NASCAR | Cup Series, Martinsville #1 2025: Hamlin rompe il digiuno dominando

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 2 Aprile 2025 - 09:00
Tempo di lettura: 22 minuti
NASCAR | Cup Series, Martinsville #1 2025: Hamlin rompe il digiuno dominando
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Quasi un anno senza vittorie in NASCAR Cup Series, un decennio senza successi a Martinsville, ma Hamlin alla fine ritrova la gioia in Virginia


Dopo 10 anni ed un giorno Denny Hamlin torna alla vittoria a Martinsville, una delle sue piste preferite. E ci sono voluti da allora addirittura 1409 giri in testa prima di tornare a festeggiare. Il 1410° è stato quello buono. In carriera per il pilota della #11 ora ci sono oltre 2500 tornate al comando in carriera sulla Paperclip (2722 per essere precisi, 278 su 400 quelli odierni), ma forse il dato più significativo è che a Martinsville è arrivata la vittoria numero 55 in carriera. Nella primavera del 2004 un’altra leggenda degli short track come Rusty Wallace aveva ottenuto proprio qui il suo 55° (e ultimo) successo.

La gara

Il weekend della NASCAR a Martinsville inizia al sabato con il consueto format di libere e qualifiche in rapida successione. Non ci sono grossi sconvolgimenti fra i 38 iscritti (le presenze straordinarie sono la #66 di Garage 66 – MBM Motorsports che riporta in pista dopo sei anni e la #50 del Team AmeriVet che, dopo il Clash, richiama per la pista della Virginia Burt Myers i cui avi hanno scritto la storia anche di questa pista) e il principale colpo di scena delle prove libere, Wallace al comando su Bell ed Hamlin (si poteva capire molto fin dall’inizio, nda) è il cofano di Haley che si apre all’improvviso sul traguardo.

Poi si scende in qualifica e l’algoritmo, dopo i problemi di sette giorni fa, non favorisce Christopher Bell che è messo abbastanza in basso nell’algoritmo, tuttavia il suo 19.718″ regge in fondo e quindi il pilota JGR conquista la pole position davanti ad Elliott, Bowman, Larson, Hamlin, Buescher (stesso tempo, #11 davanti alla #17 per gli owner point), Logano, Wallace, Reddick e Byron; da notare Blaney solamente 32° ma dotato di uno dei migliori passi gara sul long run.

Domenica a Martinsville c’è meno preoccupazione del temuto. A inizio settimana la probabilità di pioggia era data al 65%, ora siamo scesi al 30% e sono per rovesci sparsi dopo il tramonto. Quindi, l’unico timore è per un eventuale utilizzo delle gomme da umido in un pazzo finale, ma non accadrà. Tutti fanno i bravi ai controlli tecnici, dunque la griglia di partenza è identica al risultato delle qualifiche.

Alla bandiera verde della gara da 400 giri (80, 100 e 220 le stage), dopo una partenza a spinta per Nemechek, non ci sono grossi scossoni e nel corso di una dozzina di giri si arriva alla fila indiana. Bell rimane al comando, Bowman non forza e si accoda ad Elliott, Hamlin riesce a superare Larson, Buescher passa Wallace e lo segue anche Logano. Il primo vero brivido è fra Reddick e Byron, con un piccolo contatto fra i due mentre William all’esterno soffre anche l’attacco di Briscoe.

L’osservato speciale di questa prima fase è sicuramente Blaney che, fuori dalla top30, se non guadagnasse terreno rischierebbe il doppiaggio. E l’inizio della #12 non è dei migliori dato che, sulle 31 possibili, di posizioni guadagnate ce n’è solo una. Almeno Ryan non è solo nelle difficoltà: Haley è senza trazione, Keselowski (appena 28° in questo complicatissimo inizio di stagione) arriva al bloccaggio in curva1, in molti scivolano con l’anteriore sul cemento che si sta gommando.

Dopo 20 giri Bell (tight alla corsa, loose in accelerazione) ha messo sei decimi di vantaggio su Elliott, tuttavia in questo momento Christopher raggiunge un Casey Mears in difficoltà essendo alla sua prima volta al volante di una vettura Next Gen e che, oltre al sottosterzo, forse ha perso qualche detrito.

