NASCAR | Cup Series: record di vittorie (e di fischi) per Hamlin a Pocono

NASCAR
Tempo di lettura: 22 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
25 Luglio 2023 - 09:00
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Gara frenetica a Pocono, fra incidenti ravvicinati e lunghe fasi di green caratterizzate, come da tradizione del Tricky Triangle, dalla strategia e la gestione della benzina. Hamlin emerge nel finale, prima stringendo a muro Larson, poi vincendo sotto caution per una bandiera gialla tardiva da parte della NASCAR ed infine autoassolvendosi da ogni responsabilità. E il pubblico non gradisce


Gara tradizionale per Hamlin si può dire. La sua solita velocità a Pocono, questo è l’ottavo primo posto per lui in Pennsylvania ma il settimo successo (record) dopo la squalifica dell’anno scorso, le solite polemiche sulla sua condotta di gara e anche la sua solita ipocrisia a seconda del lato della barricata in cui si trova. Tutte queste cose sommate hanno prodotto un numero di fischi (mai così tanta gente sugli spalti a Pocono dal 2010) che non si sentiva da tempo in NASCAR.

La gara

Un weekend all’apparenza tranquillo quello di Pocono e invece sarà uno dei più tesi dell’estate. Non sembra nemmeno che sarà influenzato dalla pioggia (piccolo miracolo in questo luglio tormentato della NASCAR) e invece pure qui un paio di gocce arriveranno.

Al sabato ci sono libere e qualifiche ed in molti temono i bump di curva2 con le Next Gen che rimbalzano poco data la rigidità del battistrada. Ed invece dopo un paio di minuti Buescher finisce in testacoda in curva3. Tutto ok per la #17. Reddick ottiene il miglior tempo davanti ad un Kyle Busch che praticamente si vedrà solo ora, Byron, Larson e Truex.

Le qualifiche sono più animate, nel gruppo A a finire in testacoda è Gilliland ovviamente in curva2 e Todd rovina i giri di Jones ed Allmendinger (a Pocono si riesce a girare tre alla volta ben distanziati vista la lunghezza della pista).

Nel gruppo B la stessa scena si ripete addirittura con Chase Elliott (penalizzati per ora Byron e Reddick) e sul campione 2020 arrivano all’improvviso le nubi nere. Elliott è arrivato a Pocono, pista sulla carta amica, a -60 dai playoff con appena sei gare da disputare, tante chance ancora di vittoria, ma anche uno stato di forma che dopo il fattaccio di Charlotte è stato poco convincente.

Alla fine a conquistare la pole, malgrado mezzo giro lanciato in più nel primo round, è Byron che precede Truex, Larson, Harvick, Bell, Logano, Reddick (idem come William), Cindric e Wallace che bacia il muro in curva1 ma rimedia solo danni estetici.

Dopo il timore per qualche immancabile goccia di pioggia che per fortuna non intralcia la corsa e dopo aver mandato in fondo al gruppo per modifiche in parco chiuso (riparazioni quasi certe al diffusore) Elliott e Gilliland che erano comunque già in ultima fila, la corsa può partire.

Alla bandiera verde lo scatto di Byron è buono per rimanere in testa, mentre è ottimo quello di Wallace che passa dal decimo al sesto posto. Qualche problema invece per Gibbs che al secondo giro finisce largo in curva1 e sfiora il muro. Non bene anche Suárez che esce subito dalla top20 e si mette dietro al compagno di squadra di Chastain che pure oggi non vivrà una giornata esaltante.

Nei primi giri c’è il tempo di vedere un paio di duelli come quello di Keselowski che cerca di passare Allmendinger per la 12esima posizione e la coppia Hamlin-Blaney che passa in tandem Reddick, poi però subito una caution. In uscita di curva2 Gilliland tocca Yeley e lo manda in testacoda contro il muro interno. Dopo un attimo di difficoltà la #15 riesce a ripartire e perde un paio di giri ai box.

