Il vento in Kansas ha trasformato la Nascar nel mondo del mago di Oz. Una settimana ricca di notizie irrealistiche, ai limiti dell’assurdo ma – in qualche caso purtroppo – vere. Si inizia con un vero e proprio “suicidio di massa” di uno stormo di uccelli contro la Hall of Fame. Poi quattro tir incidentati sulla strada da Charlotte non si vedono tutti i giorni: quello di Ray Black Jr. accusa un problema meccanico, quello della radio MRN centra un cervo, quello di Chastain si ribalta (Ross corre con un muletto del RCR) e quello di Preece prende fuoco (e Ryan corre col muletto di Buescher). A questo possiamo aggiungere la reazione allergica accusata da Gaulding sul volo verso il circuito che costringe l’aereo ad un atterraggio d’emergenza (Gray salta le libere del venerdì ma riesce a disputare la gara della Xfinity Series). Ci sarebbero altri piccoli fatti avvenuti in pista che fanno credere di essere finiti davvero ne “Il mago di Oz”, ma alla fine bisogna uscire dal mondo dei romanzi per ragazzi e tornare alla cronaca sportiva: Hamlin conquista la quinta gara stagionale e avanza al turno successivo da vincitore del “Round of 12”. Dietro di lui chiude Elliott che ribalta la situazione di partenza eliminando Brad Keselowski.
La gara
Le qualifiche del sabato regalano una griglia partenza degna di un sorteggio: in pole scatta Daniel Hemric, rookie già disoccupato per il 2020, con al fianco David Ragan (ultimo in classifica generale fra i piloti che hanno disputato ogni gara e in chiusura di carriera). Il risultato di questo è che alla fine nessuno della top10 in qualifica finirà nei primi 10 anche in gara per la terza volta nell’era moderna (dal 1972) dopo Las Vegas nel marzo del 2007 e Daytona nel luglio del 2014.
Chi salta le qualifiche in maniera incredibile è Harvick: il luogo del misfatto è il garage dei controlli tecnici e la #4 li fallisce al primo tentativo per poi passarli al secondo. Ma in questo momento il team si accorge che la trasmissione fa rumore a causa di un peso che si è staccato ed è necessario ripararla. Dunque i meccanici lavorano sulla vettura e quanto ottenuto in precedenza dai commissari non vale più ed è necessario ripresentare la vettura. Purtroppo per loro non passa i controlli ed è quindi la terza bocciatura. Per evitare problemi (un quarto fallimento sarebbe una casistica neanche prevista nel regolamento e ciò sinceramente dimostra la poca lungimiranza della Nascar nel definire le norme sportive) il suo car chief decide di rinunciare ad ulteriori tentativi e quindi Harvick è costretto a partire dal fondo.
Se a questo ci aggiungiamo che Logano, non ancora al sicuro della qualificazione, scatta soltanto dalla 29esima posizione dopo aver puntato tutto sull’assetto da gara per poi toccare leggermente il muro nella confusione del via, allora la gara inizia ancora di più nell’incertezza. Anche Bowman parte indietro (16°, ma comunque davanti a Ky.Busch, Bowyer e Byron) e anche lui bacia il muro, tuttavia per lui il contatto è più serio e ben presto inizia a perdere posizioni su posizioni. Davanti nel frattempo Hemric resiste quattro giri, poi viene superato da Larson che ha scavalcato Keselowski e Blaney mentre Ragan in 10 giri passa da secondo a 24° e poi a causa di una foratura perderà ogni speranza di ottenere un buon risultato.
Dopo un breve scambio di sorpassi, Larson stacca definitivamente Keselowski e allunga. Dietro invece iniziano i guai per Logano, infatti ha una ruota mal fissata fin da prima del via (e sono due in due giorni in casa Penske, fatto che Roger non apprezzerà sicuramente) ed è costretto ad una sosta anticipata al giro 32 che gli fa perdere due giri dopo aver recuperato una decina di posizioni. Anche Keselowski non se la passa bene e sul long run crolla venendo sorpassato da Suarez, momentaneamente secondo dietro a Larson prima del giro di soste ma a ben 7″, e Jones.
