NASCAR | Cup Series: masterclass di Truex a Sonoma!

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Tempo di lettura: 19 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
13 Giugno 2023 - 09:00
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Larson è il grande favorito, ma la qualifica sbagliata riapre il pronostico. Hamlin scatta in pole, ma poi Truex lo sorpassa ad inizio seconda stage ed infine sbatte clamorosamente nel finale. Martin si invola e non ha avversari nel quarto successo in carriera a Sonoma


Un’autentica lezione di guida sugli stradali, questa è stata la gara di Martin Truex Jr. a Sonoma, la quarta vittoria per il pilota del Joe Gibbs Racing su questa pista. 110 giri senza il minimo errore e in ogni situazione, nel recupero iniziale dall’ottava posizione in griglia, nel sorpasso su Hamlin dopo la prima sosta, ai box (con l’aiuto ovviamente della pit crew), anche nel rimontare i piloti su strategie diverse senza andare nel panico, bensì mettendo in pista anche la giusta aggressività. I 51 giri al comando non rendono minimamente l’idea del dominio della #19 visto ieri.

La gara

La NASCAR non ha mai una settimana tranquilla. Anche verso Sonoma i temi da trattare sono tantissimi. C’è ad esempio il ritorno in pista di Chase Elliott dopo la squalifica di Gateway, un Elliott come sempre poco loquace e ancor meno espansivo nel chiedere scusa per quanto avvenuto a Charlotte con Hamlin.

Chi invece, suo malgrado, deve saltare una gara è Noah Gragson che nell’incidente di Gatweay ha riportato sintomi simili a quelli da trauma cranico e quindi il pilota della #42 deve osservare un turno di riposo. Con Johnson impegnato a Le Mans, nessun pilota affiliato presente in Xfinity Series, ad essere chiamato per sostituirlo è Grant Enfinger, pilota del team “fratello” GMS Racing nella Truck Series e al debutto assoluto in Cup Series dopo un unico tentativo con annessa DNQ in un team derelitto una dozzina di anni fa.

Non sta fermo nemmeno il R&D Center di Charlotte dove in settimana la #43 di Erik Jones viene penalizzata di 60 punti per irregolarità al tettuccio, proprio come successo qualche settimana fa all’Hendrick Motorsports; il team non ha comunicato se presenterà appello. Dall’R&D Center arriva, per il proseguimento dell’operazione trasparenza, a Sonoma anche il pezzo contraffatto dallo Stewart-Haas Racing montato per sbaglio sulla #14 e costato ben 120 punti di penalità per Briscoe.

SHR che è al centro dell’attenzione a Sonoma, sia perché Preece ha vinto la gara della ARCA West Series ed Almirola quella della Xfinity, sia perché Harvick è all’ultima gara di casa in carriera e lo fa passando Jeff Gordon al nono posto all-time per gare disputate in Cup Series (806)

36 le auto iscritte per questa gara, fra di esse c’è il ritorno sulla #15 dello specialista Andy Lally grazie ad uno sponsor che negli ultimi anni era stato fin troppo presente (Camping World) mentre Zane Smith torna sulla #38 con Todd Gilliland dirottato sulla #51.

Nelle prove libere, come già visto in Xfinity, il favorito assoluto sembra essere Kyle Larson che domina la sessione (1’18.099″) dando quasi sei decimi a Truex, sette ad Allmendinger e Reddick e nove a McDowell.

In qualifica però il colpo di scena: Larson nel suo primo tentativo del gruppo A non è perfetto, poi nell’ultimo minuto la tempesta perfetta: Suárez bumpa Bowman, Reddick fa lo stesso con Truex, McDowell (già nella top5) fa il miglior tempo davanti a Gibbs, Truex torna fra i qualificati eliminando Larson che all’ultimo giro non solo non si migliora ma viene battuto anche da Bowman. Avanzano dunque McDowell (1’17.768″), Truex, Gibbs, Reddick e Suárez.

Nel gruppo B scene simili. Hamlin è al comando, ma Bell bumpa Elliott che poi risale al secondo posto eliminando un Kyle Busch molto scontento della vettura (e quindi prodromo di ottimo risultato alla fine) e superato pure dal compagno di squadra Austin Dillon. Avanzano oltre alla #11 e alla #17 anche Buescher, Bell e Allmendinger.

