NASCAR | Cup Series: Stenhouse trionfa nella Daytona 500 più lunga di sempre!

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Tempo di lettura: 22 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
21 Febbraio 2023 - 08:30
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Due overtime, 212 giri e 530 miglia totali. Una Daytona 500 relativamente tranquilla si anima nel finale quando i big vengono eliminati dagli incidenti. Stenhouse emerge nel finale e beffa Logano alla caution decisiva


Quella del 75° anniversario della NASCAR (e 65° per la gara in sé) è stata una Daytona 500 quasi da copione, per certi versi simile a quelle degli anni scorsi e per altri diversa. Mai si era visto un plotone così compatto e senza incidenti nelle prime fasi (prima vera caution al giro 119 dei 200 in programma), poi si è tornati su binari sempre più veloci e agitati. La miccia innescata a 17 giri dalla fine ha prodotto la selezione finale che ha tolto di scena molti dei favoriti, annullato le possibili alleanze, permesso l’emergere degli outsider.

A vincere di una gara prolungata da ben due overtime per totali 12 giri (mai così tanti nella storia della Daytona 500) è stato Ricky Stenhouse Jr., uno specialista degli superspeedway coinvolto però negli anni scorsi in qualche incidente di troppo. Una gara ordinata invece l’ha premiato con il successo più prestigioso della carriera, insieme ai due titoli in Xfinity Series, che rompe un digiuno durato oltre 200 gare e quasi sei anni quando vinse sia la gara primaverile di Talladega che quella estiva di Daytona, ovviamente sempre superspeedway.

La gara

In una giornata quasi primaverile (25 °C) e con un po’ di brezza che porta un po’ di nuvole minacciose che per fortuna non scaricheranno pioggia, tutto è pronto per la 65esima edizione della Daytona 500. I controlli tecnici vanno tutti bene e dunque l’unico a dover partire dal fondo è Kyle Busch con il muletto (originariamente previsto per Austin Dillon) che ancora rimugina sull’incidente del Duel e sul fatto di aver perso una vettura a suo dire potenzialmente vincente.

Prima del via solo qualche problema tecnico: la telecamera posteriore che funge da specchietto retrovisore di Conor Daly non funziona e quindi il pilota della #50 deve ricorrere ai vecchi metodi. Anche Cody Ware fa una tappa in pit lane per poi ripartire mentre Travis Pastrana, al debutto in Cup Series, ha qualche interferenza alla radio.

Alla bandiera verde Bowman parte bene, tuttavia a spingere di più è Logano che manda Larson al comando; dopo il primo giro la #5 è al comando per 0.005″. Per gran parte della stage la situazione resterà stabile in equilibrio sul filo del rasoio, infatti il gruppo rimane 2-wide compatto per 20 file senza grossi movimenti di posizioni (a parte qualche rimonta come quelle di Kyle Busch e di Johnson) ma tanti piccoli spostamenti che tengono tutti col fiato sospeso.

L’alternarsi di Larson e Bowman col muso davanti è portato avanti dalla velocità della #48 e dalle spinte della #22 malgrado Logano non si senta sicuro con l’assetto in curva4. L’equilibrio si rompe dopo 11 giri quando una spinta di Joey manda Kyle al comando; il trenino nella fila interna avanza e ad approfittarne dal terzo vagone è Bell che si sposta davanti a Bowman ed un giro più tardi è Christopher a passare in prima posizione; è il primo giro in testa della settimana per le Toyota dopo lo 0/120 nei Duel.

In coda – come detto – c’è qualche movimento, qualcuno probabilmente si fa sfilare per evitare rischi e al 15° giro a farlo è Stenhouse; l’epilogo sarà decisamente opposto. L’elastico al comando porta Bell e Larson ad alternarsi davanti e quando uno sembra staccare l’avversario, ecco che al giro dopo tutto si rimette alla pari fra i due ex amici stelle dello sterrato.

