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NASCAR | Cup Series, Martinsville #2 2025: Byron vince il duello con Blaney e si qualifica per Phoenix insieme a Larson!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 28 Ottobre 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 24 minuti
NASCAR | Cup Series, Martinsville #2 2025: Byron vince il duello con Blaney e si qualifica per Phoenix insieme a Larson!
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Duello ricco di tensione per tutta l’ultima stage fra Byron e Blaney, entrambi obbligati a vincere. William passa di forza e vince a Martinsville. Larson tiene a bada Bell e accede alla Championship 4


Un duello fra un pilota partito dalla pole position ed uno partito dalla 31esima posizione. Mai ci si sarebbe immaginato al sabato un finale di gara così a Martinsville. E invece William Byron e Ryan Blaney si sono contesi uno dei due posti rimasti per la Championship 4 di Phoenix uno contro l’altro. Il pilota del Team Penske puntava al terzo colpaccio consecutivo in Virginia ad un passo dal gran finale e le 30 posizioni guadagnate erano segno di grande forma, ma alla fine ha vinto la vettura più forte del weekend, anche se è dovuta passare di forza a 44 giri dal traguardo. Byron, che ha fatto cappotto, vola a Phoenix e con lui il compagno di squadra Larson che è sempre stato davanti a Bell e non ha avuto troppi drammi.

In Arizona, dunque, sarà 2vs2, due piloti Hendrick Motorsports contro due del Joe Gibbs Racing (Hamlin e Briscoe entrambi a casa in anticipo col motore rotto), due Chevrolet contro due Toyota. Ford e Penske invece abdicano dopo tre stagioni consecutive in una stagione nel complesso in chiaroscuro per l’ovale blu.

La gara

Una Martinsville inedita quella che conclude il Round of 8 dei playoff 2025 per la NASCAR Cup Series, quella più semplice da analizzare rispetto a Truck ed Xfinity Series. Infatti, i fatti di Las Vegas e Talladega hanno spaccato nettamente la classifica. Dopo Briscoe ed Hamlin già qualificati, infatti Bell parte da quota +37 e Larson da +36. Gli altri hanno quindi quasi 40 punti di ritardo dalla qualificazione e, anche se solo la #9 è matematicamente in must win prima ancora dell’accensione dei motori, Byron (-36), Logano (-38), Blaney (-47) ed Elliott (-62) sono tutti praticamente obbligati a vincere per accedere alla Championship 4. E, qualora questo succedesse, Martinsville potrebbe trasformarsi in una arena infuocata dato che Bell e Larson si contenderebbero l’ultimo biglietto per una manciata di punti.

37 le auto iscritte (presente solo la #66 di Mears fra le Open) in un sabato fresco di ottobre. La novità – relativa – è la mescola di pneumatici sul lato sinistro, novità per Martinsville ma non per la Cup Series visto che è la stessa delle ultime apparizioni sugli short track e che ha dato buoni riscontri da parte dei piloti. Il risultato in Virginia è buono, ma non ottimo, con molti marbles e pezzi di gomma che si staccano, ma un degrado non eccessivo. In ogni caso la corsa sarà godibile, molto meglio delle ultime tappe sulla Paperclip.

Le prove libere scorrono senza problemi con il miglior tempo di Chase Elliott (19.767″) che stacca di appena un millesimo Hamlin e di tre Gibbs; poi Wallace, Larson, Allmendinger, Byron, T.Dillon, Logano e Gilliland, Blaney 11°, Bell 16° e Briscoe 26°. Nel complesso la sensazione è che il team Hendrick sia molto veloce sul long run con tutti i tre piloti in corsa ancora per il titolo, Bell rappresenta un’incognita mentre Penske pare destinata al naufragio.

Subito dopo è tempo di qualifiche e molto si decide sul filo del rasoio. Stavolta i millesimi sono due, ma sono fondamentali per William Byron che conquista pole position (e stallo #1 in pit lane) battendo Gibbs con il suo 19.286″; a seguire Larson, Logano, Hamlin (che è dovuto partire a spinta col motorino di avviamento ko), la sorpresa Custer, Busch, Elliott, Briscoe e Cindric, Bell 12° dietro a McDowell. E Blaney? Un disastro: per il vincitore delle ultime due tappe a Martinsville nei playoff la posizione di partenza è la numero 31, staccato di 0.320″ dalla pole e davanti ai soli Stenhouse, Allmendinger, Haley, Gragson, Ware e Mears.

In una fresca giornata di ottobre (15 °C circa) può avere inizio la classica maratona sui 500 giri a Martinsville, divisa in stage di 130, 130 e 240 tornate. Alla bandiera verde Gibbs sbanda vistosamente e quasi tocca il muro favorendo il sorpasso di Larson che lo infila e si prende la seconda posizione; dietro di loro Hamlin tiene a bada Logano. L’inizio gara di Blaney è addirittura in salita e la #12 scende al 34° posto.

Probabilmente Ryan è sulla corsia esterna così come Bell e Briscoe, con Chase che in un sol colpo al terzo giro perde quattro posizioni, poi i due trovano la corda e si infilano all’interno di Reddick iniziano la risalita; con loro anche McDowell. Contatti vari nel gruppo, come fra Bowman e Chastain e fra Wallace e T.Dillon, ad alzare il piede è Ross che si accoda al compagno di squadra van Gisbergen ora buon 18°.

