NASCAR | Cup Series, Kansas: volata storica, Larson batte Buescher di un millesimo!

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Tempo di lettura: 28 minuti
di Gabriele Dri @NascarLiveITA
8 Maggio 2024 - 09:00
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Gara avvincente dopo un rain delay di tre ore. All’overtime Buescher e Larson lottano e arrivano sul traguardo separati da pochi centimetri con Kyle che vince al fotofinish


Cavalli e volate (no, niente “Cavalli e Segugi” per citare una delle rubriche attualmente più di successo nei podcast sportivi), questa la sintesi del weekend del Kansas per la Cup Series. In questa occasione, tuttavia, niente discussioni sulla potenza del motore della Next Gen, ma cavalli veri. Infatti il Kentucky Derby, la corsa ippica più prestigiosa d’America, disputatasi nel weekend si era chiusa con un clamoroso fotofinish e la vittoria di Mystik Dan di un muso per il primo arrivo ravvicinato a tre dal 1947.

E la NASCAR, forse punta nell’orgoglio (e nei meme che hanno subito ripescato la volata di Atlanta), ha deciso di rispondere per le rime il giorno successivo sul Kansas Speedway in una giornata iniziata male per il rain delay e finita sotto le luci con tutti gli spettatori in piedi di fronte a quanto successo al traguardo. Un arrivo talmente ravvicinato che sul momento il trasponder aveva dato Buescher vincente per 0.000″, ma il fotofinish ha ribaltato il verdetto assegnando il successo a Kyle Larson con un margine ufficiale di 0.001″, il più risicato nella storia della Cup Series e il secondo assoluto in tutta la NASCAR dietro ai 0.0004″ della corsa della Xfinity Series a Daytona nel 2018 vinta da Tyler Reddick su Elliott Sadler dopo cinque overtime.

La gara

La NASCAR Cup Series arriva in Kansas per la prima di due gare chiave. Quella del weekend, infatti, è la 12esima corsa stagionale ovvero un terzo di campionato, la prossima a Darlington segnerà il giro di boa della regular season. E la classifica si sta spezzettando in blocchi sempre più netti con una fuga di 18 piloti in lotta per i 16 posti disponibili per i playoff.

Si arriva nel Midwest ed il meteo ballerino regna sovrano. A lungo si teme il peggio per sabato e domenica per quanto riguarda la pioggia, poi con il passare dei giorni la situazione sembra migliorare per poi arrivare ad un epilogo domenicale invece abbastanza sfortunato e contraddistinto da un lungo rain delay.

Sabato è giorno di qualifiche in un ricco programma che vede impegnate anche Truck e ARCA Series. Dopo i controlli tecnici filati via lisci si va a disputare le libere. Tyler Reddick sulla #45, vincitrice di tre delle ultime quattro gare in Kansas con tre piloti diversi (Kurt Busch, Wallace e appunto Reddick), è il più veloce malgrado un bacetto al muro precedendo Byron, Wallace, un Gragson ancora rapido ed Hamlin. Tristemente ultimo Jimmie Johnson, qui ancora come previsto sulla #84 del Legacy MC che ha riconfermato precauzionalmente Corey Heim sulla #43 malgrado Erik Jones avesse ricevuto l’ok dai medici per tornare al volante.

In fondo alla classifica delle libere anche Austin Hill, qui sulla terza vettura del RCR che in ottica circuiti stradali sta vivendo l’enigmatica vicenda di Brodie Kostecki che – secondo le indiscrezioni – pare si sia disinteressato all’avventura americana con forte disappunto successivo dello sponsor, un Logano ancora in difficoltà così come Cindric, un Zane Smith che cerca il rilancio anche grazie al concomitante secondo posto nella gara dei Truck, i part timer Herbst e Kraus (rispettivamente su #15 e #16) e Ryan Preece, coinvolto sempre di più, suo malgrado, dalle voci che vedono lo Stewart-Haas Racing in procinto di avviare trattative per vendere un charter.

Passano pochi minuti e si va dritti in qualifica per altri ribaltoni e colpi di scena. Nel primo turno per il Gruppo A c’è il clamoroso tentativo di Hail Melon di William Byron che in curva1 finisce loose, tocca il muro ma tiene giù il piede perdendo però 1.4″ dal giro più veloce (ma è comunque davanti di 0.2″ rispetto a Kraus). Si risvegliano le Ford, ma Chase Elliott all’ultimo rompe la top5 tutta Mustang e avanza con Briscoe, Cindric (che nelle libere era 35°), Gragson e McDowell; fuori Buescher per 0.002″ e incredibilmente non sarà la beffa più incredibile del suo weekend, Hamlin, Heim (comunque buon 20° in griglia) e Blaney appena 26° dopo aver toccato pure lui il muro. Nel Gruppo B si assiste ad un piccolo replay: Larson da ultimo a scendere in pista balza al comando qualificandosi con Gibbs, Chastain, Busch e Bell; Logano è out per 0.010″ davanti a Truex e Reddick.

