NASCAR | Cup Series, Martinsville: Larson vince una gara a strappi

NASCAR
Tempo di lettura: 20 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
18 Aprile 2023 - 00:00
Home  »  NASCARTop

Il nuovo pacchetto per gli short track non regala i risultati sperati. La corsa si anima solo quando esce il sole e l’aderenza cala, ma sono gli episodi (due caution in particolare) a smuovere la classifica. Larson emerge un po’ a sorpresa nel finale e bissa il recente successo di Richmond


La NASCAR molto probabilmente in queste ore sta già tornando al tavolo di progettazione. La riduzione della downforce non è stata sufficiente per animare la gara di Martinsville, anche se dei piccoli miglioramenti si sono visti. L’inizio di corsa è stato piatto (come il cielo) e dominato da Ryan Preece, poi l’uscita del sole e una penalità comminata alla #41 hanno messo in evidenza altri favoriti nelle ampie fasi di green. Dopo l’ultima caution è emerso di strategia e di vettura Kyle Larson che si è preso la seconda vittoria stagionale davanti ad un Logano che, sempre grazie alla tattica, ha rimontato dopo che nelle prime fasi di gara era addirittura fuori dalla top30 e doppiato.

La settimana

Dopo la settimana pre-pasquale ricca di eventi si spera in un post-Bristol senza grossi avvenimenti. Le discussioni sul futuro della gara sullo sterrato vengono rimandate a quando gli animi saranno calmi, poi Hendrick annuncia che non farà ricorso sulle penalità comminate dopo la corsa di Richmond (anche se nel comunicato stampa lancia comunque alla NASCAR una piccola frecciatina dicendo che l’area di infrazione non migliorava la performance della vettura). Sembra tutto tranquillo quindi, poi purtroppo arriva la notizia che mai vorresti leggere.

Cody Ware aveva saltato, come detto dal suo team, la gara di Bristol per “motivi personali”. Lunedì sera si viene a sapere quali fossero. Viene reso noto che Cody è stato arrestato con l’accusa di aver aggredito una donna (ovviamente l’identità non viene svelata) e per lesioni personali da tentato strangolamento. Ware il giorno successivo viene rilasciato dal carcere dietro il pagamento di una cauzione di 3000$, poi venerdì torna in cella per motivi non chiariti, ma forse è meglio non indagare troppo, vista la delicatezza del caso. La NASCAR ovviamente sospende immediatamente Cody Ware ed il team annuncia che al suo a Martinsville correrà Zane Smith.

Si parla anche di infortuni: Chase Briscoe si è sottoposto ad una nuova radiografia alla mano sinistra che conferma la frattura al dito medio con necessità di sottoporsi ad un intervento per l’inserimento di placche e viti. L’intervento sarà nei prossimi giorni, ma Briscoe non pensa che dovrà saltare alcuna gara.

Nel frattempo sono passate sei settimane dall’infortunio con lo snowboard di Chase Elliott e ci si inizia ad interrogare su quando il campione 2020 possa rientrare. In questo periodo di notizie sul suo stato di salute non ne sono trapelate e quindi in tanti si chiedono se un ritorno a Martinsville (malgrado le 800 frenate da fare con la gamba sinistra infortunata alla tibia) o a Talladega (con tutti i rischi del caso) sia possibile.

Poi Chase in prima persona annuncia il suo “I’m back” direttamente a Martinsville. Nella prima vera conferenza stampa dice che il giorno precedente ha avuto l’ok dei medici a tornare dopo la frattura alla parte alta della tibia (e Chase si dice fortunato che l’infortunio non abbia coinvolto il ginocchio) e che dopo una giornata al simulatore si è sentito pronto anche se Josh Berry sarà comunque presente in caso di necessità.

Finalmente si può pensare a Martinsville, malgrado un meteo incerto.

La gara

La NASCAR Cup Series arriva in pista direttamente sabato, nella giornata sulla carta migliore per il tempo, poche ore dopo lo storico debutto delle gomme da umido su un ovale nella gara dei Truck. Le libere forniscono poche indicazioni, a parte Reddick e Byron molto veloci, in quanto esce il sole nella pausa fra i due gruppi e quindi i piloti che scendono in pista nel secondo turno hanno molto meno grip.

Le qualifiche sono molto più equilibrate e vedono anche qualche sorpresa data appunto dal cambio di condizioni di aderenza e temperatura rispetto a pochi minuti prima. La pole position, con uno strepitoso 19.979″, va a Ryan Preece che inizia dunque al meglio il suo nuovo capitolo della carriera in Cup Series dopo quanto successo e detto a Bristol.

