NASCAR | Cup Series: vittoria per un Blaney magistrale a Martinsville!

NASCAR
Tempo di lettura: 23 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
31 Ottobre 2023 - 09:00
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Gara anomala a Martinsville senza caos nel finale ma molta strategia. Blaney domina nelle ultime due stage e vince. Byron ultimo qualificato ai danni di Hamlin


Quella di Martinsville è stata una gara anomala rispetto al solito. Proprio quando la miccia per il caos sembrava essersi accesa grazie (eufemismo visto la manovra poco intelligente) a Logano, ecco che invece la tappa conclusiva e decisiva del Round of 8 è terminata con un long run di ben 168 giri. Gli azzardi strategici non hanno pagato né a livello di benzina (Elliott), né a livello di gomme (Almirola) e così un Blaney in formissima ha rimontato tutti ed ha vinto in Virginia sigillando una Championship 4 già in suo pugno grazie ai punti delle stage. Byron invece ha sofferto, ma il tesoretto dilapidato in 500 giri gli ha lasciato otto punti di margine su un Hamlin che ancora una volta rimarrà a secco a fine stagione.

La gara

È fine ottobre a Martinsville, tuttavia le temperature sono quasi estive e sotto il sole della Virginia si toccano i 25-28 °C. Gli animi sono roventi sotto la cenere, la diatriba fra Hamlin e Blaney di Homestead fatta solo di dichiarazioni e risposte (ovviamente via podcast) sono una cosa del passato e si pensa solo alla gara decisiva del Round of 8.

Con Larson e Bell già qualificati, in palio ci sono gli ultimi due posti per Phoenix e Byron arriva a Martinsville abbastanza tranquillo dall’alto del +30, Blaney invece può respirare finalmente (per la prima volta arriva alla penultima gara stagionale sopra il taglio) con un +10, tuttavia Ryan non deve guardarsi sulla carta da Reddick (-10) bensì dalla coppia Truex-Hamlin a -17; Buescher invece è praticamente obbligato a vincere.

La settimana in casa JGR è stata fatta di analisi meccaniche e i punti persi in Florida sono stati dovuti alla rottura di una molla di una valvola per Martin e il servosterzo finito ko in scalata per Denny, quindi nessuna conseguenza diretta dal duro duello con Blaney, seppur quella di Hamlin non fosse stata una scelta intelligente dato che così aveva aperto la porta non solo a Bell ma anche a Byron.

Sabato è giornata di libere e qualifiche, tuttavia le sessioni saranno un po’ anomale per le condizioni della pista e del meteo. I team infatti devono provare la nuova mescola di gomme testata nelle settimane scorse per mettere una soluzione tampone al difficile adattamento della Next Gen agli short track; i risultati si vedranno parzialmente, ma la soluzione è ancora lontana.

Le diverse mescole depositate finora (prima quella delle gomme delle Modified, poi della Xfinity) uniti alla pulizia intensiva del cemento e dell’asfalto dopo la gara della stessa Xfinity a causa di olio e filler, proseguita persino in mattinata con detersivo e spazzolone, e alle temperature in rapida crescita nell’arco della giornata sballano i valori in campo al punto che Hamlin è sì in testa alla classifica (malgrado un problema alla leva del cambio con una vite mancante con conseguente mancanza di prove sul long run) dal Gruppo A, ma Truex dal Gruppo B è appena 13° nella classifica combinata.

Le qualifiche scorrono via tranquille fino a poco dalla fine, quando Reddick in curva4 nel corso del secondo giro lanciato finisce in testacoda nel tentativo di forzare una situazione difficile. A conquistare la pole è proprio Martin Truex Jr., ultimo a scendere in pista e a cui basta il primo giro per battere Gibbs (soli 0.008″ fra i due), Briscoe, Hamlin, Larson, Wallace, Bell, Harvick, Preece e Keselowski; Blaney scatta 11°, Elliott (ancora in lotta per l’owners championship seppur obbligato a vincere) 14°, Byron 16° e in difficoltà di assetto, Buescher 18° e Reddick 19° nel complesso poco convincenti e fuori dal pronostico per la Championship 4.

