NASCAR | Cup Series: Larson conquista a Darlington un altro gioiello della Corona!

NASCAR
Tempo di lettura: 26 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
6 Settembre 2023 - 09:00
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Emerso solo nel finale grazie agli errori altrui, Kyle Larson vince la Southern 500 a Darlington avanzando già al Round of 12


La forza del team e l’enorme talento del pilota. Così di può riassumere il successo di Kyle Larson nella Southern 500 a Darlington che ha rappresentato l’apertura dei playoff. Il pilota dell’Hendrick Motorsports non vinceva dalla primavera e la stagione non era stata delle migliori, tuttavia Larson insieme al crew chief Cliff Daniels ed i meccanici ha fatto sempre gruppo consci dei risultati che potevano ottenere. E così, in una serata avvincente in cui in molti hanno commesso errori, Larson ha piazzato la zampata che vale per molti una vita, per Kyle un altro successo da aggiungere ad una carriera già leggendaria.

La gara

Darlington, terra di inizio di playoff per la NASCAR Cup Series. E il fatto che le dieci gare decisive prendano il via dalla pista più difficile del calendario e con la Southern 500 come corsa iconica è significativo. Il pronostico per la gara ed il campionato non sono per nulla decisi e per ogni argomentazione che vede Byron e/o Truex favoriti ce n’è una altrettanto valida che dimostra il contrario.

Daytona è terribilmente vicina ma allo stesso tempo lontana e l’unico residuo della corsa della Florida sono gli occhi neri e rossi come quelli di un pugile di Ryan Preece, presente a Darlington malgrado il pauroso flip la cui unica conseguenza è stata appunto la rottura dei capillari dei bulbi oculari da forza G senza alcuna contusione o trauma cranico.

Nelle prove libere il migliore Bell, uno che a Darlington va forte, davanti alle relative sorprese McDowell e Stenhouse perché bisogna ricordare che malgrado tutto la pista impegnativa ha anche regalato di recente vincitori fuori pronostico. L’unico guaio in questa fase è Kyle Busch che rimedia la prima Darlington Stripe del weekend e il contatto è tale da indurre il team #8 a sostituire il tirante della convergenza e la modifica in parco chiuso lo farà partire dal fondo della griglia.

Le qualifiche vedono un altro colpo di scena: Martin Truex Jr. quasi finisce a muro in curva1 e deve scattare dal 31° posto, praticamente l’unica Toyota in coda visto che ben tre sono davanti a tutti. Come poche decine di minuti prima la pole va alla #20 del Joe Gibbs Racing (in Xfinity era Nemechek, qui Bell) davanti a Denny Hamlin; terzo è Reddick. Storico anche il fatto che dalla terza alla decima posizione ci siano solo Ford mentre le Chevrolet sono fuori dalla top10 in griglia a Darlington addirittura per la prima volta dal 1982 dato che Kyle Busch è – o meglio sarebbe – 11°.

Alla bandiera verde Bell dalla corsia interna scatta benissimo e si tiene dietro Reddick ed Hamlin che scende al terzo posto; a seguire Keselowski e Blaney sono affiancati per tutto il primo giro con Ryan che riesce a stare quarto. Il gruppone invece è ancora bello compatto ed i 2-wide sono numerosi. Inizia così uno dei più lunghi long run della storia di Darlington e che durerà addirittura 115 giri, in pratica tutta la prima stage meno qualche metro a tempo già scaduto.

In uno di questi duelli Wallace cerca il sorpasso su Briscoe in curva4, non lo completa e Allmendinger è costretto a dargli una spintarella per non perdere velocità. Alla fine Wallace, che si dimostra uno dei più veloci in pista, passa e scavalca poi pure Gibbs perché Chase non ne ha per rimanere in top15 e così anche Larson supera la #14. Interessante anche il triello fra la coppia Legacy di Hocevar e Jones con LaJoie nel panino in fondo alla top20. Dal fondo della griglia Truex e Kyle Busch cercano la rimonta, ma persino per loro è complicato muoversi a Darlington e la prudenza è la regola numero uno per loro, anche in materia di gestione gomme.

