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NASCAR | Cup Series, Las Vegas #2 2025: un Hamlin fenomenale sbanca e vola a Phoenix!

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 14 Ottobre 2025 - 22:30
Tempo di lettura: 16 minuti
NASCAR | Cup Series, Las Vegas #2 2025: un Hamlin fenomenale sbanca e vola a Phoenix!
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Denny Hamlin è in forma straordinaria, batte Larson e Briscoe nello sprint finale e si garantisce il primo biglietto per la Championship 4


La paura fa sessanta, non novanta. Uno scatenato – nel finale – Denny Hamlin si regala a Las Vegas la 60esima vittoria in carriera in NASCAR Cup Series, un numero impressionante per un pilota che non ha mai vinto il titolo ma che ora avrà un’altra occasione per conquistarlo fra tre settimane a Phoenix. Il pilota del Joe Gibbs Racing è stato salvato dalla caution per l’incidente violento di Byron con Ty Dillon, altrimenti dovremmo raccontare ancora del team #11 che si è perso nel momento decisivo a causa di una sosta lenta. Invece Hamlin ci ha messo molto del suo in un clamoroso sprint finale.

La gara

La NASCAR Cup Series arriva a Las Vegas ancora con la paura che Joey Logano faccia uno dei suoi scherzetti (già successo quattro volte nella storia) all’apertura del Round of 8, anche perché la #22 parte staccata da quota -24 e quindi il ribaltone sarebbe davvero rumoroso.

Il programma per le 38 auto iscritte (presenti la #44 di Yeley e la #78 di Legge) inizia al sabato in una giornata molto ventosa in cui le raffiche (anche fino a 50 km/h) spirano a favore sul rettilineo opposto rendono poco governabili le vetture in curva3.

Nelle libere il miglior tempo è di Gibbs (29.714″) davanti a Byron (il vero dominatore sul passo gara, dai cinque ai 30 giri), Elliott, Hamlin, Wallace, Reddick, Briscoe, Chastain (che però bacia il muro in curva3), Larson e Bell; male Penske con Blaney 17° e Logano addirittura 28°.

In qualifica la situazione è molto a blocchi: tre vetture Joe Gibbs Racing davanti a tre Hendrick, pole per Hamlin (29.213″) davanti a Briscoe (ennesima prima fila #11-#19) e Bell, poi Elliott, Byron e Larson. A seguire la coppia 23XI di Wallace e Reddick, dunque un Logano in ripresa e Gibbs, Blaney invece 14° dietro anche a van Gisbergen.

Dopo aver retrocesso in fondo alla griglia il solo Chastain a causa delle riparazioni alla fiancata (non entrerà quasi mai in corsa), la corsa da 267 giri (80+85+102) e 400 miglia può avere inizio in un orario inedito che farà terminare la gara al limitare del tramonto del Nevada.

Alla bandiera verde Hamlin dall’interno rimane al comando in curva1, Briscoe gli si mette subito in scia e con l’attacco in curva3 si porta al comando mentre dietro di loro l’unico altro movimento è il sorpasso di Reddick su Larson. Hamlin spiega subito il motivo del sorpasso subito: in uscita di curva2 non è riuscito a cambiare bene da quarta a quinta marcia. Blaney cerca la rimonta guadagnando due posizioni su Buescher e van Gisbergen, tuttavia dopo un paio di giri Chris lo ripassa.

L’inizio di gara è incerto e vede molti attacchi mancati o riusciti appunto perché non sono stati completati da altri: di slancio Bell ci prova pure lui su Hamlin in curva1 al secondo giro, ma non passa e così da dietro Elliott prima e poi Byron lo aggirano. William prova a mettere in mostra il suo passo gara e attacca Chase, tuttavia la #9 chiude letteralmente la porta verso curva3. Qui si capisce che dal Round of 12 al Round of 8 non ci sono più nemmeno compagni di squadra, ognuno pensa per sé.

Il primo pilota a cedere terreno è Wallace che, con un po’ di sovrasterzo, al decimo giro lascia la posizione a Logano che, invece, ha un po’ di sottosterzo alla corda. Davanti intanto doppia coppia con Briscoe ed Hamlin che seguono già traiettorie diverse. Quando Denny sembra averne per il contrattacco, ecco che invece rimbalza e dopo 20 giri scavalla il secondo di ritardo. Larson cerca di seguire Reddick il quale mette già in pratica la traiettoria che viaggia a pochi centimetri dal muro. Blaney ripassa Buescher e la top10 non è troppo lontana, due posizioni (Bowman e Gibbs) e circa 1″.

