Per questa vittoria si potrebbe tirar fuori una marea di proverbi, ma mi limito solo ad un paio. Stewart dopo aver fatto sempre 30 ieri finalmente ha fatto 31 (top10 in carriera) e dopo due anni e mezzo in cui mancava sempre un soldo per fare una lira, vedi le ormai innumerevoli volte in cui era in testa negli ultimi giri per poi buttare tutto nello stint finale per una strategia errata o un errore della pit crew o un suo errore in pit lane, finalmente ha portato a termine la gara perfetta dal primo all’ultimo giro. Un successo arrivato nel momento più critico di questi due anni probabilmente, dato che dato dopo l’incidente di Pocono al primo giro la sua qualificazione ai playoff della Truck Series all’improvviso era tutt’altro che sicura.
Le batterie di qualificazione
Per la gara di Eldora il format è quello tipico delle gare sui dirt track, dunque la griglia di partenza viene determinata da una serie di batterie di qualificazione e gli ultimi qualificati decisi da una “Last Chance Qualifier Race”. Rispetto agli anni scorsi c’è solo un leggero cambio di programma: la griglia di partenza delle cinque batterie non viene determinata da una sessione di qualifica “tradizionale” bensì dai tempi combinati delle due sessioni di libere disputatesi mercoledì. Infine la nota triste: gli iscritti di questa edizione sono soltanto 32 e dunque la “Last Chance Qualifier Race” si trasforma da una vera battaglia (forse la gara più bella dell’evento) per strappare gli ultimi posti in griglia mandando invece qualcuno a casa in anticipo – l’anno scorso ci furono ben sette DNQ – ad una mera passerella per decidere le posizioni in griglia dalla 26esima alla 32esima e ultima.
L’unico non regular (esclusa una decina di specialisti del dirt track presenti solo qui) è Chase Briscoe, vincitore dell’edizione dell’anno scorso, il quale conferma l’ottimo stato di forma dopo il successo in Xfinity Series in Iowa ottenendo il miglior tempo nelle libere davanti a Crafton, Moffitt, Friesen e Creed; questi sono dunque i cinque pole men delle altrettante batterie. In questa fase non ci sono grossi problemi per i big. Burton si trova nella prima batteria con Briscoe e Sauter e la terza posizione gli garantisce solo l’11° posto in griglia, nella seconda Ankrum ha avversari come Crafton, Dippel, Eckes e Chastain ma si fa incredibilmente beffare anche da Huffman e il sesto posto lo spedisce alla “Last Chance Qualifier Race” che poi dominerà senza strafare, nella terza Gilliland suda un po’ troppo contro Griffin e Hocevar e solo un loro contatto all’ultimo giro permette a Todd di conquistare un 8° posto in griglia nel main event anziché il 18°. La quarta batteria vede il duello tra Friesen e Rhodes, vinto dal canadese e l’ultima invece l’unico cambio di posizione in vetta dato che Creed viene superato dall’ottimo Strickler.
La gara
Avendo vinto la prima batteria è Chase Briscoe a partire dalla pole e al via mantiene il comando davanti a Friesen e Crafton mentre Creed deve vedersela con Sauter e il suo sorpasso su Johnny per la quarta posizione apre la porta anche ad altri piloti come Strickler, Dippel e Gilliland. La prima caution di una lunga notte (saranno ben 10 più le due di fine stage) arriva al giro 12 per il testacoda di Huffman, ma non ci sono preoccupazioni per la strategia dato che il pieno basta per tutta la gara e le gomme si possono cambiare per regolamento solo fra una stage e l’altra.
La prima stage è comandata da Briscoe – sempre in testa – mentre Friesen, dopo aver sfiorato il truck fermo in pista di Huffman, essere stato sorpassato da Creed alla ripartenza (la corsia interna è sempre decisamente sfavorita in queste fasi) e infine dopo la caution per il testacoda di Griffin, rimane intrappolato dietro allo stesso Creed alla bandiera verde permettendo così a Gilliland e altri piloti di passargli davanti. Briscoe vince così la prima stage davanti a Gilliland, Moffitt, Creed, Crafton e Friesen.
Mentre Gilliland ed altri cambiano gomme, Briscoe, Crafton e Friesen proseguono ed iniziano la seconda stage davanti a tutti, ma alla ripartenza Chastain (alla prima gara sullo sterrato, tuttavia impara in fretta) sorpassa Stewart e si porta in terza posizione. Al giro 56 un Burton in rimonta (era ottavo) finisce in testacoda e precipita in fondo al gruppo. Purtroppo per lui sarà anche la fine della sua gara, infatti poco dopo la ripartenza il suo compagno di squadra Eckes finisce in testacoda e per evitarlo parte un inconsueto big one che vede coinvolte ben 14 vetture (quasi metà gruppo!) e che rovina la gara, in maniera più o meno seria, anche di Moffitt, Sauter, A.Hill, Dean e Self.