Blaney ha iniziato la rimonta ed al decimo giro è entrato in top30 e da qui non si fermerà più. Anche gli altri piloti playoff, tuttavia, non stanno fermi, Elliott passa un Custer che comunque non ha perso dopo l’ottima qualifica, Logano invece a sorpresa scavalca Hamlin e Denny poco dopo viene infilato anche dalla #9. Bell, invece, subisce l’attacco di McDowell che vale alla #71 la top10, ma Christopher reagirà di lì a poco. Chase non si ferma qua ed in sequenza vengono passati e staccati anche Logano e Gibbs e si forma così un 1-2-3 Hendrick.

Dopo 25 giri Byron ha 0.6″ su Larson, 2.4″ su Elliott, 3.0″ su Gibbs, 3.1″ su Logano, 3.2″ su Hamlin, 3.8″ su Custer, 4.3″ su Cindric, 5.5″ su Bell (un po’ di sovrasterzo) e 5.8″ su Busch che è affiancato a Gilliland con i due che hanno passato McDowell, Briscoe 13° (+6.5″), Blaney 24° (+9.4″).

Proprio pochi istanti dopo il controsorpasso di Hamlin su Logano, segno che la #22 sta iniziando a pagare come da pronostici il long run, e il rimbalzo di Busch fuori dalla top10, arriva la prima caution con Wallace che attacca Suárez e lo tocca, la #99 si intraversa ma, appoggiandosi a Gilliland non finisce in testacoda per una bandiera gialla chiamata fin troppo frettolosamente.

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Questa è già una ghiotta chance per cambiare gomme, ma non ci si aspetta sicuramente che tutte e 37 le vetture si tuffino in pit lane. Non ci si aspetta nemmeno che solo un crew chief osi qualcosa: McDowell cambia due gomme e passa al comando davanti a Byron (che era in completa gestione), Larson, Gibbs, Hamlin, Logano, Elliott (qualche problema sul lato sinistro per un meccanico che si allontana momentaneamente per salvare una ruota vagante), Custer, Bell e Cindric, Briscoe 12°, Blaney 23°, Mears perde un giro ai box mentre Herbst inizia qui la sua giornata difficile fra vari problemi tecnici.

Bandiera verde ai -95 e Byron aggira immediatamente McDowell tornando al comando seguito da Larson e Gibbs, poi Hamlin e Logano di nuovo affiancati, Elliott si trova invischiato nella lotta con Custer e Cindric e di cui Bell prova ad approfittarne. La #71 ovviamente viene tenuta all’esterno e perde posizioni in fretta e basterà poco a capire che la strategia non è stata delle più lungimiranti. Perde qualcosa anche Custer che, dopo il blocco di McDowell che viene riaperto di forza, rischia grosso con Gilliland e dietro di loro Cindric deve guardarsi dal recupero di Briscoe.

Blaney sta vedendo la top20 e si è messo al sicuro dopo il rischio iniziale e inesorabilmente continua a passare una vettura alla volta. Stesso copione anche per Elliott che torna ad andare al 100% (gli altri forse no e sono ancora in gestione gomme) e ripassa in sequenza Logano ed Hamlin con Joey che ne approfitta e torna ancora una volta davanti alla #11. Mentre Briscoe entra in top10, Cindric lo segue e negli specchietti ha un 3-wide con SVG, Preece e Chastain, la Ford alza il piede e poco più dietro vede un altro 3-wide con Blaney, Smith e Suárez e qui è il messicano a dover desistere.

Logano in questo stint si dimostra più propositivo e, oltre ai sorpassi e controsorpassi con Hamlin, ne piazza uno su Gibbs. Se le Ford, inclusa quella di Blaney, avanzano, due Chevy perdono: McDowell è già precipitato fuori dalla top20, Suárez è stato spedito largo da Ty Dillon dopo un blocco e perde sette posizioni di colpo scivolando quasi in coda davanti ai soli Ware ed Herbst.

Ai -70 Elliott ha praticamente raggiunto i compagni di squadra Byron e Larson al comando, il tutto sempre seguendo una traiettoria particolare, leggermente più largo in entrata di curva per poi chiudere, un up and under che lo ha visto già efficace protagonista nei sorpassi. A metà stage i tre hanno 3″ su Logano, oltre 4″ su Gibbs ed Hamlin, 5″ su Bell e Gilliland, 6″ su Custer e Briscoe, Blaney 18° a 8.7″.

Il team radio di Logano che annuncia un po’ di sottosterzo sembra l’annuncio di un cambio di passo per la #22, ma in negativo, tuttavia le sensazioni sono sbilanciate dal ritmo impressionante del trio Hendrick che sta volando. Inizia ora il primo vero giro di doppiaggi: Mears scivola a -2, Herbst poi inizia la trafila dei -1.