Il secondo round è molto enigmatico e si fatica a trovare chi potrebbe conquistare la pole position. Alla fine ad ottenerla è Christopher Bell (alla quinta pole in carriera in Kansas, tre in Cup Series, una in Xfinity e una in Truck) davanti a Chastain, Gragson (miglior qualifica in carriera), Larson, Busch, Gibbs, Cindric, McDowell, Elliott e Briscoe, ultima vittima del muro in curva1.

È domenica e il clima è ottimistico per quanto riguarda la corsa visto che le percentuali di pioggia sono scese dal 20% al 10%. Tutto tranquillo quindi, e invece il vento non gira verso Est come previsto, anzi soffia verso Nord portando sul Kansas Speedway una pioggerellina fastidiosa, quella che bagna la pista quel tanto che basta a provocare un rain delay che alla fine durerà tre ore. La NASCAR e la FOX si dimostrano comunque sempre molto ottimiste dato che la pista è dotata di impianto di illuminazione; avranno ragione malgrado un radar mai completamente sgombro, al punto che si disputeranno tutte le 400 miglia in programma, anzi 400.5 che diventeranno 402 con l’overtime.

Non dovendo mandare auto in fondo alla griglia per penalità (tutti gli ammaccati hanno dovuto subire riparazioni solo alla carrozzeria), dopo la sorpresa per la mancanza di una competition caution malgrado la pioggia (seppur non troppo intensa) caduta e una tradizionale processione dietro la pace car in attesa che si riesca ad asciugare anche la pit lane, la corsa può avere finalmente inizio.

Bell dall’esterno non scatta al meglio e Chastain gli rimane al fianco a lungo mentre dietro di loro Larson è terzo prima di vedersi attaccato da Gragson; più dietro Bowman apre subito il 3-wide. In uscita di curva4 al secondo giro Chastain quasi si tocca con Christopher che aveva sfiorato il muro e dal rallentamento reciproco ha la meglio Ross che passa al comando. Gragson è passato al terzo posto mentre Gibbs cerca di tenere il quinto posto dall’attacco di Cindric prima e di Busch dopo che va 3-wide per tutto il quarto giro; Ty si difende con successo.

La gara si dimostra viva fin dal principio e le condizioni della pista incognite fanno prevalere i cosiddetti comers and goers, ovvero chi rimonta dopo una qualifica insufficiente e chi cede non riuscendo a tenere la vettura.

Di solito dopo qualche giro la situazione si stabilizza, invece fra il giro 6 e 7 si assiste al controsorpasso di Larson su Gragson e al ritorno di Bell sul leader, Chastain tuttavia riesce a resistere tenendo l’esterno malgrado i due per un momento siano affiancati. E Larson dietro di loro assiste interessato, riuscendo a superare la #20 al giro 10. Chi sta recuperando intanto è la coppia JGR composta da Hamlin e Truex che entra in top10 superando McDowell.

Dopo un attimo di riposo ricomincia la lotta per la vittoria di stage e Chastain mette in pratica subito il cosiddetto mirror driving, ovvero il tema di discussione della settimana dopo Dover, la tecnica di chi è davanti di sfruttare l’aerodinamica (e generare turbolenze) per togliere carico aerodinamico ad un inseguitore che, anche se molto più veloce, non riesce ad avvicinarsi abbastanza per tentare un sorpasso. Nulla di innovativo, solo che in certe occasioni la tattica è molto più evidente e frustrante.

I piloti più in forma verso il long run sembrano essere Byron, dal fondo della griglia alla top20, e soprattutto Hamlin che riesce a superare anche Busch per il sesto posto e vede Gragson, passato prima da Gibbs e poi da Buescher, sempre più vicino. All’improvviso però va in difficoltà anche Larson che, evidentemente, ha tirato troppo per stare vicino a Chastain e viene raggiunto nuovamente da Bell.

