NASCAR | Cup Series: Trionfo di Reddick in una gara capolavoro a Miami-Homestead!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 29 Ottobre 2024 - 10:00
Tempo di lettura: 25 minuti
NASCAR | Cup Series: Trionfo di Reddick in una gara capolavoro a Miami-Homestead!
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I sette piloti ancora a caccia del posto a Phoenix controllano la corsa senza avversari. Reddick cerca l’azzardo strategico, Larson lo aiuta provocando la caution che innesca un clamoroso triello finale vinto da Tyler battendo Blaney (doppio errore) ed Hamlin


Non siamo più a Las Vegas, ma gli azzardi proseguono. Dopo il fuel mileage di Logano arriva il maxi stint di Reddick alla caccia di una caution poi arrivata all’ultimo istante utile prima che la strategia naufragasse. Tyler poi ha compiuto un piccolo capolavoro nel drammatico sprint finale di sette giri nato dal testacoda di Larson che stava attaccando, dopo una incredibile rimonta in seguito ad una foratura a inizio gara, Blaney per la prima posizione. Ed è proprio Ryan che ha servito alla #45 il posto a Phoenix su un piatto d’argento con due piccoli errori che, tuttavia, al Round of 8 pesano come macigni.

La gara

La NASCAR Cup Series arriva a Miami per la gara sull’ovale di Homestead ancora sull’onda del successo di Logano a Las Vegas che ha creato una voragine di 27 punti fra chi è virtualmente qualificato (Bell, Larson e Byron) e chi invece è già quasi obbligato a vincere (Reddick, Blaney, Hamlin ed Elliott). Joey invece arriva in Florida praticamente per una sessione di test per il 2025.

Sabato si scende in pista prima per le prove libere e Tyler Reddick dimostra subito di essere veloce precedendo Chastain, Wallace, McDowell, Keselowski, Jones, Truex, Hamlin (rischio col muro), Logano e Smith. Bell deve chiudere in anticipo la sessione a causa di una foratura alla posteriore destra per la quale si accorge per fortuna in tempo. In difficoltà apparente Byron, Blaney ed Elliott.

Subito si va in qualifica e Reddick piazza anche la pole position precedendo Larson, Bell, Hamlin, la sorpresa Stenhouse, Truex (in livrea throwback ricordando il titolo 2017), Elliott, Wallace e le altre sorprese Hemric ed Haley. Blaney è solo 20°, Byron addirittura 25° davanti a Logano che però ha un problema allo sterzo come Buescher. Entrambe le Ford partiranno dal fondo per modifiche in parco chiuso.

In una giornata soleggiata, quasi da estate di San Martino, non ci sono ulteriori problemi nel pre-gara (a parte LaJoie che si avvia a fatica) e quindi può sventolare la bandiera verde. Pronti via e subito caution: mentre i leader si avviano senza problemi, verso curva3 Justin Haley dimostra ancora problemi di affinità, come successo in Kansas, col nuovo spotter e spostandosi a sinistra si gira sul muso di Stenhouse finendo in testacoda rovinando le gomme che il suo crew chief appena pochi minuti prima gli aveva raccomandato di gestire.

Tutti incredibilmente riescono ad evitare la #7 o altri contatti, inclusi Elliott e Byron che rischiano grosso. Dopo le soste di Burton e LaJoie, oltre ovviamente ad Haley, si riparte ai -75 con Reddick ancora al comando su Bell, Larson, Hamlin, Truex, Stenhouse, Wallace, Elliott, Berry ed Hemric.

In questa ripartenza Bell scatta molto meglio di Reddick e dopo il primo lo aggira portandosi al comando, Hamlin invece perde qualcosa (sullo short run non sarà il più veloce per tutta la corsa) e scivola al settimo posto. Blaney invece risale bene visto che nelle libere sul long run era uno dei più veloci (il migliore è Gragson che però non troverà mai il varco per la rimonta) ed entra in top15. Hemric prova un 4-wide, ma Elliott lo infila relegando Daniel all’oblio per il resto della corsa. Wallace sorpassa un Truex in ripresa ma incapace dello spunto buono per tutte le 400 miglia.

