NASCAR | Cup Series: Truex beffato, Hamlin vince a Richmond fra le polemiche

NASCAR
Tempo di lettura: 24 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
1 Aprile 2024 - 20:00
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Il debutto in una gara valida per il campionato viene travolto dalle discutibili decisioni della direzione gara per tutta la corsa. All’overtime Hamlin si prende la seconda vittoria stagionale


Evidentemente la direzione gara della NASCAR aveva mangiato troppo al pranzo di Pasqua, perché altrimenti non si spiega un’altra conduzione della corsa decisamente insicura e imprecisa e che trascina con sé molti piloti in un clima decisamente poco in tema con la festa. Si è iniziato con la pioggia e si è finito col fuoco delle dichiarazioni, specialmente quelle di Truex che si è visto sfilare di mano una vittoria (l’ennesima a Richmond) che sembrava prossima a vantaggio del compagno di squadra (poco amichevole all’overtime) Denny Hamlin.

La gara

Il fine settimana in occasione della Pasqua viene confermato dalla NASCAR anche se la tappa si sposta dallo sterrato di Bristol a Richmond. Il programma, proprio a causa della festività, è un po’ anomalo visto che prove libere e qualifiche sono nella mattinata del sabato e la gara poi domenica sera per dare spazio a tutti eventualmente di tornare a casa in famiglia e poi arrivare in tempo in Virginia.

L’umore all’arrivo a Richmond non è dei migliori prettamente per due motivi tecnici: c’è di nuovo il pacchetto degli short track già visto a Phoenix e che non ha garantito molto spettacolo in più e inoltre le gomme portate hanno le stesse mescole dell’Arizona quando alcuni piloti disputarono l’ultimo terzo di gara con lo stesso set. La Goodyear fida e confida che le temperature della notturna di Richmond ed un asfalto più abrasivo possano invece riproporre una corsa in linea con gli anni scorsi quando nelle ultime due stage (rispettivamente da 160 e 170 giri dopo la prima da 70) i piloti potevano scegliere fra strategie ad una o due soste creando una gara strategicamente appassionante. Alla fine andrà proprio così.

Le prove libere sembrano dare ragione alla Goodyear con un degrado sui 40 giri (quelli percorsi più o meno dai piloti nel 20′ a disposizione) di circa 1.5″. Meno comprensibile invece il fatto che il gruppo A con Larson al comando voli in 22.1″ mentre il B che scende in pista poco più tardi vede McDowell al comando ma soltanto 14° nella classifica combinata in 22.5″

Pochi minuti e ci sono le qualifiche. Dal gruppo A avanzano Logano (22.333″), Gibbs (che da ultimo a scendere in pista elimina Blaney), Larson, Chastain ed un ritrovato Bowman reduce da due top5 consecutive per la prima volta in quasi quattro anni. Dal gruppo B si qualificano invece Elliott (22.114″), Wallace, Cindric, un ottimo Gilliland e Truex che precede Hamlin di 0.002″ e Byron di 0.003″; male invece Bell che a causa del sovrasterzo è solo 29° in griglia di partenza.

Incomprensibile anche come nel secondo round i piloti non riescano a migliorarsi e le prestazioni rispetto al turno precedente siano molto randomiche. La pole position va a Kyle Larson che batte di 0.002″ un Elliott che avrebbe il miglior tempo in mano, ma nel secondo giro lanciato pizzica l’apron in curva3-4 e perde i centesimi decisivi. Seguono Chastain, Bowman (con Alex che pizzica il muro in curva4 ma sono solo danni cosmetici), Wallace, Gilliland, Truex, Gibbs, Cindric e Logano che il giorno successivo festeggerà la gara numero 550 in Cup Series.

Domenica 31 marzo e, appunto, non essendo ancora aprile è un marzo pazzerello dal punto di vista del meteo. A metà settimana la probabilità di pioggia era del 15%, al weekend è arrivata al 40%, ma questa è solo una media ponderata fra il 30 e il 70% di vari siti a seconda dell’orario di analisi. Ogni 15′ cambia la previsione, ogni 15′ c’è un meteo diverso fra sole, arcobaleni, pioggia leggera, pioggia costante, scrosci intensi, solo nuvole e così via a rotazione.