Col pronostico completamente riaperto per la pole position, a conquistare la prima posizione a tempo scaduto (1’17.719″) è Hamlin (il quale ammette che in Toyota si è “rubato” l’assetto di Reddick di Austin, l’unico dei sei ad andare forte al COTA) davanti allo stesso Reddick, McDowell, Bell, Allmendinger, Gibbs, Buescher, Truex, Suárez ed Elliott; Larson è solamente 16° ed è la prima volta in carriera che a Sonoma non partirà dalla top5, dal 2016 addirittura era sempre in pole.

In una giornata insolitamente fredda (circa 20 °C) per essere la California a giugno e con qualche nuvoletta in cielo che però non mette paura può partire la gara di Sonoma. Insolito anche il fatto che non ci siano retrocessioni in coda al gruppo per violazioni del parco chiuso.

Al via di una gara che già ci si immagina molto old style, senza break per le stage come da regolamento ma anche con tanti long run, si può partire finalmente senza ritardi meteo. Sullo scatto Hamlin parte bene seguito nella stessa corsia da Bell mentre Reddick scivola al terzo posto. Ben peggio va a Suárez, vincitore qui l’anno scorso, che dopo essere partito nono sbaglia una cambiata nella discesa verso curva7 e intanto che riprende il ritmo è precipitato al 29° posto. Gara compromessa completamente per lui.

Nonostante questo intoppo nel gruppo non ci sono incidenti e tutti sfilano via senza danni. Dopo il primo giro la top5 è un monopolio Toyota con Hamlin davanti a Bell, Reddick, Truex (già quattro posizioni guadagnate) e Gibbs che ha sorpassato Allmendinger il quale, visti i risultati del 2023, deve ormai vincere per forza sugli stradali per sognare i playoff. All’appello manca solo Wallace che è 15° ed è stato sorpassato da Larson che ha guadagnato tre posti.

I primi giri confermano le ipotesi di corsa molto lineare, tranquilla ma tirata. Tranquillo sicuramente non è il Team Penske dopo una riunione notturna per analizzare il disastro delle qualifiche. Burton 35° ci può stare vista la relativa poca esperienza per Harrison, Blaney 31° può essere un passo storto, ma vedere un re degli stradali come Austin Cindric addirittura 33° dopo il via (e non sarà nemmeno il punto più basso della sua corsa) è qualcosa di inconcepibile. A salvare la nave che affonda senza Roger, già non soddisfatto del risultato di Le Mans, ci prova Logano che è comunque 17°.

Mentre nel gruppo si solleva tanta polvere cercando il limite, il quintetto Toyota fa l’elastico, a volte è 3+2, a volte 2+1+2, a volte di nuovo più compatto, ma di sorpassi per ora non se ne vedono. Bella invece la battaglia poco fuori dalla top20 con protagonisti Byron, Briscoe, Haley ed Harvick.

Al settimo giro c’è il primo sorpasso nelle posizioni che contano. A farlo è ancora il protagonista del via, ovvero Truex che scavalca Reddick in fondo alla discesa di curva7 per il terzo posto ma così perde qualcosina e scivola a 2.4″ dalla vetta. Questa è comunque una piccola sorpresa perché ci si aspettava un Reddick molto veloce e invece fin da ora inizia a perdere e sarà solo l’inizio di (relative) difficoltà.

Di errori clamorosi non se ne vedono, i piloti sono ormai tutti degli esperti – chi più, chi meno – degli stradali e quindi a fare la differenza sono solo ritmo e posizione in pista. Uno sbaglio lo commette ad esempio Preece che per tentare di passare Wallace in curva7 e tagliando troppo la curva quasi decolla sul cordolo alto, riuscendo poi in seguito nella manovra.

Mentre Larson sorpassa un ostacolo importante nella sua rimonta come Bowman e si porta al 12° posto e Byron con il suo +6 fino al 20° è il miglior rimontante finora, davanti prosegue l’elastico fra Hamlin, Bell e Truex. Denny sembra poter gestire e invece Christopher si avvicina. Chi invece perde è Reddick che viene raggiunto non solo da Gibbs, ma anche da Allmendinger e McDowell.