Anche alla domenica c’è il sole e a Martinsville c’è un tutto esaurito che fa ben sperare per la corsa. Il pre-gara scorre via tranquillo, non ci sono problemi ai controlli tecnici, l’unica penalità per Reddick è il fatto di aver spiattellato il treno di gomme della qualifica e gliene rimangono “solo” otto nuovi; Almirola (che poche ore prima aveva annunciato l’addio allo Stewart-Haas Racing) aveva toccato il muro leggermente, ma le uniche riparazioni sono il ritocco della livrea con un pennarello e quindi si va dritti alla bandiera verde. Momento in cui la Chevrolet vince matematicamente il titolo costruttori facendo cappotto con Xfinity e Truck Series.

Alla green Truex rimane al comando precedendo Gibbs, Hamlin si porta subito al terzo posto superando Briscoe, quinto è Larson. Denny tuttavia è scatenato e dopo pochi metri attacca pure il compagno di squadra e lo supera al termine di una breve fase 2-wide che lancia in fuga Martin. Truex ed Hamlin primo e secondo, anche se mancano ben 125 giri alla fine della prima stage: il pericolo per Blaney che la coppia JGR dimezzi fin da subito il ritardo dalla #12 in classifica è molto presente. Ma è ovviamente ancora molto presto per trarre delle conclusioni.

Come da pronostico, e anche ormai da tradizione, la corsa a Martinsville si apre con un deciso long run in cui si cerca più di capire come vada la propria macchina e come si possa affrontare la pista. Di vetture che crollano o emergono però a differenza dal passato ce ne sono pochissime, i sorpassi sono ancora difficili, tuttavia il degrado delle gomme lascia una scia di marbles nel mezzo della traiettoria, prenderli sarebbe deleterio e pian piano la linea si allarga favorendo l’apertura forzata delle porte.

Fra i piloti che cercano la risalita ovviamente c’è Buescher, ma il suo 3-wide non va, chi invece inizia un lento è calo è Wallace, scavalcato da Harvick prima e da Bell poi. Blaney recupera invece la posizione persa da Preece al via. Anche Byron si vede che soffre ancora e la diagnosi ben presto è la stessa della qualifica: saltellamento in frenata della posteriore destra.

In poco tempo nelle prime posizioni si sviluppa la fila indiana, 10 giri più tardi è già tempo di scombinarla perché McLeod (che sarà anche il primo ritirato per surriscaldamento) è il primo della lista da doppiare. Truex intanto aveva messo 1″ su Hamlin che, tuttavia, riesce così a recuperare terreno.

In questa fase di relativa calma da notare Larson che viene superato da Harvick e Bell e scivola al settimo posto. Gli assestamenti proseguono con un altro -2, stavolta di Wallace che deve cedere strada a Blaney e Preece, e il sorpasso di Logano su Byron per il 13° posto. Intanto dopo McLeod sono stati doppiati anche Yeley e, a sorpresa senza problemi, anche Newman.

Dopo altri 15 giri di tregua, Hamlin decide di attaccare e al giro 48, dopo aver raggiunto Truex, anche con la complicità di Allmendinger da doppiare e poi di un piccolo bump passa di forza al comando. La situazione per Blaney tuttavia in ottica classifica generale non è cambiata di una virgola e quindi Ryan deve continuare ad attaccare. Ad 80 giri dalla fine di una stage da 130 passa anche lui Larson portandosi al settimo posto.

Allmendinger è ancora da doppiare e quindi Denny non riesce a scappare, Truex tenta pure il contrattacco, ma alla fine Hamlin rimane al comando. Si sta ricompattando un gruppo di sei vetture e a metà stage fra Hamlin e Bell ci sono circa 2″, anzi proprio mentre la #11 supera la #16 è arrivato sotto anche Blaney. Più dietro Almirola tenta ancora senza successo di superare Byron; il terzo attacco ai -40 avrà poi successo. Si muove finalmente anche Reddick che col sorpasso su Gilliland è ora 17°.

