Come l’anno scorso Kyle Larson vince la gara primaverile in Kansas. 221 giri al comando su 267 senza forzare fino in fondo, tenendo sotto controllo avversari e vantaggio
Solo guardando il margine di vantaggio sul secondo si potrebbe pensare che la prestazione di Kyle Larson non sia stata dominante, seppur sia stato 712 volte più grande di quello dell’anno scorso su questa stessa pista (dunque 0.001″x712=0.712″), tuttavia un weekend con pole position, gara, giro più veloce, entrambe le stage e 221 giri al comando su 267 valgono un cappotto clamoroso per il pilota Hendrick Motorsports che porta a casa, oltre ai sette playoff point, anche 61 punti sui 61 in palio, il primo a riuscirci da quando è cambiato il regolamento nello scorso inverno. Ora Larson può davvero iniziare a pensare alla Indy500 e alle prove libere che iniziano oggi, martedì 13 maggio. Ma prima un’altra nottata con le High Limit a Kokomo.
La gara
La NASCAR, quasi senza accorgersene, arriva in Kansas per l’appuntamento che chiude il primo terzo di stagione. Sul cookie cutter del Midwest c’è un weekend primaverile che segna il perfetto proseguimento di quello scorso, su una pista simile ed in condizioni paragonabili, dunque tutti sono alla caccia di conferme o di riscatti a seconda di come sia andata la corsa a Fort Worth.
Le 38 vetture della Cup Series (presenti Love sulla terza auto RCR ed Heim sulla terza 23XI) scendono in pista sabato pomeriggio per libere e qualifiche e la questione si fa subito problematica. La Goodyear per il Kansas ha portato una nuova mescola – più morbida – per il lato sinistro, ma comunque non è una assoluta novità dato che segue quanto già fatto su ovali analoghi. I team, dunque, sanno a cosa vanno incontro, eppure qualcuno esagera con le pressioni e gli assetti.
Nel gruppo1 saltano in sequenza, senza incidenti, le posteriori sinistre di van Gisbergen, Gibbs, Keselowski (nel giro di 90″) e Briscoe, poi è la volta invece della posteriore destra di Zane Smith che bacia il muro in curva4 ma senza troppi danni. Il gruppo2 è più tranquillo e, a parte una stripe per Larson in curva3, non ci sono ulteriori guai. Gibbs comunque ottiene il miglior tempo (29.976″) davanti a McDowell, Bowman, Wallace e Byron.
Poi si va dritti in qualifica e, dopo le toccate di Berry e Busch, si assiste ad un bis di quanto visto in gara un anno fa esatto: la beffa di Larson su Buescher. Stavolta non è per 0.001″ sulla linea del traguardo per la vittoria, bensì per “addirittura” 0.057″ in griglia di partenza. A completare la top10 delle prove ufficiali Bell (che manca la quarta pole consecutiva in Kansas), Reddick, Logano, Gibbs, Byron, Suárez, Elliott e Blaney.
Dopo aver mandato in fondo alla griglia i citati Keselowski, Briscoe, Gibbs, van Gisbergen e Zane Smith ma anche Ty Dillon e Berry (toccata a muro in qualifica come per Busch) per modifiche in parco chiuso, la gara può avere inizio in una calda giornata di maggio (27 °C nell’aria, 52 sull’asfalto). E la dinamica sarà simile a quella di sette giorni fa in Texas: prime due stage tranquille, poi una fase decisamente più animata.
Larson scatta molto bene e si libera subito del gruppo che a centro plotone è già 4-wide. A seguirlo è Bell, poi Buescher e Byron che risorpassa un Logano che già dalle prime curve fa vedere che la sua #22 ha bisogno di un correttivo di assetto. Parte molto bene anche Chastain che dal 26° posto della qualifica si porta al 18°.