Di tempo per guardare i radar fino alle 19:00 locali (l’una di notte in Italia) ce n’è abbastanza per andare in paranoia. Durante la serata sembra formarsi una finestra ampia abbastanza per correre in tempo prima dell’una di notte di Richmond, mezz’ora dopo la situazione si è ribaltata. A un’ora dal via l’inevitabile conferma della NASCAR: qualora e quando si partirà, lo si farà con le gomme da umido e sarà una prima volta su un ovale per una gara valida per il campionato dopo la porzione di All-Star Race del 2023.

Quando la situazione sembra ormai persa a 30′ dal via fissato con la pioggia tornata costante anche se non intensa, al punto che la NASCAR decide per mandare avanti le cerimonie pre-gara e poi rimanere in attesa, ecco che arriva il piccolo miracolo: il vento spinge il treno di nuvole successive quel tanto che basta a sud di Richmond per dare una speranza. E con gli Air Titan che asciugano la pista dall’eccesso di acqua arriva l’annuncio a sorpresa, si partirà praticamente con soli 15-20′ di ritardo rispetto al programma originario.

Anche i giri di formazione non vedono problemi. Anche se nel regolamento 2024 per gli ovali sono stati tolti luce rossa di emergenza e mudflap (rimasti invece sugli stradali), la visibilità e l’aderenza sembrano buone sulla pista umida e i piloti sono concordi sul fatto che si possa correre appena la NASCAR avrà asciugato un po’ la pit lane laddove le auto erano ferme fino a poco prima.

Alla bandiera verde tutto regolare e lo sarà per i giri successivi, senza incidenti e qui i piloti si dimostrano molto bravi su una pista che, comunque, è meno bagnata del temuto. Si gira circa 2″ più lenti del tempo della pole ma non troppo distanti dai tempi a fine stint sull’asciutto. Elliott al via dall’esterno si prende la prima posizione mentre un super Gilliland sale al terzo posto prima di tornare poi un po’ più indietro partendo dal sorpasso subito da Bowman.

La parola d’ordine nel gruppo è sottosterzo e chi ne ha di più brucia la anteriore destra e precipita nel gruppo: è il caso di Cindric, di Blaney (che non ha mai amato Richmond), di LaJoie (desolatamente ultimo a tre giri anche se con questo risultato è protagonista della gara più ristretta nella storia della Cup Series, appena 2.25 miglia fra testa e coda), di McDowell.

Davanti intanto la serata di gloria di Elliott, alla fine di nuovo troppo spenta, dura fino al giro 6, poi Larson lo riattacca e torna al comando, tuttavia dietro di loro c’è grande movimento con piloti che risalgono e poi riperdono e viceversa. È il caso di Truex che guadagna ma poi torna in fondo alla top10, di Gibbs, dello stesso Blaney che si fa vedere passando un Gilliland in calo e invece dopo precipita, soprattutto di uno scatenato Wallace che sale fino al secondo posto dopo 20 giri a circa 1″ di ritardo da Larson.

La pista si sta asciugando al passaggio delle vetture e così in fretta e furia (troppa?) la NASCAR chiama una competition caution per il giro 30 in cui, a posizioni congelate dato che la pit lane è ancora troppo umida, i piloti dovranno passare alle slick. All’esposizione della bandiera gialla Larson ha 1.3″ su Wallace, 4.8″ su Elliott e Bowman, 4.9″ su Chastain, 5.4″ su Gilliland, 5.9″ su Logano, 7.1″ su Truex, 7.4″ su Buescher e 7.7″ su Preece; nessun doppiato.

La fin troppa frenesia, ma allo stesso tempo prudenza, della NASCAR lo si vede chiaramente in questa fase. Viene esposta la bandiera gialla ma si continua a girare dietro la pace car per asciugare ancora la pit lane per 10 lunghi giri, poi finalmente la direzione gara si decide ed espone (tecnicamente) la bandiera rossa per effettuare le soste congelate.

