NASCAR | Cup Series, Pocono 2025: Briscoe vince la prima gara stagionale all’ultima goccia di benzina

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 24 Giugno 2025 - 09:00
Tempo di lettura: 19 minuti
NASCAR | Cup Series, Pocono 2025: Briscoe vince la prima gara stagionale all’ultima goccia di benzina
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Briscoe rimedia ad un errore all’ultima sosta, lasciando troppo presto lo stallo, difendendosi in maniera magistrale da Hamlin e vincendo a Pocono mettendo al sicuro ai playoff.


Il numero chiave del weekend è stato il tre: tre come le curve del “Tricky Triangle” di Pocono, tre come le vittorie in carriera per Layne Riggs, Connor Zilisch e Chase Briscoe dopo il weekend in Pennsylvania, tre come i freni finiti ko (Herbst, Wallace e McDowell) in fondo ai lunghi rettilinei di questa pista anomala. Tornando alla NASCAR Cup Series, Chase Briscoe ha sfruttato al meglio la strategia, anche se ha rischiato di buttare via tutto con un’ultima sosta in cui è ripartito prima che il rifornimento fosse completato. Da lì in poi, per gli ultimi 30 giri, ha gestito il consumo della benzina ed il ritorno di Denny Hamlin per conquistare la prima vittoria da quando è approdato al Joe Gibbs Racing.

La gara

Il weekend e la trasferta di Mexico City lasciano sulla NASCAR Cup Series delle scorie ancora da smaltire. E tutto verte sull’asse Hocevar-Stenhouse. Prima di tutto, la questione più sportiva con Ricky che ovviamente non ha preso bene il secondo incidente con Carson e lo stesso giovane pilota che non sa davvero come scusarsi per l’errore commesso e che si aspetta una giusta vendetta alla quale non potrebbe obiettare lamentele.

Rimanendo in casa Hocevar, la settimana è complicata anche per una multa da 50’000$ comminata dal suo team Spire Motorsports (occhio, non dalla NASCAR anche se l’ammontare è comparabile a quello presente nel regolamento sportivo) per le frasi – non molto gentili – dette da Carson in una live su Twitch (ah, si torna sempre lì…) sull’ambiente di Città del Messico. Appena emerse e pubblicate, Hocevar aveva provato a scusarsi – in maniera sincera, senza trincerarsi dietro a PR o AI – ma ormai il guaio era fatto. Un secondo tweet, anch’esso molto sincero, arriva dopo la multa e Carson va contro i suoi stessi tifosi (potete capire di quale pensiero politico) che invece lo difendevano solo “per aver detto la sua opinione per la quale è stato invece censurato”, opinione che lo stesso pilota invece definisce “ignorante, in quanto ho parlato solo per sentito dire e non avendo visto con i miei occhi”.

Ben peggio va a Tab Boyd, spotter di Stenhouse, che dopo un tweet un po’ più carico su Città del Messico, prima cancella il profilo e poi viene sollevato dall’incarico dal team. Qui in sua difesa oltre a certi tifosi arrivano anche dei giornalisti, stupiti per una reazione così brusca da parte del team, ma evidentemente, oltre alla “stupidità” del personaggio (pare sia fatto fregare da un cambiavalute di strada, fatto che in qualunque parte del mondo sarebbe una red flag clamorosa e riconducibile dunque anche all’intelligenza di chi approccia attività del genere), c’era anche altro (e Boyd non era nuovo a pensieri del genere).

Per fortuna arriva Pocono e si torna a pensare alla pista nel sabato della Pennsylvania. Ed è un sabato bello animato. Pronti via e nelle prove libere Cody Ware finisce in testacoda e, forse perché molla i freni troppo presto, si appoggia al muro con il retrotreno. Per lui garage e giornata finita. Poi arrivano le notizie dai controlli tecnici e per la #44 di Brennan Poole (l’unica auto Open iscritta) è un disastro: controlli passati solo al quarto tentativo e ciò vuol dire car chief espulso, esclusione dalle qualifiche con conseguente partenza dal fondo, perdita della scelta del pit stall e drive through da scontare al via.