La minifuga di Larson (1″ guadagnato in cinque tornate) viene bloccata nel corso del settimo giro da quella che tutti immediatamente chiamano “la seconda fumata bianca della settimana”. No, non è stato eletto un nuovo Papa (di americano ce n’è già uno), è solo il motore della #16 di Allmendinger ha deciso di salutare tutti così. Ed AJ via radio si apre subito con rant decisamente duro nei confronti di ECR (uno dei due fornitori di propulsori in casa Chevy). E pensare che durante l’inverno per rafforzare l’alleanza tecnica con RCR (la C in entrambe le sigle è sempre quella di Childress) era stato persino ingaggiato Ty Dillon…
Malgrado sia passato pochissimo da inizio gara e non sia nemmeno aperta la finestra per il pieno, Bowman (che stava risalendo in top10) guida un folto gruppo di auto ai box; fra questi Austin Dillon cambia solo due pneumatici e balza davanti a questi (fra di essi anche Hamlin, Haley, Gragson, Herbst, Preece, Gibbs, Briscoe, Ty Dillon e Busch), e si piazza dietro ai 20 che non si sono fermati. La classifica alla ripartenza dei -70 vede dunque Larson al comando su Bell, Buescher, Byron, Logano, Reddick, Blaney, Elliott, Suárez e Wallace.
Anche in questo caso Kyle rimane primo, tuttavia Bell gli rimane vicino e prova il sorpasso in curva3-4 dall’esterno, ma la #5 si allarga un po’ maliziosamente e chiude il varco. Dietro di loro Logano viene passato da Blaney e Wallace. Si comporta bene anche Elliott che supera Cindric. In difficoltà, non solo ora e a sorpresa, Reddick, infilato da Berry ed Hocevar dopo un 3-wide con serie di piccoli contatti fra il muro e le vetture.
Nei primi giri, fra coloro che hanno pittato, a vincere è il traffico, poi pian piano il gruppo si allunga e allora un po’ di differenza sulle prestazioni emergerà. Hamlin, ad esempio, a lungo è imbottigliato in 30esima posizione mentre Preece in pochissimo tempo è già 11°.
Chi capisce che non è giornata di gloria è Logano (il quale sono ormai quasi 10 anni che non vince due corse di fila) che non solo non mantiene la posizione, ma ne perde. Arriva Elliott, poi persino Cindric e così Joey deve guardarsi alle spalle sia da Berry, sia da un arrembante Preece, sia da Bowman.
Larson, intanto, ha messo 1.5″ di margine su Bell e nei giri seguenti lo mantiene senza strafare. Chi invece inizia a calare è Buescher che viene infilato prima da Byron e in sequenza anche da Blaney ed ai -50 pure da Elliott. Cedono ulteriormente anche Logano, passato da Bowman e Preece ed ora in fondo alla top10, e Reddick, superato da Gibbs e Busch (al quale dicono che è a corto con la benzina di 1.5 giri malgrado la sosta alla caution).
I giri passano veloci senza troppi scossoni e, appena si apre la vera finestra per il pieno, i piloti iniziano a sfruttarla. McDowell va ai box dopo 34 giri (sugli 80 della prima stage), seguono poi in sequenza nei passaggi successivi Chastain, Jones, Wallace (penalità per interferenza), Berry, A.Dillon, poi al giro 36 si entra nel vivo con i pit di Elliott, Cindric, Buescher, Logano (vibrazione), Hocevar e Reddick. Per Byron è la volta al giro 38, per Blaney al 39, per Larson e Bell esattamente al giro di boa.
A segnare la sorte degli audaci di inizio gara è il pit di Preece che, dunque, non vuole insistere troppo. Soste e penalità anche per Love (passato attraverso troppi stalli) e Stenhouse (falsa partenza del meccanico), mentre per Briscoe problemi in ingresso di pit lane. Nessuno vuole osare troppo e in sequenza si completa il giro di soste, passano brevemente al comando Bowman, Busch ed Hamlin, poi rimangono solo in due e sono Ty Dillon (non felice di Wallace e del suo comportamento a gomme fresche) ed Herbst. Il loro ritmo è già ora almeno 1.5″ più lento di quello di Larson e in fretta si capisce che vogliono tentare la sorte e andare fino in fondo alla stage in fuel saving.
Al giro 49 Larson torna effettivamente al comando, ma ora ha circa 1.5″ su Byron, seguono Bell, Elliott e Blaney. La situazione assestata vede inoltre 29 piloti a pieni giri, Hamlin dopo la sosta è 25°, tuttavia ha gomme più fresche e inizia qui la sua rimonta.
