Denny Hamlin aveva ragione, dopo l’incidente in Texas aveva detto “It’s not over” e infatti non era finita. A Phoenix ha dominato in lungo e in largo nell’ultima stage, quasi ridicolizzando la concorrenza, Kyle Busch incluso. I due, grazie alla doppietta JGR, si qualificano per Homestead e raggiungono Harvick e Truex (il terzo pilota di coach Gibbs) per un tre contro uno inedito da quando è in vigore il format attuale. Per gli altri rimane solo l’amaro in bocca: Elliott finisce ancora la gara in netto anticipo, Blaney e Larson non entrano mai in lotta per la vittoria pur essendo per tutta la gara nelle prime posizioni e Logano sparisce per un problema di assetto nell’ultima stage proprio mentre la strada sembrava in discesa e gli sarebbe bastato chiudere davanti a Kyle Busch per difendere il titolo fino all’ultima e non alla penultima gara.
La gara
Il venerdì e il sabato di Phoenix sono stellari, sembra come che tutti gli otto piloti ancora in corsa per il titolo abbiano una chance di vincere e conquistare, per chi non lo avesse già fatto, un posto per Homestead. La qualifica riassume tutto: Kyle Busch conquista la pole davanti a Logano ed i due sono quelli che hanno il posto giusto visti i 22 e 20 punti di vantaggio sul primo dei virtualmente eliminati. Dietro di loro in griglia ci sono Hamlin (probabilmente il favorito n°1 per la gara), Truex, Larson, Elliott e Harvick con solo Blaney staccato ma comunque 10°. Denny e Chase hanno l’occasione buona per ribaltare la classifica mentre Ryan e Kyle puntano al colpo da outsider ma vista la concorrenza è difficile portare a casa il colpaccio.
Larson arriva alla bandiera verde anche più rilassato, prima di tutto perché suo cognato Brad Sweet (pilota del team di Kasey Kahne) ha battuto di soli quattro punti il re delle “Word of Outlaws” Donny Schatz, pilota invece di Tony Stewart e già 10 volte campione, al termine di un duello durato una intera stagione. Poi venerdì sera si risolve la questione Texas: in una intervista alla NBC Bubba Wallace confessa, molto ingenuamente, che il testacoda che aveva provocato la caution decisiva per Larson era effettivamente intenzionale. La Nascar, di fronte a queste parole, non può che penalizzare Bubba (50 punti e 50’000$ di multa) per aver manipolato la gara. Bastava stare zitto, ma Wallace è uno che non riesce a contare fino a dieci.
Tutto fa pensare ad una gara elettrica e piena di emozioni, e invece succede succede poco o nulla. Forse è addirittura la gara peggiore per il pacchetto aero 2019 in assoluto, visto che si verificano 500 km di processione aggravati dalla Goodyear che porta, come in Texas, una gomma di marmo che non si consuma. E alla fine scatta il gioco delle accuse con i piloti che puntano il dito contro il gommista (e non solo), il quale a sua volta non può che dire che le mescole sono praticamente imposte dai valori notevolmente aumentati di carico aerodinamico per lo spoiler raddoppiato rispetto all’anno scorso a causa (a questo punto lo si può dire senza paura di essere smentiti) della Nascar. Una brutta storia che ai piani alti continuano a negare malgrado l’evidenza.
Alla bandiera verde Kyle Busch riesce a rimanere in testa e Logano mantiene la seconda posizione malgrado non scatti al meglio, ma Hamlin dietro di lui è nettamente più veloce e Denny, l’unico a tentare fin da subito la traiettoria esterna dove è stato posto il traction compound, si porta in seconda posizione dopo circa cinque giri. Nel frattempo i tre allungano fin da subito su Elliott che sorpassa Truex e su Larson mentre Kurt Busch è davanti ad Harvick e Blaney, dunque gli otto ancora in corsa per il titolo sono nella top9. Da qui in poi non succede più nulla di rilevante: i tre di testa pian piano che si separano, Truex sul long run torna davanti ad Elliott e la coppia Harvick-Blaney sorpassa Kurt Busch. A risvegliare il gruppo ci pensa Stenhouse che finisce a muro per una foratura o un problema meccanico a otto giri dalla fine della stage aprendo il libro delle strategie. Keselowski e Byron sono gli unici a non fermarsi mentre i big optano tutti per la scelta prudente.
