NASCAR | Cup Series, Iowa 2025: Byron riesce finalmente a non rimanere a secco e vince la seconda gara stagionale

Autore: Gabriele Dri
NascarLiveITA
Pubblicato il 5 Agosto 2025 - 11:00
Tempo di lettura: 18 minuti
NASCAR | Cup Series, Iowa 2025: Byron riesce finalmente a non rimanere a secco e vince la seconda gara stagionale
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Dopo le beffe all’ultimo giro in Michigan e a Indianapolis, stavolta Byron arriva al traguardo con abbastanza benzina, aiutato da una fase centrale di corsa ricchissima di caution


Per William Byron la tarda primavera e l’inizio dell’estate non erano stati al livello delle prime prestazioni stagionali, Daytona 500 su tutte anche se in quel caso un piccolo asterisco c’era. Le ultime settimane avevano fornito due chance di tornare ai piani alti e di conquistare playoff point che cominciavano a scarseggiare. Michigan e Indianapolis erano due chance col cerchietto rosso, ma in entrambi casi la #24 era rimasta a secco nelle miglia finali in gare fuel mileage. La beffa più grande sicuramente quella sull’ovale di due miglia, quando Byron era al comando prima di essere passato da Hamlin.

In Iowa, invece, la gara si è trasformata involontariamente in fuel mileage, a dire la verità forse anche più del temuto, data la quantità di caution a cavallo fra seconda e terza stage (addirittura 12 quelle totali di cui nove in rapida successione), tuttavia la #24 ha comunque concluso l’ultimo stint da ben 145 giri (circa 105-110 quelli pronosticati) senza tornare ai box, resistendo al ritorno di Briscoe, Keselowski e Blaney.

La gara

La NASCAR Cup Series inizia il mese di agosto con la quartultima gara prima dei playoff e una situazione in ottica taglio abbastanza definita in attesa dei possibili ribaltoni di Watkins Glen e Daytona. Si arriva in Iowa per la seconda gara della storia della top class e la pista è già notevolmente cambiata: la discussa riasfaltatura delle sole curve anche all’occhio sembra un lontano ricordo, al punto che non si distinguono più i tratti vecchi e nuovi e l’unica costante sono i dossi che rendono molto insidiosi questi 7/8 di miglio.

Già le libere mietono la prima vittima: in curva1 Kyle Busch omologa subito il weekend perdendo il controllo sui bump in ingresso e, nella correzione del traverso, la #8 finisce duramente col muso contro le barriere. Per Busch è necessario il muletto. A salvarsi nello stesso punto, invece, Reddick (che rimane a cavallo durante il rodeo) ed Hamlin (lieve toccatina al muro). A fine sessione, miglior tempo per Bell davanti a Wallace e Briscoe.

Le qualifiche sono ancora nel marchio di Chase Briscoe che conquista la sesta pole stagionale davanti a Byron, Larson, Cindric, Keselowski, Blaney, Hocevar, Elliott, Allmendinger ed Haley.

In una soleggiata e non troppo calda giornata in mezzo ai campi di grano, dopo aver retrocesso in fondo al gruppo Busch (tecnicamente, dato che era già ultimo dopo le prove ufficiali saltate) e Gragson (freni), può avere inizio una gara da 350 giri (70+140+140) in cui non rappresentano un problema né i (nuovi, ma testati) 10 set di gomme, né il pieno da 105-115 giri. O almeno sono queste le stime.

Alla bandiera verde Briscoe scatta bene dall’esterno, ma Byron accelera meglio e in curva2 è già al comando. Chase non si avvia al meglio, infatti al secondo giro Cindric attacca all’interno e sale al secondo posto. Dietro di loro, Keselowski supera Larson ed è quarto. A seguire, sia l’ulteriore passo indietro di Briscoe, sia quello avanti di Brad mentre Blaney punta Larson ed Elliott fa lo stesso con Hocevar.

L’inizio di gara sembra molto dinamico, infatti gli attacchi anche nelle prime posizioni sono numerosi, ma la corsa – o meglio, la prima stage – in fretta si assesta sulle posizioni della griglia di partenza con i sorpassi molto difficili da completare. Larson a lungo è affiancato a Briscoe, ma si deve riaccodare dopo una decina di giri mentre Blaney è leggermente arretrato ed Hocevar ci prova. Il primo vero guaio è per van Gisbergen (comunque positivo finora, al limite della top20 e migliore in casa Trackhouse) al quale si rompe la leva che regola la ripartizione dei freni fra anteriore e posteriore, una delle armi che i piloti hanno per aggiustare l’assetto, specialmente sui bump dell’Iowa.

