NASCAR | Cup Series, Talladega #1 2025: Cindric torna al successo in una gara tranquilla

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 29 Aprile 2025 - 12:00
Tempo di lettura: 20 minuti
NASCAR | Cup Series, Talladega #1 2025: Cindric torna al successo in una gara tranquilla
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Niente big one a Talladega: la corsa si decide all’ultimo giro di soste. Cindric esce davanti dai box e batte Preece (poi squalificato) in volata


In una gara relativamente (e stranamente) tranquilla a Talladega a fare la differenza sono stati dunque i minimi dettagli, ogni mossa nel gruppo e in scia e l’abilità dei meccanici. Questo ha permesso ad Austin Cindric di conquistare la vittoria, la prima del 2025 per il Team Penske, dopo tante occasioni sfuggite, battendo in volata di 0.022″ un Ryan Preece poi squalificato (come Joey Logano che ha perso la prima top5 della stagione) per irregolarità tecnica. A Cindric sono bastate due piccole mosse: un’ultima sosta in regime di bandiera verde a tempo di record ed una minima scia sul trioval finale presa dai quasi doppiati Berry e Busch.

La gara

La NASCAR Cup Series torna in pista dopo la pausa pasquale e lo fa già con un quarto del calendario alle spalle. Si va a Talladega per il secondo vero superspeedway (a cui si dovrebbe aggiungere quello che è stato creato ad Atlanta) ovviamente fra le polemiche. Due i temi, il primo la All-Star Race, sia per il consueto format arzigogolato, sia per la decisione dei team di dire di no alla NASCAR che aveva aperto la possibilità a sperimentazioni tecniche. La seconda è ovviamente per gli superspeedway dato che, dopo i recenti flip, non è stata approntata ancora alcuna modifica aerodinamica; pare che a Daytona in estate arriverà un nuovo flap sul montante.

Come ormai da tradizione si va diritti in qualifica al sabato e il Front Row Motorsports si conferma veloce anche senza McDowell: prima pole in carriera per Zane Smith che precede Kyle Busch (alla sua ultima gara prima di compiere 40 anni), Logano, Preece, Austin Dillon, Buescher, Cindric, Berry, Blaney e Gibbs.

Va tutt’altro che bene a Justin Haley: in settimana a sorpresa arriva la separazione consensuale fra Spire e il crew chief Rodney Childers per quello che era stato il colpo del mercato invernale, poi la vettura fallisce per due volte i controlli e quindi la #7 si schiera in griglia con crew chief ad interim e senza car chief. 39 le vetture iscritte con la presenza di Yeley sulla #44, Alfredo sulla #62 e McLeod sulla #78.

Alla bandiera verde dei 188 giri in programma (60+60+68 con due occhi sul pieno di benzina che dovrebbe durare circa 45 giri) Logano spinge bene Smith, i due si portano avanti e coprono immediatamente la corsia esterna lasciando al vento Austin Dillon. E dietro si va già 3-wide con Berry che avanza e così la coppia #38-#22 deve gestire il plotone in fila per tre. La situazione dura nemmeno un giro e Logano va con Berry mentre Smith rimane al centro e così anche la prima riga è allineata. E allora dietro si va tranquillamente 4-wide, segno che il gruppone è già in fuel saving.

L’esterno ha più inerzia e quindi al quinto giro Logano si ritrova sospinto davanti a tutti a gestire il gruppo su quattro corsie. Questo è troppo anche per Joey che gestisce la situazione per un giro, poi è costretto a lasciare aperta la porta su McDowell che mette il muso davanti. Inizia un lungo alternarsi di piloti in vetta a seconda della velocità della propria corsia e di chi spinge di più. Il testimone passa dunque a Berry, poi di nuovo McDowell, di nuovo Smith e così via: a fine corsa si avranno 67 lead change (decimo dato di sempre in Cup Series) fra 23 piloti diversi.

In vetta il gruppo cerca di risolvere il 4-wide e la leggera accelerazione porta al ritorno del 3-wide nelle prime posizioni, anche se Busch non ci sta, Logano lo copre e quindi si torna con quattro locomotive che sono Smith, Logano, McDowell e Berry. Michael ne ha leggermente di più e si mette davanti a Joey lasciando così strada all’avanzamento di Keselowski. La #71 prosegue nel farsi leader dell’iniziativa e così davvero si torna 3-wide con la fila interna ed esterna solide, mentre le due centrali sono prossime al collasso.