Che siamo al Round of 8 in una situazione scomoda per sette piloti lo si capisce già in queste primissime fasi: Reddick va a bloccare deciso Larson in curva1, poi di slancio va a ripassare Bell che deve vedersela con lo stesso Larson e Truex, tuttavia Christopher chiude la porta sul compagno di squadra che viene nuovamente scavalcato da Wallace. Non c’è tregua per nessuno, nemmeno per i teammate. Chi ringrazia è Elliott che può recuperare metri.

https://twitter.com/NASCAR/status/1850610905194672498

Non è finita qua però, gli attacchi di Larson proseguono e alla fine Bell deve cedere non riuscendo però a farsi beffare da Wallace. Truex invece rimbalza perché Hamlin ha trovato il passo e lo supera. Dietro di loro è arrivato anche Elliott che tenta tutte le manovre all’interno. Stenhouse esce dalla top10 mentre vi è entrata la coppia SHR composta da Berry e Briscoe, tuttavia Blaney è già nella loro scia. Byron avanza ed ora è in top15.

Mentre Reddick cerca di approfittare di questa fase per mettere oltre 1″ di margine su Larson, Bell è inaspettatamente in difficoltà (poco grip all’anteriore, caratteristica di molti in questa prima stage) e l’esempio più grande è l’attacco in tuffo di Elliott che ha successo contemporaneamente sia sulla #20, sia su Hamlin. Denny segue la #9 e quindi Chase guadagna due posizioni mentre Chris ne perde altrettante. E non è finita qua perché il campione 2020 poco più tardi si mette alle spalle anche Wallace salendo al terzo posto ma a 3″ da Reddick.

Anche i giri seguenti vedono molta azione: Hamlin segue Wallace ma una sbandata di Bubba in curva1 rischia di trasformarsi in patatrac, Bell deve cedere il passo anche a Truex, Blaney supera Briscoe ed entra in top10. Davanti a loro duello Bowman-Berry con Alex che rimane all’ottavo posto. Un Gibbs anche oggi spento è il primo a toccare il muro mentre Jones sente una vibrazione al limite fra il sottosterzo ed i problemi alla trasmissione.

Dopo 30 degli 80 giri della prima stage Larson ha iniziato il recupero ed è a 0.69″ da Reddick, Elliott è terzo a 1.25″, poi Wallace a 5″, Hamlin a 5.5″, Truex a 7″, Bell, Bowman, Blaney a 8″, Briscoe a 9.5″, Berry e Byron a 10″, Logano in vacanza, 27°.

Si avvicina il giro di boa di metà stage e la curiosità e vedere chi sarà il primo ad andare ai box. Ci si aspetta Bell, superato anche da Blaney, ma dopo il pit di Preece al giro 31 è Byron ad aprire le danze addirittura al giro 32, dunque ai -48 nella stage. Tanto tanto presto e segno delle difficoltà di William, malgrado la rimonta, sull’anteriore.

E la #24 si porta tutti dietro, prima Reddick, Elliott, Hamlin, Blaney e Briscoe, poi Larson, Wallace, Truex, Bell e Bowman. Chase rischia grosso sia in ingresso arrivando a ruote fumanti, poi uscendo dallo stallo nell’incrocio con Suárez tuttavia la sosta è strabiliante e la #9 esce dai box come leader virtuale della corsa davanti a Larson, Reddick, Hamlin e Wallace.

C’è qualche audace che va lungo: dopo il pit di Allmendinger esattamente a metà stage, davanti rimangono Keselowski, Busch, Gilliland, Logano, Cindric, Burton ed Haley. La caution non arriva in loro aiuto e dunque per loro arriverà la sosta ed una gestione delle gomme opposta a quella dei leader su una pista dall’altissimo degrado. Elliott passa effettivamente al comando della corsa ai -36 con 1.6″ su Larson, 1.9″ su Reddick, 2.9″ su Hamlin, 6.4″ su Wallace, 6.8″ su Byron e Blaney, 7.2″ su Bell, dunque nella top8 ci sono i sette piloti che devono ancora lottare.

