NASCAR | Elliott profeta in patria ad Atlanta

di Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 12 Luglio 2022 - 08:30
Tempo di lettura: 18 minuti
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NASCAR | Elliott profeta in patria ad Atlanta

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Dopo Austin Hill in Xfinity Series anche Chase Elliott vince in casa. Ad Atlanta gara animata, come prevedibile, da numerose caution ma anche da un finale dall’amaro in bocca in cui Corey LaJoie sfiora la prima vittoria in carriera, tuttavia ad avere la meglio è il campione 2020 che fa cappotto e allunga in classifica.


L’estate porta ancora la firma di Chase Elliott. Dopo la vittoria di Nashville ed il secondo posto di Road America dietro a Reddick il campione della NASCAR Cup Series 2021 porta a casa un altro successo tra l’altro in casa dato che la famiglia Elliott è di Dawsonville, Georgia. La vittoria, seppur applaudita dal pubblico sulle tribune, forse non è stata apprezzata quanto previsto visto che a far sognare fino all’ultimo giro è stata la corsa di Corey LaJoie che ha dato tutto per conquistare un incredibile primo successo in carriera fino all’aggressiva difesa dello stesso Chase in curva1.

La gara

L’estate di Atlanta è sempre calda e umida, quindi organizzare una gara durante il giorno in Georgia è sempre una pessima idea. Le qualifiche sabato saltano per la pioggia (Chase Elliott in pole grazie all’algoritmo) e pure per domenica si trema a lungo, ma alla fine – anche grazie ad un anticipo di una ventina di minuti della bandiera verde – la corsa si svolgerà per tutte e le 400 miglia in programma senza disturbi.

La domenica non ci sono, come detto, temporali su Atlanta, ma a Charlotte in settimana ce ne sono stati parecchi in particolare sulle sedi di 23XI Racing e Joe Gibbs Racing. Dopo una prima parte di stagione disastrosa per la pit crew di Bubba Wallace, finalmente il (anzi, i) team decidono di intervenire. La scuderia di Denny Hamlin e Michael Jordan, infatti, non ha pit crew proprie ma si affida al JGR e la decisione congiunta è uno scambio di meccanici.

I tifosi di Bubba sono sì felici per un’attesa scossa dopo settimane disastrose in pit lane, ma è una gioia breve perché le polemiche divampano ancora di più dato che lo scambio di meccanici fra 23XI Racing e JGR riguarda non i praticamente già qualificati ai playoff Hamlin, Kyle Busch o Truex, bensì la pit crew di Christopher Bell che prima di Atlanta è ultimo dei virtualmente qualificati con appena 20 punti su Harvick. E le dichiarazioni democristiane di Hamlin in bilico fra i due ruoli di pilota e team owner non aiutano a calmare le acque.

Al via su un ovale rinnovato di Atlanta ancora alla caccia di una sua identità fra superspeedway e pista da 1.5 miglia la battaglia inizia subito. Elliott sceglie la corsia esterna, ma in curva1, anche grazie alla spinta di Larson, a prendere il comando è Chastain. Poi però, anche perché la #5 finisce due volte loose in curva3-4 rischiando molto (al punto che Kyle teme un problema allo sterzo), Ross rimane solo e Reddick aiuta Elliott a tornare al comando.

Larson non è l’unico ad avere sovrasterzo, così come in Xfinity Series molte vetture ne soffrono anche perché questi sono i primi giri in pista per tutti nel weekend. Paga caro anche Cindric che, favorito dai risultati di Road America nell’algoritmo, scatta davanti ma preferisce non rischiare e con il passare dei giri si fa sfilare fino ad andare in coda al gruppo. In vetta, intanto, la coppia Chastain-Reddick ha sfilato Elliott e così Ross è ancora una volta protagonista.

Si fa vedere anche Hamlin che inesorabilmente giro dopo giro recupera posizioni dopo essere partito 16°. Fra i protagonisti ci sono anche Blaney, che si inserisce nella lotta fra Reddick ed Elliott, Briscoe e Bowman con le vetture disposte 2-wide per diverse tornate. La situazione con Chastain davanti e dietro a lottare rimane tale fino al giro 21 quando viene superato da Hamlin, ma lo shuffling prosegue subito e il testimone passa poi a Blaney ed infine di nuovo ad Elliott che è al comando alla competition caution del giro 25.