Ad aiutare Ryan ci pensa anche Wallace che, pur seguendo la traiettoria del compagno di squadra, viene infilato da Bowman in curva3-4. Byron, invece, ci mette ben 22 giri per passare il compagno di squadra Elliott, proprio mentre Legge (che in apertura aveva toccato leggermente il muro in curva2) apre il giro dei doppiaggi.

Wallace di colpo in appena cinque passaggi viene superato anche da Gibbs e Blaney che, tuttavia, lamenta mancanza di grip sulla corsa centrale. Sorte analoga per Bell che con il suo -2 apre la porta a Reddick ed Elliott. Intanto Briscoe è andato in fuga ed al 30° giro ha ben 3.3″ di margine su Byron che ha appena infilato Hamlin che sente la vettura al limite dello scivolamento. A seguire in classifica Denny (+4.3″) ci sono Elliott (+4.7″), Reddick (+5.3″), Larson (+5.7″), Bell (+6.9″), Logano (+8.5″), Bowman (+9.3″), Gibbs (+11.2″) e Blaney (+11.4″).

Metà stage sarebbe al giro 40, ma già al 32 (anzi, al 31 con un Ty Dillon in difficoltà fin dal via) Reddick prende la via dei box con Suárez per il primo giro di soste. E quindi tutti i big lo seguono in sequenza: Larson, Bowman e Logano al 33, Byron ed Hamlin al 34 con anche Elliott (leggermente lungo nello stallo), Bell e Blaney. Manca in sintesi il solo Briscoe, ma dura solo fino al 35 con Buescher. Pochi gli audaci come Hocevar che prende il comando davanti a McDowell (poi penalità per ingresso irregolare in pit lane), Nemechek, Keselowski, Haley (dunque tutto il team Spire) e Gilliland. In loro aiuto non arriverà la caution.

C’è attenzione per la nuova classifica e il nuovo leader (virtuale, poi effettivo dal giro 41) è Byron (che aveva rischiato grosso quando Gilliland è entrato ai box, da notare questo fatto per il finale di corsa) a precedere di 0.8″ Reddick e di 2″ Larson, Briscoe è sceso al quarto posto a causa di una sosta molto brutta da 13.6″ per un rallentamento alla posteriore sinistra, a seguire Hamlin, Elliott, Bell, Bowman, Wallace, Logano, Gibbs e Blaney.

La coppia Byron (in testa ad una corsa per la prima volta in questi playoff)-Reddick scappa via, Larson infatti pian piano scivola più distante e deve guardarsi alle spalle da un Briscoe che vuole recuperare quanto perduto. Dopo qualche giro, William inizia a respirare mettendo qualche metro su Tyler e la situazione si stabilizza come posizioni.

La classifica si smuove ai -24 quando si accende Elliott che, in un paio di giri, supera Hamlin, infila di slancio Briscoe (che scivola largo in curva2) e riprende Larson. E così, il trio Hendrick si è messo integralmente davanti a quello JGR ribaltando la qualifica; sempre “in fondo” la coppia Penske. Chase ci prova nel traffico, infatti davanti a lui e Larson ci sono in battaglia e doppiati Herbst ed il solito Busch, ma alla fine si deve riaccodare.

Le lotte proseguono: mentre Logano cerca di difendersi da Gibbs per conservare un punticino, Hamlin si fa vedere all’interno di Briscoe che sta cedendo sulla distanza, ma si riaccoda. Arriva allora Bell che di slancio infila Denny in curva1, ma a scombinare le carte ci pensa proprio Busch che, senza motivo, chiude la porta in faccia alla #11 che nelle turbolenze aerodinamiche perde il muso, scivola largo e quasi travolge lo stesso Bell.

Siamo allo sprint finale con Byron al comando con ben 3.1″ su Reddick, 5.5″ su Larson, 6.1″ su Elliott, 6.9″ su Briscoe, 7.7″ su Bell, 8.4″ su Hamlin, 9.1″ su Wallace, 9.7″ su Bowman, 11.1″ su Logano, 11.4″ su Gibbs e 11.6″ su Blaney quando arriva ai -8 il primo colpo di scena: per Blaney c’è l’ennesima foratura improvvisa sugli ovali da 1.5 miglia, l’ennesimo impatto col muro, l’ennesimo ritiro, l’ennesimo ultimo posto. Stenhouse lucky dog dalla 24esima posizione.

