NASCAR | Cup Series, Texas 2025: Logano vince rimontando dal 27° posto!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 6 Maggio 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 23 minuti
NASCAR | Cup Series, Texas 2025: Logano vince rimontando dal 27° posto!
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Gara divisa in due, prima fase tranquilla, seconda ricca di caution. Logano rimonta metodicamente e conquista la prima vittoria stagionale all’overtime


Ed ora potrebbero essere guai per tutti: malgrado un inizio di stagione sottotono per i risultati finali, il peggiore nella storia della NASCAR Cup Series per un campione in carica, Joey Logano era comunque agilmente qualificato virtualmente per i playoff e in zona top10 in classifica generale. Ora invece il pilota del Team Penske ha ottenuto anche la vittoria che serviva per il posto (praticamente) matematico e se Logano conquista il successo, stavolta a Fort Worth, pur partendo 27°, allora gli altri piloti dovrebbero temere anche quest’anno il quasi 35enne (il tempo passa…) arrivato alla vittoria numero 37 in top class.

La gara

La NASCAR Cup Series è reduce da alcune gare sotto rendimento come spettacolo e l’approdo al Texas Motor Speedway di Fort Worth non rappresenta una buona notizia visto quanto sia controverso l’ovale texano, seppur impegnativo da affrontare in quanto asimmetrico.

Dopo la pioggia del venerdì, al sabato scendono in pista le 38 auto della Cup Series (ci sono Jesse Love sulla #62 del Beard Motorsports e Chad Finchum sulla #66 di MBM/Garage 66) sotto il sole. La sessione di libere è tranquilla (solo van Gisbergen bacia leggermente il muro) e Carson Hocevar ottiene il miglior tempo davanti ad Allmendinger, Gragson (senza voce per un raffreddore), Larson e McDowell.

Da notare c’è soprattutto un team radio di Joey Logano in cui dice sostanzialmente che non si riesce a sorpassare le altre vetture, anche se si è tre decimi al giro più veloci e che ci ha messo otto giri a farlo. Per Logano è facile fare i conti poco dopo dato che, dopo la squalifica di Talladega, è finito nel gruppo1 a pulire la pista in qualifica e dopo il 27° posto nelle prove ufficiali, anche con un’ottima vettura, ci metterebbe 26*8=208 giri a passare al comando. Buon per lui che la corsa ne duri 267.

Intanto la sparata di Hocevar nelle libere non è stata casuale: per Carson arriva la prima pole position in carriera (28.175″) per appena 14 millesimi su Byron e 30 su un buon Cindric; seguono Larson, McDowell, Gibbs, Berry, Hamlin, Wallace e Allmendinger.

Anche domenica c’è il sole e tutto è pronto per una corsa da 400 miglia in cui il leitmotiv sarà la track position, infatti con i sorpassi difficili ogni posizione persa ai box (8+1 set di gomme a disposizione e un pieno della durata stimata che varia a seconda delle fonti dai 62-68 ai 75 giri) o alle ripartenze potrebbe essere deleteria. E infatti i multiple speeding nelle prove nei giri di formazione mettono in allarme tutti i crew chief.

Alla bandiera verde Byron scatta bene, tuttavia Hocevar lo infila in curva3 e rimane al comando. Carson e William allungano dato che Cindric si attacca alla #24 e poi si stacca nelle turbolenze; seguono McDowell e Larson, poi Berry, Hamlin che infila Gibbs al secondo giro, Allmendinger che anche lui rimbalza e Wallace. Logano inizia bene e in cinque giri recupera sei posizioni mettendosi in anticipo sulla tabella di marcia. Non va meglio a Chastain che è dietro di lui e che tenta il sorpasso su Elliott (un anno senza successi in campionato) e che non completandolo viene infilato anche da Busch (prima gara da 40enne, ma che si apre subito via radio lamentandosi degli ammortizzatori) e Preece.

Buescher e Reddick poco fuori dalla top15 sono i primi ad esplorare la seconda corsia e per Chris, almeno all’inizio, sembra funzionare dato che supera Zane Smith per il 12° posto con la #38 che poi perderà la posizione anche da Reddick e Jones (alla gara numero 300 in Cup Series). Intanto, malgrado un pochino di sottosterzo, Hocevar allunga e dopo 15 giri ha 1.6″ su Byron e 3.2″ su Cindric. Poi iniziano i doppiaggi e Carson accusa un minimo contraccolpo.

