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NASCAR | Cup Series, Michigan: La pioggia non frena Tyler Reddick. Sua la vittoria del lunedì!

di Francesco Gritti
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Pubblicato il 21 Agosto 2024 - 19:30
Tempo di lettura: 13 minuti
NASCAR | Cup Series, Michigan: La pioggia non frena Tyler Reddick. Sua la vittoria del lunedì!
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Tyler Reddick vince la FireKeepers Casino 400 a Michigan. La gara, caratterizzata da due Overtime e diversi incidenti, è terminata lunedì pomeriggio

Parlare di gara a eliminazione è sbagliato, nonostante siano tanti i ritiri. Parlare di gara tranquilla è sbagliato, visti i diversi incidenti. Parlare di gara movimentata è altrettanto sbagliato, visti i pochi sorpassi nelle posizioni che contano di più. Cosa è stata, quindi, la gara a Michigan? Sicuramente qualcosa di particolare, difficile da descrivere anche a diverse ore dal termine.

La NASCAR Cup Series giunge al Michigan International Speedway per il suo ventiquattresimo round stagionale. La FireKeepers Casino 400 è una gara importante in ottica playoff: un buon risultato potrebbe spostare gli equilibri che regolano l’ingresso alla seconda fase del campionato, quella in cui si lotta per il titolo.

Il Michigan International Speedway, come dice il nome, è un ovale tradizionale dalla lunghezza di 2 miglia, caratterizzato da un banking poco elevato e da curve molto scorrevoli nelle fasi di immissione dai rettilinei e di percorrenza. Costruito nel 1968 e modificato solo nel road course che si estende dentro e fuori dal tracciato dello speedway in cui corre la massima categoria delle stock car, l’impianto è uno dei grandi classici della NASCAR moderna, in cui si corre da oltre 50 anni senza pause o interruzioni di alcun genere.

La FireKeepers Casino 400, prova di agosto da 200 giri, si tiene ogni anno dal 1969 (1973 escluso). Nonostante lo scorrere del tempo, le modifiche al format di quella che, per molto tempo, è stata la seconda prova in Michigan (si è corso a giugno ininterrottamente dal 1969 al 2019 e due volte ad agosto nel 2020), sono praticamente nulle dall’edizione inaugurale.

Si presentano all’evento solo le 36 vetture a tempo pieno. A. J. Allmendinger torna sulla Chevrolet #16 di Kaulig Racing, lasciata nello scorso round a Ty Dillon. Anche Cody Ware si rimette alla guida della Ford #51 di Rick Ware Racing. La vettura del team di famiglia è stata affidata a Herbst nello scorso round. MBM Motorsports non si iscrive alla tappa in Michigan.

Il meteo avverso non permette lo svolgimento delle qualifiche. Le posizioni di partenza sono quindi decise dall’algoritmo. La prima fila dello schieramento è quindi composta da Denny Hamlin, pilota della Toyota #11 di Joe Gibbs Racing, e Tyler Reddick, alfiere della Camry #45 di 23XI Racing.

La gara

La partenza della gara è stata rimandata di circa 2 ore e mezza a causa di un forte acquazzone che si è presentato sul circuito proprio durante il giro di formazione. La pioggia, che ha caratterizzato lo svolgimento dell’intero weekend, continua a rendere impraticabile un tracciato che è percorribile solo in condizioni di asciutto.

Reddick, interno, e Hamlin, esterno, cominciano a scornarsi già dopo pochi metri. Il ragazzo della #45 e il suo “datore di lavoro” restano affiancati fino a curva 3, in cui, con un attacco a sorpresa, Larson riesce a passare in testa alla corsa. La manovra rischiosa, in cui il californiano è andato molto vicino alla linea bianca, è stata sicuramente ricompensata.

Da qui in poi i piloti proseguono in tandem e le posizioni non cambiano, così come i distacchi, sempre fissi. L’unico in difficoltà, probabilmente a causa di un assetto completamente errato, è Berry, che perde così tanto tempo sugli avversari da venire, addirittura, doppiato attorno alla metà del primo stage.