La prima stage è da 80 giri e l’assenza di una competition caution ha dato respiro alla corsa in maniera positiva. Il giro di soste regolare di metà stage si apre così al giro 32 con il pit di Gilliland. Al passaggio successivo è la volta di Truex, Bowman, Reddick, Wallace e un Blaney di poco fuori dalla top15. Ancora 1.5 miglia ed è il turno di Chastain, Larson e tantissimi altri. Mancano all’appello dei leader solo Bell e Busch, Kyle fa un overcut di un solo giro, Christopher di due. Fra i pochi audaci ci sono Hill, Hemric, Kraus e Burton, l’ultimo a cedere è Derek che ancora una volta trascorre qualche giro al comando della sua giovane carriera in Cup Series. Un’altra giovane carriera, quella di Corey Heim, viene disturbata da uno speeding.

Nel frattempo con gomme fresche è battaglia di slide job fra Chastain e Larson. Kyle passa Ross, la #1 risponde al giro successivo, la #5 si deve riaccodare. Bell ha pagato i giri in più in pista ed è finito dietro a Gibbs e Buescher mentre Truex è balzato davanti ad Hamlin e Busch. Trascorrono un paio di minuti e il duello per la leadership (seppur ancora virtuale visto Kraus in testa) ricomincia sempre a base di slide job e sempre con Chastain ad avere la meglio, solo che stavolta a disturbare Kyle ci pensa un numero sempre maggiore di doppiaggi fra cui Preece e in vista ci sono anche gli altri due piloti SHR Briscoe e Berry.

Probabilmente nella bellissima battaglia in vetta è passato inosservato il sorpasso di Hamlin su Truex per il sesto posto. Denny è uscito dai box con circa 4″ di ritardo da Chastain, ma la lotta fra la #1 e la #5 gli ha permesso di recuperare poco meno 1″ ed è quindi a 3.3″ ai -35. Pochi istanti più tardi la #11 supera anche il compagno di squadra Bell con Christopher che prova a seguire Hamlin.

La terza fase incredibile di slide job permette ad Hamlin di scendere sotto i 3″ da Chastain e, soprattutto, senza ostacoli di superare Buescher per il quarto posto ai -30. E di colpo è a 1.5″ dai duellanti. Alla fine, però, Larson riesce finalmente a scavalcare Chastain ai -29 e prova l’allungo, tuttavia la brutta notizia per lui è che Gibbs viene superato da Denny ai -21 e Ross viene subito raggiunto dalla #11.

Saltata immediatamente la #1, ad Hamlin non rimane che colmare il mezzo secondo di ritardo dal leader per poi superarlo quasi immediatamente (ci vogliono tre tentativi) ai -12 iniziando la manovra all’interno di curva4 e completandola due giri più tardi. Dietro al terzetto al comando, intanto, Buescher ha appena superato Gibbs per il quarto posto, ma Bell sta emergendo alla distanza dopo il tempo perso con la strategia. Dopo una toccatina di Reddick al muro di curva2, Chastain tenta la reazione per il playoff point ma Denny si difende alla meglio.

Hamlin vince in rimonta dal 14° posto una magnifica prima stage precedendo Chastain, Larson (alla fine staccato di quasi 3″), Bell, Buescher (+5″), Gibbs (+6″), Truex (+7″), Busch (sottosterzo per la #8), Gragson (10″) ed Elliott; McDowell esce sconfitto dal duello con Chase ed è 11° su Cindric, Byron, Reddick, Keselowski, Blaney, Bowman, Wallace, Nemechek (che aveva iniziato bene) ed Hocevar. Il mega duello in vetta permette a molti backmarker di salvarsi e così Preece è il lucky dog dal 35° posto con i soli Burton, Heim ed Herbst doppiati.

Il secondo giro di soste (nel quale si scopre che più di qualche auto aveva l’anteriore destra quasi sulle corde) premia Chastain che torna al comando di un pelo davanti a Bell, Larson, Gibbs, Buescher, Truex, Busch, Hamlin (ben sette posizioni perse per evitare Austin Hill nello stallo davanti a lui, fatto che provocherà il lamento di Denny sul suo podcast), Elliott e Gragson; penalità per speeding per JHN.

Alla ripartenza mancano 77 giri da disputare nella seconda stage e Bell scatta meglio di Chastain, i due sono affiancati fino a curva4 dove Ross all’interno finisce loose e si allarga quasi accompagnando involontariamente la #20 a muro. I due così aprono un portone all’interno dove si infila Larson che torna al comando. Ma non è finita qui: Gibbs di slancio sceglie l’esterno e sul trioval si infila nello spazio minuscolo lasciato da Bell nei confronti delle barriere. L’apoteosi arriva pochi centesimi più tardi quando Buescher cerca di passare fra la #1 e la #20. E solo perché Truex è una lunghezza più indietro non si crea un clamoroso 6-wide dato che Martin ha scelto come traiettoria quella fra la #5 (che è sull’apron attaccato all’erba) e la vettura di Chastain. Alla fine di questo 5-wide da standing ovation la classifica vede Larson davanti alle coppie Truex-Buescher, Busch-Gibbs, Chastain-Bell ancora appaiate come se nulla fosse successo ed Hamlin-McDowell.