Dopo i rabbocchi di Elliott (anche due gomme per lui), Almirola, Preece, Briscoe (doppio pit con penalità), Custer e lo stesso Gilliland si può ripartire con ancora 20 dei 30 giri da disputare nella prima stage.

È la prima di una lunga serie di ripartenze movimentate. E pensare che in settimana la NASCAR aveva pubblicato un bollettino apposta facendo la ramanzina ai piloti redarguendoli sui comportamenti da tenere alla bandiera verde, specialmente evitando il vietato laying back, ovvero alzare il piede per creare un buco di sicurezza davanti a sé ed avere anche un effetto scia con più risucchio.

In questa occasione la fila esterna quasi deraglia, Byron va loose e trascina con sé anche Truex. Logano zitto zitto dall’interno li passa e si prende la prima posizione. Dietro di loro ovviamente si crea un po’ di confusione e dal 3-wide fra Larson, Harvick e Byron ha la meglio Kyle che passa al secondo posto. Nel gruppo LaJoie bacia il muro in curva1 ed è costretto ad una sosta per una foratura.

Larson riprende in fretta la fuga di Logano ma non riesce a passarlo. L’aria sporca e la difficoltà nel fare un sorpasso saranno uno dei temi della gara. La coppia viene presto ripresa da Byron ma la classifica non cambia.

La situazione rimane stabile e c’è un po’ di sottosterzo, un po’ di sovrasterzo nel gruppo, la costante sono le piccole o grandi (come quelle di Hamlin che non riesce a passare Bell malgrado una vettura più veloce) lamentele. Uno dei pochi che sembra essere soddisfatto della propria vettura è McDowell, in questo momento 11° e alla 450esima gara in Cup Series.

Si entra rapidamente in zona strategie ed il pronostico viene rispettato: Logano tira dritto verso il playoff point, Larson e Byron pittano pensando al lungo termine. Il primo ad andare ai box però è un Kyle Busch un po’ perso ai -4, ma insieme alla coppia Hendrick si fermano tanti altri.

Logano gestisce gli ultimi giri e vince la prima stage davanti a Truex (+0.7″), Hamlin (+1.3″), Reddick (+3.6″), Allmendinger (+4.3″), McDowell (+6.5″), Wallace (+7.2″, e per questi piloti sono punti pesanti per i playoff), Haley (+11.0″), Buescher (+12.4″) e Jones (+14.4″); a non pittare sono altre 12 vetture e quindi, pur sacrificando la posizione in pista, la strategia di Logano sembra ancora buona. Yeley è il lucky dog che recupera uno dei tre giri persi perché all’ultimo giro Stenhouse si è sdoppiato.

Nel break c’è il tempo per uno spavento di Logano che pensa di avere forato, poi si completa il giro di soste con Hamlin, Truex e Reddick che passano Joey in uscita dalla pit lane e quindi Denny ripartirà 13esima posizione.

Con Byron e Larson che hanno ereditato la prima fila può iniziare la seconda stage, ma sarà una fase di gara molto tormentata.

Pronti via e primo incidente proprio nel mezzo del gruppo. In realtà sono due incidenti separati, il primo vede McDowell spingere Logano, Joey vede un varco fra le due file davanti a lui e prova ad infilarsi, ma Reddick chiude il varco, la #22 per evitare di finire nel panino sterza a destra e con la spinta della #34 finisce a muro. Per evitarla tutti vanno a sinistra e Wallace tocca il retrotreno di Suárez che finisce violentemente col muso contro le barriere.

Mentre Daniel torna ai box con la #99 apparentemente intatta se non per l’anteriore completamente distrutto, Logano è fermo in curva1 con quattro ruote forate e un team radio che rischia di passare alla storia per il numero di imprecazioni nei confronti dei commissari che fra recupero e traino disastroso in pit lane gli fanno perdere quattro giri.