Le rimonte sono difficili se non assenti: Reddick, qualificatosi male, è invischiato nella battaglia con Gibbs e Jones, Busch è solamente 32° e in seguito rimbalzerà indietro. Al comando, mentre dopo 20 giri arriva il primo dei doppiaggi della #66 di Gase (alla fine ultimo a -10), unica auto Open presente se si escludono 23XI/FRM, si apre la fuga a tre di Byron, Cindric e Keselowski con Briscoe che scivola a 3″. William, infatti, non è ancora scappato, non sente la vettura al 100%, ma è convinto che sia qualcosa legato alla pressione delle gomme.

Dopo 25 giri Keselowski inizia a farsi vedere all’interno di Cindric e il sorpasso che arriva nell’arco di pochi secondi, con Austin che non chiude la traiettoria, è un po’ sorprendente. Byron ne approfitta e guadagna 1″, ma la #6 recupera in fretta il terreno perduto e la sensazione è che questa potrebbe essere la giornata buona per il pilota-owner di RFK per ribaltare la griglia playoff dopo un difficile inizio di stagione.

A metà stage iniziano i (veri) doppiaggi e il gruppo di testa inizia a ricompattarsi, pur senza sorpassi. Ware viene passato facilmente, più difficile è lo scoglio Gragson che ha davanti a lui Busch, T.Dillon e Stenhouse. Byron inizia a scivolare in scia a Noah, dunque Keselowski si tiene all’interno a cercare di affiancare la #24. Ai -30 arriva la prima vera chance, ma il sorpasso non viene completato. Briscoe ringrazia e riprende il terzetto di testa. Brad ci riprova ai -26, ma ancora non va.

Non va neanche il doppiaggio di Byron su Gragson e quindi la situazione si complica, infatti Noah ha un sussulto d’orgoglio e attacca lui Busch mentre davanti a loro sono affiancati Dillon e Stenhouse. E così arrivano sui leader anche Larson e Blaney con Ryan che passa di slancio Kyle. La situazione si sblocca ai -20 quando Dillon rifila un bump a Stenhouse in curva1 e lo spedisce largo.

Oltre a Stenhouse, cade anche Gragson e per Kes si riapre la chance di attaccare Byron (lanciandosi dall’esterno di curva1) con il gruppo di testa che si allunga e che vede l’arrivo anche di Blaney che supera Briscoe. Ma l’azione si sposta nuovamente su Byron che, malgrado non senta il pedale del freno efficace come a inizio corsa, cerca di doppiare Busch. Kyle cade ai -15, poi ai -10 Ty Dillon viene ripreso dopo il breve allungo, ma non verrà superato.

Chi viene superato è, infatti, a sorpresa proprio Byron che in curva3 ai -3 finisce loose e scivola largo perdendo non solo la prima ma anche la seconda posizione.

Keselowski vince dunque una intensa prima stage davanti a Cindric (+0.7″), Byron (+1.1″), Blaney (+1.8″), Briscoe (+2.8″), Larson (+3.8″), Hocevar (+4.0″), Elliott (+4.5″), Allmendinger (+4.9″) ed Haley (+5.3″); a seguire Hamlin (superato nel finale proprio dalla #7), McDowell, Wallace, Bowman, Bell, Berry (malgrado una toccata al muro di curva2 al primo giro), A.Dillon, Logano (un paio di posizioni perse), Gibbs e Reddick; lucky dog per Busch che lascia fra i doppiati Gragson, Stenhouse, Ware e Gase (-3).

Il primo giro di soste favorisce lo stallo #1 di Briscoe che torna al comando davanti a Byron, Blaney, Keselowski (che aveva la anteriore destra leggermente sulle corde), Cindric, Larson, Allmendinger, Hocevar, Haley ed Elliott; penalità per speeding (nell’uscita di pit lane in curva) per Preece, che era già in coda, e soprattutto Bowman. Smith, invece, tenta la carta delle due gomme e sale al 13° posto; non avrà successo.