La #5 comincia ad avanzare ulteriormente, ma senza esagerare. Alle sue spalle, fino all’ottavo, in molti tengono il suo ritmo, poi dal nono (Preece) c’è una spaccatura dato che Ryan è addirittura a 20″ di ritardo. Il divario si amplia improvvisamente ai -14 quando arriva il colpo di scena: Byron fora la posteriore destra e si appoggia al muro, poi nell’entrare ai box finisce in un mezzo testacoda che la direzione gara non ritiene sufficiente per una caution. E così William esce dalla lotta per la vittoria; la #24 chiuderà 24esima.
Chi invece è crollato, ovviamente, è Herbst che è stato doppiato, ma la decisione peggiore è quella del suo muretto che ai -12 decide di chiamarlo ai box per un rabbocco di benzina che distrugge ogni possibilità di salvataggio. Ty Dillon invece riuscirà a completare tutti i giri senza splash, ma anche per lui i giri persi nel frattempo sono ben due. Peccato, perché vista la forma recente della #10 un azzardo strategico del genere basato su una sosta a 260 giri dalla fine sembra abbastanza censurabile.
Larson può dunque gestire ora 6″ di margine su un Bell che sul long run soffre e quindi può permettersi di non forzare dei doppiaggi. Chi invece sta forzando è Hamlin che è risalito in fretta e salta vetture un giro sì e uno no fino a raggiungere e stabilirsi in top10. Stupisce anche Ryan Preece che avanza malgrado qualche problemino al servosterzo, superando Buescher che crolla nel finale un po’ come successo nel primo stint. All’inizio dell’ultimo giro stessa sorte anche per Bell che viene infilato dalla #9 sul rettilineo di partenza.
Larson vince in controllo la prima stage precedendo Elliott (+3.0″), Bell (+4.0″), Blaney (+5.5″), Cindric (+8.1″), Bowman (+11.1″), Hamlin (+14.8″), Preece (+15.5″), Logano (+18.3″) e la sorpresa – relativa guardando la qualifica – Zane Smith (+19.3″); 20 le auto a pieni giri e fra di esse anche Buescher, Berry (un po’ spento dopo la sfuriata iniziale), Busch, Keselowski, Haley, Gragson, Briscoe (che addirittura si è sdoppiato dopo l’errore alla sosta), Reddick (nuova toccata al muro) ed il trio di Chevy composto da Chastain, A.Dillon ed Hocevar graziato da Larson nel finale. Lucky dog per Gilliland.
Al break nuovo giro di soste che lascia Larson al comando su Elliott, Blaney, Bell, Bowman, Cindric, Preece, Hamlin (attenzione su di lui dopo la rimonta), Logano e Smith; penalità per Hocevar per interferenza.
Bandiera verde ai -77 nella seconda stage e Bell sospinge Elliott, tuttavia col passare dei metri il duello in casa Hendrick va a Larson dopo che Blaney aveva provato addirittura ad andare 3-wide. Blaney si vede costretto ad affrontare un altro 3-wide, ora con Bowman e Bell e Christopher prevale andando ad affiancare Elliott. Alex rimbalza e così Preece e Cindric approfittano della situazione, idem poco più tardi Cindric che rischia grosso in curva4 per non stringere la #48 al muro ed esce dalla top10.
La saga di Bowman prosegue con un contatto con il rimontante Zane Smith in curva2 a cui seguirà un team radio di fuoco in quanto Alex crede che sia stata la #38 a metterlo quasi a muro, tuttavia Bowman non sa che la causa iniziale è stato Hamlin che si è messo 3-wide all’interno e sta scivolando verso l’esterno. Ad approfittare di tutto questo, entrando in top10, è un Keselowski reduce dal peggior inizio di stagione in carriera, senza ancora top10 ed addirittura fuori dalla top30 in classifica generale.
Larson, intanto, ha ringraziato ogni singola lotta alle sue spalle ed ai -65 ha già quasi 2″ su Bell e 3″ sulla coppia Elliott-Blaney dopo che Ryan ha respinto il ritorno di Preece. Poi i secondi diventano 3, 4… guadagnando almeno tre decimi al giro su un Bell che ricomincia il suo declino. Rischio invece per Gilliland che per poco non viene travolto da van Gisbergen che rimbalza contro il muro di curva4. Anche Byron tocca nuovamente le barriere.
