Incredibile triello finale fra Buescher, Reddick e Keselowski. Tyler sbaglia completamente l’attacco ed elimina sé stesso e Chris regalando a Brad la prima vittoria da team owner
110 gare di digiuno per Brad Keselowski, sei mesi a secco per la Ford in tutte le categorie della NASCAR. La gara di Darlington ha spezzato delle lunghe maledizioni e regalato a Keselowski anche la prima vittoria anche da team owner, il culmine del progetto due anni fa e che ha visto la rinascita dell’ex Roush Fenway Racing diventato ora RFK Racing. Il pilota della storica #6 sembrava essersi visto sfuggire nuovamente la vittoria all’ultimo dopo il duello perso con Tyler Reddick, ma il campione 2012 si è visto restituire la prima posizione dopo che lo stesso Reddick ha eliminato sé stesso Buescher per chiudere un bellissimo triello durato per l’intera fase finale della corsa.
La gara
Darlington rappresenta il giro di boa della regular season, infatti la tappa della South Carolina è la 13esima sulle 26 che determineranno i 16 che accederanno ai playoff. Darlington è anche terra di Throwback Weekend, anche se alla decima edizione le idee per le livree omaggio sono sempre di meno e quelle buone si contano forse sulla dita di una mano. Su tutte spiccano la #5 di Larson ad omaggiare Terry Labonte (che qui vinse la prima e l’ultima gara in carriera) e la #6 di Keselowski nei classici colori Castrol, anche se vederli su una Ford e non su una Toyota fa strano.
Dopo una sessione di libere in cui si conta già almeno una dozzina di Darlington Stripe (nessuna grave al punto che nessuno sarà costretto a partire dal fondo), la pole position in un secondo round molto imprevedibile va a Tyler Reddick davanti a Brad Keselowski e Chris Buescher. Saranno non casualmente i nomi cardine della corsa. In top10 anche Gibbs, Byron, Larson, Hamlin, Wallace, Chastain e Truex; fra i nomi in difficoltà Elliott 31° e Gragson ultimo dopo aver rischiato toccando l’apron. Erik Jones, al rientro dopo l’infortunio, è 30° ma fiducioso per la sua corsa su una delle piste che ama di più.
Alla bandiera verde Reddick dall’esterno rimane agilmente al comando su un Keselowski che deve invece tenersi dietro Gibbs. La prima stripe è per Chastain al giro 3, bloccando le gomme per non finire contro Bell, e Ross perde un paio di posizioni scivolando al 14° posto. Poco più tardi Chastain ripasserà un Kyle Busch in ombra anche oggi.
Ben presto il gruppo di testa si mette in fila indiana e prevale la prudenza e il cercare di capire se davvero si ha un degrado delle gomme di circa 2-2.5″ sui 20-30 giri testati nei 20′ di prove libere, nulla di inatteso visto che siamo a Darlington. La prima stage è da 90 giri e dunque la curiosità è tanta per vedere se ci saranno una o due soste. Reddick intanto pian piano allunga e mette sempre più decimi sulla #6 che fermerà le perdite dopo 15 giri quando ha 1.5″ di ritardo dalla vetta.
Le rimonte sono difficili dal fondo, Elliott è ancora fuori dalla top30 mentre Gragson ha guadagnato posizioni nella scia del compagno di squadra Berry. Dietro di loro in fondo la coppia Kaulig con Kraus ed Hemric che di lì a poco rimarrà senza servosterzo.
Mentre Gilliland si conferma ad alti livelli entrando in top10 ai danni di Bell e Blaney, 18° e in difficoltà pure lui, si guadagna pure lui una stripe, Keselowski inizia a rimontare sul leader e lo raggiunge al giro 25. E il trend non è favorevole solo a Brad, ma anche agli inseguitori Gibbs e Larson che di slancio ci prova su Ty riuscendoci poi al giro 34. Dopo 30 giri Reddick ha 0.3″ su Keselowski, 0.8″ su Gibbs, 1.1″ su Larson, 2.5″ su Buescher, 2.9″ su Byron, 5.6″ su Wallace, 5.9″ su Truex, 7.8″ su Hamlin e 8.1″ su Gilliland.
