NASCAR | Cup Series: Shane van Gisbergen riscrive la storia dello sport con la vittoria a Chicago!

NASCAR
Tempo di lettura: 15 minuti
di Francesco Gritti @franz_house_vg
3 Luglio 2023 - 14:20
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Shane van Gisbergen vince la Grant Park 220 a Chicago. Il tre volte campione Supercars si è imposto immediatamente alla prima apparizione in NASCAR.

La gara dell’anno 2023 si è tenuta oggi a Chicago. La vittoria di Shane van Gisbergen, debuttante assoluto in NASCAR con 3 titoli Supercars in tasca, la presenza di un circuito cittadino per la prima volta in Cup Series, un gran numero di incidenti spettacolari (anche se con pochi danni riportati) e in grado di rimescolare le carte e le condizioni meteorologiche variabili hanno fornito agli spettatori uno degli eventi che passeranno alla storia del motorsport.

La prima metà della stagione di NASCAR Cup Series si chiude al Chicago Street Course, primo cittadino della storia della massima categoria di stock car. Il diciottesimo appuntamento stagionale, la Grant Park 220, è quindi uno di quelli che segna la storia del medium motosportivo. In questo round bisogna tenere d’occhio le varie entry non provenienti da questo mondo che, magari più abituate a tracciati simili, potrebbero mischiare le carte in tavola.

Come già scritto nel paragrafo precedente, il Chicago Street Course non è un normale circuito, bensì è un vero e proprio cittadino, ricavato dalla chiusura al pubblico di alcune strade del downtown della città più importante dell’Illinois.

Presentato durante la iRacing Pro Invitational Series (campionato corso da piloti NASCAR durante la pandemia) nel 2021 e sviluppato proprio su iRacing, il tracciato lungo 2.14 miglia, inaugurato con la gara di Xfinity Series tenutasi ieri (sabato 1 Luglio), è formato da 12 curve, 9 a destra e 3 a sinistra. L’assenza di vie di fuga rende questo impianto unico, soprattutto considerando l’impossibilità da parte dei piloti di commettere errori senza terminare nelle barriere. La gara, denominata Grant Park 220, si tiene su una lunghezza di 100 giri.

Si schierano al via 37 vetture. Cambia la lineup di Rick Ware Racing, che porta Jenson Button sulla #15 e Andy Lally (pilota di Magnus Racing in IMSA) sulla #51. L’unico part timer presente è un ospite d’eccezione. Si tratta del 3 volte campione Supercars (in cui attualmente occupa la quarta posizione) Shane van Gisbergen, iscritto sulla Chevrolet #91 di Trackhouse Racing. Doveva essere presente anche Jimmie Johnson sulla Chevy #84 di Legacy Motor Club, ma il team ha preferito ritirarsi a causa del grave lutto familiare subito dallo storico pilota Hendrick.

Le vetture vengono divise in 2 gruppi durante le qualifiche. Ognuno di essi durerà 15 minuti, tempo che verrà utilizzato per tentare di siglare il miglior giro cronometrato. I migliori 5 di ogni divisione avranno 10 minuti supplementari, necessari alla definizione delle prime 10 posizioni sullo schieramento.

Denny Hamlin, sulla Toyota #11 di Joe Gibbs Racing, guadagna grazie al suo 1’28.435″ la prima pole position su un cittadino della storia della NASCAR. Ad affiancarlo in prima fila, appena 44 millesimi più lento, c’è il suo “sottoposto”, Tyler Reddick, sulla Toyota #45 di 23XI Racing. Nonostante sia alla sua prima esperienza su una stock car dopo un veloce test lunedì scorso al Roval di Charlotte, Shane van Gisbergen partirà dalla terza posizione.