Ma è tutto lo Stewart-Haas Racing che va molto forte: Almirola è terzo (20.081″) solamente perché Suárez fa il suo stesso tempo ma ha più owner point, Briscoe (malgrado il dito rotto) è quarto, Harvick settimo dietro a Truex e Reddick e davanti a Byron, Wallace (nonostante una toccata al muro nelle libere) e Buescher. Elliott è 24°, incollato a Bowman, dopo aver rischiato pure lui con le barriere, male tanti potenziali protagonisti come Jones (28°), Blaney (31° e loose) e Chastain, addirittura 34° con due giri praticamente fotocopia a mezzo secondo dal compagno di squadra a parità di condizioni.

Domenica il cielo torna a farsi progressivamente più grigio. Il rischio temporali è crescente e la NASCAR anticipa il più possibile la bandiera verde alle 15:01 locali (ovvero un minuto dopo l’inizio della fascia televisiva programmata), ma ormai il potenziale danno è fatto dato che iniziare una gara di 400 giri quasi a metà pomeriggio solo per esigenze TV è uno dei punti dolenti della NASCAR degli ultimi anni. Per fortuna le uniche gocce di pioggia cadranno proprio al momento di accendere i motori, poi la perturbazione starà a Nord della pista non disturbando la corsa.

Alla bandiera verde Preece mantiene il comando della corsa davanti a Suárez. Ryan allunga subito mettendo in chiaro che la prestazione sul giro singolo non era una casualità, ma anche che pista libera e aria fresca possono ribaltare un 20° posto nella classifica del passo gara del sabato.

Nel gruppo ovviamente la classifica si assesta con qualcuno che sale (pochi, Blaney fra tutti ma senza farsi notare), qualcuno che scende soprattutto per i bump ricevuti (il primo quello di LaJoie su Haley) ed una situazione che dopo appena cinque giri è chiara: sorpassare è ancora una volta molto difficile. E quindi Chastain 32° e Logano 33°, quest’ultimo dopo essere finito in coda per una perdita d’acqua con conseguente riparazione in parco chiuso, dovranno presto guardarsi più dietro che davanti.

Davanti intanto Preece allunga di circa 1″ sulla coppia Suárez-Almirola mentre Truex guida poco più dietro il resto della top10. Ben presto in fondo la giornata del Team Penske peggiora ulteriormente: un Cindric già in difficoltà al sabato prima rimane senza giubbino refrigerante in una giornata molto umida, poi è la vittima del 3-wide con Jones ed Haley e finisce praticamente in coda.

Un altro che sta rimontando è Kyle Larson che, partito dalla 19esima posizione, dopo nemmeno 20 giri è entrato nella top10. La sua sembra la sua unica rimonta di peso, ma questa finisce qui dato che la #5 non riesce a superare Hamlin. Cominciano i primi report dalla pista: Allmendinger è loose è questo non lo aiuta nella dura lotta con Gibbs (uno speeding nella stage finale lo escluderà da ogni piazzamento buono), Elliott senta la vettura rigida, ma fisicamente sta bene.

Preece intanto al giro 27 doppia Alfredo, oggi sulla #78, e perde qualcosina rispetto al secondo e mezzo guadagnato su Suárez. La lista dei piloti in zona rossa è presto detta: Yeley cade poco più tardi, Cindric resiste fino a metà stage (giro 40). A questo punto Preece ha 1″ su Suárez ed Almirola, 3.5″ su Truex, 4″ su Reddick, 4.5″ su Briscoe, 5″ su Harvick, 5.5″ su Wallace, 6″ su Hamlin e Larson.

Gli unici sorpassi da notare in questa fase sono quello di Bowman su Buescher per il 14esimo posto e quelli di un ottimo Zane Smith che risale fino al 26esimo posto davanti alla coppia Legacy Motor Club pure essa in difficoltà per tutto il weekend. Un sorpasso è anche quello di Preece su Ty Dillon e dunque il prossimo nella lista da doppiare è Logano.

Passano i giri e finalmente si vede un po’ di degrado delle gomme. Truex, malgrado non avesse il retto il ritmo dei primi tre, non ha più grip alla posteriore destra e si vede passato ai -35 da Reddick. Quella di Martin è però l’inizio di una vera crisi dato che nel giro di una ventina di passaggi, prima di trovare una zona stabile, crolla dal terzo al 14° posto.