Poi, a sorpresa, inizia di già il primo giro di soste da Preece e Burton al giro 34 proprio mentre Gilliland scavalca pure Hamlin. Finché sono due auto in coda a fermarsi ci può stare, ma nei passaggi successivi è la volta in successione di McDowell, Cindric e poi Hamlin con Bowman, Busch e Briscoe, al giro 37 tocca a Larson e Gibbs con Byron, Truex, Gilliland e Bell, al giro 38 i leader Reddick, Keselowski e Buescher.
Dopo queste soste rimangono in pista solo quattro audaci e sono Wallace, Blaney, Stenhouse ed Austin Dillon, è chiaro che loro ormai punteranno alla sosta unica mentre gli altri 32 sembrano essersi infilati in un difficile limbo, troppo lunghi per due pit e troppo corti per uno. Stenhouse molla al giro 43, Wallace e Dillon al 44, Blaney è l’unico a toccare la metà esatta della stage.
Intanto però la classifica si è rivoluzionata con le soste, infatti Gibbs è balzato al comando davanti a Byron, Larson, Keselowski, Reddick, Buescher, Truex, Hamlin, Gilliland e Bell, poi dopo 5″ Logano; a fare la differenza non sono tanto gli errori ai box quanto più under- e overcut.
Byron è uno dei più attivi in questa fase e, staccato Larson un po’ a sorpresa, va a raggiungere Gibbs ai -35, William prova l’attacco di slancio ma Ty resiste. Questo duello ricompatta il gruppo di testa e addirittura ci sono otto auto racchiuse in 2.6″.
Inizia nel frattempo il primo giro di doppiaggi e, dopo aver passato i backmarker, il primo osso duro è un Suárez ancora in netta difficoltà ma che non molla la corsia esterna. Ad approfittare di questa situazione sono Larson e Keselowski che attaccano insieme Byron, Kyle passa ed è secondo. Dietro di loro Buescher perde due posizioni da Truex ed Hamlin.
Gibbs decide alla fine di forzare la mano su Suárez e lo doppia stringendo un po’ la #99 al muro, fatto che non facilita la gara del messicano che chiuderà 24°. Byron si stacca dalla coppia di testa, Brad non riesce a superarlo e così ai -30 si prospetta un nuovo duello per la prima posizione.
Mentre pare sempre più chiaro che i leader non si fermeranno nuovamente ai box e quindi oseranno fare uno stint di ben 50-55 giri, iniziano ad emergere i piloti che si erano fermati più tardi. Wallace supera Logano per l’undicesima posizione e sempre più vicino a Bubba c’è un Blaney che appare più veloce della #23.
Quando Gibbs sembra destinato più a guardarsi negli specchietti, ecco invece che guadagna in un sol colpo oltre mezzo secondo a Larson che ora ha 2.4″ di ritardo. Mentre sul monitor dei tempi iniziano a fioccare dei preoccupanti 32″ visto che mancano oltre 20 giri alla fine della stage, anche il mare dei doppiaggi si fa sempre più difficile da navigare. Dietro a Larson, ora a 3″ da Gibbs, Reddick vuole provarci su Keselowski e pure Truex è arrivato su loro.
Poi però la stage cambia volto: Byron crolla all’improvviso, Truex e soprattutto il leader Gibbs baciano il muro, con il muretto di Ty che invita il giovane pilota ad imparare da questi giri difficili, e Larson recupera di colpo 1″ sulla #54. La rimonta della #5 è inesorabile e, mentre Busch si guadagna una stripe più profonda, Larson raggiunge e supera senza nemmeno esitare Gibbs ai -11 che lotta con il sovrasterzo e con un cambio che predilige molto la terza marcia.
Gli ultimi 10 giri sono di resistenza pura e chi ha gestito meglio le gomme si vede. Larson non ha motivo di spingere, Keselowski infatti raggiunge pure lui Gibbs ma non riesce a passarlo di un soffio malgrado un passo che vede ormai molti 33″ rispetto ai 29.5-29.8″ di inizio corsa.
