NASCAR | Elliott rompe il digiuno a Dover!

NASCAR
Tempo di lettura: 25 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
3 Maggio 2022 - 22:40
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Gara estenuante durata due giorni a causa della pioggia. Elliott approfitta dei guai degli avversari che poi mancano anche nella parte finale di gara anche a causa di uno Stenhouse finalmente nelle prime posizioni. Giornata disastrosa per il Team Penske


Dover è tornata ad essere una gara selettiva con la Next Gen con le gomme che forniscono controllo limitato e le asperità del cemento che toccano il fondo vettura in compressione. In una due giorni grigia a risvegliarsi è, malgrado fosse già leader della generale pur senza successi parziali, Chase Elliott che torna alla vittoria per la prima volta dal luglio scorso e così allunga sui principali rivali in classifica fra cui un Chastain ancora combattivo, ma anche un Kyle Busch sfortunato alla sosta finale ed un Hamlin che paga i guai suoi ed altrui.

La gara

Il weekend di Dover è di passione, forse anche troppo. Al venerdì si diffondono voci immotivate di un possibile addio alla pista del Delaware, fatto prontamente disatteso sia dal ricco pubblico che affolla la pista, mai così tanto negli ultimi anni, sia dal fatto che arriva la scontata riconferma per il 2023. Si diffondono all’improvviso anche le voci di un possibile ritiro di Truex a fine stagione, ma il diretto interessato non commenta (anche perché nessuno direttamente gli chiede nulla) queste voci.

Il sabato di libere e qualifiche fa tornare la Next Gen di inizio anno: imprevedibile e sfuggevole. Nelle sole libere vanno a muro in cinque, anche perché evitare i muretti dopo un testacoda a Dover è quasi impossibile. Reddick se la cava con qualche sbucciatura (ma poi la gara sarà un disastro), Gilliland ed Harrison Burton devono riparare le ammaccature, Bilicki e Byron invece devono ricorrere al muretto. Questi ultimi quattro devono partire dal fondo con Kurt Busch che ha avuto problemi allo sterzo.

In qualifiche le sorprese non mancano. Al primo round nel Gruppo A a Chastain e Blaney basta il primo giro per avanzare insieme ad Hamlin, Buescher e Wallace, nel Gruppo B Suárez sbaglia clamorosamente e fa solo un giro sui due a disposizione, ma è buono; Daniel si salva perché con quattro auto rimanenti è ancora primo ed è matematicamente qualificato, poi – tutti al primo giro – gli finiscono davanti Elliott, Larson, Bowman e Kyle Busch.

Il secondo round mette in luce un’altra volta il punto critico di questo format: i piloti qualificatisi dal primo gruppo hanno più tempo per far riposare motore e gomme e quindi non hanno rivali. Nulla nega che la pole position, la sua prima in NASCAR, di Chris Buescher è però meritata perché il pilota del RFK Racing, team forse al primo weekend buono della stagione, batte pure i citati Chastain e Blaney che avevano gomme meno usurate delle sue.

La domenica a Dover è grigia. Grigio il cemento, grigio il cielo, grigio l’umore per i timori di tenuta della Next Gen. Ma l’ottimismo nonostante tutto c’è: le previsioni meteo danno un breve scroscio di pioggia dopo circa 30′ dal via e poi una finestra di quasi tre ore all’apparenza sufficiente per completare almeno 200 dei 400 giri in programma per poter dichiarare la gara ufficiale. Non sarà così.

Alla bandiera verde Buescher sceglie l’esterno, dopo aver fintato l’interno nei giri dietro la pace car, e rimane in testa anche perché Hamlin al suo fianco fa pattinare le ruote su una pista quasi senza gommatura e così Denny viene sfilato da Elliott riuscendo a tenersi dietro Larson e Blaney. Nasce una piccola fuga a due, ma bastano pochi giri per rendersi di che tipo di gara sarà.

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Infatti si forma presto un trenino in cui sorpassare è molto difficile, se si è in scia si finisce in sottosterzo a causa dell’aerodinamica e quindi è già chiaro che la track position sarà fondamentale. Questo sarà vero almeno fino a domenica sera. Uno dei piloti che paga di più il sottosterzo perché reso ancora più severo dalle asperità della pista, una delle cause degli incidenti del sabato con le vetture che in appoggio in uscita di curva toccano col fondo, è Logano che staziona poco fuori dalla top20. Quello del Team Penske sarà un weekend disastroso se si esclude qualche sprazzo di Blaney.

