NASCAR | Elliott elimina Logano, Keselowski vince a Bristol!

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Tempo di lettura: 15 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
1 Giugno 2020 - 15:45
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Sorpassi, incroci pericolosi, incidenti evitati incredibilmente e altri invece in cui si finisce coinvolti, 17 caution per 102 giri (un quinto di gara) e pure una bandiera rossa, poi discussioni infinite ed un vincitore a – relativa – sorpresa. E’ bastato tornare al vecchio pacchetto aerodinamico con poco carico e tanti cavalli che Bristol è improvvisamente rinata sotto un bel sole di primavera. Poteva essere la gara di Blaney, di Elliott, di Kyle Busch, di Hamlin e invece alla fine poteva essere quella di Logano, invece a tre giri dalla fine Chase ha osato troppo ed ha spedito a muro Joey. Ad approfittarne è stato così Keselowski che, dopo essere partito dalla pole, nella fase centrale invece si era eclissato anche per una penalità ai box.

La gara

A Bristol come detto splende un bellissimo sole dopo due settimane in cui la Nascar ha avuto a che fare con Arthur a Darlington e Bertha a Charlotte (ed ora si spera che Cristobal non si formi questa settimana perché Atlanta sarebbe nella zona a rischio pioggia da tempeste tropicali). Come due settimane prima a Darlington, la griglia viene decisa dal sorteggio per fasce di merito e incredibilmente a pescare la pallina giusta è ancora una volta Brad Keselowski, ma Roger Penske – anche se non in prima persona – fa di meglio e le sue auto partono prima, terza e quarta. La mattinata è tranquilla e gli unici problemi sono per Preece e Gaulding che falliscono i controlli tecnici due volte e dunque partono dal fondo.

Il ritorno del vecchio pacchetto aerodinamico mette tutti di buon umore in vista di una gara che si preannuncia spettacolare. Le uniche preoccupazioni sono per il cemento di Bristol che, essendo sgommato, può diventare molto pericoloso per le gomme e infatti la Nascar fissa ben due competition caution ai giri 20 (in teoria nemmeno cinque minuti di corsa, utile dunque in caso di veri e proprio disastri di assetto o problemi vari) e 60 (circa metà stage). Inoltre i piloti tengono d’occhio il traction compound posto nel metro più basso della pista per creare una seconda corsia, ma visto il sole e le temperature buone confidano che entri in temperatura presto e che la corsia più interna sia utilizzabile fin dalle prime fasi.

E infatti al via Almirola, che scatta a fianco di Keselowski, deve alzare il piede e scivola in sesta posizione aprendo la porta così all’ 1-2-3 Penske con Brad davanti a Ryan e Joey. Alla competition caution non ci si arriva, infatti al settimo giro Newman – dopo un 3-wide con Byron e Buscher – finisce in testacoda proprio sul traction compound non ancora in temperatura; per fortuna la #6 non riporta danni ma sarà la prima caution di una lunga gara. Alla ripartenza bisogna tenere sempre d’occhio la quarta posizione, quella all’esterno che può approfittare delle indecisioni all’interno per seguire subito il leader. E succede subito questo, con Truex che alla bandiera verde si porta in seconda posizione e Martin tenta pure il sorpasso ma non ce la fa dato che subito arriva la competition caution.

Qualcuno ne approfitta per andare subito ai box come Jones, A.Dillon, Hamlin, Kenseth, DiBenedetto e Kurt Busch, ovvero i piloti più in difficoltà in queste brevi fasi, poi si ricomincia con 17 piloti che invece hanno deciso ancora di aspettare. Stavolta il passaggio quarto-secondo lo fa Almirola seguito da Kyle Busch spuntato fuori dal nulla e Truex. Chi perde qualcosa è Logano ma in pochi giri sorpassa Harvick, Truex e Kyle Busch portandosi in terza posizione e lo fa sempre all’interno, segno che ormai il traction compound è sicuro e veloce. Alla competition caution Keselowski è ancora in testa con circa 1″ su Almirola, Logano, Ky.Busch e Blaney mentre Hamlin dopo la sosta è risalito fino alla 12esima posizione.

La prima sosta comunitaria favorisce ancora Keselowski, ma DiBenedetto – anche lui in crisi d’assetto – decide di rischiare tutto non fermandosi ai box e quindi è lui in testa alla ripartenza poco dopo metà stage. Matt prova a resistere ma dopo pochi giri lo sorpassa e apre la porta a tutti gli altri leader fra cui non c’è più Kyle Busch, pizzicato per eccesso di velocità in pit lane con Suarez. La #2 però sembra forte solo sullo short run e dopo un largo in curva4 al giro 84 viene superata da Blaney. Ad approfittarne è anche Elliott che sorpassa Brad e si mette in scia a Ryan che col passare dei giri soffre di sottosterzo e dunque Chase si porta a sua volta in prima posizione al giro 105. Una prima stage tutto sommato tranquilla si conclude con Elliott che vince il traguardo intermedio davanti a Blaney, Keselowski, Almirola e Logano mentre Harvick sesto ha faticato a passare un DiBenedetto che riesce a mantenere la settima posizione. La seconda stage avrà lo stesso vincitore ma uno sviluppo decisamente diverso.