Ci vuole qualche giro prima di vedere di nuovo il gruppo in fila indiana, proseguono ancora gli attacchi, le difese, gli slide job. Larson guida dunque su Buescher, Gibbs, Truex, Busch, Bell e Chastain che viene passato poco più tardi anche da Gragson mentre Hamlin è rimbalzato all’11° posto dietro anche a McDowell e Bowman.

Queste battaglie permettono a Larson ai -60 di avere quasi 3″ si vantaggio su Buescher e, soprattutto, oltre 7.5″ su Hamlin che ha iniziato la sua seconda rimonta ed ora è settimo dopo aver superato Gragson mentre Chastain è precipitato al decimo posto e, praticamente, esce così dalla lotta per la vittoria proprio nello stesso istante in cui, invece, fa capolino sulla pista un timido sole che è sì avviato verso il tramonto, ma comunque scalda la pista.

Come in precedenza, tuttavia, Larson non sembra il migliore sul long run e ai -50 Buescher ha già rosicchiato quasi 1″, il tutto mentre arriva già un nuovo giro di soste sotto green con alcuni dalla coda ma poi arrivano Blaney, Logano, Byron, McDowell, dunque ai -45 Buescher, Gibbs e Buescher con questi ultimi due che si ostacolano leggermente per entrare nel rispettivo stallo; altro errore per Nemechek che arriva lungo nel riquadro. Larson copre Chris subito al giro successivo insieme a Busch e Truex lasciando la coppia 23XI, stranamente in ombra oggi, al comando. E la sosta del leader vede un problema nell’avvitamento della anteriore sinistra (pit da 15.4″). Larson lascia la pit lane dietro alla #8 e alla #19 ma anche della #17 e quindi Buescher è il nuovo leader (solo per poco tempo virtuale) della corsa.

A classifica assestata la situazione vede ai -35 Buescher al comando con 1.2″ su Busch, 1.8″ su Gibbs, 3″ su Larson, 4.2″ su Truex, 6.3″ su Hamlin, 6.8″ su un Bowman in recupero, 8.2″ su Gragson, 8.5″ su Bell e 9.6″ su Chastain davanti nettamente ad Elliott e Byron con William incapace di proseguire la clamorosa rimonta dei primissimi giri.

Il secondo stint della stage vede un gruppo decisamente più allungato, quindi le battaglie sono più rare seppur non meno intense. Ai -30, giro di boa che rende la corsa ufficiale, Larson riesce a superare Gibbs per il terzo posto ed ora è a 2.5″ dalla #17 proseguendo nel recupero che inizia a mettere in pratica esattamente come in precedenza anche Hamlin.

Ai -25 Kyle raggiunge Kyle, ovvero Larson torna sotto a Busch mentre riprende la lotta fra Bell e Chastain, anche se per posizioni meno nobili rispetto a prima. Poco più tardi Buescher doppia Briscoe in quel momento, poi riuscirà a raggiungere Suárez che è poche lunghezze più avanti; Daniel resiste per un po’ all’esterno agli attacchi della #17 prima di cedere in un’altra gara no per il messicano.

Larson sospinge Busch ad avvicinarsi al leader, il pilota Hendrick riesce a superare quello del RCR, tuttavia la #5 sbaglia il doppiaggio di Briscoe in curva1-2 e così prima permette a Busch di tornargli davanti, ma soprattutto perde il tempo fondamentale per pensare di riprendere il primo posto. Larson torna alla piazza d’onore ai -15, tuttavia il potenziale mezzo secondo di ritardo è raddoppiato. Ai -12 Hamlin si porta al quarto poso e vede sempre più vicino un Busch che ha mollato dopo il sorpasso subito. Lo scambio di posizioni fra gli ex compagni di squadra arriva ai -4 dopo un paio di tentativi.

Buescher vince la seconda stage davanti a Larson (+0.75″), Hamlin (+2″), Busch (+3.5″), Truex (+4.25″), Gibbs (in calando nel finale), Bowman (+7.5″), Reddick (il cui precedente overcut di sette giri alla fine ha pagato, +8″), Chastain e Gragson mentre Bell è scivolato al 12° posto dietro anche ad Elliott dopo una bella battaglia fra questi ultimi cinque nel finale e Noah che toglie l’ultimo punto a Chase in volata. Briscoe al 30° posto è il lucky dog dopo aver superato Suárez all’ultimo giro.