Al 20° giro (dei 65 della prima stage) c’è il primo vero attacco: le Toyota provano a creare una terza fila al centro con Wallace, Reddick, Haley che salta sul treno, Truex ed Hamlin. E invece nemmeno questo cambia la situazione e l’equilibrio regna. I primi che sembrano staccarsi in coda sembrano essere Daly, come da pronostico, e a sorpresa Chastain in una fila indiana sempre più al gancio.

Al 27° giro il primo fatto importante: Ty Dillon rallenta e va ai box con fumo che esce dagli scarichi. Il motore si è rotto ed il suo è un ritiro inevitabile. Mentre Daly si stacca (riuscirà ad arrivare al traguardo staccato di sei giri contro molti pronostici) la gara prosegue perché la NASCAR non rileva fluidi in pista.

A metà stage comincia, finalmente, a rompersi l’equilibrio: la corsia esterna inesorabilmente avanza e Bell si porta dietro Bowman. Appena si crea il varco Almirola però cambia corsia, si porta dietro Cindric ed i due si mettono davanti a Larson tornando alla pari con Bell. L’esterno però avanza di nuovo e la trainata di Christopher permette alla coppia Bowman-LaJoie di attaccare a sua volta con le stesse modalità precedenti e così la #48 torna al comando.

Al giro 37 il primo “break” dato che inizia il giro di soste sotto green. Ad iniziare il turno sono praticamente le Ford in blocco, al passaggio successivo è la volta delle Chevrolet (più qualche estraneo), 2.5 miglia più tardi arrivano le Toyota più un Herbst, al debutto in Cup Series, che finisce in testacoda in ingresso di pit lane e si prende pure una penalità, ma la caution non arriva. L’ultimo a fermarsi al giro 40, ultimo a mancare all’appello, è Travis Pastrana che così ha l’onore di essere in testa al passaggio delle 100 miglia.

All’uscita dai box Hamlin sembra prendere il comando, tuttavia di slancio da dietro arrivano le Ford comandate da Briscoe. Chase e Denny lottano, tuttavia la Toyota #11 resiste portandosi dietro i compagni di marca. Il gruppo ai -20 nella prima stage è ovviamente rimescolato, ma si forma di nuovo un plotone compatto 2-wide seppur composto da “sole” 31 vetture.

L’attenzione si sposta anche in coda al gruppo su coloro che nel primo giro di soste hanno avuto qualche problema. Herbst, Daly, Pastrana (che ha scontato pure una penalità) sono già doppiati, a seguire poco più tardi ci sono Zane Smith e McLeod e in pericolo ci sono anche Allmendinger e la coppia Gragson-Burton.

La lotta al comando fra Briscoe ed Hamlin replica quelle già viste a inizio gara, tuttavia alla fine Chase dall’interno sembra avanzare. È in questo momento che Wallace decide di uscire dalla sua scia e portarsi all’esterno davanti ai compagni di squadra. La manovra però è poco coordinata e quando Bubba arriva davanti alla #11 e alla #19 sul rettilineo opposto la spinta eccessiva di Truex passa ad Hamlin ed arriva sul paraurti della #23 che sbanda e finisce a muro.

Mentre Wallace rallenta e va ai box per delle rapide riparazioni, le Toyota non sembrano risentire di quanto successo ed avanzano prepotentemente. Pian piano si sta formando anche il famigerato trenino in fila indiana, ma mancano anche pochi giri alla fine della stage e quindi Hamlin si porta subito più interno per evitare attacchi altrui come quello di Bell che fallisce subito.

Ad iniziare l’attacco decisivo ai -4 è Logano che riapre la seconda corsia, saltano su molte Ford fra cui la locomotiva Keselowski. Le manovre arrivano nel mezzo di un gruppetto di doppiati e fra di essi a giocare un ruolo decisivo è Allmendinger che, nel tentativo di restare lucky dog, praticamente blocca la corsia interna creando un pericolo enorme che per fortuna non provoca incidenti.