Suárez prova a ripartire, ma c’è un tubo dell’olio rotto da qualche parte ed il tempo sulla DVP sta scadendo e quindi per lui la gara finisce qui con tanta amarezza perché “siamo migliori di quella posizione in cui eravamo, non dovevamo essere là in mezzo agli scoiattoli (traduzione letterale, nda). Dobbiamo essere più bravi” e con questo ultimo posto i playoff si allontanano forse definitivamente.

Logano invece approfitta dei guai altrui successivi per fare dopo tanti tira o molla (“ufficialmente ritirato”, “anzi no”) addirittura altri 11 giri, poi però arriva anche per lui arriva la tagliola della DVP ed il ritiro con penultimo posto anche se con la consolazione del playoff point conquistato.

E Joey nell’intervista post gara mette in risalto come in un anno e mezzo non si sia ancora trovata una soluzione nel traino delle vetture ai box in caso di due o più ruote forate con le Next Gen spiaggiate sull’asfalto. Come beffa Logano si prende anche una penalità per improper fueling come se avesse potuto scegliere come parcheggiare nello stallo e non essere stato lasciato al contrario dal carro attrezzi.

Si riparte ai -54 (dei 65 giri teorici) nella seconda stage, ma la bandiera verde dura anche qui l’arco di una curva. Alla prima piega McLeod tocca Austin Dillon che finisce in testacoda e si appoggia al muro con Custer che riesce ad evitarlo per un pelo. E, come Suárez, il pilota della #3 dà più la colpa al fatto di essere troppo indietro e non a BJ. Intanto Yeley ringrazia e col terzo lucky dog in pochi minuti torna a pieni giri.

Nuova ripartenza ai -50 e nuovo incidente in curva1: l’esterno con Byron non scatta al meglio, Bell invece all’interno spinge bene Larson, sicuramente fin troppo dato che Christopher tocca Kyle e lo manda in testacoda con la #5 che si appoggia al muro. Logano si prende un paradossale lucky dog risalendo da -6 a -5 prima di doversi ritirare.

Ormai siamo a meno di 50 giri dalla fine della stage e qualcuno, anche se la finestra per il pieno è di circa 40 tornate, va ai box. Si capisce un Custer in coda che va a farsi controllare dopo aver toccato un pochino Dillon ed un pochino il muro nell’incidente precedente o un Gilliland in difficoltà, ma stupisce sicuramente la scelta solitaria di Harvick che rinuncia al secondo posto. All’ultimo poi rabboccano in coda anche Ty Dillon, Briscoe (altro inizio difficile per la #14) e Larson.

Ennesima green, quasi fantozziana alla Contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare col varo della nave, ai -45 con la nuova classifica che vede Byron al comando davanti a Bell, Blaney, Gibbs, Keselowski, Cindric, Elliott, Bowman, Hamlin e Truex. E finalmente va tutto liscio, Byron resta al comando, Elliott si fa vedere in alto seguito da Truex. Male invece la fila interna con Bell che scende al quinto posto e poi fatica a ripassare Keselowski innescando così la fuga di Byron, Blaney e Gibbs.

Davanti c’è di nuovo la calma e di movimenti ce ne sono solo fuori dalla top10. Almirola anima la gara in senso buono con un doppio sorpasso in curva1 mentre Stenhouse e Cindric sono a lungo affiancati con Ricky che si arrabbia con Austin ma è lui ad appoggiarsi alla #2 in curva3; male ancora Kyle Busch che bacia il muro in curva2 e scende dal 12° al 16° posto.

Ai -32 inizia il vero giro di soste con il pit di Bowman dalla decima posizione, con lui anche Kyle Busch. Pian piano si fermano anche tutti gli altri ma nella tranquillità c’è sempre qualcosa da far notare.

Ad esempio il fatto che lo stesso Rowdy e Stenhouse (di nuovo) vengano doppiati a causa dei loro pit e quindi si mettono in situazioni pericolose in caso arrivi una caution, ma Busch prima sorpassa Ricky e poi si sdoppia. Nelle prime posizioni, invece, il tandem Truex-Hamlin scavalca un Elliott che è lì ma non fa il salto di qualità.

