima posizione e quando esce dai box la #19 ha circa 18″ da recuperare in circa 50 giri. A questo punto Christopher ha 11.9″ su Hamlin (dunque ha guadagnato su Denny a parità di strategia), 15.9″ su Jones, 16.7″ su Almirola, 16.9″ su Truex che già recupera, 21.4″ su Chastain, 21.8″ su Blaney, 22.4″ su Elliott, 23.0″ su Byron e 23.2″ su Logano (che ha perso tanto ai box soprattutto in materia di posizioni) mentre Kyle Busch deve ancora sdoppiarsi.
Dopo le difficoltà di assetto e con i doppiaggi Blaney inizia a litigare anche con Chastain: in seguito ad un attacco deciso di Ryan con le due vetture che si sfiorano, per Ross questa manovra è stata troppo ruvida e allora decide di restituire il favore con un bump&run che manda la #12 larga in curva1.
Truex intanto recupera sì, ma non troppo, infatti col sorpasso su Hamlin ai -40 è ancora a 10.4″ da Bell ed anche le sue gomme iniziano a calare. In ogni caso la strategia di Bell è assolutamente vincente perché dietro si battaglia (Chastain è a 7″ da Truex ormai con Blaney stavolta che ha sovrasterzo dopo un evidente compensazione di assetto eccessiva ai box) e quindi non verrà raggiunto da nessun altro.
A metà gara esatta (-30 nella stage) Bell ha ancora 6.5″ su Truex, 11.5″ su Hamlin, 13.2″ su Chastain, 14.0″ su Blaney, 14.4″ su Elliott, 15.2″ su Logano, 16.3″ su Kyle Busch, 16.5″su Harvick e 18.6″ su Larson con 17 auto a pieni giri. Truex ora guadagna al massimo mezzo secondo al giro, ma deve anche lui superare delle vetture. In suo aiuto, mentre Chastain scavalca Hamlin, arriva il vero crollo delle gomme di Bell che ai -20 si trova solo 0.7″ di margine.
Il sorpasso a questo punto è inevitabile, arriva ai -18 e a dare il colpo di grazia a Bell lo dà un piccolo contatto con Suárez in un 3-wide con anche Austin Dillon. Mentre Harvick scavalca Kyle Busch, Logano si deve difendere da Elliott ed Hamlin scende in classifica, Bell resiste tranquillamente in seconda posizione.
Martin così può gestire senza problemi i giri finali ed a beneficiare è soprattutto Suárez che, dopo essersi sdoppiato prima da Bell, ora mantiene sempre un paio di lunghezze sulla #19 e così rimane a pieni giri “regalando” allo stesso tempo il lucky dog ad Austin Dillon.
Truex vince dominando quindi la seconda stage con 1.6″ su Bell, seguono Chastain (+7.0″), Logano (+7.3″), Blaney (+7.9″, ancora arrabbiato con la #1 e ancora sorpassato da Joey), Elliott (+8.3″), Harvick (+8.7″), Kyle Busch (+10.7″), Larson (+11.4″) e Keselowski (+11.8″); completano la lista dei 18 a pieni giri Bowman, Buescher, Byron, Hamlin (+15.2″ dopo l’inevitabile crollo), Reddick, Burton, Cindric ed il citato Suárez. È chiaro quindi che dei sei piloti che hanno tentato l’unica sosta solo Bell (benissimo), Hamlin (meno bene) ed A.Dillon (ripescato) hanno avuto successo, male invece Almirola (24° a -1), Jones (26° a -1) e Gilliland (28° a -2).
Nuovo giro di soste e Truex mantiene il comando su Bell, Chastain, Logano, Kyle Busch (record migliorato dalla pit crew e portato a 9.18″), Blaney, Elliott, Harvick, Larson e Keselowski; non ci sono penalità per una volta. La stage finale è lunga formalmente (e poi anche effettivamente) 10 giri in più di quella precedente, dunque ci si aspetta ancora una diversità di strategie malgrado una delle due tattiche abbia funzionato decisamente più dell’altra.