Bell intanto ha messo un secondo di vantaggio su Reddick e due su Hamlin e sembra in controllo della situazione in questo stint. Le Ford monopolizzano il resto della top10, tuttavia Wallace sembra il primo a scardinare questo blocco. Di Chevy nemmeno l’ombra finché attorno al 15° giro si sveglia Larson che in sequenza passa a sorpresa prima lo stesso Wallace e poi McDowell per l’undicesimo posto. Nel traffico ancora Busch e soprattutto Truex (raggiunto dalla #8) che sono ancora 24° e 25° e guadagnano un poco alla volta, ma non sono più i peggiori fra i piloti playoff in pista, infatti dietro di loro ci sono sia Chastain che Stenhouse.

In vetta la fase migliore di Bell si è esaurita e, se Blaney è finito a 5″ dopo 25 giri, Reddick ed Hamlin si sono avvicinati sensibilmente alla #20.

Ci si aspetta che qualche pilota tenti di completare la prima stage in appena due stint da circa 55-60 giri, ma quando si vede al 32° giro McDowell già ai box dopo essere un po’ scivolato in classifica è chiaro che è in arrivo già il primo turno di soste. A seguirlo 1.366 miglia più tardi è il trio Ford di Blaney, Keselowski e Logano. Un altro giro più tardi è la volta del trio Toyota al comando ma anche praticamente di tutti – letteralmente – gli altri tranne pochissimi casi fra cui Truex. È qui che la gara di Bell deraglia, infatti la pit crew (che era di Gibbs fino a sette giorni fa ed era una delle migliori di tutta la Cup Series) sbaglia tutto facendo cadere la vettura a destra e così la #20 perde tanti secondi.

A giro di soste esaurito dunque Reddick passa al comando su Hamlin, Keselowski è terzo a 4″ davanti a Blaney e Logano con Bell sesto a 6″. Altro errore fatale in chiave playoff è quello di Stenhouse che a causa di uno speeding finisce fra i doppiati. In difficoltà anche Chastain, 29° e ultimo a pieni giri dopo un primo stint non esaltante ed un lungo nello stallo. Chi invece risale ancora è Larson che, dopo essere entrato in top10, passa anche Almirola.

Bell intanto sta reagendo e passa in sequenza le Ford, passando al terzo posto riducendo anche di un secondo il ritardo dalla vetta. Christopher non si ferma qui e, tirandosi un po’ dietro gli inseguitori (incluso un Harvick che sorpassa Logano ed è sesto), forza il ritmo dimezzando così il divario da Reddick che scende così a circa 2.5″ per poi assestarsi a 3″. Intanto Chastain sta ancora resistendo al doppiaggio e questa forse è una delle chiavi del momento di flessione apparente di Reddick che si vede raggiunto da Hamlin. Da notare anche come Larson “spinga” Buescher ed i due raggiungono un Logano che va in difficoltà sul long run.

Sembra già tempo di un secondo giro di soste, ma Hamlin anticipa i tempi e al giro 63 Hamlin attacca e passa Reddick staccandolo pure subito mettendosi davvero in caccia di Chastain poche lunghezze più avanti. Anche Keselowski paga un po’ sulla distanza e viene superato sia da Blaney che da Harvick. Ma al giro 66 inizia davvero da Larson e McDowell il turno di pit stop. A cascata si fermano tutti i leader (sosta lenta per Wallace) nell’arco di un paio di giri, solo Bell tira a lungo fino al giro 71.

Reddick sfrutta un undercut di un giro per tornare al comando davanti ad Hamlin di un secondo, ma Larson (fermatosi due giri prima di Denny) addirittura è balzato terzo a 4.5″ da Tyler davanti ad Harvick, Blaney, Logano, Keselowski, Buescher e Bell con Elliott che completa la top10. Ovviamente la #20 ha gomme più fresche e inizia così una nuova rimonta a differenza di Logano (Joey letteralmente crolla dopo una toccatina al muro) e Keselowski che ad ogni stint che passa sembrano sempre più in difficoltà e vengono raggiunti da Buescher ed Elliott. Chastain invece stavolta è finito fra i doppiati ed il prossimo a rischio, dopo il compagno di squadra Suárez, è McDowell.