Davanti intanto Preece sta faticando a doppiare Logano e quindi la coppia Suárez-Almirola lo raggiunge mentre Reddick è a 3″. Ma alla fine chi piazza l’attacco decisivo per primo è Ryan e quindi il campione 2022 finisce fra i doppiati. Ovviamente il pilota della #41 vorrebbe doppiare anche Chastain che ora gli si presenta davanti, ma Ross resiste anche all’uso del muso da parte di Preece fino al primo traguardo intermedio.

Logano nel frattempo cerca di restare a galla a caccia del lucky dog, Suárez non riesce a passarlo e così Daniel nel finale cala leggermente permettendo sia ad Almirola ai -10 che a Reddick, tornato pure lui sotto, di scavalcarlo. Preece vince la prima stage davanti ad Almirola (+0.8″), Reddick (+1.1″), Suárez (+1.8″), Briscoe (+2.1″), Harvick (+2.3″), Wallace (+2.9″), Hamlin (+3.3″), Larson (+3.9″), e Byron (+5.3″). Seguono Bowman, un ottimo Gilliland, Blaney (partito 31°), Truex e Buescher. 31 le auto a pieni giri ed il lucky dog è di Logano.

Ovviamente la pit lane si riempie. Preece, dopo una esitazione in ingresso di pit lane ancora chiusa che rischiava di costargli caro, entra ed esce davanti mentre Suárez balza di nuovo al secondo posto. Tre le penalità, tutte per interferenza dei meccanici o dell’addetto al rifornimento, per Zane Smith, Buescher e per un Kyle Busch (fin lì anonimo 22° dopo essere partito 17°) che mugugna insieme al crew chief definendo discutibile la sanzione.

Si riparte ai -88 nella seconda stage (e al dichiarare la corsa ufficiale anche se le nuvole cariche di pioggia stanno andando a nord della pista ed il radar fornisce previsioni ottimistiche) e al choose cone Suárez sceglie l’esterno causando il controsorpasso di Almirola. La lotta breve fra i due manda di nuovo in fuga Preece. Chi però ha beneficiato del giro di soste è la coppia Harvick-Hamlin che entra nella top5 al posto di Reddick (settimo dietro a Wallace dopo essere stato tenuto esterno) e Briscoe, 10° alle spalle di Larson e Bowman, che sta iniziando una battaglia con Truex.

L’1-2 SHR non è così saldo e forse nemmeno la anteriore destra di Almirola stando a quanto dice Aric, ma il team lo rassicura sull’efficienza della pit crew. E infatti il problema si risolverà in positivo da solo.

Si sveglia poco dopo il giro 100 Alex Bowman che, dal nono posto, in 20 tornate supera in sequenza Larson, Reddick, Wallace ed Hamlin entrando nella top5. Proprio mentre Preece sta iniziando un nuovo giro di doppiaggi, e pochi secondi in seguito al sorpasso di Bowman su Harvick dopo avergli recuperato 1″ in pochi kilometri, arriva la prima vera caution: Burton viene mandato in testacoda in curva2 da Jones e perde il giro che, invece, riguadagna Zane Smith con il lucky dog.

Siamo praticamente a metà stage e quindi la pit lane si riempie di nuovo. Si fermano praticamente tutti tranne Ross Chastain che era ancora 25° (non meglio Elliott 27° dopo una brutta sosta, Logano 28°, Kyle Busch 29° e Buescher 30° dopo le penalità) e decide con il suo crew chief di rischiare tutto non cambiando gomme. Rischia anche Gilliland che ne cambia due e balza al quinto posto.

Si interrompe bruscamente però la favola di Ryan Preece: dopo 135 giri al comando gli è fatale lo scatto in uscita dallo stallo cercando di restare davanti ai rivali e lo speeding (insieme a quelli altrettanto deleteri di Wallace e di un Truex già in ombra) lo spediscono in fondo. Ne beneficia Suárez che torna ancora una volta secondo e dunque alla ripartenza dei -38 in testa c’è la coppia Trackhouse.

Da notare anche il quasi contatto in pit lane fra Larson e Bowman con la #5 che graffia leggermente il muso e la #48 che perde un paio delle posizioni recuperate proprio nel suo momento migliore (e che praticamente non recupererà più) e la wave around di Burton che lascia fra i doppiati solo Ty Dillon, Cindric, Alfredo e Yeley con quest’ultimo a due giri di ritardo.

