Denny Hamlin vince la FireKeepers Casino 400 al Michigan International Speedway sfruttando il fuel saving di Byron
Gallina vecchia fa buon brodo. Questo detto che ci perseguita da generazioni, in realtà, ha molto senso se applicato ad alcune occasioni all’interno del motorsport. La vittoria della FireKeepers Casino 400 al Michigan International Speedway da parte del quarantaquattrenne Denny Hamlin dimostra che l’età è solo un numero. Nonostante ciò, va detto che il veterano è stato bravo a sfruttare le difficoltà di Byron, alle prese con i guai un serbatoio “troppo leggero”, che gli hanno permesso di imporsi per la terza volta quest’anno. Parlare di titolo è un’utopia, però va detto che la velocità c’è ancora e la voglia di battere “il tuo pilota preferito” anche. Chissà, magari quest’anno Denny potrebbe davvero stupire tutti.
Il viaggio negli Stati Uniti della NASCAR Cup Series porta il paddock della classe regina del mondo stock car al Michigan International Speedway, che ospita la quindicesima gara della stagione, la FireKeepers Casino 400. L’ovale, nonostante presenti delle curve con poco banking, è molto veloce.
Il Michigan International Speedway, come dice il nome, è un ovale tradizionale dalla lunghezza di 2 miglia, caratterizzato da un banking poco elevato e da curve molto scorrevoli, sia nelle fasi di immissione sui rettilinei, sia per quanto riguarda la percorrenza delle pieghe stesse. Costruito nel 1968 e modificato solo nel road course, che si estende dentro e fuori dalla superficie dello speedway su cui gareggiano le più importanti categorie del mondo stock car, l’impianto è uno dei grandi classici della NASCAR moderna, in cui si corre da oltre 50 anni senza pause o interruzioni di alcun genere, almeno per quanto riguarda la classe regina.
La FireKeepers Casino 400, prova da 200 giri, si tiene ogni anno dal 1969 (1973 escluso). Nonostante lo scorrere del tempo, le modifiche al format di quella che, per molto tempo, è stata la seconda prova in Michigan, sono praticamente nulle dall’edizione inaugurale. Quest’anno, la gara in questione, che storicamente è sempre stata programmata ad agosto, si tiene nel mese di giugno.
Solo i 36 piloti a tempo pieno partecipano alla gara in Michigan. NY Racing Team e Garage 66 decidono di disertare questa trasferta. 23XI Racing, inoltre, non schiera la sua quarta Toyota, affidata nella gara di settimana scorsa ad Heim.
La qualifica si compone di un solo giro, svolto a pista libera da ogni vettura. Chase Briscoe, pilota della Toyota #19 di Joe Gibbs Racing, conquista la terza pole position consecutiva grazie a un buon 36.826″. Kyle Busch, secondo sulla Chevrolet #8 di Richard Childress Racing, segue il ragazzo sulla Camry di appena 27 millesimi.
La gara
Busch e Briscoe si contendono la testa della corsa durante il primo giro di gara. Il veterano, interno, mette il muso davanti al rivale nelle curve, che, a sua volta, torna davanti sui rettilinei. La breve lotta termina all’imbocco del frontstretch, in cui la Chevy si accoda definitivamente alla Toyota.
Briscoe resta in testa fino al giro 12, momento in cui viene attaccato da Byron. L’alfiere di Hendrick Motorsports, al termine di un breve inseguimento, si butta interno all’imbocco del backstretch, in cui affianca il rivale in forza a JGR prima di superarlo in curva 3.
Il crollo di Briscoe non è abbastanza per rassicurare Byron. Nell’arco di poche miglia, difatti, il leader della gara si ritrova tallonato da Buescher. “La Stella di Prosper”, però, decide di studiare per diversi minuti il rivale prima di passare all’attacco. Il sorpasso avviene, difatti, in uscita dall’ultima curva del giro 35, molto tempo dopo l’inizio del duello. In contemporanea si assiste alla prima sosta di Suarez, anticipata a causa di un problema ad uno pneumatico.
Chris Buescher, pilota della Ford #17 di RFK Racing, si invola verso la vittoria del primo stage a Michigan. Byron, Hamlin, Briscoe, Berry, Blaney, Larson, Wallace, Busch e Hocevar completano la top 10. Al termine della prima sosta di giornata, compiuta da tutti tranne Suarez (che quindi si accoda al gruppo), inizia il “secondo tempo”.
Il primo protagonista della fase centrale della gara è Blaney che, grazie al sapiente utilizzo della linea esterna, riesce subito a mettere le ruote davanti a Hamlin. Il veterano, però, non si accoda al campione 2023, dato che si ritrova a combattere per la seconda posizione con Hocevar che, sul traguardo, ha il muso davanti a quello della Toyota #11.
Blaney, però, deve fare i conti con la rimonta di Elliott che, in questo momento della gara, è davvero in forma. Il campione 2020 riesce a superare l’attuale leader della corsa, il quale non riesce a opporre resistenza, al termine del giro 57.
