NASCAR | Elliott vince una gara selvaggia a Talladega

NASCAR
Tempo di lettura: 13 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
29 Aprile 2019 - 09:00
Home  »  NASCAR

Lo dicevano tutti e le previsioni sono state mantenute. Doveva essere una gara selvaggia e lo è stata, non tanto per gli incidenti – finale escluso come sempre – ma quanto è stato fatto prima per evitarli. Alla fine ad uscirne indenne e davanti a tutti è stato Chase Elliott che ha portato a casa per sé, il team Hendrick e la Chevrolet la prima vittoria stagionale. Una vittoria meritata perché il marchio del farfallino ha gestito la gara con ordine e calma, senza lasciarsi prendere dalla frenesia, a differenza di quanto successo in casa Ford.

La gara

Al termine della gara di Daytona, dopo 31 anni di onorato servizio, è andata ufficialmente in pensione la restrictor plate che limitava la potenza dei motori a soli 450 CV. Al suo posto l’evoluzione chiamata tapered spacer che già ogni giorno da 5 anni a questa parte toglie 100 CV dal cofano ma qui porta il dato a 550, dunque un centinaio in più del passato. E dunque per mantenere le velocità medie attorno alle 200 mi/h si bevono prendere delle contromisure. E dopo i test di febbraio, subito dopo la Daytona500, la Nascar opta per rialzare le vetture di 1″ al posteriore e introdurre uno spoiler da 9″.

Ciò tuttavia non è sufficiente e dopo le FP1 i motoristi sono preoccupati perché si viaggia a regimi troppo elevati e l’affidabilità ne potrebbe risentire. Viene così aggiunto un “wicker bill” da 1″ e imposta la scelta fra due rapporti finali del cambio. E torna la calma, nonostante Newman nelle FP2 viaggi a oltre 204 mi/h di media. Ad ottenere la pole è Austin Dillon, malgrado il giorno precedente i commissari gli abbiano confiscato un portellone del bagagliaio non conforme. Le dichiarazioni dei piloti sono tutte orientate alla gara e le parole che dicono tutti sono “gara selvaggia” perché lo spoiler crea un varco nell’aria tale che chi è in scia viene risucchiato in maniera talmente rapida rispetto al passato che gli spotter non hanno il tempo di reazione per poter chiamare ai piloti se c’è lo spazio sufficiente per portare un blocco o no e quindi i rischi aumentano notevolmente.

Al via prendono subito la testa le Ford di Almirola prima e Keselowski poi e al secondo giro il trenino Penske è già in fila. Subito si torna ai temi di Daytona, quando rompere questo trenino fu fondamentale per conquistare la vittoria, al punto che Chevy e Toyota arrivarono ad allearsi, ma oggi non ci sarà traccia di tutto questo. Già dai primi giri si vede la costante della gara: i leader cominciano a prendere la mano, arrivano i primi blocchi al limite e il gruppo di testa si rimescola, al punto che Truex, partito dal fondo con i compagni di squadra per modifiche in paco chiuso, e Stenhouse – stessa decisione – in 5 giri sono già nella top10. Al 10° giro il primo incidente: Wallace segue Blaney troppo da vicino e per non spingerlo fino a mandarlo in testacoda finisce lui per perdere il controllo e facendo così travolge Harvick, Bowyer, Hamlin, McDowell e Tifft, che torna ai box con la protezione del radiatore del compagno di squadra incastrata nel muso. E non mancano nelle interviste dal paddock le critiche a Wallace che onestamente poteva alzare il piede e non rischiare così tanto così presto.

Tutti passano dai box e scatta l’allarme benzina, dato che tutti sono al limite per concludere la stage con il pieno; scattano anche le prime penalità per Kyle Busch, Blaney, Elliott e Preece mentre A.Dillon, ironicamente, si deve fermare due volte perché il bagagliaio non si chiude bene. Alla bandiera verde in prima fila ci sono Logano e Suarez, ma subito Keselowski spinge Almirola in testa; a metà stage Johnson fora e finisce a muro senza che venga chiamata la caution e per lui arriverà un piazzamento fuori dalla top30, un peccato visto quanto dimostrato più tardi dal team Hendrick.