Si passa dunque sulle slick e si torna a girare per altri otto giri dietro la pace car per valutare lo stato della pista (e una minoranza dei piloti non è convinta delle gomme da asciutto), ma nel frattempo si asciuga ancora la pit lane con la promessa che al termine di questa operazione sarà tutto a posto e da qui in poi la corsa sarà regolare.

Si riparte con 22 giri da disputare nella prima stage e Wallace dall’esterno, così come fatto da Chase a inizio corsa, aggira Larson e si porta al comando, seppur per un solo passaggio prima del ritorno della #5 dopo essere stati affiancati a lungo. I primi giri lanciati sono nell’ordine del 22″ alto, dunque anche cronologicamente la scelta di passare alle gomme da asciutto è giusta o quantomeno non affrettata.

Dietro a Larson e Wallace ci sono Bowman, Truex e ancora Gilliland che si è rimesso dietro Elliott che inizia qui la sua fase calante dato che poco dopo viene aggirato anche da Logano che aveva scavalcato Chastain dopo un altro duello fianco a fianco. Da dietro sta arrivando invece un protagonista della serata, ovvero Josh Berry che, partito 30°, è entrato in top10.

Siamo già nei giri finali e, dopo il sorpasso di Logano su Gilliland, arriva la caution: in curva1 Berry manda in testacoda Suárez per il nono posto. Daniel quasi salva la vettura in un lungo slide fino a curva2, ma alla fine non riesce a tenerla. A fine gara i due saranno in disaccordo, ma il confronto sarà solo verbale, Suárez non è contento dell’aggressività di Josh (anche Logano in seguito non sarà felice del segno lasciato sulla posteriore sinistra), Berry invece è convinto che il messicano abbia chiuso la porta in frenata. La #99 non riuscirà più a risalire la classifica e chiuderà 22esima.

Mancano ancora sei giri a fine stage e la NASCAR quasi subiti decide di chiudere la pratica qui senza ripartenza anche per un solo giro e quindi Larson vince la prima stage davanti a Wallace, Bowman, Truex, Logano, Gilliland, Elliott, Chastain, Berry e Preece; anche in questo caso nessun doppiato e quindi nessun lucky dog.

La confusione totale della NASCAR dovuto in parte anche a queste situazioni nuove con le gomme da umido su una pista non totalmente asciutta è palese in questo break: al contrario di quanto detto pochi minuti prima, la direzione gara annuncia che a sua discrezione la pit lane è ancora troppo bagnata per permettere soste libere e quindi anche in questa occasione i pit stop saranno congelati.

Quanto dura la decisione? Nemmeno cinque minuti, l’arco di una pausa pubblicitaria, poi la NASCAR torna sui suoi passi e, dopo un’altra lunga pausa un cui gli Air Titan vanno in pit lane, si annuncia che tutto è a posto e le soste saranno “normali”. Larson dopo il pit stop esce ancora al comando su Wallace, Bowman, Truex, Elliott, Logano, Chastain, Berry, Preece e Gilliland; nessuna penalità ma Byron ha perso ulteriore terreno dovendo aggirare Briscoe uscendo dallo stallo.

Si riparte per una seconda stage da 151 giri netti e si apre il grande libro delle strategie di Richmond: una o due soste prima del prossimo break fissato?

Intanto Larson stavolta mantiene al comando davanti a Wallace e Truex mentre Berry entra di prepotenza (vedi il citato attacco su Logano) in top5 mentre ne esce Elliott. Josh, da esperto di short track e già qui secondo l’anno scorso quando sostituì proprio l’infortunato Chase, supera anche Bowman e si porta al quarto posto. Ma non è solo Berry che va bene, è quasi tutto lo Stewart-Haas Racing dato che Gragson è decimo, Preece poco più dietro (ma crollerà sul long run); manca all’appello solo Briscoe, in fondo alla top30.