Questo rimescolamento porta al giro 15 un nuovo protagonista sulla scena, dopo McDowell e Berry arriva infatti Ryan Preece (sostenuti rispettivamente da Smith, Custer e Buescher). Però basta poco a rompere il delicato equilibrio: Stenhouse sbaglia un cambio di corsia all’apparenza facile visto il varco lasciato e quindi rimane un po’ nel limbo aprendo involontariamente una quarta fila ai margini della top10. Non pervenute nel frattempo le Toyota ed Allmendinger, con AJ deliberatamente in coda a cercare di rincorsa il punto del giro più veloce.

Mentre Smith se ne sta tranquillo all’interno, fra McDowell e Preece iniziano gli scambi di attacchi: Michael avanza e copre la corsia centrale di Ryan il quale prova a far saltare la #71 che invece si adegua e torna all’esterno davanti a Berry e mantenendo il comando. McDowell poi decide di scendere nuovamente al centro e questo favorisce la risalita di Smith sospinto da Busch.

Il 4-wide da centro gruppo si propaga in avanti: Logano si smarca da Buescher, copre Stenhouse, poi avanzando si mette davanti allo stesso Chris. Questa fase rallenta ulteriormente l’esterno e si innesca un ulteriore rimescolamento al giro 23 in cui Smith avanza e si sposta mentre anche Berry aveva lasciato l’esterno verso Logano e così Busch mette il muso al comando. Lo shuffle dall’esterno porta avanti la prima Toyota che è quella di Briscoe, ma dura poco, Custer si allarga e così perde anche Chase.

L’esterno collassa all’improvviso e al giro 25, dunque, c’è un 2-wide al comando in cui Busch si deve difendere da Smith e McDowell, ma in fretta cambia tutto. Radicalmente.

In questa fase di relativa confusione organizzata, le Toyota da dietro all’esterno hanno fatto una magia e si sono trovate tutte. Ed hanno deciso di non fare fuel saving. Briscoe, dunque, ha vita facile a recuperare a tutta portandosi dietro Bell, Hamlin e Wallace. A dare il colpo di grazia ad un gruppo che non ha armi per impedire questo attacco, vista la differenza di velocità, ci pensa anche Herbst che riapre il 4-wide che elimina virtualmente tutti gli intrusi.

Tutte le altre file implodono e così salta sul treno ad alta velocità anche Reddick: al giro di boa della prima stage, sei Toyota in blocco (mancano all’appello solo Gibbs e la coppia Legacy che, dopo aver mancato l’aggancio, si defila in coda) al comando dopo essere scese lungo la linea gialla. A seguirle si mette Logano mentre McDowell e Custer provano a rilanciare la seconda corsia. Michael riesce a trovare il varco e si infila dietro a Joey e Preece.

Le Toyota tirano talmente tanto che persino la #22 in certi momenti fatica a tenere il loro ritmo e così si inizia a pensare al primo giro di soste in arrivo. Ma la lotta prosegue: Preece riesce a saltare Logano ma Ryan fatica ancora di più (in fuel saving) permettendo a Custer di rimontare e di mettersi davanti alla #60 che viene affiancata da Elliott. Le Ford vanno allora in difesa e Logano copre Chase.

Ai -19 inizia il primo giro di soste e ai box ci vanno ovviamente le Toyota (che hanno tirato di più) ma anche parecchie Chevy non Hendrick (fra cui McDowell); per tutti solo rabbocco con Briscoe che riparte a spinta. Custer passa al comando e tira dritto ma viene affiancato da Logano.

Ai -17 il primo papocchio: ai box decidono di andare molte Ford (fra cui Custer, Preece e Buescher) e alcune Chevy. Malgrado siano un piccolo gruppo, arriva l’incidente. I tre davanti rallentano forse più del previsto, di sicuro più di quanto se lo aspettino dietro. Keselowski quasi deve inchiodare e viene tamponato da Busch (forse a sua volta spizzicato da Berry) e si innesca l’incidente con Brad che nella carambola travolge l’incolpevole Blaney.