Blaney risolve facilmente la pratica Chastain ai -60, ma l’attenzione torna davanti con Larson che si stacca (1″ che poi aumenterà) da Byron e vede Elliott avvicinarsi. La crescita di van Gisbergen sugli ovali si nota con il bump su Busch che vale sorpasso e 13° posto. Cindric ripassa un Briscoe che non ha il ritmo buono ed è comunque tranquillo.

Cindric prosegue nella rimonta, supera poco dopo anche Custer, ma è Blaney che entra sulla scena: passati Reddick ed Hocevar a stretto giro e per Ryan è top15. Cadono fra i doppiati anche Ware, Suárez e Nemechek (che rischia sul bump della #24), ma Byron non accusa alcuna flessione e guadagna ulteriormente mentre Larson ha respinto l’attacco di Elliott che, forse a causa della sua traiettoria particolare, perde terreno proprio nei doppiaggi che “impongono” invece attacchi più decisi in frenata. Ai -50 Herbst torna nuovamente ai box e si prenderà pure uno speeding.

Proseguono i doppiaggi (Haley, Buescher e Gragson) ma anche i sorpassi di Blaney (Busch e van Gisbergen), tuttavia l’inerzia per il leader si ferma ai -40 sullo scoglio Keselowski-Stenhouse. Ryan invece tira dritto e pure Bowman è saltato. Il muro #6-#47 cede ai -35 senza che Elliott ne abbia approfittato (ormai è a 3″ di ritardo) e in poco tempo anche i fratelli Dillon finiscono a -1. E chi è il prossimo della lista? Un McDowell la cui strategia è naufragata al giro 97, appena 58 dopo aver lasciato la prima posizione.

Byron e Blaney, fin da ora sono gli unici osservati: al giro 100/500 (dunque ai -30 nella prima stage) William guida con 0.8″ su Larson, 2.6″ su Elliott che ormai ha vicino Logano (+3.1″), Gibbs a 6.1″, Hamlin a 7.0″, Bell a 8.0″, Gilliland a 9.0″, Cindric a 9.8″, e Briscoe primo sopra la soglia psicologica dei 10″ (10.3″). Ma dietro a Chase c’è pista libera dato che Blaney ha balzato anche Custer ed è clamorosamente 11° a 11.5″; Appena 22 auto a pieni giri dopo che anche Jones è finito a -1.

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Logano aggira Elliott al giro 102 sfruttando il doppiaggio di Stenhouse, Blaney va a prendere Briscoe e arriverà anche il sorpasso, Byron trova un attimo respiro e in poco tempo porta il suo margine su Larson a 2″. Anche Berry e Smith finiscono a -1, ma la sorpresa è che Keselowski sta seguendo Byron e approfitta del #24 per superare numerose vetture. Hamlin, dopo essere stato a lungo lì (e in seguito si lamenterà di Ty quando il trenino è composto da #54, #11 e #20 proprio perché così Bell viene un po’ frenato) ci prova su Gibbs, ma deve riaccodarsi.

Byron è intanto inesorabile, doppiati pure Wallace, Hocevar e, in seguito, pure Busch e Reddick mentre Blaney non ha difficoltà a superare il compagno di squadra Cindric. L’ostacolo Keselowski è duro da passare anche per Larson e chi ne approfitta ai -10 è Logano che infila la #5 in curva3. Le ultimissime miglia vedono Byron iniziare pure il secondo giro di doppiaggi e il proseguimento del primo. Blaney completa una magistrale prima stage superando anche Bell.

Byron vince senza alcun problema la prima stage davanti ad un Logano (che inizia a far paura agli altro, +3.2″), Larson (+4.5″), Elliott (+5.0″), Gibbs (+7.0″), Hamlin (+8.8″), Blaney (+10.7″), Bell (+12.1″), Gilliland (+12.5″) e Cindric (+13.1″); a pieni giri solamente Preece (+13.6″), van Gisbergen (+17.0″), Briscoe (crollato a 21.5″) e Custer (+23.0″) per un totale di 14 auto a pieni giri più il lucky dog Reddick. A -2 è precipitato col 32° posto addirittura McDowell e la strategia non è naufragata, ha fatto persino la fine del Titanic. Con lui a gara virtualmente finita anche Ware, Gragson e, a -3, Herbst e Mears.

La classifica generale per praticamente tutti i primi 130 giri ha visto dunque Byron virtualmente qualificato per Phoenix e iniziano ora i veri conti del confronto fra Bell e Larson per il quarto e ultimo biglietto. Anzi, fra Larson e Bell perché con questi punti la #5 passa a +4 sulla #20.

Il secondo giro di soste, anticipato da un Herbst ancora con vari problemi, batteria inclusa, vede posizioni sostanzialmente invariate con Byron che rimane al comando su Logano, Larson, Elliott, Gibbs, Hamlin, Blaney, Bell, Cindric, Preece, SVG, Gilliland, Briscoe, Custer, Reddick e la wave around di A.Dillon.

