NASCAR | Cup Series: Kyle Busch conquista una gara maledetta a Gateway

NASCAR
Tempo di lettura: 23 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
6 Giugno 2023 - 09:00
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Una bandiera rossa di 1h45′ per fulmini senza una goccia di pioggia, problemi ai freni, incidenti, un blackout informatico tormenta una gara che si preannunciava tranquilla. Blaney comanda a lungo, ma Kyle Busch apre e chiude la contesa conquistando la terza gara stagionale


Dopo il weekend da tregenda di Charlotte con il rinvio di NASCAR Xfinity e Cup Series al lunedì (per 900 miglia complessive) a causa della pioggia, tutti avrebbero voluto una domenica tranquilla con sole 300 miglia da disputare a Gateway. E invece è andato quasi tutto a rotoli: tre bandiere rosse di cui la prima per lightning hold dopo appena cinque giri e durata 1h45′, quattro grossi problemi ai freni con conseguenti incidenti, un meccanico portato via in ambulanza (per fortuna sembra tutto ok) e un clamoroso blackout informatico che ha condizionato il modo di seguire la corsa fino al traguardo.

Incidenti a parte (11 caution totali, soprattutto nel finale), la corsa è stata controllata da soli tre piloti. Kyle Busch dalla pole position per l’inizio, Blaney nella fase centrale, Byron al momento cruciale che faceva temere (o sperare a seconda dei punti di vista) un altro successo della #24 ed infine di nuovo Rowdy che ha conquistato una clamorosa terza vittoria stagionale in appena 15 gare se si pensa ai dubbi invernali sul suo passaggio al Richard Childress Racing.

La gara

La settimana corta della NASCAR Cup Series a causa del posticipo al lunedì della Coca-Cola 600 non rende la settimana più semplice, anzi.

Martedì ovviamente è il giorno delle polemiche sull’incidente fra Elliott ed Hamlin. La NASCAR ha promesso che sarebbe arrivata una decisione entro 24 ore e questo avviene: vince la coerenza e Chase viene squalificato per una gara, esattamente come successo a Wallace l’anno scorso. Le prove visive e della telemetria (quelle twittate da Denny a gara ancora in corso per mettere i commissari all’angolo) sono dunque schiaccianti.

Si innesca subito l’effetto domino, quello che in molti avrebbero voluto già nei mesi scorsi dopo l’infortunio di Elliott sullo snowboard: dato che non può esserci Berry, impegnato a Portland con la Xfinity Series, a Gateway sulla #9 sale per l’occasione della vita Corey LaJoie.

Sulla #7, invece, al debutto assoluto in Cup Series Carson Hocevar, reduce dalla prima vittoria in carriera nei Truck e delle ottime prime corse nella categoria cadetta, ma anche un paio di episodi controversi proprio con la dinamica che ha portato alla squalifica di Elliott, seppur se avvenuti su short track anche se la giustificazione non dovrebbe esserci. Il suo debutto, inoltre, avviene proprio sulla pista in cui un anno fa Carson si ruppe la caviglia.

Fanno discutere sul caso Chase anche altre cose. Il primo ovviamente è il waiver, il secondo, concessogli per i playoff, ma il precedente di Johnny Sauter nel 2019, quando a vittoria in regular season già ottenuta, mandò a muro Austin Hill sotto caution in Iowa con conseguente squalifica per una corsa ma anche posto ai playoff salvo, fa storia. Elliott intanto non chiede scusa per l’avvenuto in pubblico, lui e Denny si sono parlati al telefono ma non si sa il contenuto della conversazione. E questa reticenza alimenta la fan base dilagante di Chase che continua a difendere ad oltranza, anche oltre l’evidenza, il proprio idolo.

Passano altre 24h ed esplode un’altra bomba. La #14 di Chase Briscoe esce dal R&D Center con la penalità più grande mai comminata nella recente storia della Next Gen, l’unica di livello L3. A causa di una presa d’aria del motore e posta sul fondo vettura contraffatta (attenzione, non modificata bensì realizzata in sede e non acquistata da fornitore; la gravità sta proprio in questo) e montata nella Coke600 è stata comminata la seguente lista di sanzioni:

Lo Stewart-Haas Racing nei minuti successivi annuncia che il team non presenterà il ricorso dicendo che lo scambio delle componenti avvenuto in sede fra vettura di prova e quella di gara è stato solamente un passaggio fallito nel controllo qualità. Penalità pesanti dunque accettate ma il cui segno, per una leggerezza, rimarrà a lungo.