Con il passare dei giri Larson allunga leggermente e si toglie dalla contesa alle sue spalle, in compagno di squadra Bowman invece ci finisce dato che perde la posizione da un Logano finalmente convincente e che entra in top5.

Dopo 90 giri molto movimentati e divertenti, la situazione si stabilizza e a un quarto di gara (-130 nella stage) Larson ha 2.2″ su Truex che ha appena superato Wallace (+2.6″), seguono Berry (+2.7″), Logano (+2.9″), Bowman (+4.0″), Elliott (+4.7″), Chastain (+6.1″), Gilliland (+6.5″) e un Bell entrato in top10 (Buescher lo seguirà nel sorpasso su Gragson) dopo la brutta qualifica (+6.9″).

A cedere in questa fase è Wallace che perde terreno in accelerazione e nell’arco di pochi giri viene superato in sequenza, dopo Truex, anche da Berry e Logano il quale però perde il treno da Josh. Davanti intanto Larson ha raggiunto la coda del gruppo per il primo vero giro di doppiaggi e Truex rosicchia qualcosa. Mentre Gilliland esce dalla top10 a vantaggio di Buescher, in coda Stenhouse ed Hocevar si toccano (poi Carson farà il bis con Burton per cercare di seguire Wallace) senza però conseguenze.

Sono passati 40 giri nella stage e inizia il giro di soste, ovviamente per quelli che hanno scoperto le carte e sono sulla strategie a due pit. I primi al giro 123 sono Keselowski ed Hamlin, poi Berry, Gibbs, Preece e Busch. Truex li segue al passaggio successivo con Chastain, aspettano un paio di giri Bell, Elliott e Logano. Ai -100 è chiaro chi invece andrà lungo e sono il leader Larson, Wallace, Bowman, Gilliland, Suárez, Haley e Ty Dillon (oggi sulla #16 di Kaulig).

La classifica ovviamente si muove e le prime manovre sono quelle di Truex e Berry che si sdoppiano da un Larson che deve gestire le gomme. Martin recupera fino a 1″ al giro a Larson che nel frattempo ha 5″ su Wallace e 7″ su Bowman. Berry, invece, nella rimonta supera Suárez ma Daniel non cerca vendetta, anche perché farlo in questo momento sarebbe poco intelligente viste le strategie diverse.

La situazione è in bilico sul filo del rasoio mentre si cerca di capire quale tattica sia quella vincente fin quando al giro 150 inizia (o, guardando da un punto di vista totale, finisce) il giro di soste con Suárez e Ty Dillon seguiti 0.75 miglia più tardi dal leader Larson (che cede la prima posizione a Truex) da Gilliland, poi al giro 152 da Wallace e al 153 da Bowman che chiude i conti.

La nuova classifica ai -75 vede dunque Truex al comando con 5.8″ su Berry, 6.3″ su Logano, 9.3″ su Bell, 11.9″ su Buescher, 15.7″ su Keselowski, 16.1″ su Elliott, 16.6″ su Hamlin, 17.2″ su Gibbs e 18.0″ su Chastain; la selezione è stata notevole e a pieni giri ci sono solo Byron, Gragson, Reddick, Busch, Jones, Larson (+22.9″) e Preece. Kyle dunque è salvo dopo essersi immediatamente sdoppiato in caso di caution. Mentre Truex guadagna al comando, Larson recupera subito posizioni con gomma fresca e Gilliland bacia il muro in curva2, da notare è anche Wallace che si sdoppia prima dell’evento che cambia strategicamente la corsa.