Neanche il tempo di capire il potenziale evolversi del secondo stint che arriva la caution. Ed è un altro colpo di scena e coinvolge ancora Kyle Larson che fora in curva1 e si appoggia leggermente al muro. Per sua fortuna la carcassa della posteriore destra si perde verso l’entrata dei box e arriva la caution (lucky dog per Burton che lascia solo Haley, Yeley e Finchum doppiati) mentre Kyle va dai meccanici a controllare i danni senza perdere il giro.

https://twitter.com/NASCARonNBC/status/1850616988709613844

Sul momento Larson ed il suo crew chief pensano che nel complesso sia tutto ok, però il diffusore è stato un po’ ammaccato nel mezzo giro su tre ruote e Kyle via radio si lancerà in una invettiva contro la Next Gen con la quale basta appunto solo una foratura per rovinare totalmente l’aerodinamica, il carico generato e la corsa nel suo complesso.

Il gruppo si spacca e rimangono fuori solo Busch, Logano, Cindric e Gilliland che avevano pittato da pochi giri. Dalla pit lane Elliott esce ancora davanti e precede Wallace, Reddick, Blaney, Bell, Byron ed Hamlin che perde ancora posizioni a causa della pit crew; wave around per i doppiati e quindi Finchum rimane l’unico staccato e pure di due giri.

Si riparte ai -27 ed i quattro vengono risucchiati immediatamente da chi ha gomme fresche. Chi salta fuori meglio è Wallace che dall’interno va nel mezzo, evita la scodata di Busch e vola al comando. A seguirlo è però il compagno di squadra Reddick che di slancio al giro successivo torna in prima posizione. E la stage si chiude qui perché dietro alla #23 si piazzano Elliott e Blaney, ma nessuno dei due riuscirà a passare Bubba, anzi nemmeno Ryan riuscirà a chiudere le manovre su Chase malgrado diversi tentativi. E così Reddick, ben protetto dal compagno di squadra, va in fuga.

https://twitter.com/NASCARonNBC/status/1850618893439578400

C’è movimento più dietro: Hamlin, ancora non al meglio nelle prime fasi, si vede scavalcato da Bowman che sarà presenza fissa in top10 in cui, oltre a Berry si è affacciato in rimonta Hocevar. Il giovane pilota, che ha staccato proprio Josh nella lotta per il Rookie dell’anno, sarà assoluto protagonista fino al traguardo dato che sarà l’unico o quasi ad infilarsi in mezzo ai “big 7” piazzandosi in qualche momento anche in top5. Nel frattempo Carson supera in sequenza sia Hamlin che Bowman. Larson deve capire come reagisce la vettura ora, ma intanto rischia di girarsi sul muso di Burton.

Dopo una breve tregua, il gruppo si rianima attorno ai -10: un Hocevar scatenato supera anche un Bell dopo due slide job ancora non al meglio mentre Hamlin prende velocità (malgrado abbia ancora sottosterzo) e ripassa Bowman e poi riprende a scavalca anche Byron. Davanti Reddick raggiunge appena in tempo la coda del gruppo (Grala unico ridoppiato e immediato lucky dog) e quindi non deve nemmeno faticare per questo.

Tyler vince la prima stage con 4.1″ su Wallace, 6.3″ su Elliott, 6.6″ su Blaney, 7.2″ su Hocevar, 7.9″ su Bell, 8.7″ su Hamlin, 9.7″ su Byron, 10.4″ su Bowman e 10.9″ su Truex. A seguire Briscoe, Berry, Preece, Suárez, Smith, Allmendinger, Gibbs, Dillon, Chastain e Gragson con Logano 22°, Larson stallato nella rimonta al 25° posto.

Nuovo giro di soste e la classifica cambia nuovamente: Blaney passa al comando davanti a Wallace, Hocevar, Elliott, Bell, Hamlin, Reddick (sei posizioni perse), Bowman, Byron e Briscoe. Larson ancora sfortunato: Stenhouse tocca Buescher mandandolo in testacoda proprio nello stallo della #5 che deve fermarsi e aspettare per effettuare il pit stop. Penalità per Busch (safety violation) che non viene presa bene da team e pilota.