Michael cede al giro 90, ma il problema per Reddick è un altro: Hamlin gli è incollato, sul long run è decisamente migliore sfruttando anche l’esperienza e Tyler deve lasciar passare il proprio team owner al giro 92 dopo un attacco della #11 iniziato in curva4 e chiuso in curva2. Hamlin è dovuto passare anche per un altro motivo: Larson (che poco più tardi rischia nel doppiaggio di Chastain per fortuna non emulando quanto successo in primavera) ed Harvick erano a meno di 2″ da loro. Intanto Truex e Busch stanno procedendo uno dietro l’altro metodicamente e questo funziona dato che Martin è entrato in top15 passando Wallace e Busch lo segue pochissimo più indietro.

Gli ultimi 20 giri della stage vedono Hamlin cercare di avvicinarsi a Suárez per doppiarlo, ma Daniel “aiuta” il compagno di squadra resistendo senza ostacolare la #11 e mantenendo Ross nella posizione per il lucky dog. Sale anche Elliott che sorpassa Buescher mentre anche Cindric bacia il muro e così Almirola lo passa nell’inseguimento a Logano.

La sorpresa negli ultimi cinque giri però è un’altra: mentre tutti guardano il crollo di Logano e la seconda toccata al muro di Cindric causata dal contatto precedente, Bell anziché guadagnare con pneumatici leggermente più freschi finisce contro le barriere in curva2 (Christopher dirà di essere finito sui marbles) e viene infilato da Keselowski ed Elliott.

Mancano soli due giri, Hamlin ci prova su Suárez solo una volta, ma Daniel resiste. Hamlin vince così la prima stage davanti a Reddick, Larson, Harvick, Blaney, Keselowski, Elliott, Bell, Buescher ed Almirola. Dopo la bandiera a scacchi verdi e bianchi arriva però la caution sia da regolamento che per un incidente: un Wallace in rimonta cerca di attaccare Logano in curva4 per l’undicesimo posto (manovra un po’ inutile visto che non c’erano punti in palio) ma scivola largo, si intraversa, si appoggia alla #22 (che tocca il muro) e finisce in testacoda. Chastain è il lucky dog mentre fra i doppiati è finito Bowman.

Al break arriva un giro di soste generale e la top5 non cambia, Bell perde ancora in pit lane per le sistemazioni del caso e così avanzano Elliott, Buescher, Almirola e le new entry in top10 Jones e Byron, finora mai visto, dato che Keselowski arriva lungo nello stallo. Logano invece si ferma a lungo dai meccanici che cercano di sistemare al meglio la vettura ammaccata – seppur non pesantemente – e così Joey finisce in coda.

Su Darlington è arrivato ormai il tramonto e inizia così la seconda stage. Hamlin scatta al meglio con Larson che dopo un giro affiancato a Reddick riesce a mettersi al secondo posto; Harvick e Blaney completano la top5. Avanza invece Byron che sale al settimo posto dietro a Buescher (poi sorpassato) mentre Busch entra – finalmente – in top10 staccando Truex invischiato nella lotta con Keselowski e Bell, il quale però continua ad essere in difficoltà anche in pista oltre che in pit lane dato che riporta che la convergenza delle sospensioni è saltata e la #20 finisce in fondo al gruppo.

Dopo i primi giri il plotone si stabilizza, Hamlin inizia pian piano ad aumentare il suo vantaggio sugli inseguitori (Reddick sfiorando troppo il muro finisce ad oltre 3″) anche se nella rosa dei contendenti è entrato pure Byron che ha scalzato Blaney dalla top5. Rimbalza anche Busch, sorpassato da Allmendinger e Jones mentre Logano entra di nuovo in crisi uscendo dalla top20 (in cui risale invece Suárez) e rischia il doppiaggio con Chastain e Bell.