La caution sfavorisce sicuramente chi è rimasto in pista (Logano, Elliott, Cindric, Larson e Smith e altri per 16 piloti totali), ma soprattutto provoca danni ingenti a tre possibili favoriti: Blaney è spiaggiato nell’erba con la posteriore destra divelta, Keselowski ha gli ammortizzatori anteriori rotti e per entrambi arriverà un amarissimo ritiro, Busch ha il volante storto di 90° e nel corso di ripetute soste ridurrà la deviazione a 30°. Danni leggerissimi anche al muso di Bowman.

Dopo la lunga attesa per spostare la #6 e la #12, si apre finalmente la pit lane e tutti tranne Elliott e Smith ne approfittano per cambiare anche gomme. Si riparte ai -9 con una prima fila composta da Buescher all’interno e Bell all’esterno. Ma durerà poco.

La ripartenza va come sempre ad elastico, scatta meglio l’interno e poi l’esterno da curva2 recupera. Buescher dunque va avanti e poi Bell rimonta. Ma lì avviene un altro patatrac: Hamlin spinge Christopher un pochino troppo, non tanto ma basta a far intraversare il compagno di squadra (cercando di negare il fatto via radio di averlo fatto) che parte verso sinistra, travolge l’incolpevole Chris ed entrambi finiscono a muro, la #20 col muso per una botta notevole da cui per fortuna Bell ne esce indenne. Busch recupera col lucky dog il giro perso nelle riparazioni.

Sembra incredibile ma nei successivi 136 giri di gara non ci saranno ulteriori incidenti.

Dopo alcune soste in coda (Gragson, Gilliland e Briscoe ad esempio), si riparte per uno sprint di quattro giri con Hamlin e Wallace in prima fila. Non c’è la ripartenza “concordata” perché Preece spinge forte Hamlin senza far deragliare il treno e così l’esterno avanza. Allmendinger apre subito il 3-wide che viene coperto da Elliott. Dal nulla saltano su anche Byron (che inizia ad accusare problemi allo sterzo che si blocca in certi momenti) e Larson con Kyle che arriva su Bubba giusto all’ultimo giro.

Verso curva1 Wallace tenta un disperato blocco che per poco non innesca un big one, Larson passa e va a vincere la prima stage su Byron, Stenhouse, Elliott, Wallace, Hamlin, Allmendinger, Ware, Herbst e Ty Dillon. Per Kyle Larson è la 67esima stage vinta in NASCAR Cup Series, una in più di Martin Truex Jr. e dunque il pilota Hendrick è il nuovo leader all time nella top class.

Al break tutti vanno ai box tranne Alfredo mentre arrivano le prime penalità e sono per Larson (un clamoroso speeding) e Briscoe mentre Hocevar deve cambiare casco. Dopo alcuni rabbocchi (soprattutto in casa Kaulig), si riparte con 54 giri da disputare nella seconda stage con il citato Alfredo che precede Byron, Nemechek, A.Dillon, Suárez, Chastain, Cindric, Gilliland, Bowman e Logano.

Byron scatta meglio e sembra averla vinta, ma da dietro si lancia già il 3-wide con Chastain, Logano e Berry e così Alfredo riesce a tornare sotto. La #62 di Beard Motorsports conferma dunque la prima posizione ed Anthony nei giri seguenti riuscirà molto bene a difendere la leadership, anche contro tre corsie. In coda, intanto, Hamlin riporta che McLeod davanti a lui perde fluidi: è proprio così e si lì a poco la #78 si ritirerà per un surriscaldamento. Proseguono così 34 auto che andranno fino al traguardo.

Alfredo nel frattempo è riuscito ad avanzare coprendo Byron al centro, poi torna basso lasciando William in balia prima di Nemechek e poi di Chastain che diventa il principale avversario di Anthony. Dietro di loro si è già formato un 4-wide con Gilliland, Preece, Smith e Custer dietro al trio Alfredo-Chastain-Logano dato che Nemechek è sparito dalla scena.

Ross sembra avere velocità, meno il controllo e poi controllare Alfredo dall’altra parte della pista è difficile. Tuttavia l’esterno avanza e la seconda fila 4-wide diventa prima fila con Suárez, Alfredo, Logano e Chastain. La situazione regge un miglio, poi Anthony torna giù davanti al messicano e lasciando al vento Austin Dillon. Poi la coppia #62-#99 risale davanti alla #3 e così lunga la linea gialla sbuca fuori Cindric. Tuttavia Alfredo continua a controllare le due corsie interne in cui è avanzato anche Bowman.