Nuovo giro di soste e nuovo cambio di classifica: Larson torna al comando davanti a Buescher, Busch, Gibbs, Truex, Chastain, Reddick, Elliott, Gragson e Bell. Ed Hamlin? Beh, ha avuto ancora problemi ad uscire dallo stallo, stavolta con Preece che stava lasciando la fast lane prima del suo pit stop. Arriva però un altro colpo di scena: Buescher non solo riparte con un tear off del parabrezza incastrato sul tetto, ma i suoi meccanici hanno commesso una falsa partenza e quindi per la #17 c’è una deleteria penalità. Chris decide incredibilmente di non fermarsi ai box per togliere il detrito; volerà via per sua fortuna al restart.

La bandiera verde sventola a 94 giri dalla fine, ma durerà poco, infatti si è innescato il classico cautions breed cautions. Sullo scatto Larson dall’interno rimane davanti a Busch anche grazie alla spinta di Truex mentre Gibbs si allarga cercando più aria fresca che un 3-wide. Più dietro, invece, i 3-wide o quasi 4-wide sono numerosi e vedono coinvolto anche un Bell che è stato risucchiato in fondo alla top15 a vantaggio invece di Hocevar che è 11°. Dopo due giri e mezzo di battaglia arriva la caution: in curva1 Johnson rallenta per approcciare la piega, secondo LaJoie il sette volte campione ha frenato troppo bruscamente (forse tradito da uno sbuffo di fumo che esce dalla vettura di Wallace che lo trae in inganno) e lo tampona per il disappunto visibile di Jimmie. Vengono coinvolti nel parapiglia anche Hemric ed Austin Hill, ma l’unico ritirato è proprio Johnson. Nemechek è il lucky dog.

Nuova ripartenza, senza ovviamente pit stop in vetta, ai -84 con Larson sempre primo su Busch, Truex, Gibbs, Reddick, Chastain, Bowman, Gragson, Byron (prima volta in top10) ed Elliott. Larson rimane al comando all’apparenza più agilmente di prima, poi però viene infilato da Busch che incrocia in uscita di curva2 e passa in curva3. Di slancio da dietro prova ad infilarsi nella battaglia anche Truex, però sul rettilineo opposto al giro successivo arriva un altro incidente dato che il 4-wide in curva2 non va a buon fine.

Tutto nasce da Hamlin, ancora invischiato nella lotta poco fuori dalla top10, che perde la vettura in scia ad Elliott e scivola verso l’esterno, Stenhouse riesce ad aggirarlo, ma così si crea un 4-wide che vede da sinistra a destra Logano, Bell, Hamlin e Cindric. Anche Joey scivola leggermente, Bell si allarga per evitarlo, Hamlin fa lo stesso nei confronti della #20 ma così stringe a muro la #2 che sta arrivando di rincorsa. Wallace dà il colpo di grazia ad Austin e lo manda in testacoda coinvolgendo anche McDowell. Danni importanti per la #23 e la #34, ma l’unico ritirato è Cindric. Suárez è il lucky dog.

Ancora nessuna sosta e la nuova classifica recita stavolta Busch primo su Larson, Truex, Gibbs, Chastain, Reddick, Bowman, Gragson, Byron ed Elliott. Green ai -77 e la #5 scatta malissimo, al punto che Gibbs per poco non gli ruba il secondo posto. La calma dura però ancora una volta un solo giro e mezzo, poi in coda Burton finisce in testacoda in uscita di curva2 per un’altra caution.

Mentre Harrison riparte a fatica con le gomme forate facendo quasi un burnout e annotando il fatto che il pilota della #21 facendo tutto da solo ha perso anche il lucky dog, si prosegue ancora senza soste in vetta dato che la finestra per l’ultimo pieno non è ancora aperta e si deve riscrivere ancora la classifica: Busch, Larson, Gibbs, Truex, Chastain, Reddick, Byron, Bowman, Hocevar e Gragson in top10. Nella pancia del gruppo, invece, Hamlin tenta qualcosa di diverso e, seguito da altri piloti come Buescher, Reddick e gli ammaccati, sfalsa la sua strategia per un pieno e quattro gomme fresche.

Mentre la luce del sole si va sempre più affievolendo, bandiera verde ai -70 e caution ai -69: mentre Larson rende il favore a Busch aggirandolo in curva2 e mettendo il muso davanti alla #8, Briscoe si allarga in curva4 e incrocia la traiettoria con quella di Logano che finisce in testacoda in curva4 e, ancora una volta, si spiaggia con le gomme forate perdendo un paio di giri. Heim è il lucky dog.