Si riparte con 131 giri da completare nella seconda stage e Briscoe stavolta mantiene il comando davanti a Blaney, Byron, Keselowski e Cindric, a seguire un 3-wide fra Elliott, Hocevar e Allmendinger. Chase allunga nei primi metri, poi Ryan lo riprende quasi immediatamente portandosi dietro William che ci prova di slancio mancando l’occasione della #12 loose in scia alla #19. La situazione alle loro spalle si assesta con Hocevar davanti ad Allmendinger, Haley ne approfitta per un paio di giri, poi Elliott lo ripassa e tenta il recupero.

Anche Keselowski vuole recuperare quanto perso ai box e allora ai -125 attacca Byron. Dietro di loro Larson ripassa Cindric ed Hocevar si incolla ad Austin passando ai -120. Subito dal box dicono a Brad di gestire la posteriore destra, allora il pilota si riaccoda momentaneamente alla #24. Austin Dillon supera Haley ed Allmendinger e sale al nono posto con Justin poi passato anche da Wallace e Bell.

La fuga – relativa, appena 0.6″ – di Briscoe viene ripresa in vista del giro 100 (dunque -110 nella stage), ma Ryan decide di aspettare prima di effettuare la prima mossa. Mossa che, invece, completa Keselowski passando e staccando subito un Byron ancora non al meglio con il pedale del freno. Freni che non tengono tranquillo Reddick, ancora fuori dalla top20, a causa delle vibrazioni. Brad, malgrado un po’ di sottosterzo, riaggancia la coppia di testa.

La gara svolta, tecnicamente, ai -95: Byron via radio è sempre più disperato per il feeling con i freni finché dal box gli dicono di aggiustare il brake bias. E così, “magicamente” (un po’ realmente, un po’ come effetto placebo), William riacquista calma e fiducia nel proprio mezzo.

Ai -90, con la finestra per la sosta già aperta, ricominciano i doppiaggi e Stenhouse (persino dietro a Ware) scivola subito a -2. Briscoe gestisce al meglio questa fase non concedendo chance a Blaney. Poi però, di colpo, il gruppo di testa si ricompatta perché Chase ha davanti a sé T.Dillon e Gragson affiancati e sono in tre in 1″. Keselowski di slancio passa Blaney ai -79, ma ancora una volta Briscoe rimane primo. Più dietro, Austin Dillon da molti giri sta cercando di passare Elliott per l’ottavo posto mentre Bell entra in top10 ai danni di Allmendinger e riprende la #3 e la #9.

Il più grande rischio per Briscoe è il leggero contatto nel doppiaggio di Gragson che riporta la coppia Byron-Larson a 2″ dalla vetta. Dopo pochi minuti c’è lo scambio di posizioni in casa Hendrick.

Il primo ad andare ai box al giro 139 (-71) è Wallace dal 12° posto, dunque siamo quasi a metà stage ma il giro di soste si innesca lentamente. Ty Dillon pitta ai -70 (proprio mentre il fratello finalmente supera Elliott che, poco dopo, deve cedere anche a Bell) seguito al giro successivo dal compagno di squadra Allmendinger.

Uno dei momenti decisivi della corsa è quello del giro 145 quando Byron è il primo dei big ad andare ai box. William ha una sosta pulita e quando esce dai box gira su tempi migliori di quelli di Briscoe, bloccato dietro a Custer, Gilliland e Preece. Di slancio arriva anche Larson che pitta ai -56 insieme ad Hocevar.

Al giro successivo è la volta del capoclassifica Briscoe con Austin Dillon, proprio mentre Blaney si fa vedere all’interno di Keselowski nuovo leader. Al giro 157 tocca ad Elliott ed Haley, al 158 di Logano. La sorpresa però è che il nuovo leader virtuale della corsa non è Briscoe, bensì Byron che ha sfruttato l’undercut di una decina di giri.

La coppia Ford prosegue anche non solo dopo le soste di Bell, Gilliland (162), Chastain (163) e Nemechek (164) ma anche dopo che McDowell con gomme fresche riesce a sdoppiarsi. A questo punto Keselowski e Blaney stanno perdendo decimi e vanno alla caccia di una caution.