Alla bandiera verde non ci sono giochi di squadra e quindi Almirola dall’interno passa ancora una volta Suárez, stavolta però di forza. Daniel decide di reagire ed anche lui usa il muso. Questo però apre la porta ad uno straordinario Gilliland che passa entrambi e si prende il secondo posto davanti a Suárez ed Harvick mentre Almirola perde all’esterno.

Chastain scappa via, tuttavia dietro di lui il gruppo si sta riorganizzando dopo qualche scossone fra soste e ripartenza. Nelle prime tre posizioni ci sono tre strategie diverse (zero, due e quattro gomme) e a sorpresa ad andare in difficoltà è colui che avrebbe la situazione sulla carta migliore, ovvero Suárez il quale poco dopo i -25 viene attaccato da Harvick che sorpassa la #99 (e Daniel pensa addirittura di aver forato) seguito da Briscoe che addirittura aggira il messicano.

Cosa è successo dopo 150 giri di gara per cambiare le carte in tavola? È finalmente uscito il sole e la pista più calda fa spostare l’asticella verso il sovrasterzo. Emerge così l’altra metà dello Stewart-Haas Racing (Harvick e Briscoe al posto di Preece ed Almirola) ma anche Keselowski che supera la coppia Larson-Bowman.

La gara si anima un po’ di più e, mentre Gilliland ovviamente cede sotto gli attacchi altrui, Harvick in un amen va a riprendere Chastain e lo passa ai -13. Gli ultimi giri di Kevin sono una non facile difesa sul compagno di squadra.

Harvick conquista la seconda stage, il suo primo traguardo intermedio addirittura da Dover 2020, in una classifica profondamente rivoluzionata davanti a Briscoe (+0.7″), Hamlin (+1.1″), Reddick (+1.7″), Keselowski (+3.9″), Chastain (+6.3″ e comunque scommessa vinta), Gilliland (+7.0″), Suárez (+7.5″), Almirola (+8.0″) e Larson (+8.2″). Byron è 16° dopo una sosta lenta, Blaney 17°, Elliott 24°, Kyle Busch 25°, Logano 27°, Truex 31° davanti al lucky dog Burton che su gomme usate era stato doppiato di nuovo.

Nuovo giro di soste e stavolta tutti vanno ai box. Briscoe prende il comando al fotofinish davanti ad Harvick, Keselowski, Hamlin, Almirola e Larson che risale davanti a Suárez, Chastain, Reddick e Gilliland. Stavolta niente penalità mentre si conferma alla green dei -208 la mancanza dei giochi di squadra alla ripartenza, il duo SHR va sceglie l’interno e rimane primo e secondo davanti ad Hamlin e Keselowski.

Brad, a sorpresa dopo quando dimostrato nello stint precedente, non ha il passo dei primi tre e praticamente fa da tappo al gruppo staccandosi nettamente. Almirola ci mette 15 giri a passarlo e quando lo fa il trio di testa è ormai avanti di addirittura 6″. Mentre Larson non riuscirà a passare la #6, Aric recupera decimi su decimi quando i leader tornano nel traffico, ma riuscirà “solo” a dimezzare il ritardo.

Fra i doppiati c’è subito una sorpresa: Truex viene passato da Briscoe dato che Martin non è più riuscito a riprendersi dopo la penalità ed è ancora 30°. La top10 intanto sembra congelata e l’unico movimento è quello di un anonimo Bell, ultimo vincitore qui a Martinsville, che entra nella top10 passando Chastain.

Poi all’improvviso Hamlin decide di attaccare. Briscoe ha sicuramente una vettura migliore sullo short run, ma il suo cambio di passo fra -155 e -143 lo porta prima ad un bel duello con Chase (Kevin non aveva opposto resistenza nell’accelerazione bruciante della #11 in curva4) e poi al primo posto, risultato di cui Denny ha bisogno dato che è ancora a quota zero top5 (risultato peggiore dall’annata da rookie) in stagione.

Briscoe una volta persa la prima posizione cede subito e viene passato prima da Harvick e poi pure da Almirola che ha approfittato delle battaglie davanti a lui per riprendere i leader. O meglio, i compagni di squadra perché approfittando del traffico e di una vettura nettamente superiore in questa fase di gara in appena cinque giri fra i -135 ed i -130 Hamlin guadagna 2.6″.