Stavolta è l’occasione per i leader per effettuare una sosta e praticamente tutti vanno ai box, ma con varie strategie. Ad esempio Busch esce davanti a tutti cambiando solo due gomme, poi ci sono Chastain, Gragson, Bell, LaJoie e Dillon, dunque solo ora Larson (primo con un pit completo) Herbst, Gibbs e Truex. Ma al comando c’è Todd Gilliland (fermatosi alla prima della serie di caution e gomme più usurare della #11 di 15 giri) seguito da Hamlin, Buescher, Haley, Wallace e McDowell con Rowdy al settimo posto.

Green ai -62 e stavolta si riesce ad andare avanti a lungo. Ovviamente Gilliland può poco ed Hamlin balza al comando dall’esterno di curva2; a seguire la #11 è Buescher mentre Busch rischia grosso sfiorando il muro tenendo giù il piede. E così Hamlin ha rimesso in piedi per la terza volta una gara in continua rincorsa. Buescher tuttavia non molla e lo attacca all’interno ai -60 e passa al comando. Denny rimane lì, conscio che come in precedenza sullo short run non ha la vettura più veloce.

Dopo sei giri al comando Buescher vede Hamlin riattaccarlo in curva1, la #17 rimane appaiata alla #11 per il giro e mezzo successivo, poi Denny chiude la pratica con uno slide job. A classifica assestata, ai -50 Hamlin dunque precede Buescher, Busch, Larson, Gilliland, McDowell, Wallace (malgrado i danni), Bell, Truex ed Elliott con Hocevar e Reddick poco distanti mentre Gibbs è rimasto invischiato nel traffico ed è addirittura fuori dalla top20.

Buescher le tenta tutte per rimanere con la #11, sembra destinato a staccarsi col passare dei giri, e invece Chris ne ha ancora, ne ha per davvero. Cerca sempre l’esterno e tiene alta l’inerzia, ai -46 tenta l’attacco all’interno in curva1 ma non va, si riorganizza e ai -42 si rifà vedere, ai -40 ci prova per davvero, stavolta addirittura all’esterno di curva4 cambiando totalmente tattica e sul traguardo ha il muso davanti ad Hamlin. Denny, tuttavia, affonda in curva3 e lo slide job tiene. Hamlin è dunque rimasto al primo posto e stavolta lo fa sul serio, alla lunga pare quasi definitivamente. In tutto questo Larson non riesce ad approfittare del duello davanti a sé e rimane a circa 1-1.5″ da Hamlin tenendo sotto controllo Kyle Busch circa 1″ più dietro.

Ai -25 Hamlin ha sempre solo 0.4″ su Buescher, seguono Larson a 1.15″, Busch a 2.25″, Truex a 3″, Bell a 5.5″, Gilliland (sempre bravo in queste situazioni strategiche) a 6.5″, Elliott a 8″ con Keselowski e Blaney a 9″ con Brad e Ryan per la prima volta in top10 in tutta la gara dopo aver approfittato dei cali fisiologici di McDowell e Wallace.

E qui, come per Hamlin nella prima stage, proprio ai -25 arriva poco notato il sorpasso di Keselowski su Elliott per l’ottava posizione. Sarà solo l’inizio di una travolgente rimonta della #6, infatti mentre davanti devono gestire le gomme per lo stint più lungo della corsa e fare un anche un pochino di fuel saving che ai -20, almeno per la radio del leader, diventa un po’, Keselowski emerge alla distanza, stacca immediatamente Elliott, recupera sulla strada Gilliland scavalcandolo ai -18.

È una battaglia sul filo dell’acceleratore, Hamlin e Buescher devono gestire ma non possono, Larson vorrebbe forzare loro il ritmo avendo, sentendo il suo crew chief benzina per tre giri in più rispetto alla bandiera a scacchi, ma non sembra avere la vettura di inizio gara ora che il sole è calato. Chi va come un treno è Keselowski che ha già recuperato 2″ a Denny e vede davanti a sé non solo Bell ma, ai -14, Busch sbagliare curva2 e venire infilato da Truex.

È questa la fase in cui, mentre Gibbs va ai box, Hamlin emerge alla distanza e guadagna 0.75″ a Buescher in appena tre giri portando il suo vantaggio a 1.4″ su Chris e 1.85″ su Larson quando mancano appena 12 giri alla fine.

Sembra tutto destinato ad un’altra vittoria di Hamlin dunque, il fuel saving funziona, il vantaggio è aumentato ma il rischio di rimanere a secco c’è sempre e dai -11 in poi il ritmo di tutti i leader di alza notevolmente. Parte dunque la caccia di chi vuole andare all in, ad esempio Truex che supera un Larson crollato a 3″ di colpo e che viene raggiunto anche da Keselowski. Martin supera Buescher in curva4 ai -9 ed è a solo 1″ dalla vetta. Tutto si riapre improvvisamente.