Larson vince la prima stage davanti a Gibbs (+4.752″), Keselowski (+4.574″, altra piccola beffa di millesimi per il RFK), Reddick (+5.4″), Truex (+8.5″, forse vibrazione per lui e non derivante dalla toccata al muro), Gilliland (+9.0″), Buescher (+9.2″), Blaney (+9.7″, risalito benissimo nel finale), Byron invece precipitato (+10.3″) e Wallace (+11.8″, problemi radio per lui); seguono Logano, Hamlin, Bell, Briscoe, Chastain, Bowman, Berry (+16 dal via), Cindric, McDowell e Nemechek, Hocevar dal 27° posto è il lucky dog mentre Elliott si è salvato per un pelo. Dillon e Stenhouse sono doppiati e quindi la loro strategia non ha funzionato.
La prima sosta generale, che vede stranamente molti più piloti pagare il sottosterzo che il sovrasterzo e per questo ci saranno altri errori di assetto a causa della troppa compensazione, premia lo stallo numero uno in pit lane di Reddick che torna al comando davanti a Keselowski, Gibbs, Larson (e quindi si torna come al via), Truex, Blaney, Byron, Logano, Wallace e Buescher con Gilliland che scivola al 12° posto e perde posizioni preziose (non sarà l’unica volta).
Si riparte con 87 giri netti da disputare nella seconda stage e non si sa se sia più Reddick a scattare bene o Keselowski male, in ogni caso Brad perde la seconda posizione da Gibbs dopo aver rischiato il contatto in curva2 e fallito il contrattacco in curva3; Larson perde il quarto posto da Truex (qui la toccatina c’è) che per qualche metro sogna pure il sorpasso alla #6. Entra in top10 Logano, protagonista all’apparenza di una corsa finalmente convincente a differenza di Busch che tocca il muro per ben due volte in successione seguito poi da Cindric.
Visto quanto successo nella prima stage, dal muretto dicono a Keselowski di gestire le gomme. Forse Brad ascolta fin troppo il consiglio e perde molto terreno da Reddick e Gibbs, al punto che ai -65 è staccato di ben 3.6″ (con Ty a 1″ dal leader). Poi però la prima vera caution della serata con Nemechek che finisce in testacoda da solo in curva4 rimediando tre gomme forate e tre giri persi. Austin Dillon è il lucky dog.
La caution arriva dopo una ventina di giri nella stage e, fra tempo perso per recuperare JHN e le soste, quasi certamente ci sarà un bis di quanto visto in precedenza con un secondo stint più lungo del primo. Reddick rimane al comando su Gibbs, Keselowski, Truex (che ha dovuto frenare per non finire nel panino fra la #54 e la #6), Blaney, Larson, Byron, Logano, Buescher e Wallace con Gilliland che perde di nuovo quanto stava cercando di recuperare. Stenhouse e la coppia Kaulig fanno all in puntando tutto su una wave around.
E questi tre piloti avranno ragione, infatti in curva2 alla ripartenza dei -57 arriva subito un’altra caution. Dietro a Reddick, Gibbs e Keselowski, Byron decide di andare 3-wide in curva1 con due ruote sull’apron, ma Darlington diventa praticamente un imbuto e il banking è infido, infatti la #24 scivola sempre più larga, tocca Truex che sbatte contro Blaney che finisce duramente contro il muro. Per evitare il parapiglia Larson sterza a sinistra e si tocca con Wallace mentre alla loro destra Truex finisce per tamponare un Blaney che si è piantato e pure Buescher danneggia leggermente il muso.
Mentre Preece riceve il lucky dog, per Blaney è sempre più chiaro che la sua gara è finita qui con un ultimo posto e la rabbia cresce, al punto che quando la decisione è stata presa, anziché fare retromarcia e tornare nel garage, esce dai box, si fa vedere da vicino da Byron che è dietro alla pace car, rischia grosso pure lui con la vettura danneggiata sull’apron, per poco non centra la #24 (rimandando la vendetta alla prossima occasione) e poi si ritira definitivamente.
Dopo le soste degli ammaccati (non Larson e Bubba che proseguono), delle wave around e della coppia Haley-LaJoie, la seconda stage può ripartire ai -51 con Reddick ancora al comando davanti a Gibbs, Keselowski, Byron, Logano, Wallace, Larson, Buescher, Hamlin e Berry entrato in top10.