Il doppiaggio della #20 sulla #66 costa prima tutto il vantaggio e, poi, al giro 24 l’attacco dall’esterno in curva2 che porta all’incrocio in curva3. Ed Elliott passa al comando allungando subito. Fuga quasi immediatamente annullata da una caution per detriti (un condotto dei freni in curva4); Mears si prende il primo di una serie di lucky dog.

Siamo a circa 50 giri da fine stage ed il gruppo si spacca strategicamente. Tirano dritto in sei e sono Berry, Cindric, Custer, Keselowski, Blaney ed Herbst, tutti piloti alla caccia di track position come ossigeno. A seguirli alla ripartenza sono Bell e Logano (due gomme nuove come più indietro Zane Smith e Preece), poi Elliott (problemi radio), Bowman, Hamlin, Larson e Wallace. Speeding per Myers mentre sosta lenta alla anteriore destra per Byron che faticherà per tutta la gara.

Si riparte ai 41 e Berry mantiene il comando mentre all’esterno Cindric scatta male e tappa un po’ la corsia in cui è presente anche il compagno di squadra Logano. Davanti posizioni invariate, più indietro si lotta con un 3-wide che vede Elliott, Herbst e Bowman affiancati; Chase passa mentre Riley torna velocemente nell’ombra.

La #9 di slancio tenta l’attacco all’esterno su Logano che non va a buon fine così come la resistenza di Bell sullo stesso Joey che viene seguito da Bowman ed Elliott. Il campione in carica prosegue nel recupero con un piccolo bump che scompone la #6 di Keselowski. Brad finisce all’esterno e al rettilineo seguente forza il blocco su Bowman, arriva la toccata che manda la Ford larga trascinando con sé anche Bell. Finisce nei guai, ma da solo, anche Hamlin che sbanda in frenata, va largo e torna in fondo alla top10.

Berry intanto è andato in fuga ed ai -30 ha poco più di 2″ su Custer, tuttavia sta arrivando a ritmo doppio Logano che supera in sequenza entrambi i compagni di squadra. Ryan cede con gomme usurate e assetto non al meglio, fatica a far girare la vettura e via radio dice un laconico “fucking sucks”, e viene superato anche dalla coppia Bowman-Elliott. Non è l’unico scontento, pure Gibbs lo è mentre il muretto di Buescher avverte il proprio pilota della presenza di un Ty Dillon pericoloso e non nel senso buono del termine.

Logano, intanto, raggiunge in fretta Custer, lo passa perdendo un po’ di tempo ma comunque prima che Bowman gli torni sotto. Joey deve recuperare 2.3″ al leader in circa 15 giri, tuttavia ad aiutarlo ci pensa prima il nuovo doppiaggio di Mears, poi un’altra caution ai -9 quando Buescher si gira sul muso di Hocevar in uscita di curva4 e nel testacoda picchia anche a muro. La #66 è nuovamente lucky dog.

In moltissimi pensano più alla track position che ai punti di stage ormai vicini: tirano dritto Logano, Bowman, Keselowski, Allmendinger, Preece, Jones e Nemechek, ma in pit lane succede qualcosa: Wallace, uscendo dallo stallo, centra nella fiancata Berry che è affiancato ad un’altra vettura. L’impatto è notevole, ma entrambe le auto proseguono… per poche centinaia di metri, poi la #21 si ferma in pista ammutolita.

Nel frattempo Elliott esce dai box davanti ad Hamlin e Custer, speeding di Stenhouse, penalità per Ware con una ruota vagante, doppia sosta (motivo non dichiarato) per Kyle Busch, Berry e Buescher perdono un giro con Josh che, spinto in pit lane, cambia batteria.

Rimane solo uno sprint di due giri per chiudere la prima stage e, a parte un 3-wide in cui ci sono le due auto di Legacy MC, non succede molto: Logano vince la prima stage davanti a Bowman, Allmendinger, Keselowski, Jones, Nemechek, Preece, Elliott, Hamlin e Custer.