Davanti si procede, dietro ci si muove. Larson in poco tempo si libera di Austin Dillon seguito poco più tardi dallo stesso Bowman, Keselowski e Jones fanno a fiancate e Suárez ne approfitta per superare Erik che va largo in curva7.

Quando tutti si aspettano il definitivo riaggancio di Bell su Hamlin, ecco che esattamente a metà stage (giro 13 di 25, 110 quelli totali) invece la #20 crolla e Truex lo passa sempre in curva7 portandosi al secondo posto. A rompere la rompere la monotonia Toyota al giro successivo ci pensa Allmendinger che supera un Gibbs che va pure lui un pochino in difficoltà.

Hamlin approfitta di tutto questo ed ai -10 allunga mettendo 3″ fra di sé ed il compagno di squadra. Al 16° giro Keselowski è il primo ad andare ai box in una strategia che sembra addirittura più sulle cinque o sei soste che sulle tre che sembrano più pronosticate mentre qualcuno potrebbe addirittura osare per le due visto che il pieno dura 40-45 giri.

Ai -9 c’è il primo nuovo ingresso in top10 con Larson che scavalca un Kyle Busch ancora non al meglio. Kyle però ha perso troppo terreno ed il gruppetto in cui Gibbs fa da tappo ormai a McDowell, Buescher ed Elliott è 5″ più avanti. Davanti invece Allmendinger raggiunge Reddick.

Proseguono le altre soste per i piloti in crisi con Blaney (sovrasterzo come Cindric che forse ha anche problemi al cambio) che va in pit lane dopo aver rischiato grosso con Gilliland. La beffa per Ryan è pure uno speeding che lo spedisce ad un giro dal leader. Meno problemi ai box (per ora) invece per Zane Smith.

Fra -6 e -5 grandi (relativamente) movimenti: Allmendinger supera Reddick e dietro di loro McDowell fa lo stesso con Gibbs. Ai box ci vanno anche Suárez e Burton, ma ai -4 è la volta del primo big, ovvero un Kyle Busch che dopo il sorpasso subito da Larson (ed i 5″ persi in pochissimo tempo) evidentemente non crede più ai punti della stage. Ai -3 invece è la volta di tanti altri come Elliott, Larson (che dunque rinunciano ai punti), Logano, un Austin Dillon in caduta libera, Chastain, Byron ed Harvick.

Mentre Hamlin ormai si è involato, Gibbs ancora perde e Buescher lo scavalca ai -3 per il settimo posto. L’ultima sosta è invece quella di un Preece che ben si difende.

Hamlin vince dunque la prima stage con 2.7″ su Truex (che ha recuperato qualcosa), Bell (addirittura a 9.5″), Allmendinger (+11.0″), McDowell (+11.7″), Reddick (crollato a 14.1″), Buescher (+14.7″), Gibbs (+18.5″), Bowman (+21.5″) e Stenhouse (+23.6″); seguono LaJoie (ma a 36″), Elliott e Larson già lì dopo la sosta, Busch, Wallace, Logano, Almirola (che si ferma proprio al 25° giro) e tutti gli altri con Blaney, Burton e Cindric doppiati e ultimi.

La gara come detto prosegue senza break. Appena conquistati i punti praticamente tutti i leader vanno ai box, Hamlin e Truex subito al 26° giro quando ne mancano 29 alla fine della seconda stage. Al giro 27 la nuova classifica è praticamente già pronta ed Hamlin è restato al comando con 2.0″ su Truex, 5.4″ su Elliott, 6.4″ su Larson (ottimo undercut in casa Hendrick), 7.2″ su Bell, 9.8″ su Kyle Busch, 11.6″ su Allmendinger, 13.4″ su McDowell, poi Reddick, Buescher, Gibbs e Logano.