Alla green Truex scatta bene e Bell, malgrado sia leggermente largo rimane per ora secondo. Mentre più dietro c’è anche un 4-wide poco fattibile, si scatena all’improvviso Logano che scavalca Chastain e poi anche Bell all’esterno – dopo due giri di lotta – portandosi al secondo posto. Il sorpasso di Joey su Ross ha messo così Blaney dietro a Chastain e il pilota del Team Penske non si lascia scappare l’occasione, infatti un bump&run manda larga la #1 e le posizioni perse anche da Harvick, Elliott e Keselowski saranno involontariamente decisive per chiudere le speranze di vittoria di Chastain.
Pochi secondi più tardi, infatti, Ware finisce a muro in curva2 (per lui ritiro per rottura dello sterzo) dopo che Jones scivola largo e spedisce Cody prima contro Stenhouse e poi contro le barriere; Briscoe è il lucky dog. Ai box ci vanno solo Hamlin, Buescher, Byron, Suárez, Austin Dillon e Wallace e dunque si riparte ai -148 a prime posizioni invariate e con 14 vetture sulle 20 a pieni giri che non si sono fermate.
Logano non scatta benissimo ma rimane secondo mentre Chastain tenta subito il 3-wide all’interno recuperando un paio di posizioni, tuttavia sarà l’ultima sua fiammata. Arriva però un’altra caution, sempre in curva2 con una dinamica simile a quella precedente: Ty Dillon tocca Custer che finisce contro Cindric mandando la #2 in testacoda. Cindric riparte in tempo ed evita forature e doppiaggio. Non c’è nessun lucky dog perché sarebbe stato a vantaggio proprio di Ty Dillon che però è stato coinvolto nell’incidente.
Si riapre la pit lane e praticamente tutti si fermano ai box tranne Byron, Suárez ed Austin Dillon; si ferma pure Hamlin che aveva pittato una decina di giri prima. Anche questa sosta sarà decisiva, anche per Logano che ha problemi nel sollevamento della vettura e finisce in coda al gruppo. La nuova classifica vede dunque Byron davanti a Suárez, A.Dillon, Truex, Bell, Blaney, Kyle Busch, Harvick, Elliott, Hamlin, Chastain, Larson, Keselowski, Bowman, Reddick, Burton, Buescher, Briscoe, Cindric e Logano per 20 auto a pieni giri.
La bandiera verde sveontola ai -137 e Byron scatta bene e controlla il gruppo con Suárez che finisce subito preda di Truex, il 2-wide fra queste vetture permette a William di guadagnare quei decimi che cambieranno in positivo la sua gara. I principali rivali di Martin, invece, quali Bell, Blaney ed un Hamlin che si palesa solo ora rimangono nel traffico finché non si liberano del messicano. Keselowski invece va largo e perde diverse posizioni.
Mentre Elliott non capisce più la vettura, Harvick ha sottosterzo e Reddick teme per la anteriore sinistra, a 125 giri dalla fine Byron ha tre decimi su Truex, 2.7″ su Blaney, 3.0″ su Hamlin, 3.2″ su Kyle Busch, 4.1″ su Bell (dunque poker JGR nelle prime sei posizioni), 4.5″ su Suárez ed Harvick, 5.4″ su Dillon e 5.7″ su Chastain. Ci si aspetta che Blaney possa recuperare su Truex, e invece si spegne all’improvviso venendo passato da Hamlin e Kyle Busch.
Truex intanto rimane sempre a tre decimi da Byron, controlla il vantaggio di 3″ sugli inseguitori; probabilmente nemmeno attacca a fondo la #24 confidando sul degrado delle gomme che arriverà prima per William. E invece Byron resiste alla grande e, mentre Hamlin guadagna 1″ su Kyle Busch ma rimane a 3″ dal leader, mette qualche metro su Truex.
A 100 giri dalla fine, dopo una sosta fin troppo anticipata di Buescher, Byron ha mezzo secondo su Truex, seguono Hamlin (+2.6″), Kule Busch (+3.3″), Blaney (+6.2″), Harvick (+6.8″), Bell (+7.6″), Larson (+8.1″), Suárez (+10.2″) ed Austin Dillon (+10.5″) che poco dopo sorpasserà Daniel a parità di strategia.
L’ultima parte di gara dura circa 140 giri, dunque si entra nella fase decisiva delle strategie al valicare dei -100 per capire cosa si sono inventati i crew chief. Il primo ad andare ai box ai -94 è Almirola, ma sono le soste di Harvick ed Elliott alla tornata successiva ad iniziare il vero giro di danze per coloro che, a questo punto, faranno due soste da qui fino in fondo.
