Anche la prima vittoria a Daytona di Erik Jones era stata un wreckfest infinito, ma stavolta si è andati oltre l’immaginabile: su 18 auto al via ne sono arrivate soltanto sei al traguardo, di cui cinque a pieni giri e una sola intatta. Il paradosso finale è che la vettura di Erik non è questa, infatti la #20 è stata coinvolta nell’ultimo incidente e sembrava che la sua gara fosse finita. Invece i meccanici hanno riparato la vettura quel tanto che bastava e – grazie all’aiuto dell’altrettanto ammaccato compagno di squadra Hamlin – Jones ha conquistato una vittoria prestigiosa anche se è solo in una gara di esibizione.
La gara
Al Clash, la classica gara di esibizione che ormai da 40 anni apre la settimana di Daytona e che da quest’anno ha di nuovo lo storico sponsor Busch, sono qualificati come ormai tradizione i piloti vincitori di una pole nel 2019, i precedenti vincitori di Clash, Daytona500 e pole per la stessa Daytona500 ed infine i 16 piloti qualificatisi per i playoff nella scorsa stagione. Questa selezione porta ad avere soltanto 20 piloti ammessi e 18 effettivamente presenti perché Daniel Hemric non ha più un sedile in Cup Series e Daniel Suarez ed il suo team hanno preferito rinunciare (a posteriori la scelta giusta) al Clash per concentrarsi sulla Daytona500. Manca all’appello anche Ricky Stenhouse Jr., che ha conquistato la pole per la Daytona500 poche ore prima, in quanto non rispettava nessuno dei criteri precedenti.
La griglia di partenza, decisa come sempre dal sorteggio, premia Ryan Newman davanti a Brad Keselowski mentre molti big come Hamlin, Logano, Blaney e Johnson (all’ultima stagione in carriera e vincitore del Clash 2019) sono in coda al gruppo. La gara che funge da prova generale per la Daytona500 serve anche a valutare come viaggia in gara la nuova aerodinamica della Chevy Camaro e per verificare se i rapporti di forza sono invariati rispetto alla scorsa stagione.
L’inizio di gara (in programma su 75 giri divisi da una caution al giro 25) è relativamente tranquillo, con Truex che ci prova subito su Newman ma deve desistere e così la #6 passa in testa i primi due giri, ma in fretta si organizza la corsia esterna con tante Toyota e Ford e così Newman e Almirola vengono lasciati al loro destino all’interno e Truex passa in testa. Le Chevy invece decidono di mettersi insieme in coda al gruppo per non correre rischi.
Il più attivo nelle fasi iniziali è Hamlin che, dovendo recuperare posizioni, cerca a più riprese di uscire dalla scia sperando di trovare degli alleati ma nessuno gli vuole dare una mano e quindi è costretto a riaccodarsi. A Daytona è una giornata ventosa e quindi ci sono molti detriti in pista e il leader è quello più vulnerabile. E infatti al 10° giro Truex ne prende uno ed è costretto a spostarsi dalla prima posizione e mettersi in coda per toglierlo dalla griglia del radiatore. A passare così in prima posizione è Keselowski davanti a Bowyer, Harvick e Logano.
Truex andando in fondo al primo gruppo, che viaggia sempre lungo il muro mentre poco dietro le Chevy corrono lungo la linea gialla interna, trova davanti a sé Hamlin e dunque i compagni di squadra si alleano per guadagnare terreno ma Newman e Blaney fanno buona guardia cedendo la posizione solo a Denny. Davanti invece anche Keselowski prende un detrito ma le temperature del motore non salgono troppo e quindi rimane in testa.
Truex poco dopo torna all’attacco e nuovamente Newman e Blaney giocano in difesa, ma la difesa si trasforma in attacco al punto che i due passano Ky.Busch ed Hamlin con Denny che per poco non perde anche la scia dei leader mentre le Chevy perdono terreno. Inizia anche il discorso strategico: le Ford (Newman escluso) e le Toyota (con Jones che tocca il muro in un attimo di confusione) si fermano ai box al giro 25 e poco dopo arriva la caution programmata.
Dopo il mix di due (Keselowski, Hamlin e Jones) e quattro gomme, il completamento del giro delle soste sotto caution (Newman e tutte le Chevy), qualche doppia sosta per rabboccare (Logano e Larson), e le prime penalità del 2020 (Almirola e Newman), si può ricominciare a gareggiare a 45 giri dalla fine quando il pieno ne dura circa 40.