Gibbs è ancora secondo in una ripartenza, ma sceglie ancora l’esterno dietro a Reddick e quindi lascia per l’ennesima volta Keselowski al fianco di Tyler. E lo scenario è lo stesso di prima con Brad a tornare dietro a Ty. Byron mantiene il quarto posto seguito da Larson, Logano e Wallace. Kyle sembra di nuovo quello di fine prima stage, ha passato la #22 e la #23 infilandosi nel mezzo di un 3-wide e poi supera anche Byron approfittando di una stripe della #24. Bubba invece per stare vicino a Joey deve alzare il piede e viene infilato dal trenino Hamlin-Buescher-Berry con Chris sopravvissuto ad una toccatina di Josh.
Reddick come in precedenza prende subito 1″ di margine e ancor di più su un Keselowski ancora prudente. Larson invece non recupera, infatti come Hamlin (e tanti altri) soffre di sottosterzo. Soffre anche Kraus che bacia il muro, a suo dire dopo una spinta di Zane Smith. E forse Derek pensa al karma quando pochi giri più tardi, in una fase di apparente calma e che si stava appena vivacizzando perché Reddick aveva raggiunto la coda del gruppo perdendo decimi, arriva una caution proprio per Zane Smith che finisce in testacoda in curva4 e vede la sua corsa finire ancora in anticipo contro il muro interno. Burton è il lucky dog mentre la coppia Kaulig si salva ancora.
Dato che è passato un po’ dall’occasione precedente, all’apertura della pit lane tutti vanno ai box. Reddick rimane al comando su Gibbs, Keselowski, Logano, Byron, Larson, Hamlin, Buescher, Wallace e Briscoe. Problemi all’alternatore per Truex dopo la botta precedente, wave around in coda per tutti, incluso Nemechek che rimane l’unico doppiato seppur a -2.
Si riparte per uno sprint di soli 16 giri e finalmente Keselowski riesce a mettere sull’asfalto una buona ripartenza, la prova generale per la stage finale. Fra i due ci sono anche un paio di toccatine fiancata contro fiancata, per due giri sono alla pari, poi Tyler resta al comando. Larson poco più dietro supera nuovamente un Byron ancora tight, tight come Bowman che invece perde parecchie posizioni e viene superato anche dal rimontante Elliott.
Reddick vince così la seconda stage davanti a Keselowski, Gibbs, Logano, Larson, Byron, Buescher, Hamlin, Wallace e Chastain; seguono Briscoe, Berry, Gilliland, un ottimo Haley, Gragson, Elliott, Cindric, McDowell, Bowman e Preece, Truex 22°, Busch 23°, Bell 25° dopo essere crollato di assetto pure lui dal sovra- al sottosterzo eccessivo con ciliegina sulla torta dell’essere stato messo a muro da Rowdy. Nemechek lucky dog e torna a -1.
Nuova sosta e ancora una volta la coppia al comando è Reddick-Keselowski, a seguire Byron, Logano, Larson, Gibbs, Hamlin, Wallace, Buescher e Chastain; finora soste molto pulite in assenza di penalità, ma gli errori ci sono e ad esempio Elliott precipita di nuovo in 29esima posizione perdendo tutto quanto recuperato nei 190 giri precedenti. La terza stage è lunga circa 10 giri in più delle due precedenti e quindi davvero si apre la possibilità ad una strategia su due soste.
La bandiera verde sventola a 100 giri dalla fine e stavolta Reddick rimane al comando più agilmente su Keselowski, fra di loro c’è solo un lieve contatto in curva1 che rallenta leggermente la #6 che deve vedersela con un Larson ancora efficace sullo short run dopo aver scavalcato Logano e Byron dalla corsia interna seguendo proprio Brad; dietro a loro Hamlin supera Gibbs.
Di slancio Denny ci prova anche su Joey ma si deve riaccodare. I rischi più grossi sono invece fra Wallace e Buescher e, soprattutto, Bowman ed Haley con la #48 che la relativamente la peggio. Berry ritorna in top10 davanti ai compagni di squadra Briscoe e Gragson con Noah che aveva tentato il sorpasso simultaneo di Chase e Gilliland (poco prima stretto leggermente a muro da Chastain) col solo effetto di rischiare l’incidente col compagno di squadra.