Tutti ai box per cambiare gomme in vista dello sprint per i punti, dunque alle spalle di Ricky c’è una wave around di massa che lascia fra i doppiati solo Yeley (-1) e Legge (-2). Il pit stop mantiene al comando Byron davanti a Larson, Briscoe, Elliott, Reddick, Hamlin, Bell, Wallace, Gibbs e Logano.

Bandiera verde ai -3 e William scatta bene e non deve nemmeno guardarsi alle sue spalle perché la lotta fra Larson e Briscoe dura per tutti e tre i giri in cui rimangono sempre affiancati. E dietro a questi due ci sono almeno due file di 3-wide oltre ad un contatto fiancata contro fiancata fra Elliott ed un Hamlin che sul traguardo si allarga. Nel break per Denny un po’ di preoccupazione per la posteriore destra, ma la #11 tirerà dritto.

Byron vince la prima stage davanti a Larson (+0.446″), Briscoe (+0.460″), Hamlin, Elliott (+0.911″), Wallace (+0.939″), Bell, Reddick, Gibbs e Logano; a seguire tutti gli altri piloti ingiustamente ignorati ovvero Buescher, un ottimo van Gisbergen, Hocevar, Preece, Bowman (la principale vittima dei 3-wide), Suárez, Allmendinger, Smith, Gragson e Nemechek. Lucky dog per Yeley.

Dopo la sosta solamente per chi aveva preso la wave around, si riparte con 79 giri da disputare nella seconda stage. Pronti via e Briscoe spinge troppo Byron all’interno, William si intraversa, ma salva la vettura venendo passato solo da Larson (e nemmeno subito), Briscoe ed Hamlin. La #24 si scatena nei giri successivi, Denny è saltato subito, poi c’è quasi voglia di passare di forza Chase (ce la farà attaccando all’interno dopo un giro e mezzo di battaglia) e poi riprende Kyle non era scappato via.

Sorpasso e controsorpasso fra Elliott e Wallace. Sullo short run va invece in difficoltà Bell (sottosterzo indecifrabile per lui) che viene passato prima da Logano, poi da van Gisbergen che, quindi, entra di puro passo in top10 su un ovale (lo fa anche osando la traiettoria più esterna) e ci rimarrà a lungo. Bowman, per il forte sottosterzo, crolla in fondo alla top20.

Dopo questo inizio di stage animato, il gruppo si va allungando e l’unico ad attaccare è Elliott che si fa vedere, senza successo, su Hamlin, poi Chase rimbalzerà pesantemente e, dopo il sorpasso subito da Reddick, si staccherà. Non bene anche Wallace, infilato da Gibbs per il settimo posto e più tardi anche da Logano. Ai -55 Briscoe rimbalza pure lui, dall’essere ancora incollato a Byron perde 1.1″ e vede avvicinarsi Hamlin e Reddick. Tyler si scatena e in appena cinque giri supera le altre due Toyota.

Ai -50, dunque, Larson guida davanti a Byron (+1.8″), Reddick (+4.0″), Briscoe (+4.5″), Hamlin (+4.8″), Elliott (+6.1″), Gibbs (+7.7″), Logano (+8.5″), Wallace (+8.6″, con Bubba che non ha finalizzato il controsorpasso su Joey), van Gisbergen (+9.1″) e Bell (+9.2″) quando è proprio Christopher il primo ad andare ai box ad inaugurare un nuovo giro di soste.

A seguirlo al passaggio successivo è SVG, poi Reddick ed Hamlin (subito dopo aver superato un Briscoe in difficoltà con la posteriore destra) con Elliott (-47, con Chase che rischia con Allmendinger), Byron, Briscoe, Logano (-46) e Larson (-45). Ma la scure dei commissari ha già colpito nel frattempo, sia con lo speeding di un buon Preece che era in top15, ma soprattutto con Elliott, con uno pneumatico che dopo la sosta rotola stancamente nello stallo di Gilliland. Il drive through per la #9 costa il doppiaggio.

Nel frattempo, mentre Wallace prova inutilmente ad andare lungo e quando pitterà commetterà pure lui speeding compromettendo la sua corsa, Larson è leader virtuale davanti a Byron, tuttavia Reddick è incollato alla #24 e in breve arriva il sorpasso che mette Tyler non lontano da Kyle.