Malgrado qualche ostacolo l’attacco di Brad viene finalizzato positivamente all’ultimo giro: Keselowski vince la prima stage davanti a Preece, Buescher, Harvick, McDowell, Gibbs, Johnson (ottimo settimo), Almirola, Truex e Gilliland con Hamlin 11°. Allmendinger si prende il lucky dog beffando Wallace mentre Gragson e Burton si salvano per pochi secondi.

Alla prima caution della corsa arriva un altro giro di soste. Preece esce dai box al comando, dietro c’è un po’ di confusione con molte vetture affiancate, Logano ed Hamlin quasi entrano a contatto e se le mandano a dire, Buescher perde tempo, qualcuno ne approfitta per una doppia sosta e riparazioni varie, McLeod deve sistemare i freni che non vanno.

Alla ripartenza dei -59 Harvick spinge il compagno di squadra Preece, tuttavia Almirola rimanda al comando Keselowski che copre subito la #41 aprendo la porta ad Aric che viene sospinto da Cindric malgrado un cofano che vibra pericolosamente. Le Ford sono passate al controllo della corsa. Si ristabilisce così l’equilibrio già visto a inizio gara con il gruppo 2-wide con 33 vetture a pieni giri. Si affaccia nella top10 Kyle Busch.

La corsia di Keselowski all’esterno pian piano guadagna ma non è sui binari e la sbandata di McDowell è la prova, Almirola così inizia un elastico fra Keselowski e qualche posizione più indietro. Alla fine però la corsia di sinistra allunga e ciò permette alla coppia di ex compagni di squadra Truex e Kyle Busch di portarsi davanti alla #10 mentre il tandem Keselowski-Preece in certe fasi allunga prima di esaurire l’inerzia.

E proprio mentre l’esterno con Truex sembra poter raggiungere il leader la sua corsia crolla all’improvviso. Al giro di boa di metà gara Keselowski precede Preece, Harvick, McDowell, Jones, Johnson, Larson, Reddick, Stenhouse e Truex che ha trovato un varco all’interno lasciando Busch a perdere altre posizioni prima di fermare l’emorragia.

La situazione si stabilizza per qualche giro perché è in arrivo un altro passaggio ai box. Al giro 107 è la volta delle Chevrolet (con solo pieno per molti e penalità per eccesso di velocità per Kyle Busch) con Larson che esce davanti, poi al 109 delle Ford (e Preece scavalca Keselowski perché Brad cambia due gomme), al 110 delle Toyota. Mancano all’appello solo cinque vetture, quelle del Team Penske più l’alleato Burton e Buescher e fa molto strano vedere le Ford che non si sono fermate tutte in blocco. Al giro 111 arriva anche il loro turno.

L’uscita dai box è sempre il momento cruciale. Le Ford che si sono fermate da sole per ultime sembravano aver sbagliato strategia ed invece Logano è ancora al comando quando arriva il gruppo. Fondamentale per lui è Blaney che alle sue spalle blocca lo slancio di Reddick e delle Toyota (con Bell che invece ha perso la scia); paga dazio momentaneamente invece Buescher.

Il gruppo però non si è assestato e l’incertezza regna. Buescher riesce a rimettersi dietro Gibbs e sta in scia alla coppia Penske mentre Larson scivola dietro a Reddick, poi Chris attacca di slancio e si porta col muso davanti a tutti mentre Kyle Busch viene doppiato.

Si torna così 2-wide, ma per poco. Al giro 118, dunque ai -12 nella stage, arriva il primo incidente della gara. All’esterno in curva4 Harvick spinge troppo Reddick che perde il controllo e nel parapiglia vengono coinvolti anche Blaney, Elliott, Jones, Truex, lo stesso Kyle Busch, Larson e all’ultimo pure Suárez.

Per tre big la Daytona 500 finisce presto, infatti Reddick, Elliott (mai visto praticamente fino a questo momento) e Jones prendono la via del garage mentre Blaney ha l’anteriore destra pesantemente danneggiata ma riesce a proseguire la corsa staccato di solo un giro. Wallace torna a pieni giri col lucky dog.