Gli unici eventi di nota nei primi giri sono il fatto che Kurt Busch sia il migliore dei rimontanti dal fondo. Bilicki ha un detrito sulla griglia del radiatore e inizia così una giornata al rallentatore (chiuderà 32° a 19 giri) e viene presto doppiato, fatto che fa riavvicinare Elliott ed Hamlin al leader. Purtroppo anche Chase prende un detrito e quindi deve alzare il piede e sfruttare l’aerodinamica per toglierselo di torno. L’intenzione è di far passare solo la #11 e invece viene superato anche da Elliott.

Il doppiaggio successivo, quello su Gilliland, è fatale a Buescher che viene scavalcato da Hamlin il quale dunque è in testa al giro 20, metà distanza verso la competition caution programmata per valutare il degrado delle gomme e per una volta chiesto più dai team che dalla Goodyear; a questo punto la top10 è completata da Larson, Elliott, Blaney, Bowman, Chastain, Kyle Busch, Suárez e Wallace.

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Buescher senza aria pulita cede terreno (così come Suárez e Logano) e così Larson lo scavalca portandosi al secondo posto. Ben si comporta invece Wallace che guadagna anche la posizione su Kyle Busch. Il campione in carica però è il pilota più veloce, ma anche Hamlin non scherza, infatti la crisi di molte vetture gli “impone” di doppiare più auto possibili. Alla fine alla competition caution a salvarsi a pieni giri per mezza vettura è Austin Dillon mentre Briscoe, 28°, è il lucky dog.

Tutti vanno ai box ed hanno ben ragione: se la buona notizia è che – a differenza di quanto successo a Martinsville – la pista si stia gommando, le gomme (specialmente la anteriore destra) sono praticamente consumate del tutto, al punto che Blaney ne aveva una solle corde. Mentre Hamlin esce dai box (ed Allmendinger si prende una penalità per eccesso di velocità), arriva la notizia che ormai la pioggia è data a 20 minuti; nonostante questo nessuno rischia una wave around.

Si riparte con (in teoria) 75 giri da disputare nella prima stage ed Hamlin dopo un giro di lotta con Larson rimane in testa; a seguirli dopo una buonissima sosta è Chastain. Dietro di loro ci sono Buescher ed Elliott mentre inizia la battaglia fra Kyle Busch, Suárez e Bowman. È proprio in questo momento che gli spotter riportano le prime gocce di pioggia in curva3.

Mentre Hamlin comincia ad allungare anche i piloti cominciano a vedere delle gocce sul parabrezza, ma si va ancora avanti. A metà stage (giro 60 di 120) Denny precede Larson, Chastain, Buescher, Elliott, Blaney, Kyle Busch, Bowman, Suárez e Stenhouse. Dopo la diagnosi di un Bilicki che viaggia a sette cilindri, anche l’ottimo Preece (nella top15 con una vettura del Rick Ware Racing assistita in parte dallo SHR) alza il piede pare per lo stesso motivo.

Nel frattempo Hamlin ha iniziato un nuovo giro di doppiaggi e vicino a lui LaJoie rischia grosso col compagno di squadra Bilicki. A salvare moltissimi piloti (McDowell per primo che prende il lucky dog) ci pensa la pioggia che ora cade più intensamente anche se non sembra sia tanta, al punto che si pensa che sia una caution preventiva. Preece e McLeod (guai ai freni) ne approfittano per andare subito ai box per risolvere i rispettivi problemi.

Sul momento si continua a girare dietro la pace car nella speranza che sia solo uno scroscio e veloce e tale sembra essere la situazione, infatti dopo qualche minuto tutto sembra già finito e la pit lane si apre. Il gruppo si spacca ed in sette (Larson, Elliott, Blaney, Truex, Bell, Almirola e Byron che è partito dal fondo col muletto) non si fermano e così precedono Hamlin che ancora una volta esce davanti ai rivali. Lunga sosta per Logano con il team che cerca di ribaltare l’assetto della #22.