Non tutti si fermano ai box, altri lo fanno per almeno un paio di gomme, ma molti anche per disperati cambi di assetto come per Larson e Stenhouse a cui aprono il cofano per modificare le sospensioni anteriori; Elliott rimane al comando davanti a Blaney, Truex invece finisce in coda per una penalità (speeding), Suárez è arrivato lungo come Bell che si ostacola a vicenda con Wallace (i due sono in stalli adiacenti).

Si riparte con 30 giri da disputare ancora nella prima stage ed Elliott stavolta non ha problemi a stare al comando anche grazie al compagno di squadra Bowman che poi a lungo lotta a fianco di Blaney. Questa situazione dura per qualche giro, poi la #48 commette un errore e così Blaney si ritrova da solo dietro alla #9 e davanti alla #11, ma anche Kyle Busch (che come i leader non si era fermato ai box) entra nella lotta per le prime posizioni.

Ad emergere sulla distanza è Blaney che, dopo aver sofferto per qualche giro finendo dietro a Kyle e quasi a Kurt Busch, reagisce e ai -10 nella stage mette il muso davanti a quello di Elliott dopo un paio di incroci, ma Chase reagisce e al giro successivo è di nuovo primo e lo resterà anche dopo un ulteriore attacco di Ryan ai -4. Elliott vince la prima stage davanti a Bowman, Chastain, Blaney, Byron, Kyle Busch, Kurt Busch, Hamlin, Larson (grande rimonta in un poker Hendrick nella top9) e Bell.

Al break tutti vanno ai box e grazie a sole due gomme fresche (10 posizioni recuperate) Reddick balza al comando su Chastain, Truex (addirittura +22 con due gomme), Elliott, Bell, Bowman (che mette due ruote sull’erba per evitare il traffico), Blaney, Larson, Hamlin e Logano.

Se la prima stage è stata relativamente tranquilla, da ora in poi iniziano i guai e saranno ben 11 le caution negli ultimi 194 giri di gara. Reddick rimane al comando anche perché Chastain finisce leggermente loose in curva3 e permette a Truex di restare in scia alla #8 e poi di passarla poco più tardi anche grazie all’aiuto fornito dal compagno di squadra Bell, ma Blaney è sempre in agguato e con Reddick forma di nuovo il 2-wide.

Il primo dei leader a baciare il muro è Jones, ma Erik riesce a proseguire. La prima vera caution arriva al giro 78 quando McLeod perde il controllo in curva2 e coinvolge anche Buescher (finito troppo indietro per i suoi standard) e Ty Dillon; solo la #78 è costretta al ritiro.

Il gruppo si spacca e la maggioranza del plotone guidato da Hamlin va ai box con l’obiettivo di andare il più lungo possibile; lo stesso Hamlin e Bowman finiscono nel traffico di entrate ed uscite dagli stalli e quindi perdono terreno. Ancora una sosta eterna per Stenhouse, ma col passare dei giri si scoprirà che ha anche problemi al motore. Al box #23, invece, si indaga per un possibile problema meccanico per Wallace.

Si riparte ai -77 e la prima fila composta da Truex e Bell rimane a lungo alla pari, poi l’esterno prevale con il contributo di Blaney ed Elliott. Ad attaccare è proprio Ryan che non riesce a completare però il sorpasso sulla #19, fatto che invece riesce al giro successivo ad Elliott ora di nuovo primo. La tregua, tuttavia, dura ancora per appena cinque giri, poi il big one.

Sull’esterno dietro ad Elliott ci sono Truex e Chastain che hanno un buono slancio, Chase blocca e Ross toglie involontariamente (anche se le accuse immediate in questo caso immotivate) l’aria dallo spoiler della #19 e Martin parte in testacoda (poi si prenderà la colpa se si può definire tale) dell’incidente e si innesca il big one che vede coinvolti anche Logano (che finisce su due ruote ed ha una sospensione rotta), Austin Dillon (brutta botta per lui senza conseguenze fisiche), McDowell, Kyle Busch, Larson, Gragson e Bell. Solo Austin e Noah devono ritirarsi.