Buescher è il lucky dog mentre Berry torna ai box per un controllo dei danni e perde un secondo giro. Intanto si indaga sulle cause del problema tecnico. Si ipotizza che l’impatto notevole abbia potuto staccare la batteria dal suo alloggiamento, tuttavia dal box del Wood Brothers non ne sono convinti, infatti la batteria è sul lato destro, non quello sinistro. Forse è stato un problema all’alternatore, dunque. L’ipotesi del contatto, da fuori pista, resta la più valida per nemmeno cinque minuti, poi durante la caution (in cui Logano pitta con Preece, Allmendinger, Keselowski, Jones, Mears e Ware) in pit lane ci va anche Cindric – dunque un quasi compagno di squadra di Berry – anch’egli con problemi elettrici. E allora la teoria dell’alternatore viene confermata.

La nuova classifica vede Bowman al comando su Nemechek, Elliott, Hamlin, Custer, Larson, Bell, Wallace, Gibbs e Reddick con la #42 e la #48 fuori strategia con gomme usurate mentre Logano, coscientemente col muretto, ha perso tutta la track position in cambio di un playoff point e riparte addirittura 29°.

Bandiera verde con 88 giri netti da completare nella seconda stage e la coppia Elliott-Hamlin aggira subito Bowman mentre Larson, con il sorpasso su Nemechek, garantisce comunque l’1-3-4 Hendrick. Alex non ne ha in questa fase e anche Kyle lo supera a stretto giro. JHN perde posizioni su posizioni e così Wallace entra in top5. Logano esce subito dalle sabbie mobili ed inizia a recuperare posti avvicinandosi alla top20.

Continuano i problemi elettrici nel gruppo: un buon Ty Gibbs è (finalmente) in top10, ma la sua cool suit smette di funzionare, lo stesso succederà in seguito anche a Jones, Cindric e Mears. Bowman intanto perde ancora posizioni su gomme che hanno 40 giri in più dei rivali diretti, Wallace apre la porta e anche Gibbs ci si infila. Un buon Custer perde invece la chance buona e così vede i leader allungare; quando Cole supera la #48 ha accumulato 2.5″ di ritardo da Ty.

Anche Byron non se la passa bene, senza trazione è uscito dal giro dei favoriti ed è solo 21°, ma precede lo scambio di favori poco amichevoli in corso fra Allmendinger e Jones. Mears viene doppiato da un Elliott, che ha sei decimi costanti di vantaggio, per la terza volta (ma è un -1 x3) e così toglie il virtuale lucky dog a Berry. Il virtuale diventa reale poco dopo ai -58: Myers rallenta e si ferma in curva2 mentre cerca a passo d’uomo di tornare nel garage.

Le strategie divergono anche ora: Hamlin decide di tirare dritto con Wallace, Gibbs, Custer e Suárez. Sarà la scelta vincente. Dai box esce davanti a tutti Larson (due gomme) seguito da Briscoe (idem), Elliott, Chastain e Logano che, pure lui con il cambio di soli due pneumatici, si rimette in corsa. Meno bene va a Bowman (ruota mal fissata con la #48 che esce come Byron dalle posizioni buone), Stenhouse (secondo speeding) e van Gisbergen (contatto non identificato con un’altra vettura e un giro perso).

Si riparte ai -49 e Wallace chiede e ottiene da Hamlin la ripartenza “concordata” fra alleati per non farsi del male a vicenda. Va tutto per il meglio e team owner e dipendente rimangono primo e secondo. Per cercare di non perderli di vista, Larson rifila un bump a Custer che manda la #41 all’esterno e da lì in poi per i prossimi giri nessuno avrà pietà di Cole che uscirà dalla top20. Peccato per lui perché stava facendo una buona corsa.

La classifica si va assestando e al comando ora c’è un poker Toyota dato che dietro ad Hamlin (che prova l’allungo ed ha 1″ di margine) e Wallace ci sono Gibbs e Briscoe il quale ha superato Suárez che nel corso dei giri scivolerà leggermente indietro superato da chi ha gomme fresche. C’è battaglia ai margini della top10 dove un Logano ripartito non al meglio viene superato da Blaney e Reddick. Ryan recupera terreno e nei giri seguenti passerà anche Byron, Larson (sottosterzo) e Suárez. Davanti a lui ora c’è Bell appena scavalcato da Elliott.

Anche Chase prosegue la rimonta, supera Chastain e Briscoe ed ai -23 intravede la vetta dato che Hamlin ha appena raggiunto nuovamente Mears. Rimanendo in Chevy vs Toyota, dopo un lungo duello Reddick supera Byron ma entrambi sembrano non al meglio.