Alla fine a dover alzare il piede è Logano e dunque ai -35 si torna 3-wide al comando con Alfredo, Bowman e Chastain, ma il rimescolamento prosegue con un un rapido passaggio da Alfredo a Chastain, poi Suárez dopo che la #62 è salita, dunque di nuovo Alfredo che copre lo stesso Chastain, ma arriva anche Daniel che raggiunge il compagno di squadra. Il centro crolla nuovamente e avanza l’interno guidato ora da Gragson. Le manovre però rallentano anche la fila esterna e così la coppia Logano-Preece si smarca da Noah, trova spazio al centro, salta la #4 ed Alfredo è costretto a tornare sulla difensiva avendo dietro affiancati Gragson, Logano e Chastain.

Mentre Byron accusa ancora problemi allo sterzo (poi si sfilerà in coda), Alfredo bada soprattutto a Chastain e Logano che cercano il sorpasso. Ross è davanti al giro di boa di metà gara (-26 nella stage), tuttavia il controllo è ancora per la #62 che poi decide di scendere e azzecca la mossa, infatti Gragson sta trovando la spinta di un ottimo Ware e avanza. Il centro perde ancora e così Chastain scende su Logano lasciando Berry al vento.

Ai -21 Busch va ai box, ma è tutto solo. Ha la anteriore sinistra sulle corde dopo i danni precedenti che hanno sballato l’assetto e questo rischia di rovinare ulteriormente la sua corsa. Fa saltare i piani anche ad Alfredo col quale sarebbe dovuto andare ai box, tuttavia la #62 pitterà da sola al giro successivo con nessuno che lo segue affossando la sua strategia audace.

Rimane dunque un 2-wide con Chastain e Logano a contendersi la prima posizione mentre all’esterno si rischia molto con Preece che va all’attacco e prova a far saltare Chastain. Logano osserva e poi si difende dall’attacco dello stesso Preece. Mentre succede questo, una nuova corsia esterna con Hocevar, Suárez e Gilliland prova a rilanciarsi evitando il rischio Berry-Chastain al punto che la #77 e la #99 riescono a scendere al centro. Nei giri seguenti Busch e Alfredo vengono doppiati senza scossoni.

Dopo la sosta singola di Austin Dillon ai -12, al giro successivo è la volta delle Chevy dei top team ai box con van Gisbergen che combina un piccolo guaio commettendo speeding ed arrivando lungo nello stallo. Mentre Hocevar e Logano in pista si contendono la prima posizione, ai -9 tocca alle Ford di punta più Suárez che combina un piccolo guaio commettendo speeding ed arrivando lungo nello stallo. Non il momento ideale in casa Trackhouse Anche Elliott commette speeding mentre Nemechek becca una rarissima pozzanghera e finisce in testacoda in accelerazione sull’apron ma non arriva la caution.

Ai -8 è la volta di praticamente tutti gli altri tranne McDowell ed Hamlin che si fermeranno ai -7. Nel frattempo Elliott sconta all’ultimo istante possibile, intelligentemente, la penalità perché altrimenti il trenino Hendrick avrebbe perso un vagone importante, sgranandosi nella caccia al gruppo.

Nel frattempo l’unione dei vari gruppetti avviene senza incidenti. Il più rapido in corsia box è stato Hocevar che balza al comando, inseguito da Logano, che quasi slalomeggia fra le auto in accelerazione arrivando al riaggancio ai -5. Wallace, che segue Carson, prova un altro blocco tardivo e rischia grosso nuovamente ma si salva finendo dietro alla #22. Joey avanza e poi scende sulla #77 facendo guadagnare Wallace seguito da Cindric. Mentre Gibbs, Hamlin, Herbst e Briscoe decidono di ribaltare tutto pittando nuovamente per pieno e cambio gomme (il timing è buono, non verranno doppiati), si va alla volata finale.

L’inerzia è a favore dell’esterno e Wallace avanza. Non avrebbe nemmeno bisogno della spinta di Cindric che comunque arriva timidamente. Bubba aggira Joey in curva3 all’ultimo giro e Logano prova a seguirlo mettendosi fra la #23 e la #2. Austin accenna anche una spinta sul compagno di squadra, ma differenza di traiettorie e velocità sono ad alto rischio e Cindric (giustamente) alza il piede per non innescare un incidente, anche se via radio Joey non la prende per nulla bene (eufemismo). Wallace vince la seconda stage su Logano, Larson, Cindric, Hocevar, Preece, Reddick, Gilliland, Smith e Berry; lucky dog per Suárez che lascia fra i doppiati SVG e JHN.