Lo sprint di tre giri permette ad Hamlin di sfruttare al meglio la quarta posizione, una delle migliori al restart e mantenuta per pochi centimetri su Logano in uscita di pit lane, e superare subito Kyle Busch e Byron e al giro successivo Keselowski aprendo la porta a tutti gli altri. Hamlin conquista così la prima stage davanti a Elliott, Kyle Busch, Logano e Larson. Il break, oltre a mandare Brad e William ai box per la loro sosta, mostra ancora una volta le crepe nel team #9, visto che Elliott lamenta problemi al sovrasterzo che vanno e vengono, ma sembra solo un problema passeggero visto che Chase non ne parlerà più nella seconda stage.
La ripartenza regala ancora un vantaggio enorme a chi parte in quarta posizione e questa volta è Logano, il quale riesce a infilarsi all’esterno di Elliott e poi sorpassare all’esterno di curva1 un Hamlin per nulla soddisfatto del suo scatto. E la seconda stage in pratica finisce qui, Logano allunga fino ad avere un vantaggio di quasi 3″ su Elliott che fa da tappo a Kyle Busch, Blaney ed Hamlin. Denny però è scatenato e si riporta in terza posizione, ma Chase – grazie all’aiuto del suo spotter – inizia a seguire traiettorie leggermente più larghe e ciò impedisce ad Hamlin di seguire la linea preferita. Il loro duello dura per 50 giri ed Hamlin trova il varco giusto, dopo una serie di sorpassi, controsorpassi ed incroci soltanto all’ultimo giro. Joey brucia quasi tutto il vantaggio nel traffico dei doppiati, ma la #9 non riesce mai ad attaccare la #22 dovendo badare di più alla #11 nei suoi specchietti. Logano si aggiudica dunque 10 punti preziosi davanti ad Hamlin, Elliott, Kyle Busch e Blaney.
La classifica aggiornata vede una situazione notevolmente semplificata: Logano e Kyle Busch infatti hanno lo stesso numero di punti e almeno uno di loro due è sicuro della qualificazione a Homestead, Hamlin è staccato di 18 punti da loro e, seppur possa ancora sperare in un incidente della #22 e/o della #18, è in pratica costretto a vincere così come Blaney, Larson ed Elliott. Nel caso avvenga questo, l’ultimo posto per Miami verrà assegnato a chi arriverà prima al traguardo fra Joey e Kyle.
Il penultimo giro di soste vede il sorpasso di Ky.Busch ad Elliott, il quale però si trova così in quarta posizione, quella buona per la ripartenza. E infatti Chase scatta bene e, seppur Logano non si faccia fregare all’esterno, riesce lo stesso ad attaccare di slancio la #22, ma poi deve lottare con Hamlin non partito ancora al meglio. La #9 e la #11 si toccano leggermente in uscita di curva2 e Chase tocca un po’ anche il muro ma sembra tutto a posto mentre dietro di loro Blaney sorpassa Kyle Busch. E invece un paio di giri dopo Elliott fora in ingresso di curva1 e finisce contro il muro. Questo chiude due settimane orribili in cui il giovane pilota del Team Hendrick ha portato a casa un 36° posto a Martinsville (problema meccanico), un 32° in Texas (incidente dopo pochi giri) e un desolante 39° e ultimo qui a Phoenix. Alla fine Elliott stabilisce un piccolo record: nessuno aveva mai concluso un round dei playoff con un ritardo dalla qualificazione in tripla cifra, ma i 27 punti conquistati in tre gare lo lasciano addirittura a 112 lunghezze da Homestead.
Questa caution rappresenta la svolta della gara: Kyle Busch infatti guadagna la preziosa quarta posizione per la ripartenza e inoltre Logano crolla. Non si conosce ancora il motivo per cui la sua vettura da leggermente sovrasterzante in curva3 diventi del tutto sottosterzante, ma la #22 non vuole più girare. Dopo aver resistito per un paio di giri ad Hamlin, Joey cede la posizione a Denny e poi a Ky.Busch, Blaney, Larson, Harvick, Truex e così via.