Le strategie si dividono per la prima volta: il leader Buescher va ai box ad anticipare la sosta di fine stage lasciando Logano al comando; Johnson e McLeod, ancora con problemi ai freni, si prendono una penalità per eccesso di velocità mentre Pastrana paga un errore dei meccanici.

Si riparte ai -6 con Logano, Truex, Chastain (che ha evitato per un pelo l’incidente), Bowman, Stenhouse, Allmendinger e Bell che non si sono fermati. L’interno con Joey avanza, tuttavia Chastain lotta alla pari con la #22 in una lotta di tandem per qualche giro.

L’equilibrio si rompe ai -2 quando Chastain riesce a mettersi davanti e scendere su Logano con una manovra millimetrica. L’ultimo giro è una prova generale di volata che viene vinta proprio da Chastain davanti a Bowman, Stenhouse, Logano (Ricky e Joey a pari millesimi da Ross), Cindric, Truex, Byron, Allmendinger, Buescher e Bell che ha sfruttato la caution per riunirsi ai leader; Kyle Busch è il lucky dog.

Al break si completa il giro di soste ed Almirola con un pit stop più rapido esce davanti a tutti; Chastain finisce in coda per uno speeding insieme a Bell e Gragson, problemi di rifornimento per Gilliland che deve tornare in pit lane per il pieno. Al comando si è portato con una strategia già quasi disperata e malgrado i danni precedenti Bubba Wallace.

Dopo le wave around per Zane Smith e Pastrana che tornano a pieni giri (per un totale di 32 vetture) e qualche rabbocco (Bowman e le Toyota) si riparte con 63 giri da disputare. Aric in pochi metri torna al comando dato che Wallace ha la vettura danneggiata.

La green dura poco tuttavia dato che Blaney fora a causa del passaruota danneggiato e torna ai box su tre ruote. Non inquadrato al momento della caution, Bowman viene toccato (forse da Kyle Busch su innesco di Stenhouse) e mandato in testacoda, poi ai box si toccherà leggermente pure con Gragson. Smith e Pastrana sfruttano meglio la wave around ed Herbst torna a pieni giri.

Dopo qualche sosta (Logano, Larson, Allmendinger ed altri ed è un momento importante per il finale) si riparte ai -57 con Wallace che può ancora poco e così Almirola resta al comando davanti a Buescher ed Harvick. Le Ford sono ancora in controllo della corsa con cinque vetture nella top6 ed il solo Hamlin come intruso.

Poco più tardi Keselowski salta all’esterno davanti a Cindric che si è liberato di Wallace, Buescher lo imita e così la #17 torna al comando anche se Almirola al suo fianco rimane alla pari sospinto da Harvick. A 50 giri dalla fine le Ford nella top10 sono sempre di più (otto più gli estranei Hamlin e LaJoie).

Ormai la gara sta tornando nei canoni: quando Buescher e Keselowski scendono all’interno lasciando Cindric al vento sembra che la formazione della fila indiana sia inevitabile, la classica calma prima della tempesta. E invece a rianimare la battaglia ci pensa Harvick che salta fuori davanti a Cindric, Almirola non coglie l’attimo e permette ad Hamlin di farsi sotto. Non è solo Aric a reagire lentamente, pure la coppia RFK si sposta troppo piano verso Harvick e così Hamlin si trova la porta spalancata verso la prima posizione.

Mentre Harvick viene fatto saltare dalla fila, sembra che la gara di Denny sia finalmente iniziata, e invece la coppia Buescher-Keselowski si riorganizza in poco più di mezzo giro e la #17 ritorna davanti a tutti. Il gruppo è ancora compatto e ai -45 i primi 33 sono racchiusi in appena 1.83″.

In coda c’è un po’ di rimescolamento, ma pure davanti dato che Almirola, il quale si trova al vento dopo che la coppia RFK copre Hamlin, raggiunge Buescher. La #17 e la #6 però sono in totale controllo della corsa ed ormai è chiaro a tutti che la strada verso la vittoria passerà da loro.