Al 20° giro, tuttavia, arriva la prima caution: Gragson (in quel momento 20° fra Suárez in rimonta e Logano), esplora pure lui l’esterno, ma in curva2 subisce la turbolenza della #99, molla l’acceleratore di colpo e la vettura parte in testacoda senza danni. Finchum è il lucky dog in quanto unico doppiato.

La pit lane si apre e ai box ci vanno tutti. Tutti tranne Denny Hamlin che solo solo tira diritto. E perché lo fa? Perché via radio c’è confusione e non sente e non capisce la chiamata del crew chief. Ai box intanto è già gioco di strategie con Cindric che cambia due gomme e balza davanti a tutti gli altri, lo seguono Berry, Buescher, Hocevar (sosta completa), A.Dillon, Larson, Byron, McDowell, Briscoe e Bell.

Parte subito la trafila delle penalità e dei guai: Blaney e Nemechek speeding, Ty Dillon falsa partenza dei meccanici, Logano si ritrova bloccato nello stallo e perde quanto guadagnato, Bowman invece subisce un problema alla pistola pneumatica. Al box di Hamlin vanno in confusione e anziché mantenere la famigerata track position e sperare in un’altra caution in seguito, decidono di fermare la #11 per una sosta all’ultimo e così Denny precipita dal primo al 32° posto.

Si riparte con 55 giri da disputare nella prima stage e Cindric scatta bene, Berry ci prova ma si riaccoda in curva3 e la chiusura alla corda toglie l’aria dal muso di Buescher che rischia grosso. Austin e Josh allungano subito e Berry sembra averne davvero al punto che rimane incollato alla #2, tuttavia completare il sorpasso è anche stavolta difficile. Nemmeno Cindric che sfiora il muro in curva4 permette lo scambio di posizioni.

Nel complesso c’è poco movimento in generale nella classifica: Logano riparte ancora bene e torna nella zona di prima mentre i penalizzati faticano parecchio ancora più dietro.

Non ci sono movimenti, ma nemmeno fughe: Cindric e Berry vengono ripresi da Buescher ed Hocevar, poi seguono altre cinque Chevrolet e poi in blocco altre sei Toyota. Ed è qui che si inizia a vedere qualcosa. Reddick è 13° ai -45, poi in soli cinque passaggi supera Wallace, Bell (mai visto in tutta la corsa) e Briscoe, e si mette a seguire un Gibbs che esplora la corsia esterna e supera Austin Dillon per l’ottavo posto; Tyler lo imita poco più tardi mentre Jones scavalca Wallace, poi Bell perde due posizioni in blocco dai compagni di marca.

Il gruppo di testa cambia volto dai -35: Larson riprende il quartetto e passa di slancio Hocevar che si stacca e viene fagocitato anche da Byron. Carson prova l’incrocio ma non basta alla prima volta, alla seconda sì. Si vede un po’ di long run finalmente con il cedimento netto di Austin Dillon (e della coppia Trackhouse) e l’avanzamento, oltre che di Reddick (superato Gibbs), anche quello del tandem Blaney-Hamlin che vede seppur solo la top25 ai -25. Dopo il ridoppiaggio di Finchum (che poi pitterà sotto green per aver rischiato prima il non aver sostato), anche Love deve cedere il passo ai leader.

I primi sei sono racchiusi in appena 1.2″ e ogni errore rischia di essere pagato caramente, anche perché Reddick ha passato McDowell ai -20 e sta arrivando di rincorsa. Byron è saltato subito, Hocevar aggirato, Larson infilato e tutto questo avviene in 10 tornate mentre nelle precedenti 40 era successo poco o nulla là davanti.

Buescher tenta il sorpasso su Berry in curva4 ma rimbalza e allora al passaggio successivo Reddick lo supera dall’esterno. Ci sono pure i doppiaggi da affrontare e di slancio Tyler va 3-wide con Berry che però resiste, idem poco dietro Larson con Buescher. Alla fine Reddick supera Berry tuffandosi all’interno. Ormai anche Cindric è nel mirino e ai -6 viene affiancato, Austin cerca di resistere sfruttando il doppiaggio di Ware, sul traguardo è dietro di 0.006″ ma in curva1 mantiene la prima posizione appena in tempo prima di una caution che è un colpo di scena: Hamlin (in quel momento 24°), finisce flambé col motore in fiamme per un amaro ultimo posto in classifica.