Ma sono passati già 30 giri e si pensa di nuovo ad un giro di soste; al giro 149 il primo a fermarsi è un Keselowski incapace di risalire dopo il problema precedente ai box. Due giri più tardi è Larson il primo big a cambiare gomme, tuttavia l’undercut non gli sarà sufficiente per sorpassare Hamlin e così, dopo i brevi interregni di Reddick e Bell che a sorpresa va lungo alla caccia di una caution e a questo punto punta sull’unica sosta, Denny rimane al comando. Continuano gli errori: doppia sosta di Truex per una ruota mal fissata e così Martin perde un giro.

A posizioni assestate Hamlin ha 2″ su Larson (ma ha Truex davanti e probabilmente non vuole doppiarlo di nuovo), 4.5″ su Harvick e Byron, 6.5″ su Blaney e Reddick (che ha perso terreno), 7″ su Buescher e Bell ancora in pista a perdere secondi fino al giro 163 quando pitta, dunque al giro 48 della stage e ben lontano dal giro di boa dei 115 giri.

Le ultime luci del tramonto sono scese dietro curva3 e 4 ed è calato il buio. Ma curva1 e 2 sono ben illuminate. C’è qualcosa che non va, infatti l’impianto di illuminazione in curva3 non funziona ed i riflettori sul lato interno sono spenti. Intanto si va avanti, si vede ancora, tuttavia il problema sta diventando preoccupante. Preoccupante anche la situazione di McDowell che è ai box per una lunga sosta che lo caccia a due giri di ritardo e al 33° posto.

La situazione diventa insostenibile al giro 180, dunque praticamente a metà gara, quando la NASCAR chiama una caution praticamente per oscurità. I piloti, infatti, hanno iniziato a lamentarsi della visibilità; via radio Keselowski ironizza sul fatto che fra i più attivi ci sia Larson commentando in sintesi “Ma come? Corre ogni settimana su dirt track meno illuminati di questo e oggi non ci vede?” Larson stesso dice la medesima cosa senza saperlo ma aggiunge “…ma qui c’è molto di più in ballo.”

Sorride anche Logano che è il lucky dog ed avrà una chance per sistemare anche lui la convergenza forse ammaccata; fra i big doppiati dunque ancora Bell, Stenhouse, Truex e McDowell. I commissari sono fiduciosi sulla risoluzione del problema e si prosegue dietro la pace car.

C’è tempo anche per un giro di soste generale con Hamlin che rimane al comando davanti a Byron, Larson, Harvick e Reddick; grossi problemi per Buescher che riparte lasciando una piccola palla di fuoco nello stallo, per fortuna nessun meccanico rimane ferito. Bell non sfrutta la wave around e opta per dare un’occhiata in più alla convergenza, stesso problema per Logano che prosegue nelle riparazioni alla sospensione posteriore sinistra. McDowell recupera uno dei giri persi, Truex rimane a -1. Alla fine la NASCAR si arrende e arriva la bandiera rossa.

Dopo una decina di minuti le luci finalmente si riaccendono e si torna sotto caution, pronti per ripartire con 39 giri da disputare ancora nella seconda stage. Hamlin esita tanto fino all’ultimo, quasi causa un tamponamento a catena che si propaga nel gruppo al punto che diverse vetture guidate da Hocevar vanno sull’apron per evitare guai, ma è tutto regolare. Denny allunga subito approfittando della battaglia fra Larson e Byron con Reddick che segue Kyle e passa terzo. A toccare il muro è Almirola spinto un po’ da Buescher in curva4 mentre lottano per l’undicesimo posto.

Da qui in poi sulla carta si può arrivare in fondo alla stage, bisogna solo gestire un po’ di più le gomme, tuttavia il problema non si porrà. Paga invece Haley con una sosta sotto green, quasi certamente per un contatto.

Il blocco Ford che era in top10 è ormai sgretolato e sono rimasti solo Harvick (quinto), Blaney (settimo e anche lui in calando dopo il sorpasso di Jones) e Keselowski (decimo) dato che davanti a Brad ci sono finiti anche Elliott e Busch che mette nel mirino Ryan in vista e con ancora in mente – non si sa perché, ma i piloti sono fatti così – l’incidente in Michigan.