Elliott vola, in sei giri riprende e supera Gibbs, è terzo ma ai -17 deve ancora recuperare 2.8″ ad Hamlin con in mezzo Wallace. Anche Bell si spegne e viene superato da Blaney mentre l’atteso sorpasso di Byron su Suárez non si concretizza perché arriva prima quello di Logano sullo stesso William.

Ai -10 Elliott raggiunge Wallace e nello stesso momento Hamlin fatica a doppiare Stenhouse e così Chase, dopo il sorpasso su Bubba ai -5, è a solo 1″ dal leader, tuttavia non c’è il tempo per completare la rimonta malgrado i 53 giri di differenza sulle gomme e il sovrasterzo della #11 in entrata e in uscita di curva.

Hamlin taglia il traguardo dei 2500 giri in testa a Martinsville e vince dunque la seconda stage davanti ad Elliott (+0.8″), Wallace (+2.3″), Gibbs (+2.8″), Briscoe (+3.1″), Blaney (+3.5″), Chastain (+4.1″), Bell (+4.6″), Larson (+5.1″) e Reddick (+5.5″); a seguire Suárez, Logano, Byron, Gragson, Smith, Austin e Ty Dillon, Gillland, McDowell e Allmendinger, 33 le auto a pieni giri più il lucky dog Stenhouse che lascia Mears e SVG a -1, Berry a -2 e Myers a -6.

Il giro di soste, tranne qualche piccolo intoppo come per Gibbs e fra Herbst ed Allmendinger, scorre più tranquillo di quelli precedenti ed Hamlin mantiene il comando su Elliott, Wallace, Briscoe, Bell, Blaney, Larson, Logano, Chastain e Gibbs; Berry rischia con la wave around e torna a -1. Nel frattempo la gara è ufficiale ed il radar è ancora sgombro di nuvole.

Si riparte con 207 giri da disputare fino alla bandiera a scacchi ed Hamlin stavolta non ha più Bubba al fianco, bensì un Elliott che dimostra a tutti che dalla corsia esterna si può scattare bene e lottare con il leader. La #9 resiste per qualche giro, poi è costretta ad accodarsi, Bell e Briscoe sono altrettanto affiancati, poi la #19 è costretta ad arrendersi e, oltre che dal compagno di squadra, viene infilata anche da un Blaney che aveva superato anche Larson e così entra in top5.

Esattamente al giro di boa di metà gara, dopo il controsorpasso di Gibbs su Logano (con Ty che stringe a muro Joey il quale non la prende bene e si fa sentire col muso poco più tardi) e il tentativo di Chastain su Larson, arriva un’altra caution per il testacoda di Herbst in curva1 dopo una toccata subita da Cindric mentre erano 3-wide con Allmendinger (e più di qualcuno ingiustamente accusa Austin affibbiandogli più colpe e addirittura intenzionalità di quanto successo realmente). Van Gisbergen è il lucky dog mentre Berry ringrazia sfruttando al meglio la wave around.

Ai box ci vanno, oltre agli incidentati, solo Nemechek e Custer mentre Logano teme qualche problema di surriscaldamento alla vettura dopo i guai elettrici di Berry e Cindric. Nuova bandiera verde ai -193 con Hamlin davanti ad Elliott, Wallace, Bell, Blaney, Briscoe, Larson, Chastain, Gibbs e Logano.

Anche stavolta Elliott ci prova, poi è costretto a difendersi da Wallace ma mantiene il secondo posto. Dietro di loro Briscoe viene scavalcato da Larson e Chastain e persino Gibbs ci prova, Logano invece viene superato e ripassa Byron. Reddick perde invece terreno ed è in fondo alla top15, attaccato pure da Austin Dillon.

Hamlin intanto scappa via, mette subito poco più di un secondo di vantaggio su Elliott, si libera subito di Mears (che ora torna a -2, ma inizia ora la vera spirale discendente) e sembra aprirsi una fase di tregua (a parte le Ford in coda che si danno battaglia) ai -180 in cui si riesce anche a dare uno sguardo più indietro, come a Keselowski e Busch che, dopo mille difficoltà, entrano in top20. Dietro di loro c’è Hocevar che scavalca di forza il teammate Haley. Non riesce nemmeno il recupero di Byron, superato da Suárez per l’11° posto.