Le Ford sembrano aver preso in mano le redini della gara, ma arrivano le Chevy di Ganassi che praticamente spostano prima Blaney e poi Logano e ci provano loro a mettersi davanti, tuttavia nella breve fase di confusione che segue ne esce in testa di nuovo Almirola. Finalmente il gruppo si mette in fila indiana, ma dura poco perché le Ford decidono di non rischiare di rimanere a secco e dunque si fermano ai box ai -8 (penalità per Almirola, il quale perde un giro recuperato poi al break) lasciando strada libera prima a Truex e poi alla coppia Ty Dillon-Bowman che a sorpresa passa tutti all’esterno e guidando per gli ultimi 6 giri permette al pilota della #13 di bissare il successo parziale di Bristol.

Una decina di vetture si ferma ai box con la pit lane chiusa per evitare di rimanere a secco dopo il traguardo intermedio e quindi alla bandiera verde si presentano davanti a tutti Elliott e Bowman. Inizia ora una seconda stage incredibile, caratterizzata da molti cambi di leader e rimescolamenti continui in testa al gruppo. Il testimone passa da Chase allo stesso Bowman, poi Keselowski, Logano, Blaney, Kurt Busch, di nuovo Blaney e infine Stenhouse. In tutta questa gran bella confusione però si inizia a capire come andrà la gara. Le Ford sono le più veloci, ma anche le più instabili, i tre del team Penske spesso sono in formazione, ma le spinte che si portano l’un l’altro sono sempre al limite e più di una volta devono saltare fuori dalla fila per evitare di finire a muro. Con loro c’è Stenhouse, di cui fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, poi Menard non si fa vedere nella prima metà di gara, Suarez è lì ma poi perde sempre il filo e deve cercare rimonte su rimonte e Almirola fatica a tornare davanti dopo la penalità. In sintesi si sente la mancanza di elementi esperti come Bowyer e Harvick.

Le Toyota sono poche, molto poche, e aver perso la punta – Hamlin – fin dai primi giri non li aiuta. Kyle Busch e Truex sono nelle prime posizioni ma raramente sono vicini nella stessa corsia, DiBenedetto è lì e finché può fornisce una grande mano alla #18 mentre Jones sta zitto zitto in coda al trenino Chevy. Già perché Elliott, Bowman, Byron e i fratelli Dillon viaggiano compatti e indisturbati senza rischiare troppo in spinte e blocchi. E sarà la chiave vincente.

Al giro 82, circa a metà stage, lo spettacolo viene sospeso perché le Chevy vanno in blocco ai box lasciando Ford e Toyota in pista. Nessuno si stacca dal trenino che riparte dalla pit lane e quindi agli altri due costruttori non conviene farsi battaglia perché perderebbero velocità e al momento della loro sosta il distacco dalla vetta sarebbe notevole. Così si forma una fila indiana dietro a Stenhouse che dura fino al giro 91, quando prima le Ford e alla tornata successiva le Toyota completano anche loro il pit stop. Il non aver bisticciato però non basta e il trenino Chevy sorpassa tutti in uscita dai box ed Elliott si invola verso la vittoria della stage.

Il giro di soste che ne consegue non modifica le prime posizioni e quindi a 72 giri dalla fine le micce si accendono. Tutti sanno che prima o poi accadrà qualcosa, dato che è impossibile uscire indenni da blocchi estremi come quelli visti finora. Il trenino Chevy prosegue invariato con Elliott in testa fino ad una caution per detriti ai -56, troppo presto per andare fino in fondo e per questo gli strateghi si scatenano: Jones e Blaney cambiano 2 gomme e passano al comando.