E la gara cambia volto: Truex attacca e ad un quarto di gara trova la perfezione andando a raggiungere Hamlin nel giro di pochi giri. Mentre Bell passa Larson con gomme più fresche e torna quarto ed Allmendinger fa lo stesso con Busch, Martin accende i razzi, attacca al tornantino (con Hamlin leggermente lungo, forse disturbato nella concentrazione dai doppiati in vista) e completa il sorpasso addirittura in salita nelle prime curve. Al 33° giro Truex passa al comando.

Dietro di loro, ben staccati ad oltre 6″, ci sono Elliott e Bell con Chase che resiste, altri assestamenti vedono invece il duello fra Bowman e Logano e il sorpasso di un ottimo McDowell su Busch. Un altro che si comporta molto bene in questa fase è Buescher che ai -20 della stage fa un +2 su Reddick e Busch che invece perde due posti, poi Rowdy dovrà cederne un altro anche a Gibbs uscendo così dalla top10. Questo è anche il giro in cui Bell finalmente si libera di Elliott e nonostante tutto è ancora a 6″ da Truex.

I giri scorrono via veloci, per Keselowski forse invece troppo lentamente dato che al 40° passaggio è già alla seconda sosta e apre così il giro dei pit stop. A seguirlo in seguito di nuovo Burton e Cindric.

Davanti intanto Hamlin cerca in qualche modo di seguire Truex a circa 1.5″ di ritardo, Bell invece alza bandiera bianca con un errore ai -13 e scivola così a 10.3″ venendo raggiunto dal trio composto da Elliott, Larson ed Allmendinger. Ai -12 prosegue la lista delle soste e sono tutte prevedibili, infatti è la volta di Kyle Busch (un po’ loose) e Suárez, poi Logano, Austin Dillon e Byron ai -11 , Stenhouse ai -10, Harvick (che era incollato a Chastain) ai -9.

Fra -9 e -7 si rianima la lotta nella top10. Il più in forma sul long run (Truex ed Hamlin esclusi) è McDowell che prima supera Allmendinger, poi Larson (con AJ che lo segue) ed infine anche Elliott e qui sorprende il momento di difficoltà della #5 che non ostacola le manovre. Mentre all’ultima curva ci si chiede chi abbia spostato la pila di gomme (pare sia stato Chastain che pitta ai -6, forse invece Harvick; poi in seguito lo farà anche LaJoie), arriva la prima vera caution della corsa.

È una bandiera gialla un po’ tirata, ma evidentemente in direzione gara la NASCAR ha preso la palla (anzi la gomma) al balzo dopo 49 giri di green. A bloccare tutto ci pensa uno pneumatico di Zane Smith che, dopo essere stato smontato, rimbalza e rotola in mezzo alla pit lane fermandosi lì. Nessuno si muove per raccoglierlo e così si opta per una caution ultraprudente.

Viene così fermata la fuga di Truex ed Hamlin (1.25″ a separarli) che avevano 13.7″ su Bell, 14.2″ su McDowell, 15.5″ su Elliott, 16.3″ su Allmendinger, 17.5″ su Buescher, 18.2″ su Larson, 19.9″ su Reddick e 22.2″ su Gibbs mentre Bowman 11° è ad oltre 30″. Haley è il lucky dog mentre Zane Smith, avendo provocato la caution, non può sfruttare la wave around a differenza di tutti gli altri inclusi Blaney e Cindric. E così l’ultima gara della NASCAR Cup Series senza caution rimane Talladega 2002.

Mancano ora quattro giri alla fine della stage, ma c’è il tempo per procedere con il format normale, dunque si apre la pit lane e tutti i leader vanno ai box a differenza di coloro che lo avevano appena fatto. A sfruttare il jolly sono in ordine dunque Kyle Busch, Logano, Byron, Chastain, Austin Dillon, Stenhouse, Keselowski, Harvick e Suárez. Truex riparte decimo davanti a Bell, McDowell, Hamlin, Buescher, Elliott, Allmendinger, Gibbs, Larson, Bowman e Reddick che chiude la top20. Le strategie si sono invece appiattite dato che si andrà tutti sulle tre soste.

La bandiera verde arriva a due giri da fine stage (57 alla bandiera a scacchi) e Kyle Busch rimane al comando, Byron ci prova su Logano ma viene infilato da Chastain. Truex recupera un paio di posizioni ed è ancora leader virtuale davanti a McDowell. È forse il momento decisivo dato che gran parte dei rivali (Hamlin, Elliott e Larson in primis) rimane invece imbottigliato nel traffico.