Tutto è pronto ripartire, Larson al choose cone sceglie l’esterno quando invece la pioggia aumenta. Lo scroscio è diventato un fronte che si è unito a quello successivo che doveva arrivare dopo due ore abbondanti. Dopo un paio di giri dietro la pace car (con 78 giri completati ufficialmente ed il 79° non chiuso solo perché ci si ferma ad un passo la linea) la NASCAR si arrende e viene esposta la bandiera rossa.

Il radar parla già chiaro e le speranze di riprendere sono poche, al tramonto mancano ormai solo quattro ore di cui almeno una – se non due – di pioggia (ed un’altra per asciugare la pista) e a Dover non ci sono luci. La NASCAR però indugia sperando che il fronte non rimanga così compatto. Passano così addirittura 90′ prima dell’inevitabile: la gara verrà conclusa a partire dal mezzogiorno locale del lunedì quando il meteo, dopo un’altra mattinata grigia, è destinata al miglioramento.

E in effetti il lunedì è decisamente migliore e l’unico timore resta quello delle gomme. La pista, infatti, si è sgommata ed il degrado degli pneumatici è destinato ad essere ancora elevato. Alcuni team si sono giocati già due set di gomme fresche sulle nove disponibili fra le quali però c’è anche uno praticamente inutilizzabile dalle libere e la distanza fino al traguardo è ancora lunghissima a questo punto: l’orizzonte torna ad essere il giro 400 e non più il 200.

Dopo 20h di bandiera rossa (e 45’39” di gara effettiva), la sosta di Blaney anch’egli per aggiustare sensibilmente l’assetto, anche quelle dei doppiati Gilliland, McLeod (pure penalità per speeding per loro) e Briscoe, il lucky dog assegnato a McDowell, un nuovo choose cone che cambia poco la griglia, si riparte dunque ai -37 nella prima stage con Larson che dall’esterno rimane al comando su un Elliott che lascia fare.

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La green però dura poco perché dopo qualche giro Cindric commette un errore da rookie (come ammetterà lui stesso) e finisce da solo a muro in curva3; dietro di lui Gilliland frena per l’esposizione della caution, Blaney non a sufficienza e quindi tampona Todd. Il team #2 cerca di sistemare la vettura ma, dopo un battibecco con i commissari sul rispetto del tempo concesso per le riparazioni, Austin è costretto al ritiro ed all’ultimo posto.

La caution favorisce sicuramente Hamlin che ha gomme più fresche di una ventina di giri e che in questo breve lasso di tempo ha già recuperato dall’ottava posizione alla terza dietro a Larson ed Elliott e davanti a Truex, Bell, Byron, Kyle Busch, Almirola, Buescher e Chastain. Si riparte ai -28 ed Elliott scatta bene al punto che in curva2 passa in testa, dietro di loro si va anche 3-wide e ad alzare il piede è Almirola che non vuole finire nel panino.

Elliott cerca di scappare via sapendo che Hamlin può prenderlo quando vuole, però Denny non recupera subito. C’è movimento anche nella top10 con Harvick che recupera il terreno perso alla sosta e Chastain che lotta e poi passa Kyle Busch. Ai -20, dunque un quarto di gara, Hamlin scavalca Larson e deve recuperare poco meno di 1″ al leader. In coda, invece, Allmendinger bacia il muro dopo essere stato accompagnato largo da Jones.

Ai -15 Elliott viene raggiunto, ma tenendo l’interno resiste ad un Hamlin che riesce a passare solo ai -8 dopo che lui riesce a prendere l’interno. Dietro di loro Larson paga il sottosterzo, Bell apre la porta e Kyle viene passato anche da Chastain che nel recupero sta proprio scavalcando in quel momento Truex. Ross e Martin per tutta la gara saranno vicini. Reddick che bacia il muro con una vettura già non al meglio dopo l’incidente nelle libere è l’ultimo evento nella stage.

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Hamlin conquista il primo traguardo intermedio davanti ad Elliott (+2.7″), Bell (+2.9″), Chastain (+3.3″), Truex (+4.5″), Larson (+6.3″), Byron (+6.7″), Buescher (+6.9″), Kyle Busch (+7.7″) e Keselowski (+7.8″) che in extremis supera Bowman, 29 i piloti a pieni giri a cui si aggiunge il lucky dog Ty Dillon.