Hamlin è il primo dei big ad andare ai box ai -23 e la sua è una mossa intelligente perché lui e Truex hanno raggiunto la coppia Keselowski-Bell (ormai staccata di 8″ da Byron che a sua volta ha messo 2″ su Blaney e 3″ su Gibbs) e per non rimanere intrappolato nel traffico di un sorpasso difficile allora si smarca. Il suo, tuttavia, non è un pit veloce (e infatti esce dietro a Bowman) e a beffarlo c’è Truex che passa Bell in curva2.

Dopo il pit lento di Keselowski ai -17 (Brad stava ripartendo a rifornimento non ancora completato), Byron e Blaney vanno ai box insieme ai -16 lasciando così un ottimo Gibbs al comando; la sorpresa è che William esca pure lui circa 1″ dietro a Bowman, ma la #24 sorpasserà la #48 nell’arco di un paio di giri tornando leader virtuale della corsa. Elliott pitta ai -15, Gibbs lo fa ai -14 insieme a Truex.

Ai -10 sono rimasti in pista praticamente solo sei audaci: Larson, Harvick, Jones, Ty Dillon, LaJoie e Burton. Byron toglie dalla possibile contesa sia Corey (pit ai -6) che Harrison sorpassandoli in pista, Erik si arrende ai -5, la strategia stramba di Harvick prende la via della pit lane ai -4.

Rimangono quindi solo Larson e Ty Dillon a tirare dritto alla caccia di una caution. E la caution arriva ai -3 con Bell che a sorpresa finisce in testacoda da solo mentre stava lottando con Wallace (che non era riuscito a passare) e Truex (che invece stava passando più agilmente).

Nella gialla c’è un giallo: al momento del testacoda Larson prova a tuffarsi in pit lane, ma la caution chiude l’ingresso ai box. A LaJoie viene assegnato il lucky dog ma il cronometraggio lo dà già a pieni giri davanti pure a Burton; forse è Briscoe il vero lucky dog ma per lui ci sarà invece la wave around poco più tardi con Gilliland. In sintesi non si capisce tanto cosa stia succedendo al cronometraggio.

Larson e Ty Dillon intanto compiono il miracolo e riescono a completare i due giri mancanti nella stage e quello successivo prima dell’apertura della pit lane senza rimanere a secco facendo durare il pieno per 46 giri. Larson dunque vince la seconda stage dietro alla pace car e davanti a Ty Dillon, Byron, Hamlin, Bowman, Reddick, Gibbs, Blaney, Wallace e Truex.

Al break il gruppo si spacca come da pronostico: chi ha tirato a lungo ovviamente non si ferma di nuovo, fra i big la situazione invece è 50:50, infatti Byron tira dritto, Hamlin invece pitta. A conti fatti non vanno ai box in 15 (Byron, Gibbs, Blaney, Truex, Buescher, Elliott, Keselowski, Almirola, McDowell, A.Dillon, Cindric, Harvick, Jones, Burton e Bell), quindi Hamlin con Bowman, Wallace, Reddick e Larson scattano a seguire.

Dopo un pit di Bell per controlli addizionali che fanno guadagnare agli altri un posto ed un brivido – seppur a gara già ufficiale – per una nuvoletta di Fantozzi che si dissolve a quattro miglia dalla pista, la corsa può riprendere con 61 giri da disputare.

Byron scatta bene, ma all’interno Truex spinge bene Blaney e Ryan, resistendo al tuffo di Martin, passa al comando. Più dietro altra toccata di Kyle Busch col muro.

Il sogno di Blaney al comando dura il giro 100 e il giro 101, poi la classica beffa: salta una valvola del motore della #12 e Ryan, viaggiando a sette cilindri, procede a rilento, almeno 8-10 mi/h più lento in fondo al dritto perdendo 2-3″ al giro. Con Blaney praticamente fuori gioco, a prendere il comando è Truex seguito da Byron e Gibbs. Più dietro, invece, una lotta clamorosa fra Hamlin ed Harvick con Elliott che ne approfitta e in curva3 segue Kevin passando Denny.