Il gruppo delle Ford prova a riformarsi ma viaggia ancora disunito: Logano lavora con Almirola dietro a Jones mentre il tandem draft di Keselowski con Blaney non fornisce i risultati sperati. Nonostante tutto questo, ai -49 la #22 salta dalla terza alla prima posizione e comincia a mettere ordine nelle prime posizioni, tant’è che quattro giri più tardi dietro di lui ci sono i compagni di quadra Keselowski, Blaney e Menard. La situazione idilliaca dura però ben poco, dato che Truex – aiutato da Suarez e Ragan – si porta in prima posizione pochi minuti più tardi.

Il Team Penske non ci sta e ai -36 Truex è ricacciato indietro, ma ancora una volta la situazione in gara cambia drasticamente, dato che un giro più tardi le Chevy effettuano in massa l’ultima sosta. Alla tornata successiva è il turno di Ford e Toyota e Keselowski blocca il ponte posteriore in frenata, finisce in testacoda e per fortuna si ferma esattamente nel suo stallo; il tempo perso da Brad gli fa perdere una chance di vittoria. Anche Blaney perde posizioni e così ai -31 Logano si trova da solo con Stenhouse a difendersi dagli attacchi altrui.

Dopo che la #17 sorpassa la #22 inizia una fase di stallo: Stenhouse e Logano sono le uniche Ford in testa e sono seguite da Kyle e Kurt Busch e poi il già citato trenino Chevy che viaggia zitto zitto sempre nella top10. Fra i -25 e i -22 il protagonista è ancora Suarez, il quale guida la sua ennesima rimonta con un folto gruppo all’esterno e che guadagna terreno. Appena Logano vede la sagoma della #41 nello specchietto salta in testa al treno per poi mettersi davanti a Stenhouse in prima posizione.

Joey sembra in grado di gestire – nonostante numerosi rischi – il gruppo dietro di sé e che vede a turno Stenhouse, Ky.Busch e Blaney affacciarsi sul suo paraurti. Pare di rivedere un replay della gara dell’anno scorso, poi ai -7 Almirola dà una spinta di troppo a Buscher e Chris finisce contro il muro, poi con le ruote in aria quando viene travolto da DiBenedetto e nel mucchio ci finisce pure Truex. La bandiera rossa ferma tutto e apre mille scenari che si decideranno in appena quattro giri.

Alla bandiera verde Logano sfrutta la spinta di Stenhouse per rimanere in testa, mentre Kurt praticamente non fa nulla per aiutare il fratello Kyle (che esce dalla lotta per la vittoria), anzi crea il gap per avere una scia ancora maggiore sul rettilineo opposto. Il piano funziona alla perfezione e in curva 3 Kurt attacca Logano all’esterno, Joey è costretto ad un blocco estremo, l’ennesimo della giornata, che finisce per rallentare entrambi. E chi ne approfitta all’interno? Ma ovviamente l’ultima versione del trenino Chevy formata da Elliott, Bowman, Preece e Hemric. Gli ultimi tre giri sarebbero ininfluenti per il risultato finale, dato che nessuno non riesce nemmeno ad impensierire questi quattro, ma dietro di loro succede di tutto.

Quando il gruppo sta per iniziare l’ultimo giro Stenhouse fora sul trioval per un tire rub e finisce a muro ma la Nascar non chiama la caution. Poi il plotone esce da curva 2, Ragan finisce loose e perdendo il controllo travolge prima Byron contro il muro, poi nella carambola taglia la strada al gruppo che viaggia in pratica 4-wide. Ad averne la peggio sono Jeffrey Eanrhardt ma soprattutto un Kyle Larson che si alza in volo già prima di toccare il muro (segnale preoccupante) e che poi si cappotta numerose volte sfiorando le reti. E’ a questo punto che la Nascar chiama la caution (ufficialmente per i detriti di Stenhouse ma è una versione che non regge) e così il gruppo viene congelato fino alla bandiera a scacchi.