Dopo Bell a cedere terreno è anche Preece con Berry che apre la porta e ci si infilano pure Bowman ed Hamlin, poi passerà anche Zane Smith. Di questa situazione ne approfitta anche un Hamlin scatenato (gira sui tempi di Larson, ma ha ormai 9″ di ritardo) che supera Alex, tuttavia in casa #11 è sorto un nuovo guaio: si è rotta la frizione e alla sosta saranno dolori per ripartire.
Siamo in odore di giro di soste di metà stage, ma Elliott non vuole perdere tempo ed ai -52 infila Bell in curva3, tuttavia il compagno di squadra è 5.8″ più avanti. Chase recupera qualcosa su un Larson che deve iniziare ad approcciare una nuova ondata di doppiaggi. Christopher deve invece trovare una soluzione velocemente dato che viene scavalcato anche da Blaney prima ed Hamlin poi.
Ai -45 Cindric apre le danze (con penalità per ruota vagante) seguito da Gragson, Smith, Chastain, A.Dillon, lo stesso Bell ai -41 con Reddick. Elliott si ferma ai -40 dopo aver praticamente dimezzato il ritardo dal leader e Chase viene seguito come un’ombra da Blaney, Buescher e Busch. Larson ovviamente copre al passaggio successivo ed in sequenza il valzer si chiude con Logano, Preece, Haley ed Hocevar, ultimo ai -35. Si è fermato anche Hamlin la cui sosta già sulla carta è disastrosa con la ripartenza letteralmente a spinta, tuttavia i 17.4″ sono determinati anche dal bullone della anteriore destra che cade sull’asfalto prima di essere recuperato.
Larson all’uscita dei box ha mantenuto 3″ su Elliott, 4.3″ su Bell e 7.1″ su Blaney che ha perso troppo, tuttavia Kyle deve preoccuparsi per una piccola vibrazione, però deve praticamente pensare solo ai doppiaggi; Berry, Bowman, Keselowski, Smith, Buescher ed Hamlin completano la top10. Gibbs sosta più penalità e anche oggi per Ty nulla da fare.
Denny inizia una nuova rimonta in una situazione generale parecchio stabile. La #11 supera Buescher, poi è la volta di Smith. Larson fatica con Gilliland, poi inizia a gestire ulteriormente e quindi Elliott rosicchia ulteriore terreno in contemporanea all’ennesimo cedimento di Bell (passano Blaney e Berry) e Buescher (passano Preece e Busch).
Larson si trova davanti il trio Briscoe-Chastain-Gragson e passarli è difficile, Noah viene scavalcato, ma rende la vita dura a tutti. Larson gestisce, forse troppo al punto che Elliott per poco non lo beffa sul traguardo. Kyle vince anche la seconda stage, ma per appena 0.079″ su Elliott, seguono Blaney (+3.5″), Berry (+3.9″ dopo averci provato sulla #12 ed essersi arrabbiato con un doppiato per non esserci riusciti), Bell (+8.2″), Keselowski (+8.816″), Bowman (+8.840″, idem come Josh), Hamlin (+8.931″), Smith (+15.2″) e Preece (+15.6″); a pieni giri anche Busch, Logano, Buescher, Hocevar, Haley, Reddick, Briscoe e Chastain con Gragson lucky dog.
Per Kyle Larson, che nel frattempo ha tagliato il traguardo dei 10000 giri in testa in carriera, la gara è cambiata improvvisamente. Credeva di avere una vettura a posto, ma ora si dice preoccupato dal rientro di Elliott e quindi tutto può cambiare nella stage finale. E tutto cambia subito: nel quarto giro di soste Chase balza al comando davanti a Larson, Blaney, Keselowski, Bell, Preece, Logano, Smith, Bowman ed Hocevar; speeding per Berry mentre Hamlin scivola “solo” al 12° posto.
Si riparte con 94 giri da disputare e Larson ci prova a tornare al primo posto, ma Elliott si difende in curva3. Chase scappa via subito perché qui arriva la sorpresa con uno scatenato Keselowski (così come il compagno Preece) che, dopo aver guadagnato in corsia box, si lancia all’attacco di Larson e, al termine di un paio di giri di lotta, va esterno poi si tuffa interno e sale al secondo posto. Kyle si deve anche guardare da Bell, ma alla fine pone fine alle sue perdite inaspettate.