A risolvere il problema delle gomme ci pensa ai -14 McLeod – già ultimo a quattro giri – che si ferma in pista per un evidente guaio meccanico (motore rotto) annullando il piccolo vantaggio di Hamlin sulla coppia Larson-Reddick dopo che Denny all’improvviso ai -20 aveva buttato 1″ di margine; Stenhouse è il lucky dog dopo aver tenuto molto bene a bada il rimontante Truex.

Ovviamente tutti i leader tornano ai box ed Hamlin mantiene ancora la prima posizione precedendo stavolta Larson, Byron, Jones (clamorosa sosta della #43) e Reddick; wave around per Bowman, Truex, Bell, Burton, Gilliland e McDowell che tornano così a pieni giri.

Green ai -9, anche se durerà poco. Mentre Hamlin rimane primo in una partenza decisamente più lineare della precedente staccando nettamente Larson e Jones, il guaio succede dopo quattro giri in curva2 – in un gruppo già spezzettato da qualche contatto in coda – quando Gibbs sbaglia l’attacco a Briscoe, perde moltissima velocità e viene ripreso dagli inseguitori, Cindric tenta il sorpasso di slancio ma scivola in curva2, si appoggia a Ty e poi si gira sul suo muso rovinando molto la sua vettura, più intatta la #54; Bell finisce incredibilmente a sua volta in testacoda per evitare l’incidente e LaJoie è il lucky dog.

La caution salva definitivamente le wave around ma permette anche parecchie soste (dopo appena otto giri) in coda al gruppo fuori dalla top10. Nuova ripartenza per uno sprint di appena un giro in cui non succedono ulteriori drammi: Hamlin vince anche la seconda stage davanti a Larson, Jones (che per poco non passa Kyle dall’esterno), Reddick, Byron, Busch, Blaney, Austin Dillon, Keselowski e Stenhouse che dieci minuti prima era doppiato, ma ora non fermandosi ai box ha guadagnato parecchie posizioni non venendo nemmeno sorpassato da chi ha gomme fresche come Harvick e Buescher; Haley è il lucky dog dopo aver perso due giri in precedenza.

Al break c’è forse la prima strana scelta strategica. Ora i giri sulle gomme dei leader sono diventati oltre 15 seppur solo sei in regime di bandiera verde, tuttavia Hamlin e molti altri non si fermano ai box, lo fanno invece Blaney (sottosterzo per lui), Busch (che entra ai box talmente tardi sull’ampio apron che Ryan lo passa in entrata riprendendosi però la posizione in uscita), Austin Dillon (Ty invece ha “ereditato” l’ultima posizione in pista), Stenhouse ed Elliott.

L’ultima stage parte con 131 giri da disputare fino al traguardo, Hamlin resta primo davanti a Larson (che stavolta al choose cone ha scelto l’esterno) e Reddick dato che Jones non riesce a chiudere su Tyler e così ne approfitta anche Byron. Harvick, Buescher, Keselowski, Briscoe e un WaIlace in rimonta dopo una seconda stage in ombra completano la top10. Inizia così un nuovo long run.

Dopo l’ottima fase precedente ora invece Jones soffre un pochino, si stacca dai primi quattro ed Harvick lo punta. Lo stesso fa per qualche giro Larson con Hamlin, tuttavia Denny anche ora sembra averne di più soprattutto dopo una toccatina della #5 al muro in curva4. Reddick ha qualche problema al cruscotto ma sta vicino a Kyle, Wallace invece prosegue nella rimonta e sale all’ottavo posto superando Keselowski e Briscoe. Si affaccia vicino a loro a sorpresa invece Chastain dopo un difficilissimo inizio di corsa, Logano invece approfitta del fatto che chi ha cambiato gomme, come Blaney, Gibbs, Dillon ed Elliott, non recuperi e quindi Joey è in top15 così come Suárez.

Dopo il buon inizio Keselowski conferma il momento di appannamento e ai -113 viene superato da Briscoe, Brad così è in fondo alla top10 e Chastain è vicino a lui, tuttavia dal nulla a passare entrambi è Bowman. Anche Larson forse ha il primo momento di difficoltà ed ai -110 Reddick lo scavalca senza troppi patemi e pure Byron ci prova, tuttavia quanto successo è strano: Kyle ha toccato (ancora) il muro e per un attimo la vettura è passata in folle perdendo velocità. Larson alla fine preferisce lasciar passare Byron ed Harvick e così scivola a oltre 4″ da Hamlin con Reddick a 2″ da Denny seppur in recupero.

