NASCAR | Doppio Justin nel weekend senza Cup Series

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di Gabriele Dri @NascarLiveITA
27 Agosto 2018 - 12:00
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Ultimo weekend di pausa per la Cup Series, ma le altre categorie non si sono risparmiate e hanno regalato – come al solito – spettacolo. Per l’occasione entrambe erano di scena su due stradali storici del Nord America, la Truck Series a Mosport in Canada e la Xfinity Series a Road America. In ambedue le gare ci sono stati molti contatti e due in particolare hanno regalato il successo a Justin Haley e Justin Allgaier.

Truck Series

Partiamo dalla gara principale del weekend, ovvero la corsa di apertura dei playoff della Truck Series. La riorganizzazione del calendario ha fatto in modo che la gara iniziale della fase clou della stagione si disputasse sull’unico non tracciato ovale dell’anno. E Mosport regala sempre emozioni, come dimostrano le edizioni precedenti quando nel 2013 Chase Elliott tamponò Ty Dillon all’ultima curva e la stessa scena si rivide nel 2016 quando fra John Hunter Nemechek e Cole Custer finì addirittura con un placcaggio da football americano. L’anno scorso invece Austin Cindric per ottenere un posto ai playoff decise di effettuare la sua mossa qualche curva prima, ma la sostanza non cambia. Di vittorie pulite a Mosport ci sono state solo quella di Ryan Blaney nel 2014 ed Erik Jones nel 2015. E quest’anno si è rispettata la tradizione, ma partiamo dall’inizio.

Sabato per la prima volta nella storia della Truck Series si sono disputate le qualifiche con pista umida che si stava asciugando e gomme da bagnato. La pole position è stata conquistata da Ben Rhodes davanti a Noah Gragson. Ed è stata proprio questa coppia a duellare nei primi giri di gara con pochi centimetri a separarli, finché al settimo giro Gragson ha sorpassato l’avversario portandosi in prima posizione. In difficoltà nelle fasi iniziali il pilota di casa Stewart Friesen, in testacoda alla curva Moss ma in grado di ripartire senza danni. Gli animi sono subito accesi e pochi giri dopo Sauter tocca Snider alla stessa curva e l’esito è lo stesso di Friesen. Per fortuna che c’è Nemechek a dimostrare che qui si può passare anche in maniera pulita ed è momentaneamente in terza posizione. Prima della fine della stage Todd Gilliland effettua una sosta preziosa per la strategia della sua corsa, ma i leader proseguono e così Gragson vince la prima stage davanti a Rhodes, Haley, Nemechek e Crafton.

Il gioco delle tattiche fa ripartire Peters (al posto dell’infortunato Gallagher che a sua volta doveva sostituire il licenziato Sargeant) davanti a Gilliland mentre Gragson e Rhodes sono in terza fila. E qui c’è una prima svolta della gara: Gragson e Haley si districano bene nel traffico e recuperano posizioni – tant’è che a metà della seconda stage sono di nuovo in testa – mentre Rhodes rimane imbottigliato e perde la possibilità di vincere. Dopo una caution a metà stage, con Enfinger che si trascina la tanica del rifornimento per tutta la pit lane, le prime posizioni sono immutate. La solita tattica di anticipare la sosta viene scelta ancora una volta da Gilliland (in quel momento secondo) e così le posizioni al secondo traguardo intermedio sono Gragson, Moffitt, Haley, Nemechek e Crafton.

In questa occasione un Truck (non si sa quale, la copertura televisiva e giornalistica di questa gara non è stata eccezionale) ha un problema meccanico e inonda la pista di olio. La direzione gara stranamente non chiama la bandiera rossa e così si assiste ad una caution lunga ben 7 giri/25 minuti. Alla ripartenza a 16 giri dalla fine in testa c’è Sauter davanti a Enfinger, con Gilliland sesto, Gragson 11° e Haley 14°. Pronti via e nella lotta feroce sull’Andretti Straight ne fa le spese Austin Wayne Self che finisce in testacoda provocando un’altra caution.