Alla ripartenza dei -78 nella seconda stage Elliott e Wallace mettono nel mezzo un Blaney non scattato al meglio e così Ryan perde la leadership scivolando addirittura al quarto posto dietro anche ad Hamlin. Larson inizia una nuova rimonta mentre Logano sale al 17esimo posto in quello che sarà il migliore, anzi unico, stint buono della sua corsa. Davanti intanto Reddick cerca la rimonta tuffandosi in ogni varco e torna in top5.

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Lo spunto di Hamlin non basta, la #11 è ancora non al meglio e così Blaney (che si doveva guardare alle spalle nel 3-wide con Reddick e Bell) lo scavalca con Ryan che si piazza dietro al leader Elliott e a Wallace. La #12 si dimostra una delle auto più veloci in pista riprendendo e superando anche Bubba nell’arco di un paio di giri (e alle sue spalle Reddick fa lo stesso con Hamlin dopo un altro 3-wide momentaneo), ma anche la #77 non scherza e dunque Hocevar passa nuovamente Byron. In tutto questo Elliott non approfitta dei duelli alle sue spalle ed ha solo 0.5″ su Blaney.

Hamlin in questa fase è molto guardingo e prudente, alza il piede nei 3-wide però sul long run avanza velocemente e nei giri seguenti supera i suoi due dipendenti (Bubba entra in difficoltà ed esce qui definitivamente dalle prime posizioni) portandosi al terzo posto al giro 100 praticamente in scia ad Elliott e Blaney; seguono Reddick (sottosterzo), Hocevar (unico che si ostina a seguire la traiettoria alla corda), Wallace, Bell, Byron, un rimontante Zane Smith e Bowman con Logano 14° (poco dopo arriverà il sorpasso anche su un Gibbs in discesa) e Larson di nuovo 25°. E, per chi non lo avesse notato, in questo momento della gara nelle prime quattro posizioni ci sono proprio i quattro piloti che in classifica generale sono partiti sotto la linea rossa.

Ci si aspetta il sorpasso di Blaney su Elliott all’interno e invece prima dei -60 nella seconda stage arriva quello di Hamlin su Ryan di slancio in curva1 che vale il secondo posto. Più dietro Wallace si vede scavalcato da Bell. Sul più bello si spegne Blaney che si vede superato ai -55 da Reddick che sta migliorando di giro in giro.

Poi però le notizie clamorose: Grala, Cindric e Blaney (!) vanno ai box addirittura ai -52, metà stage (85 giri lordi) non è nemmeno lontana. Eppure la sosta di Ryan, che tuttavia aveva baciato il muro in curva4 prima del sorpasso subito da Tyler, è equivalente al panico in borsa e Byron copre immediatamente con Preece al giro successivo. Seguono poi Logano ai -50 e la coppia Elliott-Bell ai -48 con Blaney che diventa leader virtuale con l’undercut. Sono in due i big che tirano dritti, Hamlin e Reddick insieme ad Hocevar e Wallace. La coppia Toyota vuole ribaltare la stage, andando più lunga all’inizio e poi tirando a tutta nel relativo sprint finale con dieci giri di differenza sulle gomme.

Wallace pitta ai -43, Hamlin con Hocevar ai -42, Reddick ai -41 lasciando i soli Busch e Keselowski a proseguire fino ai -39. Blaney torna dunque al comando con pochi decimi su Elliott, 2″ su Bell, 4″ su Byron, 7″ su Hamlin, 9″ su Bowman e 10″ su Reddick. Ma le Toyota recuperano decimi su decimi fin dai primi giri.

Blaney però fatica ad avere un ritmo chiaro e già ai -37 Elliott lo scavalca nuovamente tornando al comando dall’esterno dopo un deciso slide job perché anche in questo caso i convenevoli sono stati abbandonati alla bandiera verde. Elliott scappa subito mentre Blaney non si riprende e ai -31 viene passato anche da un Bell in ripresa ma ora a 1.2″ dalla vetta, Hamlin è già quarto ora a 2.4″ seguito da Byron (+4.8″), Reddick (+5.0″). Hocevar ancora ottimo settimo a 6.6″ staccando tutti gli altri a partire da Bowman.