Blaney rimane in pista alla caccia di una caution e la caution arriva in suo soccorso. Succede tutto in curva1. C’è un 3-wide, dall’interno Reddick, Austin Dillon e Keselowski. Il rettilineo è abbastanza ampio per farci stare tutti, l’ingresso di curva1 meno.

Ad una prima impressione sembra che Tyler faccia un divebomb e spedisca Dillon a muro, ma il replay parla chiaro: Reddick è all’interno da un bel po’ ed è Austin che, per attaccare Brad, stringe all’improvviso e si gira sul muso della #45. Sul momento a non prenderla bene via radio è Richard Childress e si capisce come il padrone del RCR non abbia ancora digerito l’addio di Reddick.

Nemmeno Dillon ha digerito l’incidente che lo ha costretto al ritiro ed evidentemente crede di essere nella ragione mentre Reddick nel torto più assoluto. La sua rabbia è incontenibile, sfugge al controllo dei commissari e come nella migliore delle tradizioni NASCAR lancia il casco contro la vettura di Reddick quando Tyler ripassa di lì quasi indenne.

Il problema di Austin è che, pur essendo ex giocatore di baseball, la mira è scarsa e il casco manca la #45 venendo pure preso in giro via radio da Reddick. A completare il triplo fail in pochi minuti l’intervista in cui Dillon dichiara “dovrei mandare a muro più gente”. Eventuali penalità saranno rese note in settimana.

Il gruppo si spacca ancora ai box e non si fermano in 19, nell’ordine Truex, Byron, Gibbs, Buescher, Wallace, Bowman, Harvick, Elliott, Hamlin, Reddick, Jones, Larson, McDowell, Allmendinger, Haley, Chastain, Preece, Ty Dillon e Bell.

Nuova bandiera verde ai -50, dunque siamo ancora fuori dalla finestra per l’ultima sosta, e Truex rimane al comando allungando leggermente approfittando del fatto che Byron rimanga al pelo davanti a Gibbs. Wallace prova ad approfittarne in curva3, ma Ty tiene giù il piede (grande dimostrazione di coraggio) all’esterno e sfiorando il muro resta terzo. Occhio dietro a loro a Bowman quinto ed Elliott nono alla caccia di punti preziosi e chissà quanto di più.

Mentre Truex accenna all’allungo, il primo ad andare ai box forse in anticipo rispetto ai tempi ai -43 è un Kyle Busch ormai disperato, ma Rowdy si porta dietro pian piano gran parte dei piloti. Preece ai -42, Bowman ai -41 (ed Alex poteva anche andare più a lungo), Byron, Buescher (appena passato da Hamlin, un sorpasso fondamentale), Larson, McDowell e Keselowski ai -40.

Truex decide di coprire il pit della #24 ai -39 insieme a Wallace ed Elliott, Gibbs lo segue con Bell e Ty Dillon ai -38; Haley invece si ferma un paio di volte per un problema meccanico ma riparte. Hamlin ed Harvick, passati al comando, potrebbero proseguire ma si fermano ai -36.

Intanto si cerca di capire chi sia il leader virtuale della corsa. La risposta è Larson davanti a Truex perché Kyle ha cambiato solo due gomme. Martin si chiede come sia potuto succedere, ma dai box gli dicono di essere paziente. Anche Harvick recupera terreno imitando la strategia della #5 e lo stesso fa anche Hamlin che si infila fra Larson e Truex. Briscoe addirittura tenta la strada del solo pieno.

Reddick ai -35 è dunque passato al comando e fa parte di un gruppo di nove audaci con Jones, Stenhouse, LaJoie, Burton, Almirola, Gilliland, Yeley e Blaney che gira ancora non al meglio e pochi giri giri più tardi viene superato in pista. Dietro virtualmente Larson è primo con 0.5″ su Hamlin, 1″ su Truex, 3.3″ su Bowman, 4.6″ su Harvick, 5.3″ su Byron e 6″ su Gibbs, a seguire Kyle Busch ed Elliott.