Finalmente si va in pista e a Gateway al sabato c’è il sole. Sorride soprattutto Kyle Busch che, precedendo di un soffio – 0.008″ – un Ryan Blaney arrivato lassù di inerzia, conquista la sua prima pole position in Cup Series in oltre tre anni (l’ultima Phoenix nei playoff 2019). A completare la top10 che si è qualificata per il secondo round Hamlin, Harvick, Truex, Logano, Byron, Chastain, Reddick e Cindric, dunque bene Penske che piazza le tre vetture là davanti. Ottimo anche Hocevar al debutto che è 26° e davanti a LaJoie, 30° dopo aver toccato leggermente il muro.

Dopo aver mandato in fondo al gruppo Jones (problemi alla leva del cambio) e Gaulding (al ritorno in Cup Series sulla #15 del Rick Ware Racing) per modifiche in parco chiuso la corsa può partire.

Il clima è caldo anche meteorologicamente, ci sono 33° a Madison e il rischio di temporali pomeridiani c’è, però è quotato al 20-25%. C’è il sole, qualche nuvola sì, ma nessuno immagina quello che sta per succedere.

Pronti via e dall’esterno Blaney tenta l’attacco su Kyle Busch e per poco non completa il sorpasso quando in curva1 al secondo giro Reddick sbaglia i tempi in frenata, si trova davanti Stenhouse, lo tocca leggermente e finisce in testacoda non rimediando danni.

Mentre il gruppo è stato appena raccolto dalla pace car, dalla direzione gara arriva proprio come un fulmine a ciel sereno un lightning hold dato che una saetta è caduta a quattro miglia dalla pista. Scatta subito, come da regolamento, la bandiera rossa.

In 1h45’09” di interruzione sulla pista non cade una singola goccia di pioggia, il temporale passa a nord dell’ovale ma abbastanza vicino da provocare lightning hold a cascata, di mezz’ora in mezz’ora di stop alle attività. Poi per fortuna il cielo torna più sereno e si può tornare a correre con appena cinque giri e 7’48” di gara all’attivo e ancora 235 tornate da completare. Da riportare che nel break un meccanico di Hamlin riesce a farsi male al volto con una pistola pneumatica fuori controllo, ma malgrado gli 8-12 punti di sutura torna al suo posto.

Al ritorno sotto bandiera gialla e dopo le soste di Reddick, LaJoie (che al via al passaggio in quarta marcia aveva per sbaglio toccato l’interruttore che fa spegnere il motore) e Ty Dillon, finalmente si può ripartire con 37 giri da disputare nella prima stage.

Stavolta Kyle Busch può scegliere l’esterno al choose cone e dunque ci va mantenendo la prima posizione. Anche il resto della top5 è invariato mentre da notare c’è il +3 di Cindric e la coppia Trackhouse finalmente è nella top10. Chastain è uno dei più combattivi e col sorpasso su Byron è ottavo, poi si ripete anche su Cindric che inizia a tornare verso la posizione di partenza. Poco più tardi, passando invece all’interno, Logano supera Harvick e si porta al quinto posto dopo qualche giro di lotta.

Dato che la situazione in vetta sembra essersi stabilizzata, l’attenzione si porta in coda al gruppo dove Reddick cerca la rimonta dal fondo e LaJoie tenta di seguirlo. Ben presto Tyler raggiunge un Larson che era partito solamente 22° e che nel primo stint di gara sta perdendo ulteriori posizioni. Al 20° giro arriva il sorpasso.

Kyle Busch sembra mantenere la prima posizione, ma a metà stage Blaney gli rifà sotto. Ryan, tuttavia, non riesce a completare l’unico tentativo che porta alla #8 all’esterno di curva4 e così Rowdy resta primo mentre la #12 paga il sottosterzo in accelerazione. Si muove qualcosa soltanto poco fuori alla top10: Gibbs e Bell superano Burton.