Ai box entra ed esce per primo Hamlin, il problema per lui è che ad uscire per seconda è la sua ruota anteriore sinistra; in settimana arriverà la consueta sospensione di quattro gare per crew chief e meccanico/i. Con Denny che dunque finisce in coda dopo un giro su tre ruote, la nuova classifica vede Chastain al comando su Bell, Truex, Elliott, Byron, Buescher, Kyle Busch, Larson, Keselowski e Bowman.

Si riparte dunque con 123 giri da disputare nella seconda stage e con timori legati al degrado delle gomme ancora fondati, dato che Byron ed Elliott hanno finito la prima stage con la anteriore sinistra sulle corde. Ross scatta bene, ma a seguirlo è Truex che approfitta dell’indecisione di Bell che ha la ruota posteriore sinistra mal fissata e quindi dopo un paio di giri al rallentatore torna ai box. La top5 dietro a Chastain dunque è formata da Truex, Buescher che è stato protagonista di un grande scatto, Kyle Busch e Byron.

Chris ci prova a restare con i due leader, ma alla fine i protagonisti tornano ad essere Chastain e Truex e la #17 si stacca. È proprio in questi giri che finalmente a Dover esce il sole. Mentre anche un buon Haley si fa vedere ed è 12°, gli occhi di tutti sono su Hamlin che inizia la rimonta dal 29° posto ed è già rientrato nella top20. La fuga a due è facilitata anche dal fatto che Elliott non riesca a passare Buescher, ma ad aiutarlo ci pensa una caution.

Dopo il colpo di scena di Hamlin arriva anche quello di Larson, il quale finisce in testacoda in curva4 quando è settimo dietro anche a Kyle Busch e Byron. La #5 si appoggia al muro, poi riparte con la posteriore destra forata nel traverso, poi nel rientro ai box si distrugge anche la anteriore destra che rovina anche il passaruota. Larson e il suo crew chief preferiscono riparare con una vettura ammaccata ma con un solo giro perso che con una sistemata ma a -2.

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Con questa caution l’obbligatorio – causa benzina – giro di soste sotto green si risolve e tutti tornano a pensare alle gomme. E infatti, malgrado i set di pneumatici comincino a scarseggiare, tutti vanno ai box. Chastain rimane al comando davanti a Truex ed Haley che stupendo tutti cambia solo due gomme, seguono Elliott, Keselowski, Kyle Busch, Buescher, Byron, Harvick e Stenhouse; Harrison Burton e Suárez a causa di un doppio pit pagano dazio e finiscono in coda.

Si riparte ai -87 e Chastain rimane agilmente in testa, ma la sorpresa è che Haley scavalca Truex e si porta al secondo posto. Due anche i fatti importanti che succedono in coda: Hamlin rientra nella top15 e Larson è lucky dog provvisorio davanti a Bell. La resistenza di Haley crolla ai -80, ma quando Truex torna secondo Chastain è già davanti di 1.2″; Martin mangia subito tre decimi e recupera qualcosa, ma passare Ross è dura.

La buona notizia per i crew chief è che la pista si stia gommando di nuovo, dunque forse si può osare di più, nel frattempo però la seconda stage sarà ancora di passione. L’osservato speciale è Keselowski, il quale dopo essere stato quarto dopo la ripartenza sente la vettura scappargli sempre di più ad ogni curva. Brad perde posizioni su posizioni e, mentre Chastain viene raggiunto da Truex ed Elliott perde la chance buona venendo scavalcato da Kyle Busch prima che lui passi un Haley che ha ovviamente tanto sottosterzo, ci si aspetta che la caution seguente sia della #6.

E invece, dopo che Keselowski è uscito dalla top10 a vantaggio di un Hamlin lanciatissimo, la caution la provoca Kurt Busch proprio mentre Truex stava attaccando Chastain. Kurt è anche sfortunato: in un 3-wide in curva2 è nel mezzo fra Allmendinger e Reddick, il colpetto iniziale glielo dà AJ, quello di grazia Tyler. La #45 concluderà al 31° posto staccata di 12 giri; nel frattempo si è anche ritirato McLeod per problemi ai freni. In tutto questo ad essere felice è Larson, malgrado la mancanza di grip all’anteriore, che torna a pieni giri.

La pit lane si apre di nuovo e il gruppo si spacca. La notizia più incredibile è che Haley, che ha già due gomme usurate, non si ferma e prende il comando davanti a Bowman, Allmendinger, Reddick, Wallace, Suárez, Austin e Ty Dillon, Byron a sua volta cambia due gomme ed è nono, Chastain precede ancora una volta tutti gli altri ed alla green dei -56 chiude la top10.