L’unico brivido di questa fase è l’overcut di Larson che poi lascia spegnere per un attimo la vettura alla sosta e brucia gran parte del suo vantaggio pur rimanendo in testa davanti a Suarez, Kyle Busch, Elliott e Truex. Nel frattempo la situazione fra gli ammaccati è diametralmente opposta: Logano non solo ritorna a pieni giri, ma entra pure nella top15, invece Bowman tenta già il tutto per tutto sfruttando il pieno fino all’ultima goccia, ma siccome la caution non arriva è lui stavolta a finire a due giri. La strada sembra in discesa per Larson, ma ai -6 proprio davanti a lui Newman (già protagonista di una sosta fuori sequenza) taglia la strada al compagno di squadra Stenhouse, ultimo a pieni giri, finisce a muro e viene chiamata la caution.
Come sempre quando in palio ci sono i punti a pochi giri di distanza, il gruppo si divide. In questo caso gli audaci si chiamano Blaney, Bowyer, Logano e Stenhouse, i quali non si fermano e scattano davanti a Kyle Busch mentre Larson è protagonista di un’altra sosta lenta. Alla ripartenza mancano soli due giri e Logano parte bene al punto che il compagno di squadra Blaney è costretto a bloccarlo, ma Joey all’esterno lo affianca in curva1. Sul rettilineo opposto i leader sono addirittura 5-wide (dall’interno all’esterno Suarez, Ky.Busch, Bowyer, Blaney e Logano), ma a prevalere è la #22 grazie alla spinta di Elliott. Chase nell’ultimo giro non riesce a sorpassare il rivale diretto malgrado gomme di 40 giri più fresche e così Logano vince la prima stage davanti a Elliott, Suarez, Truex e Kyle Busch.
Il primo giro di soste si completa con i passaggi in pit lane dei quattro ma anche di Kyle Busch, toccatosi con Bowyer nel 5-wide e che poi accusa qualche fastidio al pedale dell’acceleratore. Alla ripartenza in testa c’è Elliott, costretto o quasi a vincere visto il risultato di Logano, davanti a Suarez e Truex. Daniel passa addirittura in testa per una manciata di giri grazie alla spinta di Truex ma alla fine Martin è troppo veloce e la #19 si porta in prima posizione. Succede poco altro dopo la ripartenza (esclusa la sosta imprevista di Johnson per una foratura da contatto, il sorpasso di Elliott su Suarez e quello di Byron su uno spento Harvick) e il giro di soste sotto green viene annullato dal testacoda di Gase dopo essere stato stato toccato da un Larson in difficoltà nel traffico.
La situazione per la #42 non migliora dato che si prende una penalità a causa della pit crew mentre può sorridere Bowman che torna a pieni giri. Alla bandiera verde Elliott non scatta al meglio e così a passare in seconda posizione è Hamlin. Denny però non si ferma e, dopo un breve duello, a 34 giri dalla fine della stage si porta in testa. Questa ripartenza segna anche l’inversione di tendenza in casa Penske: Logano entra per la prima volta top10 mentre Keselowski, che galleggia fra la sesta e la nona posizione, si tocca con Jones in un tamponamento a catena dietro ad Elliott e da questo momento non saprà più esprimere il suo potenziale. Anche Elliott ha esaurito la spinta ed esce – almeno per ora – dalla lotta per la vittoria venendo sorpassato anche da Byron. Hamlin vince la seconda stage davanti a Blaney, Truex, Byron ed Elliott.