Cindric, dunque, vince la prima stage sotto caution davanti a Reddick, Berry, Larson (che credeva di essere a posto con la vettura… finché non ha visto la #45), Buescher, Hocevar, Byron, Gibbs, McDowell e Jones, seguono Briscoe, Wallace, Bell, Preece, Busch, Bowman, Elliott, Haley, Logano e Keselowski con Love lucky dog.

La pit lane si apre per il secondo giro di soste e Berry balza al comando davanti a Cindric, Larson, Buescher, Reddick, Byron, Hocevar, Gibbs, McDowell e Briscoe; speeding per Jones ed Haley mentre per Bell safety violation che usa poi per tornare ai box per farsi riattaccare il tubo della circolazione dell’aria nel casco.

Si riparte ai -78 nella seconda stage e la caution arriva immediatamente in curva4: mentre davanti Larson infila Cindric, Briscoe ha l’idea non troppo geniale di andare 3-wide tutto all’esterno di Wallace e Preece, solo che finisce in territori inesplorati e sui bump perde il controllo della vettura toccando Herbst e poi finendo contro il muro. Per Finchum c’è il lucky dog che gli fa recuperare uno dei quattro giri persi, per Chase una lunghissima sosta ai box spezzettata su varie fasi per riparare l’anteriore sinistra e la convergenza storta.

Dopo alcune soste in coda (Ty Dillon, Bell, Haley e Custer) si riparte con Berry davanti a Larson, Cindric, Reddick e Buescher ai -72. Josh resiste a Kyle, dietro di loro la corsia interna risale fino a quando Tyler risponde e sale al terzo posto approfittando della difesa della #5 sulla #2 e dunque in top3 ci sono gli ultimi tre vincitori sugli ovali da 1.5 miglia.

Larson fiuta l’occasione e ci prova subito dall’esterno, ma non va. Poco dietro di loro Hocevar si intraversa e salva la vettura clamorosamente in curva4. Dietro alla #77 c’è la doppia coppia affiancata McDowell-Byron e Gibbs-Wallace con Ty che blocca la rimonta di Bowman, seppur solo per qualche giro.

Intanto le soste e la ripartenza hanno sorriso a Logano e Blaney che sono entrati in top15 e si mantengono in quella zona, Joey è davanti dopo la penalità alla #12, ma Ryan ne ha di più e riprende nella rimonta superando il compagno di squadra. Davanti a loro, invece, Busch supera Preece.

Poi, circa dai -55 in poi, si entra in una fase di calma con pochi movimenti localizzati: Berry mantiene 1″ su Larson, Buescher supera Cindric (sottosterzo), Byron e Bowman fanno lo stesso su Hocevar, Blaney sale ancora e passa Preece, Wallace entra in top10 ai danni di McDowell.

Intanto si entra in clima soste di metà stage così come si raggiunge la coda del gruppo, ma nemmeno il tempo di ragionare e, dopo che McDowell perde di colpo la posizione da Busch e Blaney, ecco una nuova caution ed è un nuovo ribaltone: il leader Josh Berry decide di doppiare Ware dall’esterno, ma approccia curva4 troppo all’esterno e, come successo poco prima a Briscoe, perde il controllo della vettura sui bump e tocca il muro. Love è nuovamente il lucky dog. La #21 tornerà in corsa nel finale, ma solo per un 32° posto finale con quasi 100 giri di ritardo dovendo riparare il braccetto della sospensione.

Pit lane ancora aperta e ancora varietà di strategie con Larson, Hocevar e Preece che cambiano due gomme ed escono davanti a Reddick, Buescher, Nemechek, Keselowski (anche per questi due sosta “dimezzata”), Byron, Gibbs e Wallace; speeding per McDowell e Ware, interferenza per Jones, Zane Smith si trascina via la tanica con principio d’incendio. Chi sorprende tutti è però Gilliland che tira dritto ma non per un errore come quello precedente di Hamlin, lo fa con il gusto del rischio da parte del crew chief che punta a far fare alla #34 praticamente 80 giri con un pieno, più della distanza ipotizzata.