Dopo la pulizia dei marbles, bandiera verde ai -119 nella seconda stage, Byron non ha problemi e rimane primo davanti a Logano e le coppie Larson-Elliott ed Hamlin-Bell inframezzate da Gibbs. Già, Logano. Nella prima stage ha stupito col suo secondo posto in recupero e qualcuno forse teme un nuovo colpaccio di Joey, ma un team radio della #22 dovrebbe essere analizzato bene. Logano, infatti dice di “essere a posto e non capire dove potrebbe migliorare l’assetto”. Potrebbe essere un buon segnale, ma se detto dopo la prima stage non lo è, infatti vuol dire aver raggiunto il proprio limite con altri che, invece, potrebbero non averlo ancora trovato.

Tornanto alla gara, McDowell va ai box fuori sequenza e quindi la #34 esce definitivamente dalla scena. Scena su cui entra invece Preece che, col sorpasso su Gilliland, entra in top10. Si sveglia anche Gibbs che approfitta della lotta in casa Hendrick per superare Elliott. Bell intanto si è messo dietro Hamlin e, nel primo vero spunto propositivo della sua corsa, passa di forza pure lui la #9. Chase viene tenuto all’esterno e si infila anche Hamlin. Blaney, invece, è rimasto ottavo e nei primi giri della stage accusa una vibrazione in frenata che gli fa temere una ruota mal fissata, poi tutto rientra.

Proprio nel momento in cui Elliott sembra in difficoltà, ecco che ai -110, come in precedenza, decide di passare al full attack e tutto dall’esterno aggira Hamlin risalendo al sesto posto. La situazione ora, escluso un contatto fra Chastain e Custer con Wallace che deve girare al largo per evitare guai, sembra relativamente tranquilla e a muoversi è solo la #9 che ripassa Bell. Nel frattempo, la wave around di Austin Dillon sta per naufragare e la #3 viene nuovamente doppiata e di lì a poco perdere pure il virtuale lucky dog a favore di Bowman (con Keselowski e Chastain molto vicini), allora dal muretto la Chevy di RCR viene immediatamente richiamata ai box

Che il Logano di questa stage non sia quello della prima lo si vede ai -100 quando Larson raggiunge la Ford e deve pure alzare il ritmo perché Elliott ha passato persino Gibbs ed è tornato al quarto posto; Ty si trova così a dover guidare il trenino con Bell, Hamlin e Blaney staccato di 3″ da un Byron che in progressione sta guadagnando centesimi. Fuori dalla top10 van Gisbergen e Briscoe hanno staccato nettamente Custer e Reddick.

Il long run prosegue tranquillo e da notare ci sono solo il team radio di Hamlin “contro” Gibbs e Ty Dillon ancora protagonista, stavolta però vittima di un bump di Hocevar. Solo il doppiaggio di Reddick permette a Logano di dimezzare (da 2″ a 1″) il ritardo di Joey dalla prima posizione. I primi doppiaggi smuovono anche il trenino con Blaney che balza due Toyota su tre

Al giro 200/500 (-60 nella seconda stage) Byron guida ancora indisturbato con 1.0″ su Logano, 1.2″ su Larson, 1.8″ su Elliott, 4.3″ su Gibbs, 5.1″ su Blaney, 5.4″ su Bell, 5.5″ su Hamlin, 5.7″ su Cindric, 6.0″ su Preece, 7.1″ su Gilliland, 7.6″ su van Gisbergen, 8.6″ su Briscoe e 18.0″ su Custer.

Siamo nel vero long run ed emergono davvero ora le difficoltà di assetto, come Bell (sottosterzo) che viene aggirato da Hamlin, ma anche chi davvero è in forma come Preece che prima infila un Cindric che non aveva chiuso la porta, poi attacca e supera anche la #20. Quasi in contemporanea Larson sale al secondo posto davanti a Logano (approfittando ancora della #47) ma, soprattutto, virtualmente sarebbe addirittura a +16 su Bell. Di lì a poco il vantaggio aumenta ancora perché Gilliland supera pure lui Christopher che, così, esce dalla top10.

Mentre Byron allunga cercando di riprendere Custer e Briscoe torna davanti a van Gisbergen, al giro 216 arriva una caution a fermare tutti: Suárez tampona Hocevar, anzi il futuro compagno di squadra Hocevar (in settimana è arrivato l’annuncio ufficiale del passaggio di Daniel sulla #7 nel 2026) e lo manda in testacoda proprio nei paraggi di Larson. Lucky dog per Reddick.

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La pit lane si riapre per tutti e la situazione sostanzialmente non cambia: Byron sfrutta ancora lo stallo #1 e guida su Larson, Logano, Elliott, Gibbs, Blaney, Hamlin, Bell, Cindric, Gilliland, Preece, Custer, van Gisbergen, Reddick, Briscoe (doppia sosta per una pistola che si rompe) e le wave around Chastain e Jones. Ancora soste multiple per Herbst, ora per problemi pare allo sterzo.

Bandiera verde ai -37 nella seconda stage e la ripartenza coordinata “alla superspeedway” in casa Hendrick funziona quasi del tutto, Byron rimane agilmente al comando, ma Elliott prova ad approfittarne per affiancare Larson. Anche in casa Penske c’è battaglia con Blaney che è allo stesso livello di Logano. A decidere tutto è Elliott: Chase scende deciso a bloccare la #22, Ryan attacca e passa il compagno di squadra. Al giro 225 c’è dunque il passaggio del testimone in casa Penske. E Ryan non si ferma qua perché si lancia all’esterno di Elliott. Bell aveva provato uno slancio, ma Gibbs lo ripassa.