Hamlin intanto ha iniziato a capire come manovrare nel gruppo, prima si libera con un bump di Jones, poi intuisce che la traiettoria esterna non è così svantaggiosa e così aggirare vetture più lente non solo è fattibile ma anche di successo. Zitto zitto Blaney invece continua il suo recupero e ai -48 supera anche Bell e riprende Harvick.

Denny è entrato nel ritmo e al giro 100/500 (-30 nella stage) ha 1.7″ su Truex, 2.1″ su Gibbs, 2.4″ su Briscoe, 3.2″ su Harvick, 3.7″ su Blaney, 4.3″ su Bell, 4.8″ su Larson, 5.9″ su Preece e 10.8″ su Wallace; Byron è 15°, Reddick 17°, Buescher 19°.

Hamlin è davvero nel mood: si è liberato di Ty Dillon, ha passato di forza LaJoie, aggirato un Kyle Busch in crisi nera di sovrasterzo e pure Suárez quando raggiunge un gruppetto composto da Burton, Stenhouse, Bowman ed Austin Dillon. La pressione su questi piloti genera la prima caution al giro 104 quando Bowman e Burton si agganciano in curva2 con Austin Dillon che li tocca e LaJoie non riesce ad evitarli. Mentre la #48 e la #21 perdono un giro, la #99 lo recupera col lucky dog.

Mancano 25 giri alla fine della prima stage e quindi questa è l’occasione per una sosta generale. Hamlin rimane al comando davanti a Truex, Briscoe, Blaney (ottima sosta per la #12), Bell, Keselowski, Harvick, Gibbs, Larson e Preece. Speeding per Stenhouse e wave around generale tranne per la #21 e la #48.

Ripartenza ai -19 e la gara cambia volto dopo averlo già fatto in pit lane. La coppia JGR tenta il gioco di squadra in prima fila con Truex che dall’interno fa scendere Hamlin lasciandolo al comando, tuttavia i due non hanno fatto i conti con un Blaney che segue Denny e si porta in seconda posizione. E così Ryan si mette nella posizione buona per conquistare gli stessi punti dei principali avversari in classifica pur essendo partito 11°.

Il finale di stage non vede grossi scossoni, Byron si riprende e quasi riprende Larson mentre Buescher e Reddick sono ancora in fondo alla top20, Truex non riesce a rimanere con Blaney il quale invece tiene in vista Hamlin, Briscoe ripassa Keselowski dopo l’incredibile pit stop della #6. Il gruppo si sgrana e la principale sorpresa è che il leader vada a riprendere le wave around doppiandone alcune.

Hamlin vince in controllo la prima stage davanti a Blaney (+0.8″), Truex (+1.4″), Briscoe (+3.6″), Keselowski (+4.5″), Bell (+5.0″), Gibbs (+5.4″), Preece (+5.9″), Logano (+6.3″) ed Harvick (+7.0″); Larson è 11° davanti a Byron, Buescher 17° e Reddick 19°, Yeley (32°) è il lucky dog che lascia fra i doppiati un Hocevar in difficoltà, McLeod, Bowman e Burton.

La classifica aggiornata vede dunque Byron a +27, Blaney a +16, Hamlin a -16, Truex a -18 e Reddick a -19 con Buescher sempre obbligato a vincere.

La sosta avvenuta da poco spacca il gruppo: non si fermano in 13 e sono Hamlin, Blaney, Truex, Briscoe, Bell, Gibbs, Preece, Logano, Harvick, Elliott, Almirola, Gilliland e Cindric. Keselowski va ai box ed esce davanti a Larson (due gomme), Wallace, Byron, Chastain, Buescher e Reddick. Doppia sosta per Busch perché Kyle ha forato la anteriore destra.