Nel frattempo, mentre Zane Smith è costretto ai box da una sosta imprevista che gli fa perdere una comunque onorevole top30, Denny doppia una vettura dopo l’altra e dopo Truex è la volta di McDowell, Jones, Kyle Busch, LaJoie, Austin Dillon, Logano (ora 23°) e Wallace. Bubba però non ci sta e approfitta di una esitazione di Denny per farsi sentire col muso e cercare di sdoppiarsi con la forza dal suo team owner. Ad approfittare di questa battaglia sono Buescher, Preece (lui sì che riesce a sdoppiarsi poco più tardi) ed Elliott che guadagnano metri.

Hamlin ha perso metà del vantaggio ed ha 1.5″ sul trio SHR composto da Harvick, Almirola e Briscoe mentre Keselowski è addirittura a 10″, ma non ha più dietro Larson bensì uno straordinario Gilliland. In coda regna invece la frustrazione con tanti contatti e ripicche fra i doppiati LaJoie e Kyle Busch per la 25esima posizione.

Non è successo molto, però siamo già a 115 giri dalla fine ed è facile fare i conti, si è quasi a metà della stage finale. E, quasi come fosse più una normalità che una incredibile eccezione, nasce un giro di soste sotto green a Martinsville. Il primo ad andare ai box è Blaney al giro 287, lo segue Bell al 289 poi è la volta dei big: Harvick al 291, Almirola e Briscoe al 292 ed il leader Hamlin al 293.

L’overcut è fatale a Denny che, dopo aver perso tempo con Preece ed Elliott, esce dai box circa 2″ dietro al nuovo leader virtuale Harvick. Rimangono in pista pochi audaci, molti di coloro che erano stati doppiati, preceduti però da Keselowski, Gilliland e Suárez. Todd si ferma al giro 294 e quindi a caccia di caution rimangono Brad e Daniel.

La gara si decide nei minuti, se non nei secondi, seguenti: la coppia #6-#99 perde 1″ al giro da Harvick ed Hamlin e così Keselowski decide di andare ai box proprio al giro 300. In quegli istanti Alfredo, subito dopo la sua sosta, perde la posteriore destra che si appoggia al muretto di curva4. La ruota è bene in vista dal flagman, ma la caution arriva solo dopo qualche colpevole momento di ritardo che sarà fatale per la corsa di Brad che forse, però, avrebbe potuto aspettare l’evolversi di una potenziale situazione a suo favore.

A beneficiare di questa caution che arriva nel mezzo del giro di soste sotto green sono così in 11: Suárez, Wallace, Harvick, Logano, Hamlin, Almirola, McDowell, Truex, Briscoe, Reddick e Larson, dunque i quattro del precedente gruppo di testa, tre inseguitori (Daniel, Chase e Tyler) e soprattutto quattro piloti che erano doppiati se non staccatissimi dalla testa della corsa.

Il lucky dog è di Blaney e la pit lane si riapre per una nuova strategia spaccata in due: Briscoe, Reddick e Larson decidono di non fermarsi dato che hanno cambiato gomme da poco più di 10 giri, pittano invece gli altri nove e fra di questi quello che esce davanti è ancora Suárez che sfrutta la miglior pit crew della giornata. Dietro di loro ci sarà una marea di wave around con Bowman 13°, Chastain 15°, Gilliland 16° (che rimane qui a sette cilindri), Keselowski 17°, Austin Dillon 24° e ultimo a pieni giri.

Bandiera verde a 88 giri dalla fine e Briscoe rimane al comando, Larson passa Reddick, Harvick fa lo stesso su Suárez. Chase sullo short run scappa via di nuovo mentre Hamlin, finito nel traffico, si lamenta dell’assetto stravolto nelle turbolenze.

C’è poco movimento in testa: Briscoe guadagna 2″ sul trio alle sue spalle, Suárez si stacca ed è nel limbo perché sesto è Logano che ovviamente non ha una vettura con il passo dei migliori ma resiste agli attacchi di Wallace. La lotta invece è più indietro e coinvolge Preece e Chastain per il 15° posto.

Il trio del secondo posto si sfilaccia un po’ con il passare dei giri, ma ai -60 Briscoe raggiunge la coda del plotone e così ci si aspetta un ricongiungimento anche per le sue gomme più usurate. E invece Yeley finisce a muro in curva3 e quindi arriva l’ultima caution della corsa. Kyle Busch è il lucky dog.