Ed ora inizia una fase cruciale della corsa, mancano poco meno di 40 giri a fine stage, Larson è al comando con il compagno di squadra Elliott lucky dog virtuale, ma la #5 non può frenare perché dietro ha in circa 1″ sia Reddick che Byron. E quindi bisogna tirare. Il campionato di Chase potrebbe decidersi in questa lotta di nervi. Dietro a questi tre, ora ci sono Hamlin, Briscoe, Gibbs (con Chase che sta recuperando), Bell, van Gisbergen, Logano e Buescher che ringrazia entrando in top10, ma la vera rimonta è quella di Bowman, ora 12° dietro ad A.Dillon.

Elliott in pista è dietro a Reddick e prova a superarlo all’interno, ma Tyler resiste e si lancia all’esterno di Larson, mancando però il sorpasso e pian piano perde terreno. Il primo guaio della #9 è il doppiaggio di T.Dillon, ma Chase passa in breve Ty, poi è la volta di Berry e Chase capisce che deve accelerare, “supera” un Reddick che si è staccato da Larson e poi torna lucky dog. Ai -15 Elliott vacilla: Reddick lo ripassa, Gilliland viene doppiato, poi è la volta di Nemechek che perde la posizione dallo stesso Todd. Chase deve spremersi per riprendere Gilliland e riuscirà a salvarsi solo con un doppio sorpasso in un sol colpo su Todd e su Cindric per tornare ad essere il lucky dog ai -5.

L’equilibrio in vetta si sta rompendo: Byron gestisce le gomme e non riesce a riprendere Reddick, Hamlin è nel limbo ed ha sovrasterzo, Logano supera van Gisbergen e poi va in crisi con la posteriore destra temendo di fare la fine di Blaney nelle ultime miglia. Il neozelandese sogna di artigliare qualche punto, ma negli ultimi 10 giri deve soccombere alle rimonte di Bowman ed Hocevar.

Larson vince senza alcun problema la seconda stage davanti a Reddick (+3.3″), Byron (+3.5″), Hamlin (+4.8″), Briscoe (addirittura +11.1″), Bell (+11.8″), Gibbs (+12.7″), Bowman (+15.6″), Logano (+16.3″) ed Hocevar (+16.8″). A seguire van Gisbergen, Keselowski, Buescher, Suárez, Gragson, A.Dillon, un Busch in ripresa, Stenhouse, Smith e Jones, lucky dog per Elliott dal 25° posto mentre Wallace ha recuperato dal 34° al 27° posto ma, rimanendo a -1 uscirà dalla lotta per le prime posizioni.

Nuovo giro di soste e Larson rimane al comando su Reddick, Hamlin, Briscoe, Byron, Gibbs, Bell, Bowman, van Gisbergen e Keselowski; dopo un paio di soste non eccezionali, arriva quella brutta per Logano che scende al 16° posto, Elliott ovviamente mantiene il 25°.

Bandiera verde ai -95 e Reddick rimane incollato alla #5 mentre Hamlin ci prova, tuttavia scivola largo pure lui e viene infilato prima da Bell e poi da Byron con Christopher che compie un piccolo miracolo avanzando dal mezzo di un 3-wide; dietro di loro Briscoe. Logano invece nel traffico non recupera, anzi rischia di perdere e pure Elliott rimonta a fatica.

Con il passare dei giri Reddick si stacca e già ai -85, Bell gli si fa sotto, troppo sotto e allora Byron ne approfitta sorpassandolo in curva2; William poi prosegue di slancio e in curva4 si prende anche il posto d’onore. Bell prova ad approfittarne, tuttavia viene scavalcato dal compagno di squadra Hamlin che si tuffa all’interno di curva3. Briscoe, invece, non ne ha per l’estremo e improvviso sottosterzo, ma la causa è nota: una toccata al muro alla ripartenza in curva2. Logano, intanto, rientra in top15 superando van Gisbergen malgrado un po’ di sovrasterzo sullo short run. Avvicendamento in top10 in casa RFK con Buescher che torna davanti a Keselowski.