Fra i -20 ed i -15 le sorprese aumentano. Larson tocca leggermente il muro per il sovrasterzo e la mancanza di grip, poi viene superato in sequenza dal debuttante Hocevar (che sul parabrezza della #7 ha il nome di LaJoie) e poi da LaJoie (che invece ha sulla #9 il nome di Elliott).

Ai -10 purtroppo la gioia di Keselowski per la 500esima gara in Cup Series svanisce: un problema al motore lo fa uscire dalla top20 e lo fa precipitare in classifica fra i doppiati girando 2″ più lento degli altri. Il finale di stage vede solo qualche sorpasso come Byron che torna davanti a Chastain, un Bell in rimonta che dopo Gibbs passa anche Allmendinger e il recupero che prosegue di Reddick.

Kyle Busch vince senza problemi la prima stage davanti a Blaney (+1.5″), Hamlin (+2.4″), Truex (+3.0″), poi decisamente più staccato Logano (+8.2″), Harvick (+8.8″), Byron (+9.1″), Chastain (+12.4″), Cindric (+13.5″) e Suárez (+14.7″); seguono Bell, Stenhouse, Allmendinger, Gibbs e Burton, Reddick è 18°, Bowman 20°, Hocevar 26°, Larson 28°, LaJoie 30°, Preece 31°, Ty Dillon 32° e lucky dog con Keselowski 34°.

Il primo giro di soste premia Kyle Busch davanti a Blaney, Truex ed Hamlin; il +4 di Cindric è sospetto ed infatti Austin ha sbagliato (ancora) ed è speeding per lui. Cade anche Truex pochi secondi più tardi perché si è trascinato la tanica della benzina fuori dallo stallo. Il controllo a candele e pressione dell’acqua al motore di Keselowski non trova problemi rilevanti e quindi il team dice a Brad di proseguire finché regge. L’unico a tentare una strategia alternativa è McDowell che con due gomme riparte sesto al netto delle penalità altrui.

Green nella seconda stage per 87 giri in programma e subito caution. La strategia di McDowell salta subito a causa di Ross Chastain che sullo scatto, come fa spesso, va 3-wide all’interno e si piazza lì come a dire “io sono qua, se chiudi ti giri sul mio muso, se allarghi ti passo”. McDowell crede di aver lasciato spazio a sinistra dato che ha Logano a destra, ma la #1 è già sul cordolo (unico per un ovale), scivola e così Chastain manda in testacoda la #34 che ovviamente non apprezza.

Fra coloro che approfittano per un pit stop ci sono solo Keselowski, Larson (che deve risolvere il sovrasterzo), Truex e Cindric che rabboccano nella speranza di qualche altra caution che permetta loro di completare in qualche modo i restanti 82 giri senza rifornire.

Alla ripartenza la top3 rimane invariata con Kyle Busch, Blaney ed Hamlin, ma dopo le soste e le penalità ora la top5 è completata da Harvick e Byron. Logano cerca di risalire dopo una sosta non eccezionale ed è sesto seguito da Suárez. I nuovi ingressi in top10 al posto di Truex e Cindric sono quelli di Gibbs ed un Allmendinger forse alla miglior gara su ovale del 2023.

A sorpresa però al giro 61 (dunque ai -79) Blaney supera Kyle Busch all’interno e si porta al comando come gli era successo tecnicamente anche al primo giro. Ryan allunga subito mettendo 1″ sulla #8. Hamlin prova ad approfittarne dopo essersi difeso da Harvick alla ripartenza, ma rimane secondo.

Bello intenso, invece, è il duello fatto di sorpassi e controsorpassi fra Allmendinger e Stenhouse per la decima posizione con Reddick spettatore interessato. Chi inizia a stupire in questa fase però è il debuttante Hocevar che, entrato nella top20, non si ferma qua e nei giri successivi supera anche Almirola e Jones ed è 18°. Dietro è battaglia incredibile fra Bell (che ha perso molto terreno), Larson, Gilliland, Buescher, Cindric, McDowell e LaJoie.

Mentre Cindric è nel traffico, Truex riesce a recuperare le posizioni perse, scavalca Jones e Burton (che inizia a crollare) e vede Hocevar davanti a sé, ma Carson è più veloce e supera lui Briscoe per la 16esima posizione all’esterno.