I guai non sono finiti qua: Berry completa solo cinque giri perché, per motivi da indagare in seguito, la sua vettura si siede sui bump di curva2 e danneggia il diffusore. Anche per la #21 direzione garage e qualifiche saltate. E questo era solo il gruppo1 (Keselowski in testa su Larson e Suárez). Pronti via e nel gruppo2 Bell torna ai box con la pompa del servosterzo ko; scenderà in pista sul serio solo nei minuti finali, ma la soluzione al problema non sembra essere arrivata.

Alla fine, il miglior tempo è per Byron (52.706″) malgrado William sia tornato in anticipo ai box perché crede che la convergenza non sia corretta in confronto alle sensazioni sul volante; a seguire Wallace, Elliott, Reddick e Buescher.

Poi arrivano le qualifiche con il consueto format di Pocono: giri singoli, ma auto mandate in pista scaglionate a gruppetti di 2-3 approfittando delle 2.5 miglia della pista. Gilliland bacia il muro, Allmendinger deve fare un rodeo per stare a cavallo della #16, il motorino di avviamento di Wallace si rompe al momento di uscire dai box, Byron perde il controllo in curva2, tocca il muro esterno e poi finisce contro quello interno (clamorosamente non servirà il muletto) rovinando il giro – già non eccezionale – al compagno di squadra Elliott.

Alla fine la pole position va al neopapà Denny Hamlin (52.144″, poleman più anziano in NASCAR Cup Series da Kenseth a Richmond 2017) davanti a Buescher, Hocevar (che risponde alla “paura della vendetta di Stenhouse” con la velocità), Nemechek, Custer, Briscoe, Gibbs, Reddick, Bell e Suárez. Disastro Hendrick: Elliott 18°, Larson 24°, Bowman 25° e Byron 31° valgono la peggiore qualifica del team da Charlotte 2018.

Domenica è previsto appena il 10% di pioggia, e invece Pocono regala sempre brutte sorprese con il meteo. Per tutta la mattina i temporali arrivano sulla pista e cessano a circa 1h dalla prevista bandiera verde che, per asciugare l’asfalto, viene dunque largamente posticipata, dalle 20:20 italiane alle 22:30. Per fortuna non arriverà altra pioggia e quindi c’è tutto il tempo di completare le 400 miglia in programma entro le 2:25, orario del tramonto in quanto a Pocono non c’è impianto di illuminazione.

La lista dei piloti costretti a partire dal fondo è lunga: oltre al citato Poole, tocca la stessa sorte per modifiche in parco chiuso anche a Ty Dillon (motivo sconosciuto), Blaney, Wallace (motorino di avviamento per entrambi), Berry, Byron e Ware (riparazione dei danni). Alla bandiera verde Hamlin scatta molto bene, Buescher viene subito messo nel mezzo ma regge approfittando anche del largo di Nemechek in curva1 e così la top3 rimane invariata; Poole sconta il drive through e scivola così subito a 30″ di ritardo (e 25″ di vantaggio) dai leader.

Mentre il gruppo in testa si mette in fila, nel plotone si viaggia ancora 2-wide e Byron approfitta di questo per entrare praticamente immediatamente in top30. Chi invece rimbalza dopo una buona partenza è Chastain che, per superare una vettura, viene lasciato al vento e perde due posti. Si fa notare anche Elliott che, dopo un 3-wide in curva2 con Bowman e van Gisbergen, ne emerge “vincitore”.

Al quarto giro la coppia Reddick-Briscoe supera Custer che scende al sesto posto mentre davanti a loro Buescher non molla Hamlin, Chris approccia curva3 più largo per cercare di lanciarsi sul rettilineo principale, ma non riesce mai ad affiancare del tutto la #11 tranne in una occasione al settimo giro. La stage è breve, appena 30 giri, quindi si può pensare solo a guadagnare posizioni. Il più rapido è Byron che all’ottavo giro entra in top20 ed è già davanti a Larson.

Dopo una decina di giri un Hocevar combattivo si stacca dalla coppia di testa e la sua vettura è sempre più sovrasterzante, Reddick così lo avvicina. Nemechek è invece tight e col sorpasso subito da Keselowski esce dalla top10. La classifica continua ad assestarsi verso metà stage: Gibbs supera Suárez (che poi andrà in difficoltà con Bell e Keselowski che si infilano) ed è settimo, idem Chastain che deve far passare Elliott mentre Byron avanza ancora.