Ripartenza con 119 giri da disputare nella seconda stage e la top3 rimane invariata, malgrado un piccolo contatto fra Blaney e Truex, mentre Bell perde due posizioni a vantaggio di Gibbs e Briscoe. Rischio invece nella pancia del gruppo con Buescher che tocca Byron e lo manda contro Larson; per fortuna non si innesca un incidente. Kyle si salva mentre William finisce all’esterno e si apre così la sua crisi dato che con Hamlin in testa e Blaney a fare punti pesanti sarebbe virtualmente eliminato.

Byron è davvero in difficoltà, paga in accelerazione, paga in frenata, non sa cosa fare o da dove iniziare a sistemare la vettura, ad un certo punto dirà “se alla prossima sosta non cambiamo tutte e quattro le molle e gli ammortizzatori perderemo solo del [censura] tempo”. E così facendo a sportellate con un Reddick, con Tyler che quasi finisce in testacoda toccato da Chastain, altrettanto perso esce dalla top20.

Reddick è messo anche peggio di Byron in questa fase, viene toccato pure da Austin Dillon e scivola al 25° posto. Solo la battaglia fra Jones e LaJoie gli permette di recuperare qualcosa. Buescher invece sembra rinato ed entra nella top15 ma ovviamente non basta.

Mentre Keselowski con gomme più fresche ha recuperato appena tre posizioni, entrando in top10 ai danni di Elliott e dando un altro esempio di come la track position sia fondamentale, al comando Hamlin e Blaney hanno allungato su Truex staccandolo di 1.7″ con Gibbs che gli è vicino.

È iniziato un nuovo giro di doppiaggi che la coppia di testa affronta al meglio senza troppi scossoni mentre Truex perde ancora scivolando a ben 3″ di ritardo.

Poi però la vera svolta: Blaney è veloce e lo si vede. Attorno a metà stage passa all’attacco approfittando del doppiaggio di Ty Dillon. Dopo un paio di tornate il sorpasso buono è quello all’esterno e la #12 passa al comando al giro 194 allungando subito. Al giro 200/500 (-60 nella seconda stage) Blaney ha 1.0″ su Hamlin, 2.3″ su Truex (bravo a reagire in questa breve fase), 3.9″ su Gibbs, 5.4″ su Briscoe, 6.6″ su Bell, 7.8″ su Preece, 8.1″ su Logano, 8.4″ su Harvick e 9.2″ su Keselowski, Buescher è 15°, Larson 18°, Byron 22° e Reddick 25°.

Tyler torna ad essere l’osservato principale in quanto Blaney è ormai un paio di secondi dietro di lui e il destino inevitabile del doppiaggio arriva al giro 212, non senza brivido dato che Ryan attacca all’interno in curva3, arriva lungo e manda larga la #45. Dopo un giro di scuse (accettate) via radio per Blaney è già tempo di puntare Byron. Può essere la fase decisiva della corsa in ottica playoff e invece arriva una caution dato che in curva4 Bell manda in testacoda Newman; Reddick col lucky dog si salva.

Mancano poco più di 40 giri alla fine della stage e quindi c’è un’altra sosta generale. Hamlin balza di nuovo al comando davanti a Truex, Blaney, Briscoe, Gilliland (due gomme), Logano, Gibbs, Harvick, Keselowski e Preece, con gli altri cinque dei playoff racchiusi fra l’undicesima e la 23esima posizione.

Ma qui arriva un momento fondamentale per i playoff: Truex si è fatto ingolosire dallo stallo #1 della pit lane, ma a Martinsville la linea gialla è più in là e per Martin (esattamente come Preece in primavera) si prende uno deleterio speeding; non riuscirà più a recuperare. Speeding anche per Cindric e Austin Dillon mentre per Wallace c’è un’interferenza.

Si riparte ai -35 dunque con Hamlin che stavolta non ha alleati e Blaney decide di essere molto aggressivo fin da subito. La battaglia, con qualche contatto, dopo due incroci di traiettoria e tre sorpassi che mandano la folla in visibilio (anche perché il pubblico di casa non ama Denny) premia di nuovo Blaney che torna al comando. Briscoe non riesce ad approfittarne e resta al terzo posto davanti a Logano e Keselowski. All’improvviso le Chevy sono scomparse dalla scena con il primo dei loro rappresentanti che è Suárez al 13° posto.