Christopher poi rimbalzerà insieme a Bowman che ci aveva provato su Blaney per la top5. I tre vengono raggiunti da un Hamlin in rimonta e Denny va 3-wide passando sull’apron sia Alex che Ryan; Bowman perde anche la posizione da Blaney e scende al settimo posto. Poi Hamlin scavalca di slancio anche Bell ed è 4° a 6″ dalla vetta, ma a soli 3″ da Larson.
È la giornata buona per Brad? Tutti lo sperano e iniziano a sognare. Dopo la lotta con Larson è a 1.8″ da Elliott, poi inizia a rosicchiare qualcosa, prima centesimi, dunque decimi. C’è qualcos’altro però che sta venendo rosicchiato: la spalla della posteriore destra. E si capisce tutto: evidentemente il team ha osato con l’assetto come successo nelle libere alla ricerca di quel pizzico di velocità in più che però, con le pressioni basse negli pneumatici, si paga così. Per Keselowski c’è un altro amarissimo ritiro dopo la foratura e l’impatto col muro di curva1.
Dopo il lucky dog di Nemechek, dato che siamo ai -70 e la finestra per l’ultimo pieno si sta aprendo, tutti tornano ai box per un nuovo giro di soste e tutto si ribalta nuovamente: la vettura di Elliott scende dal sollevatore quando la posteriore destra non è ancora avvitata bene e la sosta da 14.7″ fa scendere Chase dal primo al 12° posto. Larson dunque passa al comando? No, perché stavolta viene bruciato da Bell. Ed Hamlin? Beh, prova ancora la ripartenza a spinta senza frizione, ma in questa occasione la trasmissione dice di no e viene praticamente triturata. Per Denny c’è il ritiro.
La nuova classifica vede quindi Bell al comando su Larson, Blaney, Logano, Bowman, Briscoe, Preece, Smith, Buescher e Reddick; tante le wave around che portano il numero di auto a pieni giri a 24.
Green ai -67, caution ai -67: la situazione la riassume perfettamente uno Suárez indispettito: “Ha guidato come se avesse gomme fresche, ma aveva preso la wave around e non le aveva”. Ty Dillon, infatti, passato da -4 a -3 attacca in curva1 Ware (che è a -4) ma scivola largo, lo tocca e i due finiscono verso il muro coinvolgendo l’incolpevole messicano che era appena tornato a pieni giri. Per Dillon e Suárez gara finita mentre Ware proseguirà. Lucky dog per Wallace che recupera quindi dopo la penalità, le altre wave around ringraziano per la sosta gratis.
Nel frattempo però è successo parecchio in quei pochi secondi: Logano scatta dietro a Bell all’interno e lo mette subito 3-wide, Christopher viene risucchiato nel mezzo, poi al momento della caution Larson è davanti di un pelo e quindi la #5 torna al comando in una top10 che ora vede con lui Logano, Bell, Blaney, Briscoe, Bowman, Smith, Preece, Buescher ed Elliott.
Green ai -61, caution ai -61: mentre davanti la situazione non cambia, nella pancia del gruppo si è già 4-wide con affiancati Busch, Gragson, Berry e Chastain. In curva2 Josh e Ross si toccano leggermente, la Chevrolet tocca le barriere quel tanto che basta per innescare un colpo da biliardo clamoroso. La #1 tocca la #21 che tocca la #4 che tocca la #8 che finisce in testacoda in una enorme piroetta sull’apron fino a interrarsi in curva3. Mentre il team radio di Kyle è pieno di bip e della parola “clown” associata a tutto e tutti, la #8 per fortuna viene rimessa in pista prima di perdere un giro (che però verrà perso nella pulizia ai box); lucky dog per van Gisbergen.
La nuova top10, intanto, vede Larson davanti a Bell, Bowman, Blaney, Briscoe, Buescher, Smith, Reddick ed Elliott.
Green ai -55, caution ai -55: sempre curva2 quella in cui succede tutto, qui stavolta però siamo 5-wide con Nemechek, Heim, Haley, Jones e Berry. Josh avanza, JHN perde qualcosa e rimangono in tre, Heim scivola, tocca Haley che rovina addosso a Jones mentre nella carambola alle loro spalle A.Dillon manda contro il muro Wallace. Salutano la gara Wallace e Jones, Haley torna ai box a tutta velocità in retromarcia, lucky dog per Stenhouse.