A tentare la sorte puntando sulle caution sono le Chevy che viaggiano non a tutta sempre in coda al gruppo sperando di completare la gara con una sosta in meno. A loro si unisce presto anche Logano dato che in Penske – mossa intelligente – si sceglie di diversificare le strategie.
Davanti intanto alla bandiera verde ci sono Keselowski, Hamlin, Jones, Bowyer e Kyle Busch, ma il gruppo è disorganizzato. La fila esterna con Brad e Clint è disunita e così quella interna con Hamlin e Jones in paio di occasioni ci prova ma la velocità non è sufficiente e così malgrado tutto la #2 rimane in testa.
A metà gara il gruppo è di nuovo in fila indiana ma Ford e Toyota sono mescolate e quindi non c’è nessuno che tenta degli attacchi. Logano poco più tardi si toglie dal gruppo di testa e si unisce alle Chevy in coda; ne segue un giro confuso in coda ai leader al punto che nasce una fuga a 5 con Keselowski, Bowyer, Harvick, Ky.Busch e Truex e tutti gli altri staccati. Ai -28 le due Toyota ci provano ma è solo una mossa per portarsi all’interno ed entrare ai box con meno patemi. E le Ford di testa si uniscono a loro mentre – come detto – le Chevy proseguono con Logano.
A passare in testa è dunque Byron seguito da Larson, Elliott e Bowman con il secondo gruppo che invece è staccato di poco meno di 30″. Questi possono tirare a tutta e girano 1″ al giro più veloci dei leader e quando si mettono in fila, con Keselowski (con quest’ultimo che fa arrabbiare Hamlin) e Blaney che prendono in mano le operazioni, il guadagno raggiunge anche i 2″.
Più passano i giri e più il gruppo di testa cede all’evidenza ed uno a uno il capofila si sfila per non aprire il muro d’aria a tutti. Così a turno i quattro citati in precedenza si riaccodano finché il turno di tirare ai -17 tocca a Logano. Joey guida per quattro giri poi inevitabilmente gli audaci vengono raggiunti a velocità doppia. In questa fase è inevitabile che succedano dei guai, due gruppi dalla caratteristiche completamente diverse non possono organizzarsi in maniera rapida ed efficiente, specialmente quando tutti lottano per la vittoria.
E’ così dunque che Keselowski fatica a passare tutti e il gruppo si apre a ventaglio per i tre giri successivi. I primi che emergono dal mucchio sono Kyle Busch con Hamlin che spinge la #18 verso curva 3. Il pacchetto aerodinamico permette di essere risucchiati nella scia di quello che è davanti e dunque Rowdy in un attimo è sulla coda della #22. Logano blocca bene, ma Busch è più agile nell’infilarsi all’interno. Joey prova a chiudere una seconda volta e, o per il leggero contatto o per l’aria che la Toyota gli porta via dallo spoiler, perde il controllo. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che Busch non possa spostarsi all’interno perché lì c’è Hamlin e quindi scatta il primo incidente della gara. Logano tiene la vettura ma è colpito poi dal pendolo di Busch ed i due vanno a muro travolgendo anche Keselowski (costretto al ritiro), Johnson e Blaney.
Keselowski non la prende bene e nelle interviste ci sarà un duro attacco a chi fa blocchi del genere in pista. Ma se l’anno scorso il destinatario era il giovane Byron, stavolta il messaggio è per il compagno di squadra Logano. Onestamente però la causa non sembra essere sua (e persino Kyle Busch, non certo un amico di Joey, dice in sintesi che è stato un incidente di gara), ma del pacchetto aero che permette un risucchio in scia incredibile e il timing delle mosse difensive deve essere preciso al centesimo altrimenti l’incidente è scontato. La caution dura ben cinque giri e ciò permette ai piloti Chevy di rifornire per togliersi il dubbio di rimanere a secco e dunque a tre (teorici) giri dalla fine rimangono in pista 16 vetture con solo Keselowski e Ky.Busch nel garage. Hamlin è passato in testa davanti ad Almirola, Truex e Newman.
Arriva la bandiera verde ma il gruppo praticamente non arriva alla linea di partenza, infatti sia Newman che Byron fanno pattinare le gomme e perdono il controllo scatenando un big one a velocità ridotta che coinvolge anche Truex, Larson, Harvick, Kurt Busch, Blaney (di nuovo), Bowyer, Bowman e Jones. Il sospetto che ci sia stato dell’olio dalla caution precedente è forte, ma le conferme ovviamente non ci saranno mai.