La gara non sarà delle più accese, ma i movimenti non mancano mai, basta cercarli. Allmendinger deve cedere l’undicesima posizione al rimontante Reddick, poco più tardi un Logano (ancora buono ma non eccezionale) deve far passare Suárez che si è creato il varco con un piccolo bump&run in curva3, Chastain invece passa Gibbs ed ora è ottavo.

Siamo ai -50 e ci si appresta a vedere il duello fra Harvick e Byron con Kevin ormai a 5″ dalla vetta, tuttavia arriva la caution. Purtroppo il primo ritirato di giornata è proprio Carson Hocevar. Il pilota dello Spire Motorsports da un paio di tornate sentiva problemi ai freni e nella frenata di curva1 cede di schianto il rotore della anteriore destra. Per lui la soluzione più intelligente è quella di appoggiarsi al muro e fare un malinconico “Hail Melon” verso il ritiro.

Il cedimento del freno di Hocevar è il metaforico inizio di un altro grosso problema della gara. Mentre c’è un replay della #7 che finisce a muro, tutto si blocca. Letteralmente tutto. Immagini TV (Fox e segnale internazionale), audio, radio (MRN, SiriusXM e team radio sul sito NASCAR), cronometraggio, poi si scoprirà anche la telemetria fra vetture e team.

Dopo qualche minuto il collegamento a singhiozzo (praticamente solo le immagini televisive) torna e da casa si sospetta che sia avvenuto un blackout a Gateway, proprio come successe un paio di anni fa durante la gara dei Truck con il problema che la gara era in notturna e si spensero i riflettori. Poi verrà reso noto invece che a smettere di funzionare è stata la fibra ottica di AT&T e nemmeno all’interno del WWT Raceway (e la T starebbe per Technology…), dunque circuito e NASCAR si autoassolvono dal problema.

Quando tornano le immagini ed il cronometraggio (sempre a tratti) si scopre che Chase Briscoe è andato nel garage perché ha preso i detriti del freno di Hocevar ed il radiatore si è bucato; tornerà in gara chiudendo 34° con 50 giri di ritardo. McLeod è invece il lucky dog dopo che quello precedente era andato a Yeley.

La lunga caution serve anche a far ripartire tutto il possibile in pista, poi si apre la pit lane e tutti vanno ai box. Blaney rischia e cambia due gomme come Logano, Allmendinger, Truex e Bowman, Kyle Busch scende al sesto posto davanti ad Hamlin, Byron, Suárez e Stenhouse.

Si riparte con 38 giri da completare nella seconda stage e Kyle Busch balza subito al terzo posto mettendo AJ fra sé ed Hamlin, seppur per poco, poi Allmendinger viene passato dalle auto più veloci. In forma all’esterno anche Byron che supera Suárez.

Blaney approfitta della pista libera e di un’auto veloce per allungare, ma ad aiutarlo involontariamente ci pensa anche Logano che viene superato all’esterno da Kyle Busch solo ai -30 e quando lo fa il ritardo dalla vetta è di 1.5″. Rimonta dopo una sosta non eccezionale Harvick che si mette davanti a Chastain e Bowman tornando al nono posto. Ancora in difficoltà Bell che deve quasi frenare per non finire a sandwich fra LaJoie e Burton.

A concedere qualche sorpasso in vetta ci pensa Logano che, oltre alla vettura non al meglio, ora ha anche due gomme fresche in meno e così in sequenza nei giri successivi verrà passato da Hamlin, Byron, Suárez ed anche uno Stenhouse molto in forma mentre Truex cede più del previsto e finirà anche fuori dalla top10.

L’unica buona notizia in questa fase di difficoltà tecnica generale è che siamo al giro 120 e dunque la corsa è ufficiale. Ai box intanto i team devono fare all’antica: non ricevono telemetria dalle vetture, senza internet non possono essere in contatto con il garage virtuale in sede, né hanno software di analisi avanzati a disposizione. Rimane solo la radio ed il feedback dei piloti, nonché ovviamente la capacità tecnica dei crew chief. E forse qualcuno pagherà questo.

Negli ultimi giri il pilota che probabilmente si comporta meglio è Larson che, dopo l’inizio difficile, ora sta rimontando e si è messo dietro Allmendinger, Wallace, persino Reddick (che è un po’ stallato), Bowman (anche la #48 è in recupero) ed è 11°. Il punto finale glielo regalerà il citato crollo di Truex a causa di sottosterzo a centro curva e sovrasterzo in uscita.