Tanti gli incidenti già al sabato. Nelle libere finiscono a muro già Stenhouse ed Haley (per loro partenza dal fondo dato che saltano le prove ufficiali) mentre nelle qualifiche, dopo i contatti rilevanti ma non distruttivi di Byron e Cindric, a far notizia sono gli incidenti di Elliott prima, che cercava la qualificazione proprio seguendo van Gisbergen, e di Harvick poi.

La gara

A causa del grosso temporale (con allerte alluvione e tornado annesse) che ha colpito Chicago, la partenza viene ritardata di circa un’ora e mezza rispetto alle ultime modifiche del programma. Inoltre, date le condizioni difficoltose del tracciato, i piloti hanno completato diversi passaggi dietro la pace car prima dell’inizio della gara.

Hamlin scatta male, tanto da venire infilato da Reddick già in uscita dalla prima curva. Il sorpasso riuscirà definitivamente alla quinta piega, punto in cui si assiste al testacoda di Almirola. Pochi metri dopo avviene il primo dei numerosi incidenti che caratterizzano la corsa. Jones perde il controllo della vettura in staccata in curva 6 e colpisce Keselowski e Gragson, mandandoli contro la barriera di gomme. Anche Hamlin segue quest’esempio allargando troppo al secondo ingresso su South Lakeshore Drive.

La prima caution viene chiamata al giro 3. Busch perde il controllo della vettura in curva 6 e si incastra nella barriera di gomme. Riuscirà ad uscire, aiutato dal carro attrezzi di servizio con solo danni estetici. Nel momento di ingresso in pista della pace car, Reddick aveva già 5 secondi di vantaggio su Bell, primo degli inseguitori.

La ripartenza vede i due alfieri Toyota appena citati e “l’ospite” van Gisbergen staccarsi dal gruppo. Il trio di testa, almeno inizialmente, è addirittura 4 secondi al giro circa più veloce di McDowell e Truex Jr., posti relativamente alle loro spalle.

Durante il nono passaggio Reddick compie un errore. Il pilota 23XI va largo in curva 6 e lascia la prima posizione a Bell. Oltretutto Gilliland perde la vettura in inserimento su East Roosevelt Road durante la tornata successiva.

Giro 13, seconda caution. Gragson perde leggermente la vettura in uscita da curva 6 e si incastra sotto le gomme. Nonostante la dinamica ricordi molto quella già vista con Busch, l’impatto con gli pneumatici non è perpendicolare col muso e l’esito è diverso: il rookie dovrà compiere diverse riparazioni alla scocca che lo vedranno rientrare in pista attardato rispetto ai rivali. Diversi piloti, tra cui Blaney, Wallace e Gilliland, sfruttano la neutralizzazione per cambiare gomme o solo rifornire come nel caso di Ryan.

Il ritorno in pit lane della pace car non smuove gli equilibri già creati. L’unico vero evento degno di nota di questa fase di gara è il rallentamento di Blaney per un piccolo contatto col muro in uscita da East Congress Plaza Drive che gli fa perdere diverse posizioni.

Christopher Bell, sulla Toyota #20 di Joe Gibbs Racing, vince il primo stage, ma, visto che Chicago è un road course a tutti gli effetti, non rallenta dopo il passaggio sotto la bandiera a scacchi bianchi e verdi. Reddick e van Gisbergen, secondo e terzo, hanno preso un bel margine dagli avversari in grado di ottenere punti, ossia, in ordine, Truex Jr. (che dopo aver passato la #34 non sembra riuscire a recuperare), McDowell, Suarez, Larson, Allmendinger, Gibbs e Button.

L’inizio del secondo stage coincide con un miglioramento netto delle condizioni dell’asfalto. Bowman, Haley, Briscoe e LaJoie sono i primi a montare le gomme da asciutto, ma ben presto si nota come questa strategia non paghi, almeno per il momento. Durante il passaggio successivo si fermano anche Logano e Button. Il campione in carica, fresco da un bump contro il muro di gomme esterno a curva 6, ha dovuto evitare le manovre del campione F1 2009, girato da Buescher mentre cercava lo stretto ingresso della pit lane.