A poco più di 100 giri dalla fine i biglietti staccati per il “Round of 8” sono quattro: due per i vincitori delle gare scorse Larson e Blaney e due per Hamlin e Truex grazie ai punti ottenuti nelle prime due stage. Anche Kyle Busch e Harvick sono quasi qualificati dunque l’attenzione si sposta sugli ultimi due posti. Con Bowman, Byron e Bowyer obbligati a vincere, Logano e Keselowski iniziano la stage finale rispettivamente con 21 e 14 punti su Elliott. Joey è in ripresa ma Brad è in crisi e dunque Chase ha ancora delle speranze di qualificazione anche senza dover vincere.
Un altro giro di soste non modifica le prime posizioni e così, in diretta, Keselowski (14°) è costretto a difendere tre piccoli punti avendo pure il tie breaker a suo svantaggio. Alla ripartenza la situazione non cambia molto (fuga a tre in testa di Hamlin, Truex e Blaney) con sia Chase che Brad che perdono posizioni e rimangono virtualmente gli stessi tre punti di differenza. Il trio al comando si ostacola un po’, soprattutto quando Blaney sorpassa Truex, e così Kyle Busch ne approfitta prima per sorpassare prima la #19 e poi anche la #12. Mentre Logano accusa un’altra vibrazione ad uno pneumatico, ma la gestisce al meglio, e mentre Keselowski viaggia fra il +4 ed il +2 su Elliott, visto che entrambi continuano a perdere posizioni, si arriva agli ultimi 50 giri.
Anche l’ultimo (teorico) giro di soste non cambia molto la situazione: a 30 giri dalla fine Keselowski è 19°, doppiato ma con margine sugli inseguitori Austin Dillon, Wallace e Stenhouse, Elliott invece è 8° (dunque ancora staccato di tre punti) ma a oltre 3″ da Truex, scivolato indietro, e con più di 5″ su Harvick, dunque le loro posizioni non sono destinate a cambiare a meno di un imprevisto.
E la situazione cambia, non senza polemiche. A 16 giri dalla fine Blaney, in quel momento quarto dietro al trio JGR composto da Hamlin, Ky.Busch e Jones, bacia il muro e al giro successivo in ingresso di curva1 fora. Ryan diligentemente si sposta sull’apron e in curva2 la ruota si sfalda ma nessun detrito finisce in pista. Nonostante ciò la Nascar chiama subito una caution che raggruppa tutti e concede una chance al Most Popular Driver, ovvero Chase Elliott.
Tutti si tuffano in pit lane per montare gomme fresche, ma se Hamlin, Larson, Johnson e Kurt Busch cambiano solo due gomme, Elliott invece ne sostituisce quattro e riparte ottavo, ma ha la chance di poter passare molte vetture. Keselowski invece prende la wave around e alla bandiera verde ai -9 ha ancora gli stessi tre punti di vantaggio. Chase non riesce a sfruttare subito le gomme fresche ma i piloti davanti a lui, in lotta e che non si mettono subito in fila, gli permettono di sorpassare un auto alla volta fino a portarsi in seconda posizione. Keselowski invece non guadagna nulla anzi, col sorpasso subito da Bowman viene scavalcato anche in classifica generale. Ma non è finita qua, visto che a tre giri dalla fine la gomma posteriore sinistra di Wallace si stacca di netto per una rottura meccanica e Bubba finisce in testacoda travolgendo anche Tifft. Si va dunque all’overtime.
Keselowski può dunque cambiare gomme e la situazione passa a suo favore dato che potrà ora lui recuperare posizioni mentre Elliott dovrà per forza sorpassare Hamlin per avere la certezza della qualificazione. La sosta del team #2 è già di suo ottima e infatti alla bandiera verde Brad è di nuovo dentro, seppur per un solo punto. La ripartenza premia l’alleanza JGR, infatti Ky.Busch spinge Hamlin mentre Jones “ignora” Elliott facendogli perdere una posizione. Tutto sembra destinato a terminare così, ma il 4-wide che c’è in curva4 non va a buon fine e Menard tocca Suarez che prima sfiora lo stesso Keselowski (in recupero) e poi travolge Hemric. Logano, che stava cercando di gestire un vantaggio in doppia cifra, viene coinvolto nell’incidente e, toccato da A.Dillon, finisce nell’erba facendo un 360°. E la situazione si riapre completamente.