Ancora più incredibile il fatto che alla ripartenza Haley riesca mantenere al comando mentre dietro di lui Allmendinger attacca dall’esterno e si porta al secondo posto. Il 4-wide in curva2 si risolve senza problemi, il 2-wide in curva1 al giro successivo no: Jones si sposta all’esterno come se non ci fosse nessuno ma lì c’è Logano che da incolpevole finisce a muro e praticamente rende già peggiore una giornata già terribile; per la #22 arriverà un 29° posto a quattro giri. E così anche Bell torna a pieni giri.

Si riparte a metà gara esatta (e dunque la corsa è ufficiale) con una prima fila tutta Kaulig con Haley davanti ad Allmendinger, Bowman, Wallace, Reddick, Kyle Busch, Suárez, Elliott, Byron e Chastain, seguono A.Dillon, Truex, T.Dillon, Buescher, Harvick, Stenhouse, Hamlin, Jones, Blaney e LaJoie, 30 le auto a pieni giri con Gilliland, Kurt Busch e Ware in lotta per il lucky dog ma a due giri.

Alla green scatta bene mentre Bowman ripassa subito Allmendinger, in coda uno scatenato Larson va 3-wide all’esterno e recupera diverse posizioni. Ma chi riparte molto bene è anche Chastain che supera sia il compagno di squadra Suárez che – ancora una volta – Truex in un 3-wide. Davanti si fa vedere, stavolta in positivo, anche Reddick che tiene a bada finché può Kyle Busch.

Rowdy, nel giorno del suo compleanno in cui è imbattuto (due su due in carriera), si scatena all’improvviso: in un giro Busch raggiunge e passa sia Reddick che Allmendinger, poi prende la coppia di testa ed in un giro passa prima Haley e poi Bowman che è stato al comando effettivamente per sole due tornate.

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La nuova classifica ai -35 nella seconda stage vede dunque un Kyle Busch che già allunga su Bowman, Elliott, Haley (che sta pagando sempre più le gomme usurate), Allmendinger, Reddick, Byron, Truex che finalmente ha passato Chastain ed Hamlin. I giri passano ed ovviamente chi ha scommesso non fermandosi ora vede il rischio connesso aumentare. Il ritmo di Haley, Allmendinger (con i due che rischiano anche un contatto), Reddick e Suárez si alza notevolmente e vengono sorpassati da diversi piloti.

Il sorpasso su Chastain rinvigorisce Truex il quale ai -30 scavalca in successione Allmendinger e Byron, poi anche un Bowman che a sua volta cala e prima di tutto viene superato anche dal compagno di squadra Elliott; a sorpresa invece Chastain paga e viene superato da un Hamlin che ha ormai completato la rimonta essendo nono, poi però approfitta dei cali del duo Kaulig, di Reddick e di Byron per rientrare addirittura nella top5.

La scommessa di molti non paga: ai -17 Reddick vede la sua anteriore destra sfaldarsi e Tyler deve andare ai box, poco più tardi anche Ty Dillon fora la stessa ruota. Per molti gli ultimi 10 giri della stage rischiano di essere di passione, ma a salvare tutti ci pensa Cody Ware.

Il pilota del Rick Ware Racing, in quel momento staccato di tre giri, perde il controllo in curva4 e nel testacoda dall’esterno si sposta, dietro di lui c’è Hamlin che deve decidere da che parte andare per evitarlo. Denny sceglie la sinistra (forse non troppo in maniera furba dato che il banking di Dover è in forte pendenza pure sul dritto) e la vettura di Ware quasi senza controllo va pure lei a sinistra e dunque il contatto fra la #11 e la #51 è inevitabile. Un Hamlin senza mezza fiancata chiuderà 21° a un giro, Ware è costretto al ritiro. Austin Dillon è il lucky dog.

Mancano pochissimi giri alla fine della stage e il dilemma fra la track position ed i punti è grande. Ad optare per la seconda sono soltanto Blaney e Burton che erano in fondo alla classifica, quindi almeno puntano a raggranellare qualche punto; dai box esce davanti Kyle Busch.