È la classica caution d’impulso, quella in cui la NASCAR teme che succeda il peggio e invece non capita nulla, la classica caution che aumenta i dubbi sul modo di tenere le redini della corsa. Kyle Busch in ingresso di curva1 non riesce a tenere una vettura che si imbizzarrisce e sfiora il muro perdendo qualche detrito in seguito. La bandiera gialla, in cui Jones è il lucky dog, sconvolge le strategie perché di coloro che hanno puntato alla sosta unica solo Larson e Wallace sono salvi a pieni giri, gli altri (dopo una sosta generale che rimette tutti sullo stesso piano) devono ricorrere alla wave around. La prima penalità del giorno è per Gibbs che come Preece commette uno speeding mentre i meccanici di Grala fanno falsa partenza.

https://twitter.com/NASCARONFOX/status/1774603360626184659?s=20

Alla ripartenza ai -53 la classifica dopo i pit stop vede Truex ancora al comando su Logano, Berry, Bell, Buescher, Larson, Hamlin, Keselowski, Elliott e Byron che si affaccia in top10; 24 a pieni giri grazie alle citate wave around di Bowman, Stenhouse, Burton, Gilliland, Suárez, Ty Dillon e Briscoe.

Green e Truex rimane al comando seguito da Berry e Logano, tuttavia Larson recupera subito e si piazza al quarto posto davanti a Bell; in coda, invece, un contatto fra i compagni di squadra Cindric e Blaney manda Ryan largo (e non arriva la caution come con Busch) e la gara della #12 si complica ulteriormente.

Mentre Truex non scappa (allungherà pian piano), si pensa che Larson possa tornare davanti visto il divario annullato. E invece la #5 rimane lì bloccata nel traffico in quarta posizione precedendo però ora Hamlin che supera il compagno di squadra Bell; Wallace torna in top10 malgrado le vibrazioni ai freni.

Al giro 200 la corsa è ufficiale, ma anche di nuovo stabile con poca azione in pista. Truex ha 1.4″ su Berry, 2.3″ su Logano, 3.4″ su Larson, 4.0″ su Hamlin, 4.4″ su Bell, 5.3″ su Buescher, 5.8″ su Byron, 6.2″ su Wallace e 7.1″ su Reddick.

L’unica azione nei 30 giri finali, dunque, è l’attesa per la sorte di chi ha tentato la wave around ed ha gomme più usurate. Burton cede subito, Stenhouse ai -25 e in questa fase Truex perde qualcosa ricompattando il quartetto al comando. A seguire è la volta di Ty Dillon e Gilliland, Suárez cerca di resistere ma ai -15 vede la #19 sfilarlo. Dopo Daniel c’è un buco davanti a Martin che ne approfitta e riguadagna terreno su Berry.

All’orizzonte c’è Bowman che viene raggiunto ai -5. Seguono cinque giri in cui Martin ci prova a doppiare la #48 con Alex che si difende con i denti. I due sono a lungo affiancati e l’arrivo in volata deciderà il proseguimento della corsa per i due piloti coinvolti nella lotta per restare a pieni giri.

Truex vince la seconda stage con 0.7″ su Berry, 1.1″ su Logano, 2.4″ su Larson, 3.7″ su Hamlin, 4.2″ su Bell, 5.2″ su Buescher, 5.6″ su Wallace, 6.6″ su Byron (sottosterzo) e 7.5″ su Reddick; seguono Keselowski, Gragson, Elliott, Jones, Chastain, Busch (che dunque dopo la caution ha persino guadagnato posizioni), Briscoe e Gibbs. La volata al fotofinish non sorride né a Bowman che è “sconfitto” e quindi è solamente lucky dog, ma soprattutto a Suárez che rimane doppiato.

Nuovo break e nuovo giro di soste in cui Truex rimane al comando su Larson, Hamlin (che costruisce qui parecchio del finale), Logano, Bell, Berry (sosta lenta), Wallace, Byron, Keselowski e Buescher. Penalità per Haley (era già in coda) per rifornimento irregolare mentre McDowell prova una disperata wave around in una strategia completamente sfasata.

La bandiera verde viene sventolata a 160 giri dalla fine e il tema è lo stesso della stage precedente: una o due soste?

Truex ancora una volta controlla la ripartenza e rimane primo davanti a Larson, ma Logano dall’esterno dopo un breve ma intenso duello torna terzo su Hamlin. Ancora una volta c’è la curiosità nel vedere cosa farà Larson, ma la situazione, di nuovo, si appiattisce e l’azione in pista scema. Tutto è stabile fino ai -135 quando c’è un’altra sorpresa, ovvero il sorpasso di Bell su Hamlin dopo un lungo attacco fatto di tentativi all’interno non andati e poi andati a buon fine. Più indietro Gibbs e Suárez si scambiano un paio di bump&run che fanno perdere a loro solo metri dagli avversari.