Come in precedenza Brad parte prudente e dopo 10 giri, dunque ai -90, ha già perso 2″ da Reddick mentre Larson si mantiene entro i 3″ inseguito da Byron e Logano. E col passare dei minuti il distacco si amplia ancora di più toccando un massimo di poco più di 4″ attorno ai -80, poi però, come in precedenza, Keselowski inizia il recupero sul long run, prima ancora che Tyler raggiunga la coda del gruppo rappresentata ancora dalla coppia Kaulig.
Nelle prime fasi la #6 recupera circa un decimo al giro, poi quando Reddick deve doppiare Kraus, Tyler ai -74 perde di colpo quattro decimi e quindi Kes si trova a 3.3″. Al giro successivo raggiunge Hemric e perde un secondo netto, poi altri 0.4″ e il divario si è già dimezzato. Poi ancora 0.4″ per ben due volte e quindi ai -70 Keselowski è a solo 1″ dal leader mentre Larson è a 3″, Byron a 4″, Logano ed Hamlin staccati ad 8″.
Intanto il gruppo si sta già muovendo molto: per Busch c’è l’ennesima stripe, ma anche una sosta ai -71 che è decisamente troppo anticipata ma necessaria, Chastain prosegue dopo la toccata al muro, Bell ancora in crisi pitta ai -68. Keselowski intanto non si ferma, anzi. Ora guadagna mezzo secondo al giro. Ma se questo vuol dire che ai -69 è a 0.5″, ai -68 arriva l’attacco immediato (iniziato in curva1 e chiuso in curva4) che ha successo al primo colpo: a 67 giri dalla fine Brad Keselowski è al comando a Darlington e inizia davvero a sognare una vittoria che manca da oltre tre anni.
Proseguono anche le soste, dopo Truex ed Elliott, Chastain da poco fuori la top10 è il primo dei big ad andare ai box. Ai -65 Keselowski ha 0.5″ su Reddick (loose nel traffico), 2.1″ su Larson, 3.0″ su Byron, 7″ su Logano, 8.5″ su Hamlin, 9.0″ su Gibbs, 10.8″ su un Berry ancora in risalita, 13.5″ su Buescher e 14.0″ su Wallace. E, in linea con la ripartizione equa in due soste, è Chris (appena superato anche lui da Berry) ad andare ai box ai -64 seguito da Gibbs ai -62.
I leader invece proseguono, forse sbagliano a insistere sugli stint lunghi, probabilmente è il caso di Larson che ai -58 bacia il muro (è ben più di una stripe) e viene superato di slancio da Byron. Al box #5 si attiva l’unità di crisi, Cliff Daniels scende dalla sua postazione e chiama il pit immediato quasi volendo intervenire in prima persona; dietro di loro anche Logano ha toccato le barriere ma senza troppi danni che invece riporta leggermente Gibbs al muso non riuscendo ad evitarlo.
Al giro successivo è la volta di Reddick ad andare ai box con Berry, Briscoe e Gragson. Keselowski è costretto a coprire al giro successivo mentre Logano ne aspetta un altro. Gli ultimi ad andare al cambio gomme sono Byron ed Hamlin a 54 giri dalla fine. All’apparenza tutti questi big, dunque, sono ancora una volta sulla sosta unica con secondo stint leggermente più lungo. Gli unici audaci sono Hocevar e Suárez ma senza successo.
Nel frattempo la classifica è cambiata, infatti Gibbs è leader virtuale davanti a Keselowski, Buescher (ottimo undercut il suo) e Reddick. Brad però ne ha di più e già ai -52 sorpassa nuovamente Ty. Ai -50 la #6 è di nuovo in prima posizione con 0.5″ su Reddick, 1.4″ su Gibbs e Buescher, poi Larson a 4.7″ ma che teme di aver storto un tirante della convergenza nel contatto precedente, seguono Chastain, Logano, Berry, Byron e Briscoe. Ross paga subito le gomme più fresche dei concorrenti e così scivola in fondo alla top10.
