NASCAR | Ford introduce la Mustang in Cup Series nel 2019

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
19 Aprile 2018 - 09:00
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Dopo 13 anni di onorato servizio, con 93 vittorie ma nessun campionato, la Ford Fusion in versione modello per la Cup Series va in pensione e verrà sostituita dalla coupé diventata negli ultimi 50 anni il simbolo delle muscle car, la Mustang. Dopo anni di immobilismo da parte della Casa madre di Detroit, quello di martedì è stato il giorno del ritorno in forze sulla scena dato l’annuncio in parallelo, seppur a dodici ore di distanza a causa del fuso orario, riguardante anche il campionato turismo australiano, chiamato ora Supercars.

Il primo annuncio è stato quello della filiale australiana della Ford, nel quale è stato confermato il ritorno in forma ufficiale della “Casa dell’Ovale Blu” a partire dalla prossima stagione e proprio con la Mustang. Tale modello sarà affidato solo ai team Johnson-Penske, guidato dalla leggenda locale Dick Johnson e ovviamente Roger Penske, e Tickford, mentre le altre squadre utilizzeranno ancora la vecchia Falcon FG X, uscita di produzione nel 2016. Ford Australia ritorna a investire così nel motorsport dopo il ritiro al termine del 2014, nel pieno della crisi economica culminata con la chiusura di tutti gli stabilimenti sul continente.

Il motore utilizzato sarà ancora il V8 5.0 litri presente sul modello attuale, in attesa di definire il futuro motoristico della serie, nella quale il nome “V8” è stato abbandonato in vista dell’introduzione dei nuovi V6 3.8 litri turbo, concepiti come evoluzione dei motori presenti sulle vetture GT, ma che sembra né Holden né Ford vogliano introdurre a breve termine.

In giornata arriva invece l’annuncio, atteso da un paio di mesi, da parte della Casa madre riguardo la Nascar. Già dall’inizio della stagione, infatti, personaggi influenti quali lo stesso Roger Penske e Brad Keselowski avevano riferito che dal prossimo campionato ci sarebbe stato in pista un nuovo modello, ma quale ancora no.

La questione politica, tuttavia, parte già dall’anno scorso e il portavoce principale è lo stesso Keselowski. A partire dalla stagione 2017, infatti, la Toyota decide di portare in pista la nuova Camry e la vettura ottiene ottimi risultati, all’inizio soprattutto con Truex e poi con gli altri piloti del Joe Gibbs Racing. Il dominio delle vetture giapponesi, ma prodotte negli USA, sugli ovali 1.5 miglia è talmente grande che Keselowski sospetta, e non si trattiene dal dirlo alla stampa, che la Nascar abbia concesso nella omologazione della nuova Camry un vantaggio troppo ampio ai team che la utilizzano.

Gli avversari non stanno a guardare e la Chevrolet reagisce decidendo di far debuttare a partire dal 2018 la nuova Camaro ZL1 in sostituzione della SS (in realtà una Holden Commodore VF, uscita di produzione in Australia nel 2017 a causa della decisione, anche da parte di GM dopo Ford, di chiudere gli stabilimenti nella nazione). A rimanere col cerino in mano è dunque la Ford, destinata a portare in pista un modello concepito 5 anni prima con un pacchetto aerodinamico completamente diverso. Il nuovo muso omologato nel 2016 aveva più che altro colmato delle lacune, riemerse però la stagione successiva.

Nell’inverno arriva dunque la decisione di introdurre anche in Cup Series la Mustang. Infatti, così come la Chevrolet con la Camaro e la Toyota con la Camry, la Ford decide di portare nella top class lo stesso modello (seppur con qualche modifica a causa del diverso regolamento tecnico) utilizzato nella Xfinity Series fin dal 2011, tre volte campione piloti (2011-12 con Stenhouse e 2015 con Buescher) e cinque volte campione nella classifica per team (una col Roush-Fenway e quattro con Penske). L’omologazione della Mustang arriverà ufficialmente solo durante l’estate.

Le motivazioni reali, nascoste dietro a frasi di circostanza dei top manager, di questa scelta (la Fusion infatti non uscirà dal listino) sono principalmente legate a questioni di marketing. Dal punto di vista sportivo questo annuncio da parte di Ford pare quasi una vittoria di Brad Keselowski, il cui intento sembrava non quello di puntare il dito contro la Toyota ma nei confronti dei vertici della casa di Detroit, i cui piani futuri sembravano poco chiari, nonostante l’abbandono della categoria non fosse minimamente in discussione.

Toccherà dunque a uno dei rappresentanti dei team Penske, Stewart-Haas e, meno probabilmente, Roush-Fenway, Wood Brothers, Front Row e Go Fas di chiudere l’epoca della Fusion in Cup Series, la terza dell’era moderna dopo quelle marchiate Thunderbird (1977-1997) e Taurus (1998-2005), finalmente con la vittoria più prestigiosa, ovvero quella del campionato.

Si ringrazia Federico Benedusi per il contributo riguardante il Supercars.

Immagini: http://www.supercars.com e http://performance.ford.com

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