Mentre dal cielo cade qualche goccia di pioggia che rappresenta un piccolo spavento per un paio di minuti, ma è solo una nuvola passeggera, ai -120 (l’ultima classifica “stabile”) vede Truex con 1.6″ di vantaggio su Larson, 2.1″ su Logano, 2.3″ su Bell (il sorpasso sulla #22 arriverà pochi istanti dopo mettendo Grala nel mezzo in curva4 alla Zonta), 3.1″ su Hamlin, 5.5″ su Wallace, 6.5″ su Berry, 8.4″ su Byron, 8.8″ su Keselowski e 9.2″ su Reddick; a pieni giri anche Buescher, Elliott, Gragson, Gibbs, Jones, Chastain, Briscoe, Busch e Bowman.

Passano quattro tornate e all’improvvisto Keselowski e Briscoe aprono il giro di soste, in netto anticipo (cinque giri circa) sulla media da tenere per i due pit. E le due Ford trascinano ai box praticamente tutti gli altri leader (nel pit stop Hamlin supera Logano), inclusi Truex e Larson (che dunque cambia tattica dalla stage precedente) al giro 287. Mancano all’appello in pochi, praticamente solo Bell e Chastain. Ross si arrende poco più tardi lasciando Bell al comando della corsa al giro 290 con un giro di vantaggio su tutti.

Mentre gli ex leader iniziano a sdoppiarsi con gomme fresche, Bell va ai box a 106 giri dal traguardo, dunque lui sì in perfetta media equilibrata per la tattica a due soste. Gli unici a tentarne una sono piloti che erano già staccati come Suárez, Austin Dillon (molto polemico via radio in precedenza per le tattiche del muretto), Hocevar, Zane Smith, Stenhouse e pochi altri.

La tattica di Christopher sembra quella buona, infatti ha gestito al meglio le gomme e col passare dei giri avrà prestazioni migliori al momento decisivo. E invece uno speeding in uscita della pit lane è un grave errore che compromette pesantemente la sua corsa.

Dunque, a 100 giri dalla fine Truex ha perso tutto il tesoretto precedente ed ha 0.2″ su Larson, 0.6″ su Hamlin, 2.1″ su Logano, 3.8″ su Wallace, 5.7″ su Byron, 8.0″ su Keselowski, 9.1″ su Buescher, 9.6″ su Elliott e 10.3″ su Reddick; a pieni giri anche Berry, Gragson, Gibbs, Jones, Chastain, tecnicamente Suárez, A.Dillon, Bowman, Briscoe (che farà arrabbiare Truex nel doppiaggio) e Bell che appena tornato in pista si sdoppia ed inizia una furiosa rimonta.

A forzare il ritmo è anche Logano che ricompatta il quartetto al comando che è racchiuso poco più tardi in meno di 1″, ma di sorpassi nemmeno l’ombra, anzi la parole sempre più chiacchierata è turbolenza, infatti appena si scende sotto il mezzo secondo di ritardo stare vicini diventa molto difficile.

Mentre non arriva una caution anche solo a dare una chance a chi non si è ancora fermato e dunque fra -85 e -80 arriva anche per loro il momento del pit stop (per Zane Smith anche con speeding), desta grande attenzione la rimonta di Bell che in 25 giri in pratica non solo è tornato in top15, ma ha anche recuperato ben 7″ a Truex (ora è a 15″ dalla vetta) e continua a guadagnare.

L’ultima fotografia per capire la stabilità della classifica è quella ai -70 quando Truex ha 0.7″ su Larson, 1.5″ su Hamlin, 1.9″ su Logano, 3.3″ su Wallace, 6.8″ su Byron, 8.8″ su Keselowski, 9.3″ su Buescher, 9.9″ su Elliott e 10.4″ su Berry, a seguire Reddick, Gibbs, Gragson, Jones, Chastain, Bell (+15.2″) e Bowman, 17° e ultimo a pieni giri.