I gruppo si divide ancora una volta (Byron esce dalla pit lane davanti a Blaney, Harvick ed Elliott che cambia due gomme a differenza del solo pieno degli altri) e a passare al comando è Harrison Burton alla caccia di un po’ di fiducia dopo un inizio di stagione deludente, ma la carica maggiore la riceve uno Stenhouse che si sta lamentando di continuo via radio per lo stato della sua vettura (Ricky qui può vincere e ribaltare la griglia playoff) ma riesce a passare Harrison alla green dei -52.

Il sogno della #47 dura un paio di giri, poi prima di nuovo Burton ed infine Byron lo sorpassano. William prende il comando appena prima della caution successiva: un Buescher ammaccato dall’incidente precedente fora e finisce a muro mettendo fine alla sua gara e pure lui perde una buona occasione di vittoria; Larson è il lucky dog.

Solo gli ammaccati (fra cui a lungo Kyle Busch) vanno ai box, dunque si riparte a posizioni invariate ai -48 nella stage ma anche ai -18 da metà gara con nessuna nuvola grigia presente sul radar. Byron mantiene il comando ed è lui in testa al giro di boa; la situazione torna relativamente tranquilla a parte qualche rischio (Bowman ed un LaJoie in recupero), la foratura di McDowell che gli fa perdere tre giri o le ulteriori lamentele via radio di Stenhouse.

La fase sotto bandiera verde viene interrotta ai -22 (quando il gruppo quasi in fila indiana guidato da Byron, Reddick, Kurt Busch, Bell e Blaney) dal testacoda di Briscoe in curva2. A fare più danni per Chase è la conseguente foratura che nel rientro ai box distrugge il passaruota posteriore destro. In pochi entrano ai box, specialmente in coda al gruppo, dunque ai -18 Byron è ancora primo, tuttavia il ricompattamento permette agli avversari di scalzarlo.

A beneficiarne sono prima Reddick (con l’aiuto di Blaney) e poi Elliott (che nello stint precedente aveva faticato nel recupero) che così vince anche la seconda stage sotto caution per il testacoda causa foratura di Bowman in curva4 al penultimo giro (Alex era nella top5) davanti a Reddick, un Keselowski spuntato fuori nel finale, Blaney, Kurt Busch, Bell, Burton, Byron, Chastain (malgrado lo splitter danneggiato ed un Almirola decisamente arrabbiato con lui nel team radio migliore della gara) e LaJoie. Bowman nel frattempo prima rimane bloccato con due forature, poi è costretto al ritiro.

La pit lane si riapre e stavolta a osare con la strategia è Cindric che dopo i guai iniziali ora fa solo il pieno, imitato da Almirola, Jones, Harvick e Ty Dillon; Elliott ha una sosta leggermente lenta e finisce dietro ad Hamlin (due gomme) ed Haley (solo pieno pure lui) mentre Reddick arriva lungo nello stallo e perde terreno, Keselowski invece si prende una penalità che lo manda in coda, Stenhouse si ritira definitivamente per il problema al motore ed infine Kyle Busch torna a pieni giri.

La bandiera verde sventola a 95 giri dal traguardo, ma la calma dura ben pochi giri, poi si innesca un altro big one. Mentre davanti Jones ha appena superato Cindric, nella pancia del gruppo Smithley, incredibilmente nella top15 dopo essere stato anche doppiato, perde il controllo in curva3 forse per una foratura e viene travolto da molti big cui Byron, Reddick, Wallace, Larson, Keselowski e pure Ty Dillon, Gilliland e Cassill. Logano, che dopo l’incidente viaggiava di traverso con la sospensione rotta, ora è di nuovo a pieni giri avendo sfruttato al meglio (e in maniera anche fortunata) la precedente wave around. A terminare la gara in anticipo sono la la #8, la #24 e la #42.

Oltre agli incidentati vanno in box poche vetture (fra cui Kurt Busch), poi si riprende ai -84 con Jones al comando che viene subito insidiato da Chastain che è in prima fila con lui dato che ben quattro vetture davanti alla #1 al choose cone hanno rifiutato la corsia interna e, dopo tre giri di lotta, poi passa al comando grazie alla spinta di Elliott.

L’interno che guadagna, anche grazie ad un Bell loose che sgrana il gruppo alle sue spalle, permette a Corey LaJoie di passare al terzo posto dietro a Chase. Sembra un caso e invece gli ultimi 80 giri saranno anche della #7. Come in primavera Ross si esalta anche con una vettura ammaccata e Chastain rimane al comando fino alla successiva caution dieci giri dopo.