La corsa viene neutralizzata per la seconda volta al giro 60. Nemechek perde il controllo della sua Toyota in curva 2 e sfiora le barriere. Per evitare la Camry del figlio d’arte, Gragson vira verso l’interno, andando a sua volta in testacoda. Le due auto coinvolte non riportano danni importanti, anche se svolgono comunque un cambio gomme.
Molti piloti, vedendo la situazione, anticipano di diversi giri la seconda sosta, compiendo di fatto un undercut. Le auto di Briscoe, Berry e Logano sono solo alcune delle circa 20 che sfruttano la seconda caution di giornata per fare una visita ai meccanici.
Al restart la situazione è tesa. La spinta di Chastain non permette comunque a Blaney, interno, di recuperare la testa della corsa. Elliott, difatti, compie il balzo vincente in curva 2, la stessa in cui anche il compagno Byron riesce a imporsi sul campione 2023.
La pace car torna a dettare il passo già al giro 67. Suarez stringe la traiettoria in curva 2, obbligando Custer ad andare più interno. Il pilota Haas, però, tocca Cindric, perdendo leggermente il controllo della sua Ford. La sbandata porta il rientrante in Cup Series contro le vetture di Suarez, che va in testacoda, e di Bowman, che viene sparato ad alta velocità contro le barriere.
Anche Briscoe viene coinvolto nell’impatto dato che, mentre sta provando ad evitare le varie auto fuori controllo, viene colpito dalla Ford di Custer che, a causa degli ingenti danni, si deve ritirare. L’impatto violentissimo di Bowman contro le barriere disintegra l’anteriore della sua Chevrolet che rilascia ingenti quantità di olio sulla pista. Date le condizioni in cui versa l’asfalto e anche per riparare le SAFER Barrier, la direzione gara decide di fermare tutte le vetture. Bandiera rossa.
Dopo 11 minuti i piloti riaccendono i motori. Quasi tutti quelli che non si sono fermati prima svolgono sotto caution la loro seconda sosta di giornata. Gli unici che non hanno ancora fatto visita ai meccanici sono Bell ed Elliott.
Al restart saranno proprio i due piloti appena citati ad assumere la guida del gruppo. Bell ed Elliott restano affiancati per quasi tutto il primo giro sotto bandiera verde. Questa battaglia si decide in curva 4, quando il pilota Toyota alza il piede dall’acceleratore, lasciando quindi passare il rivale su Chevrolet.
La situazione, però, cambia in fretta. Al giro 72 Nemechek perde il ancora il controllo della sua Toyota e, questa volta, urta violentemente le barriere. I danni ingenti costringono il figlio d’arte al ritiro. Elliott sfrutta la caution per svolgere la seconda sosta in solitaria.
Al via, Bell, spinto da Keselowski, riesce a battere McDowell. L’unico pilota su gomme usate, però va largo in uscita di curva 2, perdendo terreno. Anche il veterano di Spire perde numerose posizioni. Queste condizioni aprono la strada a Byron che conclude il giro davanti al pilota Toyota.
Il protetto di Jeff Gordon allunga subito sugli avversari. La strategia di Byron funziona nel breve periodo ma non nel lungo, dato che, miglio dopo miglio, il gap tra il ragazzo di Hendrick e Bell si riduce notevolmente. Lo scontro fra i due, però, non avverrà mai, dato che, al giro 107, il pilota Toyota si ferma in pit lane per svolgere la seconda sosta di giornata.
La fortuna gira a favore del nativo dell’Oklahoma pochi secondi più tardi. Al giro 109, difatti, Blaney tocca le barriere in curva 4 e perde il controllo della sua Ford che si ferma all’ingresso della pit road. Il campione 2023 riporta dei danni alla parte destra della vettura che tengono occupati i meccanici per diversi minuti.
Durante la caution, tutti, ad eccezione di Cindric, Briscoe e Austin Dillon, anticipano la terza sosta, prevista originariamente alla fine del secondo stage. Anche Bell ne giova, dato che riesce a tornare in coda al gruppo.
La ripartenza sorride a Cindric. Il pilota Penske, aiutato da Austin Dillon, si impone immediatamente su Briscoe che viene immediatamente superato anche da Byron e Reddick. Quest’ultimo si butta interno in curva 4 per provare a superare il leader della linea esterna, il quale, grazie al banking, riesce a concludere il giro in prima posizione.
Le gomme usate, però, penalizzano la velocità di Cindric che si trova costretto a svolgere delle manovre difensive che lo portano ad utilizzare la carreggiata stradale in tutta la sua larghezza. Byron sfrutta l’esposizione del pilota Penske per studiarlo.
“Willy B.” decide di passare all’attacco solo al giro 119. Il ragazzo di Hendrick, difatti, prende la linea interna in curva 4 e ruba così la leadership a Cindric. Il campione Xfinity 2020 prova nel corso dell’ultimo passaggio a passare il rivale all’esterno della seconda piega, ma la manovra non ha successo.