Bandiera verde ai -34 e Gilliland viene saltato subito da Larson che viene seguito da Reddick, Preece, Buescher ed Hocevar, poi Byron, un Nemechek che prova a resistere, Wallace, Bowman e Logano che al giro 135 (dunque più o meno a metà corsa) entra in top10 anticipando Blaney che è 12° dietro a Keselowski, Cindric invece perde terreno e nel traffico scivola ancora più indietro con difficoltà di assetto. Todd invece perde posizioni su posizioni e poi si assesta in fondo alla top20.

La coppia Larson-Reddick si candida prepotentemente alla vittoria della corsa nonché al regalare un grande spettacolo, Tyler cerca di forzare subito il sorpasso, tuttavia non riuscirà a trovare il varco giusto a differenza della prima stage, anzi Buescher tornerà sotto ai due ai -25. Intanto prosegue l’assestamento della classifica: Logano passa Bowman, ma poi Alex reagisce e così Joey rimbalza dietro a Blaney mentre la #48 supera Nemechek.

Poi altra fase di calma piatta: Preece e Hocevar resistono in top5 malgrado rispettivamente vibrazione e sottosterzo, Bowman si candida pure lui per la rimonta e passa prima Wallace e poi pure Byron (che rimbalza a sorpresa), Busch e Gibbs scavalcano Keselowski. Il finale “alla Reddick” stavolta è “alla Bowman” dato che Alex entra in top5 ai -10 superando anche Hocevar e Preece (sudando ma sfruttando il doppiaggio di Finchum), tuttavia il ritardo dalla vetta è di oltre 6″.

Ci si avvia verso il finale con il sorpasso al pelo di Wallace su Hocevar e quello di Logano su JHN, tuttavia arriva come in precedenza un colpo di scena che tronca gli ultimi giri: Buescher fora la posteriore destra in curva4 ai -4 e tocca leggermente il muro. Chris completa un giro su tre ruote poi, per sua fortuna, la carcassa si stacca e termina fumante in pista per la caution per detriti.

Larson vince dunque dietro la pace car la seconda stage davanti a Reddick, Bowman, Preece, Wallace, Hocevar, Byron, Blaney, Logano e Busch; a seguire Gibbs, Nemechek, Gragson, Elliott, Chastain, Allmendinger, Keselowski, Gilliland (che dunque vince la scommessa strategica), Cindric e Ty Dillon con il lucky dog che non può andare a Buescher (e che non potrà nemmeno sfruttare la wave around) per l’ingresso irregolare in pit lane, bensì passa a Finchum che va da -5 a -4.

Mentre dietro la pace car ci sono scintille non inquadrate fra Stenhouse e McDowell, tutti tornano ai box per un nuovo giro di soste. La gloria per Byron dura qualche centesimo di secondo: cambia due gomme e sarebbe al comando, ma ripartendo tocca e manda in testacoda Custer che invece sta entrando nello stallo. Dietro alla #24, sempre con due gomme cambiate, si piazzano Elliott e Cindric, poi a seguire Larson, Reddick, Wallace, McDowell, Hocevar, Blaney e Logano. Herbst penalità per ruota fuori controllo, McDowell sosta fuori stallo, doppia sosta per SVG, Busch era finito lungo fermandosi e per Byron si scatena immediatamente il panico perché ha rovinato lo splitter (non si sa come faccia a vederlo dall’abitacolo) e quindi teme per il carico sull’anteriore.

E così, dopo 171 giri di calma quasi piatta se si esclude Hamlin a fuoco, Briscoe e Berry a muro, la foratura di Buescher e McMurray che allatta un cucciolo di canguro (sì, davvero), si entra a 96 tornate dalla fine nella fase caotica della corsa.