Il quartetto al comando si spezza in due coppie, Keselowski mantiene mezzo secondo su Reddick, Buescher invece non riesce a scavalcare Gibbs e così i due perdono terreno. Busch torna ai box completamente fuori sequenza, infatti ha baciato il muro per l’ennesima volta.
I ruoli intanto si sono invertiti dalla prima stage: ora è Reddick ad avvicinarsi a Keselowski anche se il distacco era già ridotto. A sorpresa, invece, Buescher si stacca da Gibbs, ma evidentemente le sue gomme hanno già dato il meglio. Non sorprende invece il sorpasso di Byron su un Larson in crisi. Ai -40 Keselowski reagisce ed ha ancora 0.5″ su Reddick, 2.8″ su Gibbs, 5.1″ su Buescher, 6.4″ su Byron, 7.6″ su Larson, 7.8″ su Logano, 8.8″ su Berry, 10.0″ su Briscoe e 16.6″ su un clamoroso Haley che precede Hamlin e Chastain.
Poi però la caution: Larson, appena passato anche da Logano, perde di colpo il controllo della vettura e finisce a muro in curva3 terminando in anticipo una corsa iniziata bene e finita nel peggiore dei modi. Stenhouse è il lucky dog.
La bandiera gialla è la notizia peggiore per Keselowski che non può sfruttare così il long run. Reddick può invece gioire, infatti la sua pit crew è ancora perfetta e Tyler torna al comando davanti a Brad, Buescher, Gibbs, Byron, Berry, Logano, Hamlin, Haley e Briscoe. Piangono invece due piloti Ford: Logano paga carissimo il primo speeding in assoluto in tutta la corsa e dal settimo posto precipita al 31° buttando al vento una gara molto buona e preziosa per la sua classifica generale, Gilliland invece crolla al 24° per l’ennesima sosta lenta del suo muretto e Todd via radio non la prende per nulla bene.
Lo stint finale sarà sulla distanza dei 33 giri e saranno mozzafiato: alla bandiera verde Keselowski azzecca al momento perfetto lo scatto giusto e rimane affiancato alla #45. Dopo un giro Reddick prevale sul traguardo per 0.002″, a quello successivo ruoli invertiti per 0.033″, poi nuovo scambio per 0.020″. Mentre Gibbs ed Hamlin sembrano già staccati, Buescher segue le due auto che ha davanti molto da vicino.
Al quarto giro affiancati, lo stallo Reddick-Keselowski si risolve con un omaggio alla storia. La volata fra Ricky Craven e Kurt Busch qui nel 2003 si risolse fra muro e fiancate ed un divario sul traguardo fra i due di appena 0.002″, il distacco minore nella storia della Cup Series fino alla settimana scorsa. E in curva4 ai -29 si ripete la stessa scena, Keselowski si allarga leggermente, Reddick si appoggia al muro e a Brad e sul traguardo Tyler è davanti di 0.021″ sulla #6. 21 anni fa il terzo incomodo (Dave Blaney, il papà di Ryan) non riuscì ad approfittarne, qui invece Buescher si tuffa all’interno, quasi vicino al muro interno per evitare un possibile se non probabile incidente alla sua destra e sulla linea è lui al comando per 0.031″, chiudendo il sorpasso ben prima di curva1.
Buescher è passato dunque in prima posizione, Reddick alla fine è riuscito a mettersi dietro Keselowski dopo un altro giro affiancati e il triello prosegue in fila indiana. Dietro di loro la classifica non è ferma però, Berry continua a stupire ed entra in top5 superando Hamlin.
Chris mantiene a lungo circa mezzo secondo su Reddick, Keselowski invece si tiene leggermente più dietro a circa 1″. La battaglia fisica diventa invece di nervi. È tutta questione di centesimi, poi però si capisce che dei tre, come in precedenza, Chris è quello con la vettura peggiore sul long run e quindi da -18 in poi Tyler si avvicina e ai -17 è già arrivato. Non ci sono doppiati in vista, tutto si giocherà con le proprie forze e debolezze.
Si rimane con distacchi di circa 0.3″ e 0.9″ per i giri seguenti, ma si vede che, quando Tyler si fa più sotto, in scia la #45 è più loose di quanto il pilota vorrebbe. E qui Reddick commette un errore imperdonabile.