Il sovrasterzo di Hocevar (per curiosità, in questo momento lui è terzo mentre Stenhouse terzultimo) diventa lampante ai -11 quando esce da curva3 di traverso, tocca leggermente il muro ma incredibilmente salva la vettura perdendo la posizione solo da Reddick venendo raggiunto da Briscoe e Custer; il sorpasso di Chase, pressato da Cole, arriverà in curva2 ai -7. Custer imiterà la #19 al giro successivo nello stesso modo. Alle loro spalle, un Keselowski in forma supera anche Bell.

https://twitter.com/NASCAR/status/1936890394429534528

Ai -6, ultima istantanea prima delle soste, Hamlin è al comando con 1″ su Buescher, 5″ su Reddick, 9.2″ su Briscoe, 10.3″ su Custer ed Hocevar che sta contrattaccando, 10.6″ su Gibbs, 10.7″ su Keselowski, 12.6″ su Bell e 13.7″ su JHN, a seguire Suárez, Smith, Jones, Logano, Elliott, Bowman, Byron, Preece, Chastain e Blaney.

È proprio il messicano ad aprire il discorso strategico andando ai box; la #99 torna in pista giusta giusta davanti ad Hamlin. Mentre Keselowski è ancora scatenato e supera in sequenza in curva1 Custer ed in 3 Gibbs, ai -3 vanno ai box Hocevar, lo stesso Brad, Custer e Gibbs. Viste le poche auto che hanno potuto andare ai box senza essere doppiate, Hamlin tira dritto e può conquistare punti pesanti.

Hamlin vince la prima stage davanti a Buescher (+3.1″, ma dietro a Denny tutti o quasi hanno alzato pesantemente il piede nell’ultimo giro), Reddick (+10.7″), Briscoe (+16.1″), Jones (+19.6″), Smith (+20.1″), Logano (+20.6″), Elliott (+22.1″), Byron (+24.2″) e Bowman (+24.6″); lucky dog per Ware che lascia fra i doppiati solo Poole.

Al break sulla carta si dovrebbe completare il giro di soste, e invece McDowell tira dritto. Non si sa cosa sia successo al box #71, ma in ogni caso Michael pitterà al giro successivo. Intanto la sosta migliore è per Buescher che passa Hamlin come leader virtuale. Pit lento per Reddick (inciampo del meccanico addetto alla posteriore sinistra), per Allmendinger cofano alzato per sensibili cambiamenti di assetto mentre Busch si prende una penalità per speeding insieme a Gilliland.

La nuova classifica vede Keselowski al comando su Hocevar, Gibbs, Custer, Nemechek, Bell e Suárez, poi Buescher, Hamlin, Jones, Elliott, Logano, Briscoe, Smith, Bowman, Reddick, Byron, Preece, Chastain e Blaney a completare la top20. Si riparte con una seconda stage netta da 60 giri in cui, dunque, tutti dovranno rifornire almeno una volta.

Hocevar sceglie la corsia esterna dietro a Brad lasciando la prima fila a Gibbs, tuttavia Carson spinge bene e mantiene la piazza d’onore. Hamlin, nella stessa corsia, riguadagna terreno tornando in top5 mentre invece Buescher viene messo nel mezzo di un 3-wide che, dopo curva1, diventa 4-wide. Si comporta bene anche Elliott che di slancio va in un 3-wide con lo stesso Buescher e Bell entrando in top10.

La classifica si assesta nuovamente in base ai valori in campo: Hamlin riprende e scavalca Nemechek, Buescher ripassa Bell, Elliott continua nella sua avanzata superando Suárez (e poi anche Custer) venendo seguito da Chris. E Byron è già ad un passo dalla effettiva top10; la certezza arriva ai -54 con il sorpasso della #24 sulla #20.

Poco dopo la prima vera caution: Herbst finisce dritto a muro in curva1, vista la traiettoria prendendo la tangente si pensa ad una foratura (era 26°), poi invece si scopre che è esploso il freno anteriore destro in uno dei punti peggiori di tutto il campionato. Poole è il lucky dog.