Al giro di soste Elliott non sfrutta a dovere il primo stallo in pit lane e così Blaney lo sorpassa tornando in testa mentre Bowman è costretto ad un doppio pit per una ruota mal fissata. Alla ripartenza Ryan rimane davanti a Keselowski, Elliott, Almirola e Logano ma poi Aric sfiora il muro ed è costretto a difendersi da Johnson, Hamlin ed Harvick. Blaney sembra in grado di proseguire tranquillamente malgrado un paraurti ammaccato nella prima stage quando è finito troppo vicino a Gase da doppiare e Stenhouse lo ha toccato da dietro. Poco dopo il giro 150 Gase, che viaggia 1″ più lento dei leader ed è già staccato di sette giri, si prende la bandiera nera perché appunto “troppo lento” e secondo il regolamento della Nascar deve tornare ai box, apportare qualche modifica alla vettura per una seconda chance altrimenti verrà costretto al ritiro dai commissari. A causa dei convulsi eventi che seguono, la seconda chance durerà addirittura altrettanti 150 giri e gli permetterà di guadagnare sette posizioni.

Come in precedenza sul long run Blaney non riesce a tenere lo stesso ritmo e così a sorpassarlo stavolta c’è Keselowski; Ryan riesce a resistere in seconda posizione davanti a Elliott e Logano ma per Joey inizia una delle sue crisi di assetto da short track e in un attimo da quarto finisce decimo. A salvarlo ci penserà proprio il compagno di squadra Blaney. Ryan infatti al giro 200 finisce larghissimo in curva2, tocca i marbles e finisce in un testacoda che sarebbe innocuo se nella confusione che ne segue – quando tutto sembra finito – non venisse centrato da Ty Dillon che in pratica gli porta via il radiatore. Per entrambi arriva il ritiro.

Mancano soli 50 giri alla fine della stage, ma la miccia è stata accesa e la situazione esplode presto. In pit lane Elliott prende la prima posizione e non la lascerà più fino alla fine della stage ma dietro succede di tutto, oltre a numerosi scambi di posizione fra Harvick, Keselowski, Logano, Hamlin e Almirola fra i tanti. La caution successiva arriva per Gase seguita poi dal compagno di squadra Currey fermo sul rettilineo opposto, infine il big one. Dopo una ripartenza c’è un doppio 2-wide con Bowyer e Kenseth davanti e Johnson e Stenhouse dietro, Matt per non finire a muro alza il piede, dietro di lui Ricky frena per non toccarlo e Jimmie alla fine non riesce a reagire in tempo e così tampona la #47. Ma se a Darlington Johnson fu l’unica vittima di questa dinamica, qui è la #48 la sola che si salva, dato che Stenhouse finisce contro il muro interno e poi rimbalza in pista travolgendo Kurt Busch, Bowman, Reddick e Custer mentre rimediano dei danni anche Preece e DiBenedetto.

Dopo una bandiera rossa di 11′ per asciugare tutto l’olio presente in pista e sistemare le barriere, si può ripartire ai -15 ma poco dopo Preece fora per i danni precedenti e quindi lo sprint finale è di sole sette tornate: Elliott vince anche la seconda stage davanti a Hamlin, Harvick, Logano e Kyle Busch. Le caution ravvicinate hanno fatto sballare tutte le strategie e quindi ci sono diversi piani in ballo, ma a tentare di far saltare il banco sono Hamlin e Ky.Busch, i quali a sorpresa non si fermano ai box; i due sono seguiti da un numeroso gruppo guidato da Johnson che si è fermato da 10-20 giri mentre Elliott con Logano, Harvick e Keselowski riparte con gomme fresche dalla 12esima posizione in poi.

Dopo una veloce caution per la foratura di Buescher, la stage finale può partire e poco dopo la bandiera verde Busch infila il compagno di squadra Hamlin e si porta in prima posizione; Kyle non era in testa ad una gara addirittura dalla Daytona500. La #18 allunga su Denny il quale, vittima del sottosterzo, fatica a difendersi da Almirola, Johnson e Bell mentre A.Dillon e Kenseth tengono dietro Logano che ha perso l’occasione buona sullo slancio e che alla lunga – come in precedenza – cede e viene ripassato da Harvick ed Elliott. A salvarlo sarà un’altra caution, questa discutibile, per la foratura di A.Dillon che evita il muro e rallenta lungo il muro cercando di trovare un varco per tornare in pit lane.