Se il bump&run di Logano su Byron proprio qui due anni fa fu giudicato probabilmente eccessivo perché arrivato a un giro e mezzo dal traguardo e non all’ultima occasione utile, l’attacco profondo di Reddick arriva addirittura a nove giri e mezzo dalla fine. Ad essere onesti Buescher è il primo ad appoggiarsi al muro in curva3, ma anche senza questo dettaglio Reddick sarebbe arrivato lungo e addosso alla #17 in una manovra completamente sballata. I due si toccano, Chris colpisce nuovamente le barriera ed i due proseguono con Buescher di nuovo davanti a Reddick.
Poi però il doppio colpo di scena: sul traguardo ai -9 Reddick rallenta, ha forato e quindi Keselowski lo infila. Mezzo giro più tardi in uscita di curva2 succede lo stesso a Buescher e quindi Brad eredita il comando della corsa. Sia Tyler che Chris devono andare ai box, ma Reddick ha perso completamente il filo e sbaglia pure l’ingresso in pit lane rimediando una penalità.
Brad si trova così a otto giri da una clamorosa vittoria a dover gestire 1.4″ su Gibbs e 2.1″ su Berry, tutti gli altri staccati. Keselowski però si dimostra un veterano e non sbaglia un colpo, concede a Ty qualche centesimo ma non di più. Poi però c’è solo il tempo di festeggiare.
Brad Keselowski vince a Darlington e rompe così tanti digiuni: il suo che durava da 110 gare, oltre 1100 giorni, quello della Ford che nel 2024 era ancora a secco in NASCAR e non solo in Cup Series dopo tante beffe, incluse tre volate perse rispettivamente per 0.001″ (Buescher in Kansas), 0.002″ (Ryan Sieg in Texas) e 0.003″ (Blaney ad Atlanta). Infine, erano otto anni (Tony Stewart a Sonoma) che un pilota non vinceva su una vettura di cui era comproprietario e dunque il ciclo di rinascita del RFK Racing iniziato appunto dall’aggiunta di quella K si può dire completato.
Dietro a Keselowski chiudono Gibbs (+1.2″), un ottimo Berry (+1.4″), Hamlin (+3.0″), Briscoe (+4.2″), Byron (+6.1″), Wallace (+8.5″), Bowman (+9.4″), Haley (+10.6″, Justin regala la prima top10 al Rick Ware Racing che non sia arrivata su uno superspeedway) e McDowell (+11.7″); seguono Chastain, Elliott, un Bell risalito nel finale, Gragson, Gilliland, Jones 19°, Logano 21° dopo non essere riuscito a superare Cindric, Truex 25°, Busch 27°, Dillon 28° (crisi nera RCR), Buescher 30° e Reddick 32° entrambi a -2.
Mentre Brad festeggia come sempre con la bandiera americana, in pit lane va in scena l’inevitabile confronto ravvicinato fra Buescher e Reddick con Chris che va a cercare Tyler. Il pilota Toyota cerca subito di chiedere scusa per la manovra (di sicuro non sporca, ma poco lucida certamente), ma il pilota RFK è decisamente arrabbiato e il fulcro della discussione sta tutto nella sua frase finale: “Non dovevi correre così solo perché tu hai quell’adesivo. Io non ce l’ho”.
L’adesivo, ovviamente, è quello simboleggiante la vittoria di Talladega che ha virtualmente qualificato Reddick ai playoff mentre Buescher deve ancora lottare. Questa vuol dire la regular season della NASCAR. La seconda metà di stagione regolare inizierà dopo la All-Star Race con molti piloti che andranno oltre i propri limiti per ottenere proprio quel maledetto adesivo.
I risultati odierni
La classifica della “Goodyear 400”
La classifica generale
Così in campionato a metà della regular season (gara 13) della NASCAR Cup Series 2024
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I prossimi appuntamenti
Il prossimo weekend NASCAR sarà quello di North Wilkesboro con la gara della Truck Series sabato sera e per la Cup Series la All-Star Race divisa in tre fasi, venerdì le prove libere e la qualifiche per Open e ASR, sabato le batterie della ASR, domenica (in diretta su Mola) Open e All-Star Race.
Immagine: Media NASCAR
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