La lotta fra la #9 e la #12 prosegue fino ad una nuova caution ai -30: in curva3 Bowman tocca leggermente Berry che tampona Custer mandandolo in testacoda mentre Keselowski compie una piccola magia per evitare #21 e muro. Nessun lucky dog perché sarebbe stato proprio Josh ma è stato lui a provocare la bandiera gialla. La notizia più interessante alla moviola è che Blaney viene dato al terzo posto dietro Byron e Larson e davanti ad Elliott, Logano, Gibbs, Bell, Hamlin, Cindric, Gilliland, Preece, van Gisbergen, Briscoe, Reddick, la coppia Chastain-Jones che ringrazia e Custer. Ancora soste per Herbst insieme a SVG e le wave around.

Bandiera verde ai -23 e stavolta la coordinazione Hendrick funziona, ma Blaney è scatenato e si lancia all’esterno di Elliott mentre dietro di loro c’è la copia esatta con Elliott e Logano. La #12 è in forma e passa al secondo posto ai -20. Joey, invece, deve desistere e resistere a Bell. Hamlin, dopo un centinaio di giri in scia alla #54, finalmente supera Gibbs. Ma arriva una nuova caution rapida: Ware finisce in testacoda dopo aver perso la posteriore destra appena cambiata. E persino i commentatori NBC si dimostrano abbastanza stufi di questa situazione, dato che è addirittura la quarta volta in stagione che la pit crew della #51 combina questo grave guaio. Stavolta sì Berry il lucky dog.

Una caution in prossimità di fine stage è una occasione fin troppo ghiotta e infatti Blaney, Logano, Hamlin, Gibbs, Cindric e Chastain anticipano il break. Alla ripartenza di metà gara (11 giri a fine stage, 251 alla bandiera a scacchi) Byron dunque precede Larson, Elliott, Bell, Gilliland, Briscoe, Preece, van Gisbergen, Reddick, Jones, Custer, Blaney (dubbi sul fissaggio della anteriore sinistra), Logano, Hamlin, Gibbs (questi tre 3-wide in pit lane), Cindric, Chastain e Berry.

Byron scatta bene anche sulla spinta di Bell che passa all’attacco di Larson ed i due sono a lungo affiancati nella lotta per punti fondamentali, ma alla fine il sorpasso non si completerà. Byron vince pure la seconda stage davanti a Larson, Bell, Elliott, Gilliland, Briscoe, Preece, SVG (a punti su un ovale), Reddick e Jones, poi Blaney, Hamlin, Logano, Gibbs, Chastain, Custer, Cindric e Berry con Busch lucky dog.

Dunque, Larson va all’ultima stage a +5 su Bell e pure col vantaggio del tie-breaker. E la situazione è ancora la stessa a cavallo del break, perché da un Byron in prima posizione a ribaltare la griglia playoff, ora il testimone dovrebbe passare a Blaney nella stessa situazione. E invece tira dritto anche Reddick che aveva pittato alla caution precedente.

La classifica alla ripartenza vede Reddick primo davanti a Blaney, Hamlin, Logano, Gibbs, Cindric, Byron, Larson, Elliott, Bell, Gilliland, Briscoe, Preece, Jones, van Gisbergen, Chastain, Custer, Berry e Busch.

Bandiera verde a 229 giri e Reddick viene quasi immediatamente aggirato da Blaney che completa così la rimonta dal 31° al primo posto nell’arco di 272 giri. Ed ora c’è curiosità su cosa possa fare la #12 a pista libera. Più dietro Byron forse subisce l’unico attacco di tutta la corsa da parte di Elliott, ma alla fine William rimane davanti con Cindric (finito davanti a Larson) che non riesce ad approfittarne. Kyle allora reagisce e con un bump cerca di spostare la #2, ma finisce solo per aprire la porta a Bell che si infila deciso. Per la prima volta in gara Bell è davanti a Larson, ma la strada verso Phoenix è ancora lunga.

Arriva in breve però un’altra caution e la situazione è simile ad una già vista in precedenza: in un 3-wide fra Wallace, Keselowski e Berry, Bubba tocca Brad che finisce addosso a Josh e la #21 va in testacoda. Keselowski e Wallace, che si giocavano il lucky dog, lo lasciano sul tavolo. Ai box ci vanno solo Busch, Berry ed A.Dillon (penalità), dunque si riparte con Blaney al comando su Reddick, Hamlin, Logano, Gibbs, Byron, Elliott, Cindric, Bell, Larson (virtualmente a +4), Preece, Gilliland, Briscoe, Jones, Chastain, van Gisbergen, Custer, Berry e Busch.

Bandiera verde ai -219 ed il gruppo si avvia verso un nuovo long run in cui Reddick perde progressivamente terreno prima venendo passato da Hamlin, poi da Logano. Byron si ritrova in lotta con Gibbs, ma se lo tiene dietro, mentre Larson viene superato da Cindric e Preece e dunque ora si trova a difendere un solo punto di margine. Byron, archiviata la pratica Gibbs, si lancia subito su Reddick che poi finirà nel mezzo di un 3-wide fra la #54 e la #9. Tyler alza il piede e viene infilato anche da Bell che dunque si porta a -0 da Larson ancora però virtualmente qualificato.