Hamlin passa all’attacco dopo una lunga fase di studio. Il veterano esce da curva 4 con una traiettoria stretta e prova ad affiancarsi e superare Larson. Peccato che il suo piano, ben architettato fra l’altro, vada incontro a un enorme problema. Wallace, posizionato alle spalle dell’eterno secondo, ha saputo sfruttare la scia della #11 per prendere velocità e sorpassare entrambi in un colpo solo prima di curva 1. Il trentenne nato in Alabama conquista la prima posizione all’inizio del giro 35.

I sogni di gloria dell’afroamericano durano molto poco. Già al giro 37, difatti, esce una caution, causata da un errore di traiettoria in curva 4 tale da mandare in testacoda persino un pilota esperto come Hamlin. La Toyota #11, fortunatamente, non subisce danni. La gara riparte dopo la sosta generale, durante la quale Berry ha svolto il lucky dog.

https://twitter.com/NASCAR/status/1825282606671249595

Blaney è una furia dalla ripartenza in poi. Il campione in carica brucia allo scatto Byron, partito al suo fianco, il quale viene superato anche da Buescher nelle primissime fasi in bandiera verde. Il pilota Penske, però, non si fa intimidire dal compagno di marca e corre da solo fino al passaggio sotto la bandiera a scacchi biancoverdi.

Ryan Blaney, pilota della Ford #12 del Team Penske, vince lo stage 1 a Michigan. Elliott, Byron, Wallace, Buescher, Busch, Keselowski, Truex Jr., Chastain e Bowman completano la top 10. I piloti di testa approfittano della caution per svolgere un pit stop.

Mentre si sta per ripartire, la pioggia gioca un altro brutto scherzo e costringe i piloti a rientrare in pit lane, dove le auto verranno coperte. Dopo diverse valutazioni, la NASCAR decide di rimandare il resto della prova alla giornata di lunedì.

L’inizio del secondo stage vede una lotta per la prima posizione tra Elliott e Busch. Il pilota RCR prova fin da subito a superare il campione 2020, a cui si è accodato nel corso del primo giro. Ci riuscirà, dopo un paio di timidi tentativi non andati a buon fine, con un attacco in curva 3 al giro 58.

La fuga di Busch ed Elliott non è destinata a durare in eterno. La rimonta di Truex Jr. termina, difatti, al giro 65, nel corso del quale riesce a beffare l’oramai ex compagno di squadra. Solo una mossa stratigica eccellente può salvare la Chevy #8 da un declino in fatto di performance.

https://twitter.com/NASCAR/status/1825551847072874589

Al giro 87 si apre il giro di soste. I primi a cambiare le gomme sono Wallace e Larson, seguiti al passaggio successivo da Elliott e Gragson e, a quello dopo ancora, da Chastain, LaJoie, Briscoe, Bowman e Buescher. Busch si ferma assieme a Byron nel corso della novantaduesima tornata. Alla novantatreesima sarà, invece, la volta di Truex Jr., Bell, Burton, Allmendinger e Jones. Il veterano della #19, giunto alla sua ultima stagione in carriera, lascia così la leadership a Blaney.

Il campione in carica si ferma molto tardi, al giro 101, addirittura dopo i suoi compagni di squadra, autori di un secondo stint molto lungo. Gibbs va così in testa, ma ci resta solo per un paio di tornate. Il giovanissimo lascia lo scettro nelle mani di Keselowski, che, però, non sembra particolarmente interessato a mantenerlo. Il pilota-owner, difatti, si ferma al pit al passaggio numero 104, chiudendo di fatto il giro di soste iniziato una decina di minuti prima.

Larson, in grado di sfruttare le gomme nuove al meglio grazie a un undercut, riesce a trovarsi in prima posizione nel momento in cui il tracciato si riempie di detriti. Questo piccolo inconveniente si rivelerà, pochi minuti più tardi, fatale per il campione 2021.