I primi momenti sulla slick sono duri e molte vetture fuoriescono dalla traiettoria ideale. Gilliland sfiora la barriera al termine della prima frenata sulle gomme nuove, mentre Blaney urta quelle già consumate poste all’esterno della sesta piega.

Bell e Reddick rientrano assieme al termine del ventiseiesimo giro, probabilmente al momento giusto per il crossover, lasciando van Gisbergen leader incontrastato della corsa. Il neozelandese, che rientra un paio di miglia più tardi, riesce così a completare davanti a tutti il passaggio scrivendo un piccolo capitolo di una storia che poi diventerà ben più grande. Insieme a lui torna ai box anche Gibbs; la piazzola di van Gisbergen è posta prima della linea del traguardo e questo permette a Ty di effettuare il cambio di leadership.

L’undercut di Bell ha successo. Il rientro in pista del neozelandese avviene quando il pilota Toyota originario dell’Oklahoma si trova già in prima posizione, presa grazie a un attacco in ingresso su East Balbo Drive su un ottimo Bilicki ancora su gomme wet.

Va però citato come, anche se solo per un centinaio di metri, la Chevrolet #78 di Live Fast Motorsports, probabilmente la peggior auto dell’intero lotto, si sia trovata virtualmente in prima posizione. La situazione caotica ha favorito la scalata di Josh Bilicki, al momento part timer in alternanza fra le varie serie NASCAR (per convenienza è iscritto in Xfinity Series).

Le gomme fresche tradiscono anche Austin Dillon che sbaglia l’inserimento su East Jackson Drive terminando lungo nella via di fuga. Il figlio e nipote d’arte torna in gara decisamente attardato, anche a causa delle numerose manovre necessarie per tornare sul tracciato.

Al giro 30 Gragson causa la sua seconda caution personale. Il rookie a bordo della Chevy #42 sbaglia, di nuovo, l’ingresso in curva 6, incastrandosi sotto le gomme. Essendo il primo dei doppiati, sarebbe toccato a lui il lucky dog, ma, dato che il ragazzo di Legacy è stato l’artefice della neutralizzazione, la possibilità di sdoppiarsi non viene concessa a nessuno.

Alla ripartenza sono tutti su gomme da asciutto. Anche in condizioni decisamente più favorevoli sono sempre Bell e Reddick ad avere una marcia in più. Van Gisbergen soffre le prime fasi di gruppo, anche per la volontà di non essere troppo aggressivo in queste fasi, e questo lo rende preda degli inseguitori. Truex Jr. cerca il sorpasso all’interno alla prima staccata, ma va lungo e sfiora il muro. Il tracciato è ancora troppo umido per lanciarsi in mosse aggressive. Addirittura, fuori dalla traiettoria ideale, si trovano ancora delle pozzanghere relativamente profonde. Nonostante superare sia quasi infattibile, la gomma slick risulta essere molto più performante di prima.

Il miglioramento delle condizioni del tracciato sembra mettere in difficoltà Reddick che viene rapidamente raggiunto da Larson e Suarez. Bell invece è completamente su un altro pianeta. Serve una caution a spezzare, di nuovo, la fuga del campione Truck Series 2017.

Giro 41. Hamlin tocca una pozzanghera e allunga la staccata di curva 11. Il poleman, senza più controllo ottimale del mezzo, tocca Bowman che va in testacoda. Il pilota Hendrick, mentre cerca di tornare in carreggiata, si porta vicino alle barriere interne e qui la vettura si spegne, in traiettoria ideale e praticamente invisibile da chi è in arrivo. Questa combinazione di fattori chiama in pista la pace car.