L’ultimo giro cambia poco: Kyle Busch vince la seconda stage (e siamo a metà gara esatta) davanti a Logano, Chastain, Byron, Stenhouse, A.Dillon, Truex, McDowell, Bell ed Harvick; a seguire Buescher, Keselowski, Allmendinger, Suárez, Hamlin, Elliott, Larson, Bowman, Gibbs e Preece che si è messo davanti ad un Reddick che soffre nel traffico.

Ovviamente anche qui non c’è pausa, anzi Truex non solo non si ferma ma torna quello già visto in precedenza. Dillon viene saltato in un giro (ma lo fanno anche McDowell e Bell), poi ai -52 è la volta di Stenhouse, al giro successivo di Byron e così la #19 è già al quarto posto. Il problema per Martin è che McDowell non lo molla nemmeno un attimo mentre Bell e Buescher provano a seguirli.

Chastain è ovviamente un osso più duro che però cede ai -48 con Ross che si fa fregare nel tentare di passare un Logano che crede di avere un braccetto della sospensione leggermente piegato da un contatto con Byron alla ripartenza. Joey viene passato ai -47 e così Truex ora deve recuperare 2.7″ a Busch. Dietro di lui invece non trova il varco giusto McDowell che perde metri preziosi così come Buescher che, dopo aver passato Bell, ha davanti Byron.

Il primo “vero” incidente della gara arriva poco più tardi quando Gibbs (lunghino) manda in testacoda Austin Dillon (larghino e intraversato; stranamente via radio la #3 non chiede la sospensione di Ty…), la #3 finisce nell’infield ma riparte dopo aver perso 30″ e soprattutto senza provocare caution.

L’inseguimento dura cinque giri, poi ai -41 Truex torna al comando con un altro attacco deciso. Martin così si può involare. Ai -40, con finestra per l’ultimo pieno aperta, Truex ha 1.2″ su Busch, 3.1″ su Logano e McDowell, 5.1″ su Buescher e Chastain, 8.1″ su Byron, 8.8″ su Bell, 9.7″ su Stenhouse, oltre 10″ sul gruppo di Allmendinger, Harvick, Hamlin, Elliott, Larson e Bowman che non riesce a recuperare posizioni fin dalla bandiera verde.

L’assestamento fra le due strategie prosegue lentamente. Ai -39 Buescher entra in top5 ai danni di Chastain, solamente ai -38 McDowell supera Logano ed il ritardo da Truex è di 4″. Nel frattempo è iniziato il giro di soste finale. Bell (che dunque anticipa il pit stop per togliersi dallo stallo) e Bowman pittano ora, Byron, Hamlin (loose) e Larson lo fanno al giro dopo, ai -36 è la volta di Logano, Chastain, Stenhouse e tanti altri.

I leader si fermano ai -35 insieme ad Allmendinger in perfetta tabella di marcia, McDowell e Buescher non esagerano ed allungano di un solo giro. Davanti di audaci ormai ce ne sono pochi: Elliott, Harvick (con Chase che ha passato Kevin), Gibbs (che poco dopo sbaglia e viene infilato dalla #45), Reddick, Suárez, Wallace e Blaney che tuttavia senza sosta è lo stesso già dietro a Truex.

Uno alla volta anche questi piloti vanno ai box, virtualmente il sogno finisce ai -30 quando Truex torna al comando passando in pista Reddick. L’ultimo ad alzare bandiera bianca sarà Blaney ai -25. In questo momento la classifica assestata vede Truex ovviamente primo con 4.1″ su Busch, 6.3″ su McDowell, 7.3″ su Logano, 8.2″ su Buescher, 9.1″ su Bell, 10.0″ su Chastain, 11.6″ su Byron, 12.5″ su Hamlin e 13.2″ su Larson, a seguire Stenhouse, Allmendinger, Bowman, Preece, Elliott, Harvick, Gibbs, Reddick, Briscoe e LaJoie.