Dopo una fase di tregua, Jones è il primo a riaprire il giro di soste, poi Yeley viene superato dal trio Larson-Hamlin-Truex, Stenhouse si ferma ai -24 e dunque sono rimasti in cinque gli audaci. L’elastico fra Larson, Hamlin e Truex prosegue e Martin comincia a diventare insofferente, Denny invece cerca un accordo in stile Daytona con il compagno di squadra per saltare Kyle.

Reddick si arrende ai -23, Burton al giro successivo e dunque ai -20 rimangono solo LaJoie che ha 5″ su Almirola e 6″ su Gilliland (tutti e tre si sono fermati per l’ultima volta ai -53), a 11″ il trio un po’ disunito dato che invece Truex ha cercato di passare Hamlin in curva1.

Poi ai -18 la caution che salva gli audaci. A finire in testacoda è Briscoe in curva3, ma ad aiutarlo è stato Ty Dillon in una manovra un po’ strana. E a beneficiarne è soprattutto il suo compagno di squadra LaJoie. Qualche volta a pensare male ci si azzecca. Custer è il lucky dog dopo una sosta un po’ problematica.

Il gruppo si spacca ancora: i tre big non si fermano così come Bowman, Harvick, Gibbs, Reddick, Stenhouse, Jones, Burton, Gragson, Bell e Gilliland per un totale di 13 vetture. LaJoie va ai box insieme agli altri ma commette un errore fatale: entrando in pit lane supera la pace car e quindi viene penalizzato di un giro. Speeding invece per Cindric.

Il nervosismo di Hamlin si vede anche dietro alla pace car quando via radio fra il serio ed il faceto dice “se solo potessimo evitare che Truex spinga Larson alla ripartenza…”. Al choose cone però lo scenario è proprio questo con Hendrick e JGR incrociati, Truex dietro a Larson e Bowman dietro ad Hamlin.

Green ai -13 e Truex spinge davvero Larson davanti. Hamlin scatta male e non solo resta terzo, ma finisce dietro a Bowman per cercare di resistere ad Harvick con Kevin a completare la top5. Kyle Busch prosegue la giornata triste con l’ennesima toccata al muro.

Al giro successivo però altra caution e a finire nei guai in curva3 è proprio Bowman. Sul momento si teme un altro incidente con Hamlin (il terzo in poche settimane dopo Chicago ed Atlanta) ed invece Denny ha semplicemente tolto l’aria dallo spoiler della #48 con Alex che ha perso il controllo da solo della vettura. LaJoie recupera subito il giro perso.

Viene così annullata la fuga di Larson e Truex, nessuno va ai box e quindi si va dritti al choose cone. Larson ed Hamlin vanno esterni con Harvick, sull’altra corsia invece Truex, Reddick e Gibbs.

Bandiera verde ai -7 e caution ai -7. È un’altra ripartenza ben animata. Larson parte bene con la spinta di Denny, poi Hamlin si tuffa in curva1 e lo scenario è praticamente identico a quello del 2021 fra lo stesso Hamlin e Chastain, ma se allora c’era la volontà di vendetta su Ross, qui davvero non c’è motivo per cui Denny allarghi la traiettoria fino a portare Larson a muro. Una mossa aggressiva al limite dello sporco ma che ci sta.

Ovviamente il contatto fra i due favorisce gli altri due piloti candidati al successo con Truex che va 3-wide quasi sull’apron ed Harvick che cerca di prendere la loro scia. La sensazione è che Gibbs indisturbato alla loro destra lungo la traiettoria ideale possa beneficiare di un clamoroso incidente a quattro ed invece in curva2 la situazione si risolve. Chi non ne esce indenne è invece Haley che viene toccato e finisce duramente a muro.

Larson ovviamente non la prende bene e a bandiera gialla esposta stringe Hamlin a muro, poi deve riaccodarsi perché la classifica aggiornata vede Hamlin al comando davanti ad Harvick, Truex, Larson e Reddick. Briscoe è il lucky dog.