A seguire i due big ai box sono anche Bell, Austin Dillon, poi ai -90 Hamlin, Reddick, Keselowski e Burton, ai -89 anche il leader Byron che cede dunque il testimone a Truex. Rimangono cosi ai -85 soltanto 10 vetture che tirano dritto e – quindi – faranno solo una sosta: Truex, Kyle Busch (+3.3″), Blaney (+5.9″), Larson (+6.7″), Suárez (che malgrado abbia le gomme più usurate non si ferma, +12.0″), Chastain (che non riesce a passare il teammate, +12.4″), Briscoe (+12.6″), Logano (che non rimonta, +13.2″), Bowman (+14.3″) e Cindric (+17.9″), Byron è invece il primo dei doppiati su Hamlin, Harvick, Buescher e Bell.
Mentre in curva3 c’è un incredibile 4-wide con Elliott, Jones, Burton e Custer in cui tutti escono indenni a parte un bloccaggio di Harrison, Byron si sdoppia con gomme fresche ed inizia la rimonta su un Truex ancora troppo loose.
La fase decisiva della gara arriva ora: Blaney va ai box ai -78 e al giro successivo viene seguito da Larson, Suárez, Chastain, Briscoe e Cindric, ai -77 anche Truex con Kyle Busch e Logano, poi chiude anche Bowman per ultimo ai -75. A prima vista questa sosta sembra un po’ troppo anticipata rispetto ad una divisione equa, sembra un pit stop nel limbo fra una sosta e due, ed ovviamente di pit non se ne possono fare uno e mezzo.
Byron dunque torna subito al comando ed ai -70 ha 2.1″ su Hamlin, 3.4″ su Harvick, 7.8″ su Bell, 12.9″ su Austin Dillon, 13.1″ su Truex, 14.8″ su Buescher, 15.9″ su Reddick, 16.6″ su Elliott, 18.0″ su Blaney; seguono a pieni giri Burton, Kyle Busch, Keselowski e Larson con molti altri che si sdoppieranno in seguito. Le gomme fresche permettono il recupero di Truex e anche Kyle Busch, ma per Rowdy arriverà poco dopo la doccia fredda, tuttavia l’allungo di Byron sui compagni di strategia diventa quasi decisivo.
Ai -55, prima dell’apertura del giro di soste finale, Byron precede Hamlin (+4.0″), Harvick (+4.9″), Truex (+7.8″), Bell (+9.3″), A.Dillon (+13.6″), Kyle Busch (+13.7″), Larson (+14.3″, i due poco dopo passeranno la #3), Blaney (+16.7″), Reddick (+17.4″), Elliott, Buescher, Keselowski, Burton e Briscoe ultimo a pieni giri su Chastain, Logano e Suárez.
È Keselowski ad andare ai box per primo e lo segue Buescher, ma la doccia fredda arriva per Kyle Busch. La NASCAR riscontra una irregolarità, infatti sulla griglia del radiatore è presente un pezzo di nastro adesivo, elemento non più applicabile con la Next Gen. Rowdy dovrà dunque rientrare ai box per toglierlo in mezzo alle polemiche. Il suo crew chief dichiara che è stato un errore (doveva essere messo sulla presa dei freni, ma non conta), però dice anche che è stato messo alla sosta del giro 126, quindi oltre 200 giri prima nel corso dei quali la NASCAR non si è accorta di un pezzo verde fluo sulla griglia nera.
Kyle Busch non dice più nulla via radio e rientra ai box anche se la sua strategia non lo prevedeva e perde tanto tempo; con lui pittano anche Harvick, Bell, Reddick, Elliott, Austin Dillon e Burton, ai -46 si ferma anche Hamlin. Manca all’appello dunque solo Byron, ma la #24 tira dritta. Le strategie da seguire dunque diventano tre, una con capofila e unico rappresentante Byron (ultimo pit al giro 310), una con Truex (323) ed una con Hamlin (353).
Ai -40 Byron mantiene 5.6″ su un Truex che recupera ma non velocemente, 9.6″ su Larson, 15.0″ su Blaney, poi Briscoe (+20.0″) e Logano (+24.6″) che si sono sdoppiati solo di recente, poi doppiati Bowman, Suárez, Chastain, Hamlin, Harvick, Cindric, Bell, Kyle Busch, Austin Dillon, Keselowski, Reddick, Buescher ed Elliott.