Ed è in questo momento che, ancor più in anticipo rispetto a prima (siamo a circa 10-15 giri rispetto alla scansione equilibrata) Reddick va a i box per l’ultimo teorico pit stop e anche in questo caso l’effetto trascinamento avviene, al punto che in sei giri quasi tutti hanno pittato. E qui la sorpresa è che Larson ringrazia ancora la sua pit crew ed esce davanti a Truex, tuttavia Martin reagisce subito e al giro successivo affonda in curva1 e torna leader virtuale, favorito anche dal sottosterzo della #5.

Mancano all’appello solo due piloti e sono Hamlin ed un Bell che, malgrado abbia tirato tanto, ancora ne ha. Denny si ferma ai -55 appena dopo che Truex, Larson e Logano si sono sdoppiati, ma comunque avrà nove giri di vantaggio sulle loro gomme, Bell prosegue per altre due tornate.

La situazione “di partenza” ai -50 vede dunque Truex che ha approfittato delle difficoltà di Kyle ed ha 1.9″ su Larson, 2.3″ su Logano, 4.2″ su Wallace, 8.3″ su Byron, 9.1″ su Keselowski, 10.6″ su Elliott, 10.8″ su Hamlin (che ha già iniziato il suo ritmo forsennato passando la #17 e la #45), 11.3″ su Buescher, 12.1″ su Reddick, 14.0″ su Berry, 15.5″ su Gibbs, 16.7″ su Gragson, 18.7″ su Jones, 19.0″ su Chastain e Bell 16° dopo essersi appena sdoppiato.

Truex nei giri seguenti aumenta ancora il vantaggio e Logano preme su Larson, ma tutti gli occhi sono sulla rimonta di Hamlin (Bell fatica invece di più all’inizio) che ai -45 è già quinto a 8.7″, ai -40 a 6.7″, ai -35 a 5.7″, nei cinque giri seguenti ci sono i sorpassi di Logano su Larson e di Denny su Bubba con la #11 che ai -30 è quarta a 5.1″. Pure Larson è passato subito da Hamlin che ai -25 è a 4.3″ dalla vetta e 1.4″ da Logano.

È in questo momento che Truex va in difficoltà con i doppiaggi, specialmente con quell’osso duro di Chastain, e allora oltre ad Hamlin anche Logano inizia a guadagnare su di lui. Ai -20 Martin ha 1.8″ su Joey e 2.1″ su Denny che è entrato nelle turbolenze della #22 e non riesce ad attaccarlo. Ai -15 i divari sono 1.2″ e 1.4″, tuttavia Truex si è liberato di Chastain.

Logano ne ha ancora però, Truex soffre a distanza anche con Grala e Nemechek e ai -5 Joey è arrivato a mezzo secondo dalla #19, al punto che sembra più (relativamente) probabile un sorpasso di Logano su Truex che di Hamlin su Logano.

Però anche Joey entra nell’aria sporca e il passaggio decisivo è quello dei -3 quando la #22 perde un decimo e mezzo. Sembra finita, però ai -2 arriva a sorpresa la caution.

In curva4, dopo averlo seguito per qualche giro, Wallace tocca Larson (Bubba dice che è finito loose) e lo manda in testacoda; Chastain è il lucky dog. E la corsa si riapre perché tutti devono andare ai box a montare gomme fresche in vista dell’overtime.

E qui la migliore pit crew del 2024 sale in cattedra: Hamlin balza al comando davanti a Truex, Logano, Larson (che aveva margine sui piloti dietro e quindi non aveva perso terreno nel testacoda), Byron, Elliott, Bell, Keselowski, Buescher e Berry; Wallace paga una sosta con ruota mal fissata (Bubba parlerà di karma) e scivola al 15° posto.

Choose cone: Hamlin sceglie l’interno con Logano e Byron, Truex l’esterno con Larson ed Elliott. Alla ripartenza si decide tutto. Anzi ancora prima.