Dopo poco tempo i commissari comunicano che Hamlin non aveva ancora preso la bandiera bianca e quindi sarà necessario un secondo overtime, ma le immagini non arrivano in TV e parte un’altra teoria del complotto, infatti la classifica in diretta vede Keselowski e Logano rispettivamente con 4 e 3 punti su un Elliott di nuovo virtualmente eliminato. Sembra dunque come che la Nascar voglia concedere un’altra chance a Chase, ma alla fine le prove arrivano e la caution (comunque chiamata molto più rapidamente di altre circostanze) è arrivata con Hamlin ad ancora almeno mezza lunghezza dalla linea del traguardo.
Ci sarà ancora una ripartenza e la situazione è chiara: Elliott è terzo e vincendo potrebbe eliminare uno fra Logano e Keselowski, con Joey ultimo a pieni giri ma con una vettura tutta da valutare in quanto ha un passaruota molto danneggiato e Brad in difficoltà di assetto. Si riparte e Chase stavolta fa tutto bene, ma per battere Hamlin non basta e, malgrado due gomme più fresche, non trova mai il varco buono. In coda al gruppo invece Logano guadagna quattro posizioni utili mentre Keselowski sbaglia tutto, tocca il muro e perde cinque posti per lui fatali. Per chiudere la teoria del complotto in curva3 si vede svolazzare via un detrito abbastanza notevole ma i commissari non notano nulla e quindi Chase può volare verso la qualificazione.
Hamlin vince la quinta gara stagionale e – punti alla mano – domina il “Round of 12”. Dietro alla #11 concludono Elliott, Kyle e Kurt Busch, Byron, Truex, Jones, Bowyer, Harvick e Jones. In campionato, oltre ovviamente alla #18 e alla #4, accedono al turno successivo anche Logano (+9 malgrado la partenza con oltre 20 giri di ritardo a Dover, l’11° posto dopo il big one di Talladega, una ruota mal fissata e un altro incidente in Kansas) ed Elliott che elimina un Keselowski in crisi nera dopo il contatto con Jones e già in difficoltà sul long run a inizio gara. Out, ma anche mai in gara per la vittoria, anche Byron, Bowman e Bowyer. Ed ora si va a Martinsville con un sacco di incognite, con Hamlin che sembra il pilota più in forma in mezzo a tanti dubbi che aleggiano su Ky.Busch, Truex, Harvick e Logano.
Le altre categorie
Nella gara della Xfinity Series anche quest’anno è avvenuta una 300 miglia piena di colpi di scena, per riassumerla basta dire che a vincere è stato Brandon Jones, al primo successo in carriera malgrado abbia sempre corso per team di primissimo livello. Dalla pole scatta Bell con al fianco il compagno di squadra Jones, ma il protagonista dei primi giri è Reddick, che recupera molte posizioni tuttavia alla fine ottiene poco sul long run. Al quarto giro il motore di Ryan Truex va in fumo (probabile rottura della cinghia della pompa dell’olio) e la sua gara finisce subito. Alla ripartenza le prime posizioni non cambiano ed i protagonisti diventano, a causa dei loro sovrasterzi, Chastain (che fa arrabbiare un po’ tutti per la sua condotta aggressiva) e Cindric, il quale a sorpresa rientra ai box a nove giri dalla fine della stage. La causa è una ruota mal fissata da prima del via (gravissimo errore del Team Penske) e perde così un giro. Bell vince senza forzare la prima stage davanti a Custer, Gragson, Reddick e Allgaier.