La Chevrolet #48 rientra in pit lane a fatica. I meccanici cercano di risolvere dei problemi meccanici con il cofano aperto, ma ogni tentativo sembra inutile. Difatti, dopo pochi secondi di green, le bandiere gialle tornano a sventolare lungo tutto il tracciato. Bowman è fermo su South Columbus Drive (in direzione nord). Gli steward intervengono per domare il principio di incendio scatenatosi sulla vettura del trentenne originario dell’Arizona. Gragson ringrazia per il doppio lucky dog che gli permette di tornare a pieni giri.

Termina, quindi, sotto caution il secondo stage. Christopher Bell raddoppia le sue stage win giornaliere. Larson, Reddick, van Gisbergen, McDowell, Gibbs, Suarez, Truex Jr., Allmendinger e Briscoe prendono punti bonus validi per il campionato. Tutti i piloti nelle posizioni migliori si fermano al pit, lasciando chi ha approfittato della bandiera gialla precedente nelle prime posizioni.

Nel momento in cui si assiste a questo stravolgimento delle gerarchie, le direzione gara comunica una decisione sconvolgente. A causa dell’assenza di un impianto di luci notturno a norma, la lunghezza di gara verrà ridotta a 75 giri dai 100 originari per evitare uno stop improvviso causato dal tramonto. Una notizia che era nell’aria visto il tempo mancante prima dell’oscurità in rapporto ai giri da percorrere (ancora 55), ma che fa arrabbiare molto il crew chief di Bell.

Inaspettatamente, è Justin Haley a guidare lo schieramento all’inizio della fase finale di gara. Il pilota Kaulig, che aveva pittato alla caution precedente molto probabilmente proprio perché il suo crew chief aveva annusato la possibilità di una corsa accorciata di 10-15 giri, si tiene dietro Austin Dillon ed Elliott per qualche curva, prima di dover rallentare di nuovo per un motivo molto telefonato: la sesta caution.

Durante il quarantanovesimo giro, una serie di incomprensioni in curva 11 causa uno degli incidenti più particolari della storia della NASCAR. Byron sbaglia il punto di staccata e colpisce la barriera di gomme esterna. Harvick, per evitare il rivale, frena prima e cerca una traiettoria più interna: The Closer, però, non fa i conti con la presenza di LaJoie. I due si toccano e si ritrovano ad occupare l’intera larghezza di East Jackson Drive.

Il panorama mostrato dalle telecamere ha dell’incredibile: le vetture sembrano in coda una con l’altra, quasi come se le strade che compongono il circuito fossero ancora aperte al pubblico. Fortunatamente, nessuna fra le vetture coinvolte ha subito danni pesanti.

La ripartenza, dopo una lineup ricostruita a fatica e con qualche polemica, non riduce il caos sul tracciato. Durante il primo giro si assiste al testacoda di Truex Jr. in curva 5 e all’errore in staccata di Wallace alla 11. Nel passaggio a seguire è degno di nota il contatto tra Gilliland e Chastain all’ingresso su South Lakeshore Drive. Il vincitore di Nashville tocca l’avversario nell’impostazione della curva, la Ford #38 rimbalza prima contro le barriere per poi dirigersi sulla Chevy #1 che ha lanciato l’offensiva. Il risultato è un attacco non riuscito. Oltretutto Gragson colpisce per la quarta volta il muro di gomme esterno a curva 6.

Colpo di scena al cinquantaseiesimo giro. Bell, in rimonta furiosa, sbaglia la prima staccata e tocca le barriere. Dovrà rientrare dal fondo. Un errore simile viene compiuto anche da Reddick due passaggi più tardi. Il pilota 23XI si è incastrato pure lui nelle barriere di curva 6, causando la settima caution di giornata che permette a Blaney di sdoppiarsi per la seconda volta.

Quando mancano una dozzina di giri al termine della gara si nota come Austin Dillon non riesca a rimanere dietro a Haley. Il pilota della #3 cerca in ogni modo di superare la #31, ma ogni suo tentativo non ottiene l’esito sperato, anzi, proprio l’esatto opposto. Il figlio d’arte colpisce lo spigolo della barriera di gomme in uscita dall’ultima piega durante il passaggio numero 62 e ciò gli causa la rottura immediata della sospensione anteriore sinistra. Miracolosamente i direttori di gara non neutralizzano la corsa, anche se il suo metodo di ingresso in pit lane poco ortodosso (è entrato in retromarcia dall’uscita) può essere fonte di dibattito.