Alla fine la fila indiana inizia a formarsi, l’interno cede bruscamente, Almirola si mette dietro ai due leader precedendo Cindric, Preece e Suárez, che è riuscito a far saltare Burton, Hamlin e McDowell; LaJoie completa la top10 ai -40.

La finestra per l’ultima sosta si è aperta, tuttavia la paura di un overtime c’è e quindi tutti aspettano lungo il muro. Tutti o quasi visto che Suárez ci prova, ma Hamlin non è d’accordo e per un attimo lo fa saltare dalla fila. Per sua fortuna Daniel trova di nuovo un varco all’esterno mentre la manovra di Denny rimbalza e la #11 viene passata da LaJoie. Mentre ci sono sette Ford al comando Blaney viene doppiato per la seconda volta.

Ora è davvero calma prima della tempesta: ai -30 ci sono le citate Ford (Buescher, Keselowski, Almirola, Cindric, Preece, Burton e McDowell) davanti ad una sola Toyota (Hamlin) e poi sei Chevrolet (Suárez, Larson, Dillon, Chastain, Busch e Stenhouse); sempre 33 auto nel gruppo di testa.

Il primo ad andare ai box è Wallace, ma solo perché era fuori sequenza, poi qualche movimento inaspettato come l’attacco di Burton, McDowell ed Hamlin che ha come risultato il sorpasso di Harrison su Preece e quello di Suárez su Michael. Sembra qualcosa di transitorio ed invece in pochi secondi parte ai -25 all’attacco la riformata seconda fila guidata da Burton.

Si capisce in fretta però il motivo di questo spostamento: ai -24 le prime Ford vanno ai box (Keselowski scavalca Buescher in uscita), ai -23 è la volta delle Toyota (con Truex che guadagna), ai -22 un gruppo sparso (McDowell, Bell, Harvick, Gibbs e Briscoe), ai -21 per le Chevrolet (Larson davanti con speeding di Stenhouse).

Mancano all’appello in sintesi solo Burton, Logano, Gragson, Byron, Ware e Kyle Busch e ancora una volta sembra una strategia suicida dato che nei giri precedenti erano in un 2-wide che inevitabilmente li ha rallentati rispetto a coloro che si erano fermati ordinatamente ai box.

Il ricongiungimento si rivela ancora fondamentale. In uscita dai box Burton e Logano sembrano spacciati dato che stanno arrivando Keselowski e Buescher, tuttavia ancora una volta i due insieme ai colleghi di strategia si difendono molto bene e restano davanti. Ovviamente però il gruppo non è ordinato seppur in fila, anzi rischia di sparpagliarsi per la pista. Dopo un giro arriva l’incidente: fra curva1 e 2 ai -19 c’è un piccolo rallentamento nell’aggirare Gragson che ha come un effetto valanga e l’innesco del tamponamento a catena è la toccata di McDowell su Preece.

La lista dei coinvolti vede Harvick, Truex, Preece, Briscoe (disastro in casa SHR), Gibbs, Johnson e McDowell anche se a terminare la gara sono solo la #14 e la #41. Mentre Blaney recupera uno dei due giri persi la classifica vede Burton al comando su Logano, Byron, Kyle Busch, Larson, Dillon, Suárez, Allmendinger, Gragson e Keselowski.

Le buone notizie però non proseguono per Burton, infatti gli dicono che è due giri a corto col carburante mentre Logano pare essere a posto anche grazie al rabbocco effettuato alla caution precedente. La sorpresa arriva anche al choose cone sempre più decisivo ed inedito a Daytona: Logano non va con Burton e sceglie la spinta di Byron.

La bandiera verde sventola a 13 giri dalla fine e Burton rimane da solo, dunque Logano ha vita facile nel mettere il muso davanti; Kyle Busch ci prova a spingere Harrison ma ai -12 Joey è da solo al comando.

La #22 sembra aver preso il controllo delle danze, e invece la situazione salta di nuovo. Joey, spinto dalla #24, finisce sull’apron sul trioval, perde velocità e il gruppo si scompiglia, si infilano Burton e Byron, ma a trovare il varco buono in curva2 è Allmendinger che a sorpresa passa in prima posizione. Sul rettilineo opposto poi Burton fa saltare dalla fila lo stesso Logano. Per chiudere il giro pazzo in curva4 Busch cerca di aggirare Harrison e bacia il muro.