Ai -205 iniziano 40 giri di follia in casa Toyota: Briscoe alza il piede di colpo e prende la via dei box e del garage. Sulla #19 si è rotto il coperchio di una valvola e il motore è saltato. Ritiro dunque per Chase che ringrazia la vittoria di Talladega. Al giro 300/500 Blaney guida il gruppo allungato davanti ad Hamlin, Logano, Byron, Elliott, Bell, Gibbs, Cindric, Preece (in rimonta dopo aver respinto l’attacco della #5), Reddick, Larson (ancora a +0), Gilliland, Chastain, Jones, SVG, Busch, Custer e Berry.

Gli assestamenti di classifica proseguono: Byron ed Elliott riprendono Logano, Larson supera Reddick e torna a +1, tuttavia Kyle deve ancora soffrire a distanza perché pure Bell raggiunge il trenino guidato dalla #22 e di slancio ci prova su Elliott. Byron ci prova su Logano ma non passa subito. Reddick perde ancora mentre avanza Cindric che supera Gibbs seguito poi da Cindric e pure da Larson che va a +2.

Blaney intanto ha guadagnato 1″ e più su Hamlin, ma al box di Ryan tengono d’occhio più Byron che ai -185 uccella un Logano che alza qui probabilmente bandiera bianca perché non ne ha di più di chi ha attorno, anche se resisterà ancora per qualche giro davanti ad Elliott. Ai -175 la #12 ricomincia i doppiaggi e di questa fase ne approfitta Byron che va a riprendere Hamlin. Herbst prende la via dei box e del garage e per lui c’è ritiro. Alla fine dei tanti guai per la #35, la causa finale è motore.

In contemporanea arriva anche il sorpasso di Bell sulla #22 (con Joey a cui tornano indietro i due bump rifilati alla #9) che riporta Christopher a -1 da Larson. Proprio mentre ai -165 Byron raggiunge definitivamente Hamlin, in curva2 la #11 in curva2 inizia a fumare da entrambi gli scarichi. Nemmeno 15′ e sono saltati tre motori Toyota, due a vetture JGR già qualificate per Phoenix. Di sicuro la situazione in squadra non è tranquilla anche se, nel post gara, si cerca di mantenere la calma.

Byron ringrazia e così si trova a meno di 2″ da Blaney ed in progressivo recupero. Se questo è un recupero, quella di Preece è una rimonta dato che pure Logano viene preso e passato. Joey è in difficoltà e la brutta notizia per lui è che Larson ha passato Cindric (+2 ora per la #5) ed è subito in scia alla #22. Intanto Hocevar si vendica e rifila un bump che spedisce largo Suárez a toccare le barriere. Il +2 diventa +3 non perché Larson supera Logano, ma perché uno scatenato Preece si è messo alle spalle persino Bell ed ora è quarto seppur a 5.5″ dalla vetta. Poi arriva anche il previsto avvicendamento fra #5 e #22 e Larson si piazza a +4.

Ai -150 Blaney guida con 1.7″ su Byron, 4.4″ su Elliott, 5.0″ su Preece, 6.7″ su Bell, 7.4″ su Larson, 8.5″ su Logano, 8.9″ su Cindric, 10.1″ su Gibbs, 10.6″ su Chastain, 11.2″ su Gilliland, 12.6″ su Reddick, 13.1″ su van Gisbergen, 15.2″ su Jones, 16.3″ su Busch, 16.6″ su Berry e 20.5″ su Custer ripreso da Blaney e poi doppiato.

Siamo ormai in zona ultima potenziale sosta (il giro di pit verrà aperto da Suárez ai -140), i giri sono volati e per piloti come Logano (difeso da Cindric) e Blaney la finestra si apre pure con leggero anticipo. Chi sicuramente non si vorrebbe fermare è Preece che recupera, riprende, attacca, sorpassa e stacca persino Elliott con Chase che probabilmente nemmeno si accorge di cosa sia successo.

Sempre ai -140 il vento cambia: Bell scivola in curva3, lascia aperta la porta e Larson si infila superando la #20. E il +4 diventa in un attimo +6. Byron davanti è in formato squalo e nel traffico rosicchia centesimi su centesimi, scende sotto il secondo di ritardo e vede Blaney (che ha doppiato anche Busch)sempre più grande. Per Logano invece aumentano i problemi: Chastain ha passato Cindric e dunque l’alleato non è più vicino alla #22.

Ai box ci vanno in questa fase i doppiati (Smith sosta e speeding), poi arriva il tempo dei leader per un non comune giro di pit stop a Martinsville in regime di bandiera verde. Ad aprirlo ai -127 è inevitabilmente Logano, poi Elliott e Bell ai -126, Larson copre ai -125 con Gibbs, seguono Byron e Preece ai -124, Blaney si ferma ai -123. A proseguire sono Chastain, Gilliland, Berry e Custer.