Hamlin è scatenato, Blaney sverniciato in un paio di tornate mangia persino un secondo al giro al leader. Pure Bell è passato come fermo ed ai -26 Denny è a solo 1.6″ da Elliott. Le gomme fanno una differenza immensa, persino Hocevar (nove giri di divario fra i due) supera Byron. Chase sembra tuttavia reagire e gestire bene il primo vero giro di doppiaggi, il tutto malgrado la terrazza degli spotter sia stata invasa dalle api. L’inevitabile si presenta ai -15 quando c’è il ricongiungimento fra la #9 e la #11. Un primo attacco non va, il secondo ai -10 è decisamente più efficace, Elliott resiste e ai -8 sono ancora alla pari sul traguardo, Chase prova ad usare anche la malizia con i doppiaggi ma alla fine ai -5 Hamlin passa.

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Dietro di loro c’è ancora movimento con Reddick che cerca di imitare Hamlin, tuttavia Bell si dimostra un ostacolo insormontabile anche nella volata finale, Blaney può gestire un Byron non al meglio, Hocevar si spegne sul più bello e Truex lo supera in volata.

Hamlin conquista di strategia ma con gran merito la seconda stage davanti ad Elliott (+1.5″), Bell (+1.83″), Reddick (+1.89″), Blaney (+2.2″), Byron (+4.7″), Truex (+5.84″), Hocevar (+5.87″), Preece (+12.7″) ed Allmendinger (+13.1″) che nel finale hanno approfittato del crollo di Bowman; a seguire Briscoe, Gragson, Gibbs, Larson tornato in top15, Wallace, McDowell, Berry, Stenhouse e Logano. Lucky dog per LaJoie dal 32esimo posto mentre un Chastain mai inquadrato si salva per un pelo.

Nuovo break e nuovo giro di soste, Elliott torna in prima posizione su Bell, Hamlin, Blaney, Reddick, Byron, Hocevar, Truex, Preece e Bowman. Ottima sosta per Larson che risale all’undicesimo posto, Logano invece rimane 21° e da qui in fondo praticamente girerà in tondo senza infamia né lode. Altra penalità per Kyle Busch, stavolta per sosta fuori stallo e i mugugni via radio fra crew chief e pilota diventano addirittura accuse di complotto della NASCAR nei loro confronti.

La stage finale inizia ai -95, quindi sulla carta c’è spazio per due stint lunghi, nulla di straordinario sulla carta. Lo scatto migliore è di Bell dall’esterno, ma Chase rimane con lui e dopo uno side draft si tuffa in curva1 al giro successivo, Blaney emerge da un 3-wide con Hamlin e Reddick e segue la #9 dopo un accenno di altro 3-wide. Hocevar supera per l’ennesima volta Byron mentre Larson rientra in top10. Stavolta la #12 è la migliore sullo short run e al giro successivo torna Ryan al comando.

Finita qui? Assolutamente no, Elliott reagisce e ai -90 è di nuovo lui in prima posizione mentre più dietro Byron reagisce e scavalca sia Hocevar che un Reddick che aveva dovuto alzare il piede. Larson sembra ritrovato e supera prima Bowman e poi anche Preece puntando poi lo stesso Hocevar. Nemmeno Carson molla e per difendersi da Kyle contrattacca William. Ad avere la meglio è la #5 mentre Byron si deve accodare.

È battaglia anche fra Reddick ed Hamlin con sorpasso e controsorpasso con Tyler che di slancio riprende Bell. Denny paga il sottosterzo e chi è a puntarlo all’interno? Ovviamente Kyle Larson che al secondo tentativo passa mentre alle loro spalle c’è l’ennesimo atto Byron-Hocevar.

Questa clamorosa fase di gara che da sola vale il prezzo del biglietto (o dell’abbonamento) si interrompe ai -81 con il testacoda di Haley (secondo estratto) in curva3 travolto da un Gibbs che era precipitato in classifica per problemi al cambio. Gilliland è il lucky dog.

I due stint da 45-50 giri diventano due da 40 giri, infatti tutti tornano nuovamente ai box. Blaney torna davanti ad Elliott, Bell, Reddick, Larson (addirittura top5), Hocevar, Hamlin (altra sosta non eccezionale), Bowman, Byron e Preece. Ripartenza ai -76 e la competitività fa un altro step in avanti dato che Hocevar esce dalle primissime posizioni e la top7 viene occupata integralmente dai sette inseguitori di Logano in ottica Phoenix. Blaney mantiene la prima posizione, Bell supera Elliott che non è scattato al meglio ma poi lo chiude al limite, Larson fa lo stesso con Reddick dall’esterno, poi Byron scatta al meglio e si mette davanti ad Hamlin.