La bandiera gialla non arriva per Hamlin larghissimo in curva1, bensì al giro successivo (il 170, dunque a -40 nella stage) per un testacoda solitario di van Gisbergen che forse avrebbe beneficiato dell’aggiustamento del brake bias. La caution ribalta completamente la classifica dato che a pieni giri in quel momento c’erano solo 14 auto (Keselowski, Blaney, Cindric, Gibbs, Berry, Hamlin, Reddick, Jones, Bowman, Busch, Suárez, Buescher, Custer e Preece).

Il lucky dog è Byron che costringe alla wave around gli altri big come Briscoe, Larson, Hocevar, Bell ed Elliott. Chi rimane momentaneamente fregato è Chastain, primo a -2 dopo che Logano era appena riuscito a sdoppiarsi. Da notare il bisticcio a suon di gesti fra Busch e Bowman per un involontario impedimento reciproco in stalli adiacenti.

Tutti vanno ai box per completare il giro di soste e Blaney supera Keselowski prendendo il comando (il tutto malgrado abbiano per sbaglio messo a Brad meno benzina del previsto complicando la sua strategia), a seguire Cindric, Gibbs, Berry, Hamlin, Reddick, Jones, Suárez, Custer, Bowman, Busch, Preece e Buescher. Quello che non si sa è che SVG ha acceso una miccia dormiente: dal giro 170 al giro 286, infatti, ci saranno ben 11 caution, suddivisi in 64 giri di bandiera gialla e 52 di verde (appena 18 tornate lo stint di gara più lungo).

Si riparte ai -34 e Blaney scatta bene, ma Keselowski rimane affiancato alla #12. La classifica non riesce ad assestarsi che in curva4, tutto da solo, Ware finisce in testacoda. Le wave around ringraziano così come Chastain che nell’arco di poche tornate passa da -2 a pieni giri col lucky dog. La pit lane si riapre e tutte le suddette wave around (tranne Nemechek) approfittano dell’abbondanza di set di gomme in pit lane per una sosta.

Si riparte ai -25 con Blaney primo davanti a Keselowski, Cindric, Gibbs, Berry, Jones, Hamlin, Suárez, Bowman e Busch e 28 auto tornate a pieni giri. Ancora una volta le due Ford viaggiano affiancate a lungo, poi ai -22 Brad si tuffa in curva1 e si riprende il comando; Cindric si difende da Berry e rimane terzo. Hamlin, nel frattempo, ha ancora rischiato grosso in curva2.

La classifica si va un po’ assestando, soprattutto fra i big costretti ad inseguire: Briscoe è bloccato nel traffico ed è dietro a Bell, davanti ha lui ha Larson ed Elliott (con i due che si erano toccati alla ripartenza mentre erano all’esterno di Allmendinger) ma, escludendo Byron, il migliore di questi è sorprendentemente (o forse no, ricordate Richmond 2024?) Austin Dillon. Hamlin, al limite dell’aderenza in ogni curva, perde ancora posizioni su posizioni e viene messo addirittura 3-wide da Reddick e Preece. Briscoe intanto si è pure lui toccato con un compagno di squadra (Bell) ma nel farlo punta il dito contro il capro espiatorio Hocevar.

Keselowski ha messo intanto 1″ su Blaney, ma ai -7 (dopo i citati 18 giri di green) arriva una nuova caution: Gilliland loose in curva1 tocca, manda in testacoda e poi a muro (danno al passaruota della posteriore sinistra, esattamente come a van Gisbergen in precedenza) Ty Dillon. Zane Smith è il lucky dog.

L’occasione di anticipare il break è ghiotta e quindi metà gruppo va ai box (Byron, Hamlin, Reddick, Suárez, Allmendinger, Nemechek, Haley, Buescher, Logano, Chastain, Hocevar, Wallace e Custer). Quello che è inimmaginabile al momento è il fatto che questa qui sarà l’ultima sosta per il futuro vincitore della corsa ad addirittura 145 giri dal traguardo.

Si va ad uno sprint di due giri con Brad ancora al comando. Ci si aspetta poco o nulla e invece capita di tutto: Busch si tuffa quasi sull’apron e balza dall’ottavo al quinto posto, al suo fianco Elliott e Larson si toccano per la seconda volta e Kyle rischia grosso, poi all’ultimo giro un 4-wide con Reddick, Logano, Nemechek e Hocevar vede Carson finire in testacoda e ripartire subito in curva2 senza provocare caution.