La dinamica non è chiara sul momento, si sa solo che i coinvolti sono Kyle Busch e Cody Ware e in maniera marginale anche Cassill. Sul momento Rowdy lancia un accusa allo spotter della #51 dicendo che “evidentemente in coda al gruppo non si guarda la pista”, poi invece si sviene a sapere che Ware ha forato ed ha toccato l’apron e la #18 che era appena tornata a pieni giri ed ora invece perde di nuovo terreno. Wallace è il lucky dog.

La finestra per l’ultimo pieno è aperta e dunque tutti entrano ai box per rifornire. L’incognita rimangono sempre le gomme e LaJoie scommette non cambiandole e dunque vola al comando davanti a Chastain (due), Elliott (idem), Suárez (zero con la #99 che non si è mai fatta vedere finora pur essendo quasi sempre nella top15), Hamlin, Bell, Truex, Blaney, Jones e Cindric.

La green sventola ai -66 e LaJoie non solo rimane al comando, ma si difende strenuamente da Elliott che scavalca subito Chastain e, malgrado il vantaggio di due gomme fresche in più, non riesce a passare la #7 (anzi, Chastain è per un attimo secondo di nuovo ai -60 prima di tornare a lottare col muso ammaccato) che dunque inizia a sognare in grande la prima vittoria in carriera che però al momento non gli garantirebbe un biglietto ai playoff (per un sospiro di sollievo di Blaney, Truex, Bell e molti altri) in quanto Corey è 31° in classifica generale e per qualificarsi bisogna essere nella top30.

Alla fine Chase passa a 56 giri dalla fine e mantiene il controllo della corsa per i successivi 30. Dietro alla #9 il gruppo a lungo è 2-wide, prima con LaJoie esterno e Truex (tornato nella top5 dopo l’incidente precedente) interno, dunque la #19 passa e Corey se la deve vedere con Kurt Busch, poi si torna alla situazione di prima, infine di nuovo in fila indiana mentre Kurt ha perso posizioni a vantaggio di Chastain, Hamlin, Bell e Blaney che ora sono in fila indiana in un gruppo di testa da 18 vetture (e Logano incredibilmente ad un passo dalla top10) con tutti che cercano di risparmiare carburante.

La corsa viene interrotta un’altra volta ai -25 Bell (sesto in quel momento) finisce in testacoda all’ultima curva tagliando sull’erba ma non riportando danni, nemmeno una foratura. La caution permette a tutti di avere un’ultima chance di svoltare la propria gara ai box. A provarci sono pochi piloti in coda e Kurt Busch spreca tutto finendo lungo nello stallo.

Ben peggio va a Bell che, salvatosi indenne pochi secondi prima, va ai box per cambiare quattro gomme spiattellate e riparte con tre penumatici nuovi. Ovviamente il quarto si è perso per strada e le polemiche sulle pit crew del Joe Gibbs Racing riprendono subito vigore perché uno dei responsabili (a quanto pare) dell’errore non è soltanto uno degli ex meccanici di Wallace, ma anche Jackson Gibbs, nipote di Joe. Evidentemente in famiglia il talento è passato solo a Ty. Si attendono penalità in settimana, ma Christopher rischia di pagare caro questa sequenza di eventi nel prossimo mese.

Si riparte dunque ad appena 19 giri dalla fine con Elliott ancora al comando, ma Truex in prima fila con lui sfrutta la spinta di Chastain (sì, di nuovo loro uno dietro l’altro come a inizio gara) e passa al comando anche perché LaJoie non riesce ad aiutare come vorrebbe Chase. Dopo che Martin decide di coprire la #9 è Chastain ad affiancarlo, ma si capisce subito che la #1 non riesce a tenere la corda per lo splitter danneggiato.

L’interno si svuota e ormai ci sono rimasti solo Chastain, Blaney e Cindric, dunque appena questa fila perde velocità Elliott si tuffa all’interno, passa Ross e affianca Truex in curva1 non riuscendo però a completare la manovra al punto che LaJoie riesce a tornare secondo. I primi tre sono in fila indiana ai -15 e dietro di loro ci sono Chastain ed Hamlin. Ross stavolta non riesce a tenere il muso e (probabilmente non alzando il piede) tocca ancora una volta Denny (come a Gateway ed ovviamente il pilota JGR non è felice) mandandolo in testacoda per un’altra caution. A finire nel mucchio è anche Keselowski che viene toccato da Suárez (seconda inquadratura della gara anche se è nella top10).