Bandiera verde e bandiera gialla, immediata: mentre Byron scatta bene, in curva2 arriva l’incidente. Sul momento sembra quasi che Logano abbia toccato Wallace, ma in realtà o è sola aerodinamica che toglie l’aria dallo spoiler della #23, oppure Bubba che spinge troppo e bacia il muro e nel rimbalzo torna davanti alla #22 che evita l’incidente per un pelo, non riescono a farlo dietro di loro invece Bowman, Gragson, Allmendinger e Finchum. Per questi quattro c’è il ritiro mentre Wallace riesce a proseguire ancora per qualche tornata prima di arrendersi a causa della vettura che letteralmente è come se esalasse l’ultimo respiro, incapace di reggere tutti gli altri danni. Buescher ringrazia e stavolta sì è lucky dog.

La classifica assestata alla green dei -88 vede dunque Byron ancora primo su Cindric, Elliott, Larson, Reddick, Hocevar, Blaney, Gibbs, Logano e Preece. William scatta ancora bene e per lui questo è fondamentale date le incognite sullo splitter, Elliott invece spreca la strategia finendo largo in curva2 e iniziando una rapida discesa in classifica. A sorpresa, invece, la ripartenza da circoletto rosso in casa Toyota è quella di Gibbs che passa un Reddick che si perde al momento buono e che rimbalza pericolosamente al settimo posto dietro anche a Blaney ed Hocevar dopo che Ryan è passato nel mezzo fra #77 e #45.

La corsa, dunque, è ancora tutta da decifrare, tuttavia Cindric prova a darle una svolta. Purtroppo per lui sulla sua pelle: Austin ai -80 si fa vedere all’interno di Byron ma non completa il sorpasso e così Larson lo aggira di slancio venendo seguito da Gibbs e Blaney. E così, in un paio di giri, la #2 passa da un potenziale primo ad un quinto posto che diventa ai -75 addirittura settimo dietro a Reddick ed Hocevar.

Intanto Larson non si fa aspettare e già ai -77 infila Byron e passa al comando. E la crisi di assetto, prevedibile, della #24 nelle turbolenze in scia diventa fattuale dato che William viene superato in poco tempo anche da Gibbs e Blaney che sale dunque al terzo posto. Seguirà il crollo verticale. Ci si aspetta la fuga di Larson, invece Kyle mantiene appena 0.4″ su Gibbs che ai -70 diventano 0.4″ su Blaney.

Dopo il sorpasso di Logano su Cindric per il settimo posto e quello di Ty Dillon su Byron che vale la top10 (a cui subentrerà poco più tardi Nemechek seguito da Jones e Busch con l’aiuto di Keselowski), si apre la finestra per l’ultimo pieno e, come prevedibile, il primo a tuffarsi ai box ai -68 è proprio Byron. Il secondo ai -62 sarà un Elliott ormai precipitato al 21° posto anche per una vibrazione.

Davanti, nel frattempo, Gibbs si è staccato dalla coppia di testa e così Reddick freme dietro di lui, lo sorpassa ai -63 e inizia un recupero che da centesimi diventa di decimi approfittando del doppiaggio di Briscoe. Poi si entra nel vivo delle soste: Haley e Custer ai -58, Cindric (passato anche da Gilliland) ai -55, il momento in cui Reddick inizia a sentire la scia di Larson e Blaney che viene “infastidito” da un Custer che con gomme fresche è dietro alla #12. Hocevar pitta ai -51 dopo essere stato superato da Preece, poi è la volta di Gibbs ai -50, di Preece e Gilliland ai -49 proprio mentre arriva una nuova caution che spariglia tutto: Love perde il controllo in curva2 all’interno di van Gisbergen e finisce contro il muro di sinistra.

In questo momento ci sono 19 auto a pieni giri e, malgrado le proteste del muretto della #60, il lucky dog va a Ware (correttamente da regolamento) anche se Preece esce dai box davanti a Cody. Questo è un brutto scherzetto per molti big che hanno già pittato perché dovranno tutti ricorrere alla wave around.

Si completa il giro di soste e Larson rimane al comando su McDowell (due gomme), Blaney, Busch, Logano, Reddick, Jones, Zane Smith (idem), Keselowski e Bell, a seguire Suárez, Nemechek, Chastain (penalità data e tolta per aver attraversato troppi stalli), Stenhouse, Herbst, A.Dillon, T.Dillon, SVG, Buescher e poi Ware, Preece, Gilliland, Gibbs, Hocevar, Byron, Cindric, Elliott ed Elliott per 28 auto a pieni giri ed il solo Custer doppiato fra i “sani”.