La regia della FOX si perde l’attimo, ma poi si capisce: Hamlin è scattato subito, forse troppo, ed ha accumulato subito qualche metro, Truex però reagisce e si tiene al livello della #11, ma Denny in curva2 usa tutta la malizia e allarga leggermente, la #19 si scompone, rallenta e così Hamlin scappa via. Logano avrebbe una chance subito, ma in curva3 arriva leggermente largo.

La doppietta JGR sembra fatta, ma Truex non ci sta capendo più nulla, in curva1 all’ultimo giro Logano si infila e a seguirlo (con contatto in curva2) è Larson. Truex si gioca quindi la volata con Kyle, perdendola per 0.012″ e la beffa per Martin è completa. Davanti Logano ci prova nell’ultimo mezzo miglio, ma non c’è abbastanza tempo.

Hamlin vince dunque ancora a Richmond in casa (ma i fischi rimangono come sempre) davanti a Logano (prima top5 stagionale), Larson, Truex, Elliott (rimonta nel finale), Bell (che ha perso tutto con quello speeding), Byron, Keselowski, Buescher, Reddick, Berry, Gragson (ancora buona corsa per Noah), Wallace, Jones, Chastain, Gibbs, Bowman, Briscoe, Blaney, Busch, Gilliland e Suárez che nell’overtime è stato quasi mandato a muro dalla #8.

E così per Truex, a Richmond dopo i 198 giri in testa del 2017 (20° con incidente), i 193 del 2016 (terzo), i 163 del 2018 (terzo), i 121 dell’altra gara del 2018 (14°) e i 107 del 2021 (quinto), i 228 giri al comando del 2024 sono l’ennesima beffa su questa pista e Martin non la prende bene. Rifila un bump a Larson dopo il traguardo (ma Kyle dirà che è tutto ok perché la sua auto è stata la prima sotto mano per la #19), poi ai microfoni si lamenta della falsa partenza e della manovra in curva2 di Hamlin.

Sul momento tutto questo sembra una puerile scusa, poi però arriva (finalmente) il replay. E la falsa partenza di Hamlin è lampante, eppure sul momento la NASCAR ha detto che la ripartenza è stata regolare e non c’era stato bisogno di rivederla, poi rispondendo alle domande dei giornalisti arriva una versione diversa secondo la quale anche rivedendola è stata valutata come una manovra nei limiti.

Le polemiche divampano dunque al termine di una corsa condotta in maniera decisamente timorosa e poco focalizzata. La gestione dell’inizio della corsa affrettato, la pit lane da asciugare, i pit stop congelati o no, la caution di Busch ed infine la ripartenza danno adito soltanto all’ennesima tranche di accuse alla direzione gara. E non mancano nemmeno i complotti nei confronti di Denny, sia per la caution provocata da Wallace “a favore” del suo team owner (versione che persino Larson smentisce) e sia per lo sponsor della corsa (Toyota) che avrebbe frenato la NASCAR dare la penalità ad una Camry assegnando il successo alla Ford di Logano.

Le polemiche si aggiungono ai dubbi (il nuovo pacchetto aerodinamico ancora non convince) e i dubbi si aggiungono alle polemiche. Alla NASCAR servirebbe davvero fermarsi un attimo per capire cosa e come risolvere per non vivere gare come quella di Richmond, con tanto potenziale al via e che invece alla fine scivolano malamente. Il problema, come sempre, è che si deve andare avanti e all’orizzonte c’è Martinsville, un altro short track.

I risultati odierni

La classifica della “Toyota Owners 400”

La classifica generale

Così in campionato dopo 7 gare su 36 della NASCAR Cup Series 2024

Le altre categorie

Xfinity Series, Richmond: Chandler Smith vince dominando il finale di gara

I prossimi appuntamenti

Prosegue la primavera sugli short track della NASCAR e la prossima tappa sarà Martinsville. Tutte le categorie saranno impegnate: venerdì notte la Truck Series, sabato notte la Xfinity e infine domenica sera (diretta su Mola alle 21:00) la Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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