Si riparte per uno sprint di tre giri e Blaney compie un piccolo miracolo visto che, malgrado una vettura tutt’altro che ottimale, si riesce a difendere da Kyle Busch che per dare tutto finisce due volte loose così come Truex nei confronti di Bowman. Blaney vince la seconda stage davanti a Kyle Busch, Bowman, Truex, Stenhouse, Chastain, Jones, Burton (buon ottavo), Buescher ed Elliott. Al break a sostituire nella top10 i due piloti Ford sono Almirola ed Harvick; Reddick torna a pieni giri.

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Manca ancora una stage ed i team, a seconda di strategie e problemi precedenti, hanno due o tre set di gomme freschi da usare negli ultimi 145 giri, in sintesi tutto deve filare liscio altrimenti le sorprese ci potrebbero essere.

Si riparte e sullo scatto Bowman affianca Kyle Busch che è tornato leader, ma dopo due giri di lotta Rowdy dall’esterno rimane al comando; dietro di loro a sorpresa c’è Stenhouse che approfitta poco dopo del fatto che Chastain finisca loose rischiando – ovviamente – con Truex. Rischia anche Custer dopo una toccatina con Blaney.

A classifica assestata ai -140 dunque Busch precede Bowman, Stenhouse, Chastain, Truex, Jones, Buescher, Larson (tornato nella top10), Elliott ed Almirola. Sono tre le coppie da tenere d’occhio in questa fase: quella di testa composta da Busch e Bowman, ovviamente Chastain e Truex che raramente sono stati separati da più di 2-3″ (con Martin che comincia a stufarsi di avere la #1 davanti) e quella Hendrick di un Larson in rimonta nonostante tutto ed un Elliott che si è un po’ spento e sembra aver mancato un’altra buona chance.

Ma il punto focale della corsa diventa un altro ed altrettanto ostinato ed è Stenhouse, alla prima gara positiva del 2022 dopo un inizio disastroso al punto che è fuori dalla top30 in classifica generale. Ricky resiste senza faticare troppo in terza posizione e solo attorno ai -115 si vede sorpassato dalla coppia Chastain-Truex che sembra averne di più. Martin sul long run ne ha forse più di tutti, ma lo short run lo sta pagando ancora una volta a caro prezzo ed i secondi di ritardo dalla vetta aumentano.

A 100 giri dalla fine Kyle Busch ha 1.5″ su Bowman, 3.5″ su Chastain, 3.8″ su Truex, 5.8″ su Stenhouse, seguono Elliott (+6.3″), Larson (+8.5″), Jones (+9.3″), Bell (+9.9″) e Buescher (+10.3″), a pieni giri anche Almirola, Allmendinger, Harvick, LaJoie, McDowell, Preece, Haley, Byron, Blaney, Wallace, Briscoe, Suárez, Keselowski ed Hamlin.

Malgrado si sia di nuovo in zona rossa, tutti i team puntano a dividere i 145 giri in soli due stint e non tre confidando sulla gommatura della pista. Il ritmo davanti è sostenuto ed i doppiaggi si fanno di peso come quelli di Hamlin e Keselowski. Davanti intanto Bell scavalca Larson che sul long run deve pagare i danni alla vettura ma soprattutto Truex sorpassa Chastain e cerca il recupero su Kyle Busch.

Mentre Preece fora e va ai box ai -85, Briscoe viene doppiato e Blaney deve pittare in crisi di assetto, pure i leader pensano all’ultima sosta. Bowman sta recuperando sulla #18, Truex ha dimezzato i 4″ di ritardo quindi Kyle Busch ed il suo box decidono di anticipare la loro sosta che era invece prevista 10 giri più tardi.

Rowdy dunque pitta ai -77 e Bowman lo segue subito. Il problema per loro è che al giro precedente (con Almirola e Byron) era andato ai box Allmendinger, il quale lascia la pit lane su tre ruote. La gomma mancante rimbalza fra curva1 e 2 e sfiora diverse vetture. AJ torna ai box, ma sarà costretto al ritiro, per parte del suo team ci sarà un mese di maggio con quattro domeniche a casa.

L’attesa per la nuova classifica è trepidante e quando si aggiorna al giro 324 il responso è chiaro: ci sono 14 auto a pieni giri (Truex in testa), il lucky dog è Briscoe, Kyle Busch e Bowman, sfortunatissimi, sono doppiati e devono ricorrere alla wave around. Sotto caution si completa il giro di soste e ancora una volta Truex vede sfilare davanti a lui Chastain.