Ovviamente nessuno dei leader si ferma ai box dato che alla green mancano appena otto giri al traguardo. Dopo il choose cone in prima fila ci sono Truex e LaJoie e Corey effettua la ripartenza della vita (anche con l’aiuto del solito Chastain) e si porta nuovamente al comando seguito dallo stesso Martin. La caution arriva però dopo mezzo giro ed è un fallo di frustrazione per Hamlin, Bell e Logano con la #20 messa nel sandwich fra la #22 e la #11 (con Hamlin che gira a destra malgrado lo spotter gli dica che abbia due vetture all’esterno) e Joey e Denny che finiscono a muro.

LaJoie si trova così alla chance che vale una carriera presentandosi al comando ad appena tre giri dalla fine davanti a Truex, Elliott e Chastain. Al choose cone le prime due file sono identiche alla ripartenza precedente: Corey e Ross interni, Martin e Chase esterni.

Alla bandiera verde LaJoie scatta bene, ma Chastain non riesce a spingerlo subito e così le due file rimangono appaiate. La spinta di Ross arriva in curva1 e questa scompone la #7 al punto che Corey sbanda e tocca Truex alla sua destra mandandolo largo di quel poco che basta ad Elliott per infilare il suo muso fra la #1 e la #19, tenere Martin largo (e così Truex esce dalla lotta per la vittoria) e prendere la scia di LaJoie che è costretto a coprire la rincorsa di Chase.

Corey è ancora in testa ai -2, ma la situazione per lui è decisamente peggiorata. Infatti Elliott (finalmente?) tiene giù il piede e affronta il trioval al 100% dopo aver faticato per i due stint precedenti a superare gli avversari. Chase prende curva1 all’esterno ed in curva2 è già al comando seguito da un Jones spuntato fuori all’improvviso.

Chastain tenta un ultimo disperato aiuto a Corey verso curva3 ed Elliott deve coprire. Inizia così l’ultimo giro con Elliott, LaJoie e Jones davanti al gruppo 2-wide. Pure Erik spinge LaJoie (che si scompone) e ciò permette a Corey di tentare un attacco all’esterno di curva1. Elliott è costretto a bloccare all’ultimo (secondo qualcuno fin troppo bruscamente), LaJoie si deve allargare, perde la traiettoria, bacia il muro e poi finisce in testacoda travolgendo l’incolpevole Kurt Busch.

La caution ovviamente (e stavolta giustamente) viene esposta e la gara termina alla moviola: Chase Elliott vince in casa vincendo, dominando ma anche soffrendo fin troppo battendo Chastain, Cindric, Jones, Blaney (che ha rischiato grosso nella carambola), Suárez (per una volta indenne su uno superspeedway), Haley, Almirola, Custer (indicato come coinvolto nell’incidente finale) e Burton che col 10° posto diventa il primo pilota nella Cup Series nato dopo il 1/1/2000 a conquistare una top10.

Fuori dai primi dieci Truex, Harvick, Larson, Wallace (quasi tutti in recupero dopo vari incidenti), McDowell (che era a tre giri dopo la foratura), Briscoe, Gilliland, Keselowski, Bell, Kyle Busch e LaJoie, 21° ma soddisfatto di essersi giocato in questo modo una vittoria. E gli applausi, se si esclude il pubblico che osanna Chase qualsiasi cosa faccia malgrado ad Elliott questo sembra non interessare minimamente, sono tutti per Corey.

In classifica Elliott con la terza vittoria stagionale, il primo ad ottenerla nel 2022, piazza un doppio allungo forse decisivo grazie a sette playoff point e sessanta punti in generale. Più indietro la lotta rimane per gli ultimi tre posti: Blaney (+133) e Truex (+62) sono per ora al sicuro mentre Bell perde qualche lunghezza (e Christopher trema per le prossime settimane) avendo ora solo 19 punti su Harvick. Le ultime sette gare della regular season saranno ancora ricche di tensione.

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