Un altro pilota sofferente in questa fase di gara è Truex Jr. Il veterano è autore di due incidenti alla prima staccata nell’arco di pochi minuti. Nel primo, a causa di un bloccaggio, manda Harvick nelle barriere (con Burton che, distante, saluta il compagno di marca prossimo al ritiro rallentando la sua corsa in solitaria). Nel secondo, invece, non ha nessuno a fargli da sponda e si incaglia. La caution è necessaria per farlo tornare in carreggiata. Il giovane della #21 sfrutta il lucky dog in questa occasione.

SVG, in piena rimonta, riesce a sfruttare al meglio l’ingresso in bandiera verde. Il neozelandese si impone su Haley già in curva 2. Nonostante i tentativi di incrocio di traiettoria, il pilota proveniente dalle Supercars riesce a mantenere stabile la posizione più bramata.

Appena il kiwi comincia la fuga ecco che Wallace riporta in pista la pace car. Il pilota originario dell’Alabama perde la vettura alla prima staccata colpendo Stenhouse Jr. che rimarrà incastrato fra le gomme. L’errore della Toyota #23 permette al compagno di squadra Reddick di sdoppiarsi, ma non solo. Visto che il fattaccio è avvenuto a 2 giri dal termine previsto della corsa, si andrà in overtime.

Nemmeno la pressione extra turba Shane van Gisbergen, che vola verso la vittoria della Grant Park 220, prima gara in carriera. Haley, Elliott, Larson, Busch, Cindric, McDowell, Logano, Gibbs e Buescher passano sotto la bandiera a scacchi nelle prime 10 posizioni.

Shane van Gisbergen ha scritto una delle pagine più importanti della storia della NASCAR. Il neozelandese ha ottenuto il successo da debuttante assoluto, fatto avvenuto l’ultima volta nel 1963. Oltretutto, questo è il primo trionfo di Project 91. Il neozelandese diventa inoltre il sesto pilota non proveniente dagli USA a vincere una gara in Cup Series dopo Mario Andretti (Italia), Earl Ross (Canada), Juan Pablo Montoya (Colombia), Marcos Ambrose (Australia) e Daniel Suarez (Messico). Davvero una giornata storica quella di Chicago.

I risultati odierni

I risultati della “Grant Park 220”

La classifica generale

Così in campionato a 8 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2023

La vittoria di Shane van Gisbergen e della #91 non conta per i playoff, visto che né il pilota, né la macchina sono iscritti come partecipanti a tempo pieno. Ricky Stenhouse Jr., Kyle Busch, William Byron, Joey Logano, Tyler Reddick, Kyle Larson, Christopher Bell, Martin Truex Jr., Denny Hamlin, Ryan Blaney e Ross Chastain, grazie ai loro successi, hanno già un posto riservato nella fase di lotta titolo. Mancano ancora 5 nomi da aggiungere a quelli già presenti, che verranno decisi dai risultati delle prossime 8 gare.

Le altre categorie

XFINITY SERIES: DOPO FULMINI E PIOGGIA, CUSTER VINCE A CHICAGO IN CIRCOSTANZE ECCEZIONALI

I prossimi appuntamenti

La NASCAR Cup Series tornerà in pista settimana prossima ad Atlanta, sede della Quaker State 400 Presented by Walmart. Lo è start previsto alle 1.00 del nostro lunedì 10 Luglio. La Xfinity Series sarà l’unica classe di supporto a quella principale. La Alsco Uniforms 250 partirà domenica 9 Luglio alle 2.00 italiane.

Immagine: Media NASCAR

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