William deve procedere con calma senza distruggere le gomme e pian piano vede tante vetture che si sdoppiano. Tutti però tengono d’occhio il vantaggio che ha su Truex, non soddisfatto dell’assetto ancora troppo loose, che ai -35 è di 4.0″, ai -30 di 2.9″, ai -25 ancora di 2.9″, ai -20 di 2.5″, poi Byron cede definitivamente. Ai -18 il gap scende sotto ai 2″, ai -16 sotto 1.5″, ai -15 è di 1.3″, ai -12 è sotto il secondo, ai -10 è di soli 0.6″.
Nel frattempo però il pericolo è diventato un altro, anzi due, infatti con gomme fresche Hamlin ed Harvick stanno recuperando in tandem: Denny si è sdoppiato poco dopo i -35 ed ai -30 ha un ritardo dalla vetta già di soli 17.6″ (sesto), ai -25 di 14.0″ (quinto dopo il sorpasso su Briscoe), ai -20 di 10.6″ (quarto, saltato Blaney), ai -15 di 6.9″ (sempre quarto), ai -10 il recupero decisivo dato che è a 2.8″ mentre sorpassa Larson.
Tutto è apertissimo dunque con 10 giri dalla fine ed ai -9 i quattro big su tre strategie diverse sono finalmente nella top4: Byron ha 0.4″ su Truex, 1.7″ su Hamlin e 2.0″ su Harvick. William continua a resiste con le unghie e con i denti e ciò favorisce inevitabilmente Hamlin perché Truex deve pensare ora anche al compagno di squadra. Ai -7 i quattro sono racchiusi in 1.7″ con Byron che ha 0.625″ su Truex, ma il destino è segnato per tutti.
Ai -6 infatti Hamlin supera Truex in curva1 e il primo momento decisivo arriva poco dopo, infatti Harvick ci mette quel mezzo giro di troppo a scavalcare Martin. Nel frattempo Denny già punta Byron che cede ai -4 venendo passato all’interno. Stavolta Harvick è rapido ed ai -3 è secondo a soli 0.4″ da Hamlin, ma non riuscirà mai a raggiungere il paraurti della #11; a dargli il colpo di grazia è il compagno di squadra Almirola che non gli agevola il doppiaggio in curva1 all’ultimo giro.
Hamlin così trionfa in casa (pur non essendo amato dai tifosi nemmeno qui) e risolleva una stagione iniziata in maniera disastrosa. Denny precede Harvick (+0.5″), Byron (+2.7″), Truex (+3.2″), Larson (+5.5″), Bell (+5.7″), Blaney (+11.1″), Bowman (+11.7″), Kyle Busch (+12.6″) ed Austin Dillon (+14.1″); completano a pieni giri Briscoe (+15.6″), Reddick (+16.0″), Keselowski (+20.5″), Elliott (+21.0″), Buescher (+21.7″) e Suárez (+24.7″, una lunghezza davanti ad Hamlin); nella top20 a un giro Logano, Burton, Chastain e Cindric, tutti gli altri a due o più giri.
Hamlin interrompe così a quota 12 la striscia di vittorie consecutive degli under30 e diventa anche il settimo vincitore diverso nelle prime sette gare; da notare che i primi tre della classifica generale (Blaney ed Elliott alla pari a quota 241 punti davanti a Truex) non hanno ancora vinto e quindi la lotta per i playoff rimane ancora apertissima sia in vetta (Byron balza al comando alla griglia playoff con soli quattro punti su Chastain e sei su Bowman). Ora che le Toyota sono tornate in forma, anche con l’asso nella manica dei pit stop, la battaglia a Martinsville si preannuncia ancora più intensa.
I risultati odierni
La classifica della “Toyota Owners 400”
La classifica generale
Così in campionato dopo 7 delle 36 gare della Nascar Cup Series 2022
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I prossimi appuntamenti
Il prossimo weekend la NASCAR farà tappa su un altro short track storico, quello di Martinsville. Saranno tre gare in notturna: fra giovedì e venerdì gareggerà la Truck Series, fra venerdì e sabato la Xfinity Series ed infine fra sabato e domenica la Cup Series.
Immagine: media.nascar.com
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