Cosa ci vuole per accendere una miccia nella elimination race del Round of 8 a Martinsville? Se la vostra risposta è una caution nel bel mezzo del giro di soste sotto green, allora Erik Jones è il vostro pilota. La #43, da poco uscita dai box, arriva a ruote fumanti in curva3, perde il controllo all’interno di Wallace e finisce in testacoda fermandosi di traverso. La NASCAR, clamorosamente, ci mette parecchi secondi a chiamare la bandiera gialla.

Dietro la pace car la classifica vede Chastain al comando su Gilliland, Berry, Cindric, Blaney, Byron e Custer, poi doppiati il lucky dog Preece, Elliott, van Gisbergen, Larson, Bell, Bell, A.Dillon, Busch, Logano, Gibbs, Reddick ed Haley. Ma i colpi di scena non sono finiti; Cindric si prende uno speeding, infatti Austin era in pit lane al momento della bandiera gialla ed ha preso paura di rimanere doppiato per questo. La #2 viene fatta fermare dalla direzione gara e la farà accodare in fondo a tutte le auto a pieni giri.

Al completamento del giro di soste, dunque, Blaney e Byron sono davanti a tutti, ma dietro di loro l’ordine (anche fisico dopo il choose cone) è completamente sconvolto con Chastain terzo su Gilliland, Berry, Custer, Preece, Elliott, SVG, Larson, Bell (sempre a -6), Busch, Logano, Gibbs, Reddick e Cindric per 16 auto a pieni giri.

Bandiera verde a 111 giri dalla fine e Blaney scatta bene rimanendo al comando, tuttavia in appena un giro Byron si incolla al suo paraurti. La #12 sembra già segnata nell’esito finale, tuttavia Ryan mantiene sangue freddo e pian piano guadagna centesimi sulla #24. Dietro di loro Chastain e poi Gilliland e Custer in battaglia.

Il gruppo è completamente rimescolato dalle wave around e ovviamente la confusione porta ad una nuova caution. No, non è confusione questa, è Hocevar che si pianta sul dritto, dietro di lui ovviamente c’è Suárez che prova ad approfittarne, i due si toccano verso curva1 e Carson finisce nuovamente in testacoda. Non si capisce il motivo per cui la #77 abbia rallentato così di colpo sul traguardo, la spiegazione di Carson è ancora più fumosa e il dubbio che quello di Hocevar sia stato un brake check rimane. Lucky dog per A.Dillon.

La bandiera gialla permette di rimettere nell’ordine giusto le auto, rimettendo i doppiati dietro alle wave around. Dunque Blaney è davanti effettivamente a Byron, Chastain, Berry, Gilliland, Custer, Preece, Elliott, Larson, SVG, Bell (ora a -7), Logano, Gibbs, Busch, Reddick e Cindric.

La pit lane si apre esattamente a 100 giri dalla fine e qualcuno capisce che deve sparigliare le carte: ai box vanno Bell, Logano, Gibbs, Busch e Reddick a montare gomme fresche. Nel complesso comunque classifica poco mutata e alla ripartenza dei -96 Blaney è primo, Byron secondo, Elliott ottavo, Larson nono, Bell 12° (-8), Logano 13°.

Pronti via e copia e incolla, con Blaney che parte bene, Byron che rimane incollato e Chastain che lotta come può per restare con loro prima di staccarsi. Bell avanza subito con gomme fresche, mette Busch fra sé e Logano, poi supera anche Gibbs, poi però rimbalza di colpo all’esterno e torna dietro a Joey al 15° posto, addirittura a -11 da Larson. Logano ringrazia e inizia lui a guadagnare. Jones finisce a muro, rompe la anteriore destra, ma torna ai box in autonomia senza bandiere gialle.

Perde terreno anche Custer, infilato in breve tempo da Elliott, Preece e Larson che momentaneamente va a +12 prima del sorpasso di Bell su van Gisbergen, guadagna anche Elliott che torna in top5 superando Gilliland. Cindric è all’esterno, Gibbs blocca continuamente in frenata, la coppia #22-#20 ringrazia e passa fra -85 e -80, anche se Bell rischia grosso su un colpo da biliardo che inizia da Cindric e passa attraverso Gibbs. Logano li saluta e col sorpasso su Custer rientra in top10, ma Bell lo imita poco più tardi.

Blaney a pista libera sta intanto guadagnando ed ha 0.7″ su Byron, poi si toccano i 0.8″, ma è sempre questione di centesimi che ballano, se non millesimi. Dietro di loro prosegue l’assestamento di classifica, ma con più tranquillità. Larson, ad esempio, forte di un +9 lascia andare Preece e si mette a gestire il finale, anzi ringrazia Cindric che passa un Bell che ha perso già la fase migliore della vettura e regala la doppia cifra di vantaggio alla #5. Ma anche Logano ha sfruttato le gomme fresche ed ora fatica a guadagnare ulteriormente.