Sauter non ha il passo per vincere e in appena due giri dalla ripartenza (dai -13 ai -11) Gilliland lo ha già raggiunto e sorpassato per la prima posizione. Dietro di lui c’è un gruppetto indemoniato di quattro piloti (Sauter, Enfinger, Gragosn e Rhodes), tutti in lotta per il titolo e che si scambiano attacchi decisi e sorpassi per un paio di giri permettendo però la fuga di Gilliland verso la prima vittoria in carriera. Quando Gragson torna finalmente 2° ha 3.5″ di ritardo dal compagno di squadra e il gap non scende. Per sua fortuna Self va fuori pista a 4 giri dalla fine e arriva un’altra caution.

Distacchi annullati, overtime, due giri alla fine. Ci sono tutti gli ingredienti per il classico finale di Mosport. Gilliland nonostante i 18 anni e la poca esperienza sugli stradali gestisce al meglio la ripartenza (un po’ meno Sauter che manda in testacoda il rivale Rhodes) e inizia l’ultimo giro con sette decimi su Gragson, ma poi gli viene un po’ il braccino corto. Noah è ancora distante alla curva Moss e così si arriva all’ultima curva. Gilliland non chiude bene la porta, Gragson vede un varco e ci si butta ma è ancora troppo indietro e il contatto è inevitabile. Ma se Elliott e Nemechek avevano fatto i conti bene nel passato, Noah esagera e così entrambi finiscono in testacoda. Haley dunque deve solo evitare il duo del Kyle Busch Motorsports per ottenere la seconda vittoria in carriera, quella che gli permette di qualificarsi automaticamente al secondo round dei playoff.

Justin vince davanti a Nemechek, Moffitt, Peters e Crafton. In campionato Rhodes ed Enfinger pagano gli incidenti del finale di gara e sono scivolati nella zona eliminazione, ma mancano ancora Las Vegas e Talladega al taglio.

Xfinity Series

Una gara storica quella disputata a Road America per la diversità dei piloti al via e provenienti da numerose categorie. C’erano Justin Marks e Andy Lally, c’era Kathrine Legge, c’era anche James Davison, c’era pure Conor Daly al debutto sulle stock car, ma soprattutto c’era Bill Elliott, il primo pilota già inserito nella Hall of Fame a tornare al volante di una vettura in Nascar. Sulla #23 del GMS Racing avrebbe dovuto correre in origine Chase, ma poi la provocazione si è trasformata in un evento che ha visto il 62enne “Awesome Bill from Dawsonville” tornare in gara.

Tornando all’azione, Matt Tifft parte dalla pole con Cole Custer al suo fianco. La prima stage viene spezzata da ben due caution, la prima per un lungo di French, la seconda per l’incidente di Ryan Reed, il quale decide di tagliare la strada al gruppo in frenata senza guardare nello specchietto. La lotta per i punti si decide in uno sprint lungo 6515 metri. Custer spiattella le gomme alla seconda staccata e perde la seconda posizione, mentre davanti Tifft guida abbastanza indisturbato e vince la stage davanti a Bell, Gaughan, Marks e Clements. 

Alla ripartenza Austin Cindric si conferma un esperto degli stradali e – nonostante sia partito dal fondo – sorpassa Gaughan e si porta in testa. Ben presto al suo inseguimento si porta Hemric, ma prima ancora che il duello cominci sulla vettura del team Penske si rompe il motore e Cindric è costretto al ritiro; per il giovane pilota è il secondo brutto colpo in classifica generale dopo la penalizzazione rimediata, non per colpa sua, a Bristol. Negli ultimi 3 giri della stage dopo la caution non ci sono grosse sorprese e Hemric conquista il traguardo intermedio davanti a Tifft, Sadler, Bell e Allgaier.