Dal caos però emerge incredibilmente di nuovo il tandem Keselowski-Buescher che supera AJ ed ai -10 Brad è di nuovo in controllo; dopo Allmendinger completano la top10 Larson, Busch, Dillon, Suárez, Byron, Johnson e Bell.

Si arriva al momento strategico della corsa. Il 2-wide implode e si forma una fila indiana in cui ci sono davanti a tutti la coppia RFK seguita da quella RCR di Kyle Busch ed Austin Dillon. La top10 vive un enorme elastico con ogni giro un gruppetto che va da cinque a sette o più vetture che sembrano allungare e poi vengono riprese. Dietro ai quattro citati ci sono in attesa Byron, Stenhouse, Logano e Cindric; Bell e Larson chiudono le prime dieci posizioni.

Mentre Ricky sembra più quello in difficoltà nel tenere il ritmo, Byron fa l’elastico e Buescher sembra sull’orlo di una crisi di nervi in una situazione delicata nel difendere Keselowski dall’inevitabile attacco RCR che arriverà alle sue spalle. Logano e Cindric sembrano infine troppo lontani per poter finalizzare qualcosa.

Il primo a farsi vedere ai -5 è timidamente Stenhouse ma torna in linea. Il vero attacco arriva ai -3 sul rettilineo opposto ed ovviamente a portarlo è Kyle Busch. Il gruppo esplode e Rowdy seguito da Dillon e Byron passa le due Ford che non possono nulla, quasi non reagiscono.

Forse la non reazione è la mossa giusta, infatti Logano fa saltare Stenhouse, pur perdendo Cindric, e così c’è un terzetto Ford all’inseguimento di tre Chevy. Nemmeno il tempo di programmare l’attacco che Suárez in vista del penultimo giro finisce in testacoda in curva4 molto probabilmente dopo essere stato toccato da dietro da Johnson.

Mentre la #99 si pianta nell’erba con le gomme forate e perde un giro, la caution manda tutti inevitabilmente all’overtime; Blaney torna a pieni giri. Kyle Busch è già nel mood RCR dato che via radio dice “Fosse stato il 1998 (quando vinse Dale Earnhardt, nda) avrei vinto” dato che allora non c’erano supplementari. E invece Rowdy deve ancora soffrire per vincere la sua prima Daytona 500.

Non ci sono soste e si va dritti al choose cone: RCR punta al gioco di squadra, molto pericoloso in queste fasi, con Dillon interno che vuole lasciar scendere Busch dalla sua destra. La seconda fila (con Byron dietro la #3 e Logano dietro la #8) ovviamente ha tutto l’interesse per far saltare i piani.

E alla bandiera verde del primo overtime succede ovviamente questo anche con l’aiuto di Stenhouse che, una volta che Busch si riunisce con un Dillon non scattato al meglio, si attacca al retrotreno di Logano che in curva2 è già al comando. Joey in prima posizione dura poco dato che lo stesso Ricky lo salta insieme a Larson.

La tregua dura poco tuttavia, dato che all’interno la situazione è disperata visto che sono stati sverniciati, e così la spinta di Byron su Austin Dillon si trasforma in un altro incidente, il primo vero big one (al giro 202 dei 200 in programma) che coinvolge anche – chi più, chi meno – Cindric, Gilliland, Burton, Gragson, Haley, Herbst, Johnson, Zane Smith, Hamlin, Keselowski e Chastain.

La classifica in vista del secondo overtime è rivoluzionata: uno Stenhouse che teme di rimanere a secco precede Larson, Bell, Logano, Allmendinger, Busch, Hamlin, Bowman, Wallace e Almirola. Qualcuno va ai box a rabboccare, poi si arriva al choose cone.