I leader hanno ormai gomme vecchie di oltre 40 giri e ne mancano più di 100 alla fine, si trovano in uno strano limbo in cui Larson sembra essere il primo a dover prendere una decisione sul da farsi per non perdere la corsa dato che i primi quattro stanno scappando da lui. Ma non sono tranquilli nemmeno davanti, infatti anche Reddick dice che all’improvviso per un attimo la vettura è andata in folle. Stupisce ancora Bowman che non notato da nessuno ora è nono davanti a Briscoe.

Il primo ad andare ai box ai -98 è Kyle Busch, dunque addirittura uno degli ultimi ad aver pittato ma intrappolato nel traffico. A ruota ovviamente seguono immediatamente tutti gli altri con i soli Harvick, Bowman, LaJoie, Bell e Stenhouse che si fermano fra i -96 e -95. La sorpresa però è in uscita dai box quando Reddick scavalca di forza Hamlin e dunque è il leader (pero ora virtuale) della corsa, effettivo poi ai -94. Terzo è ora Byron mentre Harvick, Larson e Jones sono staccati a circa 4-5″.

Quella di Hamlin non è stata una sosta leggermente lenta che ha permesso alla #45 di recuperare 1-1.5″ di ritardo, infatti dopo un altro giro non al meglio, in cui Byron lo sorpassa sul rettilineo opposto, Denny decide di tornare ai box dato che sente che qualcosa sulla vettura non va. L’ipotesi più plausibile ovviamente è quella di una ruota mal fissata, tuttavia ad una prima e anche una successiva analisi il team non riscontrerà questo problema. Il mistero a tutt’oggi permane, ma quello che conta sono i fatti e quindi Hamlin dal primo posto finisce al 30° staccato di un giro e circa 13″ ma virtualmente lucky dog. Un giro che tuttavia non riuscirà più a recuperare.

Ai -90, quindi, Reddick è al comando con 1.2″ su Byron, 4″ su Harvick, 5.9″ su Larson e Jones, 6.3″ su Buescher, 8.0″ su Wallace, 8.6″ su Keselowski (che sembra in ripresa passando ai -86 Bubba), 10.0″ su Busch e 11.2″ su Bowman. Fuori dalla top20 invece, e in difficoltà netta, a sorpresa Blaney ma anche McDowell, Truex, Bell e Stenhouse.

Dopo una fase tranquilla, contraddistinta dal furioso recupero di Hamlin che cerca di riprendere più auto possibili mentre ai box non riescono ad individuare il problema ed il sorpasso di Bowman che riprende e stacca Busch, il problema per Denny è quello di non avere più il lucky dog dato che Reddick ha doppiato Haley. Tuttavia, zitto zitto, Harvick ha recuperato oltre 2″ (Larson invece uno) ed ai -75 ha raggiunto Byron. È in questo momento che Yeley finisce a muro in curva2, ma riesce a proseguire e tornare ai box senza caution; malgrado il duro contatto riuscirà a chiudere la gara seppur staccato di 15 giri.

I giri passano ed il long run si fa sentire. Emerge dal gruppo un altro nome che non ti aspettavi 200 giri fa, quello di Suárez che ai -70 ha raggiunto Busch per la top10; ancora in crisi invece Truex, superato da Stenhouse ed ora ultimo a pieni giri. Ai -68 Harvick supera al primo tentativo in curva2 Byron e si porta al secondo posto ad appena un secondo di ritardo da Reddick. Buescher al giro successivo entra invece in top5 passando Jones. Hamlin intanto ha scavalcato Haley ed è tornato lucky dog e la speranza di ottenerlo sembra esserci perché Reddick anziché concentrarsi sui doppiaggi deve pensare ad Harvick che l’ha preso. E invece Tyler alza il ritmo e, dopo aver rischiato grosso con Newman, passa Stenhouse.