Dopo Reddick anche Byron prova a rimanere incollato al paraurti della #5, ma anche lui più avanza il long run perde centimetri. È una fase di gara entusiasmante, infatti per una decina di giri fra i -85 ed i -75 ci sono cinque auto al comando racchiuse in appena 1″, poi inevitabilmente il gruppetto si sgrana. Briscoe è invece in difficoltà e, quando il margine raggiunge i 4″ ai -70, viene superato da Gibbs, poi pure da Bowman.

Il primo cambio di posizioni in vetta arriva poco più tardi quando Hamlin attacca all’interno Reddick e lo supera solo dopo tre giri di crociera affiancati; Denny alla fine passa al pelo in curva4 con Tyler che sempre per un millimetro prova l’incrocio in uscita, ma non riuscendo nella manovra e così pure Bell lo scavalca.

Mentre ai -60 Larson inizia ad allungare (1.6″ di margine), Ty Dillon, in quel momento 35° a -2, va ai box fuori sequenza (anche se la finestra per l’ultimo pieno è aperta) in netta crisi di assetto da inizio corsa; anche questo è da annotare per dopo. In questo momento, dietro alla coppia Hendrick, ci sono Hamlin (+2.2″), Bell (+2.8″), Reddick (+4.3″), Gibbs (+4.6″), Bowman (+4.9″), un Briscoe in crisi (+6.8″), Hocevar (+7.3″) e Buescher (+8.9″), Logano addirittura 17° a 16.8″ e che ora anche deve preoccuparsi dal rientro di Elliott (18°, +18.8″).

Mentre Larson continua ad allungare, è proprio Briscoe ai -57 ad inaugurare il vero ultimo giro di soste (sulla carta); Chase viene seguito subito da Logano. Ai -56 è la volta di Gibbs e Bowman (con Alex che frena tardi e in ingresso di pit lane rifila un piccolo bump a Ty), ai -55 tocca a Reddick, ai -54 Byron e Bell seguiti ai -53 dal leader Larson. Non stupisce il fatto che Hamlin tiri dritto, meno che lo faccia anche Elliott.

Intanto la classifica è già cambiata: un giro di overcut più una sosta non eccezionale sono costati a Larson il primo posto virtuale a favore di Byron. Hamlin ed Elliott si fermano ai -49 e per Denny è un mezzo disastro da 13″ con il jack che non solleva la vettura a destra. Dopo lo speeding per Suárez (seconda penalità del giorno, prima c’era stata un’interferenza dei meccanici) e i pit degli audaci Hocevar, Keselowski e McDowell, si torna alla normale amministrazione.

Ai -40 Byron guida davanti a Larson (+0.8″), Bell (+1.8″), Bowman (+4.0″), Reddick (+5.0″), Gibbs (+6.4″), Briscoe (+6.9″), Hamlin (+11.5″), Buescher (+14.0″) e la sorpresa A.Dillon (+15.0″), Logano 14° a 20″, Elliott 17° a 23″. L’equilibrio regge per i giri seguenti con Hamlin che forza il ritmo, ma che ai -35 è sempre a 10.2″.

Poi il vento cambia, solo figurativamente e non come al sabato, di colpo. Byron ai -35 rischia di perdere il controllo della vettura in curva1-2 e così facendo apre la porta a Larson che torna il comando. Non c’è nemmeno il tempo di finire di mostrare il replay, che Byron si ritrova in uscita di curva4 con la vettura distrutta.

Cosa è successo? Un bel papocchio, anche se non è un termine giornalistico: il citato Ty Dillon, infatti, sta entrando ai box dalla seconda corsia. Nulla di drammatico, McDowell a inizio gara ha fatto ben peggio. Solo che William non lo sa e non se lo aspetta, quindi si trova davanti a lui la #10 che sta frenando decisamente svoltando a sinistra. Il tempo per reagire non c’è e quindi Byron centra Dillon ed entrambe le vetture escono decisamente malconce dall’impatto. Ritiro per entrambi, mentre Nemechek viene coinvolto parzialmente e Bell si salva per un pelo.

Di chi è la colpa? Fossimo in strada, si dice che la colpa è di chi tampona, ma qui è diverso. Si può derubricare il tutto ad una incomprensione? No, perché pare ci sia stato una rottura nella catena di comunicazioni fra muretto di Ty Dillon – spotter della #10 – spotter della #24 – Byron. Da Kaulig giurano che pilota e spotter erano avvisati della sosta imminente e che lo spotter di Dillon abbia avvertito di ciò quello di Byron. Dall’altro lato, invece, Byron dice che Ty non ha segnalato per tempo l’ingresso ai box con il classico segnale con la mano e lo spotter dice di non essere stato avvisato. Fatto sta che il Round of 8 per la #24 cambia drasticamente.