Davanti Kyle Busch sta usando la testa e pian piano si avvicina alla #12 malgrado una vettura un filo troppo loose ad inizio stint e poi un pochino tight alla fine, ma Ryan gestisce al meglio la situazione sfavorevole per le gomme. Blaney dunque vince la seconda stage con pochi decimi su Kyle Busch, poi Hamlin, Byron, Suárez, Stenhouse, Logano, Harvick, Chastain e Larson; ben 32 le auto a pieni giri (Gaulding lucky dog che passa da -2 a -1) con Truex 11°, Reddick 12°, Bell 20°, Cindric 21°, Allmendinger sceso 22°, LaJoie 25°, Gibbs 26° dopo aver avuto problemi alla sosta per la #54 che si era spenta.

Altro giro di soste, Reddick completa la rimonta cambiando due gomme e passando al primo posto davanti a Byron (altro ottimo pit stop per la #24), Blaney, Hamlin, Suárez, Busch (sosta lenta), Stenhouse, Harvick, Cindric (pure lui due gomme) e Logano.

Si riparte a 93 giri dalla fine, ma saranno ricchi di incidenti. Sullo scatto Byron passa subito Reddick per la prima posizione e c’è la sensazione che William possa rimanerci lì nonostante quanto dimostrato finora. La #45 nei giri seguenti viene scavalcata anche da Hamlin ed ora Blaney deve dimostrare di essere il più veloce anche nel traffico dopo aver mancato la grossa chance alla ripartenza, soprattutto perché Busch lo segue. Non è distante da loro nemmeno Suárez.

Ai -86 Blaney finalmente supera Reddick (che lamenta poca velocità sul dritto) ed è terzo a 1.5″ da Byron e 0.9″ da Hamlin; seguono un Kyle Busch in recupero, Suárez, Logano ed Harvick ha passato Stenhouse che aveva mancato la manovra vincente su Joey. La situazione poi si stabilizza e da notare c’è soprattutto la rimonta di McDowell fino al 13° posto dopo il testacoda precedente. Chi invece è precipitato in classifica è Chastain (17°, non risalirà più) ed Allmendinger (25°)

Al comando, intanto, Hamlin fa l’elastico ma non si avvicina definitivamente a Byron. Finalmente ai -75 Kyle Busch scavalca Reddick e può tornare a pensare alla vittoria dato che Suárez perde tempo dietro alla #45 e si crea il buco. Si apre anche la finestra per l’ultimo pieno ma tutti aspettano.

Nei giri successivi Reddick viene superato anche da Suárez e Logano, Harvick sembra il prossimo a farlo ma Stenhouse scavalca un Kevin in difficoltà nel traffico e pure Larson ne approfitta, poi la caution ai -66 con proprio Tyler protagonista. La dinamica in sintesi è la stessa di Hocevar e il problema è lo stesso: rottura del rotore dei freni.

La pit lane si riapre per quella si pensa possa essere la sosta decisiva. Larson punta tutto sulle due gomme e balza al comando davanti ad Hamlin, Kyle Busch, Byron, McDowell (ancora due gomme), Blaney, Logano, Suárez, Stenhouse ed un Bowman che pagava il sottosterzo.

Momenti di paura per un meccanico di Erik Jones, Thomas Hatcher – ovvero colui che cambia le gomme anteriore – che rimane a terra seppur cosciente. Sul momento si crede sia stato toccato da Austin Dillon ma alla fine si capisce che è stato un incidente individuale. Trasportato in ambulanza prima al centro medico e poi in ospedale per accertamenti, verrà per fortuna dimesso in serata senza conseguenze di rilievo.

Green ai -57 ed Hamlin non riesce a sfruttare la prima fila dato che Kyle Busch compie la mossa a posteriori decisiva per la gara balzando al comando dall’esterno. Larson con le due gomme rimane davanti alla #11 e così Rowdy scappa. Dietro di loro McDowell fa lo stesso con Blaney e così la #8 torna padrona della corsa. Seguono Suárez, Bowman, Logano e Byron. Harvick invece perde posizioni dopo un contatto con Wallace.