Quest’ultimo non si ferma ai box e così è in testa, ma solo per pochi metri dato che alla prima curva Gaughan piazza una staccata “alla Ricciardo” e si porta in prima posizione a 23 giri dalla fine. Intanto per uno dei big6 della Xfinity Series prosegue un weekend orribile: dopo i problemi ai freni nelle libere, Reddick rompe un semiasse e torna ai box, ma non sarà finita qui. A 20 giri dalla fine, il contatto decisivo: nella parte centrale della pista Bell azzarda un sorpasso ad Allgaier ed entrambi finiscono fuori pista. Dal box di Allgaier decidono di anticipare l’undercut già previsto e Justin effettua così l’ultima sosta. 

Un paio di giri dopo il caos: Reddick ritorna in pista dopo la riparazione, ma al box hanno sbagliato qualcosa e perde fluidi in curva 2. Di ciò ce se ne accorge solo praticamente quando almeno 5 piloti che erano nella top10 pochi secondi dopo finiscono in testacoda o semplicemente lunghi. In tutta questa confusione Tifft riesce a sorpassare Gaughan prima della caution, ma tutti dovranno effettuare la sosta. Tutti tranne Allgaier che per la seconda domenica consecutiva si trova al posto giusto al momento giusto dopo aver subito un contatto.

Dopo l’ultimo giro di soste in testa c’è Allgaier (la formalità di Ryan Sieg viene risolta subito alla prima curva) seguito da Bell, Tifft, Sadler e Davison. Quest’ultimo rimonta in fretta e a 12 giri dalla fine è secondo davanti a Bell, ma il gap da Allgaier non scende, anzi inizia una intensa battaglia fra i piloti all’inseguimento di Justin. Il primo contatto è un pasticcio in casa RCR e vede il semi-ritirato Gaughan mandare in testacoda Hemric che è in lotta per il campionato, poi arriva a 9 giri dalla fine una caution a compattare il gruppo. 

L’ultima ripartenza è a 7 giri dalla fine e Davison sorpassa Allgaier, ma soltanto per qualche curva, poi butta via letteralmente la vittoria finendo lungo e lasciando aperta a Justin. Allgaier allunga e dietro di lui c’è un quartetto formato da Davison, Tifft, Bell e Marks. La lotta è molto dura e spesso si arriva al contatto, con principali protagonisti Bell e Tifft: prima Christopher attacca duramente Matt il quale poche curve dopo restituisce il favore mandandolo in testacoda. Ormai si lotta per la seconda posizione (la #7 ha 1.6″ di vantaggio) e a 3 giri dalla fine Marks attacca Davison, ma come succederà 24 ore dopo a Mosport il sorpasso non si conclude ed entrambi finiscono in testacoda. A questo punto Allgaier deve gestire ben 6″ di vantaggio negli ultimi 2 giri.

Allgaier vince la quarta gara stagionale, la seconda consecutiva dopo Mid-Ohio, davanti a Tifft, Hemric, Custer e Sadler. Per la cronaca Kathrine Legge chiude 14esima dopo essere stata mandata in testacoda mentre era quarta, Bill Elliott termina 20esimo dopo due contatti e Conor Daly 31esimo e ritirato per un problema meccanico mentre era ottimo 11esimo.

Ma non è finita qui per Allgaier! Grazie al 23esimo posto di Bell, a causa del testacoda nel finale, Justin sorpassa Christopher in testa alla classifica generale per soli 5 punti. Per quanto riguarda i playoff, come ampiamente previsto, hanno ottenuto la qualificazione pur senza vincere Sadler, Custer e Hemric. Ora che i big6 sono qualificati, l’attesa sale per sapere chi saranno gli altri 6. In coda Chastain recupera i 7 punti che aveva perso da Annett a Bristol e torna così a +49, ma soprattutto in due delle ultime tre gare della regular season non correrà con la solita #4 del JD Motorsports, ma con la ben più veloce #42 del Chip Ganassi Racing. Un’occasione incredibile per lui.

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend si correrà a Darlington per il classico “Nascar Throwback Weekend” che onorerà i 70 anni di storia della stock car. Sabato in pista la Xfinity Series e domenica la Cup. Per la Truck Series invece due settimane di pausa prima di tornare in pista a Las Vegas.

Immagine: twitter.com/nascarcasm

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