Dal box riescono a calmare Larson che al choose cone vorrebbe seguire Hamlin per vendicarsi, e invece alla fine Kyle si mette dietro a Truex all’interno mentre Denny ed Harvick vanno all’esterno; a posteriori forse sarebbe stato meglio seguire la rabbia.

Ripartenza ai -3 e fila tutto liscio anche grazie al fatto che l’interno imploda in curva1 anche col contributo dello stesso Larson che finisce loose e rallenta tanto. Solo Harvick resta con Truex ed Hamlin ma non ne ha, nel corso del giro viene ripreso e attaccato da uno scatenato Reddick che alla bandiera bianca ha ripreso anche Truex.

Però il patatrac finale è già successo. In curva2 LaJoie tocca Preece e lo manda in testacoda. Ryan si ferma fra curva2 e curva3 cercando di ripartire e la NASCAR non chiama la caution, intanto Hamlin ha iniziato indisturbato l’ultimo giro.

Preece intanto è riuscito a ripartire ma subito dopo si ferma di nuovo. Hamlin è già in curva1 dove Reddick ha attaccato Truex ed i due sono affiancati. La #41 è di nuovo ferma e quindi i commissari sono costretti a chiamare la caution che chiude la gara con un miglio abbondante d’anticipo.

Hamlin vince così la settima gara in carriera a Pocono (record assoluto), la 50esima in Cup Series e la 600esima per Toyota in NASCAR ma già alla bandiera a scacchi viene travolto dai fischi, il pubblico numerosissimo infatti non ha digerito né la manovra su Larson, né il controverso finale.

Per la cronaca alla moviola a seguirlo sono Reddick, Truex, Harvick, Gibbs (prima top5 in carriera), Bell, Stenhouse, Burton, Jones ed Elliott; Wallace è 11°, Chastain anonimo 13°, Byron 15°, Larson 21° davanti a Kyle Busch, Bowman 24°.

Mentre i fischi travolgono ancora Hamlin, il quale clamorosamente nega che ci sia stato un contatto con Larson (le immagini dimostrano il contrario) e che manifesta ancora una volta la sua ipocrisia infatti a parti inverse sicuramente avrebbe fatto una puntata straordinaria del suo podcast accusando Kyle di chissà cosa e invece ora parla di aver corso duro con Kyle perché lo rispetta (mah…), Larson in pit lane mantiene la calma pur essendo arrabbiato dentro. E chissà come mai Rick Hendrick, così veloce nel mettere a bada Chastain nelle settimane scorse, ora sta zitto…

L’ultimo capitolo a Pocono vede infine Ryan Preece affrontare LaJoie, ancora nella vettura, per l’incidente finale. Ryan, già messo a muro nel finale di Loudon da McDowell e affrontato allo stesso modo prima che Michael chiedesse perdono da buon cristiano, perde le staffe e la trascrizione del suo parlato verso LaJoie sono più censure che altro.

La vittoria di Hamlin in ottica playoff ha anche una conseguenza importante: essendoci ancora cinque gare al taglio (con il solco fra 16° e 17° posto che all’improvviso si è fatto ampio grazie al ko di Suárez) e cinque biglietti da assegnare, finalmente tutti i piloti che avevano ottenuto una sola vittoria sono matematicamente ai playoff. Ora si gioca tanto sui punti, ma anche sul nervosismo.

I risultati odierni

La classifica della “HighPoint.com 400”

La classifica generale

Così in campionato a 5 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2023

Le altre categorie

Xfinity Series, Pocono: Berry domina ma sbaglia l’overtime, Austin Hill fa poker nel 2023

Truck Series: Kyle Busch vince a Pocono grazie a un sorpasso all’ultimo giro

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend la NASCAR si dividerà fra Richmond, dove fra sabato e domenica correranno Truck Series con il finale della regular season e Cup Series, e Road America dove proseguirà l’estate sugli stradali della Xfinity Series.


Immagine: Media NASCAR

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