Alla ripartenza mancano appena 42 giri alla conclusione, Larson scatta bene dall’interno e viene seguito da McDowell, Busch aggira Blaney e Reddick completa la top5 passando Logano, Nemechek pare che tocchi e spedisca largo Bell e fra i due a fine corsa ci sarà uno scambio pacato di opinioni.

La manovra chiave in ottica finale potrebbe essere quella che avviene ai -41: a sorpresa Blaney resiste al sorpasso quasi completato di Reddick e rimane al quarto posto. Larson potrebbe anche scappare, ma non lo fa, McDowell rimane lì, ma tutti i ragionamenti saltano come salta Busch che, alla Briscoe e alla Berry, approccia largo curva4, perde il controllo sui bump e si appoggia al retrotreno contro le barriere. Non ci sono altri coinvolti nell’incidente e solo Stenhouse deve divagare nell’erba; Custer è il lucky dog.

Dopo le soste in coda di SVG, Byron (riparazione splitter), Haley, Elliott, Ware e, ovviamente Busch, si riparte ai -33 con Larson ancora primo su McDowell, Blaney, Reddick, Logano, Jones, Nemechek, Smith, Suárez e Keselowski per una top10 con tanti nomi nuovi.

Larson dall’interno parte ancora bene e stavolta Blaney lo segue prendendosi la seconda posizione in curva3. Jones supera Logano dall’esterno ma al passaggio successivo Joey torna in top5 mentre Stenhouse si prende la top10 andando 3-wide. Tutto inutile o quasi tuttavia, infatti c’è un altro incidente: Hocevar in curva2 scivola largo e stringe Preece a muro e nel mucchio ci finisce anche Ware. Dopo il lucky dog tecnico per Briscoe (che passa da -16 a -15) da notare c’è solo l’intervista di Preece che critica la manovra di Hocevar ed Hocevar stesso perché guida “come uno che non ha cura del mezzo che guida”, dato che tutti puntano solo ed esclusivamente sulla track position (tranne Busch e Ty Dillon) guardando anche come si resiste con due gomme usurate davanti.

Bandiera verde ai -23 e la gara si ribalta nuovamente: McDowell scatta meglio (fra i sospetti di Larson) e passa al comando dall’esterno, ma per Kyle la notizia peggiore è quella di curva4 dato che la #5 viene affiancata da Blaney, Larson per resistere scivola largo e così Kyle viene passato dallo stesso Blaney, Logano e viene salvato dalla manovra di Reddick da un’altra caution: in curva2 altro papocchio con Keselowski che scivola e finisce in testacoda e nel mucchio stavolta ci finiscono Cindric, Busch e Custer mentre la coppia Herbst-Gibbs evita tutti per un pelo. Lucky dog per Hocevar che, dopo le riparazioni, recupera uno dei tre giri persi ai box.

La selezione nella stage finale è stata brutale e, dopo le soste di Gilliland, Smith, Buescher e Busch a cercare di ribaltare qualcosa, si riparte ai -15 con McDowell al comando a sorpresa (ha pur sempre solo due gomme più fresche) davanti a Blaney, Logano, Larson, Reddick, Jones, Chastain, Stenhouse, Suárez e Nemechek con 24 auto a pieni giri.

McDowell e Blaney passano tutto il primo giro affiancati mentre nella terza fila (in seconda Logano si difende da Larson) Reddick viene mezzo nel mezzo da Chastain. Tyler perde tento terreno, passa Ross, passa Erik, passa anche Stenhouse, sul trioval è costretto a fare qualcosa per salvare il salvabile, ma si gira sul muso di Suárez che, ovviamente, non ci sta ad andare sull’erba. Reddick si intraversa e salva la vettura che sembrava ormai persa, ma la NASCAR ormai ha chiamato la caution (giustamente, perché il rischio pendolo è sempre dietro l’angolo). Mentre Custer si prende un altro lucky dog, la moviola lascia McDowell in prima posizione dato che, secondo le info dalla direzione gara, al timing loop di curva2 era di appena 0.001″ davanti a Blaney; seguono Logano, Larson, Chastain, Stenhouse, Jones, Suárez, Nemechek e Bell.