Mentre Byron e Busch anticipano la sosta per sistemare le rispettive vetture, arriva un altro giro di soste che, dietro ai citati Briscoe, Herbst, Gibbs ed Hamlin di strategia, premia Larson su Wallace, Logano, Reddick, Smith e Cindric. Rischio fra Hocevar e Berry con i meccanici pericolosamente vicini alle vetture.

Bandiera verde ai -62 e dall’esterno Briscoe ed Herbst avanzano con Chase che scende su Gibbs. Berry apre subito la terza corsia su cui si lanciano in sequenza Reddick, Cindric e Logano. Non è una situazione consolidata: Briscoe risale da Herbst lasciando così strada a Gibbs. Chase deve spostarsi ancora, infatti arriva di rincorsa Logano e bisogna andare esterni. In coda Elliott forza il 4-wide e tocca Suárez senza conseguenze.

Non nasce il 3-wide perché il ritmo è alto, si formano due corsie con Gibbs, Hamlin, Herbst e Wallace all’interno e Briscoe, Logano, Reddick e Larson all’esterno. Nel mezzo un Cindric-Berry in avanzamento che viene coperto dallo stesso Reddick seguiti da Briscoe-Logano.

Questo però porta senza quasi volerlo all’avanzamento della corsia interna in cui ci sono le citate quattro Toyota. Anzi, cinque dato che dietro a Wallace c’è anche il doppiato Nemechek. Sarà proprio la #42 l’arma decisiva in questa fase: il pilota Legacy fa ottimo gioco di squadra, permette a Briscoe di mettersi davanti a lui e poi chiude il buco. E quindi le sei Toyota lungo la linea gialla tornano ad alzare il ritmo che diventa insostenibile per qualsiasi attacco per i successivi 30 giri. Logano deve prima badare a Reddick (che si tocca con Alfredo e perde il treno buono) e deve cedere il testimone di guida dell’inseguimento del gruppo ormai 2-wide a Gilliland.

Le Ford non riescono a guadagnare, Gilliland-Logano, e poi Logano-Smith dopo che Todd si arrende e si mette dietro a Nemechek, provano a guadagnare ma al massimo si arriva al livello di Herbst, anzi basta una minima incertezza per perdere in un attimo quanto guadagnato nei cinque giri precedenti. E dunque si aspetta in ordine l’ultimo giro di soste.

Succede poco o nulla fino ai -26 quando le Toyota rallentano leggermente dopo aver consumato tanta benzina e gli altri, invece, possono ancora attaccare. Risale così la corsia esterna con Logano che riemerge e scende subito davanti a Gibbs a controllare il gruppo mentre all’esterno sale la candidatura di Smith spinto da Custer. Un giro più tardi la pit lane inizia a riempirsi.

Stanno per arrivare tre piccolissimi dettagli che, tuttavia, cambieranno totalmente la corsa.

Ai -24 ai box (solo rabbocco) ci vanno tutte le Toyota con Alfredo (che perderà la scia), Hocevar, McDowell ed Haley e la sosta migliore a sorpresa è quella di Carson (essendo stato in scia ha potuto fare una sosta con un rifornimento 1″ più breve) che balza davanti alle vetture giapponesi che, tuttavia, sono compatte ed hanno inerzia. Davanti, nel frattempo, ora Logano ha Berry al suo fianco e la sensazione è che le Ford in battaglia si stiano rallentando a vicenda ma, guardando i tempi successivi, invece guadagneranno sulle Toyota.

L’esterno comunque ha ancora più inerzia e inizia lo shuffle: Berry avanza e scende su Logano, Ty Dillon avanza e scende su Berry ma sul rettilineo opposto Josh lo spinge troppo e la #10 finisce sull’apron perdendo terreno. Le Ford, dunque, ai -20 riprendono il controllo della situazione.

Il più nervoso in questa fase è sicuramente Hamlin: ha davanti a sorpresa Hocevar ed ha paura che Carson alzi il piede per favorire le altre Chevy, poi se la prende anche con Herbst alle sue spalle per coordinarsi meglio, poi dicono a Denny che in tutto questo hanno rifornito troppo poco ed è due giri a corto.