Alla ripartenza dei -70, dunque, Chastain precede Truex, Elliott, Bell, Stenhouse, Larson, Jones, Buescher, Harvick, McDowell, Haley, LaJoie, Wallace, Suárez, Briscoe, Kyle Busch e Bowman, Custer 18° è il primo dei doppiati con Reddick, Austin Dillon, Hamlin, Keselowski, Burton, Almirola, Byron e Preece, Blaney (ancora più sfortunato) a -2.

Alla ripartenza Truex paga ancora lo short run ed Elliott lo passa così come Stenhouse fa lo stesso con Bell, ma la green dura poco: LaJoie deve alzare il piede in curva2 dopo un duello con McDowell e così Suárez tenta di approfittarne in curva3, caricato anche da un desiderio di rivincita su Corey dopo l’incidente di Austin, ma il tentativo di Daniel non va e dopo essersi appoggiato alla fiancata della #7 finisce in un testacoda che è uno dei pochi che non vede protagonista anche il muro.

Dopo il lucky dog per Custer si riparte dunque ai -61 con Chastain davanti ad Elliott, Truex (che ha già vinto due volte di lunedì a Dover), Stenhouse e Bell. Chase scatta bene e dopo due giri di lotta quasi passa Ross, poi però anche Reddick finisce in testacoda e a muro. La moviola ridà la prima posizione a Chastain, ma alla ripartenza successiva dei -53 l’esito è inevitabile stavolta: Elliott va al comando.

La gara però praticamente finisce al giro dopo: di questo sorpasso se ne approfitta Stenhouse che si porta al secondo posto. Ricky ovviamente non ha il ritmo di Elliott che scappa via e sembra imprendibile anche se mancano 50 giri alla fine. La lotta passa dunque alle spalle della #47 dove ci sono, ovviamente, Chastain e Truex con Bell che completa la top5 dopo una fantastica rimonta.

Il duello fra la #1 e la #19 dura effettivamente 19 giri e mezzo, da quando Martin torna sotto il mezzo secondo da Ross, fra i -20 a curva2 dell’ultimo giro, ma prima di questo dettaglio ci sono altri fatti da raccontare, come Stenhouse che approfitta di questo per respingere Chastain ed allungare di nuovo, Kyle Busch che rientra nella top10 ma dietro a Bowman, la crisi di Wallace per la rottura di un pezzo della sospensione e che culmina in un triello con Custer e Suárez, il calo di Larson ed i doppiaggi che proseguono.

Ai -10 si vede come Truex sia al limite estremo della sopportazione dopo 400 giri poco davanti ma spesso dietro a Chastain e il fatto che pure Bell si stia avvicinando gli impone un sorpasso su Ross. Ma la #1 si difende strenuamente (almeno si pensa questo, le immagini aiutano poco). La mossa di Truex arriva all’ultimo giro, Martin si lancia in curva2, Chastain blocca, Martin forse di stizza rimane sull’acceleratore e tentando forse un bump finisce in testacoda e a muro. E così Chase taglia tecnicamente il traguardo mentre da una manciata di secondi è uscita la caution, la 13esima della gara.

Elliott torna alla vittoria dopo 10 mesi, ed è il primo successo su un ovale da Phoenix 2020, chiudendo davanti a Stenhouse (+2.5″), Chastain (+3.6″), Bell (+4.0″), Bowman (+5.3), poi i distacchi non sono veritieri per la caution. Completano la top10 Larson, Kyle Busch (bel duello fra i due nel finale), Buescher, Harvick e Jones, a pieni giri anche Haley, Truex che si trascina al traguardo, Briscoe, Suárez e Custer.

L’Hendrick Motorsports festeggia così il fatto di aver vinto con tutti i quattro piloti nelle prime 11 gare (record), Stenhouse può finalmente sorridere, Chastain sorride amaramente per l’ultima ripartenza e si vede raggiunto da Truex che gli fa un discorsetto che appare poco utile alla causa di Martin. A Dover c’è anche un disastro Ford con Buescher a salvare i piazzamenti nella top10 nell’affondamento della corazzata Penske. Kyle Busch sfortunato, ma almeno con lui stavolta c’è il “nemico” Bowman. La stagione entra nel vivo, a Darlington la Next Gen promette ancora spettacolo.

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Immagine: media.nascar.com

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