Quattro giri più tardi la caution: giusto un paio di tornate dopo una sosta di Busch ai -60 in seguito ad un paio di contatti col muro, Harvick attacca Reddick in curva4 ma deve riaccodarsi, allora Kevin decide di andare ai box scendendo subito sull’apron, Tyler se ne accorge (o glielo dicono dal muretto) e sembra che voglia imitare il rivale diretto entrando in pit lane all’ultimo, ma inchioda senza girare il volante e Newman (rimasto nei paraggi) per evitarlo finisce in testacoda. E Reddick si attira parecchie critiche per la manovra molto rischiosa e che secondo qualcuno non gli avrebbe nemmeno permesso l’ingresso in pit lane.

La caution è arrivata subito con diversi piloti già in pit lane. La grafica della NBC indica che Bell e Dillon hanno già iniziato la sosta, Gibbs lo ha appena fatto, Logano è in pit lane mentre Harvick ci sta entrando. Larson invece è sull’apron e tira dritto. E qui si decide la gara di Kevin perché il suo crew chief decide di effettuare la sosta sperando di essere entrato ai box prima dell’arrivo della luce gialla. Ma a molti è chiaro fin da subito che non è così. Il rischio non paga e Rodney Childers (a differenza dei crew chief di Byron e Truex che all’ultimo riescono a mantenere in pista i loro piloti) ha scelto il pit stop che vale una penalità pesante visto che Harvick sembrava poter vincere.

Dietro la pace car si completa il giro di soste ed il pit stop è decisivo per la corsa visto che Larson, proprio nel suo momento peggiore, esce dalla corsia dei box al comando davanti a Reddick, Buescher, Byron, Keselowski, Bowman, Wallace, Chastain, Suárez e Jones. Il lucky dog è Stenhouse.

Si riparte con 51 giri alla fine, ma sarà una fase di gara turbolenta. Alla bandiera verde Larson dall’esterno scatta benissimo, copre sia Buescher che poi Reddick il quale rimane secondo, a seguire Keselowski, Byron e Wallace. Poi il fulcro della situazione successiva: ai -50 Chastain attacca Bowman in curva1 per il settimo posto e la manovra riesce permettendo a Suárez di avvicinarsi ad Alex.

In uscita di curva4 Daniel sembra cercare l’interno e Bowman blocca fin oltre metà pista, a quel punto il messicano per approcciare curva1 cerca l’esterno ma Alex cerca un blocco ancora più aggressivo che come conseguenza ha quella di girarsi sul muso della #99 e provocare un incidente che costringerà entrambi al ritiro. Alle interviste entrambi non gradiscono quanto successo, Bowman dirà che quando è vicino alla #99 Suárez fa sempre un casino, Daniel si morde la lingua commentando solo che la mossa di Alex è stata poco intelligente.

Perché bloccare due volte così? E valeva la pena insistere nel tentativo di sorpasso? Alla fine dopo aver visto il replay Bowman si assumerà la colpa, ma entrambi hanno buttato una top10 dopo un inizio di gara più vicino alla top25. Un incidente sicuramente dettato dalla frustrazione. Ah, e a pagare è anche l’innocente Burton che centra la #99 fuori controllo. Il lucky dog è Truex.

Nessuno dei leader va ai box (Elliott e Blaney dal nono posto in giù guidano un gruppetto in cui c’è anche Jones calato nella stage finale e Newman che dopo un giro con una ruota mal fissata perde la gomma in pit lane) e quindi si riparte a posizioni invariate ai -40. Non si sono fermati in 11 e sono Larson, Buescher, Reddick, Keselowski, Byron, Chastain, Wallace, Allmendinger, Briscoe, Hocevar (ancora ottimo sulla #42 alla seconda gara in carriera) e Gibbs, poi tutti quelli con gomme più fresche di una decina di giri.

Larson mantiene ancora la prima posizione con Reddick che parte male e deve cedere la piazza d’onore a Buescher spinto a dovere ancora una volta dal compagno di squadra Keselowski. Byron completa la top5 mentre Wallace passa Chastain per il sesto posto dopo un contatto con Ross. Larson non scappa ed i due alle sua spalle rimangono con lui.