Ai -7 Hamlin ha 0.7″ su Truex, 1.3″ su Buescher, 3.2″ su Busch, 3.5″ su Keselowski, 4.3″ su Larson, 5.9″ su Bell, 8.9″ su Gilliland, 9.6″ su Elliott e ben più staccato Gragson a 14″ a chiudere la top10, quando tutto si ribalta completamente dato che Kyle Busch finisce in testacoda tutto da solo all’interno in curva2 senza nemmeno essere pressato da vicino da Keselowski; Wallace è il lucky dog.

Pittare o non pittare? La decisione da prendere è ardua anche perché non si sa ancora se si andrà in overtime o no. Tutti hanno almeno un set di gomme in pit lane quindi da questo punto di vista non ci sono problemi, ma non fermarsi e vedere poi un’altra caution vorrebbe dire quasi certamente rimanere a secco.

La pit lane si apre ai -4 e tutti si fermano. Hamlin cambia due gomme, Truex quattro, Larson pure lui due ma la pit crew esita un pochino nella ripartenza, Keselowski pit completo. Dunque alla pit exit la classifica aggiornata vede davanti nove piloti con due pneumatici freschi: Hamlin, Buescher, Larson, Elliott, Blaney, Gragson, Bowman, Nemechek ed Heim (vincitore della gara dei Truck il giorno prima ed ora di nuovo in posizioni nobili), a seguire Truex, Stenhouse, McDowell, Bell, Briscoe e Keselowski che ha perso terreno prezioso; Byron, Gilliland, Berry ed Haley completano la top20.

Quando il gruppo si rimette in fila indiana arriva la notizia che la corsa si concluderà in overtime, anche se tecnicamente solo per un giro oltre la distanza regolamentare. E inizia l’ultimo show di una serata già notevole per lo spettacolo visto nei primi 266 giri.

Al choose cone Hamlin sceglie l’interno con Larson, Blaney, Nemechek ed Heim, all’esterno vanno Buescher, Elliott, Gragson, Bowman e Truex. Sullo scatto Buescher parte leggermente meglio di Hamlin malgrado Larson sia sul paraurti della #11 a differenza di Elliott su quello della #17, ma lo scenario cambia subito dopo poche decine di metri quando Kyle si sfila dalla corsia interna e va sull’apron aprendo il 3-wide. Hamlin perde inerzia immediatamente e Buescher dall’esterno verso curva1 ha già una lunghezza di vantaggio sugli avversari.

Sembra tutto deciso, vero? E invece no perché non c’è nemmeno il tempo di processare questo fatto che Elliott scarta verso destra. Ma se prima erano in tre vuol dire che ora si sta approcciando curva1 4-wide con in terza corsia Buescher leggermente avanzato e Gragson invece un pochino più indietro. Le prime pieghe scorrono senza incidenti, Larson ha beneficiato della manovra di Chase per accodarsi a Buescher in uscita di curva2 lasciando Hamlin ed Elliott appaiati alle sue spalle, poi Truex e un 3-wide con Blaney, Bowman e Gragson.

Buescher quasi toglie dalla scia Larson come se fossimo a Talladega e forse sta qui un errorino di Chris, infatti reagisce troppo bruscamente all’attacco della #5 (nemmeno deciso) all’interno di curva3 chiudendo la porta per togliergli l’aria. Ben più riuscita invece la manovra di Truex che va 3-wide nello stesso punto con Hamlin ed Elliott.

Larson effettivamente finisce largo in curva4 ma compie qui la prima magia delle ultime sue due miglia di gara, infatti lascia scorrere la vettura senza perdere momentum e, approfittando del fatto che dietro alla #5 siano ancora in fila per tre, allora davanti ne restano due.

Curva1 e curva2, Buescher le approccia ancora all’interno, Larson punta a tenere alta la velocità all’esterno e si lancia sul rettilineo opposto molto più rapido e allora Chris deve intervenire come al giro precedente, spostandosi al centro, poi però succede l’opposto. Larson va ancora all’esterno mentre Chris, forse un po’ spiazzato, rimane nel mezzo.

Curva3 sembra l’anteprima di Talladega con un big one pronto a nascere, infatti Buescher sta inevitabilmente allargandosi mentre Larson insiste alla sua destra con un muro che pare sempre più vicino. La #17 oscilla leggermente a metà fra curva3 e 4, ma Larson non alza il piede, non si sa se sia più vicino alle barriere o alla Mustang.