La seconda stage riparte sempre con Bell e Custer davanti ma Gragson è scivolato sia nel suo stallo sia in classifica finendo in fondo alla top10. La sorpresa arriva però poco più tardi visto che Cole riesce a sorpassare Christopher portandosi in testa. In coda al gruppo proseguono invece i problemi di Cindric: nel suo recupero cerca di attaccare Burton in curva3 ma Harrison chiude la porta e finisce a muro. Per il pilota della #18 (e futuro titolare della #20 al posto di Bell) c’è il ritiro, mentre per Austin la prima di tre soste, di cui le ultime due sotto green per altrettante forature causate da un ulteriore contatto con Nemechek che rimbalza contro il muro alla ripartenza. Davanti non succede nulla e Custer vince la stage davanti a Bell, Reddick, Allgaier e Briscoe.
Il giro di soste rimette davanti Christopher, ma in breve Custer si riprende la prima posizione e per lui sembra tutto a posto fino alla caution provocata da Annett ai -55. Alla ripartenza la #00 scatta male e Briscoe ne approfitta per passare in testa ma i guai per Cole non sono finiti dato che Haley lo tampona in uscita di curva2 facendogli perdere il controllo. Custer riesce a mantenere dritta la vettura ma è costretto ad una divagazione nell’asfalto dell’infield che lo fa finire in coda al gruppo; verrà graziato dal testacoda di Nemechek che raggruppa di nuovo tutti.
In questa occasione (mancano 30 giri alla fine) tutti vanno ai box per montare l’ultimo set di gomme fresche tranne Annett che eredita la prima posizione seppur per pochi metri, poi Briscoe torna al comando. Chase, malgrado la pressione di Bell, sembra in grado di portare a casa un colpaccio con vista Homestead, ma il giro 185 rappresenta la fine dei sogni: c’è Smithley da doppiare, la #0 è all’interno di curva4 e la coppia Briscoe-Bell segue la solita traiettoria, poi all’improvviso Garrett, protagonista allora incolpevole dell’incidente con Kyle Busch a Las Vegas, si allarga e stringe a muro un Briscoe che alzando il piede per evitare l’incidente viene travolto da Bell.
A ereditare la prima posizione ai -10 è così di nuovo Custer, ma il conto degli incidenti non è finito, infatti Cole scatta ancora non al meglio e così Reddick gli è attaccato, fin troppo dato che Tyler spinge Cole a muro in curva2; la contesa viene sospesa per l’ennesimo contatto con il muro di Gragson e per il testacoda di Gase. In testa ci passa così Brandon Jones, ma gli occhi di tutti sono su Annett che ha cambiato gomme e – unico fra i leader sopravvissuti – ha pneumatici freschi. Michael però non ripete l’impresa di Daytona e negli ultimi cinque giri non combina nulla (con una vittoria si sarebbe qualificato per Homestead). Jones conquista così dopo 44 gare nei Truck e 134 in Xfinity Series (tutte con team di primissima fascia) la prima vittoria in carriera davanti a Reddick, Briscoe, Annett e Allgiaer; Custer è 11° e Bell 12°.
Mentre Brandon festeggia, in pit lane si scatena la rissa fra Custer e Reddick, con Cole che cerca un chiarimento vivace in riferimento all’incidente avvenuto ai giri finali ma in pochi attimi si passa al wresling sull’asfalto mentre le rispettive pit crew ingigantiscono la zuffa. In campionato cambia poco visto che Jones era stato già eliminato dai playoff; i big3 mantengono un ampio vantaggio sugli altri, un distacco che ora per Cindric sembra incolmabile a meno di una vittoria fra Texas e Phoenix.
I risultati odierni
La classifica della “Hollywood Casino 400”
La classifica generale
Questa la classifica finale del “Round of 12”
La graduatoria iniziale del “Round of 8” dopo il reset del punteggio
I prossimi appuntamenti
Il prossimo weekend sarà imperdibile, visto che la Nascar farà tappa a Martinsville. Sabato i Truck disputeranno la seconda gara del “Round of 6” mentre la Cup Series assegnerà nell’arena da poco più di mezzo miglio di lunghezza il primo biglietto per il gran finale di Homestead.
Immagine: twitter.com/nascar
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