Questa caution rimette tutti sullo stesso piano strategico e soprattutto dà ragione ai crew chief di Busch ed Hamlin che così hanno guadagnato posizioni e anche un set di gomme sulla concorrenza. Ma la strada è ancora lunga, mancano oltre 160 giri alla fine. Il giro di soste lascia la coppia JGR in testa ma manda in fondo al gruppo per eccesso di velocità in pit lane sia Logano che un Keselowski finito in ombra in questa fase di gara. Si riparte con 165 giri alla fine e Busch continua a guidare su Hamlin matuttavia Elliott è tornato in terza posizione mentre Almirola precede la fiammata di Truex che però si spegne poco dopo e così Johnson rientra nella top5. Ma presto arriva il secondo testacoda innocuo di Newman che ricompatta tutti.

Il gruppo si spezza ancora ai box (Almirola ci va ad esempio per una ruota mal fissata, Truex e Byron per recuperare le posizioni buone) mentre si allunga la lista dei penalizzati. Fra di essi c’è Suarez, addirittura alla terza penalità ma che continua a lottare a cavallo fra doppiaggio e giro dei leader. Alla ripartenza Hamlin pare rompere un accordo interno in casa JGR e si porta in prima posizione e a un quarto di gara dalla fine è in testa davanti a Busch, Johnson, Elliott l’ottimo Bell, Harvick, Jones, Truex, Bowyer e lo straordinario Nemechek.

E’ iniziato così lo stint più lungo della gara (73 giri) che porta il gruppo fino ai -67. In questa fase si assiste allo show della Toyota che – come nelle gare scorse – parte in sordina ma poi si piazza davanti, in questo caso con tutte e cinque le vetture di punta nella top8. Decisivi per il triello in testa sono i doppiaggi e Busch torna al comando ad 84 giri dalla fine e ad approfittarne è anche Johnson, Elliott invece per seguire i tre che ha davanti finisce per tamponare Suarez ed è un miracolo che entrambi ne escano indenni. A provocare la caution poco dopo è a sorpresa Harvick, il quale fora in curva1 e mentre parte per la tangente stringe a muro anche Jones, ma i due ne escono con pochi danni.

L’ultimo teorico giro di soste manda in testa Hamlin davanti a Johnson, Ky.Busch ed Elliott. La bandiera verde viene esposta a 61 giri dalla fine e Chase dalla posizione buona fa il passaggio quarto-secondo inseguendo Denny; Rowdy invece perde e finisce dietro a Logano in quinta posizione. Il duello Hamlin-Elliott è avvincente e Chase sembra sempre a un passo dal sorpasso ma alla lunga Denny riesce sempre ad allungare, poi arriva dal nulla il secondo attacco di Elliott ma questo viene bloccato da Gaulding che finisce a muro a 42 dalla fine; i cronometristi ci mettono un attimo ma alla fine dicono che nel testa a testa la #11 è rimasta davanti.

Il gruppo si spacca ancora, i primi otto non si fermano ai box mentre Keselowski guida un plotone in pit lane; a posteriori sarà la mossa decisiva. Si riparte a 37 giri dal traguardo e il passaggio quarto-secondo questa volta lo fa Logano, il quale si mette nella scia di Hamlin, ma i problemi di Truex i quali hanno come effetto domino l’incidente in cui Wallace tocca Almirola il quale alla fine finisce contro Martin, bloccano tutto di nuovo.

Mancano appena 29 giri alla fine e l’ordine vede Hamlin davanti a Logano, Elliott e Kyle Busch e tutti gli occhi sono su quest’ultimo vista la posizione che occupa. Tuttavia alla bandiera verde Logano sfrutta la sua arma principale, ovvero lo short run, per rimanere a sorpresa al secondo posto. Dopo un breve contraccolpo Elliott ripassa Busch e inizia una breve ma intensa fuga a quattro. Ogni doppiaggio è critico ma i leader li affrontano al meglio e c’è un elastico continuo fra di essi. I quattro viaggiano così per una quindicina di giri, poi in 200 metri si ribalta tutto.

Hamlin bacia il muro in uscita di curva2 e Logano ne approfitta subito infilandosi fra la #11 e McLeod da doppiare e lo segue anche Elliott. Non è chiaro se Chase spinga Joey sul rettilineo (a caldo sembrava di sì, a posteriori rimangono dei dubbi) mentre è sicuro che la spinta non ci sia in ingresso di curva3 (come Joey crede all’inizio e infatti si farà sentire nella caution seguente), ma la sintesi è che Logano arriva lungo in curva3, finisce sui marbles e sia appoggia leggermente al muro, Hamlin non può evitarlo e finisce in testacoda coinvolgendo anche l’incolpevole McLeod. In tutto questo Elliott passa al comando ed è ovviamente in testa alla caution, l’ultima di questa lunghissima cavalcata.