All’apertura dei box mancano 50 giri a fine stage e non si può andare fino in fondo col pieno, tuttavia Buescher guida un folto gruppetto (Briscoe, Blaney, Smith, Wallace, A.Dillon, Bowman, Preece, Haley, Busch, Stenhouse, McDowell, Gragson, T.Dillon, Allmendinger, SVG, Gilliland e Ware) in pit lane. Mentre Allmendinger finisce lungo e fa quasi strike di meccanici suoi e della #88 (per fortuna senza conseguenze fisiche), la #48 cambia solo due gomme e alla ripartenza è 18esima con la nuova top10 che vede Keselowski sempre al comando su Hocevar, Gibbs, Hamlin, Nemechek, Elliott, Custer, Suárez, Byron e Bell.

Si riparte ai -47 e Hocevar stavolta sceglie l’interno, non scatta bene ma Hamlin lo sospinge bene, evita il 3-wide di Custer e rimane secondo mentre sbuca fuori dal nulla Byron che in un giro balza dal nono al terzo posto tutto all’esterno mettendosi davanti anche alla #11. Ad approfittare delle manovre della #24 è anche Nemechek che supera Gibbs, ma di rincorsa, come il compagno di squadra, arriva pure Elliott. Mentre da dietro chi ha gomme fresche non recupera, Custer prova ad aggirare Nemechek in curva3, ma non riesce a completare la manovra e quindi viene infilato da Logano.

La vera sorpresa di questa fase è il controsorpasso di Hamlin su Byron ai -43: evidentemente sì William è stato molto veloce nella rimonta dal fondo con la vettura riparata, ma Denny ha ancora l’auto migliore. Tuttavia la #11 non riesce a sfruttare questo potenziale perché ai -41 arriva un’altra caution.

Stavolta si è in curva2 quando è Wallace a partire per la tangente: la dinamica è identica a quella del compagno di squadra, si pensa ad uno pneumatico ko, ma in realtà è stato il freno a cedere (e per Bubba non è la prima volta a Pocono e la reazione anche nelle interviste è quella di chi ha rivisto in testa brutte scene). E Reddick inizia, ovviamente, a sudare freddo visto quanto successo in casa 23XI in meno di 60 giri. Non ci sono lucky dog in quanto Herbst è già ritirato.

La nuova caution, stavolta al limite della finestra per il pit stop, potrebbe rivoluzionare la classifica. La rivoluzione è ancora più grande quando Keselowski va da solo ai box. C’è qualcosa che non va evidentemente, infatti c’è stato un fraintendimento col muretto e Brad è entrato con la pit lane chiusa. Il crew chief ci mette un bel po’ a capire l’arcano, anche perché sia Hocevar che Hamlin hanno giocato d’astuzia, fingendo di entrare anch’essi ai box per non far insospettire la #6 fino all’ultimo istante.

Al giro successivo si apre davvero la pit lane e vanno ai box quasi tutti tranne Logano, Cindric e Berry, il trio Penske-Wood Brothers che evidemente viaggia coordinato cercando di ribaltare la classifica, infatti con queste due caution in sequenza dovranno pittare sì prima di fine stage, ma non tanto prima del break. Hamlin cambia solo due gomme mentre Hocevar fa un pit completo, speeding per Blaney.

Si riparte dunque ai -35 nella seconda stage con una classifica totalmente ribaltata: al comando ci sono, come detto, Logano, Cindric e Berry che hanno saltato entrambe le occasioni con le bandiere gialle, poi il gruppone che invece si è fermato alla caution di Herbst, nell’ordine Bowman, Briscoe, Stenhouse, Haley, Buescher, Gilliland e McDowell, poi gli ultimi a pittare, cioè Hamlin, Chastain, Nemechek, Smith, Larson, Preece, Hocevar, Elliott, Jones, Byron, Busch, Gibbs e via via tutti gli altri.

Allo scatto Bowman spinge bene Logano e i due vanno seguiti dal 3-wide di Stenhouse, Cindric e Berry che vede passare la #47 mentre a centro gruppo Chastain ed Hocevar vanno subito all’attacco con Carson che guadagna terreno lasciando sul posto tutti i rivali diretti. I 13 giri di differenza sugli pneumatici si fanno sentire e già ai -32 Bowman supera senza difficoltà Logano passando al comando.