Si è passato più tempo nella stage finale dietro la pace car che sotto green, dunque si entra ancora di più nello sprint finale che sarà di appena 10 giri. Al choose cone le prime due file sono invariate con Logano che continua a scegliere l’interno dietro a McDowell e lasciando a destra Blaney e Larson. La #71 scatta ancora al meglio (troppo per Blaney) e Joey lo segue dopo che Ryan ha provato la resistenza fino a curva3. Logano completa il sorpasso su Blaney ai -8 e in questo momento ha 0.332″ di ritardo dal leader.

Il gruppo selezionato si è allungato e c’è la sensazione che questa sia stata la ripartenza buona, in generale e in particolare per McDowell. Ai -7 il margine aumenta a 0.463″, poi ai -6 la tendenza si inverte con Logano che cerca anche l’esterno, anche se (come per i 260 giri precedenti) la sensazione è che un sorpasso sia molto difficile. McDowell inizia a perdere la corda e dai 0.331″ dei -6 si passa ai 0.238″ dei -5. Il giro più incredibile è quello dei -4: McDowell gira in 29.326″, Logano gira in 29.326″ e quindi il distacco resta davvero invariato.

McDowell in curva1 ai -3 manca davvero la linea bianca di quel tanto che basta e apre la porta a Logano che in curva2 infila il muso. Ormai il guaio è fatto e a Michael non resta che chiuderla di colpo e così la #71 scende verso il muro interno, ma Joey tiene giù il piede, passa sull’apron e, malgrado tutto, riesce ad approcciare nel modo giusto curva3. Logano passa al comando e dietro di lui Blaney ne approfitta tuffandosi e salendo al secondo posto.

McDowell qui sbaglia: mancano appena due giri alla fine, la vittoria gli è sfuggita, ma anziché accontentarsi del terzo posto osa, ma osa troppo e, scivolando nella turbolenza della #12, finisce a muro in curva2. Caution (la 12esima) e overtime; lucky dog per Hocevar.

Solo Elliott, Busch e Reddick vanno ai box per una sosta disperata, dunque si va al gran finale con Logano davanti a Blaney, Chastain, Jones, Larson, Suárez, Stenhouse, A.Dillon, Nemechek e Bell. Al choose cone la #22 va all’interno con la #1 e la #5, la #12 dall’altro lato con #43 e #47.

Logano non scatta bene, tuttavia ha abbastanza sostegno alle spalle per rimanere agilmente in primo in curva1. Non è finita perché, purtroppo per lui, anche Chastain si mette dietro Blaney immediatamente e quindi bisogna spingere. Il 3-wide fra Larson, Stenhouse e Jones taglia fuori dai giochi definitivamente Kyle. Chastain è un rivale pericoloso, ma i 0.255″ di margine alla bandiera bianca basteranno al pilota Penske.

Dopo un inizio di stagione difficile più per i risultati finali (zero top5 e una top10 nelle prime dieci gare, mai così male un campione incarica) che per le prestazioni in pista, Joey Logano torna alla vittoria (37esima in carriera, la prima in Texas in 11 anni) battendo a sorpresa con una rimonta metodica e senza errori Chastain, Blaney, Larson (i due masticano amaro), Jones (ottima top5), Stenhouse, Austin Dillon, Nemechek, Bell e Suárez; a seguire Gilliland, Ty Dillon, Byron, Herbst, Haley, Elliott, Smith, Buescher, Custer, Busch, Reddick, van Gisbergen e Gibbs, Hocevar a -1, Cindric a -3, tutti gli altri molto ammaccati o ritirati. Ed ora, per tutti, c’è la paura della certezza di avere Logano ai playoff. Anche se è un anno dispari.

I risultati odierni

La classifica della “Würth 400”

La classifica generale

Così in campionato dopo 11 delle 36 gare della NASCAR Cup Series 2025

Le altre categorie

Xfinity Series, Texas 2025: Larson vince sostituendo l’infortunato Zilisch

Truck Series, Texas 2025: Heim torna al successo all’overtime

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa in Kansas su un altro ovale da 1.5 miglia. Sabato notte appuntamento con la Truck Series, domenica sera con la Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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