Lo sprint finale è di soli 5 giri, appena 1’22”, ma saranno intensissimi. Elliott come detto è primo, Logano ha salvato la seconda posizione oltre che la vettura ed in seconda fila ci sono Ky.Busch ma soprattutto Keselowski che ha gomme più fresche di tutti quelli davanti. Potrebbe fare il consueto salto quarto-secondo, ma riesce a fare solo quarto-terzo e il “colpevole” è il solito Logano che, oltre allo short run, ha anche una carica aggiuntiva per quanto successo poco prima.

Chase sullo scatto allunga, ma Logano sfrutta al meglio l’interno e rimane lì, anche perché Elliott sembra non sappia scegliere che traiettoria usare in curva 3-4 e la via di mezzo per cui opta non si rivela vincente. Siamo ai -4 e stavolta la #9 va alta ma la #22 in uscita quasi la beffa sul rettilineo opposto, in curva 3-4 si ripete la stessa scena e stavolta Logano è in testa con Elliott sul paraurti a 3 giri dalla fine.

Elliott fa un piccolo lieve bump&run in curva1 e così si rimette sulla fiancata di Logano verso curva3. In curva4 un paio di secondi più tardi Keselowski ha diverse lunghezze di vantaggio su Bowyer e vede o quasi la bandiera a scacchi. Cosa è successo? Semplicemente Elliott ha sbagliato la frenata, è finito loose e mandato sé stesso e ovviamente Logano a muro. La caution non arriva, e anche su questo si può discutere, ma comunque per loro non c’è speranza e finiranno ultimi a pieni giri.

Davanti non ci sono più problemi e Keselowski si prende la seconda vittoria stagionale così come aveva ottenuto la prima, grazie ad un regalo incredibile di Elliott. Dietro al pilota del Team Penske (550esima vittoria ufficiale per Roger nella sua storia). Dietro a Brad concludono Bowyer (spuntato dal nulla), Johnson, Kyle Busch, Jones, A.Dillon, Kurt Busch (a lungo doppiato dopo il big one), Byron, Bell (in rimonta dopo una penalità) e l’ottimo Bubba Wallace; si interrompe la striscia di top10 di Harvick (11°) mentre è molto buona la gara del duo FRM Nemechek e McDowell, il primo 13° ma privato di una top10 per un surriscaldamento e il secondo 14° malgrado fosse finito nell’incidente di Truex, di Suarez, 18° malgrado le tre penalità e l’essere stato anche a due giri, e di Timmy Hill, 19° a dimostrazione che anche i piccoli team possono ottenere risultati qui a differenza del Rick Ware Racing che anziché migliorare peggiora a vista d’occhio

Mentre Keselowski festeggia, gli occhi di tutti sono ovviamente in pit lane e su Logano ed Elliott. Joey con mascherina ed occhiali aspetta Chase, ma si deve arrendere ed è lui ad andare a chiedere un chiarimento. Alla successiva intervista Logano definirà l’atteggiamento di Elliott “bambinesco” perché ha dovuto strappare di bocca delle scuse mentre Chase poco dopo inizialmente si attacca alla banale scusa di una foratura (che fa molto Kenseth a Martinsville 2015), poi cede soltanto vedendo il replay ammettendo l’errore.

Si lascia così Bristol con una possibile nuova rivalità, e c’è sempre di mezzo Elliott, ma soprattutto con vari leitmotiv del 2020: Hendrick semina nelle stage (10 vittorie su 19) ma poi è Penske a raccogliere (quattro successi in nove gare), Toyota è un diesel che quando si mette in moto pare inarrestabile anche se c’è ancora qualche ingranaggio che si rompe. E alla fine di tutto questo ovviamente in testa alla classifica che Harvick che raccoglie punti sempre.

I risultati odierni

La classifica della “Food City presents the Supermarket Heroes 500”

La classifica generale

Così il campionato dopo 9 gare

I prossimi appuntamenti

Stanotte all’1:00, dopo il posticipo di 48 ore per problemi logistici, a Bristol ci sarà la gara della Xfinity Series, poi il gruppo potrà finalmente riposarsi dopo 15 giorni di fuoco. Il prossimo weekend si gareggerà ad Atlanta. Sabato per la prima volta dalla ripresa del campionato ci saranno due gare in un giorno (sempre senza libere né qualifiche) con i Truck alle 19:00 italiane e la Xfinity Series alle 22:30 circa. Il giorno dopo la Cup Series prenderà il via alle 21:00

Immagine: nascarmedia.com

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