Keselowski vince la seconda stage davanti a Blaney, Cindric, Gibbs, Busch, Berry, Bowman, Jones, Preece e A.Dillon, Larson 11° su Elliott e Bell, Briscoe 15°, Hamlin 17°, Byron 18°, Gilliland lucky dog.

A questo punto i leader sono costretti a proseguire, altrimenti perderebbero tutta la track position, vanno ai box solamente Bowman e Nemechek. Keselowski, dunque, si è messo su una strategia che lo vede solo sperare che le caution cadano al momento giusto, infatti avendo meno benzina degli altri sarà costretto a pittare attorno ai -100 e poi basta.

Ripartenza con posizioni sostanzialmente invariate a 131 giri dalla fine. Bandiera verde e bandiera gialla: dopo Keselowski che rimane primo e la lotta Cindric-Gibbs, arriva il testacoda di Hamlin in curva3-4, vittima di un 4-wide con Chastain, lo stesso Denny, Allmendinger e McDowell e in cui la #11 scivola appoggiandosi alla #16. Lucky dog per van Gisbergen.

Mentre dicono a Keselowski (col muretto pessimista come a Pocono) che si potrebbero fare anche 118 giri con un pieno, vanno ai box a giocarsi le proprie carte Briscoe, Jones, Buescher, McDowell, Logano (che fa il pieno otto giri fuori dalla finestra teorica), Smith, Gilliland, Hocevar e lo stesso Hamlin.

Bandiera verde ai -123 con Keselowski davanti a Blaney, Cindric, Gibbs, Berry, Busch, Preece, A.Dillon, Elliott, Larson e Byron. Ryan scatta meglio rispetto a prima, Austin quasi riesce ad infilarsi in mezzo ai due, ma arriva subito una nuova caution: Hocevar finisce loose in curva1, tocca e manda a muro Zane Smith. Nel post gara Carson verrà affrontato dal crew chief della #38 mentre nell’immediato Smith (che nelle ultime gare ha perso oltre 50 punti per colpe non sue) se la prende più col proprio spotter che con l’avversario. Lucky dog per Herbst.

Keselowski è costretto ora ad arrendersi e va a rifornire con Busch, Custer, Gilliland e gli incidentati. Si riparte con Blaney nuovo leader su Cindric, Berry, Gibbs, Preece, Elliott, A.Dillon, Larson, Suárez e Byron, Brad deve ripartire dal 26° posto.

Green ai -115 e stavolta la tregua dura quasi dieci giri. Blaney dall’esterno riesce per un pelo a rimanere davanti a Cindric, con Austin che nei giri seguenti attaccherà all’interno il compagno di squadra. Poco più dietro Elliott tocca Larson per la terza volta, Chase si porta in top5 mentre Kyle finisce largo e perde terreno.

A centro gruppo in curva4 Nemechek tocca Wallace e lo manda a muro, Bubba (già con il tirante della convergenza rotto) nel tornare verso la pista quasi si scontra con lo stesso JHN, Reddick e Bell, poi prosegue più lentamente. Al giro seguente, nello stesso punto, per cercare di evitare la #23 che rallenta, Jones alza il piede e viene travolto da Briscoe che lo manda in testacoda. Altro caution e stavolta il lucky dog è per Ware. Inosservato (per poco tempo) un tentativo di vendetta di Smith su Hocevar con Zane che però manca Carson.

Stavolta tocca a Blaney e Preece andare ai box insieme a Gibbs, Allmendinger e Suárez mentre Wallace perde due giri per le riparazioni. Cindric prende il comando alla ripartenza dei -101 su Berry, Elliott, A.Dillon, Byron, Larson, Bell, Nemechek, Chastain e Reddick.

Austin scatta bene mentre la lotta fra Dillon e Berry manda in fuga la #2. Il pilota della #3 si pianta in curva4 e così viene ripreso da Elliott. Poco più dietro c’è un 3-wide con Nemechek, Bell e Larson in cui prima JHN molla, poi invece Christopher finisce loose e manda largo uno sfortunato Larson che poi si sfogherà via radio. Ma arriva una nuova caution al giro successivo: Briscoe si rende ancora protagonista in negativo quando in curva1 scivola, tocca Reddick il quale manda in testacoda Bell. Per fortuna tutti riescono ad evitare la #45 e la #20 (soprattutto Bowman e Preece in ottica playoff). Gragson lucky dog che passa da -2 a -1.