Dopo una caution fin troppo lunga (secondo qualcuno sarebbe stato meglio esporre la bandiera rossa) alla ripartenza all’interno si presentano Larson, Bell e Allmendinger, all’esterno Stenhouse, Logano e Busch. Bandiera verde e la terza fila si perde lasciando due coppie a lottare, poi però la #8 trova la scia buona a differenza della #16 e così il trenino all’esterno acquista velocità lasciando Stenhouse al comando.

La spinta ricevuta però forse è eccessiva e Ricky, mentre scende su Larson, si trova da solo all’inizio dell’ultimo giro e così viene attaccato prima da Larson e poi da Logano con Kyle Busch che vanno 3-wide. Ed è proprio all’esterno in curva1 che arriva l’ultimo incidente della corsa: Almirola spinge troppo Pastrana che travolge Larson (finito da solo nel mezzo del 3-wide) e si innesca un altro botto, il più violento della serata con la #5 che finisce frontalmente a muro coinvolgendo Allmendinger, Hamlin, Kyle Busch, Keselowski, Wallace, Cindric e Blaney.

La caution viene ovviamente esposta e sarà la moviola a decidere il vincitore. I due contendenti sono Stenhouse e Logano che sembrava essere passato davanti ma non con troppo slancio dato che Bell è incollato a Ricky a differenza della #8 nei confronti della #22. Joey ci prova a presentarsi davanti alla #47 alla bandiera a scacchi, ma l’esito dalla direzione gara arriva rapidamente. All’esposizione della bandiera gialla davanti a tutti c’era Stenhouse e dunque è lui il vincitore della Daytona 500.

Mentre Stenhouse rimane a secco e non può nemmeno fare i burnout e Logano mastica amaro per il secondo posto, pian piano viene ricostruita la classifica. Sul traguardo si presentano altre 15 vetture, nell’ordine Bell, Buescher, Bowman (primo poleman nella top5 in oltre 20 anni), Allmendinger, Suárez (che al giro 200 era impantanato e doppiato prima di un fortunato lucky dog), in maniera incredibile Blaney, Chastain, Herbst (top10 al debutto in Cup Series), Pastrana (da applausi), Harvick, Smith, Ware, Truex, LaJoie ed Hamlin.

Stenhouse con una gara – finalmente – pulita è tornato uno dei più forti sugli superspeedway così come successo nel 2017 prima a Talladega e poi d’estate a Daytona. Poi più nulla, la separazione da Roush (con cui aveva un lungo contratto già firmato addirittura con opzione proprio fino al 2023) per far posto a Buescher ed un digiuno di oltre 200 gare interrotto nella Daytona 500 più lunga della storia, 212 giri totali per 530 miglia.

NASCAR Cup Series Stenhouse 2 Daytona 2023

La prima gara del campionato ha già regalato una sorpresa. Dare Stenhouse già ai playoff forse è precoce, ma il 2023 è iniziato nella scia del 2022, con un outsider in victory lane. La strada verso la top16 è già un campo minato e le insidie sulla strada saranno molte.

I risultati odierni

La classifica della Daytona 500 2023

La classifica generale

Così in campionato 1 delle 36 gare della NASCAR Cup Series 2023

Le altre categorie

Xfinity Series: Austin Hill si ripete a Daytona!

Truck Series: Zane Smith raddoppia a Daytona in una gara accorciata per pioggia

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend inizia la trasferta ad Ovest della NASCAR. La prima tappa sarà in California a Fontana dove dovrebbe esserci anche l’ultima gara sull’ovale californiano in configurazione speedway da 2 miglia prima dei lavori – non tanto amati dai tifosi – di trasformazione in uno short track e che dureranno a lungo e ancora con un cronoprogramma non definito. L’unica certezza pare essere il ritorno della NASCAR nella nuova Fontata a lavori conclusi.

Sabato sera alle 23:00 ci sarà la gara della Xfinity Series, domenica alle 21:30 (ovviamente in diretta su Mola) quella della Truck Series. Settimana di pausa per la Truck Series che tornerà a Las Vegas il 3 marzo.


Immagine: Media NASCAR

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