William Byron, pilota della Chevrolet #24 di Hendrick Motorsports, vince lo stage 2 a Michigan. Cindric, Hocevar, Reddick, Chastain, Preece, Wallace, Hamlin, Ty Dillon e Jones completano la zona punti. La pausa conseguente all’esposizione della bandiera a scacchi biancoverdi permette ad alcuni piloti, tra cui i Dillon, Larson, Elliott, Smith, van Gisbergen, McDowell e Stenhouse Jr., di fare rifornimento. Altri invece, come Cindric, chiedono ai meccanici un servizio completo. Lucky dog per Blaney.
L’inizio del terzo stage è nel segno di Byron. Il mattatore del “secondo tempo”, difatti, riesce, grazie alla spinta di Reddick, ad imporsi facilmente su Hocevar, che resta alle spalle del vincitore di Daytona per diverse miglia.
La settima e ultima caution di giornata esce al giro 146. La causa di essa è un errore di Gilliland che, dopo aver perso il controllo della sua Ford, impatta contro le barriere di curva 2. Tutti i piloti sfruttano la situazione favorevole per svolgere la quarta e ultima sosta di giornata. Blaney guadagna un’altra tornata.
La spinta di Larson permette a Hocevar, interno, di imporsi facilmente su Smith, che, complice la sostituzione dei soli pneumatici di destra, fa fatica allo stacco di frizione. Il giovane sceglie di spostarsi verso l’esterno appena si trova l’intera carreggiata a disposizione. Il campione 2021, invece, resta interno.
Larson prova così in curva 4 a superare Hocevar. La manovra del campione 2021, però, fallisce, dato che riesce a tenere il paraurti anteriore della sua Chevrolet davanti a quello del rivale solo per pochi metri. Smith batte Buescher a duello e termina il primo giro sotto bandiera verde in terza posizione.
Dopo una piccola rimonta, Byron resta per moltissime miglia alle spalle di Hocevar che tiene la prima posizione per un numero di giri decisamente ampio. Il motivo di questa calma riguarda la poca disponibilità di carburante che potrebbe obbligare diversi piloti a svolgere uno splash nell’ultimissima parte della gara.
I sogni di gloria di Hocevar vengono infranti al giro 182. La foratura della gomma posteriore sinistra, infatti, obbliga il pilota di casa a rientrare in pit road, dove i meccanici gli forniranno un servizio completo.
Byron guadagna così la prima posizione. Il pilota Hendrick, non potendo sfruttare la scia di qualcun altro, si ritrova a consumare più carburante del previsto. Oltretutto, il ventisettenne di Charlotte, si ritrova tallonato negli ultimissimi passaggi da Hamlin che non deve fare fuel saving.
Il veterano prende l’iniziativa alla seconda curva del giro 196, nella quale prende la linea interna. Byron, però, risponde a Hamlin nelle pieghe successive in cui, grazie al banking, ha la possibilità di mettere il muso della sua Chevy davanti a quello della Toyota, anche se per solo per pochi istanti.
Oltre il danno, la beffa. Byron, accodatosi definitivamente a Hamlin a metà del giro 197, perde posizioni nel corso dell’ultima tornata. Il motivo è molto semplice: durante la battaglia, il pilota di Charlotte ha smesso di fare fuel saving e, per questo motivo, ha terminato il carburante a bordo prima di tagliare il traguardo.
Denny Hamlin, pilota della Toyota #11 di Joe Gibbs Racing, vince la FireKeepers Casino 400 al Michigan International Speedway. Buescher, Gibbs, Wallace, Larson, Chastain, Smith, Busch, Preece e Keselowski completano la top 10.
Denny Hamlin, quarantaquattrenne nato a Tampa, Florida, si aggiudica una corsa povera di azione ma ricca di momenti significativi. La terza affermazione stagionale, cinquantasettesima in carriera, del veterano di Joe Gibbs Racing è l’ennesimo campanello di allarme per gli avversari, che dovranno tenere a bada il villain di turno ancora per molto tempo.
I risultati odierni
La classifica della “FireKeepers Casino 400”
La classifica generale
Così in campionato a 11 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2025
Bell, Larson e Hamlin, a quota 3 vittorie a testa, hanno già aritmeticamente conquistato l’accesso ai playoff. Byron, Berry, Cindric, Logano, Chastain e Blaney, che hanno ottenuto solamente un’affermazione, si trovano in una posizione di vantaggio sugli avversari, anche se non è ancora ufficiale la loro partecipazione alla lotta titolo. Nonostante ciò, almeno due dei piloti sopracitati accederanno sicuramente alla seconda fase del campionato.
Le altre categorie
I prossimi appuntamenti
Il programma a Michigan è terminato. Il sedicesimo round stagionale porta la NASCAR Cup Series per la prima volta all’Autodromo Hermanos Rodriguez, sede della Viva México 250. La classe regina delle stock car, che correrà domenica 15 giugno, sarà supportata nel corso del weekend da NASCAR Xfinity Series, NASCAR México Series e NASCAR México Challenge Series.
Immagine: Media NASCAR
---
Stai visualizzando da visitatore. Accedi o registrati per navigare su P300.it con alcuni vantaggi
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.