Stavolta la pit lane si apre per A.Dillon, Chastain e Larson, oltre che per Herbst e i due finiti in testacoda. La classifica cambia ancora e Cindric rimane primo davanti ad Elliott, Berry, Byron, Nemechek, Briscoe, Bowman, Keselowski (già ottavo), Haley e Preece.

Bandiera verde ai -90 con Cindric che non riesce a chiudere subito il sorpasso su Elliott, ma non c’è nemmeno il tempo di guardare il 3-wide di Hamlin, Keselowski e Preece o le coppie Byron-Berry e Nemechek-Briscoe in lotta che arriva una nuova, ennesima, caution: Allmendinger tocca Busch in curva4 con Kyle che manda in testacoda van Gisbergen il quale finisce nell’erba. Gragson ringrazia e torna a pieni giri.

Stavolta ad arrendersi per l’ultimo rifornimento è Cindric (scenderà al 27° posto) con Gilliland, Larson e Jones. Ennesima ripartenza con Elliott passato al comando su Berry, Byron, Briscoe, Nemechek, Bowman, Keselowski, Preece, Haley ed Hocevar. Green -82, caution poco più tardi: mentre l’esterno vola col trenino Hendrick (Chase davanti a William ed Alex) e Briscoe si pianta nella difesa su JHN, T.Dillon finisce in testacoda dopo essere stato toccato da Larson che non riesce ad evitare la #10 che aveva rallentato bruscamente in curva4. Lucky dog per Wallace che torna a -1.

Mentre Gilliland è l’unico ad andare ai box, iniziano i veri ragionamenti sulla benzina con il muretto della #48 (ultima sosta al giro 213) che inizia a pensare di essere a posto. Elliott e Byron (che si erano fermati otto giri prima), invece non paiono ancora al sicuro. E la tattica di Keselowski da perdente e poi vincente col rapido recupero, si fa più incerta perché altre auto attorno a lui non dovranno più fermarsi. Elliott riparte al comando su Byron, Bowman, Berry, Nemechek, Briscoe, Keselowski, Hocevar, Preece (forse quello con le gomme più fresche) ed Haley.

Bandiera verde ai -74 e Byron passa all’attacco dall’interno prendendosi nuovamente la prima posizione, dietro il gruppo Hendrick, invece, Briscoe e Keselowski superano Nemechek, poi però arriva l’ennesima caution: Gilliland ha perso il finestrino in curva3. Wallace torna a pieni giri lasciando a questo punto fra i doppiati il solo Todd (-1), Stenhouse, Smith, T.Dillon (-2) e Gase (-7). Per fortuna la fase caotica termina e questa è stata la 12esima e ultima caution.

Alza bandiera bianca Elliott con Berry, i quali pittano con Buescher, Custer, Jones, SVG e Busch. Al leader Byron dicono che potrebbe farcela, ma dovrà andare un po’ in fuel saving, lo spauracchio recente della #24 dopo essere rimasto a secco in Michigan e ad Indianapolis.

La nuova classifica vede quindi Byron primo su Bowman, Briscoe, Keselowski, Nemechek, Preece, Hocevar, Hamlin, Haley e Blaney. Green ai -64 e William scatta bene portandosi dietro Briscoe, altrettanto fa Preece che supera il compagno di squadra Keselowski. La ripartenza è passato e finalmente arriva la tregua.

La classifica si va assestando, Preece con gomme fresche si scatena e aggira Bowman per il terzo posto, Hocevar scavalca Nemechek. Byron mette subito mezzo secondo su Briscoe poi, come se non dovesse risparmiare benzina, allunga ancora fino ad 1″ ai -55. Non sono chiarissimi i reali valori in campo, Hocevar ad esempio segue da vicino Keselowski fin quando finisce loose in curva4, Elliott invece tenta il recupero verso la top15 seguendo Cindric, Larson molla più di testa e si arena in fondo alla top20.