Mentre la serata anonima di Gibbs peggiora con una toccata con LaJoie e con il muro e con una sosta ai box si eclissa definitivamente. Intanto la battaglia in pista infuria: ai -70 Elliott si vede raggiunto da Larson che aveva resistito di forza su Reddick e che poi ha dovuto far passare Byron ma poi c’è il controsorpasso che William paga nei confronti di un Hamlin che entra nella sua fase. E così zitto zitto Blaney prende e pian piano allunga. Ai -60 Ryan ha 1.6″ su Elliott, 2.1″ su Larson, 2.7″ su Bell, 3.1″ su Reddick, 3.9″ su Hamlin e 4.7″ su Byron.

Solo ora c’è un attimo di tregua, ma è utile al dato statistico: già da ora è record di lead change per la pista di Homestead. Il dato precedente sarà demolito a fine corsa e si toccherà quota 33. Con buona pace dei vertici NASCAR che hanno confermato quella pista come finale di campionato anche per il 2025 per la felicità solo della gente dell’Arizona mentre Miami è stata riportata in primavera. È proprio vero che in questo mondo, quello dell’accordo dei charter che sta per scadere, i soldi non contano solo per i piloti ed i team ma anche per i circuiti.

Ai -55 inizia il calo di Blaney, tuttavia è tutto il gruppo di testa che si ricompatta dato che Reddick recupera su Bell. Ai -51 è di nuovo allarme rosso: Buescher è il primo ad andare ai box. Per due giri si regge, poi ai -49 è la volta di Berry, Preece e Gragson, ai -48 Byron apre ufficialmente l’ultimo giro di soste per i leader. Elliott e Larson seguono ai -47, Blaney e Bell devono coprire ai -46.

Mentre Reddick ed Hamlin proseguono separati da circa 1″ e seguiti da Bowman ed Hocevar oltre ad altri piloti, la lotta per la prima posizione virtuale è viva: Blaney esce dalla pit lane e perde la leadership da Elliott, potrebbe infilarsi fra Chase e Larson, il varco ci sarebbe ma Ryan decide di non rischiare e gli va bene stando davanti a Kyle. Blaney poi al giro successivo attacca subito capendo la situazione e si rimette alle spalle la #9; Byron e Bell completano la virtuale top5 anche se ai -40 Christopher torna davanti alla #24 seppur a 5″ dalla #12.

Pian piano il giro di soste va avanti, Hocevar ed Allmendinger pittano ai -43. La sosta per Hamlin arriva ai -38 insieme a molti altri audaci spaventati da Yeley che procede a rilento (sarà ritiro per lui) e che potrebbe innescare una caution. La bandiera gialla non arriva e così in pista rimane solo Reddick.

Che fanno Tyler ed il suo team? Vanno oltre, oltre l’immaginabile. Hanno capito che con la situazione di classifica (generale e particolare prima di questo giro di soste) la vittoria necessaria sarebbe stata poco probabile. E quindi serve un azzardo, ancora più grande di quello di Logano a Las Vegas. Perché quello era calcolato sulla base dei consumi e dei dati della stage precedente, qui no, si va lunghi fino al possibile e prima o poi si spera in una caution.

https://twitter.com/NASCARonNBC/status/1850647918161613294

Ai -35 Reddick ha 20.2″ su Blaney, 21.6″ su Elliott, 23.4″ su Larson, 24.6″ su Bell, 26.2″ su Byron e 33.6″ su Hamlin che, come in precedenza, ha iniziato il suo recupero con gomme leggermente più fresche. Tutti gli altri doppiati e che si sdoppieranno nei giri successivi.