Ci sono pochi assestamenti, Gilliland ovviamente scivola più indietro ma comunque regge alla grande, Buescher prosegue nella sua progressione e col sorpasso ad Elliott è 14°. Byron è ancora invischiato nella lotta fra LaJoie e Jones.

Blaney intanto ha allungato mettendo 1″ fra di sé ed Hamlin, distacco che poi Denny dimezza quando la #12 inizia una nuova fase di doppiaggi. Ryan però gestisce tutto al meglio.

Blaney vince la seconda stage davanti ad Hamlin (+0.6″), Briscoe (+1.1″), Logano (+1.7″), Keselowski (+2.3″), Gibbs (+3.0″), Preece (+3.5″), Gilliland (+4.9″), Harvick (+5.7″) e Bell (+6.2″); Buescher è 14°, Larson 17°, Byron 20°, Reddick 21° e Truex 22°, Ty Dillon (26°) è il lucky dog mentre il fratello Austin si è salvato per poco.

All’inizio della fase finale di gara, dunque, Byron è a +18 in classifica, Blaney ha allungato a +17 su Hamlin primo degli eliminati, Truex è scivolato a -28, Reddick -29 e Buescher ovviamente che deve ancora vincere. La classifica sembra dunque abbastanza congelata a meno di una vittoria di Hamlin, però a Blaney basterebbe in ogni caso finire davanti a Byron per qualificarsi per Phoenix.

La sosta relativamente recente spacca ancora il gruppo e in questa occasione non si fermano in otto: Blaney, Hamlin, Logano, Gibbs, Cindric, Larson, Reddick e Wallace; seguono Preece, Almirola, Bell, Harvick e Briscoe, Buescher 17°, Byron 22° e Truex che precipita al 25° posto con la vettura che cade dal sollevatore dal lato sinistra con ancora una prestazione disastrosa della pit crew della #19.

Ripartenza a 230 giri dal traguardo ed è ancora battaglia a suon di contatti e fiancate. Blaney rischia grosso per bloccare Hamlin verso curva3 ma alla fine resta al comando. Al giro successivo però l’incidente arriva.

L’aggressività di Logano a Martinsville è fin troppo nota, qui ha messo l’ipoteca sul primo titolo nel 2018, ma in questa occasione esagera decisamente perché crea danni immediati e potenzialmente sul lungo termine.

Joey verso curva3 rifila due bump a Gibbs davanti a lui, al punto che Ty prima di finire in testacoda arriva a toccare anche Hamlin che però prosegue. La #54 di traverso crea un blocco che innesca un incidente in cui finiscono Suárez (ritiro con la vettura a granchio), Yeley (arrabbiato perché senza danni ma spiaggiato con le gomme forate), Keselowski e in maniera decisamente minore Chastain, Gilliland, Cindric e McDowell. Stenhouse è il lucky dog.

Durante la lunga caution necessaria per ripulire tutto le radio prendono vita e il protagonista principale è Hamlin il quale accusa Joey di aver tamponato Gibbs solo per mandare apposta Ty contro di lui e dice: “Se in casa Penske vogliono fare dei giochetti proprio mentre Blaney ha in pugno (eufemismo che ispira anche delle ironie) Byron, contenti loro”. E torna subito in mente il 2015 quando Kenseth mandò a muro volontariamente Logano sia per quanto successo in Kansas, sia perché immaginava un complotto Penske contro di lui dopo un incidente con Keselowski in precedenza.

Si riparte ai -216 con Hamlin circondato dal Team Penske dato che Blaney è primo, Logano terzo e Cindric quarto, seguono Wallace, Larson, Reddick, Preece, Almirola e Bell; Buescher è 13°, Byron 16° e Truex 20°.