L’inquadratura della FOX è ovviamente troppo stretta e al cambio di telecamera su quella all’uscita di curva4 quasi si perdono i riferimenti dato che all’improvviso entrano in scena anche Truex ed Elliott i quali, probabilmente, hanno imitato le due vetture davanti a loro, solo che Martin sta quasi travolgendo Larson ed ha pure toccato il muro.

E scatta qui la drag race. Fossero stati Larson e Buescher due fantini, allora avrebbero usato il frustino per dare l’ultima carica ai rispettivi cavalli, ma qui si può solo dire al cervello di disattivare l’istinto e tenere premuto a fondo il pedale destro sull’acceleratore. Kyle di esperienza e di malizia dal pelo al muro scende deciso (ma senza scarti netti) verso sinistra per crearsi lo spazio senza perdere velocità, Buescher cerca di resistere ma il primo contatto lo fa scodare, Larson tiene ancora la sua traiettoria e arriva un secondo contatto.

Qui la #5 perde più velocità di quanto sperasse Larson, infatti un Buescher che in curva4 sembrava già sconfitto, come dice Clint Bowyer in telecronaca, è ancora lì. I due poi stanno ormai sull’apron ed hanno aperto un portone alla loro destra a favore di Truex ed Elliott che però, pure loro, si stanno scambiando le fiancate. Non siamo a Talladega, anche se è una volata da superspeedway, quindi il traguardo non è in fondo al trioval, arriva subito. Talmente subito che quasi nemmeno ce se ne accorge.

Ha vinto… chi? La sensazione dice Buescher, il live timing dice Buescher, la grafica dice Buescher, al muretto di Buescher si inizia a festeggiare mentre sul traguardo c’è un incidente fra Austin Dillon, Reddick ed Heim. Poi iniziano i dubbi dato che la NASCAR non si esprime visto che il cronometraggio mostra ancora un gap di 0.000″.

Poi arriva la prima immagine sul traguardo e sembra davvero di rivivere Atlanta con il triello sulla linea. E la linea ribalta ancora una volta le sensazioni a caldo: lo splitter più avanti è quello della #5, è quello di Kyle Larson, sul momento ancora per 0.000″ di margine, poi ricostruito tramite il fotofinish a 0.001″, il distacco più risicato in 75 anni di storia della NASCAR Cup Series battendo lo storico Craven-Kurt Busch a Darlington 2003 (“Have you ever?!”) e Johnson-Bowyer a Talladega nel 2011, entrambi di 0.002″.

Mentre Larson festeggia incredulo, anche al muretto di Buescher sono increduli, credevano di aver vinto e invece lui e la Ford (terza volata persa in NASCAR nel 2024 per complessivi 0.006″) sono ancora secondi. Non c’è un ricorso, ma solo un tentativo di chiarimento, infatti la linea del traguardo è un po’ sbavata e leggermente sghemba fra banking ed apron, poi il trasponder è posto da regolamento nella parte posteriore della scocca per evitare che subisca danni in caso di incidente ed ha una leggera tolleranza, stimata proprio di +/- 0.0015″, una tolleranza decisiva in questo caso per l’indecisione, anche se il regolamento parla chiaro: per determinare il vincitore si usa il fotofinish e lì ha vinto Larson, al 25° successo in Cup Series e che inizia al meglio un mese di maggio decisamente speciale per lui.

Dietro alla coppia Larson-Buescher si piazzano Elliott, Truex, Hamlin, Bell, Bowman, Busch (clamoroso overtime il suo in rimonta), Gragson (ancora ottima corsa la sua) e McDowell. Keselowski paga il finale ed è 11° su Blaney, Nemechek, Gilliland, Berry, Stenhouse, Wallace, Haley, Chastain e Reddick; Byron 23°, Gibbs 32°, Logano 34°.

È proprio vero che la Next Gen si addice pienamente ai cookie cutter, ma qui si sta andando ben oltre le previsioni. La volata è solo la ciliegina sulla torta di una gara molto combattuta. Altro che Kentucky Derby, è in Kansas il vero corto muso”!

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Così in campionato dopo 12 gare su 36 della NASCAR Cup Series 2024

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Truck Series: Heim inarrestabile anche in Kansas

I prossimi appuntamenti

Nel prossimo weekend la NASCAR farà la sua prima tappa a Darlington e ci sarà il consueto Throwback Weekend. Appuntamento venerdì notte per la Truck Series, sabato sera per la Xfinity e domenica alle 21:00 la 400 miglia della Cup Series.


Immagine: Media NASCAR

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