Dopo lo strappo iniziale, Hamlin inizia a perdere qualcosa su Elliott, ma sono centesimi e non decimi e tutto succede a 160 giri dal traguardo quando sta per iniziare con molta probabilità il primo vero giro di doppiaggi. Chase si avvicina, tuttavia nel momento più interessante torna a perdere terreno, Hamlin è più abile nei doppiaggi e in sequenza “cadono” Nemechek, Stenhouse, Bowman e Ware (sì, Cody è davanti alla #48 per pura velocità).

A 150 giri dalla fine Hamlin ha 0.45″ su Elliott, 2.8″ su Wallace, 3.4″ su Bell, 3.8″ su Blaney, 4.2″ su Larson, 4.8″ su Chastain, 5.6″ su Briscoe, 6.1″ su Gibbs, 6.8″ su Logano e 7.3″ su Suárez che chiude il gruppo di testa che ha leggermente staccato Byron. Reddick è ora 14° dopo aver passato di forza McDowell, Mears invece torna ai box con una foratura e la sosta porta anche ad uno speeding.

Elliott cerca una traiettoria diversa, allargando la percorrenza sfruttando il cemento sempre più gommato, sarebbe anche una tattica intelligente tuttavia di giro in giro si capisce una cosa molto più semplice: Hamlin ne ha di più e pian piano riallunga. Gli ultimi dettagli di questa fase sono il sorpasso forzato di Allmendinger su Haley (che non la prende bene) e quello di Chastain su un Larson altalenante.

Poi, a 137 giri dalla fine, un piccolo colpo di scena, infatti Custer va ai box per il pit stop. In pochi si aspettano una strategia su due soste con stint da circa 70 giri data la mole di traffico in pista (nessun ritirato, 38 auto a girare in tondo). I leader, infatti, tirano dritto sulla tattica ad un pit e stint da circa 110 giri.

A pittare sono ovviamente i piloti in quel momento in difficoltà e in cerca di una svolta per la loro gara e il fatto che ai -135 ad andare ai box sia Byron rende l’idea; seguono di lì a poco Ware, Haley e Bowman. Nel frattempo, mentre Hamlin è a +1.5″, Briscoe ci prova su Larson dall’esterno ma non va, Gibbs allora prova ad infilarsi ma non completa la manovra e allora l’unico sorpasso è quello di Logano che aggira Ty.

Myers intanto perde detriti e velocità e per poco McDowell non lo centra. In molti sperano nella caution (sosta di Keselowski, Gragson e van Gisbergen ai -130), ma la bandiera gialla non arriva per la #50 bensì per la #88: SVG uscendo dai box perde la posteriore destra in ingresso di curva3. Mentre il neozelandese perde giri, oltre alla penalità, Jones è il lucky dog che lascia 22+1 auto a pieni giri nel bel mezzo di un giro di soste.

Con una caution arrivata a 125 giri dalla fine è difficile capire quale delle due strategie sia favorita a questo punto, dato che per chi non si è ancora fermato è svanito il fatto di poter sfruttare i 40 giri di pista libera, ma allo stesso tempo chi ha pittato è staccato e pure una wave around non li rimetterebbe in corsa. D’altro canto, per chi si è fermato ora un’altra sosta sarebbe sfavorevole essendosi il gruppo ricompattato e i giri troppo pochi per recuperare mentre i leader, anziché fare sulla carta circa 110 giri, ora ne dovranno fare “addirittura” 120.

Sarebbe stato bello vedere qualcuno invece osare e tirare dritto, ma invece tutti vanno ai box per quello che sulla carta potrebbe essere l’ultimo giro di soste. Hamlin rimane al primo posto su Bell, Wallace, Elliott, Larson, Chastain, Blaney, Logano, Briscoe e Gibbs; solo Byron riesce a prendere la wave around tornando a pieni giri, da Nemechek a Ware sono a -1, Herbst a -3, Berry a -4, SVG e Custer a -5, Mears a -6, Myers a -9. Penalità per JHN (speeding) ed Hocevar (sosta fuori stallo).

Green a 114 giri dalla fine e la classifica rimane sostanzialmente invariata, da notare ci sono solo l’attacco di Chastain su Larson (dopo che Kyle ci ha provato su Elliott) e il controsorpasso di Briscoe su Logano. Il movimento è soprattutto qui: Briscoe punta anche Blaney mentre Joey, nel difendersi su Gibbs, favorisce il sorpasso di McDowell su Ty. Larson blocca decisamente Chastain che si libera della #5 con un bump, Briscoe prova ad infilarsi e lo stesso lo fa Logano con Blaney. Chase e Joey avanzano mentre Larson (aggirato) e Blaney perdono metri.

Poi però un’altra caution: dietro di loro un Gibbs in sottosterzo lascia leggermente aperta la porta in curva1-2, Reddick prova ad infilarsi ma lo spazio non c’è e quindi arriva il contatto, la #54 si intraversa e viene colpita da Zane Smith che non riesce ad evitarlo. Buescher lucky dog mentre Gibbs non la prende per nulla bene.

Siamo al giro 300 e ormai le strategie si sono parificate, nessuno dei leader si ferma ai box per non perdere posizioni, dunque Hamlin riparte davanti a Bell, Wallace, Elliott, Chastain, Briscoe, Logano, Larson, Blaney e McDowell. Ty Dillon, il migliore di quelli che hanno cambiato gomme, è 18°; speeding per Bowman.

Green ai -94, caution ai 92: mentre Wallace scatta bene si riprende il secondo posto, Larson rischia con Blaney e Logano dall’esterno supera Briscoe malgrado un blocco deciso di Chastain (non apprezzato da Joey), in coda Gragson rallenta leggermente in curva ed un Buescher distratto lo centra quasi montandogli sulla posteriore sinistra. Foratura e danni per entrambi mentre Stenhouse è il lucky dog.

Dopo le scaramucce sotto bandiera gialla fra la #4 e la #17 e l’assenza di soste rilevanti, arriva una nuova green con la classifica che ora vede Hamlin su Wallace, Bell, Elliott, Chastain, Logano, Briscoe, McDowell, Larson e Blaney.

Green ai -85, caution ai -83: sul rettilineo opposto Chastain blocca Briscoe che perde i riferimenti ed in curva3 è troppo interno, la #19 pizzica il cordolo e scivolando larga centra e manda in testacoda un Logano ancora sfortunato nel finale di gara e che sembra veder sfumare nuovamente la prima top10 del 2025. Nemechek è il lucky dog.

Ancora nessuna sosta rilevante, dunque la classifica aggiornata vede Hamlin sempre primo su Wallace, Bell, Elliott, Chastain, Larson, Briscoe, Preece, McDowell e Blaney che in questa fase ha perso tempo prezioso. Logano dopo il cambio gomme è 25°.

La bandiera verde sventola ai -75 e, dopo questa fase movimentata, sarà l’ultima green della corsa. Bell piazza una clamorosa ripartenza dall’esterno e per un paio di giri lotta alla pari con Hamlin, mettendo una volta anche il muso davanti alla #11, ma il non chiudere la manovra lo rallenta e alla fine, dai -73 in poi, sarà un monologo di Denny.

Chi scatta male è invece Chastain, che viene passato da Larson e Briscoe, poi riesce a riguadagnare la posizione sulla #19 seguito dalla sorpresa Preece, così come Blaney che esce dalla top10 a vantaggio di Gilliland. Todd non si ferma qua e supera anche l’ex compagno di squadra McDowell. Dietro di loro un Gibbs in recupero passa di forza, allargandosi come piccola vendetta, Reddick e sale al 13° posto; seguirà anche il sorpasso su Busch. Kyle torna in crisi e passano sia Tyler che Ty Dillon alla migliore gara stagionale.

Davanti Larson non sembra avere il passo delle tre Toyota che ha davanti e infatti Hamlin, Bell e Wallace allungano pian piano. Non solo, poco dopo i -60 Elliott lo passa e lo lascia sul posto. Christopher ci prova, è vicino alla #11 e segue traiettorie leggermente diverse per non cucinare le gomme e anche prove di incrocio. Elliott sembra averne anche lui e colma il gap: ai -55 ci sono quattro auto in 1″.