La battaglia si risolve sempre in maniera maschia ma più rapida e Blaney rimane al comando davanti ad Hamlin, Wallace, Logano e Cindric; Reddick sale al sesto posto davanti a Larson, tuttavia Tyler ormai è pure lui obbligato a vincere e questo non sembra sufficiente all’obiettivo finale. Bell invece supera Preece ed è nono.

Blaney allunga subito, per i primi giri invece Wallace rimane vicino al team owner ma dura poco. Al giro 300/500 Ryan ha 1.2″ su Denny, 2.7″ su Wallace, 3.2″ su Logano, 3.6″ su Cindric, 4.3″ su Reddick, 5.3″ su Almirola, 5.6″ su Bell, 5.8″ su Larson e 6.0″ su Preece, Buescher 12°, Byron 16° e Truex 17°.

Quando Wallace si è ormai staccato definitivamente, ecco un’altra caution che sembra confermare il fatto che siamo entrati nella fase calda: in curva1 Hocevar (da doppiato) tocca Gibbs e lo manda in testacoda, ma più si guarda il replay e più sembra che Carson non abbia scartato a destra involontariamente per colpire la #54. Un brutto passo indietro per Hocevar in una gara storta nel suo percorso di crescita dopo un paio di casi simili, e più eclatanti, nello scorso anno nella Truck Series. Burton è il lucky dog.

Sembra una caution di passaggio dato che all’apertura della finestra dell’ultimo pieno mancano ancora circa 25 giri e invece diventa un momento fondamentale della corsa. Ai box vanno Larson (unico della top15), Elliott, LaJoie, A.Dillon, Jones, T.Dillon. Stenhouse, Gibbs e Keselowski che accusa un principio d’incendio dopo i danni severi precedenti; dopo una lunghissima sosta nel garage Brad tornerà in corsa per onor di firma a poco dalla fine seppur staccato di 194 giri.

Bandiera verde a 190 giri dalla fine ed il pericolo più grande sembra quello di Logano esattamente dietro ad Hamlin, ma succede qualcosa di inaspettato, infatti ad approfittare di questo dall’interno è Wallace che segue Blaney e si porta al secondo posto. Logano scende al quinto dietro a Cindric, Bell supera Reddick, Buescher recupera ancora ed è 11°, Byron invece 14°.

Dopo pochi giri intelligentemente Wallace lascia passare di nuovo Hamlin, ma nel frattempo Blaney è già andato via e nettamente dato che dopo dieci giri ha già 2″ di margine. Più dietro c’è movimento: Byron e Briscoe superano Gilliland, Larson torna davanti a Truex dopo il pit stop grazie all’attacco di Chastain, Reddick perde anche la posizione da Preece. Però presto arriva un’altra caution con McDowell che viene mandato in testacoda da Jones. Ty Dillon è il lucky dog.

Manca pochissimo all’apertura della finestra per il pieno, ma è un’occasione troppo ghiotta per non fermarsi ai box e quindi lo fanno (quasi) tutti.

Tirano dritto i piloti che si erano appena fermati e sono Elliott (alla caccia di un ribaltone per l’owners championship), LaJoie e Jones. Almirola balza davanti con McDowell, poi Larson, Buescher, Briscoe, Gilliland, Stenhouse con tutti questi che cambiano solo due gomme e solo a seguire Hamlin (11°), Wallace, Blaney (due posizioni perse), Bell, Preece, Cindric, Harvick e Logano con Reddick, Byron e Truex sempre in fondo.

Questa caution sembrerebbe confermare il fatto che siamo entrati in un cautions breed cautions con gli animi che si scaldano, i big nella pancia del gruppo che devono recuperare. Come ulteriore conferma ci pensa un clamoroso colpo di scena: la pace car rallenta e si ferma in curva1 a causa di un problema meccanico (i marbles accumulati nel passaruota hanno staccato il sensore della benzina mandando il motore in protezione).

https://twitter.com/NASCARonNBC/status/1718728965760909789?s=20

Fra l’ilarità e lo stupore generali la pace car viene trainata ai box e sostituita al volo da un pace truck per la ripartenza dei -168… ma il caos finisce qua. Inizia così un clamoroso long run che durerà fino alla bandiera a scacchi. Uno scenario anomalo per Martinsville (non succedeva da oltre 25 anni) ma comunque intrigante.