Ai -17 ai box vanno T.Dillon, Preece, Logano, Smith, Gragson, Custer, Allmendinger, Gilliland, Chastain e Ware; anche in questo caso sosta pulita per tutti. Mancano all’appello 10 auto e sono Berry, Busch, Cindric, Byron, Bowman, Larson, Elliott, Suárez, Stenhouse e A.Dillon.

E i tre dettagli arrivano nell’arco di pochissimi secondi.

Primo: la sosta più veloce è quella di Cindric (attorno ai 3.6″) che balza al comando di questo gruppetto che si lancia in uscita dalla pit lane;

Secondo: mentre succede questo, in curva3 il gruppetto Hocevar-Toyota ha raggiunto il “gruppo Logano” e punta a passarlo di slancio. Carson si infila nel mezzo fra Ware e Chastain, poi il varco si chiude all’improvviso, Hamlin deve alzare il piede e non passa. E le Toyota con questo semplice intoppo vengono escluse dalla lotta per la vittoria. Hamlin, poi, dovrà pure sfilarsi in coda per arrivare fino in fondo con la benzina;

Terzo: arriva la notizia dello speeding di Berry e Busch (anche di Ware per la cronaca) che sconteranno insieme la penalità.

Intanto Preece è uscito dai box davanti a Logano, ma Cindric è ancora davanti. Ryan prova ad arrivare di rincorsa, tuttavia Larson copre e così a vincere la sfida delle soste è stato il gruppo che ha pittato per ultimo. Nasce dal merging un 2-wide compatto con Cindric all’interno e Byron, che ha coperto pure lui la rincorsa, all’esterno.

Si entra nella fase finale, mancano 12 giri e, in un gruppo di testa da 22 auto con Reddick, Herbst ed Hamlin al gancio, all’interno ci sono Cindric seguito da Larson, Preece e Logano, all’esterno Byron, Bowman, Gragson e Smith. Questa corsia sembra favorita, ha più inerzia (poca, ma ne ha) e in più in Hendrick possono collaborare. Byron mantiene spesso il muso davanti alla #2.

Ai -8 l’interno cambia l’inerzia e Cindric viene spinto davanti in curva4, ma Byron recupera sul traguardo e quindi si torna alla pari. Sul rettilineo opposto al giro successivo l’avanzamento è ancora più rapido favorito anche da alcuni vagonicini (tipo Austin Dillon) che saltano fuori dalla fila loro malgrado. Addirittura Cindric, Larson e Preece sono davanti a Byron e Ryan ne approfitta per mettersi davanti alla #24, in prima fila al fianco di Cindric. William spinge forte e in curva3 ai -6 per poco Ryan non scende su Cindric.

Mentre Ware rimane a secco, si torna così 2-wide in forma compatta con Preece col muso avanti ai -5 per 0.001″, ai -4 per 0.032″, ai -3 per 0.018″, ai -2 (invece) Cindric è al comando lui per 0.001″. Cindric riceve la spinta di Larson che sembra decisiva, ma sul trioval Preece torna sotto, anzi sopra, e alla bandiera bianca è davanti per 0.036″.

Nessuno attacca da dietro, forse tutti hanno paura, forse sono saltate le alleanze sgranate nel gruppo, rimangono a secco Smith e Ty Dillon a scombinare tutto ulteriormente. Wallace e Bowman si muovono in ritardo. I dettagli fanno la differenza in una lotta così ravvicinata. E chi spunta fuori in curva4 davanti ai leader? Il tandem Busch-Berry che dopo la penalità scontata è rimasto compatto. I due ovviamente viaggiano lungo la linea gialla e involontariamente regalano un refolo di scia a Cindric che recupera i centimetri mancanti e batte sul traguardo Preece per 0.022″.

Cindric vince così la terza gara in carriera (e in tutte e tre le occasioni è stato il pilota Penske a vincere per primo nella stagione) precedendo sul traguardo Preece, Larson, Byron, Logano, Gragson, Elliott, Hocevar, Bowman e Wallace, poi dopo i controlli tecnici una doppia squalifica per Preece e Logano (che perde così la prima top5 in stagione), uno per irregolarità nelle alette aerodinamiche, il secondo per un bullone allentato nello spoiler (i rispettivi team hanno già rinunciato all’appello) e così salgono in top10 Suárez ed Austin Dillon. Fra gli altri nomi protagonisti della corsa, Gibbs 17°, Smith 19°, Chastain 20°, Hamlin 21°.

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