Ai -60 Blaney inizia una nuova fase di doppiaggi e Byron inizia a rosicchiare, prima millesimi, poi centesimi, alla fine decimi. Ai -50 Ryan ha 0.37″ su William, poi Chastain (+3.0″), Berry (+3.7″), uno Preece ancora scatenato (+4.1″), Elliott (+5.1″), Larson (+6.0″), Gilliland (+8.5″), Busch (+9.0″), Logano (+9.2″), Cindric (+9.4″), Bell (+9.9″ e a -10), Reddick (+10.9″), Gibbs (+14.5″), Custer (+14.6″), van Gisbergen (+15.1″) ed A.Dillon (+18.6″).

Si capisce che Byron ne ha di più e i doppiaggi gli possono essere anche favorevoli, sia perché col leader si cerca sempre di non perdere in giro, sia perché in giro ci sono solo Chevy, incluso un Bowman invisibile per tutta la corsa. Da capire anche quando William deciderà di voler attaccare. La sorpresa è che Byron decide di farlo in due modi, subito e di forza: ai -43 la #24 si tuffa in curva1 e passa con una leggera fiancata contro fiancata.

Byron guadagna subito un metro che poi diventano due, tre… Blaney non avrà l’occasione, per ora, di restituire il favore e la corsa torna in mano alla #24 che continua ad essere molto efficace nei doppiaggi. Dietro di loro Preece continua nella sua rimonta e, dopo Berry, ai -35 viene passato anche Chastain e la #60 è al terzo posto a 3.9″ da Byron. Ai -25 Byron guida con 0.79″ su Blaney, 4.0″ su Preece, 5.3″ su Chastain, 6.2″ su Berry, 6.8″ su Elliott, 7.6″ su un Larson tranquillo e a +10, 9.0″ su Gilliland, 11.1″ su Logano, 11.7″ su Cindric, 12.1″ su Bell, 12.3″ su Reddick, 14.7″ su Gibbs e 16.5″ su van Gisbergen.

In una situazione cristallizzata, l’unico che ha uno spunto è Bell che supera Cindric ai -21 e scende a -9. Ma non può essere Martinsville nei playoff senza brivido finale, dunque caution a -15 giri dalla fine e in mezzo c’è sempre Hocevar, stavolta non tamponato da un futuro compagno di squadra, bensì da uno attuale ovvero McDowell. Lucky dog per A.Dillon, nuovamente.

Pensare di restare fuori è inconcepibile e allora tornano alla mente i 0.002″ della qualifica, quelli della pole di Byron su Gibbs, quelli che hanno regalato alla #24 il primo stallo in pit lane mentre a Blaney uno decisamente peggiore. E allora basta solo questo o quasi (la pit crew in forma nei momenti decisivi ci vuole sempre) per lasciare Byron in prima posizione davanti a Blaney, Chastain, Elliott, Larson, Berry, Gilliland, Logano, Preece e Bell che “conferma” il -10. Mears si ritira per problemi elettrici.

Sprint finale di 11 giri, ma si risolve tutto nel primo mezzo passaggio: Byron scatta bene, ma ad essere decisiva è l’accelerazione in curva2 che lascia sul posto Blaney e quindi a Ryan non rimane nemmeno l’idea di piazzare un bump o una staccata decisa in risposta a quella precedente. Gara finita con Byron che a suon di giri veloci mette decimi su Blaney (che comunque non gira molto più lento, il confronto finale dice 19.750″ per la #24 al giro 494 e 19.809″ per la #12 al 495), dietro c’è solo assestamento con Elliott che supera Chastain ai -2 e Preece che recupera quasi tutto il terreno perso ai box.

https://twitter.com/NASCAR/status/1982568054304440818

William Byron batte Ryan Blaney nel duello decisivo a Martinsville e vince conquistando il terzo biglietto per Phoenix. A seguire Elliott, Chastain e Larson che precede Bell sul traguardo e in classifica generale di sette punti per il quarto e ultimo posto alla Championship 4. Poi Preece, Bell, Logano (con Penske che abdica dopo tre anni), Gilliland, Berry, Reddick, Gibbs, Busch, un ottimo van Gisbergen, Cindric. A.Dillon e a chiudere Custer e Wallace che avevano tentato la wave around.

Penske abdica, ma solo dopo l’intervista di Blaney che non recrimina sul sorpasso di forza subito, anzi dice che a parti invertite si sarebbe comportato allo stesso modo. Due Toyota del JGR qualificate in anticipo, due Chevy di Hendrick qualificate dopo Martinsville. A Phoenix sarà un 2vs2 d’alto livello.

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Xfinity Series: prima vittoria in carriera per Taylor Gray! 

Truck Series: Heim insaziabile, Riggs eliminato al tie-breaker da Honeycutt

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Manca solo un weekend per la NASCAR nel 2025, quello di Phoenix in cui si assegneranno i titoli di Cup, Xfinity e Truck Series. Ad iniziare saranno i pick up (nella notte fra venerdì e sabato alle 0:30), seguiti dalla categoria cadetta (nella notte fra sabato e domenica sempre alle 0:30) ed infine dalla top class, domenica sera alle 21:00. Tutti e tre gli appuntamenti imperdibili saranno in diretta su p300.it. A metà settimana verrà pubblicata la consueta anteprima, mentre giovedì sera alle 21:00 ci sarà una puntata speciale di Fastlane in diretta YouTube, Twitch e Facebook.


Immagine: Media NASCAR

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