LaJoie alla bandiera verde riesce a passare al comando, ma il suo regno dura solamente tre giri, poi Elliott torna in prima posizione. Più dietro Wallace perde quanto guadagnato e torna dietro ad Hamlin, Blaney e Bell. Questi tre iniziano in maniera metodica e compatta a recuperare posizioni. Allo stesso modo Byron, Reddick e Truex sono vicini, tuttavia loro sono fissi appena fuori dalla top20. William però è al tranquillo in questa situazione di classifica e il sorpasso su Burton è solo un piccolo sprazzo di miglioramento.

I giri passano via senza scossoni e ai -150 Elliott ha 2″ su LaJoie, 2.4″ su Almirola, 3.6″ su Jones, 4.8″ su Larson, 5.7″ su Buescher, 6.3″ su Briscoe, 6.4″ su Hamlin, 6.7″ su Blaney e 7.2″ su Gilliland.

Questa fase di gara vede calma piatta, come se tutti (soprattutto Chase, Corey ed Erik che non possono andare in fondo con la benzina) aspettassero una caution, anche solo per cambiare gomme. Da notare in questi giri il fatto che Hamlin al settimo posto (nella classifica live sarebbe out per sei punti da Byron e quindi costretto a vincere a meno di crolli di William) non riesca a superare Buescher e quindi Blaney gli si fa sotto.

Non succede nulla fino ai -110 fino a quando inizia un nuovo giro di doppiaggi e si accende Almirola il quale ha gomme più fresche (seppur solo due rispetto ai leader) e non deve gestire la benzina. Aric supera LaJoie e si porta a meno di 2″ da Elliott.

A 100 giri dalla fine Elliott sta perdendo terreno ed ha 1.3″ su Almirola, 3.0″ su LaJoie, 5.1″ su Jones, 5.6″ su Larson, 6.2″ su Buescher, 6.7″ su Hamlin, 7.2″ su Blaney, 7.8″ su Briscoe e 8.5″ su Bell, Byron è 19°, Reddick 21° e Truex 22°.

Almirola diventa così un serio candidato per la vittoria, avanza ancora, raggiunge Chase e lo supera al giro 412. Aric deve scappare e lo fa. Intanto Byron scavalca anche McDowell e si porta a +7 su Hamlin. Denny dovrebbe agire, dai box gli dicono che se ne ha deve attaccare… e invece ai -80 dopo l’ennesimo duello maschio (metaforicamente tutto è iniziato a Miami) con Blaney viene sorpassato di nuovo da Ryan all’esterno. E la #11 alza praticamente bandiera bianca.

Blaney è scatenato e oltre a mollare lì Hamlin supera subito anche Buescher mettendosi di nuovo in controllo della situazione. Ai -75 Almirola ha 0.8″ su Elliott, 3.8″ su LaJoie, 4.5″ su Jones, 5.0″ su Larson, 5.7″ su Blaney, 6.6″ su Buescher, 7.1″ su Hamlin, 7.4″ su Briscoe e 9.0″ su Bell, Byron 18°, Truex 19°, Reddick invece 22° e ormai ripreso da Aric.

Almirola doppia di forza Busch ed il prossimo in lista è proprio Tyler che, disperato, prova ad infilarsi sul cordolo per attaccare Burton. Davanti intanto doppio sorpasso, Blaney su Larson e – finalmente – Hamlin su Buescher. Jones ha raggiunto LaJoie, ma lo stesso ha fatto Ryan su Erik.

Le gomme dei leader iniziano a cedere mentre chi le ha gestite al meglio recupera velocemente. Un esempio è Logano che si affaccia alla top10. Ai -63 Blaney supera anche Jones, ai -60 pure LaJoie ed è così terzo.