Al giro 108 Gilliland rallenta in curva 2 a causa di una foratura alla gomma posteriore destra. La stessa situazione accade anche a Logano e ad Allmendinger appena un paio di miglia più tardi. La direzione gara non può ignorare la carcassa lanciata dalla #22 nella traiettoria di curva 4 e la sosta nella via di fuga della #16 e, di conseguenza, obbliga i piloti a rallentare e a ricompattarsi. Caution.

Quasi tutti i piloti si fermano ancora per cambiare il proprio treno di pneumatici. Ne approfitta anche Hamlin, che, a causa di una doppia sosta fatta in bandiera verde (probabilmente si è accorto per tempo della pressione erronea delle gomme), si trovava indietro di un giro nel momento in cui è stata chiamata la caution.

Il restart è nel segno di Busch. Il veterano riesce ad imporsi, seppur con qualche difficoltà, su Chastain. Nessuno dei due, però, può lasciarsi sfuggire il successo odierno perché permetterebbe al primo classificato l’ingresso nei playoff.

Poco più indietro avviene un grosso incidente in grado di far terminare in anticipo il secondo stage. Larson perde il controllo della propria vettura in curva 4 e viene colpito da Wallace. La #5, oramai senza direzione prevedibile, scivola così verso il centro del tracciato e trova lungo la sua imprevedibile traiettoria la Toyota di Bell, già coinvolta in una serie contatti generati proprio dalla necessità condivisa di evitare l’auto imbizzarrita.

Il bilancio è una tragedia. Oltre a Larson e Bell, anche Gilliland e Logano devono ritirarsi per i gravi danni subiti durante il big one. Buescher, Briscoe e Wallace, invece, riescono a cavarsela e tornare in gara, seppur con una vettura ben lontana dalle condizioni ideali.

Kyle Busch, pilota della Chevrolet #8 di Richard Childress Racing, primo nel momento in cui si è consumato l’incidente, vince lo stage 2 passeggiando alle spalle della pace car. La zona punti viene completata da Chastain, Gibbs, Byron, Dillon, Keselowski, Truex Jr., Jones, Ware e Blaney. Sono pochissimi i piloti che si fermano al termine della fase centrale di gara. Uno di questi è Chastain, che cercherà di imporsi rapidamente sul gruppo grazie alle gomme nuove.

Il terzo stage si apre nel segno di Byron. Il vincitore di Daytona riesce immediatamente a imporsi su Busch, reo di montare gomme più consumate di quelle del rivale. Inizia qui il declino effettivo della #8, che non tornerà più in lotta per la vittoria.

Al giro 136 avviene un incidente molto strano. LaJoie cerca di superare Gragson grazie alla grande velocità guadagnata in uscita da curva 2. Il pilota Spire si affianca così al rivale sul backstretch, ma qualcosa non va secondo i piani.

LaJoie, difatti, urta leggermente la vettura di Gragson e, a causa degli spostamenti di aria, prende il volo appena prova a spostarsi. L’impatto è tremendo, con la Camaro che atterra sul tetto e percorre sottosopra la via di fuga per molti metri. Il ritiro è immediato.

Molti piloti, tra cui Chastain, Busch, Stenhouse Jr. e Wallace, optano per sostare durante la caution conseguente all’incidente di LaJoie. McDowell, il primo dei piloti doppiati, sfrutta la neutralizzazione delle posizioni per tornare in coda al gruppo principale.

A differenza di quanto si possa pensare, la ripartenza non ha visto imporsi né Byron, esterno, né Keselowski, interno. Il nuovo leader della corsa è, a sorpresa, Elliott, che, dalla seconda fila, è stato in grado di sferrare un attacco aggressivo sfruttando l’interno di curva 1.

Pochi minuti dopo il restart inizia un altro giro di soste in bandiera verde, inaugurato al giro 154 da Byron. Il pilota della #24, in realtà, ha anticipato di molto un trend che coinvolgerà altri avversari solo diverso tempo dopo. Difatti, Bowman ha effettuato il pit stop solo quattro passaggi dopo il compagno di squadra, mentre Gibbs e Keselowski hanno optato per percorrere 8 miglia in più rispetto all’alfiere della #48 prima di montare delle gomme nuove.