La nuova top5 vede dunque Bowman davanti a Logano, Stenhouse, Cindric ed Hocevar con la #77 che ha anch’essa pneumatici migliori. La #2 viene superata e quindi si arriva al momento atteso per una settimana intera e che appena 50 giri (ricordate Carson terzo e Ricky terzultimo?) prima sembrava impossibile: Stenhouse vs Hocevar. La #77 tenta davvero un sorpasso pulito, ma non riesce mai a trovare il varco e quindi non arriveranno momenti critici, favorendo però allo stesso tempo Logano che mantiene il secondo posto.

Dietro le posizioni ancora una volta si assestano: Hamlin recupera dopo una ripartenza non ottimale, ma deve ancora inseguire Buescher che ha superato Berry ed è ora sesto. Recupera di rabbia dal fondo anche Keselowski che rientra in top20 insieme a Blaney, penalizzato come detto pure lui. Chi si è invece un po’ perso in questo movimento di strategie è Byron che deve lottare con Gilliland, Chastain e Larson.

Il momento cruciale della corsa è probabilmente quello dei -22 nella seconda stage, -87 (dunque ancora più di metà) nella gara: dopo Herbst e Wallace, il terzo a finire ko con i freni (lui verso curva1) è… no, non Reddick, bensì McDowell. In pista si vede qualche detrito e quindi qualcuno decide di osare strategicamente, Berry è il primo a tuffarsi ai box, al giro successivo lo fa Chase Briscoe. La NASCAR è un po’ lenta nel reagire, forse perché la #71 è riuscita autonomamente a tornare nel garage senza mai fermarsi, fatto sta che la caution arriva dopo ben tre giri per detriti.

L’occasione è buona per Logano per andare ai box e quando vede un plotone dietro di lui che lo segue forse anche sorride per la riuscita della strategia, infatti a tirare dritto sono solamente Stenhouse, Hocevar, Keselowski, A.Dillon e i freschi di sosta Briscoe e Berry. Jones cambia solo due gomme ed esce dai box al settimo posto davanti a Byron, JHN, Buescher, Bowman, Larson, Gibbs, Logano (che ovviamente ha dovuto fare un pit completo), Custer, Elliott, Cindric, Hamlin, Chastain e Suárez.

Siamo a metà corsa con 1h35′ alle spalle e, senza pioggia sul radar, 2h20′ a disposizione. Bandiera verde ai -14 e occhi ancora su Stenhouse ed Hocevar a lottare ora addirittura per la vittoria di stage. Briscoe spinge bene Carson e per la #77 sembra fatta, tuttavia Hocevar esagera e finisce largo in curva1, Stenhouse è ormai alle spalle e quindi per Chase basta solo fare la traiettoria ideale per balzare al comando davanti alla #47 e alla #77 con Byron e Berry che completano la top5.

Stenhouse prova a rimanere con Briscoe, tuttavia Chase sembra in grado di andare via quando, dopo un giro e mezzo, arriva un’altra caution: Busch perde il controllo in curva2 nel mezzo fra Allmendinger e Smith (che ha pure il muso danneggiato dai detriti precedenti) e coinvolge nel parapiglia Ty Dillon (il più danneggiato alla sospensione, perderà 20 giri nel garage), van Gisbergen e soprattutto Bell che si appoggia col muso contro il muro interno e perderà una tornata nelle riparazioni allo splitter. Per precauzione il team manda Reddick nel garage dopo aver notato segnali preoccupanti; per fortuna di Tyler le modifiche ai freni gli faranno perdere solo due giri che, tuttavia, non riuscirà a recuperare.

Siamo ormai nel finale di stage, ma sono in pochi a pittare fra cui Hocevar (probabilmente la posizione persa al via ha fatto cambiare tattica), A.Dillon, Gibbs, Preece e Poole. La classifica alla ripartenza dei -8 vede dunque Briscoe al comando su Stenhouse, Byron, Berry, Keselowski, Elliott, Buescher, Jones, Larson ed Hamlin.

La #19 scatta bene, tuttavia Berry sospinge Stenhouse che rimane affiancato al leader fino a quasi curva3, qui anche Josh riesce ad infilare Ricky dopo aver resistito bene a Bryon. Risolto il principale problema, Briscoe scappa approfittando del 3-wide che nasce alle sue spalle, Berry si prende il secondo posto, Keselowski prova a cogliere l’occasione al volo, tuttavia scivola largo in curva2 e perde posizioni.

Berry si scatena e prova a inseguire il leader, Hamlin si deve riprendere dopo un’altra ripartenza non sfruttata al meglio dato che sia Elliott che Buescher sono davanti a lui. Chase (quello di Hendrick) si sveglia e supera Byron all’improvviso mentre Chris passa Stenhouse. Ma chi avanza più velocemente è Hocevar che in appena tre giri è di nuovo in top15.

Il finale di stage riapre la pit lane e ad anticipare il break sono Keselowski (che aveva recuperato ormai il terreno perduto), Jones, A.Dillon e Nemechek. I leader non si fermano e Berry sembra avere una chance, tuttavia ai -2 rimbalza nella scia della #19 in curva3. L’ultimo giro regala un’altra sorpresa: Stenhouse è in caduta libera verso il fondo della top10. E chi arriva dietro di lui? Ovviamente Hocevar! Il sorpasso fra #77 e #47 in curva1 è pulito.

Chase Briscoe vince la seconda stage (primo traguardo intermedio conquistato da lui in tre anni) davanti a Berry (+0.4″), Elliott (+2.5″), Byron (+3.4″), Buescher (+4.0″), Hamlin (+4.7″), Cindric (+6.4″), Blaney (+7.1″), Larson (+8.0″) ed Hocevar (+8.6″); a seguire Logano, Bowman, Stenhouse (crollato nei metri finali), Chastain, Smith, Haley, Allmendinger, Suárez, Preece e Gibbs; lucky dog per Bell.

Dopo le soste anticipate dell’ammaccato Gilliland e di Poole (cambio che fa le bizze come l’acceleratore, poi ci sarà il ritiro per problemi alla trasmissione), la pit lane si riapre. Briscoe ovviamente tira dritto mentre ai box vanno Byron, Stenhouse, Smith, Allmendinger, Suárez, Busch e Custer. La nuova classifica vede dunque Briscoe davanti a Berry (ed i due hanno pittato 25 giri prima), poi il gruppo che ha sostato 20 giri fa con Elliott, Buescher, Hamlin, Cindric, Blaney, Larson, Hocevar, poi Logano Bowman, Chastain, Haley, Preece e Gibbs con Byton che riparte dal 23° posto.

Green ai -60 e Briscoe rimane primo in una top5 che vede Berry perdere terreno. Da dietro si va subito all’attacco ed Hocevar è ovviamente protagonista, tuttavia forse un po’ troppo tempo con Logano per prendersi l’undicesima posizione; poi Joey avrà un cedimento brusco e perderà posti importanti.

Davanti, intanto, Buescher è vicino a Briscoe con Hamlin che osserva in attesa, Elliott è nel limbo e precede la coppia Blaney-Cindric che ha passato Berry. Pure Larson ci prova su Josh, ma scivola largo in curva3 portando con sé la #21 e Chastain ringrazia. A parte qualche battaglia (come quella di un rimontante Keselowski che rientra in top10), si procede ordinati in attesa dell’apertura della finestra per l’ultima sosta, con un po’ di elastico di Buescher fra la #19 e la #11 e la notizia sorprendente di un Byron che stavolta non recupera ed è fuori dalla top25 dopo un rischio clamoroso in curva2 dietro a Gilliland e Gibbs.

Hamlin ha un pochino di sottosterzo in curva1 e saggiamente decide di perdere qualche centimetro per non sovraccaricare le gomme e così la coppia Elliott-Blaney si avvicina alla #11. Il primo a muoversi è Blaney che punta Elliott e riesce a superarlo in curva1. In coda alla top10 Berry e Keselowski aggirano Chastain che si sta spegnendo. Finisce invece la fase migliore di Hocevar che subisce il controsorpasso di Bowman e Jones.

Ai -44 la classifica vede Briscoe al comando con 0.5″ su Buescher, 1.5″ su Hamlin, 3.1″ su Blaney, 3.8″ su Elliott, 5.6″ su Cindric, 6.9″ su Larson, 7.9″ su Berry, 8.8″ su Keselowski e 9.7″ su Preece; a seguire Bowman, Jones, Hocevar, Chastain, A.Dillon, Logano, Nemechek, Suárez, Smith e Gragson con Byron appena 23° dietro a Bell.

Al giro successivo Smith apre il giro di soste finali che si smuove ai -42 con i pit di Cindric, Berry e Bowman, ai -41 è la volta del leader Briscoe che, è bene ricordare, era uno di quelli che si era fermato per primo con la #21 alla caccia di una caution. Con la #19 pittano anche Larson, Preece, Hocevar e Byron (due gomme). Mentre al giro successivo è la volta anche di Hamlin, Elliott, Logano, Chastain, Gragson, Custer e Stenhouse, fin da subito c’è la sensazione che il pit di Briscoe sia stato molto veloce. Anche troppo veloce?

Un indizio potrebbe arrivare dalla sosta di Buescher ai -39 (e A.Dillon) che mette Blaney al comando. Dopo il pit di SVG ai -38 appare in classifica la classifica virtuale: Briscoe ha 3.1″ su Hamlin e 5.0″ su Buescher. Chase ha guadagnato quindi parecchio terreno nel giro di soste e questo è il secondo indizio.

Jones pitta ai -37, Blaney ai -36 con JHN, Suárez, Bell e Gibbs lasciando al comando Keselowski che, visto lo sfasamento precedente, potrebbe andare avanti ancora una decina di giri. E invece arriva subito la caution ad affossare definitivamente la sua corsa. La scorsa settimana a beneficiare della bandiera gialla fu SVG, questa volta è lui a causarla con un testacoda in curva1. E chissà se a tradire il neozelandese come sensazioni al volante siano ancora le pressioni basse di inizio stint. Nessun lucky dog perché sarebbe stata proprio la #88.

Mancavano ancora sei auto all’appello (Keselowski, Busch, Allmendinger, Gilliland, Ware ed Haley) che sono costrette ad andare ai box lasciando il comando nuovamente a Briscoe davanti ad Hamlin, Blaney, Buescher, Elliott, Larson, Cindric, Nemechek, Berry e Preece. E, durante la bandiera gialla, i guai per il leader emergono via radio. La sosta è stata effettivamente troppo breve, con Briscoe che è ripartito appena l’auto è scesa dal sollevatore senza il completamento del rifornimento della seconda tanica. E quindi Chase è a corto col carburante. Di quanto? Si dice due-tre giri a questo punto, al netto della caution potevano essere quattro-cinque al momento dell’uscita dai box, di sicuro comunque non i nove (!) dichiarati dal suo crew chief in conferenza stampa.

Si va dunque in un finale potenzialmente fuel mileage, non una anomalia a Pocono se non per il fatto che riguardi solo e solamente una vettura. Il più Briscoe lo fa alla ripartenza dei -30 quando Blaney lo spinge e lascia al comando con Ryan che per poco non aggira Hamlin in curva1; Elliott e Buescher completano la top5 dopo che Chris ha dovuto lottare con JHN. Hocevar perde le ultime speranze di un buon risultato quando finisce larghissimo in curva3 perdendo sei posizioni ed uscendo dalla top20.

Mentre nel gruppo c’è qualche focolaio di battaglia (occhio sempre su Keselowski in rimonta), Hamlin si mette in attesa nei confronti di un Briscoe che deve andare subito in fuel mileage con tre armi a disposizione: alzare il piede dall’acceleratore presto in curva1 e 3, rimanere in quinta marcia (senza scendere in quarta) in 2. L’assestamento iniziale è un po’ brusco forse e ai -25 Denny si fa vedere all’esterno di curva1.

La situazione rimane pressocché stabile: ai -20 Briscoe ha 0.5″ su Hamlin, poi Blaney vicino a 0.7″, leggermente staccati Elliott (+1.3″) e Buescher (+2.1″) mentre ormai lontani ad oltre 5″ Nemechek, un Larson in recupero ma che si arena su JHN, Preece, Cindric e Bowman, Keselowski già 13° dietro a Berry e Gibbs.

Col passare dei giri l’inerzia cambia più volte, Blaney sembra voler attaccare, ma ha un po’ di sottosterzo nella scia della #11 che sembra solo aspettare l’attimo buono. Attimo che ai -18 sembra avere anche Elliott per riagganciare il trio al comando, senza però riuscirci. Un Reddick che ha pittato fuori sequenza dopo una wave around potrebbe essere un potenziale disturbo per Briscoe all’uscita dalla pit lane della #45, ma con gomme fresche Tyler ne ha di più e allunga.

Ai -15 il primo segnale positivo per il leader quando dai box gli dicono che “se vai avanti così, ce la possiamo fare”. E così Chase riesce anche a guadagnare qualche centesimo fino ad avere 0.7″ di vantaggio in una top10 sostanzialmente invariata come equilibri. Ai -9 dal muretto cercano di svegliare Hamlin dicendogli che, secondo i loro calcoli, il compagno di squadra sarebbe ancora mezzo giro a corto col carburante. E allora Denny si riporta sotto, ma non basta e il margine per un attacco non sembra esserci. Margine che invece trova, troppo tardi, Buescher passando Elliott.

L’attesa sale, non arriva nessuna caution in aiuto di Briscoe, ma ormai Chase ha salvato la sua corsa – dopo l’errore commesso ai box – da solo grazie ad un clamoroso fuel saving. Gli occhi e le orecchie nelle ultime 2.5 miglia, iniziate con 0.7″ di margine, sono sulla telemetria e sul motore della #19. In curva1 nessuna esitazione, in 2 nessun singhiozzo, in 3 velocità costante e poi la progressione verso il traguardo e la prima vittoria con il Joe Gibbs Racing.

Chase Briscoe torna così al successo mettendo al sicuro i playoff (che non sembravano a rischio, ma mai dire mai) precedendo Hamlin (+0.6″), un disidratato Blaney (+0.98″), Buescher (+2.7″), Elliott (+5.1″), Nemechek (+12.3″), Larson (+12.8″), Preece (+13.0″), un Keselowski che mastica amaro (+13.4″) e Cindric (+13.5″, con sorpasso subito all’ultimo giro); a seguire Bowman, Berry, Gibbs, Suárez, Logano, Bell, Hocevar, Haley e Busch, Chastain 26°, Byron addirittura 27° dopo essere sprofondato e mai riemerso, Stenhouse 30°, Reddick 32°.

Mentre per il nativo dell’Indiana (l’unica gioia per lo stato nella domenica sportiva vedendo il risultato da Oklahoma City) c’è benzina addirittura per giro d’onore e anche i burnout e gli spettatori salutano l’ottima telecronaca e copertura delle ultime cinque gare da parte di Amazon Prime, l’occhio ora si sposta su TNT e le prossime cinque corse che ci avvicineranno ai playoff attraverso il nuovo In-Season Challenge, una sfida indiretta a eliminazione diretta fra i migliori 32 piloti di questo inizio di stagione.

I risultati odierni

La classifica della “The Great American Getaway 400 presented by VISITPA”

La classifica generale

Così in campionato a 9 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2025

Le altre categorie

Xfinity Series: prima vittoria su un ovale per Connor Zilisch!

Truck Series: un Riggs fortunato conquista l’accesso ai playoff

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR prenderà strade separate: la Truck Series sabato sera farà il suo debutto sullo stradale di Lime Rock, Xfinity e Cup Series andranno ad Atlanta per la prima occasione in cui si fa tappa una seconda volta in stagione. Per la categoria cadetta gara venerdì notte, per la Cup sabato notte.

Ad Atlanta avrà inizio anche il nuovo In-Season Challenge, un torneo a eliminazione diretta concomitante con le prossime cinque gare, in cui le 32 teste di sere selezionate finora si sfideranno in un tabellone tennistico in base ai risultati alla bandiera a scacchi; il premio per il vincitore finale sarà di un milione di dollari.


Immagine: Media NASCAR

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