Il gruppo però si ricompatta ai -37 quando in curva4 nella lotta per il lucky dog Gilliland attacca Austin Dillon, tuttavia da dietro arriva di gran rincorsa all’interno Kyle Busch che scivola e stringe la #38 e la #3 a muro con Todd che finisce in testacoda, poi nella carambola Hamlin non riesce ad evitarlo, dunque McDowell travolge la #11 e infine la #34 senza controllo stringe a muro Bell. Quindi ben quattro piloti dei playoff finiscono nel mucchio con McDowell unico ritirato. Non ci sono lucky dog.

Stavolta a guidare un plotoncino ai box è addirittura Keselowski, tuttavia i primi tre non si fermano. La classifica alla ripartenza vede quindi Larson che precede Buescher, Reddick, Byron, Wallace, Chastain, Briscoe, Elliott, Blaney e Gibbs con Keselowski 16° dietro a Busch, Harvick e Truex.

L’ultima bandiera verde di serata sventola ai -31. Sullo scatto Larson un po’ fa pattinare le gomme, un po’ sbanda sulla spinta di Reddick, ma Kyle resta primo davanti a Tyler che ripassa Chris. Reddick tenta subito l’attacco al giro successivo in curva1, tuttavia Larson resiste, ci riprova anche al giro successivo ma non va e finendo tight in curva2 ai -29 perde l’attimo vincente. Larson gli concederà un’altra chance ai -26 quando in curva4 Kyle tocca ancora il muro, ma Tyler non trova lo spunto per attaccare e inizia così una battaglia di Darlington Stripe.

I due staccano fin da subito nonostante tutto Buescher e a seguire il gruppo con Byron, Wallace e Chastain con Elliott, Blaney, Jones e Briscoe a completare la top10. Malgrado le gomme siano fondamentali a Darlington, in pochi in gara sono stati in grado di divincolarsi nel traffico. Uno di questi è Keselowski nell’ultimo stint che pian piano recupera e ai -20 entra nei primi dieci superando prima Briscoe e poi con un forzato slide job un Logano che nemmeno sognava forse un piazzamento del genere.

Il finale è relativamente tranquillo, da notare ci sono solo il leggero calo di Wallace a vantaggio di Chastain, il duello fra Blaney e Jones ed il recupero di Keselowski che passa entrambi e pure Bubba issandosi fino al secondo posto. In vetta né Larson, né Reddick esagerano con i contatti col muro – anche se questi non mancano e lo spettacolo non manca – e così la #5 può controllare anche perché negli ultimi giri Reddick deve più guardarsi dietro da Buescher e Byron che davanti.

Kyle Larson torna così al successo dopo parecchi mesi e aggiunge al proprio palmares un’altra delle gare monumento negli USA ovvero la Southern 500; in questo contesto per lui persino il passaggio automatico al Round of 12 passa in secondo piano. A seguire Reddick, Buescher, Byron, Chastain, Keselowski, Wallace, Elliott (buoni punti per l’owners championship), Blaney e Jones. Fuori dalla top10 Busch, Logano, Allmendinger, Almirola, Briscoe, Stenhouse, Hocevar, Truex, Harvick ed A.Dillon; Bell è 23° a un giro, Hamlin 25°, McDowell 32°.

La griglia playoff è un po’ rivoluzionata anche se in fondo alla classifica ci sono gli stessi nomi o quasi, tuttavia molto è ancora aperto e indeciso. Qualcuno potrebbe pagare caro gli errori commessi a Darlington in una lunga e bella notte di NASCAR.

I risultati odierni

La classifica della “Cook Out Southern 500”

La classifica generale

Così in campionato dopo la prima gara del Round of 16 della NASCAR Cup Series 2023

La classifica completa

Le altre categorie

Xfinity Series: Hamlin vince per la sesta volta a Darlington

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend la NASCAR farà nuovamente tappa in Kansas. Venerdì notte per la Truck Series sarà la gara conclusiva del Round of 10, sabato sera per la Xfinity terminerà la regular season, domenica sera, infine, ci sarà la corsa centrale del Round of 16 della Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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