Ancora una volta è Chase Elliott a riportare in victory lane la Chevrolet, come successo l’anno scorso al Glen, ed è un trionfo per il costruttore dato che dietro di lui concludono Bowman e Preece, poi Logano nella confusione beffa Hemric per il quarto posto. Completano la top10 Kurt Busch, Newman, Gaughan (che aveva saltato le qualifiche per andare a casa a Las Vegas per la prima comunione del figlio), Almirola e Kyle Busch, alla decima top10 nelle prime 10 gare. Da notare anche l’ottima gara del debuttante Haley, costantemente nella top20, qualche volta nella top10 ed eliminato solo dall’incidente di Buescher. In campionato cambia ben poco, dato che Elliott era già ampiamente nella top16; in coda invece continua l’incertezza, ma per fare le dovute analisi è meglio aspettare le prossime gare.

Le altre categorie

Nella gara della Xfinity Series prima vittoria stagionale per il campione in carica Tyler Reddick, malgrado una gara con diversi problemi. Dalla pole, per la prima volta in carriera, è scattato Michael Annett, ma già al primo giro è Reddick a mettersi in prima posizione. La prima stage vive del duello fianco a fianco fra Reddick e Chastain, alla seconda gara stagionale sulla #10 del Kaulig Racing; Ross riesce a piazzare il muso della sua vettura proprio mentre Brandon Jones finisce in testacoda sul trioval. I leader non si fermano e così il duello riprende fino al break, con Reddick che conquista i primi 10 punti. La battaglia prosegue anche ai box, dove Chastain arriva lungo, tocca e spinge Tyler all’ingresso della pit lane con l’unica conseguenza di far andare oltre il limite di velocità entrambi.

Alla bandiera verde in testa ci sono Allgaier e Gragson, fermatisi alla caution, e il gruppo li segue in fila indiana fino alla fine della seconda stage, con Noah che sorpassa Justin alla bandiera verde e poi non viene più attaccato. Al break di metà gara problemi per entrambi i vincitori parziali: Gragson ha il motore che si surriscalda e Reddick ha baciato il muro e nel lasciare i box il team si dimentica sotto la vettura il sollevatore e Tyler si prende uno stop&go che lo lascia da solo staccatissimo e braccato dal gruppo.

Per fortuna di Reddick ai -47 Ray Black Jr. lascia detriti in pista e la caution gli permette di riaccodarsi. L’ultima sosta mette Bell in testa davanti ad Annett e il gruppo riparte in fila indiana, fino a quando Allgaier, Briscoe e Custer ricreano la corsia interna e recuperano dai margini della top20 fino alla prima posizione. Ai -29 Gragson prova ad infilarsi all’interno di Reddick ma fa la fine di Jones in precedenza e arriva un’altra caution. Alla ripartenza è Briscoe a passare in testa, tuttavia poco dopo arriva il primo vero e proprio incidente: Bell prova a fare un side draft e facendo ciò ondeggia molto, Annett e Cindric provano a seguirlo per non perdere la scia e facendo ciò Cindric spinge troppo la vettura davanti e ne fanno le spese Allgaier, Custer e lo stesso Annett.

Alla bandiera verde arriva lo show di Reddick che con due manovre spettacolari si porta in testa prima della caution per i detriti lasciati in pista da Sieg. Da qui in poi per gli ultimi 10 giri è un monologo di Tyler che si difende in due ripartenze (la seconda per l’incidente di Jeffrey Earnhardt) e trionfa portandosi a casa anche i 100’000$ della terza tappa del Dash4Cash. Dietro di lui concludono la sorpresa Gaulding, Bell, Briscoe e Cindric. In campionato Reddick aumenta il margine in generale, anche se ha ancora una vittoria in meno di Bell e Custer.

I risultati odierni

La classifica della “GEICO 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 10 gare

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la Nascar va a Dover. Sul “Monster Mile” ci sarà l’atteso ritorno dei Truck (venerdì), seguiti sabato dalla Xfinity (quarta e ultima tappa del Dash4Cash) e domenica dalla Cup Series.

Immagine: GettyImages per nascar.com

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO