NASCAR | Cup Series: Logano si aggiudica il jackpot in una gara lotteria a Las Vegas!

NASCAR
Tempo di lettura: 28 minuti
di Simone Longo @_Long_hito
17 Ottobre 2022 - 22:15
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Al termine di un ottovolante di emozioni, il trionfo di Joey Logano trova il suo posto solo come culmine di serata. Tra sorpassi continui e scelte degne di nota (in positivo o in negativo), la corsa di Las Vegas si candida nel gruppo delle migliori in questa stagione


Forse, dalla focosa settimana antecedente al weekend, ci si poteva attendere una domenica caotica, ma nessuno si sarebbe mai aspettato di assistere a tanto. Tracolli e strategie, su cui di solito si basano la gran parte delle gare NASCAR, sono diventati una semplice cornice: il quadro è riuscito a offrire la prima rissa dell’anno con Larson e Wallace (autore di una manovra molto discutibile e di cui parleremo dopo), numerosi cambi di leader, e duelli per la vittoria in maniera direttamente proporzionale all’avvicinarsi del finale con protagonisti Chastain e Logano. In apertura, appunto, per quanto riguarda il recap della settimana la parola passa a Gabriele Dri.

Un’altra settimana di polemiche

“Di tempo per altre, nuove polemiche c’è tutta la prossima settimana.” Così si era chiuso l’articolo della scorsa settimana dedicato alla vittoria di Bell e non solo, con il presentimento che anche questa settimana sarebbe stata ricca di tensione. Ed infatti è stato così.

Dopo un lunedì tranquillo, il primo rumor del martedì è che Richard Childress Racing e 23XI Racing abbiano raggiunto un accordo per il buyout del contratto di Tyler Reddick. Una notizia che, se vera, rappresenterebbe un vero e proprio colpaccio per Childress dato che non dovrebbe spendere 20 milioni di dollari per un terzo charter, risparmierebbe sullo stipendio di Reddick e non avrebbe più il nervosismo nel sopportare Tyler per il 2023 il tutto ricevendo pure soldi in cambio. Già, ma Kurt Busch? Eh Kurt… i timori sono fondati e quando il giorno dopo arriva l’annuncio di una conferenza stampa nel weekend tutti temono l’inevitabile.

In tutto questo nel frattempo arriva il risultato del consueto sondaggio di Jeff Gluck, giornalista di The Athletic, e la gara sul Roval è stata apprezzata da appena il 19.2% dei tifosi, di gran lunga il peggior stradale degli ultimi anni (il dato più basso era il 42% di Sonoma 2019). Inoltre è la quarta gara del 2022 con dati sotto il 20% insieme a Martinsville/1 (brutto segnale in vista di fine mese) e la coppia Texas-All Star Race e Texas di poche settimane fa. Urge un punto della situazione in NASCAR per il 2023 riguardo gli stradali, gli short track e Fort Worth. Il tutto mentre Steve Phelps promette già l’ennesimo audace calendario per il 2024.

Martedì è anche il giorno della fine delle indagini sul comportamento di Cole Custer all’ultimo giro sul Roval e la penalità è severa: 50 punti e 100’000$ per il pilota, 50 punti per il team, 100’000$ e sospensione indefinita per il crew chief Mike Shiplett. Una penalità che sul momento sembra esagerata, ma evidentemente i fantasmi dello Spingate del 2013 sono ancora vivi e c’è bisogno ancora di mano ferma.

Nel corso dei minuti seguenti la NASCAR spiega anche il motivo della penalità: secondo le comunicazioni radio acquisite Shiplett ha detto a Custer che aveva una foratura e quindi doveva rallentare. Una foratura che, secondo la NASCAR, dalla sua posizione e dai discorsi precedenti, il crew chief non poteva sapere e nemmeno vedere. Quindi una invenzione per far andare più piano Cole che aveva Briscoe poco più indietro e in lotta per l’ultimo posto al “Round of 8”.

La penalità però pone più dubbi che certezze. Il primo, ma lo si sapeva fin da subito, è il fatto che Briscoe non sia stato penalizzato fa storcere la bocca a molti. Sì, le due posizioni guadagnate grazie all’inchiodata di Custer sono state ininfluenti ai fini dei playoff (Chase anziché finire a +2 su Larson sarebbe stato a +0), ma con questa decisione (giusta in sé nel punire il fatto di aver manipolato la corsa) si penalizzano solo gli effetti pratici – dunque solo Custer – e non l’intenzione in sé. Giusto o sbagliato, nel dettaglio o in generale, è comunque un tema di discussione.

Poi a creare polemiche è anche il fatto di aver deciso ora e non ad esempio il fatto che a Martinsville nel 2020 Erik Jones la passò liscia anche se gli fu esplicitamente detto di non passare un Hamlin che stava lottando punto a punto con Harvick e Keselowski per non essere eliminato dai playoff, ma anche Chase Elliott a Bristol l’anno scorso che, arrabbiato con lo stesso Harvick per un contatto, da doppiato lo ostacolò Kevin senza esagerare favorendo così il compagno di squadra Larson.

La risposta per questo ultimo caso è semplice: Elliott “fece di testa sua” senza indicazioni del team per favorire esplicitamente Larson. Ben più grave invece il confronto con quello di Martinsville dato che la situazione è molto paragonabile in materia di gara manipolata. La risposta della NASCAR non è convincente dato che volendo anche allora c’erano le prove radio di quanto detto a Jones.

Lo stesso Elliott è nell’occhio di un piccolo ciclone in quanto in molti nel post gara di Charlotte avevano notato la leggera spinta rifilata ad una telecamera della NBC che lo stava inquadrando mentre parlava con Byron subito dopo la corsa, evidentemente inconsapevole di essere in diretta.

In molti si stupiscono per la mancanza di una multa (anche leggera) comminata a Chase per il gesto – e parecchi tornano alla carica parlando di Elliott protetto dalla NASCAR per la sua popolarità – poi nel corso del weekend di Las Vegas ci sono altre incongruenze, con il pilota della #9 che dice di non aver ricevuto alcuna chiamata dalla NASCAR pur giudicando, rivedendolo, il gesto come “poco saggio” e che “aveva chiesto al cameraman di non avvicinarsi troppo” (frase strana), poi la NASCAR stessa comunica di aver parlato con l’Hendrick Motorsports ma non con Chase. Quindi un altro caso grigio anche se non con ripercussioni gravi.

Lo Stewart-Haas Racing, ancora una volta nell’occhio del ciclone, si trova così ad affrontare due casi con i commissari (con la NASCAR che in settimana che modifica il regolamento sportivo per garantirsi un diritto alla difesa più equa in appello dopo aver perso nel solo ultimo mese i ricorsi presentati da Clements e Byron). Un Tony Stewart molto arrabbiato è costretto a rinunciare all’appello sulla penalità comminata la scorsa settimana ad Harvick (baule irregolare) ma in un comunicato riafferma l’integrità morale del team annunciando battaglia.

È sempre mercoledì sera quando Alex Bowman comunica di non essere ancora fisicamente al meglio e di voler saltare direttamente tutte e tre le gare del “Round of 8” lasciando però uno spiragli aperto in vista di Phoenix. A sostituirlo ancora Noah Gragson e con Ty Gibbs sulla #23 al posto di Kurt Busch e AJ Allmendinger destinato a prendere a sua volta il posto di Gragson sulla #16 del Kaulig Racing, gli incidenti e gli infortuni “dovuti” alla Next Gen rischiano di avere una ricaduta anche nella lotta per il titolo della Xfinity Series.

Poi finalmente torna la calma, da notare solo l’annuncio che martedì lo Spire Motorsports martedì annuncerà i suoi piloti per il 2023 e che il prossimo anno il nuovo crew chief di Alex Bowman sulla #48 al posto di Greg Ives (che ha deciso di ritirarsi dal ruolo) sarà Blake Harris, attuale capo del muretto di McDowell, l’ennesima decisione della Dodge riguardo ad un non ritorno in NASCAR per il momento ed il primo incontro fra NASCAR e piloti riguardo alla sicurezza con niente di rilevante che emerge se non che la NASCAR stessa è tornata a comunicare in modo efficace con tutti, anche sul progetto Le Mans che aveva provocato malumori in casa Toyota all’annuncio.

Tutti si calmano perché si sta pensando già alla conferenza stampa di Busch di sabato mattina. Tutti sperano che non sia quella decisione e invece un commosso Kurt, sulla pista di casa, annuncia che non è ancora al 100% fisicamente specialmente con la vista e che l’ultimo 5% nel recupero è il più difficile. Di fronte a questo Kurt ha preso la durissima decisione di ritirarsi a 44 anni dall’attività a tempo pieno lasciando però la porta aperta a gare one off qualora ricevesse l’ok da parte dei medici.

Contestuale è anche l’annuncio dell’effettivo accordo fra RCR e 23XI sul passaggio di Reddick sulla #45 con un anno di anticipo rispetto al previsto. Questo risolve quasi totalmente il mercato invernale, per i piloti e per i charter, lasciando solo poche questioni in sospeso.

Con l’amaro in bocca per una carriera che si concluderà o quasi in maniera troppo brusca e decisamente ingiusta gli umori tornano in assetto gara, nella speranza ancora una volta di un giusto bilanciamento fra emozioni e competitività. E per questo parola di nuovo a Simone Longo.

– Gabriele Dri

La gara

In qualifica Reddick prosegue il suo periodo di forma smagliante post eliminazione e conquista la pole position per mezzo decimo su Cindric. Le auto del Team Penske mostrano già di avere potenziale e si qualificano 2^ (Cindric), 4^ (Blaney) e 5^ (Logano), intervallate dal solo Byron (3°). Colui che è messo peggio tra i piloti playoff è Denny Hamlin: 31° allo start e autore poi di una gran rimonta in gara. Le tre stage sono meno equilibrate del solito, con 80-85-102 giri e una finestra di carburante intorno ai 63 giri. Il 10% di possibilità di pioggia svanisce e si può partire secondo i piani. Green flag in Nevada.

Il layout dell’ovale di Las Vegas permette ai piloti di rimanere in doppia corsia per due giri abbondanti, al termine dei quali Byron e Logano, entrambi interni nelle loro rispettive coppie, riescono a compiere il sorpasso-difesa in cui erano impegnati. A Reddick va altrettanto bene e alla quarta tornata difende la sua leadership mettendosi dietro Cindric. Ogni punto conta e lo schieramento pare essere fin da subito agguerrito: Kyle Busch, Chastain e Buescher sono artefici del primo three-wide di giornata, mentre Truex poco più indietro è il primo a baciare il muro, in un generale lamento di sottosterzo.

Chi pare non avere problemi invece è Hamlin. Denny sta rimontando velocemente (sei posizioni in dieci giri) e ora può puntare e superare Chase Briscoe, consegnandogli il testimone assegnato all’ultimo pilota playoff in gara. È da crisi la prima parte di gara per il pilota della #14: tanti rischi di sprofondare nelle retrovie, un passo gara da fondo della top 30 e il rischio reale di venire doppiati. Al 30° giro è 28° a 21″ dal leader Reddick e alla radio comunica di sentirsi particolarmente lento sul dritto tanto che sospetta un problema di motore.

Per Briscoe ci sarà tempo di riparlarne dopo, ora si torna a concentrarsi sul fronte gruppo dove si riaccende il duello per il primo posto. Cindric non ha mai lasciato scappare Reddick e negli ultimi giri ha colmato sempre più il gap. -0.5″ al 31° giro, -0.3″ al 32° e attacco sferrato al 34°: Austin va all’interno di curva 1 e ci rimane fino a curva 3. Tyler deve cedere il passo e Cindric è il nuovo leader proprio mentre cominciano i primi pit stop sotto bandiera verde.

Mentre Reddick perde già posizioni con una velocità preoccupante, Suarez apre le danze ed è il primo a pittare al giro 37. Al 38°/39° entrano Busch, Truex, Wallace, Reddick, Logano, Byron, Larson, Austin Dillon, Harvick, Jones e Burton mentre alla 40^ tornata è il turno di Keselowski, Chastain, Hamlin, McDowell e Blaney. Quest’ultimo stalla per un istante alla ripartenza dalla sua piazzola temendo una ruota mal fissata, ma anticipa di un giro la sosta del leader Cindric. La mossa ripaga e, nonostante tutto, Ryan Blaney sorpassa il compagno di squadra.

L’undercut ripaga non solo con la #12: Suarez e Wallace (tra i primi entrati) si ritrovano davanti a tutti, lottano e si spartiscono la leadership fino alla momentanea supremazia del messicano. Blaney intanto è finito 6°, Cindric 8°, mentre Logano è rimasto terzo e si candida ora come inseguitore per eccellenza. Joey riprende 1″ su Bubba grazie all’aiuto della #7 doppiata di LaJoie che si pianta davanti alla #45 e la coppia torna all’inseguimento di Suarez. Al 57° giro Wallace è il primo a raggiungerlo e passarlo. Logano fa altrettanto al giro 62. Bubba torna dunque al comando e lo fa con la stessa vettura con cui vinse in Kansas.

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Wallace inizialmente guadagna terreno, doppia il precipitato Briscoe e ha un vantaggio di 0.5″ su Logano a -10 da fine stage, eppure improvvisamente comincia di nuovo a perdere. Solo +0.250″ ai -7 e per un istante il suo destino sembra segnato. A salvarlo giunge una caution improvvisa, la prima di serata. Kyle Busch finisce in testacoda in uscita di curva 4, la #18 arriva nell’infield e prosegue la sua scampagnata lontano dai muri. Kyle è bravo a non subire troppi danni e in fin dei conti, l’unica cosa su cui può recriminare è la 6^ posizione persa.

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Finisce così la prima stage. Wallace impedisce ai playoff driver di guadagnare eccessivo vantaggio e si porta a casa 10 punti. Così la classifica a suo seguito: Logano, Suarez, Bell, Blaney, Cindric, Larson, Truex Jr., Reddick e Byron. Quattro piloti playoff sono qui, gli altri si trovano 11° (Chastain), 15° (un Hamlin in continua rimonta), 19° (Elliott in una serata decisamente opaca) e 25° (Briscoe salvato dal lucky dog e per il quale in questo momento svolta la serata).

Box per tutti, Bubba mantiene la leadership, Chastain guadagna sei posizioni rientrando in top 5, mentre Bell rimbalza all’indietro finendo decimo in una posizione che si rivelerà sfortunata. Si può ripartire. Inizia la seconda stage al giro 85. Wallace viene superato da Suarez sul rettilineo opposto, la #99 è spinta dalla #1 del compagno di squadra permettendogli così di balzare in testa alla corsa. L’1-2 di Trackhouse erige la squadra come pericolosa per la vittoria, seconda ai soli Penske per quanto visto fino ad ora.

Poco dietro si sviluppa una bella lotta e sei vetture finiscono a formare un doppio three-wide che vede solo grandi nomi al suo interno: Blaney ha la meglio su Harvick e Truex nel primo, Larson su Bell e Byron nello secondo. Nel mentre, poco più avanti, Logano raggiunge e sorpassa Wallace al giro 89, Chastain si ricongiunge con il compagno di squadra senza riuscire nella zampata, pare perdere qualche decimo e rimbalzare indietro, ma tali pensieri vengono improvvisamente interrotti. C’è infatti un violento incidente sul traguardo.

Siamo al giro 94 e le telecamere fanno appena in tempo a staccare su ciò che sta accadendo: Larson e Wallace sono ruota a ruota in curva 4, Kyle si allarga sempre più non lasciando scampo alla #45 che finisce a muro rimbalzando e innescando un effetto flipper, la #5 subisce la botta venendo spinta a centro pista verso l’infield. La vettura di Bubba, in discesa, torna in pista acquistando sempre più velocità e diventando praticamente un proiettile.

Proiettile che potrebbe avere come bersaglio proprio lo stesso Larson. La #5 viene investita e girata, risale il banking in testacoda e finirebbe a muro con il retrotreno se non colpisse la #20 che stava arrivando e rimbalza nuovamente contro il muro seguita dalla #45, terminando la sua corsa a fine prato. I due piloti fortunatamente appaiono subito senza problemi, Bubba scende addirittura in fretta dalla macchina e si incammina in centro pista verso Kyle. Vorrà sicuramente sincerarsi delle condizioni altrui, o almeno è quello che si pensa.

La camminata dura 48″ (durante i quali in molti stavano già capendo cosa stava per accadere), Bubba si fa decine di metri letteralmente in mezzo alla pista durante il regime di bandiera gialla, è seguito dal truck che dovrebbe scortarlo nel garage e ha le prime vetture che compaiono alle sue spalle dopo aver percorso un giro. Tralasciando la pericolosità di tale scelta, è ciò che accade quando Wallace raggiunge la #5 accidentata e un Larson un po’ scosso che attira tutta l’attenzione. Kyle vede Bubba, Wallace allarga le braccia in segno di disappunto, getta per terra il casco e carica Kyle.

Il pubblico implode sulle tribune e si gode i numerosi spintoni che nessuno dei commissari tenta di fermare. Nonostante ciò lo scontro non degenera: Bubba si limita a qualche spinta violenta e a parole sicuramente poco gentili, Larson sceglie di rimanere passivo, subendo e cercando di allontanare il collega senza violenza. L’escalation che tutti forse si aspettano non arriva e, non vedendo reazioni, Bubba decide di non perdere altro tempo e allontanarsi a piedi verso il garage (sopraggiungono solo a questo punto sopraggiungono i marshall che tentano di fargli rispettare la procedura di sicurezza senza riuscirci).

I temi di cui parlare sono molteplici e i social di tutto il mondo sono pieni di materiale a riguardo. Il più importante ha a che fare con il pre rissa: Wallace ha o meno colpito intenzionalmente Larson? Episodi simili ne sono già accaduti in passato ma questa volta viene richiesta a voce quasi unanime una reazione nei confronti di Bubba. Il pilota del 23XI Racing si è difeso dando la colpa allo sterzo bloccato della sua vettura. Pur non avendone la certezza, gli indizi sul fatto che l’azione sia stata compiuta di proposito arrivano già dal post incidente: Bubba era su tutte le furie e si è scaraventato contro Larson con violenza fisica oltre che verbale.

La rabbia mostrata (e che raramente si era vista da parte di Bubba) sottolinea la gravità con cui il pilota dell’Alabama abbia vissuto il tutto. La manovra è da considerarsi sconsiderata anche guardando al periodo storico che la NASCAR sta passando: il tema della sicurezza è e sarà fondamentale nei prossimi mesi, i numerosi infortuni hanno obbligato l’associazione americana a decidere cosa fare di queste Next Gen. Ci si guarderà in faccia tra team e piloti e si opterà per una qualche modifica.

Bubba compie questo gesto a distanza di pochi giorni dal ritiro annunciato di Kurt Busch, suo compagno di squadra e pilota affidato alla vettura che lo stesso Wallace guidava ieri, a casa da qualche mese per una commozione celebrale. Il rischio corso ieri da Larson, visto l’angolo di impatto che stava per avvenire se non ci fosse stato il contatto con Bell, e non solo è un rischio che al momento nessuno si può permettere.

Il secondo tema, sempre legato alla sicurezza, riguarda la gita di Bubba quasi in mezzo alla pista e la palese disobbedienza nei confronti di ordini diretti dagli ufficiali di pista. Tutti noi appassionati di motorsport conosciamo bene i rischi che si corrono in questi momenti e, personalmente, ogni persona in pista deve rispettare un protocollo in qualsiasi istante nell’arco dell’intera gara. Se la decisione è quella di sottrarsi a questo protocollo bisogna intervenire subito e tornare a farlo rispettare, anche con penalità pesanti.

A Bubba non sarà di certo tornata in testa nemmeno l’immagine dell’incidente mortale di Dan Wheldon, penultima vittima della IndyCar in quel tragico 16 ottobre di esattamente 11 anni fa proprio su questa pista di Las Vegas in curva 2.

Da sottolineare anche le dichiarazioni di entrambi: Larson che ha parzialmente perdonato Wallace per la vendetta, prendendosi una parte di colpa sulla prima spinta a muro (mantenendo il suo comportamento passivo), e Bubba che, dopo le parole spese sullo sterzo, ha incolpato Kyle dicendo che “sapeva che ciò che aveva fatto era sbagliato” (mantenendo il suo comportamento aggressivo). Wallace non mostra alcun tipo di rimorso nemmeno davanti al ritiro di Bell, suo compagno in Toyota che perde così punti pesanti nei playoff in cui è ancora in lotta, definendo la questione come “[questo è lo]”sport.”

Un episodio del genere avrebbe meritato un articolo a parte per la quantità di supposizioni che si sarebbero potute fare a riguardo ma la pausa in gara è durata poco e così è anche per il nostro articolo: si torna al recap della corsa. Mentre tutti approfittano della gialla e vanno a cambiare gomme, con Hamlin (al culmine della sua rimonta) che è pronto a lanciare la ripartenza, va citato lo sfortunatissimo Bell; attore non protagonista del precedente incidente che viene costretto al ritiro. Il passo falso in chiave playoff è lapidario.

Mentre Christopher rientra nel garage sventola la bandiera verde, cinque secondi di gara e altra caution: la #47 di Stenhouse è finita in testacoda girata da Briscoe. Il lato del testacoda fortunatamente è quello “buono”, Ricky finisce solo nell’erba e porta ai box una vettura senza danni. Si può ripartire.

La ripartenza buona arriva al giro 108, Suarez è spinto dal compagno e riesce a riprendersi il primo posto. Questa volta Ross non rimane passivo e attacca subito, la #1 è al comando e si porta dietro Suarez e un Blaney in gran forma. A metà stage la #99 cede e Blaney può passare indisturbato. La situazione dopo la prima parte di gara vede Chastain al comando con 0.3″ su Blaney in costante avvicinamento.

Ai -35 il gap è colmato, Blaney tenta un primo attacco e riesce anche lui ad aggiungere il suo nome alla lista dei leader di giornata. Chastain risponde e si riprende la posizione, ma Ryan è bravo a mantenere la linea esterna, concludendo definitivamente il sorpasso dopo due giri di duello. Logano approfitta della situazione e guadagna 1″ in breve tempo, passa Chastain e trasforma l’1-2 Trackhouse in 1-2 Penske.

Dietro ai primi il gruppo è tutt’altro che spento: i due idoli di casa Busch e Gragson (che sta guidando la vettura con cui Bowman vinse qui in primavera) rischiano grosso toccandosi ma senza effetti collaterali. Poco dopo è il turno di Ty Gibbs e Austin Dillon, con il primo che, durante la manovra di sorpasso per la 18^ posizione, pare troppo aggressivo nei confronti del pilota della #3 che ha prontamente risposto con una bella sportellata. Si giunge ai -20 con la situazione che, quantomeno davanti, si è stabilizzata. Blaney è rimasto primo e conduce con 1.3″ su Logano e 4.4″ su Chastain.

Non accade nulla di degno di nota se non il rientro in top 10 di Kyle Busch dopo il testacoda precedente e la lotta tra Chastain (ripassato dal compagno) e Hamlin per la terza posizione e un punto in più in ottica playoff. Blaney vince dunque la stage 2 ed è la sua 8^ vittoria parziale in stagione. Anche oggi i suoi numerosi fan si illudono di un suo possibile colpaccio. Dietro la #12 troviamo in ordine Logano, Suarez, Chastain, Hamlin, Byron, Harvick, Truex, Cindric e Busch. Briscoe nel mentre ha recuperato qualche posizione ed è 19°, Elliott invece sprofonda in 23^.

Con le prestazioni così serrate la lotta in pit lane è feroce. Logano e Chastain rischiano di toccarsi, la #22 esce per prima, Hamlin guadagnando tre posizioni è secondo, Blaney terzo. Suarez rovina la sua gara con una doppia sosta per gomma mal fissata, Gibbs invece prende penalità per speeding e riparte dal fondo. Si torna green ai -96. Logano resiste bene in testa a tutti, Blaney va three-wide con Hamlin e Chastain per tornare 2°; la lotta tra i protagonisti dei playoff è infuocata.

A ridosso della top 10 è Kyle Busch a rendersi nuovamente protagonista, per ben due volte. Comincia con il tocco a Reddick durante una difesa decisamente aggressiva e conclude con un bump poco amichevole nei confronti di Briscoe, reo di avergli tagliato la strada durante un sorpasso. Chase non viene preso di mira da Kyle e può proseguire il suo rimontone: Briscoe era ad un passo dal naufragare tra i doppiati, mentre ora può giocarsi la top 10 e forse anche qualcosa di meglio.

Bandiera gialla improvvisa a -73 giri. Il doppiato J.J. Yeley finisce in testacoda per una foratura della posteriore sinistra. Il momento della caution è giusto un pelo in anticipo: i team entrano ai box per rabboccare ma il pessimismo di non arrivare in fondo con la benzina è diffuso in maniera generale. Vince il premio come miglior pit di serata la crew della #1 di Chastain: la sosta è velocissima e Ross viene spedito fuori davanti a tutti.

Green ai -68. Chastain parte bene e ha tempo per allungare su Almirola che si vede per la prima volta, Logano deve rimediare al -8 dei box (il muretto ha provato a fare il pieno fino all’orlo) e lo fa bene, Blaney è ripartito accanto al compagno ma si ritrova impegnato con Byron in un duello per la sesta posizione, William è davanti ma è anche più lento e i due perdono diverso tempo dal leader. In mezzo ci sono i soliti Busch e Hamlin, con l’aggiunta di Jones e Briscoe (9°). Il duo Penske si riforma e può impostare la risalita interrotta momentaneamente ma anche pericolosamente dal solo Busch.

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Ai -50 la coppia è tornata a toccare la top 5, i due sono rispettivamente 3° e 4°. Il loro compagno, invece, è bloccato ai box: Cindric ha toccato il muro in curva 2 causando una foratura e un’ammaccatura che gli ha compromesso la gara. Briscoe continua a risalire e sorpassa Byron che è anche un importante rivale nei playoff, conquistando così l’8^ posizione.

Almirola fa capire di non essere finito lì per caso e comincia a ridurre il gap da Chastain, il quale probabilmente sta cercando di risparmiare carburante, passando da +1.8″ a +0.8″. Aric non riesce ad attaccare e si ritrova il duo Penske alle calcagna. Logano e Blaney sono entrambi più veloci, lo superano e si lanciano ad inseguire Ross. Il sorpasso sembra ormai scontato, se non fosse che un altro scossone si abbatte sulla gara.

Blaney perde la vettura in curva 2, si schianta a muro tre volte, prima sull’esterno doppiamente e poi contro l’interno. La dinamica del botto è strana e si pensa che si possa essere rotto qualcosa come la sospensione per causare una simile perdita di controllo. Ryan sta bene, ma probabilmente la migliore auto del giorno subisce gravi danni e finirà per perdere molti giri per le riparazioni ai box. La quantità di punti che Blaney ha ricavato dalle stage impedisce di considerare la giornata un disastro totale, eppure l’amaro in bocca per quella che sembrava la giornata di Ryan è tantissimo. Il cammino verso Phoenix si complica.

Ciò che non si complica, invece, è la questione carburante. Tutti i team possono tirare un sospiro di sollievo, si rientra a rabboccare ora e si evitano problemi di ogni sorta. Ai box la griglia viene ribaltata: Haley si ritrova davanti a tutti grazie alla strategia (cambio di solo due gomme) ed è un nuovo leader odierno, Chastain e Almirola rimangono dove erano, Ty Dillon compare 4°, Briscoe è addirittura 6° seppur sia stato ripassato da Byron 5°, per Logano stavolta la sosta è disastrosamente lenta e Joey finisce 9° davanti a Suarez e Hamlin.

Perdiamo anche Busch tra i protagonisti, la #18 uscendo dai box fuma vistosamente e dopo metà giro percorso si scopre il perché: la Toyota e la gomma anteriore sinistra prendono direzioni diverse. “And the crowd goes wild” come si dice in questi casi. Per qualche meccanico della pit crew #18 il 2022 potrebbe essere finito qua.

Verde ai -35. Un contatto tra Jones e Reddick (7° e 8°) rallenta tutta la corsia esterna. Ne approfittano Briscoe, Suarez e Chastain in ordine all’inseguimento di Haley. Alla lotta prendono poi parte anche Byron e per ultimo il più veloce del momento Reddick. Tyler sorpassa Byron, Chastain e anche Suarez. È proprio con quest’ultimo che c’è il contatto.

Tyler attacca all’interno di curva 3 e si alza in percorrenza di curva in una maniera molto simile a quanto fatto da Larson una stage fa, Suarez finisce di conseguenza loose ancora prima del leggero tocco che difatti avviene un istante dopo, Daniel perde il controllo in uscita di curva 4 e finisce nell’infield. Le strategie entrano realmente in gioco qui. Scelgono di rientrare Logano, Almirola, Austin Dillon, Keselowski, Busch, Gibbs, Buescher, Custer, McDowell ed Elliott.

Si ripartirà ai -22 con Logano, primo dei piloti fermatisi, al 13° posto. Bandiera verde, Haley-Briscoe e Reddick-Chastain sono le due coppie di testa. Mentre i primi due sono side-by-side la coppia dietro subisce un attacco sfrontato: Harvick si lancia sulla vettura di Reddick che non finisce in testacoda per miracolo. Lo scossone fa rimbalzare Byron e si vengono a formare diversi four-wide. In curva 3 Briscoe mette il muso davanti ed è pronto a concludere il giro come leader.

Per un attimo ci si immagina Briscoe alla final four e a qualcuno vengono i brividi solo a pensarci. La visione si dissolve con la bandiera gialla prontamente esposta per un nuovo testacoda. Landon Cassill si gira improvvisamente, il replay mostra la fuoriuscita di fumo appena antecedente allo sbandare della #77, sintomo di una possibile foratura dovuta probabilmente a qualche detrito e invece il destino è beffardo per Landon: un detrito gli ha bucato il radiatore facendo perdere fluidi. Ritiro per lui.

Ai box entrano solo Byron e LaJoie per una mossa che sembra disperata. Siamo pronti per il gran finale a 16 giri dal traguardo. La ripartenza è tiratissima: Briscoe e Haley lottano testa a testa metro dopo metro. Chastain con una run fenomenale li passa entrambi sul rettilineo opposto e si riprende di nuovo la prima posizione, Truex chiude il diamante. Alle loro spalle si avventa Logano che vola con gomme nuove: ai -15 si infila in uno spazio strettissimo per passare Truex senza perdere tempo.