In casa Penske doppio scenario: Logano nonostante il traffico è scatenato e, dopo essere entrato in top20, ora vede la top15. Cindric, invece, torna ai box con ulteriori problemi elettrici a cui segue un nuovo cambio batteria. Seguirà una nuova sosta ai -35 che è il preludio al passaggio nel garage ed infine il ritiro per una motivazione più unica che rara: in casa Penske sono finite le batterie di scorta da montare sulla #2.

Ai -50 la corsa svolta: quando si spera nella lotta a quattro per la vittoria, ecco che il gruppetto di testa esplode, Hamlin stacca sempre di più Bell, Wallace fa lo stesso con Elliott e in arrivo ci sono nuovi doppiaggi.

Davanti a questo punto succede poco, Hamlin sembra – ed è – in totale controllo e centesimi dopo centesimi scappa via. Solo il doppiaggio di Nemechek è più complicato del previsto, ma nulla di drammatico. Chi deve guardarsi alle spalle negli ultimi 15 giri è invece Bell dato che Wallace torna sotto, ma anche qui non ci sarà mai un tentativo di sorpasso.

Dunque, l’attrazione principale degli ultimi giri è la rimonta furiosa di Joey Logano: detto della ripartenza ai -75 dal 25° posto, ai -70 la #22 è al 24° posto a 5.0″ da Hamlin, ai -65 21° a 6.2″, ai -60 20° a 6.7″ (superato Stenhouse), ai -55 19° a 7.9″ (Austin Dillon), ai -50 18° a 8.2″ (Byron), ai -45 17° a 9.2″ (Hocevar), ai -40 16° a 8.8″ (Kyle Busch), ai -35 15° a 9.5″ (Zane Smith), ai -30 14° a 9.9″ (Ty Dillon), ai -25 ancora 14° ma a 9.0″, ai -20 13° a 9.6″ (Reddick), ai -15 12° a 9.6″ (Gibbs), ai -10 11° a 9.1″ (McDowell), ai -5 10° a 9.5″ (Blaney), ai -3 viene superato anche Gilliland, all’ultimo giro, come ciliegina sulla torta vista la causa della rimonta, viene ripreso e scavalcato lo stesso Briscoe.

Denny Hamlin intanto lo si vede solo col binocolo e può festeggiare con tutta tranquillità la 55esima vittoria in carriera (11° all time alla pari di Rusty Wallace), la prima a Martinsville in un decennio, la prima in Cup Series in quasi un anno. Bell è sì secondo, ma a 4.6″, seguono Wallace (+5.2″), Elliott (+6.3″), Larson (+6.9″), Chastain (+8.4″), Preece (+8.8″), Logano (+10.2″, prima top10 del 2025), Briscoe (+10.5″) e Gilliland (+11.0″); a pieni giri anche Blaney, McDowell, Gibbs, Reddick, Ty Dillon, Smith, Busch, Austin Dillon, Hocevar, Stenhouse, Suárez e Byron, Buescher 25°, Keselowski 27°, Bowman 28°, Berry 33° a -4, Jones squalificato per vettura sottopeso.

Dopo un lunghissimo burnout, con tanto di principio di incendio sotto il cofano, Hamlin sale sul tetto della sua Toyota Camry (è anche la prima vittoria con il nuovo sponsor Progressive che sarà sulla #11 per metà campionato tappando i troppi buchi lasciati in corsa sulla vettura) e spunta fuori una bandiera che viene sventolata fra qualche fischio (Denny non è mai stato amato, nemmeno nella sua Virginia): “11 against the world”, un motto preso dalla squadra di football di Ohio State ma anche un poco velato riferimento alla causa in corso con la NASCAR. Ai posteri fra 7 mesi esatti e questo vessillo sarà portatore di buone o, per la 20esima volta consecutiva, di brutte notizie.

I risultati odierni

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La classifica generale

Così in campionato dopo 7 delle 36 gare della NASCAR Cup Series 2025

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Xfinity Series: Austin Hill vince “alla Bradbury” una gara piena di incidenti

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I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà tappa a Darlington per il Throwback Weekend. Appuntamento sabato sera con la Xfinity Series e domenica con la Cup Series mentre la Truck Series tornerà a Bristol l’11 aprile.


Immagine: Media NASCAR

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