La stage si conclude – escludendo una rapida caution per il testacoda di Massey e un 360° isolato di Creed – con la prosecuzione del monologo di Briscoe che conquista il traguardo intermedio davanti a Friesen (in recupero alle ripartenze successive), Crafton, Strickler ed Enfinger. Ma è a questo punto che la gara cambia. Infatti Friesen (insieme ad altri 10) non si ferma ai box. In parte sono coloro che si erano fermati al break precedente come Gilliland, ma Stewart invece decide di completare la gara senza cambiare gomme, questo a differenza di Briscoe costretto a ripartire dalla 12esima posizione.
Gli ultimi 60 giri sono un’autentica sofferenza: cinque caution per un totale di 35 giri, la maggior parte impiegati per rimettere nell’ordine corretto le vetture impegnate in pista in vari 2-3-4 wide, una lunga processione dietro al pace truck che culmina addirittura in una caution ai -50 lunga ben 11 giri e in cui si sentono benissimo i fischi del pubblico per le lungaggini.
La sintesi dell’ultima stage è che prima Chastain finisce in testacoda mentre lottava per la top5, poi avvengono in contemporanea tre incidenti in tre punti distinti della pista con protagonisti Strickler, Cobb ma soprattutto Dippel e Sauter (ruota ko per Johnny), dunque è il turno di Benning in testacoda e infine quello di Dodson. In tutta questa fase Friesen è sempre in testa inseguito a rotazione da Gilliland ed Enfinger. Briscoe intanto a fatica rimonta: prima evita non senza contatti Chastain fermo in mezzo alla pista, poi si tocca col compagno di squadra Sauter incastrato con Dippel ed ai -25 è ancora ottavo. Poi alla ripartenza si scatena e passa subito in quarta posizione che diventa terza ai -17 poco prima del testacoda di Dodson. Qui tuttavia arriva anche la fine della sua rincorsa; alla bandiera verde, sulla corsia interna più lenta, scivola in quinta posizione e poi un paio di giri più tardi perde leggermente il controllo in curva 1 ed il compagno di squadra Rhodes con Dippel non possono evitarlo e completano il suo testacoda mentre in contemporanea (sempre in incidenti distinti) anche Strickler e Cobb hanno dei problemi.
Senza più l’unico avversario che poteva impensierirlo Friesen può dunque gestire senza problemi lo sprint finale di due giri per conquistare la prima vittoria in carriera (dopo ben sei secondi posti) davanti a Creed, Enfinger, il rookie Marlar e Gilliland; completano la top10 Eckes, Briscoe, Dippel, Ankrum e Crafton. Stewart Friesen diventa così il nono pilota non americano della storia (quarto nei Truck dopo Ron Fellows, Nelson Piquet Jr. e Daniel Suarez) a vincere una gara in Nascar, il quarto canadese dopo Earl Ross (Cup Series a Martinsville nel 1974), Larry Pollard (una gara in Xfinity Series nel 1987) e lo stesso Fellows (quattro gare in Xfinity e due nei Truck) a poter esultare anche a sud del confine. E chissà se questo successo non sblocchi definitivamente Stewart verso altri successi anche più prestigiosi.
I risultati
La classifica dell’ “Eldora Dirt Derby”
Il campionato
Brett Moffitt, malgrado i problemi accusati, mantiene la vetta della griglia playoff. Ad una sola gara dalla fine della regular season (sabato 10 agosto in Michigan) sono sette i piloti già qualificati ai playoff. Ai sei vincitori (Moffitt, Chastain, Friesen, A.Hill, Sauter ed Ankrum) si è aggiunto infatti Grant Enfinger il quale ha accumulato un margine sufficiente – 52 punti – sull’ottavo nella griglia playoff, in questo momento Matt Crafton. Enfinger inoltre è a un passo dal vincere la regular season, visto che gli basta ottenere un 28° posto nella prossima gara per portarsi a casa i 15 playoff point che ci sono in palio.
In coda la situazione è diventata ufficialmente critica: piloti del calibro di Rhodes, Burton, Gilliland e Creed non possono più superare Crafton solo in base ai punti accumulati e quindi in Michigan saranno obbligati a vincere se vorranno qualificarsi ai playoff. Nella stessa situazione – tecnicamente – ci sono anche altri due piloti, ovvero Tyler Dippel e Gus Dean (13° e 17° in classifica), gli unici ad aver disputato tutte le gare finora e quindi a norma di regolamento in caso di loro vittoria sarebbero qualificati ai playoff, ma le loro probabilità di successo sono minime.
Dunque a Matt Crafton per qualificarsi basterà che uno dei sei piloti citati poco fa non vinca la prossima e decisiva gara. Un compito decisamente non semplice e quindi anche lui dovrà attaccare per evitare sgradevoli sorprese come essere incredibilmente eliminato dai playoff pur essendo secondo in classifica generale. Sarebbe qualcosa di clamoroso, ma la Truck Series ci ha abituato a questo e altro durante il 2019 e tutta la sua storia.
Così il campionato a 1 gara dai playoff
Immagine: GettyImages per mrn.con
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