Si va dunque al primo overtime con ancora 13 vetture in pista (ritirati ora Byron, Bowman e Truex) sempre con Hamlin in testa seguito da Elliott. I due sono affiancati per metà giro e arrivano anche al contatto fiancata contro fiancata. Denny sbanda paurosamente in rettilineo rischiando di finire a muro e quando tutto sembra risolto con la Toyota in testa, Denny fora la posteriore sinistra (proprio a causa del contatto con Chase) e si scatena il secondo big one di giornata con stavolta coinvolti lo stesso Elliott, Kurt Busch, Johnson, Logano, Blaney (e sono tre), Bowyer, Almirola, Austin Dillon, Jones e Harvick. In sintesi gli unici ad uscire da questo incidente senza il minimo graffio sono solo Larson e Newman. Arriva persino la bandiera rossa a fermare quello che rimane del gruppo.
Durante la bandiera rossa si fa la conta dei superstiti: sono rimaste 7 vetture (ritirati a questo turno Blaney, Logano, Almirola, Johnson, Kurt Busch e Harvick) e quella del leader Elliott non è a posto in quanto la posteriore destra a sua volta si è forata, seppur lentamente, nel contatto con Hamlin.
Si va quindi al secondo overtime con A.Dillon in testa su Larson, Newman, Jones, Elliott, Newman ed Hamlin doppiato di due giri ma ancora in corsa. Le vetture più forti sono sicuramente le Chevy di Elliott e Dillon in quanto quelle con meno danni, ma la spinta di Larson a Chase è talmente potente che i due si involano sul rettilineo opposto. Kyle si toglie dalla scia e passa in testa in curva3, poi però deve chiudere la porta a Chase e in sintesi va in onda un replay di quanto successo poco prima fra Logano e Ky.Busch. Nel mucchio ci finisce anche Jones. Anche Elliott è fuori dai giochi e dunque in pista rimangono solo sei vetture.
Si va dunque al terzo overtime con A.Dillon unico favorito all’apparenza in quanto la sua vettura sembra come appena uscita dalla fabbrica mentre quelle di Newman, Bowyer, Jones, Larson ed Hamlin (lucky dog e dunque a solo un giro ora) sono tutte rattoppate.
Alla bandiera verde Bowyer spinge bene Dillon mentre sulla corsia esterna Newman fatica un po’, ma poi Clint non tiene il ritmo di Austin che è costretto a bloccare la rimonta di Ryan ed Erik. Sul rettilineo opposto Newman va all’attacco ma non riesce a completare il sorpasso. La #3 e la #6 si ostacolano e ciò favorisce Jones spinto da Larson il quale a sua volta ci prova in curva 3 e passa in testa.
Erik non molla e passando a pochi millimetri dal muro torna al fianco di Larson togliendogli l’aria dallo spoiler, scomponendolo e rallentandolo. Ad approfittarne all’interno è così Newman, il quale passa in testa all’inizio dell’ultimo giro con Dillon in scia. Si sono formate tre coppie così, Dillon-Newman seguiti da Bowyer-Larson e all’esterno Jones-Hamlin. Kyle perde contatto mentre le due Toyota del JGR formano il tandem perfetto e iniziano a volare. Bowyer è passato di slancio, Dillon per un secondo pensa al blocco ma deve rinunciare subito per evitare l’incidente e infine Newman si deve arrendere al doppio attacco di Erik e di Austin. Dillon tocca Newman e gli provoca un tire rub mentre lui è costretto ad allargarsi per respingere il ritorno di Bowyer e così Jones si invola verso la vittoria.
Erik Jones vince così con una vettura senza praticamente la carrozzeria sul muso davanti ad Austin Dillon, Bowyer, Larson, Newman ed Hamlin staccato di un giro. Questi i nomi dei sei sopravvissuti alla gara esibizione che doveva durare 75 giri ma che a causa dei tre OT è diventata di ben 88. Sperando che domenica prossima il bollettino finale sia decisamente meno pesante.
I risultati odierni
La classifica del “Busch Clash”
I prossimi appuntamenti
Nei prossimi giorni non ci sarà attività in pista a Daytona. Si riprenderà giovedì con le libere dei Truck e i Duel che decideranno la griglia di partenza della Daytona500.
Immagine: GettyImages per nascarmedia.com
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.