Con il passare dei giri Larson e McDowell (superato da Blaney) cedono, ma a finire nei guai per il sovrasterzo è a sorpresa Byron e lo si nota tanto nel 3-wide con Bell e Truex in cui deve alzare il piede e la #24 precipita al 15° posto. Ai -50 Busch ha 0.8″ su Larson, 1.4″ su Hamlin, 1.6″ su Blaney, 2.6″ su McDowell, 2.9″ su Suárez, 3.1″ su Logano e 3.7″ su Bowman. Stenhouse ed Harvick completano la top10.

La situazione torna calma e da notare c’è solo il progressivo allungo di Kyle Busch e McDowell passato dalla #99 e dalla #22 con Joey che per poco non riesce a mettere il muso davanti a Suárez, poi però un’altra caution.

Un Gragson, ormai bersagliato anche dalla sfortuna e precipitato in classifica in zona Rick Ware Racing, subisce la stessa sorte di Hocevar e Reddick, solo che lui non riesce a reagire, non si appoggia al muro e finisce duramente contro le barriere mentre un piccolo pezzo del suo freno finisce addirittura in tribuna e colpisce senza conseguenze un tifoso.

I detriti in pista sono notevoli fra pezzi e fluidi ed arriva una veloce bandiera rossa da 9’19” per la pulizia di curva1, poi ci sono soste praticamente per tutti da Bowman e Truex in poi. Non si fermano in 16 e sono nell’ordine Kyle Busch, Larson, Hamlin, Blaney, Suárez, Logano, McDowell, Stenhouse, Harvick, Bell, Austin Dillon, Cindric, Almirola, Buescher, Burton e Gilliland. Seguono Truex, Bowman, Wallace, Gibbs, Byron e Chastain, LaJoie in coda perché ha forato sui detriti.

Ripartenza ai -37 e subito caution: Cindric manda in testacoda involontariamente Bell in curva2 senza troppi danni per la #20. Il secondo lucky dog di fila incredibilmente rimette Keselowski a pieni giri. Nel breve sprint la classifica è solo leggermente cambiata: McDowell ora è quinto su Logano e Suárez, Austin Dillon ha ereditato la posizione di Bell in top10. Truex è 11° con le gomme fresche.

Nuova green ai -31 e Larson ci prova su Kyle Busch ma deve cedere dopo un giro; Logano si riprende la quinta posizione su McDowell e di slancio ci prova pure su Hamlin, cosa invece riuscita a Blaney, Stenhouse torna in top10 davanti a Cindric e Dillon. Ma arriva un’altra caution praticamente subito per Gaulding fermo in pista con problemi alla trasmissione (terza marcia). Dato che Gray era il primo dei doppiati, il lucky dog si trasferisce incredibilmente a Briscoe che passa da -50 a -49. E Truex, risalito al nono posto, sorride ancora per la sua strategia.

Ci sono solo soste in coda (Gibbs, Ty Dillon, LaJoie e Keselowski), poi bandiera verde ai -23. Busch rimane primo per un giro poi altra caution.

In ingresso di curva1 Austin Dillon, Cindric e Stenhouse sono 3-wide, la #2 tocca la #3 che scarta verso destra e centra l’incolpevole Ricky. La dinamica è poco chiara sul momento, ma Dillon, sull’onda di quanto successo a Charlotte, accusa immediatamente (e Richard Childress butta benzina sul fuoco) Cindric di averlo mandato a muro apposta dopo averlo colpito alla posteriore destra.

Anche guardando il replay non si capisce il motivo di tali dichiarazioni. Nell’inquadratura da dietro si nota nell’approccio della curva sì un leggero spostamento di Cindric a sinistra verso la #3, ma anche il contrario con Austin che va verso la #2 cercando un ingresso migliore. Dalla visuale frontale la dinamica è infine chiarissima: è proprio Dillon quello che cambia di più la sua linea e quindi tutte le parole diventano una brutta figura.

Dopo la terza bandiera rossa di gara (4’37” per riparare le barriere), la sosta di Almirola ed il ritiro di Dillon e Stenhouse si può ripartire ai -15 con Busch ancora al comando su Larson, Hamlin, Blaney, Logano, Suárez, Harvick, Truex (che ora invece vorrebbe un po’ di green per sfruttare le gomme più fresche di 22 giri), McDowell e Wallace.