Le auto più veloci però continuano ad avanzare e Buescher conferma il buon feeling (secondo nel 2022) con questa pista scavalcando prima Bell ai -24 e poi Logano ai -22. Più sorprendente invece il passaggio di Chastain su Bell ai -21. Bella lotta a tre infine fra Larson, Byron ed Hamlin per l’ottavo posto. Poi il patatrac: Denny fa tutto da solo, bacia il muro interno nella piega prima del traguardo e finisce duramente contro le barriere invece all’esterno. Per lui la pole position diventa (come per Logano ad Atlanta) un misero ritiro con annesso ultimo posto.

Si riapre così tutto, ma in fondo non cambia nulla. Ad osare e rimanere in pista sono solamente in tre: Elliott (già alla caccia di una vittoria per i playoff), Reddick (che deve risalire la china) e Blaney che era stato l’ultimo a pittare. A Truex basta una sosta normale per uscire dai box davanti a Kyle Busch per fare metà del lavoro. Un quarto glielo fa invece McDowell che con pit lento scivola dietro a Buescher, Logano, Chastain, Larson, Bell, Allmendinger e Byron.

L’ultimo quarto del lavoro Truex lo fa alla ripartenza dei -15. Blaney è passato subito, Reddick poco dopo, Elliott ai -13. In un giro e mezzo Martin è tornato al comando. Tyler perde tutto poco più tardi: a causa di una foratura (non si capisce con chi si sia toccato) la #45 rimane su tre ruote in uscita dall’ultima curva. Reddick prova la furbata facendo inversione non iniziando il nuovo giro e tornando ai box, ma verrà penalizzato per taglio della pista.

Se Truex aveva passato Elliott in curva7, Busch lo fa in curva11 pochi secondi più tardi, dunque è ancora vicino alla #19 con soli 0.8″ di ritardo e forse manca la chance buona per un attacco al giro successivo. E così Truex allunga. Poco più dietro ai tre c’è Logano che deve ringraziare Blaney il quale riesce a difendersi da Buescher e così Joey può stare tranquillo.

Il finale di corsa vede pochi scossoni. Elliott cede pian piano così come Blaney. Ty Dillon invece fa danni dato che praticamente in giri consecutivi in fondo al gruppo manda in testacoda sia Almirola che Bilicki. Jones non si sa chi lo mandi in testacoda, ma la sua ripartenza a rilento in cima alla salita fa temere a lungo per una caution.

Ai -8 il doppiato Reddick forse ostacola involontariamente Elliott e così Logano lo passa proprio mentre Buescher fa lo stesso con Blaney. Ryan perde così terreno, al giro successivo viene scavalcato da Bell, poi anche da Allmendinger che ha una esitazione in curva7, McDowell non può evitarlo e Blaney viene mandato in testacoda. Mezzo giro più tardi per la #12 un triste replay, stavolta la Ford che lo tampona è quella di Briscoe. Uno sconsolato Blaney che poi si rifiuta persino di aizzare polemiche con le telecamere torna in fondo.

Poco movimento negli ultimi giri di assestamento. Truex vince così in maniera dominante a Sonoma per la quarta vittoria in carriera davanti a Busch (+2.9″), Logano (a salvare Penske, +7.4″), Buescher (+8.7″), Elliott (+11.2″), Allmendinger (+12.2″), McDowell (+13.7″ con tanti rimpianti), Larson (+14.4″), Bell (+15.0″) e Chastain(+15.5″) che si difende ancora da Harvick. A seguire Stenhouse, Preece, Byron (forse la delusione di giornata), Bowman, Keselowski, Wallace, Gibbs, A.Dillon e LaJoie, Suárez 22°, Cindric 25°, Enfinger tranquillo 26°, Blaney 31°.

La NASCAR va in vacanza così con una prima metà di stagione nel segno di Truex che ha aperto al Clash e chiuso a Sonoma una stagione di rilancio inaspettato. Ci saranno stati finora meno vincitori diversi rispetto al 2022 ma i posti liberi ai playoff sono comunque solo sei dunque con 10 vincitori diversi in 16 gare e il pronostico per i prossimi mesi dunque è ancora apertissimo.

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Immagine: Media NASCAR

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