Dopo il lucky dog di McDowell ed alcune wave around, si va dunque alla sosta decisiva. E qui è scontato cosa succede: Briscoe, Logano e Keselowski cambiano due gomme e balzano davanti a Larson, poi SVG (anche lui due gomme), Bowman, Bell, Gibbs, Reddick ed Hamlin con Elliot che non guadagna nulla ed è 18°.

Dopo una lunga bandiera gialla che fa storcere il naso a chi ha fatto la sosta completa, si riparte ai -23. Green e subito caution. Il gruppo è decisamente poco ordinato e assegnare anche qui colpe nell’incidente verso curva1 è eccessivo, fatto sta che Gibbs e van Gisbergen finiscono per mettere nel panino Bell, si girano sul suo muso e finiscono nel mucchio insieme a Chastain, A.Dillon, lo stesso Elliott (colpito leggermente sulla posteriore sinistra), Allmendinger, Gilliland (che non si sa come si prende il lucky dog), Smith, Ware ed Hocevar, ma anche Reddick bacia il muro e nemmeno Cindric ne esce indenne. Ritiri per Ware, Gibbs, SVG (che perde così un ottimo risultato) ed Hocevar.

In vetta non ci sono soste di rilievo, dunque si riparte dopo un’altra lunga caution (pulizia fluidi lasciati dalla #51) ai -14 con Briscoe al comando su Logano, Bowman, Larson (dunque è Alex il migliore su quattro gomme), Keselowski, Hamlin, Bell, Busch, Reddick e Buescher con Elliott 13°.

La prima fila scatta bene e Briscoe si mette subito davanti a Logano e Bowman mentre Hamlin va 3-wide e dall’esterno supera Keselowski ed attacca Larson. Kyle reagisce, si divincola dal 3-wide e attacca Bowman, finito nelle turbolenze della #22, che viene superato e saltato anche da Hamlin e Reddick. Anche Logano inevitabilmente cede ed entro i -10 viene superato dalla coppia Larson-Hamlin, mentre Reddick fatica di più e perde il treno buono.

Per Larson sembra quasi fatta, ha Briscoe ad una lunghezza di distanza e 10 giri per superarlo, tuttavia Hamlin è scatenato. Dai -10 ai -8 i tre sono vicinissimi, Chase fa quel che può all’interno, Kyle si fa vedere, Denny decide di tenere giù il piede all’esterno. Il primo tentativo su Larson ai -7 non va a buon fine con la #5 che chiude al pelo in curva2, il secondo ai -4 sì. Non passa nemmeno mezzo giro e la #11 è sotto al compagno di squadra che viene passato a velocità doppia. Larson potrebbe avere ancora un’occasione, ma il sorpasso sulla #19 arriva solo all’inizio del penultimo giro, troppo tardi.

Un’Hamlin travolgente, sia in pista (ma in senso buono), sia dopo (è quasi commosso pensando al papà che non sta bene fisicamente da parecchie settimane) non solo festeggia così la 60esima vittoria in NASCAR Cup Series, uno dei traguardi che si era prefissato negli ultimi anni, ma con questo successo si qualifica a Phoenix con due settimane di anticipo. E, applicando il famoso Teorema di Logano, ora è davvero lui il favorito per il titolo che in 20 anni gli è sempre sfuggito.

Dietro ad Hamlin chiudono Larson, Bell, Briscoe (passato in volata per 0.087″), Reddick, Logano (ottima strategia per salvarsi), Bowman, Busch (altra top10 insperata), Preece (recupero nel finale dopo lo speeding) e Keselowski, poi Cindric, Buescher, Gragson, Stenhouse, Jones, McDowell, Herbst ed Elliott, appena 18° e incapace di recuperare dopo la penalità come Wallace 22°.

Prima di Talladega e Martinsville, la classifica generale vede ora Larson a +35 sul taglio, poi Bell (+20) e Briscoe (+15) mentre sotto alla linea rossa ci sono i tre grandi sconfitti di Las Vegas, ovvero Byron (-15), Elliott (-23) e Blaney (-31) mentre Logano, in assenza di vittoria, partiva a -24 ed è rimasto a -24.

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Immagine: Media NASCAR

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