La corsia dei box si anima di nuovo: Logano, Almirola, Hamlin e Stenhouse decidono di rischiare e non si fermano, Larson e Suárez cambiano solo due gomme, poi ci sono Briscoe, Blaney, Reddick e Wallace. Ed Harvick? Come ad Atlanta il finale per lui è sfortunato: gli viene avvitata male la anteriore destra e basta un giro dietro la pace car per far collassare il cerchione. Per sua fortuna Kevin non perde la ruota (sarebbe stata penalità di due giri come per Alfredo) e riparte in coda.

Green ai -46 e in molti sembrano avere una chance incredibile: Almirola ed Hamlin con Aric già pronto al ribaltone playoff, ma anche Larson e Suárez se non pure Briscoe che ha le gomme più fresche. Alla ripartenza il punto decisivo sembra essere il sorpasso di Hamlin su Almirola per il secondo posto, ma in realtà la mossa vincente sarà quella di Larson su Stenhouse mentre Suárez perde sin da ora terreno prezioso (poi uscirà dalla top10 senza spiegazioni evidenti).

Il più scatenato è infatti Kyle che, nei cinque giri seguenti, scavalca sì Almirola, ma anche Hamlin portandosi nella piazza d’onore. E a questo punto la corsa è decisa. Larson, con gomme e vettura migliori, raggiunge e scavalca un audace, e fortunato, Logano ai -29 con Joey che comunque ha ceduto e cederà terreno un poco alla volta.

Larson ovviamente scappa via ed Hamlin non ne ha nemmeno per riprendere Logano. E così dal nulla arriva una rimonta inaspettata, quella di Truex che alla ripartenza era 12° dietro a Byron (motore e servosterzo quasi ko nell’ultimo stint) ed ora è nella top5 dopo aver passato in successione Wallace, Blaney, Stenhouse ed Almirola. Martin però non si ferma qui: ai -15 supera Briscoe, ai -6 anche Hamlin e si lancia all’inseguimento di Logano con il sorpasso che non gli riesce solo per pochi metri.

Larson intanto davanti sta gestendo una gara che gli è finita inaspettatamente fra le sue mani, ma che vince con 4.1″ su Logano (mai negli ultimi 15 anni un pilota mediamente al 20.95° posto in gara è arrivato secondo), Truex a 4.2″, un Hamlin frustrato (come sempre) dal pacchetto aerodinamico a 5.5″, Briscoe a 6.2″, Almirola a 6.9″, Blaney a 8.4″ che beffa di 0.003″ sul traguardo Stenhouse, Wallace a 9.0″ e decimo un altro protagonista di una straordinaria rimonta finale: Chase Elliott.

Altri protagonisti, nel bene e nel male, più indietro: Bowman, che si è perso sul più bello a metà corsa, 11°, Chastain 13°, Preece 15°, Suárez 17° (e pensare che aveva la stessa strategia di Larson), Harvick 20°, Kyle Busch 21°, Reddick 22° (perso nel finale), Byron 23°, Keselowski 24°, Gilliland (comunque da applausi non solo per questa corsa) 25°.

Larson festeggia la qualificazione matematica ai playoff (secondo successo dopo Richmond) con un burnout infinito, non credeva che sarebbe arrivata così la sua prima vittoria a Martinsville e invece una gara strana, dalle tante sfaccettature e dai tanti volti è finita nelle sue mani grazie all’abilità sua e del suo crew chief.

Ci sarebbe tanto da analizzare sul perché e sul percome il pacchetto da short track aggiornato non abbia ancora dato i suoi frutti. Tagliare il 30% di carico aerodinamico non è bastato, ancora una volta la NASCAR tornerà in riunione per capire il da farsi. Ed i team già premono perché bisogna prendere una decisione in fretta perché la linea di produzione dei componenti della Next Gen non è più, in larga parte, in mano loro bensì a fornitori esterni.

I risultati odierni

La classifica della “NOCO 400”

La classifica generale

Così in campionato dopo 9 delle 36 gare della NASCAR Cup Series 2023

Le altre categorie

Xfinity Series: Nemechek vince con fermezza a Martinsville

Truck Series: Corey Heim conquista la prima gara con gomme da bagnato su ovale a Martinsville

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR cambia completamente scenario, passando dallo short track più piccolo all’ovale più grande, quello di Talladega. Sabato sera correrà la Xfinity Series, domenica invece la Cup Series. I Truck, invece, riposeranno fino al 6 maggio quando andranno in Kansas.


Immagine: Media NASCAR

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)