Chi invece non molla è Almirola che approfitta di questa fase guadagna pure sulla #12. A 50 giri dalla fine Aric comanda con 4.2″ su Elliott, 6.1″ su Blaney, 8.7″ su LaJoie, 8.9″ su Hamlin, 9.4″ su Jones, 9.7″ su Briscoe, 9.8″ su Logano, 10.2″ su Larson, 10.6″ su Bell e 11.3″ su Buescher, Byron 18°, Truex 19° e Reddick 22° e ultimo a pieni giri.

La sorpresa dopo pochi secondi che fa sognare forse Denny è che Truex sorpassi Byron; non si sa che William è in crisi di assetto e surriscaldamento nel casco e sta usando ogni energia per difendere i tre punti di vantaggio che gli sono rimasti su Hamlin (il quale ha rischiato grosso passando fra LaJoie e il doppiato Haley) che stando così la situazione però può sempre e solo vincere. Il più veloce invece sembra ancora Logano che segue (e poi passa) Briscoe nella rimonta attraverso il gruppo.

Ai -40 Blaney riprende e passa Elliott ed è a soli 3.6″ da Almirola che non ha ancora trovato il varco su Reddick. McDowell va ai box, il primo ad arrendersi sulla strategia alternativa. Il recupero di Blaney è inesorabile. 2.6″ ai -35, 1.0″ ai -30 quando Almirola ha finalmente passato Tyler, 0.3″ ai -25, infine il sorpasso (paziente ma deciso all’esterno) ai -22.

Dietro intanto la situazione è cambiata: le gomme di molti piloti stanno crollando e ad approfittarne sono Truex e Byron che, nel gruppone che resiste al doppiaggio, superano Preece, Stenhouse e Chastain mettendo dunque Hamlin alle corde dato che ai -20 è addirittura a 5.8″ dalla vetta.

Iniziano anche le soste di chi deve fare uno splash&go per arrivare in fondo: ai -20 si arrende Jones, ai -15 LaJoie, ai -10 un Elliott che saluta mestamente l’ultimo obiettivo stagionale a meno di una vittoria a Phoenix. Byron è cotto e chiede via radio: “Cambia qualcosa se vengo doppiato?” No William, non cambia nulla, hai otto punti di margine su Hamlin e a meno di una caution che faccia esplodere tutto sei tra i magnifici quattro. Ai -5 pure Reddick si arrende con il pit stop.

La caution non arriva e così Blaney firma un capolavoro a Martinsville vincendo davanti ad Almirola (miglior risultato di sempre qui proprio all’ultima gara, +0.8″), Hamlin (+4.1″), Briscoe (+9.8″), Logano (+10.6, passato da Chase perché disturbato da un tentativo di vendetta non riuscito di Gibbs), Larson (+11.0″), Bell (+11.8″), Buescher (+18.5″), Cindric (+19.4″) e Gilliland (+20.8″); gli ultimi a pieni giri sono Wallace (+21.4″) e Truex (+21.6″). Byron è 13° e primo dei doppiati, Reddick 26° a due giri.

Mentre Blaney festeggia una delle vittorie più belle in carriera, una tranquilla Martinsville va in archivio. Uno stremato Byron quasi vomita ma è a Phoenix dopo aver salvato otto lunghezze su un Hamlin che può solo rimpiangere il problema meccanico di Homestead. Eliminati senza scusanti invece Truex (-28), Reddick (-43) e Buescher (-58).

Si vola ora in Arizona per il gran finale. Si prospetta una delle Championship 4 più equilibrate degli ultimi anni. Ma per questo ci saranno spazi decisamente più ampi nei prossimi giorni sempre su p300.it.

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I prossimi appuntamenti

Manca solo un weekend alla fine della stagione 2023 della NASCAR. A Phoenix verranno assegnati i tre titoli principali: nella notte fra venerdì e sabato alle 3:00 ci sarà la gara della Truck Series, in quella fra sabato e domenica a mezzanotte la Xfinity Series ed infine domenica alle 21:00 il main event della Cup Series. Diretta consueta su Mola con ampio pre-gara.


Immagine: Media NASCAR

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