Dopo lo scatto la top5 rimane invariata, con Logano che alza il piede per non mettere Blaney in una brutta situazione ma che col passare dei giri lo attaccherà, ma a salvarli ci pensa McDowell che supera Truex e lo rispedisce al nono posto.

Kyle Busch può così allungare su Larson ed Hamlin e tutto sembra fatto visto che ai -5 ha 1.1″ di margine, poi però, esattamente come l’anno scorso qui, arriva una caution che manda tutti all’overtime.

Il quarto pilota a rimanere senza freni (e 4/36 è una frazione assolutamente da non trascurare e che la NASCAR dovrà indagare pur tenendo in considerazione la particolarità di Gateway) è Wallace che perde così l’undicesimo posto. Bubba impara la lezione di Pocono di qualche anno fa e attenua il botto appoggiandosi subito al muro in ingresso di curva1 come avevano fatto Hocevar e Reddick.

Si va dunque all’overtime, ma stavolta Logano non è abbastanza vicino da fregare Kyle Busch. La #8 scatta benissimo e approfitta di Larson che si scompone in curva2 creando il buco. Truex ci prova ad andare 3-wide con Logano e Blaney, tuttavia deve alzare il piede e ciò permette a Joey di rilanciarsi, approfittare del sorpasso di Hamlin sulla #5 e guadagnare una posizione.

Kyle Busch conquista con merito la terza gara del 2023, ovviamente la terza con il Richard Childress Racing e la coincidenza vuole che questa arrivi proprio nel 12° anniversario della rissa fra lo stesso Childress e Rowdy. Erano inoltre quasi 10 anni che il RCR non guidava 100+ giri (qui 121 su 243) in una corsa.

Dietro alla #8 concludono Hamlin, Logano, Larson, Truex, Blaney (che paga il fatto di essere finito nel traffico), Suárez (finalmente una gara senza guai ed errori e il risultato si vede), Byron, McDowell ed Harvick. Bell recupera fino all’11° posto davanti a Buescher, Cindric (con la NASCAR che comunque analizzerà l’incidente con Dillon), Allmendinger e Gilliland. Gibbs 20° davanti a LaJoie che magari non avrà entusiasmato ma pareggia il 21° posto di Elliott qui l’anno scorso. Chastain appena 22°, Bowman 26° dopo un problema al penultimo giro.

La serata di Gateway doveva essere tranquilla, invece è sembrata quasi maledetta. Per fortuna tutti ne sono usciti indenni, piloti e meccanici, malgrado fulmini, tre bandiere rosse e 11 caution. Al loro le 300 miglia di Gateway sono durate 3′ in più delle 600 di Charlotte. Ci vuole ora una Sonoma che faccia tornare la NASCAR nei ritmi normali prima di un meritato riposo.

I risultati odierni

La classifica della “Enjoy Illinois 300 presented by TicketSmarter”

La classifica generale

Così in campionato a 11 gare dalla fine della regular season della NASCAR Cup Series 2023

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Xfinity Series: Custer torna al successo a Portland!

Truck Series: Grant Enfinger trionfa nel caos di Gateway

I prossimi appuntamenti

Il prossimo weekend la NASCAR chiude la prima metà di stagione facendo di nuovo tappa ad Ovest. La Xfinity Series scenderà giù da Portland fino a Sonoma dove gareggerà sabato (per noi sarà già domenica notte alle 2:00). Il giorno dopo alle 21:30 – come sempre in diretta su Mola – ci sarà sullo stradale californiano ci sarà la Cup Series. Nella notte fra venerdì e sabato, a completare il programma, anche la ARCA West Series. Già in vacanza, invece, i Truck che torneranno a Nashville il 23 giugno dopo il weekend di riposo per tutta la NASCAR.

Ma l’attenzione di tutti nel prossimo settimana sarà anche la 24 ore di Le Mans con al via come vettura speciale del Garage 56 la Chevrolet Camaro Next Gen adattata alle gare endurance e che nei test di domenica si è già comportata molto bene. Ad alternarsi sulla vettura #24 ci saranno Jenson Button, Jimmie Johnson e Mike Rockenfeller.


Immagini: Media NASCAR

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