La nuova classifica vede Larson sempre primo davanti a Bell, Logano (che è rimbalzato dopo l’attacco alla #5), Bowman, Briscoe, Blaney, Preece, Smith, Buescher ed Hocevar. Bandiera verde ai -49 e stavolta il gruppo si è selezionato abbastanza per evitare ulteriori incidenti.
Larson scatta bene e lo segue per un attimo Bowman, poi Bell riesce a tenere il secondo posto mentre Joey, dopo aver mancato in due occasioni il primo posto per un pelo, stavolta rimbalza (come Blaney che poi masticherà amaro) e si perde nel momento sbagliato facendo avanzare Briscoe e Preece. Rischio enorme per Reddick e Gilliland in curva1, ma si prosegue.
Larson, dopo aver perso il bandolo della matassa per ben due volte, lo ritrova e può tornare a gestire. Dietro di sé ha un Bell ancora dalle mille incognite sul long run e quindi prova l’allungo con prudenza. “Adelante con juicio” si diceva ne “I Promessi Sposi” e così succede.
La situazione si stabilizza ai -40 con Larson a precedere di quasi 1″ Bell, poi Bowman, Briscoe, Preece, Blaney, Hocevar, Buescher, Logano e Reddick, ma la classifica è tutta da riscrivere per la top10. Elliott prova infatti il recupero dopo essere andato più indietro che avanti nelle ripartenze precedenti, Buescher forza ancora nei giri iniziali, Logano ha messo fine alle perdite solo perché dietro ha un Reddick piuttosto ammaccato e dietro Nemechek, Elliott e Berry troppo vicini. Josh recupera in fretta e anche per lui ci sono rimpianti dopo la penalità.
Blaney inizia dai -30 in poi ad aumentare i propri rimpianti dato che, probabilmente, nello stint finale è la sua la vettura più veloce. Riprende e passa Preece che non deve preoccuparsi più di Hocevar il quale, purtroppo, rovina la bella gara toccando due volte il muro negli ultimi 20 giri e la seconda gli costa una foratura con annessa sosta e brivido freddo per il leader che non vede sventolare la bandiera gialla.
Ai -15 Larson inizia a gestire i 2″ di margine su Bell il quale a sua volta ha 2″ sul trio Bowman-Briscoe-Blaney con Ryan che è tornato sugli altri due. La #12 scavalca Briscoe ai -11, poi (dopo un po’ di duello affiancati) ai -7 anche Bowman. Alex cede anche la posizione nei confronti della Toyota dopo aver baciato il muro in curva4.
Larson si trova nel traffico nelle miglia finali (soprattutto Custer e Gibbs) e Bell inizia a rosicchiare qualche decimo. Chi vola, invece, è Blaney che ha recuperato quasi 5″ al leader e vede la #20 davanti a sé. Kyle nel mezzo giro finale alza palesemente il piede, dirà che aveva paura per la tenuta della posteriore destra mentre la cabina di commento della FOX è convinta di vedere un pezzo di gomma staccarsi dalla anteriore destra in uscita dall’ultima curva. Alla fine 0.712″ bastano per il cappotto.
Kyle Larson vince così la terza gara in stagione (nemmeno nel 2021 aveva fatto 3/12 e a fine anno furono 10 i successi) battendo Bell, a seguire Blaney (+0.832″, dunque a solo un decimo dalla #20), Briscoe (+5.9″), Bowman (+6.7″), Berry (+7.8″), Preece (+13.1″), Buescher (+14.2″), Logano (+15.3″) ed un bravo Nemechek (+15.8″); a pieni giri anche Cindric, Gilliland, Heim (la migliore 23XI al traguardo sulle quattro iscritte), Gragson, Elliott (cedimento finale dopo aver spinto troppo alla ripartenza), Smith (spento nel momento buono, poteva puntare alla top10), Reddick, Chastain, Stenhouse e van Gisbergen.
Ed ora per Larson (ottavo cappotto in carriera, uno in più di Truex) si entra nel vivo del mese di maggio con l’obiettivo Double Duty. Finora il percorso è stato identico al 2024 con il successo in Kansas in Cup Series. La speranza di tutti gli amanti del motorsport è che il finale, invece, sia decisamente diverso in occasione del Memorial Day.
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Immagine: Media NASCAR
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