In questo momento gli occhi di tutti sono sui 13″ di Hamlin da un Blaney che comunque sta forzando il ritmo per allungare sulla coppia Hendrick. Larson non sembra quello clamoroso dello stint precedente e Bell gli rimane vicino. Poi però Kyle si sveglia all’improvviso e come un turbine riprende e salta la #9. Ai -30 Reddick ha 15.2″ su Blaney, 17.1″ su Larson, 17.5″ su Elliott, 18.5″ su Bell, 21.1″ su Byron e 25.4″ su Hamlin che dunque è sceso a 10″ dalla #12.

Larson stacca subito Elliott e dimezza in un amen il ritardo da Blaney grazie al non semplice doppiaggio su Chastain. Hamlin va in progressione ed i mezzi secondi recuperati diventano secondi. Ai -25 Reddick ha 11.4″ su Blaney, 11.7″ su Larson, 13.5″ su Elliott, 13.8″ su Bell, 16.3″ su Byron e 17.9″ su Hamlin. Ai -23 Bell attacca Elliott che tuttavia resiste.

Ai -20 Reddick ha 6.5″ su Blaney, 7.0″ su Larson, 11.7″ su Elliott, 12.0″ su Bell, 12.8″ su Hamlin che ha sì saltato Byron (+13.0″) ma che negli ultimi cinque passaggi non ha recuperato terreno su Ryan pur riprendendo altri due piloti davanti a lui che vengono saltati in un clamoroso 3-wide ai -17 mentre uno Chase che si è spento all’improvviso si vede superato anche dalla #20 perdendo due posizioni in un sol colpo. E le speranze di Denny si riaccendono.

L’ultima istantanea è quella dei -16 quando Reddick ha 3.0″ su Blaney, 3.4″ su Larson, 9.5″ su Hamlin, 10.1″ su Bell, 10.4″ su Elliott (con rischio grosso corso con la #20) e 10.5″ su Byron. Poi l’inevitabile arriva e il serbatoio della #45 va in riserva, arrivare in fondo era impossibile anche se al volante ci fosse stato Logano. La caution non è arrivata in aiuto di Tyler, ma non tutto potrebbe essere ancora perso, c’è ancora un’ultima chance.

Reddick va ai box ai -15 e la sua sosta non vede rallentamenti, Tyler esce dai box 26esimo e doppiato di poche lunghezze ma con gomme fresche si rimette davanti a Blaney. È la mossa decisiva perché ai -12 arriva la tanto attesa caution per la #45, proprio in uno degli ultimi momenti utili alla sua causa.

E la caution è un altro colpo di scena clamoroso: mentre Hamlin non guadagna più ed è ancora a 6″ dalla vetta, Larson ha lanciato il suo attacco a Blaney che, come in precedenza, sta calando leggermente. Ryan gli offre il fianco peggiore, quello esterno, tuttavia sfrutta un pizzico (bello grosso) di malizia e nel doppiare Austin Dillon (che viaggia lungo il muro) in curva3 lascia fra la #12 e la #3 poco meno di una larghezza di spazio.

Qui Kyle Larson si lascia ingolosire, spera che la differenza di velocità sia sufficiente per infilarsi nel mezzo, riconquistare il muro una volta messo Dillon alle spalle e proseguire nell’attacco. E invece un po’ Blaney si allarga leggermente, un po’ Kyle tocca leggermente la #12 e la #3, un po’ la #5 paga ancora i danni e la mancanza di carico di inizio gara e così Larson finisce incredibilmente in testacoda, senza danni e riprendendo addirittura la corsa subito al terzo posto dietro ad Hamlin. Lucky dog proprio per Dillon.

Si riapre tutto perché ovviamente i leader devono andare ai box a montare l’ultimo set di gomme fresche. Sulle 24 auto a pieni giri devono farlo per forza in 23, non Tyler Reddick che le ha appena cambiate da cinque giri lordi di cui appena un paio sotto green e quindi balza nuovamente al comando. È la money stop e Blaney la indovina uscendo dai box davanti ad Hamlin, Elliott, Bowman, Byron, Bell, Allmendinger ed Hocevar mentre il team #5 tradisce Larson con una sosta da 11.6″ precipita al decimo posto.

Si prospettano sette giri di follia assoluta, un posto in paio per Phoenix e tutti lì senza piloti a rubare lo scettro. Al choose cone Reddick sceglie l’interno con Hamlin, Bowman, Bell ed Hocevar, Blaney va all’interno con Elliott, Byron, Allmendinger e Larson.