Mentre Hamlin vola via in fuga, con Kyle Busch che all’inizio rimane a 2-3″ dal compagno di squadra, Logano al ritmo di 4-5 decimi al giro precipita in classifica e con esso sfuma il sogno di riconfermarsi campione. L’abdicazione arriva a 75 giri dalla fine, quando Hamlin (che nel frattempo ha addirittura 10″ di vantaggio su Kyle Busch) doppia addirittura la #22 che appena 60 giri prima era in testa alla gara. Non arriva neanche nessuna caution ad aiutare Logano e così si arriva all’ultimo giro di soste in cui Hamlin si può permettere di fare tutto con calma senza forzare né rischiare una penalità per eccesso di velocità che tante volte ha commesso negli anni scorsi.
La #11 esce dai box a 60 giri dalla fine con ancora 8″ abbondanti di vantaggio su Kyle Busch e da questo in poi può gestire gli ultimi kilometri. Il ritmo di Denny è talmente superiore che a 10 giri dalla fine ha 7.2″ sulla #18, 9.8″ su Blaney, 10.3″ su Truex, 19.3″ su Harvick, 25.7″ su un Bowyer in risalita, 27.5″ su Larson e un giro su Jones, Logano e Keselowski. Quando sembra che tutto sia pronto per il trionfo di Hamlin, ecco la caution a sorpresa: quasi in contemporanea Ragan rallenta ed il suo compagno di squadra J.H.Nemechek finisce a muro in curva1 ed i commissari chiamano una caution che sul momento fa arrabbiare Hamlin, ma che alla fine è in linea con le chiamate delle ultime gare.
La pit lane si riapre e tutti gli otto piloti a pieni giri vanno ai box a cambiare gomme e tutti si aspettano un’altra sosta prudente di Hamlin visto il notevole vantaggio in metri. Invece il suo crew chief chiama solo due gomme, scelta fatta anche da Blaney mentre tutti gli altri ne cambiano quattro. Sembra una scelta azzardata ma in fondo mancano solo tre giri e il degrado delle gomme è quasi nullo e quindi la track position è fondamentale.
Alla ripartenza Hamlin scatta bene questa volta, Kyle Busch e Blaney tentano la strada più interna e si ostacolano un po’ a vicenda. In quarta posizione c’è Truex, il quale però – scelta discutibile vedendo quanto successo in precedenza, ma non si può pensare che sia un aiuto al compagno di squadra che deve assolutamente vincere – attacca Hamlin all’interno e per paura di finire nel mezzo del 4-wide alza il piede. Denny deve soltanto rimettersi dietro la #12 e la #18 che sono al suo interno alla prima curva per involarsi verso la vittoria davanti a Kyle Busch, Blaney, Larson, Harvick, Truex, Jones, Bowyer, Logano e Keselowski. Joe Nemechek infine chiude in 34esima posizione la sua 1185esima gara in Nascar (673 in Cup, 444 in Xfinity e 68 nella Truck Series), una in più delle storiche 1184 di Richard Petty, il quale però non ha mai corso in Xfinity Series – istituita nel 1982 – né nei Truck, nati tre anni dopo il suo ritiro.
Hamlin risorge così dalle sue ceneri del Texas con una prestazione dominante, la sesta vittoria stagionale e si qualifica per Homestead insieme ad Harvick ma soprattutto con i compagni di squadra Truex e Kyle Busch il quale elimina Logano per sette punti. E Denny così ritorna fra i favoriti per il titolo, quel titolo che gli è sempre sfuggito nei primi 15 anni di carriera. Questo successo inoltre regala inoltre la 18esima vittoria stagionale al JGR (record del Team Hendrick del 2007 eguagliato) e il titolo costruttori alla Toyota.
Le altre categorie
Nella Truck Series vittoria per Stewart Friesen, il quale si qualifica per Homestead insieme a Brett Moffitt, Ross Chastain e Matt Crafton.
Nella Xfinity Series vittoria per Justin Allgaier, il quale si qualifica per Homestead insieme a Christopher Bell, Cole Custer e Tyler Reddick.
I risultati odierni
La classifica della “Bluegreen Vacations 500”
La classifica generale
Questa la graduatoria alla fine del “Round of 8”
I prossimi appuntamenti
Nel prossimo weekend si concluderà la stagione 2019 con l’assegnazione dei tre titoli. Questo il programma delle tre gare (orari italiani):
Sabato 16/11, h 2:00 Truck Series
Sabato 16/11, h 21:30 Xfinity Series
Domenica 17/11, h 21:00 Cup Series
Immagine: GettyImages
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