-14: Briscoe blocca Logano alla grande e approfitta della spinta per passare Haley. Joey impiega una curva per riguadagnare velocità e passare la #31. Briscoe non è un bersaglio facile e Logano ci impiega ben quattro tornate per sorpassarlo all’interno di curva 3. Nove giri, 9 decimi. Joey deve recuperare 0.1″ a giro e può farcela.

La #22 vola e Joey è un martello perfetto. Ci impiega tre giri, raggiunge Chastain e opta per attaccarlo subito. Tenta una prima entrata all’interno sotto il traguardo ma viene ben bloccato da Ross. Ci riprova in curva 1 all’esterno, Chastain si allarga e tira un altro blocco. In curva 3 è il turno di centro pista ma l’entrata è sbagliata e la #22 sfiora il muro con un grandissimo rischio. Una tornata di pausa. Curva 4 ai -5, Joey va sullo sporco sotto la linea bianca ma Ross lo blocca anche lì. Difesa magistrale per il pilota Trackhouse.

Le due vetture rimangono attaccate per curva 1 e 2 del quartultimo giro, la regia stacca con una decisione sul momento incomprensibile sulla lotta per il 3° posto tra Briscoe e Busch (il secondo con gomma nuova). Quando ci si accorge che davanti si stanno giocando la vittoria ecco che tornano le immagini e si capisce di più: pur essendo in lotta, Briscoe e Busch stanno raggiungendo la coppia di testa! Logano però è finalmente riuscito ad appaiarsi in curva 4. La #1 non molla un metro ed entrambi percorrono tutto il rettilineo e curva 1 in coppia.

L’interno di Logano gli permette di effettuare uno slide-job perfetto: la vettura del Team Penske si piazza con precisione millimetrica davanti a Chastain. Ross resiste un rettilineo ma si vede subito che non può fare più nulla, durante la curva successiva perde la scia e la#22 sparisce dal tiro. Si corrono ancora due giri ma la gara finisce qui. Joey Logano vince la “seconda gara più importante dell’anno” a Las Vegas.

Amaro in bocca per Chastain che manda praticamente a muro Busch all’ultima curva pur di non perdere un punto. A completamento della top 10 abbiamo Briscoe 4°, Hamlin, Reddick, Truex, Jones, Allmendinger e Austin Dillon. Sospinto dall’inevitabilità della matematica, Logano rispetta il postulato e i vari assiomi che lo riguardano: è un anno pari ed è giunto alla final four (cinque su cinque), ha conquistato la prima delle tre gare nel Round of 8 (come successo nel 2018 dopo il duello con Truex a Martinsville e nel 2020 quando in Kansas si difese da Harvick) e l’ha fatto come sempre con una livrea sponsorizzata “Pennzoil”.

I risultati odierni compattano la classifica playoff e sopra la cutline troviamo ancora i quattro grandi favoriti per il titolo. Le prestazioni di oggi sono analizzabili fino ad un certo punto: per Chastain è stata questione di poche centinaia di metri, Blaney ritrovandosi di nuovo una macchina così può tranquillamente arrivare al gran finale, Briscoe e Hamlin hanno entrambi compiuto due rimonte e sono più vivi che mai considerando il prossimo tracciato su cui correranno, Byron non ha mai tracolli, Elliott ha scialacquato il suo vantaggio e Bell si ritrova nella stessa situazione del precedente turno. Con Miami e Martinsville alle porte, fare pronostici non è diventato più facile. E per tutti i fan non può che esserci auspicio migliore.

I risultati odierni

La classifica della “South Point 400”

La classifica generale

Questa la griglia playoff dopo la prima gara del “Round of 8”

NASCAR Cup Series classifica dopo Las Vegas 2022

La classifica completa

Le altre categorie

Xfinity Series, Las Vegas: Josh Berry torna vincitore in una gara “senza caution”

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend la NASCAR darà il bentornato all’ovale di Miami-Homestead nei playoff, seppur non come gran finale di stagione. Per l’occasione in pista ci saranno tutte e tre le categorie. Doppio impegno sabato: la Truck Series alle 19:00 deciderà chi saranno i quattro finalisti, alle 22:30 la Xfinity Series vedrà la gara centrale del Round of 8. Stesso format, ma domenica alle 20:30, per la Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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