Nel frattempo, in alta classifica, la situazione è destinata a cambiare, anche se non di molto. Reddick, dopo diversi minuti di studio, riesce a prendere l’interno di Elliott in curva 3, superandolo al giro 161 e conquistando la prima posizione. I due, però, sosteranno assieme a Blaney un paio di tornate più tardi, lasciando a Busch la testa della corsa. In contemporanea si assiste al ritiro di Briscoe.

Il bicampione, oggi in forma smagliante, è comunque costretto a lasciare lo scettro al giro 168, quello in cui compie la sosta assieme a Chastain. Sarà proprio il compagno di squadra di Watermelon Man, Suarez, a prendere le redini della classifica.

Il messicano resterà in testa per 7 giri prima di sostare. Hocevar conquista quindi la testa della corsa. Il giovanissimo, alla prima stagione completa nella serie, si fermerà ai pit dopo 3 passaggi. Anche Stenhouse Jr., Burton e Berry si scambieranno la leadership prima di effettuare l’ultima sosta programmata.

Al giro 189 termina la serie di pit stop e, senza sorpresa di nessuno, è Reddick in pilota a capo della classifica. Tutto sembra promettere per il meglio ma, come di consueto, c’è sempre un imprevisto pronto a ribaltare le carte in tavola.

Mancano 5 giri al termine della prova quando la direzione gara decide di chiamare in causa la caution. Truex Jr. va largo in curva 4 e tocca le barriere, rallentando, ma senza essere un pericolo per gli avversari, sia perché la differenza di velocità non è così ampia, sia perché il veterano ha tenuto saldamente le redini della sua Toyota.

Alcuni piloti, tra cui Buescher e McDowell, oltre al già citato Truex Jr., sfruttano la situazione per svolgere una sosta addizionale. Ware, primo tra i doppiati, riesce a tornare a pieni giri grazie all’ingresso sul tracciato della pace car.

Si va così al primo Overtime. Byron sfrutta la spinta di Keselowski per imporsi su Reddick dalla corsia interna. Il pilota della #45, però, è una volpe e, grazie al banking, riesce a portarsi a fianco del rivale una volta arrivato sul backstretch.

Proprio in questo tratto si assiste a un altro incidente dalla dinamica molto particolare. Bowman tocca il muro e Chastain, per evitarlo, si sposta leggermente a sinistra. Il problema è che le masse d’aria generate dal cambio di posizione causano uno squilibrio nel comportamento della vettura #1, che si gira in pieno rettilineo. Fortunatamente, il pilota nato in Florida riesce a tenere il controllo del mezzo e a non subire danni di alcun tipo.

Bowman e Dillon decidono di fare uno splash prima del secondo Overtime. Haley, un giro dietro ai leader durante il primo “tempo supplementare”, ha la possibilità di recuperare tutto il suo svantaggio grazie al lucky dog.

Il secondo (e ultimo) Overtime si apre con un gioco di squadra magistrale fra le Toyota. Gibbs spinge Reddick, permettendo al compagno di marca, in corsia interna, di mettere subito la sagoma della propria vettura davanti a quella di Byron, che, nonostante i tentativi, non riesce ad uscire dalla scia della #45.

Tyler Reddick vince la FireKeepers Casino 400 al Michigan International Speedway. Byron, Gibbs, Busch, Keselowski, Buescher, Smith, Suarez, Hamlin e Hocevar tagliano il traguardo alle spalle del ragazzo di 23XI Racing.

Tyler Reddick, nato a Corning, California, 28 anni fa, ha ottenuto il suo secondo successo stagionale, settimo da quando è in Cup Series. Il pilota 23XI oramai è uno dei big, uno di quelli sempre nelle prime posizioni. Nonostante sia presto per parlare di lotta per il titolo, è indubbio pensare che uno dei principali candidati sia proprio Tyler.

I risultati odierni

La classifica della FireKeepers Casino 400 a Michigan

La classifica generale

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Immagine: Media NASCAR


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