Bandiera verde e c’è subito il primo errore di Blaney che scatta male, Elliott quasi lo mette nel mezzo tuttavia è sufficiente il fatto che oltre a Reddick lo aggiri Hamlin. Denny ovviamente sfrutta l’occasione e supera Tyler volando al comando. Blaney intanto si è salvato e attacca pure lui con successo nel mezzo giro seguente la #45 con successo. Il momento decisivo di Reddick è sul traguardo dei -6: mentre Blaney punta già il leader, Tyler riesce a difendersi dal sorpasso di Elliott che sembrava già completato. Larson perde ulteriore terreno e non lo recupererà più.

Blaney ci prova in due giri successivi ad attaccare Hamlin, tuttavia Denny respinge gli attacchi, sullo short run continua a non essere il migliore e questo lo dimostra il fatto che Reddick sia con loro. -4 e -3 passano solo con la tensione alle stelle, ma l’unica vera mossa è quella di Bell che supera Elliott.

Si arriva dunque allo striscione delle ultime due miglia e ad aprire le danze è Blaney che attacca Hamlin all’interno in curva3 e completa lo slide job ed è lui in prima posizione alla bandiera bianca, Reddick però ha approfittato della manovra e attacca pure lui Denny all’interno in curva1 completando la manovra in curva2. Il trenino viaggia in fila verso le ultime due curve. E qui c’è l’errore fatale, di quelli che possono costare un’intera stagione.

Si capisce subito che Blaney ha paura dello slide job di Reddick, ma per difendersi finisce con tutta la vettura in mezzo al guado. Non va basso alla corda e ovviamente non rimane lungo il muro. Si piazza in mezzo alla pista, preda facile di qualunque azione alle spalle. Reddick non si aspetta nulla del genere, vede il portone aperto davanti a sé, ringrazia e non ha nemmeno troppi problemi a superare Blaney che ottiene così il secondo posto più inutile della sua carriera.

Un finale thrilling degno di una gara mozzafiato piena di battaglie fra i protagonisti attesi si chiude dunque con la vittoria più importante della carriera di Reddick, figlia di un azzardo calcolato ma decisamente rischioso. Dietro alla #45 e alla #12 chiudono Hamlin, Bell, Elliott, Byron, Bowman, Allmendinger (unico sempre in top10 a Miami con la Next Gen), Hocevar (il ROY sarà sicuro a Martinsville) e Preece, a seguire Preece, Berry, Briscoe, un Larson che ha buttato tutto al vento e via via una serie di piloti praticamente mai inquadrati talmente intensa era la lotta davanti per 400 miglia. Da annotare Wallace 18°, Truex 23°, Logano 28°, Busch 31°, Chastain 33°, Haley e LaJoie uniti nel destino anche oggi ed unici a -1, Gibbs a -6.

Mentre Reddick festeggia con Michael Jordan in pit lane (e l’altro team owner quasi si dispera in macchina ed è ovviamente Hamlin) la classifica generale vira all’improvviso in direzione Toyota. Reddick e Logano sono a Phoenix, Bell con il +29 c’è con un piede. Poi inizia la Martinsville di fuoco: Byron ci arriva a +7 sul taglio, Larson è scivolato clamorosamente a -7, Hamlin da -18 potrebbe ancora salvarsi con le stage, altrimenti sarà in must win come Blaney (-38) ed Elliott (-43). Fuoco alle polveri che la miccia è stata ampiamente accesa.

I risultati odierni

La classifica della “Straight Talk Wireless 400”

La classifica generale

Così in campionato dopo la seconda gara del Round of 8 della NASCAR Cup Series 2024

La classifica completa

Le altre categorie

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Truck Series: ad Homestead vince ancora Enfinger!

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend a Martinsville si decideranno i nomi degli ultimi piloti che potranno contendersi i titoli NASCAR nelle rispettive categorie. Nella tarda sera di venerdì sarà in pista la Truck Series, sabato la Xfinity Series, infine domenica alle 20:00 (diretta come di consueto su Mola con il commento di Daniele La Spina e Simone Longo) la Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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