Ai -50 Byron ha 0.8″ su Briscoe, 1.6″ su Preece, 1.8″ su Bowman, 2.3″ su Keselowski, 3.4″ su Hocevar, 4.3″ su Nemechek, 5.2″ su Haley, 6.1″ su Hamlin e Blaney.

Mentre aumentano le incognite sulla tenuta al consumo benzina della #24, cedono terreno sia Allmendinger che Hamlin, il quale esce dalla top10 a vantaggio di Blaney e Logano. Questo sorpasso rappresenta la svolta di Blaney che inizia una clamorosa, e inaspettata, rimonta. Recupero che compie anche Preece, staccando Bowman (poi superato da Keselowski) e che sospinge sé stesso e Briscoe a meno di 1″ da Byron. William però risponde e con un andamento a fasi di spinta e gestione tiene a distanza i rivali. E Brad riceve ora la notizia più brutta: tutti ormai possono andare fino al traguardo senza fermarsi nuovamente.

Fra -40 e -35 la #24 riallunga mentre Preece cede di colpo, al punto che ai -33 non ostacola il sorpasso del teammate sulla #6. Recupera anche Logano che prova a seguire il compagno di squadra Blaney. Non passano che pochi giri e Byron viene nuovamente ripreso da Briscoe. Ai -25 il muretto dice improvvisamente a William di andare di più in fuel saving, al punto che non si capisce quale sia la reale strategia nella gestione della benzina. Byron comunque guida con 0.5″ su Briscoe, 1.9″ su Keselowski, 4.2″ su Preece, 6.4″ su Bowman, 6.6″ su Blaney, 7.2″ su Hocevar, 10.3″ su Logano, 10.6″ su A.Dillon e 10.8″ su Nemechek.

Il team radio è ancor discorde con i tempi in pista: mentre Blaney rientra in top5, Byron stacca ancora Briscoe ed ai -20 il margine torna ad essere di 1″. Brad invece recupera e oscilla fra 1.5″ e 2″. A pista libera il più veloce, tuttavia, è Ryan che butta giù decimi su decimi. Ancora più veloce è ancora Wallace che, dopo le riparazioni ed i due giri persi e recuperati, sta guadagnando posizioni su posizioni e ormai vede la top10. Ai -12 Blaney supera Preece, ma il ritardo è ancora di 4.9″.

A Byron viene ancora detto di risparmiare benzina, ma ai -10 è di nuovo Briscoe a perdere decimi. Keselowski vede la #19 a soli quattro decimi, ma non riesce ad attaccarlo. 1.4″ e 1.8″ recita per diversi giri il cronometraggio, ben diversa è la storia per Blaney che scende prima sotto i 4″, poi sotto i 3″, infine c’è il ricongiungimento ai -4. Ryan manca il sorpasso di slancio malgrado un paio di attacchi e quindi eventuali sogni si arenano qua. Byron riesce in qualche modo a gestire la benzina, sfrutta Ware e SVG doppiati in mezzo e, stavolta, può festeggiare.

https://twitter.com/NASCARONFOX/status/1952143697011003770

Byron ringrazia strategia e caution, nonché una notevole freddezza nel finale malgrado i messaggi non sempre coerenti via radio, e vince la seconda gara stagionale dopo la Daytona 500 battendo sul traguardo Briscoe (+1.1″), Keselowski (+1.3″), Blaney (+1.5″), Preece (+4.2″), un clamoroso Wallace (+5.5″), Bowman (+6.7″), Hocevar (+7.2″), Logano (+7.4″) ed A.Dillon (+7.6″), a seguire Chastain, Cindric, Berry, Elliott (23esima top20 in 23 gare), Nemechek, Jones, Bell, Allmendinger, Reddick e Busch, Hamlin 24°, Larson 28°, tutti e 37 i piloti al traguardo malgrado ben 12 caution (non è record, a Richmond nel 2008 ci fu un clamoroso 43/43 malgrado 14 caution).

In classifica generale Byron così vola al comando a +18 su Elliott mentre Larson ed Hamlin si staccano, forse definitivamente. In ottica playoff, invece, Preece guadagna tanto terreno su Buescher ed ora è solo a -23. Però qui c’è da tremare forte perché arriva il Watkins Glen: paradossalmente, in molti potrebbero tifare per un dominio di van Gisbergen a togliere una vittoria a parecchi avversari.

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